Introduzione
novabili e non rinnovabili. Da oltre mezzo secolo si è andata sempre
più intensificando la domanda di energia proveniente dalle fonti fossili
quali carbone, petrolio e gas naturale. Esistono innumerevoli risorse
alternative alle fonti fossili (come l’energia solare, idroelettrica, eoli-
ca, geotermica, da biomassa, ecc.) rinnovabili nel tempo (o meglio
non si esauriscono mai ), meno inquinanti per l’ambiente e in grado di
soddisfare la domanda di energia. Nonostante ciò, ancora oggi, le
principali risorse utilizzate a livello mondiale, rimangono le fonti fos-
sili, su tutte il petrolio, ritenuti responsabile dell’inquinamento atmo-
sferico e dell’allargando del cosiddetto “Buco dell’Ozono”.
Il problema della sostenibilità energetica oggi avvertito, legato alla
quantità di petrolio che si renderà disponibile in futuro, pone dei limiti
allo sviluppo che devono essere superati puntando sulle fonti rinnova-
bili. Bisogna puntare sulla ricerca di fonti energetiche pulite ed eco-
nomicamente sfruttabili e potenziare l’utilizzo dell’idrogeno e dei bio-
combustibili.
Vi sono interessi politici ed economici da capogiro dietro l’utilizzo del
petrolio, che attrae molto i paesi industrializzati, le multinazionali;
nella storia la conquista di nuovi giacimenti di petrolio è stata la prin-
cipale causa scatenante di molte guerre, come la guerra del Golfo, la
guerra in Irak. A volte si tende a mascherare le ragioni stesse delle
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Introduzione
guerre, nascondendo quello che è il vero fine cioè la conquista delle
risorse enegetiche, facendola passare come una guerra contro il terro-
rismo (guerra in Afganistan) oppure per ristabilire la libertà e la de-
mocrazia (guerra in Irak), ma, alla fine, i paesi industrializzati paladini
della giustizia e coadiuvati dall’ONU, finiscono per spartirsi il petrolio
e tutte le risorse minerarie, creando instabilità politica.
Si assicurano, così, il comando della regione colpita e il petrolio per
decenni. Non a caso le regioni colpite dalla guerra, cosiddetta “pre-
ventiva”, sono principalmente regioni ricche di petrolio.
Gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la stessa Italia, che pensano di ristabilire
la pace, la democrazia con l’azione di guerra causano ancora più vit-
time in questi paesi, creando una maggiore instabilità politica ed eco-
nomica. I giacimenti di petrolio sono distribuiti nel mondo in modo
disomogeneo sul globo terrestre e le maggiori riserve accertate si tro-
vano, principalmente nel Sud -Est Asiatico, in Africa e in America La-
tina mentre molti paesi industrializzati, hanno riserve minime o insi-
gnificanti che non riescono a soddisfare il loro bisogno e sono costretti
ad importare. La presente tesi analizza il mercato petrolifero mondiale
alla ricerca delle cause dell’aumento incontrollato dei prezzi delle fon-
ti energeti-che, individuate sia dal lato della domanda che dell’offerta.
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Introduzione
Il tema dall’esauribilità del petrolio divide il mondo il mondo in pes-
simisti e ottimisti. La teorie del geologo Hubbert sul cosiddetto “picco
di produzione” offre una valida spiegazione dell’attuale aumento dei
prezzi. Inoltre viene fatto il punto sul perché sia indispensabile un
cambia-mento di rotta verso le fonti rinnovabili parlando di risparmio
energe-tico dei risvolti tecnologici resisi nel frattempo disponibili.
Gli interessi economici legati al petrolio hanno condizionato e condi-
zionano ancora oggi molti paesi (come il Niger, il Ciad) che vivono,
come una vera e propria maledizione il fatto di essere ricchi di petrolio
perché sconvolti da guerre civili che hanno già prodotto milioni di vit-
time. In Nigeria come in altri paesi ricchi di petrolio nel mondo si
combattono guerre nate dalla disperazione, dalla fame per difendere i
diritti sia umani che economici e per chiedere una equa ripartizione
dei proventi del petrolio. Trattando la geopolitica del petrolio e gli in-
teressi economici contrastanti l’equo sviluppo dei paesi poveri, di
quelli africani, si intuisce che c’è qualcosa di più dietro il tentativo di
diffondere la libertà e la democrazia che giustificano le azioni militari
degli Americani ed Europei in giro per il mondo.
Viene analizzata la situazione economica attuale mostrando come la
crescita eccezionale dell’India e della Cina, pone seri problemi
all’aumento incontrollato dei prezzi delle materie prime e in particolar
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Introduzione
modo di quelle energetiche. Non si può chiedere a questi Paesi emer-
genti, più popolati del pianeta con oltre 2.3 miliardi di persone, di fre-
nare la crescita in atto, si rende, piuttosto, necessario l’aumento della
produzione di petrolio per calmierare i prezzi e l’inflazione che colpi-
sce in modo incontrollato qualsiasi bene di consumo.
La crescita economica in atto non avvantaggia in modo uguale tutti gli
attori economici, ma solo una ristretta cerchia di Paesi già industria-
lizzati ed è proprio la diseguale distribuzione della ricchezza ad am-
pliare ancor più le distanze tra il Nord e il Sud del mondo. Partendo
dalla classificazione adottata dall’ONU si procede alla distinzione tra
Paesi industrializzati, Paesi emergenti e Paesi in via di sviluppo.
Vengono analizzate le cause del sottosviluppo sia interne che esterne,
utilizzando l’indice di sviluppo umano (HDI) per valutare la qualità
della vita nei vari paesi per poi distinguere tra alto, medio e basso svi-
luppo. Esiste un legame molto stretto tra la povertà e la fame nel mon-
do pertanto, si analizzano le cause cercando di trovare possibili solu-
zioni al problema. Si analizza come la globalizzazione dei mercati ab-
bia influito sulla distribuzione della ricchezza tra i vari Paesi industria-
lizzati e in via di sviluppo, mostrando i pro e i contro di tale processo,
e le ripercussioni sull’economia mondiale. L’utilizzo di due studi em-
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Introduzione
pirici evidenziano come la globalizzazione abbia contribuito ad alle-
viare o peggiorare il problema della povertà nel Sud del mondo.
La cooperazione internazionale rappresenta il tentativo dei paesi indu-
strializzati di aiutare i paesi poveri, in questo ambito si collocano gli
aiuti finanziari e/o di diversa natura forniti dal FMI, dalla Banca Mon-
diale, dal WTO, dall’Unione Europea, da varie ONG e dalle chiese di
diversa confessione religiosa. I progetti di aiuto allo sviluppo, che ne-
gli anni si sono susseguiti, avevano il fine di alleviare la povertà nel
terzo mondo ma non hanno raggiunto pienamente l’obbiettivo pertanto
occorre un cambiamento di rotta nella politica internazionale allo svi-
luppo se si vuole sconfiggere veramente questo male incurabile.
Analizzando il problema del debito dei paesi poveri e gli accorati ri-
chiami alla sua cancellazione, vengono ricercate e determinate le cau-
se che hanno portato agli ingenti debiti esteri che molti paesi oggi non
sono più in grado di rimborsare.
Diverse forme di cooperazione che mirano a coinvolgere i PVS in un
processo di crescita economica sono state intraprese dai paesi indu-
strializzati (come il Partenariato Europa-Africa). Molte organizzazioni
internazionali si dichiarano contrari agli accordi di parenariato che
possono distruggere la fragile economia africana.
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Introduzione
Siglitz, autorevole economista di fama mondiale analizza in modo cri-
tico l’operato del FMI e della banca Mondiale nella gestione della cri-
si asiatica degli anni ’90 e il modo di operare delle due istituzioni nel-
la concessione degli aiuti finanziari ai paesi poveri.
Stiglitz propone, attraverso gli ”IPD”, un nuovo modo di fare politica
di sviluppo, improntata al dialogo e alla partecipazione della società
civile alle decisioni economiche. Altri economisti hanno idee legger-
mente diverse, ma tutti concordano in un cambiamento, nella politica
di sviluppo attuale, comportamentale della Banca Mondiale e del FMI.
Attraverso l’acquisizione di dati e informazioni significative e l’analisi
delle suddette tematiche è emerso un complesso quadro di esigenze e
prospettive per individuare, capire e confrontare il ruolo attuale dei
vari paesi sotto il profilo delle risorse energetiche a disposizione e del-
la capacità di sviluppo negli anni a venire.
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Le fonti di energia CAPITOLO 1
CAPITOLO 1 - Le fonti di energia
Le fonti di energia
1.1 Il consumo energetico e le fonti di energia
Gli esseri umani hanno bisogno di energia per quasi tutte le funzioni
che svolgono, per riscaldare le case, per l’agricoltura, per l’ industria e
perfino nel nostro corpo ha luogo un continuo flusso energetico. Inol-
tre i mezzi di trasporto (auto, camion, aerei), necessitano di carburanti
per funzionare e permettere gli spostamenti di masse di persone sul
globo terrestre. Non possiamo vivere senza la continua produzione e-
nergetica, processo industriale che avviene usando diverse fonti, che
possono essere rinnovabili o non rinnovabili. Le risorse rinnovabili si
rigenerano nel tempo, e quindi non si esauriranno facilmente, mentre
le risorse energetiche non rinnovabili minacciano di esaurirsi se il no-
stro consumo standard diventa troppo alto
1
.
Oggi giorno sono disponibili numerose risorse energetiche, per esem-
pio, l'energia solare, eolica e idrica. Ironicamente ricaviamo ancora la
maggior parte della nostra energia da fonti non rinnovabili quali i
combustibili fossili (si veda la figura 1.1). La non rinnovabilità di tali
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Lanza Alessandro, “lo Sviluppo sostenibile”, Editore Il Mulino, 2006
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Le fonti di energia CAPITOLO 1
risorse causerà probabilmente un aumento di prezzi fino al punto in
cui diventeranno non più economiche.
I combustibili fossili consistono in depositi di organismi morti, la ma-
teria organica impiega secoli per formarsi ed è costituita principal-
mente da carbonio e idrogeno legati. Esistono tre tipi di combustibili
fossili che possono essere usati per la produzione energetica: carbone,
petrolio e gas naturale.
L'energia prodotta dai combustibili fossili è convertita in elettricità
nelle centrali elettriche. Quando i combustibili fossili vengono bruciati
il carbonio e l'idrogeno reagiscono con l'ossigeno atmosferico per
formare anidride carbonica (CO2) e acqua (H2O). Durante questa rea-
zione viene liberato calore che amplifica ulteriormente la reazione.
L'elettricità viene generata trasformando l'energia termica (calore) in
energia elettrica in una turbina o in un generatore
2
. Le centrali elettri-
che sono molto costose da costruire, ma una volta realizzate garanti-
scono un'alta efficienza di conversione di combustibile in energia.
Molte volte viene prodotta più energia di quella realmente necessaria,
perché l'elettricità non può essere immagazzinata. La richiesta di elet-
tricità varia durante l’intero arco dell'anno e la fornitura deve tenere
presente della richiesta di picco. Se la richiesta energetica supera, si-
2
Meneghini, “Risorse naturali e ambiente”, Franco Angeli, 2006
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Le fonti di energia CAPITOLO 1
gnificativamente, la capacità della centrale elettrica di generare ener-
gia, si possono causare temporanei blackouts.
Storicamente, i combustibili fossili erano disponibili in abbondanti ri-
serve che erano facili da ottenere e trasportare, mentre oggi si avverte
sempre più il segnale di un potenziale esaurimento delle riserve. Le
sorgenti come i dispersori di combustibili fossili stanno ponendo dei
limiti nel proprio sfruttamento. Le riserve si trovano in strati profondi
della superficie terrestre e devono essere utilizzati dei dispersori (co-
me l’aria e l’acqua) che assorbono i resti di combustibile fossile.
I combustibili fossili burning sono responsabili degli importanti pro-
blemi ambientali all'ordine del giorno sulla scena politica odierna,
come, per esempio, l'accumulazione dei gas serra, l'acidificazione,
l'inquinamento atmosferico, l'inquinamento idrico, il danneggiamento
della superficie terrestre e dello strato d’ozono.
Allora per quale motivo continuiamo ad usare i combustibili fossili?
La risposta è semplice: perché i combustibili fossili sono meno costosi
di qualsiasi altra ragionevole alternativa a noi nota. Alcuni scienziati
ambientali prevedono che i prezzi dei combustibili fossili aumente-
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