2
Questo lavoro inizia con un primo capitolo interamente storico, che si propone di
raccontare la successione degli eventi e dei personaggi al fine di avere una visione più
chiara su quella che è la base del nostro studio.
L’inizio è costituito di un’introduzione geografica che aiuti il lettore a posizionare
quegli elementi essenziali alla comprensione degli eventi storici (città, fiumi,
avvallamenti e rilievi montuosi).
Una qualunque situazione, poi, non nasce improvvisamente per generazione spontanea.
Essa è sempre il risultato di un complesso di fattori che danno vita a un processo
cronologico per cui un avvenimento (nel nostro caso la guerra tra Vietnam e Stati Uniti)
è generalmente condizionato e preparato da un evento precedente.
Seguendo questa convinzione, la dissertazione storica si apre con una breve esposizione
delle dinastie vietnamite dal X secolo alla metà del 1800 e dei fatti che mettono in luce
come i vietnamiti si siano sempre trovati a dover difendere il loro territorio. Alla fine
del 1800 l’imperialismo francese costituì la minaccia maggiore per la salvaguardia della
nazionalità vietnamita. L’occupazione militare, che durò quasi cento anni, sfociò nella
Prima Guerra d’Indocina, tra francesi e Vietminh (i militari della Lega per
l’Indipendenza del Vietnam).
In questo panorama gli Stati Uniti svolsero un ruolo di sostegno nei confronti degli
europei, soprattutto per bloccare l’espansione comunista in Indocina.
La sconfitta dei francesi avvenne nel 1954 nella storica battaglia di Dien Bien Phu. I
vietnamiti, appoggiati dai comunisti cinesi, erano riusciti a costruire forti unità di
combattimento.
Ai francesi subentrarono gli americani, come protettori del governo nazionalista di
Saigon. È solo a questo punto che comincia quella che viene storicamente ricordata
come Guerra del Vietnam, ma abbiamo visto come essa abbia alle spalle decine di anni
di lotte.
3
I primi scontri nacquero tra i nazionalisti del sud e i comunisti del nord. L’intervento
diretto degli Stati Uniti si ebbe solo a partire dal 1964 quando il presidente Lyndon
Johnson, per evitare l’espansione del comunismo, aumentò l’impiego militare al fianco
del regime di Saigon; si trattava dell’escalation, che avrebbe portato migliaia di soldati
americani in Vietnam.
Per alcuni anni la situazione non cambiò affatto e il sud del Vietnam si appoggiava
sempre di più agli americani. Al contempo, invece, i nordvietnamiti ingrandivano e
rafforzavano il loro esercito.
Un aspetto importante di questo conflitto era costituito dalla risonanza mediatica che
scaturiva nella nazione americana; si crearono anche imponenti movimenti pacifisti che
influenzarono l’opinione pubblica dell’intero paese. Questo e altri fattori portarono, nel
1969, alla graduale “vietnamizzazione” del conflitto, con un ritiro progressivo delle
truppe americane. Di fatto, ci vollero più di quattro anni perché gli americani lasciassero
definitivamente il paese e quando lo fecero, il governo nazionalista, incapace di reggersi
da solo, fu sopraffatto dal nemico. Saigon cadde nell’aprile 1975 chiudendo così uno dei
capitoli più neri della storia moderna.
Conoscere la Storia, ai fini del nostro lavoro, è estremamente importante anche perché
ci permette di capire le motivazioni che hanno portato il cinema a occuparsi di questo
conflitto.
La Guerra del Vietnam, infatti, ha influenzato molte sfere dell’opinione pubblica
americana, tra cui quella culturale e, in particolare, il cinema.
Il secondo capitolo intende affrontare proprio l’aspetto “cinematografico” della Guerra
del Vietnam.
4
Innanzitutto si vuole dimostrare come ciò che è stato chiamato Vietnam movie
rappresenti un genere a sé stante, nascendo dal war film e sviluppando poi aspetti
propri. Per giungere a questa conclusione e venire a conoscenza degli aspetti di questo
genere, si tracceranno prima le caratteristiche dei macrogeneri da cui deriva.
Inizieremo dall’analisi del film storico e, più in generale, dal rapporto tra cinema e
storia, in quanto i Vietnam movies si collocano in un evento storico del passato, a
prescindere dal fatto che questo sia raccontato in maniera più o meno chiara e fedele.
Analizzeremo poi il genere d’azione, che raccoglie al suo interno una vasta eterogeneità
di sottogeneri tra cui anche quello a carattere militare. Il Vietnam diventa un perfetto
background per azioni violente e spettacolari; vedremo anche come l’action e il
Vietnam movie sviluppino la medesima figura di eroe, che si concretizza nell’archetipo
del Guerriero.
Proseguiremo l’esposizione con il genere western; sebbene possa apparire distante da
quella che è la nostra materia d’analisi, esso presenta molte analogie col genere bellico,
aiutandoci così a capire alcune peculiarità del war film.
Infine descriveremo il genere bellico, da cui il Vietnam movie deriva in maniera più
diretta.
Si giungerà in questo modo a parlare del Vietnam movie, cui dedicheremo ampio spazio.
Prima di tutto l’attenzione sarà focalizzata sulle analogie e differenze che queste
pellicole intrattengono col genere bellico, così da dare una prima idea delle peculiarità
dei film sul Vietnam. Successivamente si cercherà di stabilire alcune categorie
all’interno delle quali far rientrare la moltitudine delle pellicole.
Un intero paragrafo sarà dedicato alla storia dei Vietnam movies. Un simile approccio ci
permetterà di valutare i cambiamenti occorsi nella produzione di film dalla metà degli
Anni ’60 fino ai giorni nostri. L’industria cinematografica ha infatti rispecchiato tutte le
fasi dell’atteggiamento dell’opinione pubblica americana nei confronti del conflitto.
5
Mentre la guerra è in corso, l’unico film ad alto budget sull’argomento è I Berretti
Verdi. Verso la fine degli Anni ’70 il cinema americano comincia a parlare apertamente
del Vietnam (in particolare con due pellicole - Apocalypse Now e Il Cacciatore). Da
questo momento in poi il conflitto vietnamita non abbandonerà più gli schermi
hollywoodiani.
Gli Anni ’80 vedono l’uscita di una gran quantità di film sulla guerra nel sud-est
asiatico e sulle sue conseguenze. Si tratta di un corpus ampio e comprendente opere
notevolmente diverse tra loro. Troviamo infatti film complessi e innovativi come Full
Metal Jacket, drammi a sfondo politico come Nato il quattro luglio, commedie e
semplici film d’azione.
Negli ultimi quindici anni, la produzione cinematografica dei Vietnam movie è
sicuramente diminuita quantitativamente ma da un punto di vista qualitativo troviamo
alcune pellicole interessanti; a distanza di tempo gli Stati Uniti sono riusciti a guardare
al Vietnam in modo più obiettivo e attribuendo il giusto tributo ai soldati che
combatterono. In Forrest Gump, per esempio, la Guerra del Vietnam è un episodio
neutro della lunga storia americana e in We Were Soldiers l’attenzione è posta
soprattutto al coraggio e all’umanità dei soldati.
Questa parte si conclude con la spiegazione della procedura che verrà utilizzata per
analizzare tre pellicole. I film che si è deciso di esaminare (Apocalypse Now, Full Metal
Jacket e We Were Soldiers) appartengono a tre “generazioni” diverse e, inoltre, nascono
come trasposizioni di tre libri.
Il processo di analisi inizierà proprio con una breve trattazione del libro, soffermandosi
in particolar modo sul coinvolgimento dell’autore, lo sviluppo degli eventi e la
caratterizzazione dei personaggi. Questo introdurrà al lavoro di adattamento che mira a
valutare a grandi linee analogie e differenze tra la pellicola e il libro. Questo aspetto
richiederebbe un approfondimento che non è nostro obiettivo affrontare; ma individuare
6
gli elementi mantenuti nella trasposizione e quelli eliminati ci faciliterà a comprendere
la storia che si vuole raccontare e la tematica che si intende evidenziare.
Il fulcro dell’analisi verterà invece sulla dimensione “guerra” che il film mette in scena,
sulla figura del protagonista e sulla struttura narrativa.
Nel primo caso valuteremo quanto la Guerra del Vietnam viene evidenziata all’interno
del film; si presuppone, infatti, che in una pellicola sul conflitto vietnamita, tale scontro
abbia una notevole rilevanza.
Per quanto riguarda il protagonista, l’intento è quello di indagare il più a fondo possibile
le sue caratteristiche e il suo percorso come Guerriero; per fare ciò utilizzeremo anche il
viaggio dell’eroe di Chris Vogler che ci permetterà di analizzare tappa per tappa il
cammino del nostro personaggio.
La struttura narrativa, infine, si baserà principalmente sullo studio proposto da Howard
e Mabley che suggeriscono alcuni criteri su cui dovrebbe basarsi qualunque buona
sceneggiatura.
Seguendo questa griglia di analisi, il passo successivo sarà quello di esaminare le
pellicole.
Il terzo capitolo tratterà del film Apocalypse Now di Francis Ford Coppola (1979).
Questa pellicola è liberamente tratta da un romanzo del 1800: Heart of Darkness di
Joseph Conrad. Lo studio sul libro, in questo caso, deve più che altro aiutare a
estrapolare quelle tematiche che vengono poi utilizzate nel film e anche l’attenzione
prestata al lavoro di adattamento cerca di valutare come una storia sul colonialismo di
fine ‘800 venga trasformata in una vicenda ambientata durante la Guerra del Vietnam.
Il passo successivo sarà quello di capire come Coppola vede la guerra e come la porta
sullo schermo, per poi analizzare la figura del capitano Willard, il protagonista del film;
7
ci faremo trasportare da lui nel suo viaggio su un fiume vietnamita in un contesto di
orrore e di violenza.
Infine, applicheremo gli elementi della struttura narrativa a questo caso particolare
cercando, tra le altre cose, di ricavare l’idea dominante che Coppola voleva sviluppare.
Allo stesso modo, il quarto capitolo toccherà tutti i punti della griglia d’analisi per
studiare Full Metal Jacket di Stanley Kubrick (1987), iniziando dal libro The Short
Timers di Gustav Hasford. L’autore è un veterano della Guerra del Vietnam e questo
libro è il resoconto (non necessariamente autobiografico) di momenti
dell’addestramento e della guerra raccontati in modo surreale e brutale. Questi stessi
elementi si possono trovare nel lavoro di adattamento; cercheremo allora di capire quali
fattori Kubrick abbia mantenuto sottolineandone il senso e quali abbia eliminato, allo
scopo di creare una storia propria.
Seguendo sempre la nostra griglia di analisi, parleremo di come il regista affronti il
tema della guerra: l’evento scelto per questa storia è l’attacco del Tet del 1968 e
vedremo se tale episodio e la guerra in generale rivestono importanza ai fini del
racconto.
Procederemo poi all’osservazione del protagonista, il soldato Joker, figura sicuramente
problematica e ambigua, di cui tenteremo di estrapolare personalità e caratteristiche.
Infine passeremo all’analisi strutturale, che ci permetterà di capire le modalità narrative.
Da ultimo, il quinto capitolo, avrà come oggetto di analisi We Were Soldiers di Randall
Wallace (2002).
Il libro cui si ispira è We Were Soldiers once…and young, scritto da Harold (Hal) G.
Moore e Joseph (Joe) L. Galloway, sulla base dei loro ricordi e delle testimonianze dei
8
soldati americani e degli ufficiali nordvietnamiti che combatterono la battaglia dello Ia
Drang nel novembre del 1965.
Cercheremo di individuare gli elementi del libro che Wallace ha voluto far emergere nel
film, provando a capire, in questo modo, che tipo di storia intendesse raccontare.
L’episodio reale che viene narrato nella pellicola è, come già detto, la battaglia avvenuta
nella valle dello Ia Drang nel novembre del 1965. Questo evento rappresenta il primo
scontro di vasta portata tra l’esercito americano e quello nordvietnamita, in cui, per la
prima volta, si fece un uso massiccio di elicotteri per trasportare i soldati sul campo di
battaglia. Lo scontro più violento -quello raccontato nel film- avvenne dal 14 al 16
novembre, quando gli americani riuscirono a sfondare le linee nemiche ottenendo il
successo auspicato; conoscendo tale episodio, avremo modo di valutare quale tipo di
approccio storico abbia voluto utilizzare Wallace.
Il paragrafo successivo si occupa interamente del protagonista, il colonnello Hal Moore,
che comandò nella battaglia la 1
a
divisione del 7° cavalleggeri elitrasportata; ne
studieremo, in particolare, lo spessore morale e l’atteggiamento, per considerare, in un
secondo momento, il suo percorso da eroe.
Anche in quest’ultimo capitolo l’ultima parte è dedicata all’analisi della struttura
narrativa che ci permetterà, come nei casi precedenti, di appropriarci del racconto in
modo più profondo.
Ripercorrere passo per passo la griglia d’analisi in ognuno dei tre campioni scelti ci darà
modo di ottenere un’ampia visuale sulle tecniche utilizzate per raccontare una storia
ambientata nella Guerra del Vietnam permettendoci di capire quanto e in che modo si
parli della guerra e quanto invece si voglia comunicare qualcos’altro.
9
CAPITOLO 1
LA GUERRA DEL VIETNAM:
I FATTI
10
-1.1- Il territorio
1
Il Vietnam è innanzitutto un paese, un territorio. E questo territorio ha una
configurazione singolare, che potrebbe apparire, a un osservatore superficiale, la meno
favorevole per la formazione di un’entità nazionale coerente e vigorosa.
2
Racchiuso tra la Cina a nord, il Laos e la Cambogia a ovest, il mare a est e a sud, il
Vietnam occupa la fascia orientale della grande penisola indocinese.
3
Il suo suolo si estende per 1.600 km allargandosi alle estremità nei delta del Fiume
Rosso (a nord) e del Mekong (a sud). La stretta regione centrale è occupata dal versante
orientale della cordigliera annamita, che digrada rapidamente giungendo con i suoi
contrafforti sino alle coste.
Il Vietnam settentrionale (Tonchino) è prevalentemente montuoso e il suo rilievo
costituisce un prolungamento del bacino montano cinese dello Yunnan. Una piccola
pianura triangolare costituisce il delta del Fiume Rosso, ed è stata interamente formata
dai depositi alluvionali di quest’ultimo. Tale fiume e gli altri corsi d’acqua sono
caratterizzati da piene estive violentissime anche se oggi un sistema di dighe ne regola il
flusso, senza però scongiurare del tutto il pericolo di inondazioni catastrofiche.
4
Nel delta del Fiume Rosso e degli altri fiumi si raggiungono densità di popolazione
altissime (qui sorge, tra le altre, la città di Hanoi, oggi capitale del Vietnam); quasi
spopolato è invece il territorio collinare e montuoso che circonda la pianura.
La cornice montuosa del Tonchino trova un naturale prolungamento nella cosiddetta
catena dell’Annam, che scende lungo tutta la parte centrale del paese, fino alle soglie
della pianura alluvionale della Cocincina, la zona più a sud. Più che di una catena
1
Per la cartina del paese si veda Appendice A.
2
Jean Chesneaux, Perché il Vietnam resiste. Le radici storiche e ideologiche di una guerra
rivoluzionaria, Nuovo politecnico Einaudi, Torino 1968, pag. 9.
3
Il Grande Atlante vol.6, Rizzoli, Milano 1979.
4
Sergio Ciuffi, Vietnam 1858 1967. Un secolo di lotte, Cultura editrice, Firenze 1967, pag. 11-12.
11
montuosa vera e propria, si tratta di un sistema di altipiani che lasciano scorrere
numerosi fiumi a carattere torrentizio che formano piccoli delta costieri sui quali sono
sorte città come Hué. Tutta la regione è scarsamente popolata.
5
Il Vietnam meridionale (Cocincina) è una pianura alluvionale dovuta ai depositi del
fiume Mekong e dei tributari. Il processo di sedimentazione ha determinato estese
depressioni che assorbono l’eccedenza delle acque del fiume, evitando il pericolo di
inondazioni.
6
La densità della popolazione è ancora piuttosto bassa in tutta la regione. Qui la città
principale è l’antica Saigon, successivamente ribattezzata Ho Chi Minh City.
Questo territorio, dalla configurazione così originale, è il prodotto della storia.
7
-1.2- Le origini della civiltà vietnamita
Il Vietnam è un paese la cui storia non è altro che una lunga serie di lotte per
l’indipendenza nazionale, che hanno lasciato una traccia estremamente profonda.
Dal II secolo a.C., fino al X secolo d.C., il Vietnam era stato occupato da eserciti cinesi
ed era stato trasformato in una provincia militare dell’impero delle dinastie Han e
T’ang. Pur ricevendo dalla Cina notevoli influssi duraturi, i vietnamiti non avevano
accettato la dominazione cinese e si erano ripetutamente ribellati, talvolta riuscendo a
cacciare i cinesi, sia pure in modo effimero.
8
Nel X secolo, durante la crisi che divise la Cina dopo la caduta della dinastia T’ang, un
signore indigeno, Ngo Quyen, guidò il suo popolo contro i cinesi, riportando la vittoria
nel 938. L’anno seguente si fece riconoscere re del paese a cui restituì l’antico nome di
5
Il Grande Atlante vol.6, Rizzoli, Milano 1979.
6
Sergio Ciuffi, cit., pag. 12.
7
Jean Chesneaux, cit., pag. 9.
8
Jean Chesneaux, cit., pag. 26.
12
Nam-Viet. I rapporti con la Cina vennero definiti con l’accettazione di un vassallaggio
nominale che durerà fino al 1885.
9
La morte di Ngo Quyen, pochi anni più tardi, portò a un periodo di lotte civili, ma alla
fine dell’XI secolo fu fondata la prima delle grandi dinastie vietnamite. La dinastia Ly
regnò sul Vietnam per oltre duecento anni, dal 1010 al 1225.
Guidato dalla dinastia Ly e successivamente dalla dinastia Tran (1225 - 1400), il
Vietnam divenne un forte regno. Nel corso del XIII secolo, il paese fu attaccato dalle
armate cinesi che tentarono di annetterlo al proprio impero. I vietnamiti resistettero
strenuamente e, dopo violenti e ripetuti scontri, sconfissero gli invasori.
Per molti anni successivi la restaurazione dell’indipendenza, il Vietnam proseguì la sua
conquista verso sud occupando i territori dei regni Champa e Khmer, le attuali zone del
sud del Vietnam e della Cambogia.
Nel corso dell’avanzata verso sud, il Vietnam subì ripetuti attacchi alle frontiere
settentrionali e nel 1407 fu nuovamente invaso dalle truppe cinesi e sottoposto per
vent’anni al dominio della dinastia Ming. Nel 1428 le forze vietnamite, guidate da Le
Loi, riuscirono a sconfiggere definitivamente i cinesi e a ripristinare l’indipendenza del
paese. Le Loi salì al trono come primo imperatore della dinastia Le, che governò il
Vietnam per quasi due secoli. Il suo declino fu determinato, durante il XVI secolo, dalle
rivalità tra i due clan di corte: Trinh e Nguyen.
10
I conflitti tra i due clan rivali sfociarono, nel XVII secolo, in una divisione del Vietnam
tra i clan dei Trinh al Nord e dei Nguyen al sud (l’odierno Vietnam centrale). Questi
ultimi riuscirono ad annettere gran parte del delta del Mekong e nel 1802 l’ultimo
Nguyen conquistò il centro e il nord, proclamandosi imperatore a Hué con il titolo di
Gialong. Tutto il territorio dell’odierno Vietnam si trovò così sotto il controllo di un
unico governo, e nei secoli seguenti estese il suo dominio su gran parte della Cambogia,
9
Sergio Ciuffi, cit., pag. 16.
10
Enciclopedia Encarta 2001, Microsoft.
13
raggiungendo la maggior estensione della sua storia. Ben presto, però, intorno alla metà
dell’800, sotto il regno del giovane Tu-Duc, il paese si trovò faccia a faccia con
l’imperialismo francese.
11
-1.3- L’epoca del colonialismo
Il colonialismo europeo costituì la successiva minaccia per l’indipendenza vietnamita.
Le relazioni tra il Vietnam e l’Occidente si svilupparono già a partire dalla seconda
metà del XVI secolo. I primi europei a giungere sulle coste annamite furono i mercanti e
i missionari portoghesi, seguiti dagli olandesi e dalla Compagnia inglese; ma nel corso
del XVIII secolo, il Vietnam divenne soprattutto una terra di penetrazione francese.
Gli imperatori annamiti non accettarono mai di buon grado l’insediamento francese e
cercarono di difendere la loro organizzazione sociale e politica tradizionale ma, nella
seconda metà del secolo XIX, il vecchio regime finì per soccombere davanti al nuovo
imperialismo.
12
Infatti, nel 1858 i francesi si insediarono militarmente nella Cocincina spostandosi
progressivamente verso nord e assumendo, nel 1883, il controllo di tutto il paese e
dividendolo in tre regioni: Cocincina (sud), Annam (centro) e Tonchino (nord). Dopo
l’annessione di Cambogia e Laos, nel 1893 la Francia istituì l’Unione Indocinese, il cui
governo risiedeva a Hanoi.
Alle soglie del XX secolo il regime coloniale assunse quell’assetto che durerà inalterato,
o quasi, fino al 1945.
Tuttavia la prosperità statale ebbe come contropartita la miseria della popolazione
vietnamita; ed è per questo motivo che l’opposizione al colonialismo francese ebbe
inizio quasi subito. La maggior parte dei movimenti nazionalisti si orientarono verso
11
Il Grande Atlante vol.6 Rizzoli, Milano 1979.
12
Massimo Galluppi, Il Vietnam dalla dominazione francese all’intervento americano, De Donato
Editore, Bari 1972, pag. 13.
14
attività rivoluzionarie; nel 1927 nacque il Partito Nazionalista Vietnamita tra gli
intellettuali del ceto medio-alto, che mirava all’instaurazione di una repubblica
indipendente, ma la loro rivolta militare fu rapidamente soffocata.
Nel 1930 fu fondato il Partito Comunista Indocinese (PCI) e Ho Chi Minh
13
divenne il
leader più rispettato del paese. Le rivolte degli Anni trenta furono domate dai francesi,
ma ciò che più conta è che, per la prima volta, un partito era riuscito a mettere in
movimento le popolazioni rurali contro la dominazione coloniale.
14
-1.4- Le ripercussioni della Seconda Guerra Mondiale in Vietnam
Gli eventi della Seconda Guerra Mondiale ebbero un impatto fondamentale sul corso
della recente storia vietnamita
15
: lo scoppio del conflitto, la sconfitta della Francia in
Europa e l’espansione giapponese nel sud-est asiatico cambiarono radicalmente le cose.
Nell’estate del 1941 l’esercito nipponico fece sbarcare le proprie truppe in Vietnam pur
permettendo all’amministrazione politica francese di restare in carica.
In seguito allo sbarco dei giapponesi a Haiphong, il PCI si ritirò nella Cina meridionale
da dove Ho Chi Minh contribuì a fondare la Lega per l’indipendenza del Vietnam, il
leggendario Vietminh, un fronte rivoluzionario comunista che ebbe un ruolo di primo
piano nell’elaborazione di un vasto programma nazionalista contro l’occupazione
straniera e che poneva l’accento su indipendenza nazionale e riforma sociale.
Nel Marzo 1945 i giapponesi trasformarono la loro presenza in occupazione militare,
smantellarono la struttura coloniale francese e insediarono un governo vietnamita
13
Ho Chi Minh, (1890 – 1969), uomo politico vietnamita, fu uno dei principali esponenti del comunismo
a livello mondiale. Nel 1941 fondò il movimento di liberazione nazionale del Vietminh, per cacciare i
francesi e i giapponesi dall’Indocina. Nel 1945 venne eletto primo presidente della Repubblica
democratica del Vietnam e negli anni ’60, durante la guerra contro gli Stati Uniti, divenne il simbolo della
lotta per l’indipendenza contro gli Stati Uniti. (Enciclopedia Encarta 2001, Microsoft).
14
Hall Mitchell, La guerra del Vietnam, Il Mulino, Bologna 2000, pag. 8-9.
15
Hall Mitchell, cit., pag. 9.
15
collaborazionista sotto l’imperatore Bao Dai,
16
un governatore fantoccio che acconsentì
di regnare sotto i giapponesi come aveva servito i francesi.
17
Dichiarò l’indipendenza
del Vietnam all’interno della sfera di influenza giapponese in Asia.
Il colpo di mano giapponese finì col rendere più facile l’attuazione del piano
insurrezionale del Vietminh; infatti, dopo l’improvvisa resa dei giapponesi nel mese di
agosto, il Vietminh insorse per dar vita a uno stato indipendente. In quella che fu
chiamata “rivoluzione d’agosto” il Vietminh non incontrò resistenze alla presa del
potere in gran parte delle province settentrionali e centrali, obbligando così Bao Dai ad
abdicare.
Il 2 settembre 1945 a Hanoi Ho Chi Minh proclama l’indipendenza e l’avvento della
Repubblica Democratica del Vietnam.
18
Il Vietminh aveva sicuramente conseguito importanti successi, ma dovette scontrarsi
con una serie di ostacoli che ne minavano seriamente l’autorità: da un lato, la
concorrenza di altre organizzazioni nazionaliste e di movimenti religiosi limitavano la
sua influenza in Cocincina; dall’altro, gli alleati incaricarono Cina e Gran Bretagna di
occupare la regione fino al ripristino di un governo stabile. Tutto ciò, insieme alle
rivendicazioni francesi, indebolì inevitabilmente l’autorità del Vietminh: quando le
truppe britanniche entrarono a Saigon, nel settembre 1945, si unirono all’esercito
francese per spodestare dalla città i vietnamiti in armi. Così, mentre il Vietminh iniziava
la guerriglia contro i francesi nella parte meridionale del paese, la Francia tentava di
riaffermare la sua autorità nel nord.
16
Bao Dai, (1913 – 1997), imperatore dell’Annam, poi del Vietnam. Nel corso della Seconda Guerra
Mondiale collaborò con il Giappone che lo confermò sul trono del nuovo impero del Vietnam. Deposto
nel 1945 dal Vietminh, venne reinsediato a forza dalla Francia nel ’49. Fu deposto nel 1955 in seguito alla
proclamazione della Repubblica del Vietnam del Sud e all’ascesa al potere di Ngo Dinh Diem.
(Enciclopedia Encarta 2001, Microsoft).
17
Massimo Galluppi, cit., pag. 16-17.
18
Sergio Ciuffi, cit., pag. 62-64.