caratteristica che chiaramente in un diario cartaceo, come in qualsiasi altro tipo di testo
cartaceo è impensabile; anche il blogroll è formato da una lista di collegamenti
ipertestuali che rimandano alle pagine di altri blog stimati dall’autore. Un’altra differenza
dovuta sia ai mezzi che ai contenuti trattati in questi due tipi di testi è che nel diario il
lettore può indagare soprattutto l’aspetto introspettivo del suo autore, invece nel blog
attraverso questa lista di siti preferiti e agli elementi grafici presenti offre al visitatore
un’immagine immediata e più completa del blogger, anche se spesso alcuni utenti
riescono a far vivere nella Rete delle identità virtuali rispetto a quelle effettive, cosa che in
fondo hanno fatto nel mondo letterario anche molti scrittori che resero protagonisti dei
loro diari degli alter ego.
Concludendo il discorso sulla struttura è ovvio che i due tipi di testo trattati hanno una
fisicità diversa, nel senso che quella del libro è quantificabile, mentre quella di un blog
non lo è, ma questo non sembra preoccupare i lettori perché solitamente non sono
interessati al blog nella sua interezza ma ai post più recenti o a quelli riferibili a una
tematica precisa. Con l’utilizzo dei Feed Rss il tradizionale ruolo tra testo e lettore è
maggiormente dipendente dalla macchina, cioè agli aggregatori al quale è affidato il
compito di monitorare i blog al posto dell’utente avvertendolo ogni qual volta si verifichi
un aggiornamento.
Oltre alle classiche modalità di utilizzo di un diario, ad esempio quelli di viaggio,
introspettivi, d’attualità e così via, il blog funge spesso da spazio collettivo o da spazi a
sfondo giornalistico importanti offrendo a chi lavora o chi sta cercando di entrare nel
campo delle importanti possibilità e come servizio informativo nei confronti dell’utente.
Infine avendo analizzato questi spazi digitali anche a livello linguistico testuale ho
applicato i sette principi della testualità individuati da Dressler e De Beaugrande
1
: gli
elementi linguistici superficiali che costituiscono i post sono coesi attraverso la ricorrenza,
il parallelismo, l’ellissi e l’uso delle pro-forme in modo anaforico e cataforico e a livello
situazionale la deissi esofora è presente tramite gli elementi deittici temporali e spaziali,
potenziate entrambe dalle possibilità offerte dai link ipertestuali, gli stessi che riescono a
1
R. A. De Beaugrande, W. U. Dressler, Introduzione alla linguistica testuale, il Mulino, Bologna 1984, pag. 106
realizzare gli intenti dell’autore insieme alle relazioni causali, di tempo e di scopo
esplicitate dagli elementi linguistici, come ad esempio i modi verbali utilizzati o i verbi
modali.
Le tipologie testuali dominanti sono quella informativa ed espositiva, inoltre
condivide alcune funzioni argomentative e regolative e quelli più introspettivi esprimono
le caratteristiche della tipologia narrativa mantenendo però alcuni aspetti caratteristici
della pagina Web (la divisione in paragrafi, brevità, scarsità di subordinate…). Parlando
del principio della intenzionalità abbiamo visto anche come in un blog si faccia particolare
attenzione ai principi della quantità, della qualità, di rilevanza e di modo di Paul Grice
2
nella stesura dei post, perché citare le proprie fonti, essere brevi, chiari e rilevanti in
questi spazi è importantissimo. Il criterio dell’accettabilità è legata invece agli utenti che
hanno la possibilità effettiva di lasciare commenti di approvazione o meno rispetto a
quello che leggono e quella di interagire con gli altri visitatori. L’ultimo, il criterio
d’informatività è sicuramente uno dei principi più importanti e rispettati in questa tipologia
di testi digitali sia per quanto testimonia la loro nascita ed evoluzione, sia per quanto
riguarda la loro struttura, il linguaggio utilizzato ed i possibili destinatari.
2
P. H. Grice, Logic and conversation in Syntax and Semantics 3: Speech Acts, a cura di P. Cole, Academic
Press, New York 1975
CAPITOLO PRIMO:
NASCITA ED EVOLUZIONE DEL DIARIO CARTACEO
1.1 Le origini del genere autobiografico
La volontà di scrivere nasce da un profondo ed essenziale bisogno della natura
umana che si concretizza nella spinta a narrare. Questo è confermato da molti studiosi,
fra i quali il grande pedagogista americano Jerome Bruner, il quale ha sostenuto che
raccontare storie su noi stessi e sugli altri nelle conversazioni o con altre forme possibili di
scrittura (una pagina di diario, una lettera, una memoria, un racconto) è “la maniera più
naturale e più precoce con cui noi uomini organizziamo la nostra esperienza e le nostre
conoscenze […]: gli esseri umani danno un significato al mondo raccontando storie su di
esso”.
3
Il diario è proprio la forma di scrittura a più diretto contatto con l’esperienza vissuta,
di solito si sviluppa cronologicamente ed è spesso scandito ad intervalli di tempo regolari
e può trattare la cronaca della vita di una persona o raccoglierne delle semplici
annotazioni giornaliere in cui vengono descritti avvenimenti politici, sociali, economici o
altro.
Le sue radici si ritrovano addirittura negli Annales
4
latini, delle narrazioni continuate
e ordinate cronologicamente dalle origini di Roma al proprio tempo; i loro primi autori
appartenevano all’ordine senatorio e rivestivano le più alte magistrature. Gli studiosi
confermano che in età arcaica la lingua impiegata era quella greca, a causa della sua
diffusione internazionale e della non ancora raggiunta maturazione letteraria della prosa
latina, ma a partire dal tempo di Catone le storie furono redatte quasi tutte esclusivamente
in latino ed in parallelo al vecchio genere annalistico presero forma e si svilupparono la
monografia, la storia circoscritta ad ambiti ristretti e l’autobiografia. I primi annalisti furono
3
J. Bruner La cultura dell’educazione (1996), Feltrinelli, Milano 1997, p.53
4
A. G. Rampioni, F. Piazzi, M. A. S. Tumscitz Omnis in fonte, Cappelli editore, Bologna 2002
Quinto Fabio Pittore e Cincio Alimento, contemporanei di Nevio che combatterono nella
seconda guerra punica e che scrivevano ancora in greco, anche se gli storici sono
concordi a considerare le Historiae di Cornelio Sisenna la prima vera testimonianza
autobiografica di un uomo, che racconta la sua azione politica, gli avvenimenti dell’età di
Silla e della guerra civile fino all’anno 78.
Nel periodo in cui Silla
5
, uomo politico e generale romano, instaurò una dittatura
dall’82 al 79 a.C., spiccavano “memorie” di uomini di valore come Lutezio Catulo, vincitore
dei Cimbri, Rutilio Rufo, senatore stoico poi esiliato e lo stesso Silla; alcuni anni dopo, i
Commentarii di Cesare che apparentemente sembrano gli appunti di un generale raccolti
durante le sue numerose campagne militari, costituiscono invece un capolavoro letterario
scritto in un latino puro e sobrio che fungerà da modello per la storiografia memoriale
successiva.
Nel testo Omnis in fonte
6
gli autori, dovendo fornire una panoramica esauriente
della storia della letteratura latina, continuano ad analizzare l’evoluzione della storiografia,
notando che in età augustea questo genere presenta gli stessi caratteri dell’età
precedente:da un lato personaggi eruditi che indagano i ricordi del passato e tramandano
i risultati delle loro ricerche e dall’altro uomini di stato e valorosi generali scrivono le
proprie memorie dando progressivamente forma alla scrittura introspettiva.
Nel secondo secolo
7
il potere imperiale iniziò ad affidare agli intellettuali delle
cariche pubbliche, cosa che li portò gradualmente ad arginare la loro attività letteraria,
svilendo così la produzione culturale del tempo, ma in parte tale decadenza fu
determinata anche dallo spostamento verso Oriente del centro culturale dell’Impero.
Nonostante questo periodo d’inaridimento letterario, Svetonio ci ha lasciato il De viris
illustribus ed il De vita Caesarum, due libri di biografie ricche di aneddoti e d’informazioni
con dati e notizie che lasciano poco spazio all’analisi psicologica dei personaggi.
5
http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/altro/Silla.html Le origini, la storia, le città, i costumi, le religioni
di alcuni popoli antichi che hanno segnato la storia del mondo
6
A. G. Rampioni, F. Piazzi, M. A. S. Tumscitz Omnis in fonte, Cappelli editore, Bologna 2002
7
AA.VV. Roma antica - Dalle origini alla caduta dell’Impero, Giunti Editore, 2006
Più tardi, sempre seguendo la scansione cronologica degli autori di Omnis in fonte
8
,
arriviamo all’inizio del V sec. A.C., periodo in cui si diffondono le prime Epistulae, un
nuovo genere letterario adatto a rendere il pensiero di grandi uomini del passato come
Orazio o Seneca e sicuramente più vicino a quello che sarà il futuro diario. Tra l’altro gli
autori ci mostrano come la parola data, concetto chiave nella struttura diaristica, derivi
dalla lingua latina, infatti con essa si indicava la lettera consegnata al latore ([epistula]
data) e, a tale dicitura, seguiva l’indicazione del giorno e del luogo in cui era stata scritta;
nulla si poteva presumere invece, date le difficoltà di comunicazione del tempo, sul tempo
in cui sarebbe stata recapitata.
Parlandoci delle lettere oraziane sottolineano le analogie presenti con quelle di
Seneca: il fatto d’essere destinate alla pubblicazione, la varietà e l’occasionalità dei temi, il
legame stretto tra filosofia e vita vissuta, l’atteggiamento di grandi uomini che si
esprimono con umiltà e non si considera migliore del destinatario, mentre gli epistolari
precedenti subordinavano ancora la dimensione individuale ad altri scopi, come ad
esempio quello pedagogico in Epicuro o erano troppo legati alla attualità frivola e privata,
come faceva ad esempio Cicerone.
Seneca, pur riempiendo le Epistulae di episodi privati è il primo che da fatti di per sé
irrilevanti trova appigli per una profonda riflessione morale: un attacco d’asma lo spinge a
meditare sulla morte o un soggiorno in una lussuosa località balneare lo induce a riflettere
su come i luoghi possano condizionare la virtù.
8
A. G. Rampioni, F. Piazzi, M. A. S. Tumscitz Omnis in fonte, Cappelli editore, Bologna 2002
1.2 Il periodo medioevale
La sezione sulla letteratura medioevale chiude il periodo storico-culturale di cui
tratta il testo citato precedentemente, in cui gli autori parlando di “letteratura cristiana”
greca o latina fanno riferimento ad un certo numero di autori vissuti fra il II ed il VI secolo,
la cui produzione non appartiene più esclusivamente alla sfera “letteraria” ma trova la
propria ragione di esistere nell’interesse teologico. Quindi nel medioevo cristiano
l’autobiografia assume definitivamente i caratteri della “storia dell’anima” e spesso quelli
dell’introspezione ascetica. Il modello a lungo imitato sono le Confessiones di Sant’
Agostino, uno dei principali esponenti della cristianità di tutti i tempi. Questo libro
autobiografico, scritto tra il 397 ed il 401, ripercorre le tappe che portarono il santo al suo
avvicinamento a Dio e che rilette alla luce della propria coscienza gli rivelarono la
presenza di una Guida superiore. A differenza dei lavori precedenti gli episodi trattati non
servono a scopo esibizionistico o a proporre una semplice cronaca di vita.
Un’altra figura di prestigio tra quelle trattate che voglio citare è un pensatore del XII
secolo, cioè Pietro Abelardo e la sua Historia calamitatum, dove l’autore ripercorre la
propria vita, elenca accanto agli episodi felici della propria esistenza, le proprie disgrazie
(una mutilazione subita, i dissidi con gli altri filosofi, le accuse di eresia mosse contro il
suo pensiero). Dell’opera ne sono riportati alcuni stralci
9
interessanti e cariche di
emotività in cui Abelardo descrive la passione che prova per Eloisa e altre dove racconta
la progressiva perdita di interesse per la filosofia che questo amore gli procurò. Sebbene
la maggior parte degli storici abbiano avanzato dubbi sulla autenticità di quest’opera e sul
carteggio tra Abelardo ed Eloisa, questi testi restano tra le opere introspettive più
significative della letteratura latina medioevale.
L’excursus storico si conclude con uno sguardo a due autori cardine della
letteratura italiana del duecento e trecento, cioè Dante e Petrarca, che nella loro
produzione si dedicarono all’autobiografia con la Vita Nuova il primo ed il Secretum il
9
A. G. Rampioni, F. Piazzi, M. A. S. Tumscitz Omnis in fonte, Cappelli editore, Bologna 2002
secondo. Riguardo la prima, nel testo di letteratura italiana La letteratura e i suoi classici
10
si evidenzia che l’allegorismo autobiografico si colora di toni romanzeschi, sebbene lo
stesso autore utilizzi il termine memoria per ricordare al lettore che intende raccontare una
fase della sua vita, ma non si tratta ancora di un vero e proprio diario, bensì di un libello
dove Dante sceglie e interpreta dei fatti narrati unendo letteratura e vita.
Riguardo la seconda opera, il Secretum di Francesco Petrarca, il testo ci dice che è
da considerarsi fortemente innovtiva perchè per la prima volta l’autore scrive con la
consapevolezza che il carteggio non sarà e non dovrà essere diffuso ma lo vuole tenere
gelosamente custodito, considerandolo espressione della propria anima. Petrarca nel libro
dialoga con Agostino, ma il santo è una sorta di sua proiezione morale, o meglio di Super-
io dello stesso scrittore, cioè un espediente stilistico che lo aiuta a mettere allo scoperto la
propria interiorità.
10
A. Cadioli, C. Di Alesio, E. Esposito, L. Vincenti La letteratura e i suoi classici - vol.1, Mondadori, Milano
2002