La notizia del rapimento di Abu Omar, avvenuto secondo fonti
giudiziarie il 17 febbraio 2003, esce sulla stampa nazionale il primo marzo 2003
3
.
Sul caso “ Il Corriere della Sera” e “La Repubblica” hanno riferito con scrupolo
fatti e situazioni”
4
. Anche la stampa europea e statunitense, pur indirettamente,
se ne occupa: “Il Wall Street Journal, di solito tenero con il governo Usa, ed il
Washington Post, ma anche il New York Times ed il Los Angeles Times, per
parlare solo dei giornali più importanti, hanno scritto a lungo contro le “rendition”
( n.d.r.: sul tema verrà data ampia disamina nel capitolo 3°) e reclamano dal
governo spiegazioni più chiare e veritiere sulle pratiche messe in atto dalla CIA”
(ibid.).
Sul fronte delle indagini da parte della magistratura italiana è stato
scritto: “ oggi, a tre anni di distanza, i procuratori aggiunti Armando Spataro e
Ferdinando Pomarici sono ancora in attesa della risposta alla richiesta di
estradizione inoltrata al ministro di grazia e giustizia per 26 di quegli agenti
5
.
E’ sicuramente una vicenda giudiziaria e, in seconda battuta, potrebbe sembrare
anche una delicata vicenda diplomatica con possibili ripercussioni sulle relazioni
bilaterali USA - Italia.
3
Olimpio Guido, op. cit. : “ il primo marzo il Corriere della Sera con un articolo di Paolo Biondani
e Fabrizio Gatti, due tra i più bravi giornalisti investigativi italiani, svelano per la prima volta la
scomparsa di Abu Omar e già ipotizzano che si sia trattato di un sequestro”, p. 26.
4
Allani Giulia– “ Terrorismo: sparito capo Al Qaida in Italia; coinvolta la Cia?”
www.osservatoriosullalegalità.org - – Marzo 2005.
5
Il Resto del Carlino: “Caso Abu Omar, chiuse le indagini…” - “ ….. Del sequestro dell'imam
rispondono 26 agenti della Cia, 7 funzionari del Sismi mentre altri due dello stesso servizio hanno
il favoreggiamento. 2 giornalisti, il vicedirettore del quotidiano Libero Renato Farina e il cronista
giudiziario sono accusati aver favorito gli uomini del Sismi”
“http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/art/2006/10/07/5439363- 7 ottobre 2006.
5
Ma è anche qualcosa di più se visto in un contesto che tende sempre più
ad opporre la Vecchia Europa agli Stati Uniti sul tema delle torture, procedimenti
extra-giudiziari, detenzioni abusive al di fuori di ogni legislazione internazionale
di “presunti” colpevoli di atti terroristici o affiliati ad associazioni terroristiche.
L’accesa polemica che ha animato i media inglesi, americani e non solo, è stata
appena percepita delle maggiori testate giornalistiche italiane. I siti web di testate
internazionali quali Washington Post, New York Times, The Guardian, Times, Le
Monde, The Independent, The Telegraph, alla chiave di ricerca “torture”
restituiscono una mole di articoli che se paragonata al risultato analogo per La
Repubblica e Il Corriere della Sera ci permettono di toccare con mano la
sostanziale differenza di copertura mediatica.
In Inghilterra, il telegiornale di Channel 4, in prima serata, ha
costantemente dedicato un ampio spazio a questi temi nel corso degli ultimi tre
mesi e più. Il 9 marzo 2006 un ex-detenuto di Guantanamo è stato intervistato nel
corso di una trasmissione “contenitore”. Si può quindi immaginare che in Italia
questa inclusione del caso “Abu Omar” in un contesto più ampio che vede gli
Stati Uniti sul banco degli imputati possa anche non sembrare così scontata.
6
Si ritiene, quindi, che “il caso Abu Omar”, ponga in evidenza tre
concetti di natura controversa tra loro: da un lato la salvaguardia di interessi
nazional - internazionali
7
(lotta globale al terrorismo di matrice islamica),
6
Ansaloni Lorenzo Htpp//: asfalto _ bagnato.blog.tiscali.it– “Il fine Giustifica i mezzi “
Extraordinary Rendition: Il caso Abu Omar “- parte I - 2006.
7
Jean Carlo, Manuale di Geopolica, Laterza – Bari 2005, p.57 ss: “Ciascun soggetto geopolitico
persegue necessariamente quelli che ritiene essere i propri interessi indipendentemente dal fatto
6
dall’altro la violazione di leggi sovrane di uno Stato ( è stato effettuato un
sequestro di una persona p. e p. dall’art. 605 del c.p.
8
) ed infine la violazione dei
diritti umani (qualora fosse accertato, come sembra, che Abu Omar sia stato
rapito e poi torturato).
E’ bene tener presente che pur avendo la Procura della Repubblica di
Milano richiesto il rinvio a giudizio di 32 persone (“ rinviati a giudizio 32
indagati La Procura di Milano ha depositato gli atti e sta per chiedere il processo
per 26 agenti della Cia, il direttore del Sismi Nicolò Pollari, il funzionario del
Servizio Marco Mancini. Tra i 32 indagati ci sono anche il vicedirettore di 'Libero'
Renato Farina e un giornalista, accusati di favoreggiamento”
9
) , l’inchiesta sia sul
fronte giudiziario che su quello politico – internazionale non è ancora conclusa.
Il presente trattato, lungi dal voler essere giudice di questa delicata
diatriba politico – giudiziaria internazionale, cercherà di essere il più possibile
neutrale fornendo al contempo un’analisi più dettagliata possibile degli scenari
politico – giudiziari sia nazionali che internazionali, rivelatisi con il caso del
rapimento dell’imam di Via Quaranta a Milano.
che li definisca o li dichiari esplicitamente. Gli interessi degli Stati in politica estera sono
denominati <nazionali> …. inteso come interesse < generale> prevalente su quelli particolari
delle classi, degli individui e delle singole realtà regionali locali che fanno parte dello Stato. La
democrazia è tale solo se è in grado di assicurare, attraverso il metodo democratico,
l’individuazione e la prevalenza degli interessi <generali> su quelli particolari.”.
8
Codice Penale e di Procedura Panale e Leggi Complementari – Edizione Simone 2003 - Art. 605
del codice penale: “Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei
mesi a otto anni. La pena è della reclusione da uno a dieci anni, se il fatto è commesso: in danno di
un ascendente, di un discendente o del coniuge da un pubblico ufficiale con abuso dei poteri
inerenti alle sue funzioni.
9
Biondani Paolo – “Abu Omar, processate Pollari e gli Agenti Cia “ - Il Corriere della Sera , 6
dicembre 2006.
7
Il capitolo 1° affronterà il tema del “rapimento” con gli sviluppi che ne
sono conseguiti dall’uscita della notizia. Verrà fornito un resoconto quanto più
dettagliato dei fatti così come sono stati raccontati dalle varie testate giornalistiche
o da alcuni giornalisti investigativi che hanno raccolto il materiale mettendolo a
disposizione dei “cibernauti”
10
o come il giornalista Guido Olimpio
11
che ne ha
tratto un libro dal titolo “ Operazione Hotel California”
12
.
Nel secondo capitolo si tenterà di spiegare, per quanto possibile, la
figura di Abu Omar il cui vero nome è Nasr Osama Mustafa Hassan.
Impegnato nella moschea Milanese di Via Quaranta, viene sospettato di far parte
di una cellula terrorista legata ad Al Qaeda , ossia ad un gruppo di opposizione
egiziano chiamato Al Jama’a Al Islamiaa.
Il 3° ed il 4° capitolo saranno interamente dedicati ai casi di
“extraordinary rendition”
13
, pratica attuata dalla CIA per combattere il
terrorismo internazionale all’indomani dell’attacco alle Twin Tawers. Numerose
sono le critiche sollevate, anche sul fronte interno statunitense, a queste
10
Sartori Giovanni , Homo Videns, Laterza – Bari 2000, p. 27 ss.
11
Olimpio Guido: giornalista del Corriere della Sera. Da vent’anni segue il terrorismo
internazionale ed in particolare quello legato alle crisi mediorientali. Nel 1996 è stato chiamato a
deporre davanti alla Commissione sul terrorismo del Congresso americano. E’ stato tra i primi
giornalisti, assieme e Paolo Biondani e Stephen Gray ( New York Times) ad occuparsi dei casi di
“extraordinary rendition” . Tra i suoi libri “Milano-Bagdad, Diario di un magistrato in prima linea
nella lorra al terrorismo islamico in italia”, scritto con Stadano Dambruoso, ex P.M. della Procura
di Milano, “Anatomia del Terrore. Colloquio tra Guido Olimpio e Sergio Romano”.
12
Olimpio Guido, op. cit..
13 Ansaloni Lorenzo – op. cit.: “ Human Rights Watch è stata inoltre tra i primi a sollevare il caso
delle “extraordinary rendition” (“consegna straordinaria”). Additional evidence also emerged in
2005 about cases of “extraordinary rendition,” in which the United States sent detainees to third
countries for interrogation, including countries with records of torture, such as Morocco , Jordan ,
and Egypt . (Human Rights Watch 2006, pag. 505 – traduzione: “nel 2005 sono emerse ulteriori
evidenze di casi di “extraordinary rendition” in cui gli Stati Uniti spedirono detenuti in paesi
stranieri per interrogatori, compresi paesi con precedenti per tortura come Marocco, Giordania e
Egitto”).
8
operazioni segrete anche da parte di associazioni umanitarie come Amnesty
Intrernational e Human Right Watch, fino ad arrivare alle inchieste del
Parlamento Europeo e del Consiglio D’Europa.
Nel 5° e conclusivo capitolo, si cercherà di analizzare le modalità con cui
il terrorismo internazionale di matrice islamica attacca il mondo civile e come il
mondo civile si difende a questi attacchi. Risultato: da ambedue i fronti emerge
l’utilizzo di tecniche da guerra c.d. “asimmetrica”
14
( attacchi con armi non
convenzionali da parte dei terroristi e risposta del mondo civile con le operazioni
di “rendition” o con le detenzioni senza processo nelle carceri di “Guantanamo” e
“Abu Graib”) dove il diritto internazionale viene completamente disatteso.
1. il sequestro di Nasr Osama Mustafa Hassan detto “Abu Omar” e le
indagini
Non avendo a disposizione, ovviamente, dati rilevati da fonti giudiziarie
(qualche autore assicura che quello che scrive deriva da fonti giudiziarie ma in
questa sede non si hanno elementi in tal senso), i fatti, reali o immaginari, che
riguardano il presunto rapimento di ABU Omar, sono stati tratti dai vari articoli,
saggi, libri ed altro messi a disposizione dei lettori, tra cui preme citare
“societàcivile.it”, “studiperlapace.it”, il libro “Operazione Hotel California” di
Giuido Olimpo, piuttosto che da altre fonti che verranno debitamente annotate nel
corso del trattato.
14
Bettini Romano, Arcipelago Crimen, Francoangeli - Milano 2005, p. 86 ss. e Allah fra
terrorismo e diritti mani, Francoangeli – Milano 2006, p. 111 ss.
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