7
e della guerra sucia che tingono col sangue il recente passato
argentino, fino ad arrivare poi, alle vicende del argentinazo e delle
politiche liberiste del governo Menem che umiliano economicamente
un paese già martoriato nel suo spirito e nella sua coscienza.
Nel secondo capitolo delineo le vicende personali dell’autore che nato
nel 1930 a Buenos Aires, attraversa con la sua esistenza le gioie e le
sofferenze del suo paese. La sua scrittura intimista verrà sempre di più
segnata dalle vicende dell’Argentina e della sua esperienza personale,
in modo da far diventare la sua opera, fatta di poesia e cronaca
giornalistica, un viaggio in cui la voce autentica del popolo, e della
sua lingua si mescola alle sue vicende personali, prime tra tutte l’esilio
e la morte del figlio. La poesia di Gelman non è però solo
caratterizzata dall’esilio ed è quello che emerge in questo capitolo in
cui si evidenzia, attraverso le sue opere antecedente all’esilio, il
carattere profondo e mosso da un forte umanesimo, che mette al
centro della sua poesia il quotidiano, fino ad arrivare alla nascita di
una militanza politica combattiva che si muove dal quotidiano e dai
diritti negati ai più deboli.
Nel terzo capitolo affronto direttamente ed in modo progressivo la sua
esperienza d’esilio, attraverso l’analisi delle opere che hanno
caratterizzato quegli anni e che sono parte integrante del patrimonio
8
storico e sociale, oltre che letterario dell’Argentina. In queste opere il
poeta proclama il diritto alla giustizia e alla dignità, traumatizzata
dalla perdita e dalla barbarie subita. Solo attraverso la memoria delle
vittime si può superare la morte e il dolore, ridando la vita a chi è
caduto perché contro un modo di pensare e di agire costituito dalla
negazione dell’essere umano; solo attraverso il ricordo si può
rigenerare, come si rigenera il suo linguaggio in queste opere, una
patria che è macchiata nelle sue viscere dal sangue innocente dei suoi
migliori figli.
9
Capitolo
I
Cenni di Storia argentina (1930-2006)
1.1 Dal decennio infame a Perón (1930-1945)
L’ avvento di Juan Domingo Perón e di quel grande movimento di
massa che fu il peronismo, ha le sue radici negli eventi politici ed
economici che l’ Argentina subì in seguito alla crisi mondiale del
1929. Il colpo di Stato del 1930 determinò l’avvento di una dittatura
di matrice razzista, autoritaria e corrotta che non favorì lo sviluppo
industriale, ma creò una forte dipendenza dal capitalismo straniero
sancendo la fine dello stato sociale.
Il periodo che va dal 1930 al 1943 viene definito <<decennio
infame>>.
1
I due protagonisti principali furono i generali Josè Felix
Uriburu e Augustìn Pedro Justo, il primo arrivò al governo con un
colpo di Stato, sostenne i gruppi nazionalisti di destra e fece
dell’esercito argentino l’attore politico principale dell’ascesa al potere
1
C. A. Floria, C. A. Garcìa Belsunce, Historia Polìtica de la Argentina contemporànea 1880 –
1983, Alianza Editorial, Madrid 1988, p. 121-131
10
di Justo e dell’élite dominante resa possibile con brogli elettorali
istituzionalizzati come metodo di conservazione del potere; il
governo di Justo (1932-1938) si basava su tre pilastri: la frode
elettorale, l’intervento nelle province e la violenza politica; iniziò cosi
un periodo di disprezzo per le leggi sociali che ebbe come effetto
un’ondata di licenziamenti, un ‘elevata disoccupazione e la riduzione
dei salari. Da Justo vennero adottate misure protezionistiche che
favorirono gli interessi stranieri e fecero sviluppare l’industria locale
ma senza che questa fosse concepita come politica di Stato, cosa che
realizzò Perón nel 1945. In questo periodo cominciarono le
migrazioni verso le città dando cosi origine alle villas miserias
2
e ai
cabecitas negras
3
futura base sociale del peronismo.
Molti tra gli operai e disoccupati si riunivano in associazioni sindacali
per promuovere un dibattito costruttivo su come organizzarsi
politicamente in un momento di estrema difficoltà per la classe
operaia degli anni Trenta. Nonostante le prime organizzazioni
sindacali fossero nate dalla sinistra argentina, che ne fu a capo fino
agli anni Quaranta, questa non riuscì a comprendere i fenomeni
nazionali aprendo così la strada al peronismo nella politica e nella
2
Quartieri popolari abitati da poveri in cerca di lavoro.
3
Con questo appellativo si identificavano gli argentini che arrivavano nelle città dalla fame delle
campagne.
11
classe operaia; la sinistra concentrò il suo impegno nelle battaglie
culturali dando forza all’industria editoriale e all’arte. In questo
periodo nacque Fuerza Orientadora Radical de la Joven Argentina
(FORJA), fondata da numerosi intellettuali di sinistra che volevano
un nazionalismo inteso come paese autonomo dai centri economici e
politici internazionali e non come patrimonio esclusivo della destra
elitaria e conservatrice. Il nazionalismo di sinistra, non può essere
capito se l’idea della patria, associata all’indipendenza economica e
politica, non tiene conto della dipendenza dell’Argentina dall’Europa
prima e dagli Stati Uniti poi. È questa idea di patria a spiegare, ancor
di più del populismo e del folklore che per alcuni versi accomuna
Perón e Mussolini, il successo del peronismo i cui ideali si
racchiudono nel motto <<Por una patria libre, justa y soberana>>
4
.
La situazione economica e sociale dell’ Argentina ha una svolta con
la seconda guerra mondiale. Conseguentemente alla distruzione degli
apparati produttivi dei paesi centrali europei, l’Argentina vive un
boom delle sue esportazioni tanto da ritrovarsi creditrice nei confronti
dell’ Inghilterra. Tra il 1935 e il 1940 le migrazioni dalle campagne
alle città seguono lo sviluppo industriale, l’emergere di piccole e
medie imprese nazionali va ad intaccare il patto di classe che aveva
4
Cit. da C. A. Floria, C. A. Garcìa Belsunce, op.cit., p. 146.
12
portato e mantenuto i conservatori al potere. Siamo all’epilogo del
governo di Justo e all’inizio di un traumatico periodo fatto di
alternanze tra governi civili e militari di breve durata, Ortiz 1938-1942
e Castillo 1942-1943, entrambi con una forte impronta conservatrice.
La fine del <<decennio infame>> produsse un cambiamento
economico e sociale decisivo per il formarsi di un nuovo movimento
politico che andava contro il regime conservatore del presidente
Ramón S. Castillo. Le elezioni del 1943 segnate dall’incertezza
politica videro ancora una volta l’esercito prendere il potere,
l’associazione nazionalista Grupo de Oficiales Unidos (GOU),
proponeva di ristabilire la morale nell’esercito e di salvare l’Argentina
dalla corruzione, rimossero cosi il generale Arturo Rawson e
appoggiarono la nomina del generale Pedro Pablo Ramirez.
5
Nell’ottobre del ’43 ebbe inizio la carriera politica del colonnello
Juan Domingo Perón che fu a capo della Dirección Nacional del
Trabajo. Il governo in cui Perón operava era interventista,
nazionalista, autoritario, anticomunista e promosse uno sviluppo
dell’industria pesante e leggera. Perón fu eccezionale interprete di
questo periodo storico divenendo in breve tempo l’uomo più
importante del governo. Nel 1944 assunse le cariche di ministro de la
5
M. Seoane, Argentina paese dei paradossi, Editori Laterza, Bari 2004, p. 64.
13
Guerra, secretario del Trabajo y la Previdencia y vice presidente del
Gobierno del generale Edelmiro Farrell. Negli anni di permanenza al
governo, ottenne un forte appoggio da parte dei lavoratori e si
accattivò le simpatie degli imprenditori che volevano l’eliminazione
dei sindacati gestiti da comunisti, anarchici e socialisti. Nel 1945
sposò María Eva Duarte (Evita), promosse la creazione di nuovi
sindacati per gli operai che provenivano dalle campagne, i cabecitas
negras, creò la Confederación General del Trabajo (CGT), favorì gli
aumenti salariali e promulgò leggi sociali come la giornata lavorativa
di 8 ore, la retribuzione delle ferie e della tredicesima.
Il sistema produttivo nazionale basato sull’attività industriale
comportava maggiori trasferimenti di risorse dal settore agricolo,
causando l’ira dei latifondisti che vedevano in grave pericolo i lori
interessi. Con la fine della seconda Guerra Mondiale le forti
pressioni del settore agricolo portarono il presidente Farrel
all’allontanamento di Perón dal governo e al suo arresto. Il 17 ottobre
del 1945 un’enorme manifestazione popolare occupò per la prima
volta Plaza de Mayo, circa un milione di persone pretesero e
ottennero la liberazione di Perón, a partire da questa data si origina
14
il dualismo peronismo antiperonismo che caratterizzerà la storia
argentina fino ai giorni nostri.
6
1.2. L’Argentina di Perón(1946-1976)
1.2.1 Il primo e il secondo governo Perón
Nel febbraio del 1946 Perón vinse le elezioni è diventò il presidente
più votato della storia argentina. Durante il suo primo governo (1946-
1952) continuò ad appoggiare la classe operaia favorendo allo stesso
tempo la borghesia nazionale, in questi anni fu fondamentale il
contributo di Evita che a soli ventisei anni ebbe un rapporto diretto
con i descamisados (poveri) e fu essenziale per l’emancipazione della
classe lavoratrice e della donna. In Evita si identificavano le speranze
di tutto un popolo, le sue umili origini che la vedono arrivare a Buenos
Aires negli anni Trenta sola, senza soldi, figlia di ragazza madre e in
cerca di un lavoro nel mondo dello spettacolo, sono le caratteristiche
che la legano alle classi più disagiate. La giornalista argentina María
Seoane di lei ha scritto:
[…] Evita sarà <<la porta bandiera degli umili>> e il <<capo spirituale
della nazione>>. La sua attività sociale la svolse principalmente con la
Fondazione Eva Perón. […] Per anni milioni di famiglie argentine
ricevettero da Evita una macchina da cucire che permise loro di aprire un
laboratorio, i giocatoli per i figli, i vestiti e gli oggetti per la casa.
7
6
G. Guarini, Dossier sui desapaecidos, da www.studiperlapace.it
7
M. Seoane, op. cit., p. 71
15
Evita ebbe un ruolo fondamentale anche nelle questioni politiche, con
il suo appoggiò Perón fondò il partito <<giustizialista>> nel quale
coniugò le politiche sociali agli interessi imprenditoriali.
La giustizia sociale, il superamento del capitalismo selvaggio e del
comunismo richiedevano uno Stato mediatore tra le classi sociali,
uno Stato autonomo e regolatore che Perón riuscì a creare
nazionalizzando il Banco Central e i servizi pubblici, costruendo
nuove abitazioni, aprendo il credito bancario ai lavoratori,
raddoppiando gli ospedali, alfabetizzando la popolazione e attuando
una serie di interventi, compresi quelli di politica estera (trattati
bilaterali con l’Europa dell’est e dell’ovest, triangolo commerciale
con Inghilterra, Europa e Stati Uniti) che fecero dell’Argentina un
paese che mirava a formare un blocco economico sudamericano.
8
Perón ebbe nella società argentina un rapporto conflittuale con gli
intellettuali, l’università, la stampa e la Chiesa cattolica che erano
ambienti frequentati dai ceti medio alti. In queste categorie si
sviluppò un forte antiperonismo, espresso anche nella rivista <<Sur>>
in cui si riunirono molti intellettuali antiperonisti.
Altri interventi fatti per migliorare il welfare State e aumentare il
controllo politico da parte dello Stato furono: il processo contro la
8
M. Seoane, op.cit, p.72-73
16
Corte Suprema de Justicia accusate di aver legittimato i governi
golpisti del 1930 e del 1943; il controllo diretto delle due camere del
Congresso; la riforma della Costituzione approvata nel 1949 in cui si
sanciva il diritto del principio della maggioranza, il diritto di
sciopero, il diritto alla salute all’educazione e al lavoro, stabilendo
inoltre la funzione sociale della proprietà e dell’economia,e la
possibilità di rielezione del presidente.
La fase di recessione del 1949 portò l’Argentina ad un forte
indebitamento specie con gli USA, la situazione economica era
sempre più difficile, gli oppositori conservatori, liberali e di sinistra si
rafforzavano ma nonostante questo, e la malattia mortale di Evita
deceduta il 26 luglio del 1952
9
, Perón vinse le elezioni del 1951 con il
61% dei voti. Nel 1952, dopo la morte di Evita, ci fu un cambiamento
nelle politiche sociali originarie che portò un forte malcontento, anche
tra i militari (che non condividevano la scelta di commerciare con
l’Unione Sovietica in piena guerra fredda). Questi, dopo la crisi
economica apertasi nel 1953, insieme ad altri settori contrari alle
ultime politiche peroniste (giovani professionisti,i vecchi partiti, la
Chiesa e i latifondisti) promossero nel 1955 il colpo di stato che vide
9
I sui funerali furono i più imponenti che si ricordino, come quelli dei più grandi leader popolari
del XX secolo, durarono undici giorni. Il cadavere fu imbalsamato dallo spagnolo Pedro Ara, che
partecipo alle operazioni di conservazione della salma di Stalin e fu conservato nella sede della
CGT fino al suo furto da parte del regime di Ariburo che temeva un uso propagandistico della
salma da parte dei peronisti.
17
la fine del governo di Perón tra le cui conseguenze ci fu la chiusura
del Parlamento e lo scioglimento della Corte Suprema di Giustizia.
L’esigenza di Perón di attirare investitori stranieri
10
per uscire dalla
crisi economica fece aggregare i settori politici di opposizione e
nazionalisti, che fino ad allora erano al suo fianco, portando a un
complotto trasversale. L’8 giugno 1955 numerosi manifestanti
marciarono verso il Congresso, a questo episodio ne seguirono altri in
tutto il paese, il 16 giugno aeronautica e marina militare tentarono di
bombardare il palazzo del governo per uccidere Perón, il golpe fallì
perché non ci fu accordo tra le Forze Armate ma Plaza de Mayo venne
bombardata provocando centinaia di morti. La cospirazione crebbe
giorno dopo giorno, Perón venne scomunicato dalla Chiesa e
nonostante il suo appello alla pacificazione di una guerra civile che
durava ormai da tre mesi, con più 4000 morti, il 16 settembre 1955 fu
costretto all’esilio che durò quasi 17 anni e lo portò in Paraguay,
America Centrale e Spagna.
Con la caduta di Perón crollava il modello basato sulla
partecipazione delle masse, sulla distribuzione popolare del prodotto e
delle ricchezze nazionali e sull’indipendenza politica ed economica
10
La firma di un pre-contratto con la società californiana Standar Oil per lo sfruttamento del
petrolio provocò forti critiche da parte della popolazione che considerava l’operazione contro la
sovranità nazionale
18
dalle potenze internazionali. Furono questi i veri motivi della
cospirazione attuata in primis dalle grandi imprese e dai latifondisti
con l’appoggio degli Stati Uniti.
1.2.2 La Revolución Liberadora
Siamo all’avvio di una nuova fase di forte violenza politica nel paese:
La Revolución Libertadora (1955-1958) ebbe “inizio con la promessa
del Presidente eletto de facto Lonardi: <<Non ci saranno né vincitori
né vinti>>
11
”, ma proseguì con la destituzione di Lonardi da parte del
generale Aramburu con l’intento di estirpare il peronismo.
Questa restaurazione conservatrice promosse provvedimenti molti
impopolari: furono vietate tutte le attività politiche e sindacali, venne
abolito il diritto di sciopero e venne abrogata la costituzione del 1949,
fu vietato l’uso dei simboli del peronismo e qualsiasi riferimento ad
essi.
12
Con Aramburu ci fu un ritorno al passato che cancellò
completamente tutti i cambiamenti che il peronismo aveva portato
riproponendo: svalutazione, licenziamenti di massa, riduzione
salariale e dello stato sociale, apertura incondizionata al capitale
straniero e allineamento alle politiche degli Stati Uniti (tutti
provvedimenti che avrebbero provocato una nuova crisi economica e
11
M. Seoane, op. cit., p. 85
12
C. A. Floria, C. A. Garcìa Belsunce, op.cit. , p.160
19
politica). In questo periodo si formò la resistenza peronista fatta di
scioperi illegali, sabotaggi e attentati che puntavano alla fine della
proscrizione del peronismo, al ritorno di Perón e alla restituzione della
salma di Evita fatta scomparire da Aramburu. La ribellione peronista
del 1956 condotta dal generale Juan José Valle, con la quale si tentò il
colpo si stato, finì nel sangue con la fucilazione clandestina dei ribelli
e anche di alcuni civili . In questa fase di instabilità sociale vennero
indette le elezioni del 1958 confidando sul fatto che, essendo
proscritto il peronismo, il successore di Aramburu sarebbe stato un
conservatore radicale. Nonostante ciò le elezioni furono vinte da
Arturo Frondizi
13
che strinse un accordo con Perón il quale,
dall’esilio, ordinò ai peronisti di votare Frondizi con la promessa di
legalizzare il peronismo. Questo dimostrava che il peronismo era
ancora il movimento politico che animava e che avrebbe animato la
nazione.
14
La società civile e tutti i suoi poteri erano chiamati alla partecipazione
attiva, lo schieramento tra peronisti e antiperonisti continuava ad
essere vivo, e il malcontento nelle Forze Armate che perdurava dal
1959 si esprimeva sia al suo interno che nei confronti del governo
15
.
13
Líder del Unión Civica Radical Intrasingente (UCRI). Negli anni Trenta era stato vicino alle
posizioni della sinistra argentina e segretario della liga Argentina por lo Derechos del Hombres.
14
M. Seoane, op. cit., p. 95
15
C. A. Floria, C. A. Garcìa Belsunce, op. cit., p. 171- 179.
20
Nel frattempo le radio diffondevano comunicati che sostenevano il
bisogno di una subordinazione del potere militare all’ordine civile, un
ritorno ad un governo fondato sulla Costituzione e la necessità di
libere elezioni. Più tardi si vedrà come tutte queste comunicazioni
erano una tattica piuttosto che una genuina convinzione. La presidenza
di Frondizi, iniziata nel maggio del 1958, vide tra i primi
provvedimenti la scarcerazione di tutti i prigionieri politici, ma non
realizzò le promesse fatte a Perón per le forti pressioni militari che
minacciavano la caduta del governo. Sul piano economico, Frondizi
promosse una politica mista che favoriva l’ingresso del capitale
straniero ma si basava sul mercato interno, questa ben presto si
tramutò in accordi con i grandi monopoli stranieri, in particolare
nordamericani, per lo sfruttamento delle risorse naturali nazionali che
fecero accrescere il debito estero argentino.
Dal 1959 al 1962 il governo cedette su tutto e disattese ogni accordo
preelettorale. La Chiesa cattolica ottenne un’istruzione privata,
religiosa e non più controllata dallo Stato; l’esercito, prima fu
utilizzato per mettere sotto assedio la Nazione in rivolta per gli
accordi petroliferi e poi avendo minacciato il golpe, fu riconosciuto
come organismo autonomo e partito armato ottenendo il ministero
dell’economia. Nonostante la repressione e l’emarginazione di una