Capitolo 1
10
preventivo ed integrato permette invece una maggiore conservazione delle
risorse.
D'altra parte, le imprese, se prima dovevano sostenere costi aggiuntivi per
conformarsi alle prescrizioni ambientali, ora possono, attraverso un
atteggiamento proattivo, conseguire significativi risparmi economici. Investire
nell'ambiente si sta rilevando non solo conveniente ma anche un fattore di
competitività data la maggiore sensibilità dei consumatori all'immagine “verde”
dell'azienda, la richiesta di fornitori rispondenti a certi requisiti ecc. Il cosiddetto
business ambientale negli ultimi dieci, quindici anni si è perciò evoluto verso
nuovi mercati e tecnologie (Figura 1.1-1).
Figura 1.1-1 Evoluzione delle tecnologie ambientali
Approccio
tecnologico
1960 1970 1980 1990
Curativo Tecnologie end of pipe
Bonifica di suoli storicamente
contaminati
Processi integrati Ottimizzazione dei processi esistenti
Uso razionale dell'energia
Nuove tecnologie di processo
Migliori tecnologie disponibili a
costi non eccessivi
Orientato alla fonte Scelta delle materie prime
Riciclo e riutilizzo
Uso razionale delle
materie prime
Preventivo ed
orientato al prodotto
Sviluppo
sostenibile LCA ed ecodesign
Innovazione di
prodotto
Fonte: W. De Jonghe, VITO
La situazione è particolarmente dinamica per gli strumenti gestionali a
disposizione delle imprese: sistemi di certificazione ambientali, etichette
ecologiche, analisi del ciclo di vita del prodotto ecc.
Anche l'iniziativa pubblica è caratterizzata da nuovi orientamenti delle legislazioni
e delle politiche nazionali a sostegno dei sistemi di prevenzione, seppur con
tempi e modalità diverse da Paese a Paese.
Tecnologie pulite: definizione
11
1.2 Definizione di tecnologie pulite
La terminologia e le definizioni utilizzate sono molto eterogenee. In Italia uno dei
termini più diffusi è appunto quello di TP e ad esso si farà riferimento nella
trattazione della tesi. Non è di per sé totalmente corretto in quanto processi
produttivi che abbiano un impatto zero sull'ambiente, siano cioè puliti, non
esistono. Al limite essi possono raggiungere un livello minimo o relativamente
ottimale di prelievo di risorse e di rilascio di emissioni. Alternativamente, si
possono usare le diciture tecnologie a basso spreco, appropriate o avanzate.
Gli organismi internazionali propendono per la voce “cleaner production”,
produzione più pulita. Il concetto di pulizia viene quindi inteso in senso relativo
ma lascia spazio ad ambiguità sulla scelta della tecnologia di riferimento.
Se risulta già difficoltoso trovare la terminologia appropriata, ancora di più lo è
accordarsi su quali interventi possano rientrare in tale categoria.
Il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP IE) definisce le cleaner
production come la “continua applicazione di una strategia integrata preventiva di
processo e di prodotto al fine di aumentare l'eco-efficienza e ridurre i rischi per
l'uomo e l'ambiente”.
L'Agenzia per la Protezione Ambientale statunitense (US EPA) invece utilizza il
termine “prevenzione dell'inquinamento” la cui definizione ufficiale è stata data
nel “Pollution Prevenction Act” del 1990. La prevenzione dell'inquinamento è la
riduzione o l'eliminazione dell'inquinamento alla fonte ed include tutte quelle
“pratiche che riducono o eliminano la creazione di inquinanti attraverso
l'aumento dell'efficienza nell'uso delle materie prime, energia ed altre risorse e la
loro conservazione”. Dal momento che gli interventi devono agire sulle cause, le
attività di riciclo esterno al processo ed il recupero sono escluse dalla definizione
ufficiale. Strettamente parlando se i rifiuti devono essere riciclati vuol dire che
non sono stati prevenuti. Del resto il riutilizzo permette ugualmente una
riduzione dell'impatto ambientale. La definizione è stata per molto tempo oggetto
di numerosi dibattiti ed altri enti statunitensi hanno elaborato nuove versioni per
includere tali attività.
Capitolo 1
12
In questa ricerca l'interpretazione di TP si basa su alcune considerazioni teoriche.
Si concorda sul fatto che i processi produttivi debbano minimizzare il consumo
di acqua, energia e materie prime, nonché il rilascio di emissioni agendo sulle
fonti delle stesse. L'impatto in ogni caso, come già detto, non può essere
azzerato. Si allarghi ora l'orizzonte dalla singola unità produttiva all'intero sistema
industriale. Gli scarti e i sottoprodotti che non possono più essere ridotti, per
motivi tecnologici o economici, possono essere recuperati o riciclati
esternamente, presso altre unità. I processi industriali dovrebbero essere quindi
strutturati in modo da essere analoghi ad un ecosistema naturale. Un esempio
ormai classico riportato dagli studi sull'ecologia industriale è la simbiosi progettata
a Kalundborg in Danimarca. Senza addentrarvisi in modo approfondito,
l'ecologia industriale offre lo spunto alle imprese per trovare soluzioni ai
problemi ambientali attuando forme di cooperazione reciproche.
Infine merita ancora una considerazione il depauperamento delle risorse. Le TP si
devono caratterizzare dall'orientamento verso quelle rinnovabili. Tale necessità si
avverte soprattutto in campo energetico dove si incentiva l'utilizzo di fonti
alternative.
Tenendo conto delle affermazioni appena citate definiremo quindi le TP come
quegli interventi nel processo o sul prodotto che permettono di risparmiare
risorse, prevenire o ridurre le emissioni e riutilizzare gli scarti internamente o
esternamente all'azienda1.
L'efficienza economica ed ambientale dovrebbe essere sufficiente a stimolare la
riconversione dei processi produttivi. In realtà occorre valutarne anche i limiti
peculiari che ne limitano la diffusione. L'adozione delle TP presuppone un'attenta
analisi del ciclo produttivo, l'individuazione degli stadi critici e delle soluzioni più
idonee. Ad esempio, collocare i propri residui sul mercato oppure utilizzare un
sottoprodotto di un'altra azienda deve richiedere una continua analisi delle
prospettive in atto. Se uno scarto non è più appetibile occorre trovare vie
alternative di collocazione o intervenire nuovamente sul processo. Inoltre
Tecnologie pulite: definizione
13
possono insorgere problemi da un punto di vista qualitativo. Un sottoprodotto
inutilizzato non è sottoposto a controlli ma nel momento in cui viene venduto
dovrà comunque rispondere a certi requisiti.
Il riciclo all'interno di uno stesso processo produttivo può comportare l'accumulo
di impurezze, su cui occorre agire (ciò vale soprattutto nell'industria chimica e nel
settore galvanico).
I problemi di natura tecnica ed operativa richiedono un forte sviluppo della
ricerca e dell'innovazione tecnologica su cui l'impresa deve investire. I capitali
necessari, la riorganizzazione gestionale, la formazione del personale
rappresentano però costi iniziali a volte insormontabili soprattutto per le piccole
medie imprese.
Alle iniziative di sostegno e agli strumenti di incentivazione per rimuovere tali
ostacoli sono dedicati i prossimi capitoli.
1 Le tipologie di intervento sono approfondite nel capitolo 7
Capitolo 1
14
15
2 Organismi e progetti internazionali ed
europei
Introduzione
Nel primo capitolo si è definito il concetto di TP, tenendo in considerazione le
interpretazioni di diverse fonti.
In questo capitolo, l'intento è quello di focalizzare l'attenzione proprio su “chi
parla di” e “chi agisce per” le TP. La presentazione avviene per due livelli:
mondiale, nel paragrafo 2.1, ed europeo nel 2.2. Il caso dell'Italia, invece, sarà
analizzato molto più nel dettaglio nei capitoli successivi. Una trattazione esaustiva
in tale ambito, oltre che oggettivamente complessa, esula dagli scopi di questo
lavoro. Ci si è dunque soffermati esclusivamente su quegli organismi che hanno
una maggiore visibilità e reperibilità della documentazione.
2.1 Organismi e progetti internazionali
A livello mondiale gli attori sono soprattutto organizzazioni a capitale
principalmente pubblico (internazionali e governative), anche se i fondi privati,
nella forma di associazioni no-profit, sono in continua crescita.
Le finalità della quasi totalità di queste organizzazioni si sono rivolte, sin dagli
anni '80, a come coniugare la protezione ambientale con lo sviluppo industriale
Capitolo 2
16
ed economico. Un'attenzione mirata alle cleaner production e ai prodotti
ecocompatibili si è resa però marcatamente rilevante solo in quest'ultimo
decennio. Gli obiettivi si sono evoluti affinché le cleaner production non
rimanessero solo a livello concettuale in un ambito ristretto di esperti;
sostanzialmente si ambisce allo sviluppo dell’informazione, della ricerca
scientifico-tecnologica e delle applicazioni nelle realtà industriali.
L'utilizzo di Internet e la creazione di network sono gli strumenti che hanno
permesso a queste organizzazioni di raggiungere una ricca e soprattutto
aggiornata diffusione delle conoscenze. Rimangono comunque importanti i
convegni ed i seminari di formazione professionale.
Per quanto concerne la ricerca e le applicazioni industriali delle TP la questione,
come ovvio, è molto più delicata e di attuazione più problematica. A questo
scopo le organizzazioni promuovono progetti pilota sperimentali e assistenza
diretta alle imprese da parte di gruppi esperti. Bisogna considerare, a tale
proposito, anche le notevoli difficoltà indotte dalla natura internazionale di questi
enti e questioni logistiche che devono essere necessariamente affrontate a livello
locale.
Le organizzazioni considerate sono schematizzate nelle loro interazioni e
relazioni nella Figura 2.1-1 e approfondite nelle schede seguenti.
Organismi e progetti internazionali ed europei
17
Figura 2.1-1 Organizzazioni internazionali
UNEP
UNEP IE UNIDO
ENVIRO
-NET
INFOTERRA
CPP
NCPCs
OCSEWBCSD
INEM
CLEARANPED
IEA
Economiche
Governative
Nazioni
Unite
Programmi
EPA
No Profit
Capitolo 2
18
UNEP United Nations Environment Programme
Descrizione/finalità Il Programma per l'ambiente delle Nazioni Unite lavora con
organizzazioni governative e non governative, comunità
scientifica e istituti di ricerca. Il coordinamento dell'intero
programma dell'UNEP sul consumo e la produzione
sostenibile è affidato al dipartimento UNEP IE (industria e
ambiente) creato nel 1975, con sede a Parigi.
Progetti e
collaborazioni
q MaESTro, prodotto dal Centro internazionale per la
tecnologia ambientale (IETC), è uno strumento
informatico per raccogliere e divulgare informazione sulle
tecnologie ambientali (Environmentally sound
Technologies ESTs). E' limitato a specifiche aree quali
rifiuti solidi, scarichi idrici, liquami e acque dolci;
q Gruppo di lavoro per lo sviluppo di prodotti sostenibili
(UNEP-WG-SPD).
UNEP IE
Il “Cleaner production Programme” del 1989 prevede:
q L' International Cleaner Production Information
Clearinghouse (ICPIC). Si tratta di un database disponibile
on-line, sviluppato con l'assistenza dell'EPA statunitense.
Contiene schede sulle diverse politiche nazionali adottate,
elenchi di contatti con le istituzioni e una nutrita raccolta di
casi di studio sull'applicazione di TP in vari settori
industriali;
q gruppi di lavoro di approfondimento di particolari temi (ad
esempio: produzione tessile, industria alimentare ecc.) e
pubblicazioni;
q supporto ai National Cleaner Production Centres (NCPCs)
(si veda l'UNIDO) e ad attività e progetti dimostrativi.
UNIDO United Nations Industrial Development Organization
Descrizione/finalità L'UNIDO si occupa dello sviluppo industriale dei Paesi in via
di sviluppo e in economia di transizione.
Progetti e
collaborazioni
Il programma UNIDO-UNEP per i National Cleaner
Production Centres (UNIDO-UNEP-NCPC).
L'UNIDO è responsabile di tutta la gestione del programma,
dei contatti locali e provvede a ricercare esperti industriali
soprattutto per progetti dimostrativi. L'UNEP fornisce il
proprio supporto con esperti in formazione e politica
ambientale.
I NCPCs provvedono a:
q realizzare progetti dimostrativi;
q organizzare corsi di formazione professionale per esperti;
q divulgare il progetto attraverso vari canali di informazione;
q assistere alle istituzioni politiche per eliminare le “barriere”
di diversa natura.
Organismi e progetti internazionali ed europei
19
Sono presenti 15 centri localizzati nei seguenti paesi dalla fine
del 1994: Brasile, Cina, Costa Rica, El Salvador, Guatemala,
India, Messico, Nicaragua, Repubblica Ceca, Repubblica
Slovacca, Tanzania, Tunisia, Ungheria, Vietnam e Zimbabwe.
INFOTERRA
Descrizione/finalità Infoterra è il network mondiale dell'UNEP ed ha come
obiettivo lo sviluppo di un meccanismo per facilitare lo
scambio di informazione ambientale all'interno e tra le nazioni.
Opera attraverso un sistema informativo decentralizzato
presso gli istituti ambientali nazionali di tutto il mondo.
OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
Descrizione/finalità Nel campo della politica ambientale ha prodotto un ampio
numero di studi. Si è occupata delle questioni commerciali
associate al trasferimento delle TP, dell'uso di biotecnologie
nella prevenzione dell'inquinamento ed anche dello sviluppo di
tecniche agricole sostenibili.
Progetti e
collaborazioni
In collaborazione con l'Agenzia Internazionale per l'Energia
(IEA) è stato istituito nel 1993 un centro di informazione
internazionale sulle tecnologie di mitigazione dei gas serra
(GREENTIE). Il database di questo centro contiene
informazioni su fornitori, consulenti e centri di R&S.
INEM International Network for Environmental Management
Descrizione/finalità L'INEM, è la federazione mondiale delle associazioni no-profit
per la gestione ambientale e dei centri per le TP. L'INEM
network comprende 22 membri e associazioni affiliate e 10
centri per le TP, in 26 Paesi di tutti i continenti. E’ stato
fondato nel febbraio del 1991 dalle associazioni per la gestione
ambientale di Austria, Germania e Svezia e la sede principale si
trova ad Amburgo.
Progetti e
collaborazioni
Sviluppo, diffusione e applicazione dei principi e dei metodi e
della gestione ambientale presso le aziende. Pone particolare
attenzione alle PMI e alle aziende del Centro Est Europeo.
WBCSD World Business Council for Sustainable Development
Descrizione/finalità Il WBCSD è stato formato nel gennaio del 1995, dall'unione
del Business Council for Sustainable Development (BCSD) ed
il World Industry Council for the Environment (WICE). Vi
aderiscono 125 società internazionali con lo scopo di
sviluppare cooperazione tra l'industria, gli stati e tutte le altre
organizzazioni interessate in questo campo.
Progetti e
collaborazioni
In collaborazione con l'UNEP IE e la Commissione Europea
ha realizzato una serie di case study relativi alle TP e all'eco-
efficienza delle imprese.
Capitolo 2
20
ANPED Alliance of Northern People for Environment and Development
Descrizione/finalità ANPED è stata fondata nel 1990 come network di
organizzazioni locali, nazionali ed internazionali del Nord
America, Europa occidentale, centrale ed orientale e Giappone.
Il suo obiettivo è quello di coordinare iniziative e scambio di
informazioni ambientali.
Progetti e
collaborazioni
Il tema delle TP si colloca tra i temi principali di ANPED. A
questo scopo si è tenuto nel 1997, in Polonia, il primo NGO
(non-governative) Skillshare on Clean Production ed un
secondo è previsto per il 1999.
CLEAR Citizens League for Environmental Action and Recovery
Descrizione/finalità CLEAR è un'organizzazione no-profit fondata nel 1989,
costituita da volontari. Lo scopo è l'educazione ambientale dei
giovani, tramite l'utilizzo di network e contatti con università e
stati.
US EPA United States Environmental Protection Agency
Descrizione/finalità L'agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente è
un'agenzia esecutiva indipendente del governo federale,
responsabile della regolamentazione del rilascio degli inquinanti
e di tutte le attività concernenti l'ambiente e la salute pubblica.
Enviro$en$e è un dipartimento dell'agenzia che si occupa della
prevenzione dell'inquinamento.
Progetti e
collaborazioni
Il National Pollution Prevention Roundtable e i diversi
database rappresentano alcune delle iniziative promosse da
Enviro$en$e. L'EP3, Environmental Pollution Prevention
Project, prevede facilitazioni per le industrie e le PMI in
particolare.
ENVIRONET Australia
Descrizione/finalità Environet Australia, supportato dal “gruppo di protezione
ambientale” (EPG), rappresenta un network di database
ambientali che forniscono informazioni su tecnologie
ambientali e pulite, ricerca e sviluppo ecc. Il database delle TP
fornisce numerosi case study, ognuno dei quali indica per
l'impresa considerata gli interventi adottati. In quello delle
tecnologie ambientali, invece, vengono indicate le migliori
soluzioni tecnologiche a specifici problemi.
Organismi e progetti internazionali ed europei
21
2.2 Le tecnologie pulite a livello europeo
Linee politiche generali
A livello europeo occorre necessariamente distinguere l'ambito comunitario, sul
quale ci si sofferma qui di seguito, dai Paesi non aderenti.
L'Unione Europea ha ottenuto una piena legittimazione giuridica del proprio
operato in materia ambientale, attivo fin dagli anni '70, con l'Atto Unico Europeo
del 1986. Da allora è stata avviata una politica ambientale sovranazionale a cui i
Paesi membri si devono uniformare. E' naturale quindi che nel campo delle TP,
le istituzioni europee, ed in particolare la Commissione, assumano un ruolo
primario rispetto ad altri organismi. E' importante sottolineare che le
organizzazioni internazionali non possono andare oltre a iniziative di ricerca e di
supporto. La Comunità europea ha la capacità, invece di delineare una vera e
propria politica delle TP nei programmi d'azione, e di realizzarne gli obiettivi
attraverso un sistema legislativo e di incentivazione.
Con l'Atto Unico europeo, prima accennato, sono stati introdotti nel trattato
CEE gli articoli 130 R, 130 S e 130 T. Affermando che le basi dell'azione
comunitaria in materia ambientale si debbano fondare sui principi di prevenzione
dei danni alla fonte e sul principio del “chi inquina paga”, viene sancito
costituzionalmente l'orientamento alle TP già comunque affermato nei primi tre
programmi d'azione (1973-1985). E' però con il V programma d'azione 1992-
2000 denominato “per uno sviluppo durevole e sostenibile” che si demarcano
linee concrete per stimolare la loro diffusione, riconoscendo che solo un'accorta
politica ambientale può conciliare la competitività delle imprese con un più
elevato livello di protezione.
In applicazione di tali direttive sono stati prodotti numerosi documenti e atti
normativi per ciascun settore ambientale (atmosfera, acque, energia, ecc.)
Ad esempio per il settore energetico sono stati pubblicati il Libro Verde ed il
Libro Bianco (1995) aventi come oggetto la conservazione dell'energia, l'uso di
tecnologie energetiche più efficienti, nonché di fonti rinnovabili.
Capitolo 2
22
L'emergenza del problema rifiuti ha fatto si, invece, che già una risoluzione del
Parlamento Europeo del 1989 attribuisse assoluta priorità alle TP. Ciò e stato
ribadito in altre risoluzioni (90, 91 e 94) e nel 1996 è stata attuata la revisione
della strategia comunitaria sul tema. Tra i più recenti provvedimenti si possono
ricordare le direttive 94/62 (imballaggi), 91/156/CEE (rifiuti) e 91/689/CEE
(rifiuti pericolosi), recepite in Italia con il decreto Ronchi.
Un'evoluzione del concetto di prevenzione e di come affrontare i problemi
ambientali si ha con la direttiva 96/61/CE “sulla prevenzione e riduzione
integrate dell'inquinamento”. Si riconosce la necessità di superare gli “approcci
distinti nel controllo delle emissioni nell'aria, nell'acqua o nel terreno in quanto
possono incoraggiare il trasferimento dell'inquinamento tra i vari settori
ambientali anziché proteggere l'ambiente nel suo complesso”. A tal fine la
direttiva fornisce i principi generali per disciplinare le attività industriali elencate
nell'allegato I e prevede per i gestori degli impianti obblighi relativi alle misure di
prevenzione, ad un uso efficiente delle risorse energetiche ecc.
In conclusione si può supporre che a livello comunitario le TP siano ormai
sostanzialmente integrate nelle linee politiche e rese potenzialmente operative con
gli idonei strumenti (si veda il capitolo 5 per il sistema di incentivazione). La
verifica di quanto queste misure risultino applicate e siano effettivamente efficaci
si deve riscontrare però a livello di ogni Stato membro2
Organismi e progetti
Precedentemente si è detto come le istituzioni dell'Unione Europea ed in
particolare la Commissione assumano un ruolo fondamentale in tale ambito.
In effetti la Commissione europea si colloca al centro del processo di decisione
politica dell'Unione europea. Operativamente è organizzata in 26 direzioni
generali (DG) e una quindicina di servizi specializzati supplementari. Per
l'ambiente, la sicurezza nucleare e la protezione civile è responsabile la DG XI.
2 Analisi approfondite delle politiche nazionali si possono trovare in: Gerelli E., Tecnologie pulite:
strategie e politiche e in Muys B., Spirinckx C., Cleaner production: a guide to information sources.
Organismi e progetti internazionali ed europei
23
Per operare in maniera ancora più incisiva in campo ambientale, nel 1993 è stata
istituita l'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA), con sede in Danimarca, con lo
scopo di fornire dati affidabili e confrontabili.
Il lavoro dell'EEA è basato sull'attività della rete europea di osservazione e
informazione ambientale (EIONET) costituito da network nazionali coordinati
dall'agenzia. Nell'ambito di un suo programma, denominato “EnviroWindows”,
sono stati elaborati numerosi progetti. Vengono offerti strumenti di supporto per
la gestione ambientale (ad esempio LCA) e lo sviluppo sostenibile, rivolti alle
autorità locali, alle industrie e in particolare alle PMI. Tra questi si segnalano,
rivolti specificatamente alle TP, il rapporto “Cleaner production: a Guide to
information source” e il “Cleaner production database”.
Su iniziativa della DG XXIII della Commissione Europea sono stati creati gli
Euro Info Centres. Organizzati in network presenti in tutti gli Stati membri,
hanno lo scopo di informare, consigliare ed assistere le PMI in tutte le materie
comunitarie.
Connesso con l'iniziativa EUREKA, i programmi di R&S dell'UE, nonché con
l'UNEP si segnala inoltre il PREPARE (PReventive Environmental Protection
AppRoaches in Europe) Working Group. Formato da esperti dell'industria e
ricercatori di 18 paesi (UE e non) promuove programmi di ricerca su processi e
prodotti puliti.
Tra le organizzazioni, oltre quelle già citate a livello mondiale, si possono citare
due no-profit: l'ERCP ed il REC operanti anche al di fuori dell'Unione Europea.
L'ERCP, European Roundtable on Cleaner Production, è un'organizzazione con una
struttura informale che fornisce una piattaforma europea per lo sviluppo e la
diffusione di nuove iniziative relative alle TP. L'idea dell'ERCP è nata
dall'esperienza statunitense della tavola rotonda sulla prevenzione
dell'inquinamento. Il primo ERCP si è tenuto a Graz nel 1994. Nel 1996
l'organizzazione è stata più formalizzata eleggendo un Consiglio ed un Comitato
esecutivo.
Capitolo 2
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Il REC, Regional Environmental Centre for Central and Eastern Europe, istituita nel 1990
dagli Stati Uniti, Ungheria e Commissione Europea si occupa della valorizzazione
dell'ambiente del centro-est europeo. Uno specifico programma è rivolto alle TP,
fornendo informazioni sulla normativa, i sistemi di gestione ambientale (EMAS) e
casi di applicazione.