Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
4
filosofiche e scientifiche, e le sue applicazioni nel campo della
psicologia applicata e della sociologia.
Mi sono avvalso di numerosi testi, opere di studiosi, conoscitori e di noti
docenti universitari, che hanno approfondito la complessità del suo
pensiero. Inoltre, ho consultato i numerosi scritti, interviste e
testimonianze che l’autore ci ha lasciato e che sono ormai ampiamente
documentate.
Tutto questo materiale mi ha dato l’opportunità di approfondire
l’articolata estetica pirandelliana, dalla poetica dell’umorismo a quella
degli archetipi e dei miti moderni, mi ha permesso poi di apprezzarne la
sua moderna e profonda drammaturgia che lo annovera fra i più grandi
autori teatrali di tutti i tempi.
Lo studio della “trilogia mitica”, mi ha permesso in seguito di far
emergere i temi e le problematiche sociali da essa affrontate e il ruolo
che l’autore le ha attribuito.
Ho ultimato il mio studio, ponendo l’attenzione sulla significativa
trasformazione apportata dal drammaturgo alle strutture e alle tematiche
del teatro tardo-romantico e borghese; tale trasformazione lo ha portato
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
5
poi alla creazione di un teatro nuovo al quale molti autori contemporanei
si ispirano tutt’oggi, e che si può definire ancora attuale.
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
6
CAPITOLO PRIMO
IL LINGUAGGIO DELL’ARTE E IL TEATRO DEL NOVECENTO
I primi trent’anni del nostro secolo hanno prodotto in Europa dei
movimenti artistici di cui si parla ancora oggi, generalmente col termine
riassuntivo di Avanguardie.
Dato il carattere progressivo e provocatorio di tali movimenti, il termine
di avanguardia ha assunto spesso il significato generico di arte ardita,
innovativa e rivoluzionaria, perdendo però il suo significato reale di arte
che propone il suo sconfinamento con la vita, di arte che agisce
contemporaneamente sul piano dell’etica come su quello dell’estetica.
Il significato più autentico di avanguardia è, quindi, quello di un’arte
che, sia capace - agendo sulla sensibilità individuale e collettiva - di
promuovere un rinnovamento, di migliorare il livello di qualità
dell’esistenza o motivarne le stesse scelte esistenziali.
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
7
Il termine di avanguardia potrebbe aver avuto origine da un vocabolo
militare e utilizzato, per la prima volta, in epoca romantica nell’ambito
del socialismo utopico francese. quale proiezione ideale, sul piano
artistico, delle mete riformistiche politiche.
Solo nel Novecento troviamo impiegato il termine, collegato, da una
parte, a quello di un rinnovamento sostanziale del linguaggio - come
condizione indispensabile per un rinnovamento delle idee - e, dall’altra,
alla formula caratteristica di un manipolo di artisti che elaborano in
comune l’ideologia stessa che sta alla base del loro operare artistico.
In questo senso gli anni Ottanta, e soprattutto gli anni Novanta
dell’Ottocento, spianano la strada a questo sviluppo peculiare del nostro
secolo, con la nascita di numerosi gruppi e movimenti artistici che, dal
naturalismo (passando per il simbolismo e il modernismo) approdano
all’espressionismo, cubismo, futurismo e a tutte le Avanguardie del
primo Novecento.
Queste coinvolgono e investono tutte le capitali europee e si strutturano
accanto a un critico-letterato intorno al quale ruotano due o più artisti
guida e una serie di affiliati - si veda il caso di Apollinaire, Picasso e
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
8
Braque con il cubismo a Parigi, o Marinetti e Boccioni con il Futurismo
a Milano.
L’istituzione poi di una rivista (come Lacerba per il Futurismo e la 291
per il Dadaismo) assicura la circolazione dell’ideologia del gruppo e il
suo intento programmatico.
Un rinnovamento di tale portata ingloba, naturalmente, ogni forma di
espressione, dalla letteratura al teatro, dalle arti figurative
all’architettura, e man mano si arriverà ad un coinvolgimento di tutto il
sistema tecnico industriale della produzione, che scardinerà gli stessi
sistemi produttivi e strutturali su cui si ordinava l’intera società
occidentale prima della rivoluzione industriale.
Partendo, quindi, dall’ultimo ventennio dell’Ottocento, i movimenti che
caratterizzano il linguaggio, l’espressione artistica in generale e il teatro
in particolare sono: il Naturalismo francese, il Simbolismo,
l’Espressionismo tedesco, il Bauhaus, il Teatro dada e surrealista, e il
Teatro del grottesco.
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
9
IL NATURALISMO FRANCESE
I naturalisti francesi elaborarono una nuova poetica teatrale diretta a
realizzare sulla scena i principi della loro scuola.
Il Naturalismo, accogliendo in gran parte le posizioni elaborate da
Charles Darwin, attribuiva ai caratteri ereditari e all’influenza
dell’ambiente la determinazione dei comportamenti delle persone: in
questa prospettiva il comportamento dell’individuo è condizionato da
fattori che sfuggono al suo controllo, e nessuno può veramente essere
responsabile delle proprie azioni.
Le eventuali colpe, quindi, devono essere così condivise da una società
che permette l’esistenza di fattori ambientali degradanti e negativi.
L’uomo viene considerato alla stregua di un qualsiasi oggetto naturale, le
cui azioni possono essere descritte e analizzate secondo leggi precise
come quelle della natura fisica.
Il Naturalismo nacque in Francia intorno al 1870. Il suo principale
esponente fu Émile Zola (1840 - 1902), tenace sostenitore del metodo
scientifico come chiave del progresso e della verità.
La letteratura secondo Zola doveva assimilare il metodo scientifico e,
compito del dramma era quello di illustrare le «inevitabili leggi
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
10
dell’eredità e dell’ambiente, riportando lo studio di un caso specifico».
Zola auspicava che lo scrittore nella sua ricerca della verità osservasse,
registrasse e sperimentasse con lo stesso distacco oggettivo di uno
scienziato, e lo paragonava ad un patologo che cerca le cause di una
malattia per poterla poi curare.
Lo studioso sosteneva inoltre la necessità di riprodurre sulla scena gli
ambienti reali in cui si svolgono le vicende rappresentate, in modo da
poter mettere in luce con chiarezza i rapporti di causa ed effetto che
sussistono tra l’ambiente, i caratteri e gli eventi.
Il dramma naturalista si diffuse poi in tutta Europa ad opera di André
Antoine che diffuse la corrente realista atta a gettare luce sulle miserie e
contraddizioni della società contemporanea.
IL SIMBOLISMO
Il Simbolismo può essere considerato l’ultimo colpo di coda del
Romanticismo e fa da cerniera con il nuovo ciclo storico delle
Avanguardie del Novecento.
Nel 1886 il poeta Jean Moreas pubblica il manifesto del Simbolismo su
«le Figaro».
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
11
La poetica del Simbolismo odia la volgare apparenza delle cose, vuole
scoprirne l’aspetto arcano, la segreta ragione e non si accontenta del
visibile ma, vuole giungere al nocciolo dei significati profondi.
Il movimento si contrappose, negli ultimi due decenni dell’Ottocento,
alle posizioni delle correnti naturalistiche e, ispirandosi alle opere di
Edgar A. Poe, alle poesie e alla critica di Baudelaire, ai romanzi di
Dostoevskij nonché alla musica e alle teorizzazioni di Wagner, attraendo
a se rappresentanti di tutte le arti.
Secondo i simbolisti la percezione interiore e soggettiva di forze e
suggestioni misteriose, consentiva l’accesso ad una forma di verità più
elevata di quella che si poteva raggiungere con la semplice osservazione
delle apparenze esterne.
Il significato interiore e profondo della realtà, del resto, non era
rappresentabile in modo diretto e oggettivo ma doveva essere evocato
attraverso simboli, leggende, miti e atmosfere.
Il principale portavoce del movimento Simbolista fu Stéphane Mallarmé
(1842 - 1898), la cui idea di dramma ispirò la produzione di opere
antirealistiche di fine Ottocento.
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
12
Mallarmé intendeva il dramma come evocazione del mistero
dell’esistenza attraverso un linguaggio poetico e allusivo, rappresentabile
solo con i mezzi teatrali più essenziali e suggestivi.
In Italia, come in altri paesi europei, la prima significativa rottura con il
passato, nel campo della drammaturgia, fu costituita dall’emergere di
una tendenza realistica assimilata nelle forme del dramma borghese.
Estremamente efficaci sono i testi teatrali veristi di Giovanni Verga
(1840 - 1922). Il suo dramma più famoso è Cavalleria rusticana (1884),
a questo seguirono La Lupa (1896) e Dal tuo al mio (1903), che
rappresenta il conflitto tra due classi sociali: l’aristocrazia in
dissoluzione e una rozza borghesia in ascesa che ne prende il posto.
Programmaticamente opposte ai drammi borghesi e ai toni realistici dei
drammi veristi, furono le opere teatrali di Gabriele D’Annunzio (1863 -
1938) affini per stile e argomenti alle opere del teatro simbolista francese
e dell’estetismo inglese.
Nel 1898, D’Annunzio progettò con la Duse la costruzione di un teatro
all’aperto sui colli romani, ad Albano, per rappresentare opere classiche
e tragedie moderne.
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
13
Il progetto non si realizzò, ma D’Annunzio aveva già cominciato a
scrivere per il teatro, affidando alla Duse Sogno di un mattino di
primavera (1898), dando così avvio a una lunga stagione teatrale che lo
portò anche in Francia.
Nel primo quindicennio del secolo emerse in diverse compagnie teatrali
la figura del “direttore artistico”, che sovente era un attore, come Virgilio
Talli (1858 - 1928), o un critico, come Ettore Paladini (1849 - 1928), ma
poteva essere anche un autore, come Praga o un critico come Domenico
Lanza (1868 - 1949) ed Edoardo Boutet (1856 - 1915).
Nel 1905, Boutet fondò la compagnia stabile romana che operò per
alcune stagioni al Teatro Argentina.
La tradizione dei grandi attori italiani continuò, facendo emergere grandi
interpreti. Ma la figura artistica che eclissò tutte le altre fu quella di
Eleonora Duse (1859 - 1924), considerata da molti la più grande attrice
del suo tempo.
Nel 1897 conobbe D’Annunzio con cui iniziò una lunga relazione.
D’Annunzio scrisse per lei le sue prime opere teatrali, e fu merito della
Duse che il teatro dannunziano cominciò ad affermarsi in Europa.
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
14
L’ESPRESSIONISMO TEDESCO
L’Espressionismo è un termine non coniato dagli artisti del gruppo (così
come per il Futurismo), ma dalla critica militante tedesca per designare
collettivamente i movimenti innovatori del primo Novecento.
In seguito il termine è passato ad indicare, in via più generale,
un’interpretazione fortemente soggettiva e drammatica della realtà,
espressa in modi accentuati, deformati.
L’Espressionismo proietta su dati esterni un’esasperata soggettività,
trasformandoli secondo le esigenze espresse dallo stato d’animo, del
giudizio o del messaggio che l’artista vuole esprimere.
La parola “Espressionismo” fu usata per la prima volta con tale
pregnanza di senso, in una monografia di Paul Fechter del 1914 dedicata
a un gruppo di pittori di Dresda - Il Ponte (Die Brüche) - e al Cavaliere
Azzurro di Monaco (Der Blaue Reiter).
Questi movimenti tedeschi, di specifica opposizione all’Impressionismo
si mossero parallelamente al Cubismo e al Futurismo sia in arte che in
letteratura.
Proprio a causa di tutti i loro tentativi, condotti in opposizione alle
poetiche realiste e naturaliste, questi movimenti furono presto
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
15
denominati con tale appellativo; è difficile tracciare in modo preciso i
confini del movimento.
In campo teatrale, il primo autentico dramma espressionista, Der Bettler
(Il Mendicante) di Reinhard Johannes Sorge (1892 - 1916), fu pubblicato
nel 1912.
Questi rappresentava la lotta fra le norme convenzionali e i nuovi valori,
tra le vecchie e le nuove generazioni, nel tentativo di un poeta visionario
di raggiungere la propria realizzazione in una società insensibile e
materialistica.
Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, l’espressionismo subì una
prima trasformazione, spostando - almeno in parte - i propri interessi
dalla ricerca interiore all’impegno volto a impedire una catastrofe
universale e a promuovere la riforma dell’uomo e della società.
I due maggiori autori espressionisti furono Georg Kaiser (1878 - 1945) e
Ernst Toller (1893 - 1939).
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
16
IL BAUHAUS
Negli anni venti si delineò in Germania, esercitando un’importante
influenza anche sullo sviluppo delle tecniche teatrali, il movimento del
Bauhaus che ebbe il suo centro nella scuola diretta da Walter Gropius
(1883 - 1969), prima a Weimar e poi a Dessau.
Gropius voleva abbattere le tradizionali barriere esistenti tra l’artista e
l’artigiano e riunire architettura, pittura, scultura e le altre arti in
un’espressione comune.
L’intenzione ultima del Bauhaus era la realizzazione di un ambiente
quotidiano come opera d’arte totale, in cui tutto, dal paesaggio alla casa,
dal mobilio agli utensili della cucina, fosse concepito come parte di un
disegno globale di vita. Il Bauhaus aspira a rendere artistico ciò che era
funzionale, e funzionale il prodotto artistico.
Nell’architettura teatrale, l’opera più importante del Bauhaus fu ideata da
Gropius che, nel 1927, progettò un «teatro totale» per Piscator.
Il progetto, benché non sia mai stato realizzato, ha continuato ad
esercitare una notevole influenza sull’architettura teatrale. Gropius,
partendo da uno studio accurato della struttura architettonica del teatro
Il Teatro Italiano e l’Ultimo Pirandello – Salvatore Amoroso – Università di Roma Tre – 2006-2007
17
classico, dichiarò che la sua intenzione era quella di porre gli spettatori
nel pieno dell’azione e «costringerli a prendervi parte».
Con l’arrivo del nazismo, la scuola di Gropius fu costretta a chiudere e i
suoi membri si dispersero in tutto il mondo, ma la loro influenza
continuò ad esercitarsi a lungo nel campo dell’architettura e dell’arte
applicata.
Il teatro europeo, in particolare quello tedesco e quello russo, fu
influenzato dal ritorno di un rigido realismo detto della “nuova
oggettività” a scopi propagandistici come reazione all’Espressionismo.
Il declino di tale movimento verso la metà degli anni venti coincise con
l’affermazione del teatro epico, il cui primo esponente fu Erwin Piscator
(1893 - 1966).
Questi tentò la creazione di un teatro autenticamente proletario in
opposizione al consueto teatro di propaganda, adeguando ai fini politici
tutti gli elementi della messa in scena.
Piscator si valse di costruzioni sceniche particolarmente complesse e
articolate, sequenze filmate (documentari e cartoni animati), nastri
scorrevoli (su cui si svolgeva l’azione) e ogni sorta di altri meccanismi
scenografici