fine di individuare eventuali analogie o differenze tra essi, nell’assunto del
generale principio comunitario di leale cooperazione e collaborazione tra gli Stati
membri e l’Unione europea.
Per raggiungere l’obiettivo sopra delineato, sarà necessaria una sintetica
illustrazione del “concetti base”, come, il significato di “cellule staminali”, delle
caratteristiche del loro “trattamento”, delle “finalità” che quest’ultimo si propone.
Si precisa, che in sede di illustrazione del significato di “cellule staminali”,
un’ attenzione maggiore sarà dedicata a tracciare i contorni delle due maggiori
figure: “cellule staminali cordonali (o somatiche)” (le quali non sembrano
suscitare particolari controversie o dibattiti in merito al loro trattamento,
specialmente nell’ambito dell’opinione pubblica) e “cellule staminali embrionali”
(che, al contrario, originano costanti contrasti interpretativi, dato che, provenendo
esse dall’embrione umano, un loro prelievo impedisce che esso si sviluppi e, in
concreto, possa “vivere”).
Resta fermo che lo scopo principale del lavoro è accertare se, sulla base
delle norme, l’attuale assetto giuridico vigente in Italia e nell’Unione europea
consente di sostenere la praticabilità o meno della conservazione delle cellule
staminali, intesa come principale forma di trattamento medico-scientifico delle
stesse e, contemporaneamente, condizione essenziale per un loro successivo
impiego.
In altri termini, l’impiego delle cellule staminali per fini di cura delle
patologie può avvenire solo se esse vengono “conservate”. Pertanto, solo se la
loro “conservazione” viene consentita dal punto di vista giuridico, essa può
permettere un loro impiego.
Accanto alla sintetica illustrazione delle normative attualmente in vigore
sulla materia (nei limiti in precedenza annunciati), sarà dato breve spazio anche
ad una ricognizione delle proposte legislative – ove sussistenti – volte a colmare
eventuali lacune normative in merito alla conservazione delle cellule staminali.
4
I CAPITOLO
L’”oggetto” della conservazione
1.1 Aspetti generali delle cellule staminali
Le cosiddette “cellule staminali” sono state oggetto, specialmente negli
ultimi anni, di numerosi studi e ricerche.
In generale, si tratta di cellule presenti in ogni organismo vivente.
Esse si distinguono dalle altre perché sono cellule “non differenziate”, o
“non specializzate”, nel senso che non hanno ancora una funzione ben definita
all’interno dell’organismo stesso.
Le cellule staminali possono riprodursi in maniera illimitata, dando vita
contemporaneamente ad altre cellule staminali ed a cellule destinate
successivamente a differenziarsi e a dar vita a tessuti e organi (come i muscoli, le
ossa ecc.).
Pertanto, si può definire una cellula staminale come: “una cellula che si
divide dando origine a due cellule diverse tra loro: una cellula figlia è uguale
alla cellula madre (staminale) mentre l’altra cellula figlia è diversa (progenitore)
e, anche se può dividersi numerose volte, non può più farlo indefinitamente
(perdita della staminalità) e prima o poi tutta la sua progenie si differenzierà in
un solo tipo (cellula staminale unipotente) o in diversi tipi (cellula staminale
multipotente) di cellule differenziate”
1
.
Le cellule staminali si definiscono:
1
Cfr. Cell processing Engineering for Ex-Vivo Expansion of Hematopoietic Cells, Journal of Bioscience
and Bioengineering, Vol.99, N.3, 189-196.2005
5
- “totipopotenti”, le cellule staminali che possono dar luogo a tutti i tessuti
fino alla blastocisti intera;
- “multipotenti”, quelle che sono in grado di specializzarsi unicamente in
alcuni tipi di cellule (ad esempio, le cellule staminali cordonali);
-“pluripotenti”, quelle che possono dar luogo a tutti i tipi di cellule che
troviamo in un individuo adulto ma non in cellule che compongono i tessuti
extra-embrionali (ad esempio, le cellule staminali embrionali);
- “unipotenti”, quelle che possono dar luogo soltanto ad un tipo cellulare.
Tenendo conto dello stato delle conoscenze attuali, le cellule staminali
vengono usualmente divise in due categorie secondo la loro provenienza in:
cellule staminali somatiche e cellule staminali embrionali.
- Le cellule staminali somatiche sono cellule non specializzate
reperibili tra cellule specializzate di un tessuto specifico e sono
prevalentemente multipotenti.
- Le cellule staminali embrionali sono ottenute a mezzo di coltura,
ricavate dalle cellule interne di una blastocisti.
Sempre all’interno della categoria delle cellule staminali somatiche
rientrano le cellule staminali da CORDONE OMBELICALE (che potrebbero
essere utilizzate per curare patologie insorte nella vita adulta, ad oggi considerate
capaci di dare origine soltanto a cellule del sangue).
Per comprendere la prima categoria – probabilmente la più interessante dal
punto di vista dell’utilità pratica e del significato che essa assume - si consideri
che il sangue del cordone ombelicale è ricco di cellule staminali, vere e proprie
“salvavita” per combattere malattie del sangue molto gravi. La loro principale
caratteristica è che esse vanno a generare gli elementi fondamentali del sangue
umano (ossia, globuli rossi, globuli bianchi e piastrine).
Le patologie attualmente trattabili sono:
6
- tumori maligni;
- emoglobinopatie e malattie del sangue;
- errori congeniti del metabolismo;
- immunodeficienze;
- diabete di tipo I;
- lesioni epiteliali.
L’applicazione delle cellule staminali del cordone ombelicale, può essere
fatta solo tra soggetti compatibili, come parenti o affini, pertanto è necessario, che
le cellule vengano crioconservate e tipizzate
2
, per essere poi rese disponibili
anche dopo diversi anni dalla oro estrazione, a soggetti compatibili.
La raccolta e conservazione della cellule staminali del cordone ombelicale
è importante sia perché permette di avere del materiale biologico compatibile da
utilizzare per le cure già sperimentate, sia - principalmente - perché tale materiale
potrebbe essere utilizzato per le cure di nuove patologie ad alto impatto sociale
(distrofia muscolare, riparazione dell’infarto del miocardio ecc.).
In generale, poter disporre delle cellule staminali del cordone servirà anche
in futuro per abbattere i costi della sanità collettiva, in quanto si potranno curare
con le cellule staminali malattie ad alto costo sociale.
Per completezza, si tenga presente che il numero di cellule presenti in un
cordone è basso, e questo aveva fatto limitare il loro uso su pazienti sotto i 40kg.
In passato, sui bambini il rapporto peso corporeo e quantità di staminali era
l’unico che dava buoni risultati. Recenti scoperte per la loro espansione e la loro
moltiplicazione in vitro, rivoluzionano anche questo aspetto, e così anche il limite
del loro utilizzo.
2
Ossia, l’analisi del sistema di istocompatibilità del bambino, come se fosse l’impronta digitale del suo
sistema immunitario.
7
Le cellule staminali da cordone ombelicale hanno vissuto in pochi anni un
crescendo di successi, quanto a considerazione e a potenzialità.
Circa la generale distinzione accennata in precedenza (cellule staminali
somatiche e cellule staminali embrionali) le “cellule staminali embrionali”,
derivanti dalla regione interna dell’embrione prima del suo impianto nella parete
dell’utero, dotate di elevata capacità proliferativa, esse sono in grado di dare
origine a tutti i tipi cellulari. Queste cellule, infatti, possono essere isolate e
cresciute in vitro conservando inalterate le proprietà di plasticità e totipotenza.
Le cellule staminali embrionali sono presenti nella massa cellulare interna
(o embrioblasto) della blastocisti, poco prima dell’impianto nella mucosa uterina.
Queste cellule possono essere coltivate in opportune condizioni per lunghi
periodi e sono quindi in grado di generare un numero indefinito di cellule figlie le
quali mantengono la capacità di differenziare in tutti i tessuti dell’organismo e per
tale motivo sono definite “pluripotenti”.
Le cellule staminali embrionali o ES (dall’inglese: “embryonic stem” cells)
possono essere geneticamente modificate in vitro attraverso la sostituzione di un
gene sano con uno mutato o viceversa (ricombinazione omologa e terapia genica).
Quando iniettate nella cavità (blastocele) di una blastocisti ospite, le ES
colonizzano tutti i tessuti dell’embrione chimerico (così definito perché composto
dalla mescolanza di due genotipi diversi) ivi compresa la linea germinale.
Possono quindi trasmettere un gene d’interesse alla progenie della chimera
consentendo in tal modo la creazione di modelli di malattie umane o di terapie in
utero
3
.
Quanto è stato illustrato sinteticamente sino a questo punto, sebbene
inevitabilmente connotato di nozioni di natura tecnica, può essere utile per
comprendere l’ambito e l’oggetto del presente lavoro.
3
Sul punto, cfr. Relazione della Commissione di studio sull’utilizzo di cellule staminali paer finalità
terapeutiche, Cellule Staminali – Notiziario Quattordicinale http://staminali.aduc.it , 28-12-2000
8
Le cellule staminali, come sopra definite, hanno assorbito l’interesse dei
principali ordinamenti giuridici internazionali, tenuto conto delle loro potenzialità
concrete, conseguenze delle loro caratteristiche tecniche.
Basti pensare, solo per citare un complesso normativo a noi vicino e
sovraordinato – quello comunitario – che negli ultimi anni dai lavori dell’Unione
Europea è emerso uno spiccato interesse alla disciplina del trattamento delle
cellule staminali.
Corollario di ciò, in particolare, è stato l’impulso (mediante erogazione di
notevoli risorse economiche alla ricerca medica in questo settore) a studi specifici
sulle applicazioni cliniche delle cellule staminali, che hanno assunto una natura
prioritaria.
Nello specifico, si osservi che l’Unione Europea sovvenziona oggi ricerche
indirizzate principalmente all’indagine:
- della metodologia di individuazione delle cellule staminali nei tessuti
(sangue, pelle, cervello ecc.);
- della modalità di derivazione ed isolamento delle stesse;
- della modalità del loro utilizzo nella cura dell’Alzheimer, del morbo di
Parkinson e più recentemente nella riparazione dell’infarto del miocardio.
1.2 La donazione e la conservazione autologa: aspetti sociologici
Come sopra accennato, le cellule staminali possono essere oggetto di
diversi trattamenti data la loro natura e le loro potenzialità.
A questo punto, è necessario definire cosa s’intenda per “trattamento delle
cellule staminali”.
Sulla base delle conoscenze attuali, con la citata definizione vanno
principalmente intese due differenti operazioni: la donazione e la conservazione
delle cellule staminali.
9