PREFAZIONE
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Il risultato dei miei dubbi e delle mie aspirazioni è questo lavoro, e si basa su una serie
di compromessi che ci tengo ad esplicitare in questa sede.
Quando possibile ho scelto un registro linguistico che mirasse più alla comprensione che
alla precisione, anche se purtroppo questo non può essere per sua natura un testo divulga-
tivo. D’altra parte ho terminato degli studi di comunicazione e considererei un fallimento il
non essere riuscito a trasmettere un concetto a causa di un formalismo troppo eccessivo.
Ho quindi cercato di evitare di riportare pedissequamente quanto già detto da altri, ma
alcune volte non ho potuto esimermi. Ad esempio ciò si è rivelato necessario per trattare
dell’architettura di X-Media, che è conoscenza necessaria per comprendere i motivi che
hanno portato a progettare in un modo o in un altro alcuni particolari dell’interfaccia
grafica utilizzata dagli utenti (GUI). Non possedendo certamente le competenze per
mettere in discussione i testi redatti dai partner tecnologici e accademici del Progetto, il mio
impegno si è profuso in questo caso nel tentare di dare una rilettura organica delle
migliaia di pagine esistenti nei documenti tecnici e di produrre un riassunto chiaro ed
ordinato.
Con l’obiettivo di interessare un pubblico il più ampio possibile, ho infine strutturato la
tesi in maniera modulare. Partendo dalla lettura dell’introduzione il lettore dovrebbe avere
le minime informazioni per poter accedere ai singoli capitoli senza dover rispettare l’ordine
sequenziale. Il motivo dei frequenti rimandi a paragrafi presenti in altri capitoli e della
presenza dell’indice analitico è dovuto alla volontà di lasciare la massima libertà di
fruizione, mentre la presenza di una corposa appendice vuole essere di aiuto a coloro che
vogliano approfondire una parte specifica del lavoro che vi apprestate a leggere nei
seguenti capitoli.
INTRODUZIONE
1 Introduzione
La gestione della conoscenza, ovvero il Knowledge Management (KM) come viene sempre
più spesso chiamata anche nel nostro paese, interessa un numero di persone in costante
aumento, e non più solo una cerchia ristretta di specialisti e tecnici.
Nel contesto aziendale nel quale ho operato ho constatato personalmente come un
numero elevatissimo di utenti utilizzino in maniera poco più che artigianale gli strumenti che
hanno a disposizione adattandoli alle necessità per il KM: fogli di calcolo che diventano
database, file system locali utilizzati come repository, annotazioni di documenti contenute in
archivi distinti e non collegati fra loro e molto altro ancora.
Queste soluzioni, a dire il vero talvolta anche molto funzionali da un punto di vista
pratico, sono state la risposta degli utenti alla mancanza di una piattaforma specifica per
l’uso, il riuso e la condivisione della conoscenza esistente nel contesto aziendale.
Non è comunque possibile esimersi dal criticare queste soluzioni particolari dal punto di
vista del KM aziendale: la diversità negli approcci impiegati, il tempo speso per duplicare
ogni volta le strutture dati, il fatto che le informazioni siano troppo spesso di competenza di
un singolo utente e soprattutto che non esista un unico punto di accesso a queste conoscenze,
non favoriscono di certo la produttività interna.
Oggigiorno chi lavora per creare − o ha il bisogno di riutilizzare − la conoscenza si
trova a dover fare i conti con quattro diverse criticità.
La prima è che per ottenere la conoscenza utile per portare a termine un dato compito
sempre più spesso egli ha la necessità di ricercarla su diverse tipologie di media e di sistemi
di memorizzazione.
La seconda è la necessità di unificare le diverse informazioni estratte per cercare di
ottenere una conoscenza che spesso è maggiore della somma delle parti, mentre la terza è
condividere i risultati ottenuti in maniera automatica con chi potrebbe esserne interessato.
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INTRODUZIONE
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Infine abbiamo la necessità di tenere traccia dello stato del processo, ovvero sapere cosa
stanno facendo gli altri membri dell’eventuale team ed i compiti loro assegnati.
Fino ad oggi lo stato dell’arte dei software e delle piattaforme per il KM non ha per-
messo di rispondere in maniera esaustiva a nessuna delle quattro criticità evidenziate.
Gli strumenti esistenti difatti non permettono né l’estrazione della conoscenza presente su
media differenti né facilitano il ricupero di quella dispersa su differenti supporti. Gli odierni
KM System sono inoltre carenti per quanto riguarda il supporto ad una presentazione dei
dati qualora vi sia la necessità di modificarla in base alla tipologia d’utente oppure al
contesto di riferimento, il che si renderebbe utile per aiutare l’utente a districarsi fra la
mole di informazioni estratte. Essi mancano inoltre di un reale supporto al processo,
lasciando all’utente il compito di coordinare le attività tramite strumenti quali l’e-mail o altri
software specifici.
Questo lavoro di tesi si pone l’obiettivo di mettere un po’ d’ordine per quanto riguarda
la necessaria utilità dei KM System in un contesto aziendale, in particolare presentando il
progetto X-Media al quale ho preso parte svolgendo il mio periodo di tesi presso il
dipartimento Infomobility del CRF.
Questa tesi è organizzata in maniera verticale partendo dai concetti più generali fino a
giungere al dettaglio di alcuni temi più specifici. Verrà quindi fornita dapprima una visione
riguardante il web semantico, ovvero il contesto all’interno del quale sarà possibile
utilizzare gli strumenti propri del KM, e dei nuovi linguaggi che lo costituiranno. Si potrà
quindi successivamente parlare del progetto X-Media e dell’interfaccia che ho sviluppato
come prototipo per uno degli scenari del progetto. Le competenze acquisite fino a qui
permetteranno infine di analizzare nel dettaglio l’ontologia di dominio sviluppata dal CRF
ed utilizzata nei singolo use case. Propongo quindi un breve riassunto dei singolo capitoli.
Nel Capitolo 2 viene data una panoramica sullo stato della R&S in Italia e viene conte-
stualmente presentato il maggior investitore nella ricerca del nostro paese, ovvero il
Gruppo FIAT. Uno dei maggiori centri di ricerca del Gruppo è il CRF, nel quale ho avuto la
possibilità di seguire un ambizioso progetto europeo chiamato X-Media presso il diparti-
mento Infomobility. Il capito continua spiegando come l’impegno nella ricerca europea da
parte del CRF sia indirizzato in particolar modo al creare valore per tutto il Gruppo,
tramite l’applicazione della ricerca di base e vengono accennati altri importanti esempi di
progetti europei che sono in fase di studio presso il dipartimento : SeCSE e E4.
INTRODUZIONE
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Nel Capitolo 3 si parla dell’evoluzione del Web e dei concetti collegati alla semantica
che sono prerequisiti necessari per comprendere i motivi che sottostanno allo sviluppo del
progetto X-Media e ai vantaggi che ne conseguiranno per gli utilizzatori di un KM System
semantico. Il Web semantico è infatti l’evoluzione più prossima del Web che utilizziamo
oggi, ed in questo capitolo vengono affrontati dapprima i concetti di agente informatico e
della necessità di procedere ad una separazione fra forma e contenuto delle informazioni.
In seguito viene trattata la parte più tecnica dei linguaggi che saranno utilizzati nel web
semantico, quali XML, RDF, RDFS e OWL nelle sue tre versioni, arricchendo il discorso con
delle previsioni per un’applicazione più efficace di questi linguaggi. Il capitolo si conclude
con alcuni esempi esistenti di effettiva applicazione di questi linguaggi e di come queste
applicazioni abbiano permesso di compiere un deciso salto in avanti nella qualità e
nell’accuratezza delle ricerche, nonostante applichino una minima parte delle potenzialità
dai linguaggi semantici.
Il Capitolo 4 è dedicato alla descrizione dettagliata dell’architettura e delle funzionalità
di X-Media. Il progetto X-Media, finanziato dall’Unione Europea nel FP6, prevede un
impegno di 4 anni dei 16 partner aderenti, fra i quali vi è il CRF con il ruolo di partner
aziendale. L’obiettivo principale del progetto è quello di sviluppare nuovi ed efficienti
paradigmi per l’estrazione, la condivisione ed il riuso della conoscenza che permettano agli
utenti di ridefinire e adattare le informazioni alle loro specifiche necessità. Il CRF è il
responsabile coordinatore dell’Area 4 ed ha il compito di fornire scenari grazie ai quali i
partner tecnologici possano inferire le necessità reali delle organizzazioni, alle quali dare
risposta con strumenti informatici assolutamente innovativi. Il capitolo prosegue con una
presentazione dei partner e della struttura del progetto, quindi fornisce una dettagliata
spiegazione delle quattro differenti aree in cui è stato suddiviso il progetto.
Nel Capitolo 5 viene presentata la metodologia centrata sull’utente che ha permesso di
descrivere i requisiti sotto forma di scenari d’uso. Vengono quindi descritti i vantaggi
derivanti dalla metodologia UCD e di come questa sia stata effettivamente utilizzata
all’interno di X-Media. Il capitolo prosegue introducendo gli scenari d’uso proposti dal CRF
all’interno del campo di studio riguardante il KM per il miglioramento prodotto. Dei quattro
use case presentati, quello denominato Competitors Scenario Forecast - Paolo e Elena use
case, è stato da me utilizzato per produrre la prima versione di un vision demonstator,
ovvero di un prototipo dell’interfaccia utente sviluppata in XHTML. Di questo dimostratore
viene fatta un’analisi dettagliata partendo da alcuni compiti principali svolti dai due utenti
INTRODUZIONE
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dello scenario, e mostrando tramite degli screenshots dell’interfaccia come questi task siano
stati riportati nel dimostratore.
Infine nel Capitolo 6 viene data una panoramica della specifica ontologia di dominio
sviluppata da FIAT Auto e utilizzata dal progetto. Dopo aver definito cosa intendiamo per
ontologia, disambiguando il termine da altri come tassonomia e classificazione, e scendiamo
più nel dettaglio analizzando la complessa infrastruttura ontologica di X-Media e le
differenti tipologie di ontologia che la compongono, nonché gli strumenti informatici che
servono per lo sviluppo e la manutenzione. Nella seconda parte del capitolo viene compiuto
uno studio sulla struttura dell’ontologia di dominio e delle fonti dati utilizzate per la sua
creazione. Infine si accenna alla possibilità di gestire l’incertezza dei dati tramite un
particolare uso delle ontologie e vengono forniti alcuni esempi relativi ai linguaggi RDF e
OWL.
Nel Capitolo 7 vengono tratte le conclusioni di questo lavoro di tesi, facendo particolare
riferimento a quelle tematiche proprie dell’Interazione Uomo-Macchina che potrebbero
essere utilizzate all’interno di X-Media per aumentare la qualità del progetto.
Il lavoro si conclude con la presentazione di una serie di quattro appendici che riporta-
no la descrizione completa degli scenari creati dal CRF, l’elenco dei WP e dei deliverable
prodotti dai partner del progetto X-Media, un esempio del codice sviluppato (sia XHTML
che CSS) ed infine viene data una panoramica su come funziona la ricerca in Europa e l’iter
da seguire per ottenere i fondi per la ricerca , in particolare per quanto riguarda il 7FP.
IL CRF NEI PROGETTI DI RICERCA EUROPEI
2 Il Centro Ricerche FIAT nei progetti di ricerca europei
Il fatto che in un’impresa innovativa inserita in un contesto molto competitivo, quale ad
esempio quello automotive, gli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S oppure R&D in
inglese da Research and Development) siano prerogativa necessaria per rimanere produttivi
sul mercato, è ormai divento una principio tanto conosciuto quanto condiviso.
Con la stessa sicurezza saremmo inoltre tentati di dire che in Italia lo spazio per la
ricerca è estremamente esiguo, limitato sia dalla cronica mancanza di fondi, tanto pubblici
quanto privati, che dallo scarso numero di strutture dedicate.
Considerando inoltre come strumenti fondamentali per la creazione di imprese a carat-
tere innovativo − penso in particolare al venture capitalism o alla nascita di spin off − non
siano ancora diffusi in Europa ed in particolar modo in Italia, lo scenario in cui si muove la
R&S nel nostro paese non sembra certo essere fertile.
Per farsi un’idea dell’attuale situazione reputo interessante riproporre un’indagine
pubblicata sul Sole 24 Ore a Marzo 2007riguardante la R&S nell’Unione Europea ed in cui
vengono proposti alcuni importanti indicatori.
1
In Italia nel 2004 sono stati depositati 68 brevetti per milione di abitanti contro i 137
dell'Unione Europea a 27, i 116 degli Stati Uniti, i 162 del Giappone, i 261 della
Germania, i 132 della Francia.
2
Risultiamo sempre ultimi in classifica per numero di ricercatori: 72.000 contro quasi il
quadruplo attivi in Germania, i 930.000 della Cina e gli 1.3 milioni degli USA.
Penultima posizione, peggio di noi fa solo la Spagna, per quanto riguarda i fondi
stanziati in R&S: in cifre assolute spendiamo 18 miliardi di dollari all'anno, contro i 40 della
1
Fonte: www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=892257&chId=30
2
Il panorama italiano non è come spesso accade omogeneo: ci sono infatti aree di eccellenza che spicca-
no rispetto alla media nazionale, quali l'Emilia Romagna con Modena (202) e Reggio (166) ed il Veneto con
Vicenza (191) e Treviso (136). Per ragioni opposte si distinguono invece Biella (27) e Belluno (47).
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IL CRF NEI PROGETTI DI RICERCA EUROPEI
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Francia, i 60 della Germania, gli oltre 100 di Cina e Giappone, e addirittura i 300 degli
Stati Uniti.
Non è chiaramente compito di questo lavoro né il verificare lo stato di salute della R&S
in Italia né tantomeno analizzare i motivi per i quali il nostro paese rimanga il fanalino di
coda in tanti indicatori riguardanti lo sviluppo e l’innovazione.
Mi è sembrato però doveroso accennare al contesto in cui si trova ad operare quello
che, come vedremo immediatamente, è il più grande investitore in R&S del nostro paese.
2.1 R&S nel Gruppo FIAT
Stando agli ultimi dati di cui sono riuscito a venire in possesso, il Gruppo FIAT è il più
grande investitore italiano in R&S con 1.8 miliardi di euro pari al 3.9% del fatturato
investito nel 2004.
3
Questo dato è tanto più significativo ricordando lo stato di crisi in cui la
FIAT si trovava ad operare in quell’anno ed in particolare FIAT Auto la quale investendo nel
2004 990 milioni pari al 4.8% dei ricavi confermava l’importanza strategica degli
investimenti in R&S per l’azienda.
Personalmente si è rivelata una piacevole sorpresa scoprire che le spese di ricerca, in
percentuale sul fatturato, superino quelle di Volkswagen, DaimlerChrysler e General
Motors, e siano solo lievemente inferiori a quelle Renault e Ford.
Come mostrato in Tabella 1 i centri di ricerca attivi sono 116 e impiegano circa 13.200
persone complessivamente.
4
Numero stabilimenti Numero centri di R&S
Italia 52 50
Europa esclusa Italia 56 32
Nord America 25 15
Mercosur 20 10
Altre aree 27 9
Totale 180 116
Tabella 1: stabilimenti e centri R&S Gruppo FIAT [fonte: gruppoFIAT.com]
3
Fonte: www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=664954&chId=30
4
Fonte: www.fiatgroup.com (al 31.12.2006)
IL CRF NEI PROGETTI DI RICERCA EUROPEI
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Per quanto riguarda l’anno concluso, le spese di R&S per l’intero Gruppo ammontano a
1.6 miliardi, pari a circa il 3.2% dei ricavi netti delle attività industriali, mentre per il
triennio 2007-2009 si prevede una spesa complessiva di circa 5.9 miliardi di euro.
5
2.2 R&S in FIAT Auto: CRF e ELASIS
In Italia i due centri di ricerca principali per FIAT Auto sono il Centro Ricerche FIAT (CRF) con
sede principale ad Orbassano in provincia di Torino ed ELASIS, con sede a Pomigliano in
provincia di Napoli.
2.2.1 IL CRF in breve
Il CRF occupa 878 ricercatori altamente qualificati con un’età media di 40 anni ed oltre
alla sede centrale conta quattro sedi decentrate a Valenzano (BA) Catania, Foggia e
Trento, oltre a controllare il Centro Ricerche Plast-optica (CRP) di Udine specializzato in
illuminazione e stampaggio plastica. Collabora stabilmente con circa 150 tra Università e
altri centri di ricerca e vanta collaborazioni con oltre 750 partner industriali in tutto il
mondo.
È controllato interamente da società del Gruppo FIAT, ad indicare una volta ancora
l’importanza rappresentata dal Centro Ricerche nella strategia aziendale.
Il CRF nasce nel 1976 ed oggi dispone di un vasto insieme di competenze tecniche che
possono esprimersi in una serie di laboratori all’avanguardia nella sperimentazione dei
sistemi Powertrain, della compatibilità elettromagnetica, dell’analisi sperimentale di noise
and vibrations, della simulazione di guida, dello sviluppo di nuovi materiali e di processi
produttivi , dell’optoelettronica e delle microtecnologie.
Il 2006 è stato indubbiamente un anno molto positivo per il CRF, come testimoniano le
61 nuove domande di brevetto depositate, che portano così ad oltre 2100 il numero totale
di brevetti registrati, con più di 900 domande pendenti. Il numero di invenzioni tutelate è
salito ad oltre 760.
Fra i risultati più significativi dell’ultimo anno si possono ricordare il sistema di iniezione
Multijet II, l’industrializzazione della nuova Panda Natural Power, il lancio del sistema di
comunicazione Blue&Me, basato sulla piattaforma Convergence, lo sviluppo di un sistema
5
Fonte: www.fiatgroup.com
IL CRF NEI PROGETTI DI RICERCA EUROPEI
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per lo smorzamento controllato delle sospensioni e la presentazione al salone di Ginevra
della Panda Multieco.
Tra le principali aree di competenza del CRF si segnalano:
• tecnologia diesel Common Rail;
• studio di applicazioni per combustibili alternativi;
• Powertrain ibridi ed a idrogeno;
• Progettazione di materiali e tecnologie per la qualità percepita;
• metodologie per la definizione ed il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo
prodotto;
• telematica e sistemi per la mobilità e l’intermodalità;
• Cost engineering, ergonomia, qualità e logistica di fabbrica;
• sistemi multimediali e tematiche di Human Machine Interaction (HMI);
• sistemi e soluzioni per la sicurezza preventiva;
• Product Lifecycle Management (PLM);
Un’ulteriore caratteristica del CRF è l’interesse posto ed il sostegno dato alla svolgimento
di tesi di laurea in azienda e di stage professionali post-laurea, gestite dall’Associazione
Tecnica dell'Automobile (ATA). Ad esempio durante il 2006 sono state attivate complessiva-
mente circa 86 borse, di cui 30 per le tesi di laurea.
2.2.1.1 La struttura del CRF
La struttura organizzativa del CRF è composta da un eterogeneo numero di dipartimenti
che coprono lo studio di molte delle tecnologie necessarie all’innovazione dell’autoveicolo,
come lo sviluppo di nuovi motori, la ricerca di soluzioni per la carrozzeria e l’abitacolo
all’avanguardia nonché lo sviluppo di soluzioni relative all’Information and Communication
Technology (ICT).
Nell’elenco successivo viene riportata la struttura in dipartimenti del CRF con una breve
descrizione delle principali aree di competenza:
• Technologies: know-how sulle tecnologie di comunicazione, localizzazione e multi-
mediali applicabili al settore automotive;
• Mobility Technologies: know-how sui temi della mobilità e delle infrastrutture intel-
ligenti;
IL CRF NEI PROGETTI DI RICERCA EUROPEI
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• System & Services: comunicazioni e sistemi multimediali, strategie di prodotto in
collaborazione con i diversi settori del Gruppo, collaborazione con i principali forni-
tori;
• Platform Development: ricerche sull’applicazione delle tecnologie di comunicazione
sui sistemi di terra, mantenimento delle competenze sulle metodologie e sulle archi-
tetture software;
• Embedded Systems: know-how sul tema dello sviluppo software per sistemi embed-
ded basati su sistemi operativi diversi, sviluppo di collaborazioni con società esterne
per il testing e la validazione di sistemi di bordo, sviluppo e gestione del sistema
Blue&Me;
• Infrastructures & Application Management: presidio dell’infrastruttura informatica
e gestione del supporto ai sistemi gestionali;
• Infomobility, il dipartimento nel quale ho lavorato e che è oggetto del prossimo
paragrafo.
2.2.1.2 Il dipartimento Infomobility
Il dipartimento nel quale ho svolto il mio lavoro da tesista, in particolare seguendo i
primi sviluppi del progetto X-Media è denominato Infomobility e nello specifico esso ha il
compito di:
6
• supportare i settori del Gruppo nel change management attraverso il trasferimento
di metodologie per migliorare i processi aziendali, ed in particolare lo sviluppo
prodotto utilizzando l'ICT;
• realizzare sistemi informativi all’avanguardia con particolare riferimento al testing
sia fisico che virtuale ed il relativo processo di pianificazione;
• sviluppare sistemi e metodi di Knowledge Management (KM);
7
• presidiare e sviluppare iniziative di ricerca europea in ambito ICT a supporto dei
processi aziendali.
6
Il dipartimento ha cambiato il proprio nome recentemente, sostituendo con Infomobility il precedente
Business Information Technology (BIT).
7
Spesso in questo lavoro ci si riferirà alle piattaforme software che permettono la gestione della cono-
scenza aziendale con il nome di Knowledge Management System, abbreviato in KM System.
IL CRF NEI PROGETTI DI RICERCA EUROPEI
Il dipartimento, la cui struttura è riportata in Figura 1, si compone di circa trenta di
persone, fra dipendenti e consulenti, altamente qualificate nella gestione di sistemi IT e
nello sviluppo software e la maggior parte di loro è in possesso di una laurea in informati-
ca.
Di assoluta rilevanza per questo gruppo di lavoro è la partecipazione alla gestione e
allo sviluppo di diversi progetti europei.
Uno dei prodotti di maggior successo concepiti e sviluppati dal gruppo di Infomobility è
stata la progettazione e lo sviluppo di un complesso database basato su tecnologia Oracle
e chiamato Piano di Sviluppo Integrato (PSI).
Il PSI si poneva l’ambizioso obiettivo di diventare il database integrato grazie al quale
riuscire a far convergere tutte le fasi di prototipazione e di sviluppo di ogni nuova
autovettura FIAT. A distanza di pochi anni dalla sua introduzione ha già raggiunto
l’obiettivo prefissato e molti degli sforzi attuali del gruppo Infomobility si concentrano
nell’integrare dentro al PSI, o nel far dialogare tra loro, gli altri strumenti IT inerenti al
processo di sviluppo di un nuovo autoveicolo.
Figura 1:il dipartimento di Infomobility [Fonte Intranet CRF]
2.2.2 ELASIS in breve
Elasis conta oltre 750 dipendenti ed è un centro di ricerca ad elevata specializzazione
nel settore dell’innovazione tecnologica, dello sviluppo completo di veicoli, della mobilità,
del suo impatto sull’ambiente e della sicurezza stradale.
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IL CRF NEI PROGETTI DI RICERCA EUROPEI
Dispone di evoluti mezzi di progettazione e calcolo, oltre che di strumentazioni per la
sperimentazione sia fisica che virtuale.
Si caratterizza per le collaborazioni attive con le Università, con gli istituti privati, con
l’Unione Industriale e con le Camere di Commercio del Mezzogiorno.
Figura 2: sedi CRF e ELASIS [fonte: Intranet CRF]
2.3 L’impegno del CRF nella ricerca
Il legame presente fra il Centro Ricerche FIAT e le altre società del Gruppo FIAT, in
particolare FIAT Auto, IVECO e CNH
8
si esplica nella scelta degli obiettivi di ricerca del
CRF.
Difatti, anche se spesso non è un requisito richiesto per accedere ai fondi di ricerca, il
CRF concentra i suoi sforzi in quella ricerca che permetta di far ottenere vantaggi tangibili,
siano essi di prodotto o di processo, alle altre società del Gruppo FIAT.
È quindi possibile vedere il Centro Ricerche Fiat come una delle poche realtà in cui dalla
ricerca pura si passa direttamente ad una ricerca applicata a livello industriale.
8
Case New Holland Global (CNH) è una società controllata dal Gruppo FIAT specializzata nella produzio-
ne di macchine agricole e per l'edilizia. Il cui nome è una contrazione delle ditte che la compongono: Case e
New Holland.
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IL CRF NEI PROGETTI DI RICERCA EUROPEI
Un ulteriore compito del CRF è quello di adattare i risultati delle ricerche a seconda
delle specifiche necessità del Gruppo nonché di supportare l’utente finale nella valutazione
e nella messa a punto di strumenti e metodologie facendo da interfaccia tra FIAT ed i
partner dei progetti.
2.3.1 La ricerca a livello nazionale
Nel corso del 2006 il CRF ha proseguito la politica di ricerca di finanziamenti a suppor-
to delle attività di interesse per i settori consorziati.
In particolare in ambito nazionale sono stati presentati ed approvati 11 Grandi Progetti
Strategici (GPS) del Ministero Università e Ricerca (MUR) che vedono il CRF in partnership
con le altre società del Gruppo per un costo complessivo di oltre 22 milioni di Euro.
Al momento della redazione di questa tesi sono in fase di valutazione 13 istanze presen-
tate nell’ambito del Fondo Integrativo per la Ricerca di Base (FIRB) del MUR e 4 progetti
presentati al Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del Bando sulle Tecnologie
Prioritarie.
2.3.2 La ricerca a livello europeo
Il Centro Ricerche FIAT è uno dei centri leader in Europa per quanto riguarda il numero
di progetti europei in cui ha attivamente partecipato, ben 487 dal 1986, anno in cui per la
prima volta venne istituito un Programma Quadro a livello di ricerca in Europa.
Figura 3: progetti europei finanziati dal 1989 al 2006 [fonte: Intranet CRF]
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IL CRF NEI PROGETTI DI RICERCA EUROPEI
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Nel VI Programma Quadro di Ricerca dell’Unione Europea (FP6), terminato a Dicembre
2006, il numero di progetti approvati ha toccato quota 128. Tra questi 21 sono stati
realizzati nell’ambito dell’European Council for Automotive R&D (EUCAR), l’associazione dei
costruttori auto nel settore della ricerca.
Dei 128 progetti approvati, 62 sono progetti tradizionali di ricerca denominati Strategic
Targeted Research Projects (STREP) e 43 sono Integrated Project (IP) più ambiziosi in termini
obiettivi, durata, budget e numero di partner.
I rimanenti progetti rientrano nelle attività di networking di centri di eccellenza e in
attività trasversali di supporto alla nascita di futuri progetti.
Tra le aree tematiche oggetto delle ricerche, il CRF si è concentrato sugli aspetti del
trasporto sostenibile con progetti che spaziano dalla sicurezza ai materiali innovativi per
l’alleggerimento delle strutture, dalla riduzione del rumore al miglioramento generale del
comfort di guida e dell’accessibilità al veicolo.
Rilevante inoltre è stata la partecipazione alle attività dell’area delle tecnologie della
società dell’informazione (IST) relative all’interfaccia uomo-veicolo, alla comunicazione
veicolo-veicolo e veicolo-infrastruttura, alle soluzioni di sicurezza preventiva ed al miglio-
ramento della mobilità.
A Dicembre 2006 è stato lanciato il VII Programma Quadro (FP7) il quale a differenza
del precedente avrà una durata di 7 anni ed un budget stanziato di circa 50 miliardi euro.
Gli ambiti nei quali si potranno concretizzare le proposte del CRF rimangono invariati
rispetto a quelli dei programmi quadro passati: Trasporti, ICT, Energia, Nuovi materiali e
Processi di Produzione.
Anche la tipologia dei progetti rappresenta una costante rispetto al passato: Progetti
Integrati, Reti di eccellenza, Progetti di ricerca tradizionali e Attività di supporto.
Per una spiegazione più dettagliata sul funzionamento della ricerca europea, sulla
differenza tra le tipologie di progetti e sull’iter necessario per l’approvazione di un
progetto di ricerca, si rimanda alla consultazione dell’Appendice C.
2.3.3 Progetti europei significativi in corso
Attraverso il sito dei progetti europei del CRF è possibile monitorare ed avere informa-
zioni su oltre sessanta dei progetti di ricerca attivi.
9
9
Cfr: www.CRFproject-eu.org