5
Dagli anni ’60 viene poi introdotta una quarta variabile esplicativa del turismo:
Lo scopo del viaggio che può comprendere qualsiasi motivazione al di fuori di un’attività
remunerata. La motivazione può essere propriamente turistica per esempio per scopi
culturali, sportivi, di piacere, di relax; oppure non direttamente turistici come ad esempio per
studio, per motivi salutari o per lavoro non remunerato.
2
Nel 1961 Bertolino spiega che il turismo “è uno spostamento dal luogo abituale di
residenza in uno o più luoghi di temporaneo soggiorno, al fine di soddisfare determinati bisogni
di diporto, con conseguente trasferimento dei redditi a puro scopo di consumo”.
4
La
International Union of Travel Organization sostiene nel 1968 che “il turismo è praticato con lo
scopo di arricchire le proprie conoscenze, oppure di migliorare la propria salute o ancora di
divertirsi ed evadere dai normali comportamenti della vita quotidiana.”
4
Successivamente nel
1974 Bukart e Medilik definiscono il turismo “l’insieme di tutte le relazioni e i fenomeni legati al
soggiorno di stranieri in una località in cui essi non esercitano un’importante, permanente o
temporanea attività remunerativa”; nel 1977 Jafari afferma che “il turismo ha come oggetto di
studio sia l’uomo lontano dal suo habitat usuale, sia l’industria che soddisfa i suoi bisogni, sia gli
effetti di entrambi i prodotti sull’ambiente socio-culturale economico e fisico della comunità
d’accoglienza”
4
. Secondo la definizione data dalla British Tourism Society nel 1979 “il turismo
include ogni attività connessa al temporaneo movimento di breve periodo di persone verso
destinazioni al di fuori del luogo dove normalmente vivono o lavorano, e di tutte le attività
durante il tempo di soggiorno in questa nuova destinazione”
4
; dal canto suo, l'Unione Europea
fa coincidere il turismo con “l'attività di chi si rechi e soggiorni in luoghi diversi da quello in cui
risiede abitualmente per non più di un anno consecutivo a scopo ricreativo, d'affari o altro”.
3
La
teoria moderna comprende anche il turismo d'affari, purché il soggiorno sia di almeno 24 ore o
comprenda un pernottamento e non origini un rapporto di lavoro duraturo. Più tardi nel 1991
Nano sostiene che “il turismo è praticato con lo scopo di arricchire le proprie conoscenze,
oppure di migliorare la propria salute o ancora di divertirsi ed evadere dai normali
comportamenti della vita quotidiana”
4
. Nel 1994 si giunse infine a coniare la definizione univoca
e universalmente accettata di turismo, coniata dal World Tourism Organization e dalla
Commissione Statistica delle Nazioni Unite secondo cui si definisce turismo:
“Le attività delle persone che viaggiano verso e, si trovano in luoghi diversi dal proprio ambiente
abituale, per un periodo complessivo non superiore ad un anno consecutivo a scopo di svago,
affari o per motivi diversi dall’esercizio di un’attività remunerata all’interno dell’ambiente
visitato”
1
.
3
http://economia.tesionline.it/economia/glossario.jsp?GlossarioID=2481
6
Secondo Battiliani (2001) ci sono state quattro tappe evolutive del turismo in Europa:
prototurismo: è la fase per eccellenza più lunga dal punto di vista della durata e si estende
dall’antichità sino alla seconda metà del XVIII secolo. E’ un tipo di turismo molto elitario, per
lo più effettuato dai giovani e ricchi rampolli della borghesia europea; i quali venivano
mandati “a spasso” per il continente a scopo di studio, conoscenza e come rito iniziatico. Più
comunemente chiamato Grand tour.
turismo moderno: il periodo di riferimento è quello che va dalla metà del XVIII secolo sino al
1930-1940. Rimane ancora un fenomeno elitario (anche se sull’aristocrazia iniziano a
prevalere le classi borghesi), ma in cui compaiono strutture ricettive specifiche accanto a un
deciso miglioramento dei trasporti consentito dalla ferrovia e alla creazione di strutture
organizzative e commerciali come le prime agenzie di viaggio.
turismo di massa: va dal secondo dopoguerra ai primi anni dell’epoca neo-industriale, è
un tipo di turismo nato nel periodo del “boom” economico, quando gli stipendi crescono e,
complice l’allungamento delle ferie pagate, molte famiglie durante i mesi estivi si recano
nelle località balneari.
turismo globale: ha inizio negli anni ’90 sino ai giorni nostri ed è caratterizzato da vacanze
standardizzate a bassi costi per brevi periodi.
2
Il turismo rappresenta un fenomeno molto complesso che può essere esaminato sotto
molteplici aspetti; quello sociologico con riguardo alle ragioni che incidono sulle scelte dei
singoli ad utilizzare a scopi turistico-ricreativi il loro tempo libero, quello economico in merito agli
effetti che il fenomeno ha sull’economia e sulla bilancia dei pagamenti di uno Stato, quello
giuridico per quanto riguarda la regolamentazione del turismo. Non si può non riconoscere che
il turismo individua un comportamento collettivo rilevante, posto che è un’esigenza
generalmente e spontaneamente avvertita quella di recarsi nelle più disparate località di
villeggiatura o le verso città d’arte. Aspetto qualificante è lo spostamento da un luogo ad un
altro: sempre di più, il turismo rappresenta una necessità dell’uomo moderno per soddisfare
esigenze di carattere culturale, per arricchire le proprie esperienze non solo per motivi di svago
e di impiego di tempo libero.
Il servizio turismo
Tutti noi ci troviamo spesso nella condizione di dover comperare beni e servizi senza
poterne valutare la qualità a priori e, talvolta, andiamo incontro a brutte sorprese.
Il turista è un consumatore particolarmente "a rischio". Esso, infatti, sceglie un prodotto - un
viaggio, un soggiorno o altri servizi turistici - praticamente a “scatola chiusa”, sulla base delle
informazioni contenute in un catalogo o in una guida. Per servizio si intende un prodotto
complesso tendente a soddisfare bisogni e aspettative mai univoche e operanti attraverso una
relazione tra erogatore e cliente. La produzione di servizio ha caratteristiche diverse rispetto a
quelle di beni materiali. Per quanto riguarda i servizi, produzione ed erogazione sono inscindibili
e ciò comporta l’impossibilità di fare scorte e la necessità di produrre al momento il servizio;
inoltre i servizi sono per loro natura intangibili.
4
Oltre all’intangibilità e alla deperibilità (che sono
anche caratteristiche dei servizi generali) il turismo è particolare anche per i seguenti elementi:
anelasticità dell’offerta: i prodotti turistici non si adattano con facilità ai cambiamenti nella
domanda, in quanto dipendono dalle infrastrutture di accoglienza e di trasporto.
elasticità della domanda: dall’altro lato, la domanda di prodotti turistici reagisce molto
velocemente agli eventi e ai mutamenti ambientali come le minacce alla sicurezza (guerre,
criminalità, epidemie ecc.), i mutamenti economici (tassi di cambio, recessione ecc.) o
semplici mutazioni nella moda (Acapulco negli anni ’90 era una delle mete più frequentate
del Messico, ora sostituita da Playa del Carmen)
complementarietà: il prodotto turistico non è costituito da un singolo servizio, ma è
composto da diversi sottoprodotti complementari, che insieme contribuiscono a produrre la
qualità dell’intero complesso. E’ ciò che si definisce un “servizio in catena”, il cedimento di
un solo singolo elemento mette in crisi l’intero pacchetto.
inseparabilità: produzione e consumo avvengono in contemporanea, al punto che spesso si
parla del turista come “prosumer”, cioè di un soggetto non solo coinvolto nel consumo, ma
anche nella produzione del servizio. La partecipazione dei turisti nelle varie attività e
intrattenimenti di una vacanza è spesso una componente vitale del suo successo: un
esempio è costituito dalle attività di animazione nei villaggi turistici.
eterogeneità: è praticamente impossibile produrre due servizi turistici identici. Ci sarà
sempre una differenza di qualità, anche se la natura dei servizi proposti rimane costante.
7
4
Flavio Sangalli, “Qualità totale e imprese di servizi”, pag. 100, Milano, 2002.
8
Questa differenziazione può rivelarsi positiva, in quanto permette una certa possibilità di
sostituzione tra prodotti diversi. Tuttavia, il prodotto risultante non sarà mai esattamente lo
stesso. Cambiare un albergo con un altro, anche se sono della stessa categoria, produrrà
un’esperienza diversa e quindi un diverso prodotto finale; lo stesso vale per le camere di un
medesimo hotel, che difficilmente hanno la stessa dimensione e ubicazione, lo stesso
panorama e la stessa tranquillità e comodità.
alti costi fissi: il costo iniziale per fornire gli elementi di base del prodotto turistico (come
trasporti e strutture di accoglienza) è molto elevato e richiede ingenti investimenti che non
danno garanzie sulla loro profittabilità futura.
alta densità di manodopera: il turismo è un “industria di persone”. Una parte dell’esperienza
di viaggio dipende dalla qualità dei servizi che i visitatori ricevono e dall’abilità del personale
nelle aziende turistiche del luogo di destinazione. Perciò il prodotto turistico è caratterizzato
da un alto rapporto tra personale e clientela, soprattutto per quanto riguarda il personale di
contatto.
5
5
Luigi Guiotto, “Un gioco senza confini”, Torino, 2005 pag. 124
Breve storia del diritto del turismo
E’ usuale segnare l’inizio in Italia di una disciplina specifica in materia di turismo, agli
inizi del ‘900, precisamente con la legge 11 dicembre 1910, n. 863, che istituì una tassa di
soggiorno a carico di coloro che avessero soggiornato per almeno cinque giorni, a scopo di
cura, in comuni nei quali esistevano stabilimenti idroterapeutici o qualificati come stazioni
climatiche-balneari. Nell’arco del XIX secolo il turismo venne incoraggiato più che altro da
associazioni private come il Club Alpino Italiano (CAI) il Touring Club Italiano (TCI) e le pro–
loco, ma non in completa assenza di qualche disciplina rilevante, che anzi può essere
rammentata quella recata dal codice civile del 1865, sulla custodia, la garanzia e la prescrizione
dei crediti dell’albergatore.
Nel primo dopoguerra, con il r.d.l. 12 ottobre 1919, n 2099, convertito poi dalla legge 7
aprile 1921 venne istituito l’ENIT (l’ente nazionale per l’incremento delle industrie turistiche),
come ente pubblico, dipendente dal ministero dell’industria, del commercio e del lavoro. Il r.d.l.
19 novembre 1921, n.1724 consentì ad ogni comune di applicare la tassa di soggiorno. Nel
1926, con il r.d.l. 15 aprile, n. 765, convertito poi dalla legge 1° luglio, n.1380 vennero istituite le
Aziende autonome di cura soggiorno e turismo, nei luoghi riconosciuti stazioni di cura,
soggiorno e turismo, con provvedimento del Ministero dell’interno.
6
Si è osservato che con
l’istituzione delle Aziende del turismo si chiudeva il primo ciclo della storia dell’organizzazione
turistica, che iniziatosi nel 1910 con le disposizioni relative alla tassa di soggiorno, aveva visto
l’affermazione (pur tra evidenti contrasti, soprattutto nel periodo successivo al 1919) del
turismo, come uno dei nuovi compiti a carattere prevalentemente economico, nei confronti dei
quali lo Stato non poteva rimanere in posizione di indifferenza.
7
Nel 1931, con il r.d.l. 23 marzo, n. 371, venne istituito il Commissariato al turismo, le cui
funzioni passarono in seguito ad altri organi centrali del Governo e infine al Ministero della
cultura popolare. Nel 1934, a livello locale vennero istituiti i comitati provinciali per il turismo,
che con il r.d.l. 20 giugno 1935, n 1425 furono trasformati in Enti provinciali per il turismo (EPT).
Il r.d.l. 22 aprile 1937, n. 925, introdusse una disciplina della propaganda turistica all’estero; e
con la legge 16 giugno 1939, n. 1021 venne riorganizzato l’ENIT.
6
L’affermazione del turismo
negli anni ’30 condusse poi all’approvazione di varie leggi di settore:
relativamente al settore delle strutture turistiche:
9
6
V. Franceschelli – F. Morandi, “Manuale di diritto del turismo” Torino, 2003, pag. 16‐17
7
M. P. Chiti, “Profilo pubblico del turismo” cit. 45
10
o il r.d.l. 24 ottobre 1935, n. 2049 e il r.d.l. 18 gennaio 1937, n. 244 sulla disciplina dei
prezzi degli alberghi e pensioni;
o il r.d.l. 18 gennaio 1937, n. 975 sulla classificazione degli alberghi e pensioni;
o il r.d.l. 21 ottobre 1937, n. 2180, sui provvedimenti per la dichiarazione di pubblica utilità
nelle esportazioni per la costruzione di nuovi alberghi e l’ampliamento o trasformazione
di quelli già esistenti in comuni di particolare interesse turistico;
o il r.d.l. 6 giugno 1939, n. 1111, sulla disciplina degli affittacamere;
relativamente alle imprese di produzione e organizzazione di viaggi e soggiorni:
o Il r.d.l. 23 novembre 1936, n. 2523, di disciplina delle agenzie di viaggio e turismo;
relativamente alle professioni turistiche:
o Il r.d.l. 18 giugno 1937, n. 448, di disciplina delle guide, corrieri e interpreti.
Nel periodo anteriore alla seconda guerra mondiale, il turismo riuscì ad affermarsi
saldamente, (come dimostra l’intervento globale sulle principali attività turistiche, come alberghi,
guide, interpreti ed uffici del turismo, tramite la loro disciplina non dal solo punto di vista della
pubblica sicurezza, ma preminentemente da quello turistico con la classificazione in categorie,
la determinazione delle tariffe, le agevolazioni creditizie, ecc) malgrado un processo di sviluppo
non lineare.
8
L’ordinamento repubblicano, fondato sulla Costituzione del 1948, ereditò la legislazione
di settore dell’epoca fascista, che rimase quindi in vigore, ancorché soggetta, all’eventuale
vaglio di legittimità costituzionale. Ma già a seguito della caduta del fascismo, venne soppresso
nel 1944 il Ministero della cultura popolare e venne istituito, con il d.l. del Capo provvisorio dello
Stato 12 settembre 1947, n. 941, un nuovo organo centrale di governo anch’esso denominato
Commissariato per il turismo, affiancato da altro organo di nuova istituzione: il Consiglio
centrale del turismo, organo di consulenza del Commissariato.
Un massiccio riordinamento dell’amministrazione pubblica del turismo fu approvato però
tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 in pieno “boom” economico. Come scrisse
Boneschi
9
“nel ’53 riapre il Grand Hotel di Rimini, completamente e costosamente restaurato:
camere in stile impero e cristalli di Boemia per 5.000 lire al giorno”; ed “è solo un po’ più caro
l’Hotel Augustus, inaugurato quell’estate a Forte dei Marmi, ma dotato di una curiosità esotica: i
bungalow immersi nel verde” e “a mano a mano che il decennio avanza, l’idea e la pratica della
vacanza tendono ad allargarsi, a perdere le rigide distinzioni di ceto e di classe che erano
retaggio del passato”. Sono anche numerosi i turisti stranieri: “gli Americani fanno di Roma
8
M.P. Chiti, Profilo pubblico del turismo, cit. 51
9
A. Mondadori, “Poveri ma belli” Milano, 1995, pag. 268