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erano cos attinenti alla realt come si era sempre pensato. A poco a poco vennero
svelati una quantit di cosiddetti errori sistemat ici che Kahneman e Tversky
spiegarono brillantemente tramite quelle che definirono euristiche .
Lungi da questa introduzione elencare e spiegare la totalit delle euristiche, basti
sapere che le risposte che diamo ai quesiti che incontriamo sono piø o meno fortemente
influenzate non solo dal contenuto del problema, ma anche dal modo e dal contesto in
cui il problema stesso Ł presentato. Le euristiche non sono altro che scorciatoie della
mente , applicate automaticamente e inconsapevolmen te nel momento in cui ci Ł
richiesto di operare un giudizio. Esse hanno il vantaggio di essere procedure rapide ed
economiche per la risoluzione dei problemi, ma non sono allo stesso tempo sistematiche
(ovvero flessibili in base alla situazione particolare). Per questo motivo in alcuni casi
risultano assolutamente inadeguate e portano l uomo a compiere bias nella
formulazione di giudizi e nell operare scelte ottimali.
Inutile dire che le ricerche pionieristiche di Kahneman furono caldamente osteggiate
dalla comunit degli economisti, ma i suoi sforzi n on furono vani: nel 2002 gli fu
consegnato il Nobel per l economia «per avere integrato risultati della ricerca
psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla
teoria delle decisioni in condizioni d incertezza». In particolare ebbe il merito di essere
il primo psicologo a ricevere tale riconoscimento. E bene ricordare, in conclusione,
che le ricerche di Kahneman e Tversky sono state di estrema utilit per lo sviluppo della
metodologia delle scienze sociali tutte, senza limitarsi al solo ambito economico.
1.2. Ragionatori ingenui, ragionamento estensionale e non estensionale
Sulla scia delle scoperte che venivano sempre piø spesso pubblicate, in molti si
interessarono al problema della cosiddetta raziona lit limitata . Come spesso accade in
ambito scientifico, scoperte rilevanti e rivoluzionarie stimolano i ricercatori a
considerare lo stesso oggetto di studio da vertici osservativi differenti.
E fondamentale sottolineare che la tipologia di ragionamento circa i processi di
giudizio e di decisione in condizioni di incertezza rilevata e approfondita da
Kahneman era di tipo non estensionale (Johnson-Laird e al., 1999).
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Tramite questa modalit di ragionamento gli individ ui si avvalgono di euristiche per
inferire la probabilit di un evento (per esempio, se un esemplare Ł tipico di una
categoria ha una piø alta probabilit di appartener e a quella categoria Ł un euristica di
rappresentativit ). Questo tipo di ragionamento Ł induttivo, ovvero, le sue conclusioni
possono essere false anche se le premesse sono vere. Infatti non Ł affatto detto che sia
piø probabile che un ragazzo introverso, amante del sapere e della lettura sia un
bibliotecario piuttosto che un ingegnere. Semplicemente la descrizione suggerisce che il
ragazzo sia piø rappresentativo della categoria bi bliotecario . Tuttavia le persone
tendono, quando devono giudicare la probabilit di appartenenza a una determinata
categoria, a far coincidere la rappresentativit pe r quella categoria con il giudizio
probabilistico di appartenenza. Questa tendenza sistematica Ł utile nella vita di tutti i
giorni, ma pu portare a grossolani bias di giudizi o. E chiaro che il modo stesso in cui
viene posto il quesito e le informazioni che vengono date vanno a influenzare la
modalit di ragionamento che andr a determinare la risposta, ma Ł proprio questo che
Kahneman voleva ricercare: che cosa fa s che le persone rispondano in un determinato
modo piuttosto che in un altro? Quali sono gli elementi che automaticamente e
inconsapevolmente indirizzano verso una ben determinata modalit di ragionamento la
maggior parte degli individui?
A poco a poco si distinsero coloro che volevano considerare il problema della
razionalit limitata da un punto di vista molto div erso: il focus delle ricerche era il
ragionamento estensionale circa la probabilit . Ovvero, in che modo gli indi vidui
inferiscono la probabilit di un evento solo ed esc lusivamente dai possibili modi in cui
l evento si pu verificare? Inferenze di tipo esten sionale circa la probabilit vengono
quindi tratte esclusivamente sulla base dell enumerazione delle diverse possibilit in cui
gli eventi possono verificarsi. In questo caso quindi non si trattava piø di spiegare le
risposte individuali tramite scorciatoie della men te , come le euristiche di
disponibilit , rappresentativit o framing. I probl emi a cui si doveva rispondere erano,
per scelta, il piø astratti possibile, proprio per eliminare la possibile influenza
induttiva delle euristiche. Questa modalit di rag ionamento oggetto di studio Ł quindi
di tipo deduttivo: le sue conclusioni devono essere necessariamente vere se le premesse
sono vere (si Ł visto come per il ragionamento non estensionale/euristico non sia cos ).
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Eppure si inizi ad osservare che anche in questi c asi le persone commettevano
sistematicamente errori.
Con un linguaggio niente affatto offensivo potremmo definire il target di individui
testati in entrambi i filoni di ricerca come ragionatori ingenui o naive , in quanto,
per scelta dei ricercatori, non dovevano possedere raffinate nozioni di calcolo
probabilistico. In pratica ci che interessava era il modo di ragionare delle persone prive
di conoscenze matematico/statistiche in semplici compiti di scelta o giudizio in
condizioni di incertezza (in questo modo era possibile, se le persone fossero state
campionate in modo corretto, estendere i risultati all intera popolazione da cui
proveniva il campione, e quindi alle persone in g enerale).
Si stava cos preparando il terreno per un ulteriore disputa teorica. Riassumendo le
rispettive posizioni, da una parte vi era un nutrito gruppo di ricercatori che, sull onda
dei recenti successi di Kahneman, affermava che:
• Il ragionamento naive sulla probabilit Ł un processo solo ed esclusivamente
induttivo e non estensionale (come lo aveva considerato/interpretato
Kahneman).
• Nel momento stesso in cui viene utilizzato il ragionamento estensionale
evidentemente non piø da ragionatori ingenui esso si basa sulla piø o meno
tacita conoscenza del calcolo probabilistico: ragionamento estensionale e
calcolo bayesiano coincidono.
• Per questo motivo, quando si inizia a ragionare in modo estensionale le
illusioni cognitive circa la probabilit che port ano gli individui a
commettere errori sistematici spiegabili tramite le euristiche svaniscono.
All alba di clamorose scoperte scientifiche il rischio Ł quello di cavalcare l onda
un po troppo acriticamente, estremizzando e generalizzando oltre il limite consentito i,
pur ottimi, risultati. In effetti, se Ł vero che Kahneman si era occupato esclusivamente di
ragionamento probabilistico da un punto di vista non estensionale (ed era stato proprio
questo approccio a determinare la sua fortuna), ci non equivaleva affatto ad affermare
che i tutti i ragionatori ingenui potessero affrontare problemi di probabilit solo ed
esclusivamente da quel punto di vista. Dall altra parte, infatti, si era formato un nutrito
gruppo di ricercatori che mirava a fornire un alternativa chiave di lettura al problema.
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Il loro punto di partenza era:
• Esiste una modalit di ragionamento circa i problem i di scelta/probabilit
che Ł di tipo non estensionale. In questi casi vengono operate induzioni ed
eventuali bias di ragionamento possono essere spiegati tramite le euristiche
di giudizio.
• Vi sono, per , casi in cui problemi di probabilit vengono affrontati in modo
esclusivamente estensionale, senza l ausilio delle suddette euristiche, questi
casi riguardano le deduzioni pure.
• Inoltre, vi sono forti dubbi circa la piø o meno t acita conoscenza del
calcolo probabilistico bayesiano e sua conseguente applicazione nei
problemi estensionali: sarebbe come assumere che esso Ł gi presente nella
mente degli individui a priori . Numerose evidenze empiriche (per non
citare il buon senso) suggerivano per che nei comp iti estensionali non solo i
ragionatori ingenui non risolvevano problemi di probabilit per mezzo del
teorema di Bayes, ma che anche quando veniva loro spiegato lo trovavano
non immediato, e tendevano a risolvere i problemi in altro modo, essendo
comunque in grado di mantenere un approccio puramente estensionale al
compito. Esiste quindi una modalit si ragionamento estensionale non
esperta. Il calcolo bayesiano Ł invece una modalit normativa esperta di
ragionamento estensionale circa le probabilit .
• Infine, continuavano a verificarsi casi in cui gli individui cadevano in errori
sistematici dettati da illusioni cognitive, sebbene ragionassero in modo
estensionale circa le probabilit .
Ci che ancora mancava era una vera e propria teori a che spiegasse e inserisse in un
quadro unitario tutti questi quesiti e problematiche nascenti. Nel 1999 Johnson-Laird e
colleghi pubblicarono Naive probability: a Mental Model Theory of Extens ional
Reasoning . Lo studio sperimentale da me portato avanti mira ad analizzare, tramite la
teoria dei modelli mentali, un quesito altamente controintuitivo: il problema di Monty
Hall . La teoria, per definizione, pu e deve esser e criticabile, ma bisogna riconoscere a
Philip Johnson-Laird, uno dei massimi psicologi del ragionamento viventi, il merito di
aver chiarito una volta per tutte una grande quantit di concetti che effettivamente fino a
quel momento erano rimasti poco differenziati fra loro o per niente approfonditi.