6
- il differenziale di performance ottenuto da una impresa campana (oggetto del caso studio) a
seguito dell’introduzione della certificazione del proprio sistema di gestione per la qualità
(SGQ).
Nel definire l’impostazione generale del lavoro di tesi e la sua metodologia, si sono posti i seguenti
obiettivi strategici:
- offrire un primo strumento conoscitivo delle iniziative di certificazione realizzate in ambito
nazionale ed europeo (in particolare a livello di settore agro-alimentare), in grado di accrescere
la visibilità di tali certificazioni anche fra coloro che non vi operano direttamente;
- mettere a disposizione, per i soggetti che a vario titolo si avvicinano alla certificazione del
sistema di gestione per la qualità (SGQ), informazioni relative al percorso da seguire per
ottenere tale certificazione;
- fornire elementi per valutare i possibili costi e benefici conseguenti alla implementazione e
mantenimento di una certificazione del sistema di gestione per la qualità (SGQ).
E’ opportuno inoltre ricordare che la tesi ha due diverse dimensioni.
- la prima dimensione è quella prettamente tecnica, che prevede l’utilizzo di informazioni
ottenute a seguito della lettura di testi bibliografici e attraverso l’analisi della norma ISO
9001:2000;
- la seconda dimensione è quella più strettamente operativa: sulla base delle informazioni di cui
sopra, viene presentato il caso di una azienda campana certificata e sono espresse valutazioni
sul valore ottenuto a seguito della certificazione.
Per quanto riguarda la struttura, occorre precisare che il lavoro di tesi si articola in tre parti. Nella
prima parte vengono riportate ed analizzate le esperienze di certificazione e si presenta la differenza
esistente fra i diversi tipi di certificazione; nella seconda ci si sofferma, in particolare, ad illustrare
l’importanza della certificazione del sistema di gestione per la qualità (SGQ) e a delineare gli elementi
ai quali occorre dare risposta per procedere alla costituzione di un tale strumento di valorizzazione;
nella terza parte si riportano possibili costi e benefici relativi all’implementazione e mantenimento di
tale certificazione e si presenta il caso di studio.
Le informazioni per effettuare questo tipo di lavoro sono state ottenute attraverso una raccolta di
materiale bibliografico, analizzando informazioni desumibili da fonti ufficiali o disponibili a livello di
Sincert.
7
In particolare, grazie ai colloqui con il personale dell’azienda caso di studio è stato possibile acquisire
documentazione relativa alla certificazione, in particolare il Manuale e le procedure di gestione.
Nel contempo, analizzando la normativa che disciplina la costituzione della certificazione del sistema
di gestione per la qualità (SGQ), sono state raccolte utili informazioni, relative all’iter procedurale da
seguire per la costituzione della certificazione. Un lavoro svolto dall’Università Bocconi ha poi
consentito di ottenere indicazioni sulla metodologia da applicare per misurare il beneficio
conseguente all’applicazione della certificazione del sistema di gestione per la qualità (SGQ),
indicazioni che sono state poi utilizzate nella terza parte del lavoro, trasferendole all’azienda caso di
studio.
8
Capitolo 1: INTRODUZIONE ALLA QUALITÀ
1.1 Il concetto di qualità e la sua evoluzione
Qualità significa capacità di soddisfare esigenze, di tipo materiale e morale, economico e sociale,
esplicitate in forma di requisiti non generici, ma concreti e misurabili attraverso adeguati processi di
regolamentazione e normazione (Sincert , 2005).
La realizzazione della qualità consiste, pertanto, nel conferire ai prodotti e servizi di una determinata
organizzazione e, più in generale alle attività socio-economiche proprie di un determinato contesto la
capacità di soddisfare i bisogni/requisiti correlati.
L’assicurazione della qualità, a sua volta, consiste nel garantire al “mercato” (inteso nella sua
accezione più ampia come l’intero contesto socio-economico di riferimento), con un adeguato livello
di confidenza, che tale capacità effettivamente sussiste. Essa non costituisce di per sé un fine (che è
invece rappresentato dalla realizzazione della qualità), ma bensì uno strumento inteso ad ingenerare
negli stakeholders sufficiente fiducia circa l’effettiva capacità di soddisfazione dei loro bisogni.
È del tutto evidente che la competitività di un’organizzazione intesa come capacità di creare valore
per sé e per i propri stakeholders con crescente affermazione sul proprio “mercato” è strettamente ed
univocamente correlata alla sua capacità di produrre e assicurare qualità, nelle diverse forme e gradi
applicabili.
Tale capacità non è mai assolutamente “certa” (in termini sia di realizzazione, sia di assicurazione) ma
è affetta da un grado di incertezza che rappresenta un “rischio di non qualità”.
È quindi utile ricordare, fin d’ora, che la “gestione dei rischi” associati è una componente essenziale
dei processi di realizzazione e assicurazione della qualità e la riduzione del rischio costituisce uno
strumento primario per il miglioramento degli standard di qualità nelle molteplici accezioni del
termine di cui al seguito (qualità economica, qualità ambientale, qualità della vita “tout court”).
Gli sviluppi della cultura e della prassi della qualità e della relativa normazione hanno attraversato,
storicamente, un lungo percorso evolutivo e sono stati caratterizzati da diversi approcci alla qualità
(gestione e riduzione del “rischio di non qualità”) (Sincert , 2005):
- a partire dall’approccio diretto correttivo (controllo della qualità), tipico della certificazione di
prodotto e delle attività ispettive (riduzione del rischio di immissione, sul mercato, di “prodotti” non
conformi),
9
- attraverso l’approccio indiretto sistemico preventivo (assicurazione della qualità), basato su di un
modello rigido di sistema ancora sostanzialmente ispirato ai tradizionali meccanismi di produzione
industriale rappresentato dalle norme della serie ISO 9000 nelle successive edizioni 1987 e 1994
(riduzione “statica” del rischio di produzione di “prodotti” non conformi – rischio mantenuto su di un
livello accettabile, ma non necessariamente in costante diminuzione),
- fino all’approccio sistemico pro-attivo (gestione per la qualità), altamente flessibile ed applicabile
a qualsiasi attività socio-economica, strutturato per processi e non per elementi di sistema e fondato
sulla ricerca dell’efficacia e del miglioramento continuo, rappresentato dalle norme della serie ISO
9000:2000 (gestione “dinamica” del rischio di produzione di “prodotti” non conformi – rischio in
costante diminuzione – miglioramento continuo).
I primi e principali generatori di qualità sono le organizzazioni produttrici di beni e servizi le quali si
avvalgono, per la realizzazione della qualità, di servizi di assistenza e consulenza (servizi di studio,
progettazione, ricerca, formazione, consulenza sui sistemi di gestione aziendale, ecc..) e, per la
assicurazione della qualità, di servizi di valutazione di conformità (prove, misure, tarature,
certificazione di prodotti e sistemi, ispezioni, ecc..).
Le esigenze che la qualità è chiamata a soddisfare possono essere di carattere "primario", connesse
cioè con la tutela di bisogni fondamentali, quali la salute e la sicurezza delle persone, o di natura
"accessoria", relative allo sviluppo del sistema economico e al benessere della società (adeguata
gestione delle risorse e dei processi produttivi – qualità di sistema; prestazioni, affidabilità, durata e
caratteristiche qualitative in genere dei prodotti, sia beni strumentali, sia prodotti di consumo – qualità
di prodotto (Sincert 2005).
Come tali, sono caratterizzate da diversi gradi di priorità e livelli di tutela.
I bisogni primari sono tutelati dalla legislazione dello Stato attraverso le cosiddette Regole Tecniche
(obbligatorie) che prescrivono i requisiti essenziali per la protezione di interessi pubblici generali
nonché, in molti casi, le procedure per la dimostrazione della conformità a tali requisiti.
Le esigenze accessorie sono coperte da Norme Tecniche (volontarie) o riferimenti normativi
equivalenti, che stabiliscono i requisiti costruttivi, prestazionali e funzionali dell’oggetto della
normazione.
Di fatto, vi è oggi una forte interazione tra Regole e Norme Tecniche con crescente utilizzo di queste
ultime come strumento di dimostrazione di conformità alle prime.
10
In ogni caso, le Norme (siano esse Regole obbligatorie o Norme volontarie) costituiscono il
riferimento primario per i processi di costruzione e verifica della qualità e la conformità alle Norme
è considerata sinonimo di qualità.
Si noti che il concetto di qualità è stato tradizionalmente associato al soddisfacimento di bisogni di
carattere essenzialmente “economico” e, in particolare delle esigenze e aspettative del “cliente” (vuoi
utilizzatore strumentale, vuoi utente finale o consumatore) nel quadro di uno specifico rapporto
contrattuale.
In epoca recente, accanto alla classica domanda di qualità economica di cui sopra – che permane forte
in quanto ormai, di fatto, imposta dalle leggi di mercato – si è andata affermando una domanda di
nuove e più ampie forme di qualità, intese alla soddisfazione di una più vasta gamma di bisogni
espressi da un più ampio contesto di parti interessate (stakeholders) e che possono essere, a buon
diritto, riassunte nel termine “qualità sociale” o (qualità della vita tout court) (Sincert , 2005). Tali
nuove domande sono destinate a conferire un ulteriore impulso alla crescita della cultura e della prassi
della valutazione di conformità, arricchendone i contenuti ed il valore. Fra le nuove, emergenti,
domande di qualità si citano, a titolo di esempio quelle relative alla:
- qualità ambientale: che è chiamata a tutelare i bisogni della collettività presente e futura nel quadro
dello sviluppo sostenibile e può essere conseguita tramite approccio, sia sistemico (certificazione di
sistema di gestione ambientale – norma ISO 14001 o Regolamento EMAS III), sia di prodotto
(etichette ambientali di vario tipo, inclusa la dichiarazione ambientale di prodotto);
- qualità del lavoro; che è intesa a tutelare i bisogni di salute e sicurezza del lavoratori ed è
conseguibile tramite un adeguato approccio di sistema (certificazione di sistemi di gestione per la
sicurezza e salute sul lavoro – norma OHAS 18001);
- qualità dell’informazione; che è finalizzata a proteggere la riservatezza e a consentire una corretta ed
efficace fruizione delle informazioni, nell’ambito della moderna economia della informazione.
Essa riguarda, non solo gli operatori economici, ma anche la collettività dei cittadini nel suo
complesso e può basarsi su approcci, sia di sistema (certificazione di sistemi di gestione per la
sicurezza delle informazioni – norma BS 7799), sia di processo/servizio (es. certificazione di servizi
forniti per via elettronica);
- qualità etica: che riguarda la responsabilità sociale delle imprese e le problematiche sociali connesse
con le attività produttive in genere; essa è chiamata a tutelare i soggetti deboli della società,
11
eliminando in particolare lo sfruttamento della forza lavoro e garantendo una base di equa
competizione nel commercio internazionale (es. norme SA 8000).
La risposta a queste nuove, emergenti, domande di qualità rappresenta la sfida per il futuro della
qualità.
1.2 I riferimenti per la qualità – la Normazione
Le Norme (Regole Tecniche, Norme Tecniche o documenti normativi equivalenti) costituiscono il
riferimento primario per i processi di costruzione ed assicurazione della qualità. Esse stabiliscono i
requisiti applicabili all’oggetto della normazione e forniscono regole e criteri per la valutazione di
conformità a tali requisiti.
1.2 .1 Le Regole Tecniche (obbligatorie)
Si tratta del complesso di norme e regolamenti aventi valore giuridico cogente che stabiliscono i
requisiti essenziali a tutela di interessi pubblici collettivi, quali la sicurezza e la salute, nelle diverse
attività socio economiche.
Le Regole Tecniche sono state emesse, tradizionalmente, dalle autorità dei singoli stati. Oggi, a
seguito della crescente globalizzazione degli scambi, vi è una forte tendenza verso la loro
armonizzazione a livello sovra nazionale (si veda l’esempio delle Direttive dell’Unione Europea).
La conformità alle Regole Tecniche (es. Direttive), spesso indicata con il termine certificazione
obbligatoria, garantisce solo il rispetto dei requisiti essenziali e rappresenta quindi un livello basico
di qualità, importante ma non necessariamente esaustivo.
Le Direttive dell’Unione Europea sono le Regole Tecniche del Mercato Unico Europeo e, in
prospettiva, del mercato mondiale; esse stabiliscono i requisiti essenziali di cui sopra e specificano
altresì i criteri da adottare per la dimostrazione di conformità a tali requisiti.
L’implementazione delle Direttive è oggi basata sulle stesse Norme Tecniche adottate nel settore
volontario, sia di tipo settoriale (cosiddette norme “armonizzate”, ove esistenti), sia di carattere
orizzontale (es. Norme della serie EN 45000, ISO/IEC 17000, ISO 9000, ed altre).
1.2.2 Le Norme Tecniche (volontarie)
Sono documenti tecnici, adottati spontaneamente dagli operatori economici, che forniscono
prescrizioni in ordine ad una determinata attività (processo) od ai suoi risultati (prodotto o servizio),
finalizzati al miglior ordinamento di un determinato contesto.
Sono prodotte attraverso il consenso di tutte le parti interessate ed emesse dai competenti Organismi
normatori nazionali (in Italia UNI e CEI), regionali (in Europa CEN, CENELEC) e internazionali
12
(ISO, IEC) o da altri Enti tecnici e scientifici di riconosciuta competenza e prestigio. Nella categoria
delle cosiddette norme volontarie rientrano anche i riferimenti normativi sviluppati direttamente da
singoli soggetti culturali ed economici (es. Associazioni culturali, Associazioni industriali, operatori
della valutazione di conformità), nonché le specifiche tecniche redatte da singoli utilizzatori o gruppi
di utilizzatori per determinati settori e tipologie di attività.
Il corpo delle Norme Tecniche comprende due categorie fondamentali di norme:
● Norme settoriali; concepite per i diversi settori delle attività industriali, economiche e sociali; a
loro volta suddivise in:
▪ Norme generiche; riguardanti processi e metodi (es. metodi di prova, misura, analisi);
▪ Norme specifiche; relative a sostanze, materiali, prodotti, apparecchiature e sistemi (norme
di “prodotto”).
● Norme orizzontali (documenti quadro); che si applicano a tutti i settori e che forniscono standard
sistemici e criteri generali per la gestione per la qualità e per le attività di valutazione della conformità
in genere (es. serie ISO 9000, serie ISO 14000, Guide e Norme ISO/IEC della serie 17000, serie EN
45000, ecc..).
La conformità alle Norme Tecniche, spesso indicata con il termine certificazione volontaria, è (o
dovrebbe essere) indice di rispondenza dell’oggetto della normazione (prodotto, processo, servizio) ai
più avanzati requisiti costruttivi, prestazionali e funzionali (“stato dell’arte”) e fornisce, pertanto,
ampie garanzie in merito alla capacità di soddisfacimento dei bisogni associati (sempre in relazione
alla bontà delle norme stesse).
1.3 Le tipologie di certificazione
1.3.1 Certificazione di sistemi di gestione
La certificazioni dei sistemi di gestione è intesa ad assicurare la capacità di una organizzazione
(produttrice di beni o fornitrice di servizi) di strutturarsi e gestire le proprie risorse ed i propri processi
produttivi in modo da riconoscere e soddisfare determinati bisogni di qualità (economica, ambientale,
etica, ecc..), tramite conformità ai requisiti stabiliti dai riferimenti normativi applicabili (inclusa le
leggi ove rilevanti). Essa rappresenta una forma “indiretta” di assicurazione della qualità e, come tale,
gode dei vantaggi ma risente altresì dei limiti propri di tale natura. Merita sottolineare che la “bontà”
13
di tali certificazioni dipende, innanzi tutto, dalla validità del riferimento normativo considerato; se
questi è inadeguato, la corrispondente certificazione di conformità risulta, per definizione, anch’essa
inadeguata (cioè non in grado di fornire i risultati attesi).
Questo aspetto, di estrema criticità, meriterebbe una approfondita disanima a sé stante che esula dagli
scopi immediati della presente trattazione. Qui ci si limita ad osservare, da un lato, che il riferimento
normativo va sempre considerato con giusto senso critico, evitando di riporre in esso e nella relativa
certificazione aspettative che non possono essere soddisfatte, e dall’altro che è dovere del sistema di
certificazione e di accreditamento contribuire al miglioramento delle norme di riferimento,
impegnandosi nelle attività di normazione in sede nazionale ed internazionale.
♦ SGQ: La certificazione di sistema di gestione per la qualità (regolata dalla norma ISO
9001:2000) assicura la capacità di un’organizzazione (produttrice di beni o fornitrice di servizi) di
strutturarsi o gestire le proprie risorse ed i propri processi produttivi in modo tale da riconoscere e
soddisfare i bisogni dei clienti (inclusi quelli relativi al rispetto dei requisiti cogenti), nonché
l’impegno a migliorare continuativamente tale capacità. Come tale, essa rappresenta una forma
indiretta di assicurazione della qualità dei prodotti e servizi, con tutti i vantaggi ma anche i limiti
correlati.
♦ SGA: La certificazione di sistema di gestione ambientale (regolata dalla norma ISO 14001:2004)
garantisce la capacità di un’organizzazione di gestire i propri processi, non solo nel rispetto delle
norme ambientali, ma dotandosi di una vera e propria politica ambientale, definendo obiettivi di
qualità ambientale, predisponendo ed implementando un sistema atto a realizzare tale politica e a
conseguire gli obiettivi correlati e impegnandosi a migliorare continuativamente le proprie prestazioni
ambientali, con riferimento non solo agli impatti ambientali diretti dei processi produttivi
dell’organizzazione, ma anche agli aspetti indiretti (relativi ai prodotti e servizi acquisiti ed a quelli
forniti). Essa trascende le esigenze proprie dei rapporti economici tra organizzazione e mercato e si
colloca, a pieno titolo, nel contesto della responsabilità sociale dell’impresa verso gli stakeholders,
incluse, fra questi, le generazioni future.
Nel contesto della qualità etico-sociale, si collocano altresì altre forme di certificazione di sistema
quali, ad esempio, la certificazione dei sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro (norma
OHSAS 18001), dei sistemi di gestione per l’information security (norma BS 7799) e dei sistemi di
gestione per la responsabilità sociale (es. norma SA 8000).
14
Esse garantiscono il rispetto dei principi etici fondamentali che devono ispirare tutte le attività socio
economiche e rappresentano strumenti, non solo propedeutici al rispetto delle leggi in materia (azione
di per sé reattiva), ma pro-attivi e di miglioramento.
Si noti, tuttavia, che le certificazioni oggi esistenti in Italia sono state emesse, per oltre il 98 %, da
Organismi accreditati o riconosciuti da SINCERT. La percentuale di certificazioni “fuori controllo”
risulta pertanto modesta, anche se non trascurabile in quanto fonte potenziale di gravi rischi e danni
per le organizzazioni certificate ed i loro clienti.
I problemi correlati al valore di queste certificazioni (cioè al loro grado di assicurazione dell’effettiva
capacità del sistema certificato di erogare la qualità attesa), nonché al loro corretto utilizzo sono
sostanzialmente comuni alle diverse tipologie di sistemi.
Essi risultano quantitativamente più evidenti per la tipologia a maggiore diffusione (certificazioni ISO
9000), ma sono potenzialmente altrettanto critici per le certificazioni di sistema di gestione ambientale
e di altri sistemi.
I principali problemi sono richiamati nel seguito, congiuntamente alle azioni in atto per la loro
soluzione.
▲ Genericità delle norme di riferimento e conseguenti difficoltà di applicazione efficace da parte
delle organizzazioni utenti e di interpretazione omogenea da parte degli Organismi di certificazione
(OdC “organismi do certificazione”); il problema è ben noto ed antico quanto la normativa di
riferimento.
Anziché risolto, esso è stato, in qualche modo, “accentuato” dalla entrata in vigore della nuova Norma
ISO 9001:2000, le cui grandi potenzialità in termini di miglioramento della qualità erogata dai
corrispondenti sistemi di gestione e di rafforzamento della credibilità del sistema di certificazione
rischiano di essere vanificate da una interpretazione inadeguata e applicazione riduttiva della norma
stessa.
SINCERT è già intervenuto al riguardo con la pubblicazione di apposita Linea Guida, redatta con la
collaborazione di tutte le parti interessate e sta proseguendo tale azione con la formulazione di
specifici indirizzi relativi ai singoli settori merceologici, tramite ampliamento dei documenti di
prescrizioni integrative e redazione di nuovi documenti.
Il problema riguarda anche gli altri sistemi di gestione (ambiente, sicurezza, ecc..), sui quali
SINCERT è parimenti impegnato nella redazione di documenti applicativi, tramite i diversi Gruppi di
lavoro.
15
▲ Elevato numero di certificazioni rilasciate e conseguente difficoltà di esercizio di un efficace
controllo sulle stesse da parte degli OdC; il problema va superato tramite rafforzamento dei controlli
sugli Organismi di certificazione ed inseverimento dei provvedimenti sanzionatori nei confronti dei
soggetti che non operano correttamente, vuoi per incompetenza o peggio mancanza di professionalità,
vuoi per insufficienza delle risorse disponibili (piccolissimi Organismi). Al riguardo SINCERT ha
recentemente emesso una nuova edizione del Regolamento per l’accreditamento degli Organismi di
certificazione che contribuirà certamente al rafforzamento dell’efficacia dei controlli.
▲ Elevato numero di Organismi accreditati (attualmente 65 per certificazioni di SGQ e 29 per
certificazioni di SGA) ed elevato numero di certificazioni da questi rilasciate; difficoltà a conseguire
e garantire l’armonizzazione dei comportamenti, sulla base di un adeguato comune denominatore di
qualità; difficoltà a svolgere un’efficace e capillare azione di sorveglianza sul comportamento dei
soggetti accreditati e sui risultati da questi forniti; una maggiore armonizzazione verrà raggiunta
grazie al perfezionamento ed ampliamento del corpo di documenti SINCERT di prescrizioni
integrative che sono vincolanti nei confronti dei Soggetti accreditati.
La sorveglianza verrà potenziata tramite rafforzamento delle verifiche ispettive in accompagnamento
specie straordinarie e conseguenti a segnalazioni e reclami da parte del mercato. Ciò consentirà, non
solo, di meglio valutare “sul campo” l’adeguatezza dell’operato dell’OdC, ma anche e soprattutto di
verificare direttamente l’effettivo grado di conformità dell’oggetto della valutazione ed identificare
eventuali situazioni di criticità.
▲ Aspettative non corrette riposte dal mercato nel valore e significato delle certificazioni in
oggetto; deve essere chiaro a tutti che le certificazioni di sistema ,se ben fatte, forniscono concrete
garanzie circa l’impegno della organizzazione certificata a gestire le risorse ed i processi in modo da
erogare la qualità attesa; esse hanno tuttavia dei limiti di cui occorre tenere debito conto. Il problema
va affrontato e risolto tramite rafforzamento dell’opera di educazione e divulgazione svolta dall’Ente
di accreditamento e dagli Organismi accreditati, in collaborazione con gli altri stakeholders.
▲ Presenza sul mercato di Organismi operanti al di fuori delle regole; al riguardo, SINCERT ha
potenziato l’opera di comunicazione e informazione intesa a sensibilizzare il mercato sui gravi rischi e
danni conseguenti all’utilizzo di certificazioni prive delle garanzie offerte dall’ accreditamento ed a
stimolarlo ad espellere spontaneamente dal proprio seno i relativi soggetti sedicenti certificatori.
16
SINCERT è consapevole di tali problematiche ed è fortemente impegnato a contribuire al loro
superamento, nei termini pure sopra delineati, con la fattiva collaborazione delle Associazioni degli
Organismi in oggetto quali:
- ALPI (Associazione Laboratori di Prova e Organismi di Certificazione Indipendenti),
- AIOICI (Associazione Italiana degli Organismi Indipendenti di Certificazione e Ispezione) e
- CISQ (Federazione Italiana degli Organismi di Certificazione dei Sistemi di Gestione Aziendale),
membro italiano della rete internazionale IQNET.
1.3.2 Certificazione di prodotto
La certificazione di prodotto è intesa ad assicurare la conformità dei prodotti tangibili o intangibili
(servizi) a determinati requisiti stabiliti da specifici riferimenti normativi (settoriali).
Essa rappresenta una forma di assicurazione diretta della capacità di soddisfacimento dei bisogni
dell’utilizzatore o consumatore sempre, s’intende, nei limiti correlati con la maggiore o minore bontà
del riferimento normativo considerato e compatibilmente con la sua natura necessariamente
campionatoria.
Si noti che la validità dei documenti normativi assunti a riferimento riveste, nel caso della
certificazione di prodotto, criticità ancor maggiore che nel caso della certificazione di sistema.
In quest’ultimo caso, infatti, il rispetto dei requisiti sistemici, ancorché generici e imperfetti, favorisce
comunque il miglioramento della gestione delle risorse e dei processi, e dei relativi risultati.
Requisiti di prodotto inadeguati, o peggio fasulli, non generano alcun valore aggiunto ma anzi creano
disvalore.
Per l’esame della struttura della certificazione di prodotto in Italia (peraltro simile a quella di molti
altri paesi europei ed extraeuropei) è utile distinguere tra certificazione obbligatoria e certificazione
volontaria. Nel seguito, si riportano alcuni cenni sulla certificazione obbligatoria (facente capo alle
autorizzazioni, riconoscimenti e notifiche di competenza delle Pubbliche Autorità) e si procede quindi
all’illustrazione degli aspetti salienti della certificazione volontaria (facente capo all’accreditamento
volontario).
17
1.3.2.1 Certificazione obbligatoria (e regolamentata)
È intesa ad assicurare la conformità dei prodotti alle Regole Tecniche (obbligatorie). Sebbene vi siano
ancora numerose regolamentazioni nazionali in vigore, gran parte delle attività di certificazione
obbligatoria in Italia coincide oggi con l’attestazione di conformità ai requisiti delle Direttive Europee
(vecchio e nuovo approccio) e dei Regolamenti comunitari.
L’accesso al sistema di certificazione è, infatti, una scelta spontanea del mondo produttivo interessato,
ma le regole del sistema sono fissate dalle Autorità competenti e, come tali, hanno carattere cogente
(es. Regolamenti comunitari in materia di prodotti agro-alimentari a denominazione di origine e
indicazione geografica protetta e prodotti ottenuti con metodi di agricoltura biologica).
In particolare, le Direttive del nuovo approccio stabiliscono i requisiti essenziali a tutela della
sicurezza e della salute della collettività nonché le procedure da seguire per la dimostrazione della
conformità a tali requisiti; evidenza della conformità alla Direttiva è data dall’apposizione della
cosiddetta “Marcatura CE” al prodotto coperto dalla Direttiva (ove applicabile). L’implementazione
delle Direttive si basa, essenzialmente, sulle stesse Norme Tecniche adottate nel settore volontario, sia
di tipo settoriale (norme di prodotto e norme generiche), sia di carattere orizzontale (es. serie EN
45000 e ISO 9000). Le procedure di valutazione della conformità si basano sul cosiddetto“Approccio
Modulare” e sono suddivise in diverse operazioni elementari (moduli) riguardanti:
- la fase di sviluppo del prodotto (progetto, prototipo, produzione di serie);
- il tipo di verifica da effettuare (esami documentali, prove, ispezioni, assicurazione della qualità);
- il responsabile della verifica (fabbricante o operatore di parte terza, organismo notificato o simile).
I moduli vengono opportunamente combinati per formare una procedura completa; la scelta della
combinazione (indicata dalla Direttiva, con una o più alternative) dipende da diversi parametri (grado
di rischio, tipologia di utenti/consumatori, caratteristiche del prodotto, ecc..); essa tiene contro altresì
della necessità di distribuire gli oneri associati al processo tra diversi operatori.
L’approccio modulare prevede 8 moduli base: dichiarazione di conformità del produttore, esame del
tipo, dichiarazione di conformità al tipo, assicurazione di qualità della produzione, assicurazione di
qualità del prodotto, verifica del prodotto, verifica di un unico prodotto, assicurazione completa della
qualità. Tali moduli presentano significative analogie con le procedure elementari costitutive di
schemi di certificazione volontaria. L’intervento di un Organismo di certificazione di parte terza è
previsto nella maggior parte dei casi, ma l’obbligo effettivo di ricorso a detto operatore è limitato alle
situazioni di maggiore criticità (prodotti particolari, mancanza di norme tecniche armonizzate, ecc..).