WEB TV in Italia: stato attuale e prospettive attraverso un’analisi empirica dell’offerta
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PARTE I - LA TELEVISIONE:
EVOLUZIONE DI UN MEDIUM CON TANTE PIATTAFORME
1.I Introduzione
“La televisione non potrà reggere il mercato per più di sei mesi. La gente si stancherà
subito di passare le serate a guardare dentro a una scatola di legno.” (Darryl F. Zanuck1,
1946). “La televisione non durerà. È solo un po' di luce negli occhi.” (Mary Sommerville2,
1948).
Queste celebri affermazioni di due noti personaggi del mondo radiotelevisivo
della metà del secolo scorso rilette oggi si possono sicuramente giudicare azzardate e,
smentite clamorosamente dai fatti storici, possono rientrare nel concetto italiano di
“ultime parole famose”. Negli ultimi tempi però si riascoltano concetti analoghi e le
recenti dichiarazioni di Bill Gates3: “Sono sbalordito dal numero di persone che non
seguono più la tv, nell`arco di cinque anni da ora, la gente riderà per quello che abbiamo
avuto” possono sembrare ugualmente sibilline a quelle di sessant’anni fa. Certo il
contesto del settore televisivo è ben diverso da allora e anche l’idea di fallimento
della TV tradizionale cui tutti siamo abituati, espressa da Gates, non è sicuramente
disinteressata; esprimendo il suo punto di vista al World Economic Forum4 e
sponsorizzando implicitamente la sua Microsoft IPTV5, le parole dell’imprenditore
americano rispecchiano in ogni caso il grande cambiamento tecnologico economico e
sociale in atto, che vede Internet e i suoi modelli di business inglobare la vecchia
“scatola di legno”.
1 Darryl F. Zanuck (1902 – 1979), produttore televisivo e cinematografico americano, ex presidente della 20th Century Fox.
2 Mary Sommerville, pioniera delle trasmissioni radiofoniche educative
3 William Henry Gates III (noto come Bill; 1955). Programmatore e imprenditore informatico statunitense, fondatore e presidente
della Microsoft.
4 Il World Economic Forum di Davos, tenutosi il 27 gennaio 2007, è forse il massimo evento internazionale dove i potenti della
Terra - politici, imprenditori, studiosi - si incontrano e discutono pubblicamente sui grandi temi.
5 Microsoft IPTV è una piattaforma software integrata sviluppata per offrire servizi televisivi su reti a banda larga attraverso il
protocollo IP http://www.microsoft.com/tv/IPTVEdition.mspx .
Capitolo 1 – Parte I – La televisione: evoluzione di un medium con tante piattaforme
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La prima parte del capitolo delineerà l’evoluzione del mezzo televisivo e, in
particolare, delle sue piattaforme6: dalla fruizione di servizi televisivi trasmessi in
analogico via cavo, satellite e terrestre all’avvento pervasivo e contagioso del digitale
che ha rinnovato queste classiche piattaforme in CABLE TV (digitale via cavo), SAT
TV (digitale satellitare) e DTT (digitale terrestre) e ha permesso anche la fruizione via
telefono cellulare, MOBILE TV, fino allo sviluppo inarrestabile del Web e di Internet
che con la diffusione della banda larga su fibra ottica e doppino telefonico, grazie alle
tecnologie xDSL, ha rilanciato la televisione via cavo e reso possibile la visione di
contenuti televisivi attraverso l’Internet Protocol aprendo la strada alle nuove
piattaforme IPTV e WEB TV.
Le definizioni dei termini citati così come le principali caratteristiche delle
diverse piattaforme saranno riprese nel corso del capitolo concludendo questa prima
parte con una loro sintesi e alcuni dati sul mercato mondiale dei servizi televisivi. La
seconda parte tratterà esclusivamente le peculiarità della piattaforma WEB TV.
1.I.1 Televisione: definizione ed era analogica
La televisione (dal greco τῆλε, a distanza, e dal latino video, vedere) è uno dei
mezzi di comunicazione più conosciuti e più utilizzati al mondo e consiste nella
trasmissione via onde radio7 (onde elettromagnetiche) in forma analogica e/o
digitale di immagini e suoni. È uno dei mezzi di comunicazione di massa.
Considerata concettualmente un'evoluzione della radio, la cui tecnologia consente
solo la trasmissione di suoni, fu parallelamente sviluppata da diversi gruppi di
lavoro in diversi Paesi (è quindi arduo individuare una reale primogenitura), anche
per finalità militari, come spesso accade per molte invenzioni, e fu resa disponibile al
pubblico subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. La televisione è diffusa
agli utenti attraverso reti per telecomunicazioni che possono utilizzare metodi di
6 “[…] una struttura in grado di concentrare e gestire l’offerta di una grande quantità di servizi a distanza personalizzati sulle
preferenze o necessità dell’utente. A cominciare dalla televisione.”, nel senso dato al termine da Giannotti Fosca, “Televisione su
misura. Digitale e Satellite. Fare vedere la nuova TV”, Lupetti, Milano, 2001.
7 Le onde radio o radioonde sono le radiazioni elettromagnetiche di frequenza minore, compresa tra zero e 300 GHz, ovvero
lunghezza d'onda da un mm all'infinito.
WEB TV in Italia: stato attuale e prospettive attraverso un’analisi empirica dell’offerta
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trasmissione diversi in diversi tratti della rete. In base al metodo di trasmissione
utilizzato nel tratto di rete che raggiunge l'utente, la televisione si distingue in:
Televisione terrestre se il metodo di trasmissione è un insieme di onde radio
emesse da trasmettitori posti sulla superficie terrestre;
Televisione satellitare se il metodo di trasmissione è un insieme di onde radio
emesse da trasmettitori posti su satelliti per telecomunicazioni geostazionari8;
Televisione via cavo se il metodo di trasmissione utilizza un cavo per
telecomunicazioni: più comunemente cavo coassiale, doppino telefonico o
fibra ottica9.
La televisione analogica terrestre è stata la prima televisione10 a diffondersi nel
mondo verso la fine degli anni '20 del XX secolo, negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
Solo successivamente si è diffusa prima la televisione via cavo poi la televisione
satellitare. Prima della nascita dell’elettronica digitale11, l’informazione elettronica,
rappresentante la televisione, era di tipo analogico12, cioè composto di infiniti
(continui) valori utili (in un intervallo limitato), e l’unica tipologia di trasmissione
possibile era quella broadcast.
Per broadcast13 si intende la trasmissione di informazioni da un sistema
trasmittente ad un insieme di sistemi riceventi non definito a priori; è unidirezionale
e le informazioni vengono inviate dal trasmettitore ai ricevitori senza canale di
ritorno e senza sicurezza che le stesse riescano ad essere consegnate.
La TV analogica quindi, sia essa via cavo, satellite o terrestre, non offre ancora
oggi nessuna forma di personalizzazione o interattività all’utente finale che “subisce”
trasmissioni decise dall’emittente in un determinato orario causa di logiche di
audience, secondo una modalità sincrona o lineare e on-line tipica delle trasmissioni
8 Significa che il satellite ha una posizione relativa dalla Terra stabile ad un’altitudine di 36.000Km
9 Le fibre ottiche sono filamenti di materiale vetroso, realizzati in modo da poter condurre la luce. Sono normalmente disponibili
sotto forma di cavi.
10 Dopo un lungo periodo di gestazione durato decenni e frutto di molte scoperte in vari campi della scienza, era una televisione
elettronica (prima fu sperimentata una televisione di tipo meccanico e di tipo elettromeccanico)
11 L'elettronica digitale ebbe praticamente inizio nel 1946 con un calcolatore elettronico digitale chiamato ENIAC, realizzato con
circuiti a valvole.
12 La rappresentazione numerica di una grandezza analogica è quasi sempre data da un numero reale (con precisione teoricamente
infinita) o da una loro combinazione. Nella pratica, però, il segnale televisivo è rappresentato mediante numeri complessi, intesi
come coppie di reali.
13 In italiano si utilizza l'obsoleto termine radioaudizioni circolari
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broadcast unidirezionali. Per questo forse il modello di business si è sempre basato
sull’offerta gratuita agli spettatori (free-to-air), avendo come unico strumento di
revenue la raccolta pubblicitaria: una strategia che funziona egregiamente tuttora,
garantendo introiti elevatissimi ai broadcaster.
1.I.2 Rivoluzione digitale
“Un bit14 non ha colori, dimensione e peso, e può viaggiare alla velocità della luce. È il
più piccolo elemento atomico del Dna dell'informazione. É un modo di essere: sì o no, vero o
falso, su o giù, dentro o fuori, nero o bianco. Per praticità noi diciamo che un bit è 1 o 0”15.
Così Nicholas Negroponte16, direttore del Media Lab del Massachusset Istitute
of Tecnology (MIT), descrive l'elemento fondamentale della rivoluzione digitale17. Il
passaggio dal sistema analogico-continuo a quello digitale-discreto, chiamato
digitalizzazione, che permette la conversione di ogni informazione in bit (sequenze,
stringhe di 0 e 1), ha rappresentato una svolta epocale che ha mutato e continua a
mutare il modo di vivere e di comunicare dell'uomo. Mentre ogni segnale analogico,
quale ad esempio era esclusivamente l’informazione elettronica rappresentante la
televisione, è diverso da ogni altro, i segnali digitali sono tutti omogenei e possono
essere facilmente immagazzinati, compressi, corretti, manipolati e montati senza
deterioramento.
La televisione è stata comunque una delle ultime informazioni ad essere
rappresentata in forma digitale perché le immagini in movimento (presenti nella
televisione) sono un tipo di informazione che comporta grandi quantità di dati
elettronici digitale. Il problema quindi non era solo quello delle elettroniche
14 In informatica ed in teoria dell'informazione, la parola bit ha due significati molto diversi, a seconda del contesto in cui
rispettivamente la si usa: un bit è l'unità di misura dell'informazione (dall'inglese "binary unit"), definita come la quantità minima di
informazione che serve a discernere tra due possibili alternative equiprobabili; un bit è una cifra binaria, (in inglese "binary digit")
ovvero uno dei due simboli del sistema numerico binario, classicamente chiamati zero (0) e uno (1).
15 Negroponte N., “Essere digitali”, Sperling & Kupfer, Milano, 1995, pag. 8.
16 Nicholas Negroponte (1943) è un informatico celebre per i suoi studi innovativi nel campo delle interfacce tra l'uomo e il
computer.
17 Digitale deriva da digit che in inglese significa cifra; a sua volta digit deriva dal latino digitus che significa dito. In definitiva,
digitale è ciò che è rappresentato con i numeri, che si contano appunto con le dita. Al posto di digitale viene anche talvolta usato il
sinonimo numerico.
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necessarie a trattare le grandi quantità di informazione digitale, ma anche quello
dell'ampio canale di trasmissione indispensabile a trasmettere le stesse,
enormemente più grande di quello necessario nella televisione analogica. Per
superare questo problema si è dovuto attendere l'invenzione di metodi di
compressione della quantità d'informazione elettronica digitale attinente le immagini
in movimento18.
Gli operatori mondiali, europei ed italiani hanno sostenuto questo processo di
transizione adeguando le proprie infrastrutture19; le piattaforme analogiche
tradizionali si stanno così riconvertendo gradualmente al digitale secondo un
insieme di standard, definiti, ratificati e pubblicati dal ETSI20, dal CENELEC21 e dal
EBU22, accettati a livello internazionale e derivanti dalle specifiche del consorzio DVB
Project (Digital Video Broadcasting)23 che sono stati studiati ed applicati ai diversi
sistemi di diffusione presenti sul mercato.
I vantaggi degli standard (e delle piattaforme) digitali su quelli analogici
possono riassumersi in quattro principali categorie:
Qualità della trasmissione: il segnale digitale permette di eliminare le
interferenze lungo la linea di trasmissione inviando insieme al messaggio
originario un segnale di controllo (bit di protezione aggiunti in coda
permettono di ricostruire in ricezione esattamente lo stesso segnale emesso
alla fonte);
18 Il primo standard per le immagini in movimento ad utilizzare tali metodi di compressione e ad essere utilizzato per la televisione
è stato l'MPEG-2.
19 Le infrastrutture rimangono sempre le stesse: per convertire al digitale i propri impianti non è necessario alcun intervento
nell’architetture di rete ma è sufficiente un semplice upgrade degli apparati di trasmissione.
20 L'European Telecommunications Standards Institute (ETSI) o Istituto Europeo per gli Standard nelle Telecomunicazioni è un
organismo indipendente senza fini di lucro, istituito nel 1988 dalla Conferenza Europea per le Poste e Telecomunicazioni (CEPT),
che è ufficialmente responsabile della definizione e dell'emissione di standard nel campo delle telecomunicazioni in Europa.
21 Il CENELEC (in francese: Comité Européen de Normalisation Electrotechnique) fondato nel 1973 è il comitato europeo per la
normalizzazione elettrotecnica
22 L' European Broadcasting Union (EBU), in francese Union Européenne de Radio-Télévision (UER), è un ente radio*televisivo,
fondato nel 1950, da 23 radio-televisioni nazionali di stati dell'Europa e del bacino del Mar Mediterraneo durante la conferenza di
Torquay in Devon, Inghilterra.
23 Il consorzio DVB, http://www.dvb.org, è un organismo nato nel 1993 cui partecipano oltre 260 membri ed organizzazioni di
più di 35 paesi, europei e terzi (emittenti pubbliche e private, fabbricanti di materiale professionale o per il grande pubblico,
operatori di reti satellitari, cablate o terrestri e responsabili politici) che ha definito un pacchetto completo di specifiche per le
emissioni televisive digitali sui diversi supporti inclusi cavo, satellite, reti terrestri e sistemi a microonde. Questi standard possono
essere scaricati gratuitamente dal sito dell’ETSI previa registrazione libera.
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Capacità dei canali di trasmissione: i diversi standard di compressione
consentono di eliminare i dati ridondanti in una stessa immagine (c.d.
ridondanza spaziale) o in immagini successive (c.d. ridondanza temporale)
garantendo l’aumento di capacità dei sistemi trasmissivi e permettendo di
moltiplicare il numero di canali televisivi disponibili rispetto all’analogico;
Varietà delle applicazioni e convergenza: l’informazione una volta convertita
in valori numerici risulta, come detto, uniforme e può essere trattata in
maniera identica da qualsiasi sistema di trasmissione digitale (video, audio e
dati sono tutti costituiti da una sequenza di bit indipendente dalla tipologia di
contenuto). Grazie alla condivisione di un linguaggio comune, le diverse
piattaforme tecnologiche, che fino a pochi anni fa assolvevano a funzioni
specifiche ben distinte tra loro come il cellulare e il computer (non
prescindendo dalla banda larga; Cfr. § 1.I.3) hanno trovato nella trasmissione
del contenuto televisivo una nuova opportunità di business e sono soggette a
un processo di sovrapposizione (vedi MOBILE TV e WEB TV), mentre le
imprese operanti nei settori dell’informatica, delle telecomunicazioni e
dell’intrattenimento si stanno integrando strategicamente configurando un
unico macrosettore dell’informazione e della comunicazione risultante dalla
loro convergenza (vedi IPTV e triple-play);
Introduzione di servizi multimediali (Enhanced TV24) e interattivi (Interactive
TV25): la televisione da strumento passivo si trasforma in un elettrodomestico
interattivo, in un mezzo di comunicazione bidirezionale con la possibilità di
utilizzare servizi innovativi che si aggiungono alla normale fruizione dei
programmi quali ad esempio home banking, gaming online, t-commerce, telequiz,
sport interattivo, data casting e molto altro.
24 L'Enhanced consente la possibilità di arricchire i servizi televisivi unidirezionali di base con contenuti multimediali
sincronizzabili con il programma in onda
25 L'Interactive aggiunge la possibilità di interagire con il centro servizi attraverso un canale di ritorno e di usufruire di servizi
bidirezionali
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La CABLE TV (standard DVB-C), diffusa prevalentemente negli Stati Uniti, in
Giappone, nel nord Europa (Germania e Olanda) e pressoché assente nel nostro
Paese, ha quasi terminato la sua transizione al digitale così come la SAT TV (standard
DVB-S), diffusa più uniformemente nel mondo occidentale ed in Italia
monopolizzata da Sky Italia26, per la quale l’analogico rappresenta una minoranza.
Riguardo alla televisione terrestre invece, presente soprattutto in Europa (Italia,
Francia e Spagna in testa) e sul cui sviluppo si punta molto, il processo di transizione
è in pieno divenire e in particolare la Commissione europea ha indicato nel 2012 la
data entro la quale lo switch off in DTT (standard DVB-T) delle trasmissioni
analogiche terrestri dovrebbe essere completato, secondo tempi decisi
autonomamente dalle autorità dei diversi Paesi membri. Anche lo Stato italiano
dunque ha scommesso su questa piattaforma e ha fissato inizialmente lo switch off per
la fine del 2006, scadenza successivamente prorogata una prima volta al 31 dicembre
200827 e una seconda con l’approvazione del disegno di legge Gentiloni28 del 12
ottobre 2006, il quale prevede come termine ultimo delle trasmissioni terrestri in
analogico il 30 novembre 2012.
Come detto però la convergenza al digitale rende possibile l’integrazione
inedita fra codici e linguaggi che si era abituati a considerare distinti e le piattaforme
digitali, assimilate a un consumo diverso da quello televisivo, nel processo di
transizione vedono aprirsi nuove opportunità di business: così oggi la televisione è
fruibile anche attraverso il telefono cellulare di terza generazione (3G29).
La MOBILE TV consente agli utenti di fruire di contenuti video sul proprio
terminale cellulare a fronte di una qualità solo discreta e di costi elevati con la
26 Sky Italia è un'azienda che opera nel settore televisivo italiano dal luglio 2003 in seguito alla fusione delle piattaforme digitali
satellitari D+ e Stream. Fornisce su abbonamento la piattaforma digitale satellitare Sky, attualmente l'unica piattaforma satellitare a
pagamento rivolta al mercato italiano. L'azienda è di proprietà del gruppo americano News Corporation guidato dal magnate
Rupert Murdoch.
27 La proroga (a opera dell’articolo 19 del decreto legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito con la legge 23 febbraio 2006, n. 51)
ritarda la data di scadenza per lo swich off delle trasmissioni analogiche dal 31 dicembre 2006 (come inizialmente previsto
dall’articolo articolo 2-bis, comma 5, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5 convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo
2001, n. 66) al 31 dicembre 2008.
28 Paolo Gentiloni Silveri (1954) è un uomo politico italiano. Responsabile della comunicazione della Margherita, dopo le
consultazioni politiche del 2006 ha confermato il suo seggio alla Camera e poco dopo è stato nominato da Romano Prodi
ministro delle Comunicazioni nel suo secondo governo.
29 Nell'ambito della telefonia mobile con il termine 3G (acronimo di 3rd (third) Generation) si indicano, relativamente a tale
campo, le tecnologie e gli standard di terza generazione.
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tecnologia UMTS30, concepita però, a differenza delle altre piattaforme fin qui
trattate, non per la trasmissione della TV in modalità broadcast e presentando per
questo il problema del cosiddetto limite tecnico della contemporaneità: in pratica, se
più utenti utilizzano contemporaneamente lo stesso servizio, il medesimo non
risulta più fruibile oppure risulta fruibile con più difficoltà. Oggi la tecnologia su cui
si sta investendo per diffondere i contenuti televisivi su cellulare in modalità
broadcast, perciò senza vincoli sul numero di utenti, è lo standard DVB-H: basato sul
protocollo IP, caratteristico delle reti Internet, deriva dal DVB-T di cui utilizza gli
impianti trasmissivi e parte delle frequenze31. La possibilità che inoltre offre la rete
UMTS (e le tecnologie che vanno verso la 4G32 come la HSPDA33) di accedere a
Internet in banda larga con velocità di navigazione paragonabili a quelle disponibili
coi collegamenti fissi, permette di vedere attraverso il cellulare contenuti video tipici
della WEB TV (sempre nella logica di sovrapposizione delle piattaforme digitali).
La tipologia di trasmissione delle piattaforme digitali rimane comunque quella
broadcast, quindi unidirezionale, ma a differenza dell’analogico come detto è offerta
all’utente l’interattività tramite un apposito canale di ritorno34 che per la MOBILE TV
è la rete UMTS, mentre per CABLE TV, SAT TV e DTT il Set-top box (STB). Trattasi di
un’interfaccia hardware collegata all’antenna (terrestre o satellitare) per il segnale in
entrata e alla linea telefonica per quello in uscita, un decoder in pratica che permette
agli utenti di accedere ai segnali digitali e/o criptati e di interagire. I Set-top box che
servono a ricevere il digitale terrestre sono definiti IRD35, se dotati di modem
30 Universal Mobile Telecommunications System (UMTS) è la tecnologia di telefonia mobile di terza generazione (3G), successore
del GSM.
31 Per ottenere una copertura capillare del territorio (si consideri che il DVB-T è progettato per raggiungere solo i tetti delle case e
non gli interni) vengono utilizzati i cosiddetti gap filler, cioè delle ulteriori antenne che sono installate insieme ai ripetitori del
digitale terrestre.
32 Nell'ambito della telefonia mobile con il termine 4G (acronimo di 4th (fourth) Generation) si indicano, relativamente a tale
campo, le tecnologie e gli standard di quarta generazione per le quali lo stato dell'arte al 2006 è a livello di prototipi, e non più
solo di studi o teorie.
33 HSDPA è l'acronimo di High Speed Downlink Packet Access, ovvero una tecnologia superiore alla attuale UMTS che permette
di ampliare la larghezza di banda nelle attuali reti raggiungendo velocità massima di 5,4 Mbit/sec.
Nella cronistoria delle tecnologie e dei relativi acronimi, l'HSDPA può essere considerato l'ultimo anello di una catena costituita
dalla tecnologia GSM (2G), GPRS/EDGE (2,5G/2,75G), UMTS (3G) e infine HSDPA (3,5G).
34 Si può parlare di interattività anche in assenza di un canale di ritorno quando gli applicativi vengono trasmessi insieme al flusso
audio/video e memorizzati temporaneamente sull’apparecchio ricevente: sul modello del teletext
35 Integrated Receiver and Decoder (IRD), ovvero decoder e ricevitore integrati in un unico apparecchio.
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integrato (e quindi di canale di ritorno) sono identificati con la sigla MHP36 (standard
DVB-MHP), mentre se il televisore incorpora al suo interno le funzionalità del STB e
quindi non necessita di un’unità esterna si parla di iDTV37.
Il modello di business, la catena del valore e le modalità di utilizzo classiche
dello strumento televisivo cambiano dunque con l’avvento del digitale: vengono
offerti un maggior numero di contenuti anche tematici e meno “di massa” grazie alla
multicanalità e nuovi servizi alternativi e suppletivi a valore aggiunto (grazie
all’interattività) che affiancano la fruizione televisiva classica cosicché la pubblicità
non rappresenta più l’unico strumento di revenue. Ai broadcaster (emittenti) pubblici
e privati free-to-air si affiancano le cosiddette Pay TV (abbreviazione inglese di Pay
Television): reti televisive che offrono il proprio palinsesto a pagamento tipicamente
in abbonamento con canone mensile; l'offerta è venduta a “pacchetti” (bouquet)
secondo le preferenze dell'acquirente, e spazia dai film appena usciti al cinema,
passando per i canali di scienza e per bambini, allo sport nazionale più seguito. Oltre
alle Pay TV possono essere venduti singoli eventi detti Pay-per-view (anche a
pacchetto) e offerti servizi di NVOD38 (Near Video On Demand), evoluzione della Pay-
per-view, che prevede una drastica diminuzione dei tempi di attesa tra un’emissione e
l'altra dello stesso evento, dando l'impressione all'utente che il programma cominci
quasi in contemporanea alla sua scelta. Non si parla ancora di VOD (Video On
Demand), il più pregiato tra i servizi interattivi dove è l’utente a decidere il palinsesto
quindi cosa e quando vederlo, che necessita però di connessioni bidirezionali diverse
dal broadcast nonostante il canale di ritorno, poiché il servizio viene trasmesso solo
all’utente nel momento in cui lo richiede e non a tutti.
36 Multimedia Home Platform (MHP), ovvero piattaforma multimediale casalinga. MHP, è uno standard della famiglia DVB che
definisce l’interfaccia software (middleware) tra le applicazioni interattive digitali e gli apparati dove queste sono attivate (Set-top
box).
37 integrated Digital TV set (iDTV) ovvero televisori con ricevitore digitale integrato. Il lancio di tali apparecchi sarà effettuato
solo quando il mercato dei STB raggiungerà lo stadio di maturità.
38 Per la realizzazione del NVOD sono quindi necessari più canali, in modo da intervallare il meno possibile la fine del programma
con l'inizio della successiva "proiezione".