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frequenza cardiaca (battiti cardiaci del feto) ed in quello tocografico (attività contrattile
dell’utero).
L’esame “a vista” del tracciato cardiotocografico, in uso nella pratica clinica, ha ridotto, già da
diversi anni, l’incidenza della mortalità intraparto e neonatale precoce. Vi sono, tuttavia, ancora
molti problemi legati alla variabilità interindividuale ed intraindividuale nell’interpretazione del
tracciato [Van Geijn 1996]. La variabilità interindividuale è collegata alla maggiore o minore
esperienza del professionista (problema cui si è accennato poc’anzi), ma anche alla mancata
uniformità della scienza e pratica medica nell’interpretazione dei tracciati. Anche la variabilità
intraindividuale è un ostacolo da tenere in considerazione in quanto, essendo la diagnosi di una
patologia basata principalmente su un esame qualitativo del tracciato, si riscontrano difformità
anche nella valutazione di uno stesso segnale da parte di un medesimo soggetto.
Per risolvere questo problema, negli anni recenti sono stati sviluppati sistemi in grado di
estrarre parametri a partire dal segnale cardiotocografico e, in questo modo, è stato possibile
ridurre notevolmente i problemi dovuti alla variabilità intraindividuale. Non è ancora del tutto
chiaro, però, il significato clinico dei diversi parametri, e quindi non sono stati ancora risolti i
problemi di variabilità interindividuale.
Il problema della variabilità interindividuale può essere certamente ridotto, come si è detto,
tramite la generazione di sistemi di supporto alle decisioni. Questo tipo di sistemi si basano sulla
formalizzazione di regole di classificazione e quindi, nella fattispecie, diagnostiche. In altri
termini, è possibile formalizzare, nel modo più appropriato, i criteri in base ai quali un medico
effettua una diagnosi, all’interno di un sistema informatico. I sistemi di questo tipo, inoltre,
possono utilizzare due diversi tipi di logica: logica ‘crisp’ e logica ‘fuzzy’.
La logica di tipo ‘crisp’ è utilizzata negli approcci matematici classici: si definisce
l’appartenenza di un elemento a un dato insieme attraverso variabili booleane (1 = appartenenza,
0 = non appartenenza). Questo, talvolta, si traduce in una serie di problemi nelle applicazioni.
Infatti vi sono molti casi in cui l’appartenenza di un elemento ad un dato insieme è incerta, altri
in cui non vi sono dubbi, altri ancora in cui esiste la probabilità che l’elemento appartenga ad
insiemi diversi da quello considerato. Se si considera, ad esempio, l’insieme delle persone alte
[Jang et al. 1997] si può stabilire che una persona sia alta se la sua altezza è maggiore di 180 cm;
tuttavia non v’è ragione per affermare che un soggetto alto 179 cm non sia alto, e che uno di 181
cm lo sia.
La logica fuzzy (capitolo 2), utilizzata in questo lavoro, è basata invece sul concetto di grado
di appartenenza: si quantifica l’appartenenza di un elemento ad un insieme considerato.
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Utilizzando diversi criteri per definire i requisiti di appartenenza di un elemento a diversi
insiemi, si può sfruttare una moltitudine di informazioni per stabilire quale sia l’insieme a cui
l’elemento effettivamente appartiene. Nell’esempio delle persone alte, quindi, si potrà convenire
che un soggetto alto 181 cm appartenga all’insieme delle persone alte con un grado di
appartenenza pari a 0.9, una persona di 179 cm, invece, vi appartenga con un grado pari a 0.88.
Una volta note alcune regole euristiche, ad esempio quando si stabilisce un criterio qualitativo
per definire alta una persona, nasce un problema di soluzione non banale noto come
categorizzazione della realtà [Berkan e Trubatch 1997]. Il problema consiste nel determinare
criteri quantitativi che corrispondano alle categorie qualitativamente espresse dall’uomo.
Nell’esempio delle persone alte, molti potrebbero affermare che un soggetto di 180 cm è
sicuramente alto (grado di appartenenza pari a 1), molti altri invece potrebbero utilizzare criteri
differenti (grado di appartenenza pari a 0.8, 0.9…). Nella definizione di precise regole per un
classificatore, vi potrebbero quindi essere degli errori dovuti ad assunzioni soggettive.
Per risolvere i problemi legati alle valutazioni soggettive, si utilizzano criteri basati sui dati. In
particolare, se si considerano i soggetti affetti da una certa patologia, e si confrontano alcuni
parametri estratti a partire da segnali fisiologici dei soggetti stessi con quelli provenienti da una
popolazione “sana”, in base ai valori assunti dai parametri stessi, si possono stabilire dei criteri
oggettivi di individuazione dei soggetti patologici.
L’obbiettivo di questo lavoro è precisamente quello di permettere la diagnosi del benessere in
utero attraverso la progettazione e la sperimentazione di sistemi fuzzy nella classificazione delle
patologie fetali. Particolarmente interessante è il fatto che, per realizzare sistemi dalle prestazioni
soddisfacenti, sono stati utilizzati anche approcci teorici poco sviluppati. La crescente richiesta
di nuove metodologie di classificazione, infatti, si è tradotta in una serie di problemi di
modellizzazione che sono stati risolti anche in maniera originale, come nel caso dell’approccio
ad iperspazi parametrici differenziati, di cui si dirà più avanti.
Nella parte iniziale di questa tesi si riportano alcune informazioni sulla fisiologia fetale,
soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo delle funzionalità cardiache e vascolari, con
particolare attenzione alle interazioni tra sistema nervoso autonomo e frequenza cardiaca. Tale
approfondimento è dovuto al fatto che il presente studio ha utilizzato dati provenienti dal
tracciato di frequenza cardiaca fetale (FHR = Fetal Heart Rate). Nel corso della vita intrauterina
spesso intervengono alterazioni della crescita e della nutrizione che comportano stati di
sofferenza fetale cronica. In questo lavoro, si pone l’attenzione sui casi in cui si verificano ritardi
della crescita intrauterina (IUGR = IntraUterine Growth Retardation), o alterazioni della
11
nutrizione dovute al diabete materno (DM) che comportano gravi conseguenze per il feto e le
loro caratteristiche sono descritte nel capitolo 1.
Come si è detto, la logica fuzzy è alla base dei sistemi che si sono generati in questo lavoro per
la classificazione degli stati di sofferenza fetale. A questo proposito nel capitolo 2 è fornita una
breve descrizione della logica fuzzy con particolare riferimento ai sistemi d’inferenza (FIS =
Fuzzy Inference System). Esistono fondamentalmente due categorie di sistemi fuzzy: ‘Sugeno’ e
‘Mamdani’. I sistemi Sugeno offrono le migliori prestazioni in termini di classificazioni esatte:
attraverso la manipolazione degli ingressi permettono il reperimento di zone di appartenenza,
nell’iperspazio dei parametri (cluster), in modo molto raffinato. Il problema che si riscontra in
questi sistemi, però, è il totale ermetismo rispetto all’utente: non è possibile comprendere in
alcun modo le motivazioni alla base di una certa valutazione del sistema. I sistemi Mamdani non
permettono manipolazioni degli ingressi, quindi, generalmente, sono basati su zone di
appartenenza meno efficaci. D’altra parte, il fatto che gli ingressi non vengano manipolati
permette all’utente una piena interpretazione del funzionamento del sistema. In sede clinica,
infatti, sistemi di supporto alle decisioni che hanno validità semplicemente in base a dati
statistici, potrebbero rivelarsi di scarsa utilità. I sistemi Mamdani invece, assicurano una piena
conoscenza dei criteri alla base di una valutazione, quindi possono essere maggiormente
attendibili.
Esistono diversi metodi per generare sistemi di classificazione fuzzy, in questo lavoro se ne
sono illustrati alcuni nel capitolo 3. Un primo metodo consiste nella traduzione dei criteri di
valutazione del medico in sistemi informatici di classificazione. Si puntualizza tuttavia che
questo metodo non è particolarmente efficace in quanto, come si è detto, non esiste
un’interpretazione unica del significato dei diversi parametri da parte dei medici. Si è scelto di
utilizzare, quindi, metodi basati sull’estrazione di cluster a partire dai dati: metodi di estrazione
diretta e subtractive clustering.
I dati utilizzati in questo progetto sono stati registrati dall’Unità di Ostetricia del prof.
Domenico Arduini dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dai tracciati FHR si sono estratti
diversi parametri, in particolare si sono utilizzati vettori di parametri relativi, ciascuno, ad una
singola registrazione. Si sono utilizzati, da una parte, parametri classici della diagnostica clinica
quali, ad esempio, linea di base e numero di piccole accelerazioni; parametri, quindi, estratti dal
segnale nel dominio del tempo. Dall’altra si sono considerati parametri spettrali, che sono
correlati alle interazioni tra sistema nervoso autonomo e cuore, e indici non lineari di regolarità
quale l’entropia approssimata (l’argomento è trattato nel capitolo 4 di questo lavoro). Si è inoltre
12
considerata, come parametro, l’età gestazionale; vista l’importanza del livello di sviluppo del
feto nella determinazione degli stati di sofferenza.
Si sono considerati feti con settimane di gestazione maggiori di 34, poiché i dati disponibili
per età inferiore erano troppo scarsi. Da raffinate analisi statistiche svolte sulla stessa
popolazione è risultato che solo alcuni di tutti i parametri estratti erano non correlati con gli altri.
Poiché non si sono potute determinare soglie di normalità per ciascuno dei parametri estratti,
nel presente lavoro ci si è posto l’obiettivo di reperire zone di appartenenza per i soggetti delle
tre popolazioni (normali, IUGR e diabete materno), all’interno di iperspazi parametrici.
La difficoltà insita nella determinazione dell’appartenenza dei soggetti ai cluster ha
comportato la necessità di generare sistemi di classificazione automatica per il supporto alle
decisioni. Nella costruzione dei sistemi di classificazione, poi, come si è detto, si sono sfruttate le
potenzialità offerte dalla logica fuzzy.
Il lavoro di ricerca è riportato nel capitolo 5 della presente tesi. Come si è detto, in questo
progetto si sono considerate tre popolazioni: soggetti normali, soggetti IUGR e soggetti di madre
diabetica. Ciascun soggetto è stato identificato mediante un vettore di 10 parametri,
l’assegnazione di un soggetto ad una popolazione è stata affrontata mediante alcuni requisiti sui
parametri che lo identificavano. I requisiti, formalizzati attraverso regole in linguaggio naturale,
corrispondevano a cluster in determinati iperspazi parametrici. Quindi il problema della
classificazione è consistito nel reperimento di un certo numero di cluster che permettessero di
isolare i soggetti di ciascuna popolazione dagli altri.
I sistemi di classificazione basati su logica fuzzy sono stati generati in base ai dati (parametri)
di alcuni soggetti (training set) di cui era nota la diagnosi al parto. Mediante, quindi,
l’informazione “ingresso-uscita desiderata”, si sono generati, secondo diversi approcci, alcuni
sistemi di classificazione.
Inizialmente ci si è posti l’obiettivo di realizzare sistemi che garantissero la massima
precisione, quindi si sono realizzati sistemi Sugeno e sono anche stati adottati algoritmi basati su
reti neurali. La difficoltà maggiore si è avuta nell’individuazione del training set.
Si è proceduto, inizialmente, ad estrarre casualmente sottopopolazioni per il training
(numerosità 50%). In seguito agli insuccessi di questo approccio, si è proceduto ad un metodo
basato sull’esclusione dei soggetti meno rappresentativi, e si sono raggiunti i primi risultati. Si è
anche provato ad utilizzare tutti i soggetti col vincolo di reperire il minor numero possibile di
cluster, e si è realizzato un sistema dalle prestazioni soddisfacenti.
13
In un secondo tempo si è adottata un’altra strategia: vista l’importanza, in sede clinica,
dell’interpretazione del comportamento del sistema di classificazione, si sono sperimentati
sistemi Mamdani. Anche in questo caso vi sono state difficoltà nel selezionare una popolazione
per il training, si è proceduto con estrazioni casuali di soggetti e i risultati non sono stati
soddisfacenti. Sì è anche provato a ridurre il numero dei parametri d’ingresso del sistema,
riscontrando un ulteriore calo delle prestazioni.
I primi risultati utili si sono avuti mediante la modifica di alcune specifiche dei sistemi: si sono
considerati sistemi aventi 10 ingressi, ma, questa volta, con cluster definiti in iperspazi di ordine
minore di 10. In altri termini si sono generati diversi cluster per ciascuna popolazione, ogni
cluster in un differente iperspazio parametrico (approccio ad iperspazi differenziati). I sistemi
generati in questo modo hanno dato risultati molto soddisfacenti. Inizialmente si è costruito un
sistema attraverso una strategia manuale, analizzando ciascun cluster e isolando quelli che
identificavano in modo univoco soggetti di una sola popolazione, senza errori di classificazione.
Si è così ottenuto un sistema che classifica correttamente il 100% dei casi.
In seguito si è provato a ridurre il numero di cluster che il sistema utilizzava, in tal modo è
stato possibile generare sistemi meno precisi, ma probabilmente di maggiore applicabilità. Infatti
un numero elevato di cluster si traduce spesso in un’eccessiva aderenza del sistema di
classificazione ai dati di training. Si sono riportate le prestazioni di tre diversi sistemi nati dal
compromesso: massima precisione-minimo numero di cluster.
Dopo i soddisfacenti esiti della strategia manuale, si è provveduto alla implementazione di
procedure (Appendice A) che permettessero la generazione automatica di sistemi di
classificazione fuzzy. In queste procedure si è utilizzato l’approccio ad iperspazi differenziati,
con specifiche meno restrittive rispetto alla strategia manuale. Si è infatti stabilito di tollerare
alcuni errori nelle classificazioni, a fronte di prestazioni generali soddisfacenti. Mediante queste
procedure sono stati generati due sistemi che, però, durante la fase di sperimentazione, si sono
rivelati poco efficaci. Essi constavano di un numero di cluster relativamente ampio e, d’altra
parte, non presentavano buone prestazioni in termini di classificazioni esatte (i risultati delle
sperimentazioni di tutti i sistemi sviluppati sono riportati nel capitolo 6, e con maggior dettaglio
nell’appendice B).
I sistemi sviluppati in questo lavoro, quindi, presentano caratteristiche differenti e solo la
futura sperimentazione ne potrà confermare l’applicabilità. Come evidenziato nel capitolo 7,
molto interessanti sono le prestazioni dei sistemi Mamdani generati con la strategia manuale, che
quindi sono i sistemi la cui probabilità di impiego appare maggiore. Sebbene, tra i sistemi
14
Sugeno, ve ne siano alcuni che presentano un’alta precisione nelle classificazioni, per quanto si è
detto riguardo all’interpretazione del loro comportamento, la loro futura applicazione risulta
piuttosto improbabile. Anche i sistemi Mamdani generati con la strategia automatica, infine, non
presentano, come si è precisato, prestazioni soddisfacenti e, quindi, non sembra vi siano
prospettive per un loro utilizzo nella pratica clinica.
Le prestazioni dei sistemi sviluppati, d’altra parte, dipendono fortemente dalla qualità dei dati
utilizzati nel reperimento dei diversi cluster. A questo proposito, la futura sperimentazione potrà
partire dai sistemi proposti per costruirne altri, basati su un più ampio numero di dati.
L’utilità di questo lavoro, infatti, non risiede unicamente nei sistemi di classificazione
generati, piuttosto si evidenzia nella varietà degli approcci di generazione di classificatori
proposta. A questo proposito si puntualizza che, sebbene le procedure siano state implementate
in relazione a vettori di 10 parametri e a tre diverse popolazioni, mediante alcune modifiche, sarà
possibile dar vita ad un sistema di generazione di classificatori di più largo utilizzo. In tal senso
le prospettive di questo progetto appaiono molto ampie.
Affinché in futuro si possano utilizzare gli approcci descritti, sarà in primo luogo necessario
sviluppare le procedure per la generazione automatica dei sistemi di classificazione. Infatti,
sebbene i primi abbiano ottenuto risultati poco soddisfacenti, è evidente che la strategia manuale
non può rappresentare il metodo ottimale per la generazione dei sistemi di classificazione.
15
INTRODUCTION
The knowledge of fetus' health conditions during pregnancy is very important. Serious
malformations, irreversible neurologic damages and the death of the fetus can, in fact, be
avoided by the timely diagnosis of a number of fetal suffering conditions [Pescetto et al. 1989].
During the fetal life, some growth and nutrition alterations often appear and they can bring
chronic fetal suffering conditions. We would like to analyze in this work the cases of intra
uterine growth retardation (IUGR = IntraUterine Growth Retardation) or nutrition alterations
caused by maternal diabetes (DM) that imply serious consequences for the fetus.
Nevertheless, many among these suffering conditions are very difficult to be diagnosed so it is
very important to find out all the data concerning the fetus' health conditions. Moreover, the very
delicate structure of the fetus requires the use of non-invasive methods to find out the necessary
data.
The fetal hearth rate signal (FHR = Fetal Heart Rate) is rich in information about the fetus'
health conditions. The fetal heart rate signal can be obtained through electrocardiographic,
phonocardiographic and ultrasonocardiographic approaches. We have considered in this study all
signals derived from ultrasonocardiographic recordings that is to say by means of Doppler
probes, thus in a spread and noninvasive way. By means of Hewlett Packard (Böblingen)
ultrasound cardiotocograph “HP M135XA”, the cardiotocographic signal was extracted that is to
say the cardiographic signal (heartbeats) together with the tocographic signal (contractile activity
of the uterus).
The "at sight" exam of the cardiotocographic signal, used in the clinical practice, has been
reducing intra-delivery and premature neonatal death for a number of years. There are still many
problems connected with interindividual and intraindividual variability concerning the
interpretation of the curve [Van Geijn 1996].
A number of systems to extract the parameters starting from the cardiotocographic signal were
developed and in this way intraindividual variability was highly reduced. But the clinical
meaning of the different parameters isn't still completely clear so the problems concerning
interindividual variability haven't been solved yet.
We used for this project all the data that were recorded by the Obstetrics Unit of prof.
Domenico Arduini of the University of Rome "Tor Vergata". A number of parameters were
extracted by FHR layouts (curves), and we used some parameters' vectors concerning each
16
separate recording. Different kinds of parameters were used: the morphologic ones, such as the
baseline, accelerations, decelerations and others measuring the time scale signal characteristics,
parameters from the autoregressive, frequency domain spectral analysis (such as signal power
and frequency components) and the approximate entropy. Moreover, even the gestational age
was considered as a parameter, taking into account the great importance of the fetus growing
conditions in finding out all suffering signals. We considered only fetuses with more than 34
gestational weeks since the available data concerning lower ages, due to recording difficulties,
were only a few. All data concerning populations different from the Normal, IUGR and maternal
diabetes were excluded. According to the results of an advanced statistical analysis, previously
developed in the same project, we identified a set of 10 parameters (mean, std, number of low
amplitude accelerations, Interval Index, LF power spectrum normalized %, MF power spectrum
normalized %, HF power spectrum normalized %, LF/(MF+HF), ApEn(2, 0.1), gestational
weeks) out of all extracted ones. The statistical analysis was based on the assessment of
correlation degree among parameters trying to identify less correlated ones in a multiparametric
domain.
So it was decided to use for the analysis of each subject a vector of 10 parameters only
Since it was impossible to find out some thresholds of normality for each extracted parameter,
it was decided to find out in this work the clusters for the subjects belonging to the three
populations (normal, IUGR and maternal diabetes), inside the parameters' hyperspaces. The
difficulty to understand which subjects belong to the different clusters implied the need to
produce automatic classification systems for supporting the decisions.
Capacities offered by the fuzzy logic were exploited while building up classification systems.
In classical mathematical models we use a kind of logic that is called ‘crisp’: we can
understand how an element belongs to a group through the boolean variables (1 = it belongs to, 0
= it doesn't belong to). Sometimes this can cause some problems concerning applications since in
many cases it is difficult to understand if an element belongs to a group of data or in many cases
there is no doubt and sometimes it might happen that an element belongs to different groups or to
a group that is different from the one it was previously considered. Fuzzy logic classification (2
nd
chapter) is based on the concept of degree of belonging: you calculate the elements that belong
to a given group. By using different criteria to define the requirements of an element belonging
to different groups, you can exploit a huge amount of information in order to find out to which
group the element really belongs.
There are two main categories of fuzzy systems: ‘Sugeno’ and ‘Mamdani’. Sugeno systems
offer the best performances as far as correct classifications are concerned: by manipulating the
17
different entries, you can find a number of very interesting clusters. The problem connected with
this kind of systems is the total obscurity for the user: you can't understand the reasons of a
particular system evaluation. Mamdani systems don't enable the manipulation of entries so they
are generally based on less effective clusters. On the other hand, the fact that the entries can’t be
manipulated enables the user to fully understand how the system works. In the clinical field,
support systems for the decisions that are valid simply on the basis of statistical data might be
ineffective. On the contrary, ‘Mamdani’ systems can assure a full knowledge of the criteria that
form the evaluation so they can be more reliable.
We have considered three groups: Normal subjects, IUGR subjects and subjects belonging to
diabetic mothers. As previously pointed out, a vector with 10 parameters identified each subject.
The subject was then assigned to a population according to different requirements concerning the
parameters that identify the subject. The requirements, arranged according to the rules of the
natural language, corresponded to some clusters in particular paramaters' hyperspaces. So the
problem of classification implied the finding of some clusters that could isolate the subjects of
each population from the others. Classification systems based on the fuzzy logic (FIS = Fuzzy
Inference System) were generated according to the data (parameters) belonging to a number of
subjects (training set) whose diagnosis at delivery was already known. So, by using the desired
information “in-out”, some classification systems were generated, according to different
approaches.
The initial purpose was to supply a number of systems that could assure the highest precision
so some "Sugeno" systems were generated and also some algorithms based on neural networks
were chosen. It was difficult to find the training set: it wasn't easy to choose, among the tested
population, the most interesting subjects that could represent the different populations. At first it
was a random choice, some populations were chosen for the training (50%). Afterwards, a
method implying the exclusion of the least interesting subjects was used so the first results were
reached. We also tried to use all the subjects by finding the minimum quantity of clusters and we
have thus obtained a rather successful system.
We then chose another strategy: because of the great importance of the interpretation of
behavior of the classification system, a number of "Mamdani" systems were tested. Also in this
case it was difficult to choose a population for the training so we made some random choices and
results weren't successful. We also tried to reduce the number of entry parameters but we had a
further decrease of performances. The first useful results were produced by changing a number
of technical information concerning the systems: we considered systems with 10 entries but with
a number of clusters that were defined in hyperspaces with a value below 10. In other words, we
18
generated different clusters for each population, each cluster in a different parameter's
hyperspace. Systems that were generated in this way produced successful results. The system
was first generated by using a manual strategy, by analyzing each cluster and by isolating the
ones that identified the subjects belonging to a particular population, with no classification
errors. This kind of system was very powerful. We then tried to reduce the number of clusters
used by the system so it was possible to generate less precise systems but they were more usable.
In fact, a high number of clusters often implies an excessive adherence of the classification
system with the training data. The performances of the three different systems that were
produced by the compromise: max. precision-min. number of clusters have been highlighted.
After the very good results of the manual strategy, we implemented all the procedures that
enabled the automatic generation of fuzzy classification systems. We used the method of
differentiated hyperspaces in these procedures, with less restrictive technical data than the
manual strategy. In fact, it was decided to accept some classification errors if the performances
were successful. Two different systems were generated by means of these procedures but they
didn't prove effective during the testing phase. They had many clusters and they didn't offer good
classification performances.
So, the systems that were developed by this study have different features and only future tests
will be able to prove their efficacy. Performances concerning ‘Mamdani’ systems, generated
with the manual strategy are very interesting and they seem to be the most reliable for future
uses. Although there are some good ‘Sugeno’ systems, their future uses seem to be unlikely
because of their problems concerning the interpretation of behavior. As we have already
underlined, ‘Mamdani’ systems, generated with the automatic strategy don't offer very good
performances and their use in the clinical field seems to be unlikely.
The level of classification of the developed systems depends very much on the quality of data
that are used during the finding of the different clusters. There will be the possibility to create
new classification systems, based on a wider number of data.
The value of this work doesn't only concern the generated classification systems but it also
aims at underlying the different ways of generating new kinds of classifications.
Although the procedures were implemented concerning vectors with 10 parameters and three
different populations, the development of more general classification systems will be also
possible by making some changes to the proposed classifier structures.
In order to use the techniques and approaches we described it will be necessary to develop the
procedures concerning the automatic generation of classification systems. Although the results
19
weren't successful for the moment, it is clear that the manual strategy can't represent the best
method for generating classification systems.
20
1. CENNI DI FISIOLOGIA E SEMEIOLOGIA FETALE
1.1 Introduzione
Si ritiene importante fornire all’inizio di questo lavoro un quadro generale dell’ambiente
fisiopatologico per il quale i diversi sistemi di classificazione sono stati implementati. Sebbene
nei prossimi capitoli si approfondisca il punto di vista analitico, parametrico e informatico,
tralasciando spesso quello medico e fisiologico, non si esclude che la conoscenza fisiopatologica
fetale possa essere arricchita, in caso di successo, dai sistemi sviluppati in questa sede. In tal
senso infatti è stato scelto di costruire, soprattutto, sistemi automatici che permettano una lettura
da parte dell’utente dei criteri di classificazione da questi adottati. Il presente capitolo è inoltre
importante per comprendere la ricchezza di informazione del segnale di frequenza cardiaca,
unico segnale alla base di tutte le future trattazioni.
I sistemi di classificazione dovranno riguardare due diverse popolazioni: feti affetti da
ritardato accrescimento intrauterino (IUGR) e feti le cui madri sono affette da diabete. Per questo
motivo si descrivono nel presente capitolo le diverse patologie caratteristiche delle due
popolazioni. Infine si introducono il segnale di frequenza cardiaca e le principali cause di
variazione del segnale stesso. L’acquisizione e la parametrizzazione del segnale sono invece
trattate al capitolo quarto.
1.2 Sviluppo e crescita del feto
Occorre precisare un concetto essenziale per la comprensione di quanto viene esposto in questo e
nei successivi paragrafi: si definisce età gestazionale del feto il periodo trascorso a partire dal
primo giorno dell’ultima mestruazione materna; l’età concezionale invece, si calcola dal giorno
del concepimento. Il feto per le prime 2-3 settimane di vita ha dimensioni microscopiche, solo
dopo inizia a crescere di pari passo con l’età [Guyton 1987]. Già a partire dalla seconda
settimana concezionale, infatti, vi è una rapida mitosi e aumenta il contenuto di DNA: questo
stadio dura fino alla diciottesima settimana e rappresenta il primo dei tre stadi principali in cui si
può dividere la crescita intrauterina. Entro un mese dalla fecondazione tutti gli organi nel feto
sono già abbozzati, nei 2-3 mesi successivi si definiscono la maggior parte dei dettagli degli
organi stessi, oltre il quarto mese gli organi sono pressoché quelli che saranno del neonato.
Tuttavia, lo sviluppo cellulare è ben lontano dall’essere completato, perché questo avvenga
saranno necessari tutti e cinque i mesi restanti. A partire dalla diciottesima fino alla
ventiseiesima settimana concezionale, la mitosi cellulare rallenta e comincia un processo di
21
aumento dimensionale delle cellule: questo periodo rappresenta il secondo dei tre stadi principali
della crescita intrauterina. Dalla ventiseiesima alla trentottesima settimana concezionale
l’aumento delle dimensioni cellulari diventa più rapido (terzo stadio). A 10 settimane dal
concepimento il feto è lungo circa 10 cm, a 18 settimane circa 25 cm, al termine, 38 settimane, la
sua lunghezza è circa 53 cm. Il peso del feto cresce in proporzione al cubo della sua lunghezza: è
di circa 0.5 kg dopo il quinto mese e mezzo di gravidanza, poi cresce rapidamente nell’ultimo
trimestre passando dai 2 kg di un mese prima della nascita ai 3 kg circa (ma può arrivare fino ai
5) al momento del parto.
1.3 Sviluppo e crescita nel feto delle funzionalità cardiache
A 21-23 giorni dal concepimento si può notare nel feto la presenza di un battito cardiaco: tale
battito ha inizio quando ancora non si è differenziato alcun apparato contrattile [St John et al.
1992]. Il cuore fetale, infatti, nel suo stadio primitivo ha la forma di un tubo: da questo e dal
mesocardio dorsale deriveranno tutte le parti del cuore adulto, eccezion fatta per le innervazioni
[Kirby 1992]. L’attività elettrica è dovuta alla generazione di potenziali d’azione nella parte
caudale del tubo, e alla loro trasmissione verso la parte rostrale. Finché permane la morfologia
tubolare, non vi può essere circolazione sanguigna. Ciò è stato osservato in particolare negli
embrioni di gallina, laddove le prime pulsazioni di circa 50 Hz generano una pressione pari a 1-2
mmHg, insufficiente per mettere in movimento la massa ematica. In seguito si assiste alla
fusione caudale delle componenti morfologiche atriali e ventricolari del tubo primitivo; questo è
associato a un aumento della frequenza del battito, cosicché un’onda peristaltica viene trasmessa
dall’atrio, dove ha inizio, al ventricolo. Si sviluppano allora tessuti nella regione di giunzione
atrio ventricolare, mentre nasce una circolazione attiva unidirezionale: tutto ciò prima che si sia
differenziato un qualsiasi tessuto valvolare. Un ulteriore aumento della frequenza dei battiti si
nota una volta avvenuta la fusione tra il seno venoso, che diventerà il nodo senoatriale nel cuore
adulto e che ora prende il ruolo del generatore di impulsi elettrici (pacemaker), e l’atrio. Con
l’assunzione da parte del seno venoso del ruolo di pacemaker, comincia una primitiva
circolazione in serie. Solo quando si differenziano la valvola semilunare e quella atrio
ventricolare, si innesca finalmente una circolazione in parallelo, sistemica e polmonare.
Le prime tracce di un’attività contrattile cardiaca si hanno dopo circa 5 settimane dalla
fecondazione: il rilevamento di questa attività è utilizzato come indicazione di buona crescita del
feto. I dati ricavati tramite il monitoraggio su più di 2000 feti umani condotta da St John ed altri
[St John et al. 1992], possono essere ulteriormente indicativi dello sviluppo delle funzionalità
cardiache. La frequenza dei primi battiti non è stata rilevata, mentre il primo segnale utile,
22
probabilmente registrato nella fase successiva alla fusione atrioventricolare del tubo primitivo, è
mediamente attorno ai 100 bpm. La frequenza del segnale cresce tra la quinta e la ottava
settimana gestazionale, per raggiungere un valore medio attorno ai 160 bpm. Ciò corrisponde
alla specializzazione del seno venoso nel ruolo di pacemaker, ma anche alla crescita
dell’embrione che richiede una maggiore attività cardiaca e un aumento della pressione arteriosa
sistemica. Nell’indagine di St. John la frequenza rilevata continua a crescere fino alla decima
settimana, assestandosi su valori attorno ai 170 bpm. Dopo la decima settimana la frequenza
comincia a decrescere, giungendo al valore medio di 150 bpm alla quindicesima settimana per
poi calare ulteriormente. Questa diminuzione può essere spiegata considerando in particolare due
fattori: la presenza della modulazione parasimpatica con il suo effetto inibitorio, e l’aumento
dell’efficienza del cuore come pompa grazie all’accrescimento della massa miocardica e alla
presenza delle valvole. Vi è inoltre un mutamento delle proprietà elettrofisiologiche delle cellule
del miocardio. Le ulteriori diminuzioni dalla quindicesima settimana in poi sono dovute al
progressivo innervamento del sistema autonomo.
1.4 La circolazione fetale
Benché il cuore del feto raggiunga le funzionalità proprie del cuore adulto e si inneschi una
circolazione in parallelo sistemica e polmonare, questa circolazione non può ovviamente essere
la stessa che si avrà dopo la nascita poiché, tra l’altro, i polmoni non possono assolvere la loro
funzione, anche se vi sono dei movimenti respiratori [Guyton 1987]. Il compito di smaltimento
dei liquidi di escrezione e dell’anidride carbonica, nell’adulto espletato da intestino, reni e
polmoni, nel caso del feto è a carico della placenta. Il sangue, che alla ventottesima settimana è
equamente diviso tra placenta e feto, al termine sarà per ¾ del feto.
Si illustra ora la circolazione sanguigna fetale (Fig. 1.1). Il sangue ossigenato proveniente
dalla placenta, attraverso la vena ombelicale, giunge in minima parte al fegato e in parte molto
maggiore, attraverso il dotto venoso di Aranzio, alla vena cava inferiore. Qui si mescola a sangue
venoso proveniente dagli organi inferiori, viene quindi convogliato nell’atrio destro e poi,
attraverso il forame ovale, nell’atrio sinistro, dove la massa ematica entra in contatto con il
sangue proveniente dalle vene polmonari; viene quindi condotta nel ventricolo sinistro e poi
nell’aorta. Il sangue nell’aorta viene in parte diretto verso il capo e gli arti superiori, in parte
verso l’aorta discendente. Una volta irrorato il capo e gli arti superiori il sangue giunge alla vena
cava superiore, quindi all’atrio destro e poi al ventricolo destro, dove viene pompato nell’arteria
polmonare per essere ripartito al 10% verso i polmoni e al 90%, attraverso il dotto arterioso,
nell’aorta discendente. Giunge quindi nelle arterie ombelicali e infine nuovamente alla placenta,
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dove viene riossigenato. Dopo la nascita si chiude il dotto venoso di Aranzio, il forame ovale
(per inversione del gradiente pressorio tra i due atri), e si chiude anche il dotto arterioso che
permetteva la comunicazione tra arteria polmonare e aorta.
Fig. 1.1. Circolazione fetale.
1.5 Sofferenza fetale cronica
I sistemi di classificazione sviluppati nell’ambito di questo lavoro, si è detto, sono concepiti
come strumenti di supporto alle decisioni in campo ostetrico. In particolare, le popolazioni in
esame, che si raffrontano con quella normale, sono affette da particolari stati di sofferenza fetale