7
rivolti al cielo per il lancio dello Sputnik,
1
e gli Stati Uniti erano intenti a trovare una
soluzione allo smacco subito dalla superpotenza avversaria.
2
Il lancio dello Sputnik fu
seguito da quelli delle sonde lunari Lunik 1, Lunik 2 e Lunik 3, quest’ultimo,
nell’autunno del 1959, permise all’URSS di mostrare all’umanità, fotografandola,
l’altra faccia della luna, ed il 12 aprile del 1961 il sovietico Jurij Gagarin fu il primo
uomo ad andare nello spazio. Fu l’anno in cui “la competizione nucleare da elemento
importante ma non dominante si trasformò in elemento centrale degli equilibri
militari mondiali.”
3
Le relazioni diplomatiche tra Stati Uniti ed Unione Sovietica
cominciarono ad essere piuttosto tese anche se i rispettivi Presidenti, Eisenhower
4
e
Kruscev,
5
tentarono a più riprese un dialogo finalizzato a trovare un accordo per un
controllo reciproco della proliferazione degli armamenti nucleari. Nel 1958 iniziò la
crisi di Berlino che portò alla definitiva spaccatura tra Repubblica Federale Tedesca
6
e Repubblica Democratica,
7
alla costruzione del muro di Berlino ed alla conseguente
“divisione fisica” tra Europa Occidentale, legata agli USA e facente parte la NATO
8
ed Europa Orientale unita dal Patto di Varsavia
9
all’Unione Sovietica. Il 1958 fu un
anno importante anche per la Francia, in maggio si aggravò la crisi politica in
1
Lo Sputnik fu il primo satellite artificiale in orbita della storia. Fu lanciato dai sovietici il 4 ottobre
1957 dal cosmodromo di Baikonur, nell’attuale Kazakistan.
2
Il 29 luglio del ’58 gli Stati Uniti costituirono la NASA (National Aeronautic and Space
Administration). Gli Stati Uniti risposero ai tre Sputnik con il lancio in orbita di quattro Explorer,
un Avanguard e l’Atlantis che raggiunse un terzo della distanza tra terra e luna.
3
Cfr. Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali 1918-1992, Editore Laterza, Roma, Bari
1999, p. 1020
4
Dwight David Eisenhower, nacque il 14 ottobre 1890 e morì il 28 marzo 1969. Fu il
trentaquattresimo presidente degli Stati Uniti d’America, dal 1953 al 1961.
5
Nikita Kruscev, nacque il 17 aprile 1894 e morì l’11 settembre 1971. Fu il Primo Segretario del
Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS) dal 1953 al 1964. Fu lui
che iniziò il processo di “destalinizzazione” e fu il primo leader sovietico a visitare gli USA, il 15
settembre 1959.
6
Prese il nome di Repubblica Federale Tedesca la Germania Ovest, con capitale Bonn.
7
Prese il nome di Repubblica Democratica Tedesca la Germania Est, con capitale Pankow (un
sobborgo di Berlino).
8
NATO (North Atlantic Treaty Organization), Organizzazione del Trattato Nord Atlantico. E’
un’organizzazione internazionale per la collaborazione nella difesa, creata nel 1949 in supporto al
Patto Atlantico che fu firmato a Washington D.C. il 4 aprile 1949.
9
Patto di Varsavia fu un’alleanza militare tra i paesi del Blocco Sovietico intesa ad organizzarsi
contro, ed in difesa, dell’Alleanza Atlantica (NATO). Il trattato fu elaborato da Kruscev nel 1955 e
sottoscritto a Varsavia il 14 maggio dello stesso anno. Il patto giunse a termine il 31 marzo 1991 e
fu ufficialmente sciolto, a Praga, il primo luglio successivo.
8
Algeria, già in guerra per la propria indipendenza dal ’54, dove fu proclamato lo stato
di emergenza, si ripercosse sulla politica francese. Le difficoltà della guerra d’Algeria
resero così possibile l’ascesa al potere del generale Charles de Gaulle
10
, che propose
una nuova Costituzione, poi approvata dal popolo francese in settembre. In novembre
il partito di De Gaulle ottenne la maggioranza relativa alle elezioni, e fu così che il
Generale fu nominato presidente della Quinta Repubblica francese in dicembre. Nel
1959 iniziò un periodo buio per De Grulle proprio a causa del movimento per
l’autodeterminazione dell’Algeria che si concluse solo dopo violenti scontri
nell’aprile del 1961, quando il Presidente francese riconobbe il principio
dell’indipendenza dell’Algeria, che si attuò con l’effettiva indipendenza del paese
nordafricano nel ‘62. In Medio Oriente andava espandendosi il panarabismo del
dittatore egiziano Nasser,
11
soprattutto dopo la sconfitta politica franco-britannica a
Suez nel 1956. Nel ’58, infatti, vi furono alcuni colpi di stato militari finalizzati ad
instaurare regimi filoegiziani, come accadde in Sudan e in Irak. In quegl’anni
l’Unione Sovietica cercò di penetrare sempre più nel mondo sottosviluppato per
diffondervi la propria influenza, ma in alcuni casi subì importanti scacchi, critica fu la
situazione che si venne a creare tra i rapporti russo-cinesi. Mao Zedong
12
iniziò un
progressivo distacco dall’URSS che portò, tra il 1959 ed 1963, ad un’aperta
contraddizione tra i due Paesi, che in certi casi rivestì anche contenuti ideologici. Nel
contesto della mia ricerca risulta importante la crisi laotiana che si inserì all’inizio
degli anni sessanta nella crisi vietnamita (1954-1968).
13
“In questo paese,
10
Charles De Gaulle (22 novembre 1890 – 9 novembre 1970), Ufficiale dell’esercito e statista
francese del XX secolo. Fu Presidente della Repubblica francese dal 1959 al 1969. Durante la
Guerra Fredda fu forte affermazione dell’indipendenza della Francia, sia dal Blocco sovietico sia
dal dominio statunitense, sull’Europa.
11
Gamal Abdel Nasser, nacque ad Alessandria d’Egitto il 15 gennaio 1958, morì al Cairo il 28
settembre 1970. Fu eletto Presidente della Repubblica egiziana il 23 giugno 1956.
12
Mao Zedong (1893 – 1976) fu Presidente del Partito Comunista Cinese dal 1935 alla sua morte.
Sotto la sua guida il Partito Comunista salì al governo della Cina Continentale ed egli costituì la
Repubblica Popolare Cinese nel 1949.
13
Per tutte le notizie di politica internazionale, i testi di riferimento sono: Ennio Di Nolfo, Storia
delle relazioni internazionali 1918-1992, Editore Laterza, Roma, Bari 1999, parte quarta capitolo
XI; Guido Formigoni, Storia della politica internazionale (1815-1992), Società Editrice il Mulino,
Bologna 2000, capitolo sesto.
9
all’indomani degli accordi di Ginevra
14
, era stato formato un governo filo-occidentale
rispetto al quale le forze comuniste del Pathet Loa avevano prima accettato di ritirarsi
in due province settentrionali, salvo a riprendere, dopo l’armistizio, un’infiltrazione
che le aveva rese padrone del paese. Appoggiare gli anticomunisti nel Laos
significava avventurarsi in un’impresa dal risultato quanto meno incerto. [..] Nel
marzo 1961 Kennedy
15
pronunciò un discorso [..] nel quale affermò che gli Stati
Uniti non avrebbero tollerato la nascita a Vientiane, la capitale del Laos, di un
governo comunista. [..] Nel mese di aprile acquistò consistenza il progetto anglo-
sovietico di discuterne in una conferenza da tenere a Ginevra al più presto, con la
partecipazione di tutte le parti interessate. [..]”
16
Le trattative, però, furono bloccate
nel periodo dell’invasione di Cuba, che permise all’URSS di tenere sul filo del rasoio
gli Stati Uniti.
Nella politica italiana il 1958 fu complessivamente un anno molto intenso. Il 1°
gennaio, entrò in vigore il trattato di Roma, firmato da Italia, Francia, Germania,
Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, nel marzo dell’anno precedente, e che istituiva la
CEE
17
e l’EURATOM,
18
le cariche all’interno della Comunità furono assegnate tutte
a uomini della DC. Tra gennaio e febbraio, si ebbe una crisi tra la stessa DC e la
Chiesa. Il Cardinale Ottaviani, Segretario del Sant’Uffizio, accusò di tradimento due
esponenti della Democrazia Cristiana per la loro apertura a sinistra, ed il Presidente
del Consiglio, Adone Zoli,
19
accusò la Chiesa di Roma di ingerenza nella vita politica
Italiana. Il 17 marzo fu bocciato il progetto di legge costituzionale per le riforme
14
La Conferenza di Ginevra (26 aprile – 21 luglio 1954) decretò l’indipendenza dell’Indocina
(Cambogia, del Loas e del Vientnam) dalla Francia. Firmatari dell’Accordo furono: la Cambogia, la
Repubblica Democratica del Vietnam, la Francia, il Laos, la Repubblica Popolare Cinese, lo Stato
del Vietnam, l’URSS, il Regno Unito e gli USA.
15
J. F. Kennedy (1917 – 1963) fu il candidato del Partito Democratico americano alle elezioni
presidenziali del 1960, che vinse. Assunse la carica come 35° Presidente degli Stati Uniti il due
gennaio 1961. Fu assassinato a Dallas il 22 novembre 1963.
16
Cfr. Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali 1918-1992, Editore Laterza, Roma,
Bari 1999, p.1120.
17
Comunità Economica Europea.
18
Comunità Europea dell’Energia Atomica.
19
Adone Zoli, apparteneva alla DC e fu Presidente del Consiglio dal 19 maggio 1957 a 1° luglio
1958.
10
dell’Assemblea di Palazzo Madama ed il Presidente della Repubblica, Giovanni
Gronchi,
20
sciolse anticipatamente Camera e Senato. Il 24 marzo, fu istituito il
Consiglio Superiore della Magistratura, che tuttora esiste. Il 2 maggio, con le Camere
già sciolte e quindi in piena campagna elettorale, arrivò un messaggio elettorale
propagandistico, dalla Conferenza Episcopale, la quale incaricò i Vescovi di
diffonderlo. Le reazioni delle forze politiche furono vivaci e accusatorie nei confronti
dell’ingerenza della Chiesa, ma il Governo provvisorio decise di non intervenire,
sostenendo che i Vescovi avevano diritto di diffondere la morale Cristiana. Le
elezioni politiche si svolsero il 25 ed il 26 maggio, furono vinte dalla democrazia
Cristiana che ottenne il 43,3% dei voti, seguita dal PCI
21
che ottenne il 22,7% e dal
PSI
22
che arrivò al 14,2%. Il 2 luglio 1958 Amintore Fanfani
23
fu incaricato di
formare il governo, che fu un governo bipartito (DC e PSDI
24
); Governo che fu
“incoronato” da Senato e Camera dei Deputati il 17 luglio. Quello fu l’anno della sua
ascesa al potere in quanto fu contemporaneamente Presidente del Consiglio,
Segretario della DC
25
e Ministro degli Esteri. Il 9 ottobre dello stesso anno morì, a
Castelgandolfo, Papa Pio XII,
26
ed il 28 ottobre, come ho detto all’inizio del capitolo,
fu eletto Papa il Patriarca di Venezia, Angelo Roncalli, con il nome di Papa Giovanni
XXIII
27
, ricordato come il “Papa buono” che sconvolse la Chiesa con la sua apertura
a sinistra. Fu il primo Papa ad uscire dalle mura del Vaticano e, fin dal principio,
20
Giovanni Gronchi, apparteneva alla DC e fu eletto Presidente della Repubblica il 29 aprile 1955.
21
Partito Comunista Italiano.
22
Partito Socialista Italiano.
23
Amintore Fanfani, nacque a Pieve Santo Stefano (AR), il 6 febbraio 1908, fu celebre uomo
politico italiano del dopoguerra, storico dell’economia, e figura storica della DC, di cui fu
Segretario dal giugno del 1954 al marzo del 1959, e da giugno 1973 a luglio 1975. Fu Presidente
del Consiglio per ben cinque volte, nel 1954, dove però non ottenne la fiducia, nel 1958, nel 1960,
nel 1962, nel 1982. Tra le altre cose, fu presidente dell’Assemblea dell’ONU (Organizzazione delle
Nazioni Unite) dal 1965 al 1966. Fu Presidente del Senato dal 1968 al 1973.
24
Partito Socialista Democratico Italiano. Fu fondato nel 1947 con il nome di Partito Socialista dei
lavoratori Italiani, dalla scissione dell’ala destra, di Giuseppe Saragat, del Partito Socialista. Si
sciolse nel 1998.
25
Democrazia Cristiana.
26
Papa Pio XII, al secolo Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Roncalli, nacque a Roma il 2 marzo
1876. Fu eletto Papa il 2 marzo 1939.
27
Papa Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli, nacque il 25 novembre 1881 e morì il
3 giugno 1963. Fu Papa della Chiesa Cattolica dal 1958 fino alla sua morte.
11
conquistò la popolazione, proprio grazie ad un dialogo diretto sia con i fedeli che con
gli atei. La sua incoronazione avvenne il 4 novembre 1958. Il 10 dicembre il
Governo, già messo a dura prova nei mesi precedenti, fu messo in minoranza sul voto
ad una legge che doveva liberalizzare i mercati all’ingrosso. Si avviò così una crisi di
governo che portò ad una rottura all’interno della DC, Fanfani cominciò a diventare
scomodo per molti. Alla fine di gennaio 1959, Fanfani perse i tre incarichi in tre
giorni e, a febbraio, fu Antonio Segni
28
ad essere incaricato a formare un nuovo
governo, che fu un governo monocolore sostenuto dalle destre. Il 14 marzo 1959, nel
Convento di suore Santa Dorotea, nacque l’omonima corrente che divenne
maggioritaria nella DC, vi entrarono a far parte anche Aldo Moro, Antonio Segni,
contro la corrente di sinistra nella quale vi era, fra gli altri, Amintore Fanfani. A
Moro fu affidata la segreteria democristiana, rimasta vagante dopo le dimissioni di
Fanfani. All’inizio del 1960 Segni si dimise dalla carica di Presidente del Consiglio e
si formò un nuovo governo monocolore guidato da Tambroni
29
, per scelta personale
di Gronchi, che però appoggiato solo dall’MSI
30
e contro il quale si ebbero forti
manifestazioni, con vittime fra i dimostranti, in varie città italiane. La DC impose
così le dimissioni immediate del governo segnando una svolta. Fanfani compose il
nuovo governo monocolore, con l’appoggio dei partiti centristi, ma con la simultanea
astensione di socialisti e monarchici. Di fatto il tragico tentativo del Governo
Tambroni cancellò l’ipotesi di un’apertura della DC alla destra, accelerando i tempi
verso l’attuazione del centro-sinistra.
31
L’idea di fare questo tipo di ricerca basata sulla stampa, oltre che dal prezioso
consiglio del Prof. Annino, si è consolidata alla fine di luglio del 2006, quando fu
28
Antoni Segni (2 febbraio 1891 – 1° dicembre 1972), politico di tendenze conservatrici, fu tra i
fondatori della DC, Fu Presidente del Consiglio dei Ministri dal 6 luglio 1955 al 15 maggio 1957, e
dal 15 febbraio 1959 al 23 marzo 1960. Eletto Presidente della Repubblica il 6 maggio 1962, si
dimise volontariamente per malattia nel 1964.
29
Fernando Tambroni (1901 – 1963). Controverso uomo politico italiano che dopo l’instaurazione
del fascismo, nel 1926, chiese ed ottenne l’iscrizione al Partito Nazionale Fascista, diventando
centurione della milizia contraerea ad Ancona. Nel convulso triennio ’43-’45 abbandonò il PNF per
iscriversi alla DC.
30
Movimento Sociale Italiano
31
Per quanto riguarda la politica italiana si veda: L. LOTTI, I partiti della Repubblica –la politica
in Italia dal 1946 al 1997-, Le Monnier, Firenze 1997.
12
annunciata la malattia di Fidel Castro e lo storico passaggio di poteri al fratello del
Leader Maximo, Raùl Castro. In quell’occasione i titoli dei giornali mi incuriosirono
moltissimo, non solo per le mille ipotesi che venivano fatte dagli editorialisti, ma
soprattutto per le diverse reazioni che suscitò in coloro che si occuparono della
notizia. Leggendo i brani che furono pubblicati si percepivano una serie di umori
contrastanti, dal sollievo alla malinconia, dalla gioia alla tristezza, dalla curiosità
all’apprensione, perché, al di là di ciò che ognuno di noi possa pensare di Castro e del
suo regime, se Fidel Castro fosse morto, con lui se ne sarebbe sicuramente andata una
parte della storia del suo Paese che dura da quasi cinquant’anni.
Se si esclude il manuale di Thomas, probabilmente uno dei più completi per
quanto riguarda la cronologia degli avvenimenti cubani, la mia ricerca si basa
esclusivamente, ma volutamente, su fonti italiane. I tre quotidiani sui quali ho basato
la mia ricerca sono il “Corriere della Sera”, “l’Unità”, “Il Popolo”, e le due riviste
sono “Epoca” e “Rinascita”, in quanto il mio intento è proprio quello di mostrare
come venivano interpretate le vicende di un Paese lontano come Cuba, ma che in
quegl’anni divenne importante per tutto il mondo, da un paese come il nostro, dove si
scontravano ideologie forti e profonde come quella cristiana e quella comunista e
dove gli interessi governativi-confindustriali predominavano la scena politica, sociale
e dell’informazione. “L’Unità” era, infatti, l’organo ufficiale del Partito Comunista
Italiano
32
, il cui segretario in quegl’anni fu Palmiro Togliatti
33
. Il quotidiano
comunista fu fondato il 12 febbraio 1924 da Antonio Gramsci e fu organo ufficiale di
stampa del PCI da quell’anno fino al 1991. L’8 novembre 1925 la distribuzione del
giornale fu soppressa dal Prefetto di Milano insieme all’“Avanti”, organo del Partito
32
Il PCI nacque il 21 gennaio del 1921 a Livorno dalla scissione della corrente di estrema sinistra
del Partito Socialista Italiano, guidata da Amedeo Bordiga e Antonio Gramsci. Il PCI fu a lungo
tempo legato all’Unione Sovietica e mantenne relazioni con tutti i partiti comunisti al potere nei
paesi del cosiddetto blocco comunista. Si sciolse il 3 febbraio del 1991, quando al XX Congresso
Nazionale, la maggioranza dei delegati ne sancì lo scioglimento e la contestuale costituzione del
Partito Democratico della Sinistra (PDS). La minoranza di sinistra si riunì nel Movimento per la
Rifondazione Comunista, che costituì con Democrazia Proletaria il Partito della Rifondazione
Comunista.
33
Palmiro Togliatti, nacque a Genova il 26 marzo 1893 e morì a Yalta il 21 agosto 1964. Fu
segretario del Partito Comunista Italiano dal 1927 fino al giorno della sua morte nel 1964. Sotto la
sua direzione il PCI divenne il più grande partito comunista non al potere in Europa.
13
Socialista Italiano, ed in seguito al fallito attentato a Mussolini (31 ottobre 1926) fu
soppresso completamente. Negli anni del fascismo la distribuzione fu clandestina.
Dopo la Liberazione uscirono, nel 1945, l’edizione genovese, quella milanese e
quella torinese. Dal 1° agosto 1957 le edizioni de “l’Unità” di Genova, Torino e
Milano si fusero dando origine ad un’unica edizione per l’Italia settentrionale, mentre
dal 1962 furono unificate le direzioni di Roma e di Milano dando origine ad
un’edizione centro-meridionale. Negli anni di riferimento per la mia ricerca, dal 1958
al 1961, direttore del giornale fu Aldo Tortorella
34
. “Il Popolo” era, invece, l’organo
ufficiale della Democrazia Cristiana
35
, fu fondato il 5 aprile del 1923 da Giuseppe
Donati. Nacque come organo di stampa del Partito Popolare Italiano di Don Luigi
Sturzo e si caratterizzò per l’acceso antifascismo, che si acuì con il delitto Matteotti.
Sempre per mano del regime, fu sciolto nel 1925 e riprese le pubblicazioni nel 1943
divenendo, l’anno seguente, l’organo ufficiale della DC, comprendente diverse
edizioni regionali. Si sciolse nel 2003, dopo la nascita del quotidiano della
Margherita “Europa”. Nel 1958 e nel 1959, direttore de “Il Popolo” fu Ettore
Bernabei
36
, mentre nel ’60-’61, alla testa del quotidiano democristiano c’era il
Segretario della DC, Aldo Moro
37
. Il “Corriere della Sera” fu fondato nel 1876 dal
giornalista Eugenio Torelli Voillier, ed in pochi anni riuscì ad imporsi all’attenzione
dei lettori italiani. Nel 1925, con le dimissione dell’allora direttore Alberini volute dal
Governo fascista, fu compiuta la “fascistizzazione” del quotidiano milanese, che si
conformò alle esigenze della dittatura fino alla Liberazione. Dal 1952 al 1961,
34
Aldo Tortorella, nato a Napoli il 30 ottobre 1920. Uomo politico italiano, fu partigiano della
Resistenza Italiana , si iscrisse al PCI e divenne giornalista de “l’Unità”. Fu direttore responsabile
dell’edizione di Genova e poi di Milano dell’organo di stampa comunista.
35
La Democrazia Cristiana, era un partito politico italiano, di ispirazione cristiana, moderato,
fondato nell’ottobre del 1942 da Alcide De Gasperi e Don Luigi Sturzo. L’8 gennaio del 1994, in
seguito allo scandalo di “Tangentopoli” iniziato nel ’92, il partito cambiò il nome, riprendendo
quello del partito fondato da Sturzo nel 1919: Partito Popolare Italiano (PPI).
36
Ettore Bernabei, dott. in Lettere Moderne, giornalista affermato, fu Direttore del quotidiano
fiorentino “Giornale del Mattino”, poi della testata romana de “Il Popolo”, successivamente è stato
anche Direttore Generale della RAI.
37
Aldo Moro (23 settembre 1916 – 9 maggio 1978) fu cinque volte Presidente del Consiglio e
Presidente del Partito della Democrazia Cristiana. Fu rapito dalla Brigate Rosse il 16 marzo 1978 ed
assassinato dalle stesse il 9 maggio successivo.
14
direttore del quotidiano fu Mario Missiroli
38
che, dopo qualche timido tentativo di
cambiamento, decise di non mutare nulla e di proseguire nella collaudata scia del suo
predecessore Emanuel, ciò un occhio al governo, l’altro all’Asselombarda e ai
notabili della città. Proprietaria del quotidiano milanese era una famiglia di
imprenditori, i Crespi. Fino al 1956 il quotidiano visse in una sorta di apatia nella
quale subì attacchi da destra, che rimproverava al “Corriere” di tenere in suo seno una
cellula comunista in forte ascesa, e da sinistra dove, soprattutto “l’Unità”, accusava il
giornale di via Solforino di aver subito, con la direzione di Missiroli, un precipitoso
impoverimento dei temi, principalmente in politica estera, dove la imperava la fedeltà
verso l’America, insomma per la sinistra, nonostante qualche sprazzo di indipendenza
avuto nella sua storia, il “Corriere della Sera” era per vocazione un giornale a servizio
dei “poteri forti”. Un salutare scossone il quotidiano di via Solforino lo ebbe con la
nascita de “Il Giorno”, il cui primo numero apparve nell’aprile del 1956, che fece sì
che il “Corriere” riacquistasse un po’ di vivacità, mettendo in cantiere inchieste che
non furono più semplici esercitazioni accademiche, migliorandosi anche nei servizi
dall’estero.
39
Il settimanale “Epoca” si sviluppò a partire dagli anni cinquanta lanciata
dall’editore Arnoldo Mondatori e fu diretta dal figlio Alberto Mondatori. La rivista,
politico culturale, tentò di riprendere, con moderni impianti americani, lo stile della
rivista statunitense “Life” e dei suoi fototesti. Direttore di “Epoca” nel nostro periodo
di riferimento fu Enzo Biagi
40
. “Rinascita” in origine fu un mensile politico-culturale
del PCI, fondato da Togliatti nel 1944. Uscì per la prima volta a Salerno nel giugno
del ’44 e si trasferì a Roma nell’ottobre dello stesso anno. I primi decenni fu un
mensile e si trasformò in settimanale nella primavera del ’62. Era uno strumento di
38
Mario Missiroli (Bologna 1886 – Roma 1974) Fu un importante scrittore e giornalista italiano di
origini piccolo borghesi. Finito il ventennio fascista, prima fu direttore del “Messaggero”, poi del
“Corriere della Sera”, per dieci anni. In quegl’anni fu un acceso sostenitore della politica centrista
di De Gasperi.
39
Per gli approfondimenti sulla storia del “Corriere della Sera” durante il nostro periodo di
riferimento si veda: G. LICATA, Storia del Corriere della Sera, Rizzoli Editore, Milano 1976,
Capitolo Ottavo pp. 433-458.
40
Enzo Biagi, nato il 9 agosto 1920, è un giornalista, scrittore e conduttore televisivo. Fu
caporedattore e direttore di “Epoca” che sotto la sua direzione s’impose all’attenzione del grande
pubblico, grazie ad inchieste e reportage esclusivi.
15
elaborazione e diffusione della politica culturale del PCI esprimendola pur ospitando
articoli ed interventi anche di intellettuali non marxisti. La sua ultima pubblicazione
fu il 18 febbraio 1991.
Alla fine degli anni cinquanta la mappa politica dei quotidiani non era molto
diversa da quella che si era delineata e consolidata attorno al 1948. I fogli che si
definivano “indipendenti” rientravano in realtà in quel blocco governativo-
confindustriale che aveva nella Rai-tv, controllata dalla DC, un formidabile sostegno.
Solo “Il Giorno” rappresentò un’eccezione per la contrapposizione fra l’Eni e
Confindustria
41
e, in parte, per l’appoggio all’apertura a sinistra ancora avversato
dagli altri quotidiani d’informazione. L’unica contrapposizione reale a questo blocco
governativo-confindustriale era rappresentata dai quotidiani comunisti e quelli
socialisti, con notevole disparità fra loro di diffusione e di atteggiamenti. Ancora alla
fine del 1959 le tirature e le vendite dei quotidiani erano rimaste basse e sempre
molto squilibrate da zona a zona, ed i quotidiani continuavano a disputarsi gli stessi
lettori. Le testate d’informazione a diffusione nazionale, quelli ciò che arrivavano in
tutte le regioni della penisola, erano tre: il “Corriere”, “La Stampa” e “il Giorno”.
Sotto il profilo imprenditoriale, l’editoria giornalistica era dominata da una mentalità
e da vedute arcaiche, le strutture produttive erano vecchie e costose e la distribuzione
aveva dei costi elevati. Un altro fattore negativo e di notevole peso sulla diffusione
della stampa era il problema dei punti vendita in quanto, salvo alcuni casi, il sistema
italiano riservava soltanto alle edicole la vendita dei quotidiani. Il direttore, che
logicamente veniva scelto dall’editore, ma sulla base di intese che restavano segrete
anche per i redattori, assomigliava più ad un “monarca assoluto” che ad un “monarca
costituzionale”, ed il redattore capo era praticamente l’esecutore delle sue direttive e
delle sue intenzioni. Nei giornali non c’era lavoro d’équipe, accadeva spesso che, per
certe scelte, il direttore consultasse più volentieri alcuni “notabili” del giornale che lo
stesso redattore capo e i caposervizi. Soltanto il capocronista ed il responsabile dello
41
Enrico Mattei, fondatore de “il Giorno”, nel 1953 aveva raggiunto l’obiettivo della costituzione
dell’ENI, nonostante l’opposizione della Confindustria e del cartello internazionale del petrolio. Si
sa che Confindustria, insieme alle forze politiche governative influenzavano pesantemente
l’indirizzo editoriale dei giornali.
16
sport godevano di una certa autonomia. Certo non va dimenticato che il ventennio
fascista aveva lasciato delle tracce tra i giornalisti, non tanto per i residui politici in
senso stretto, ma per una propensione all’ufficiosità, alla cautela, allo scetticismo ed
alla furberia che finì con il condizionare anche molti giovani nuovi del mestiere.
Anche nel settore della stampa di partito e di quella cattolica, dopo le fiammate del
primo dopoguerra, le somme dei primi tre lustri di libertà dettero risultati modesti. Le
formule di questi giornali erano ricalcate su quelle dei fogli d’informazione. I
tentativi dei partiti o dei gruppi politici di realizzare fogli di opinione erano tutti
falliti. “L’Unità” fece un tentativo, a volte riuscito a volte meno, di avvicinarsi a
l’esito che appariva praticamente impossibile, e cioè quello di accoppiare alle
funzioni dell’organo di partito quelle informative. In quanto alle agenzie, questi
indispensabili mezzi la cui importanza era destinata a crescere, si era ormai delineata
una situazione del tutto particolare. Da un lato vi erano le maggiori, l’“Ansa”, alla
quale erano collegati tutti i quotidiani e l’“Agenzia Italia”, in via di espansione. La
prima aveva una caratterizzazione di ufficiosità, anche per l’ipoteca dei finanziamenti
che riceveva annualmente dal Governo, e anche di parzialità se non altro per la
diversa attenzione riservata alla maggioranza e all’opposizione; la seconda era
controllata dalla DC. Dall’altro lato vi era un pullulare di piccole agenzie distributrici
di pareri e di “veline” che servivano, in modi talvolta al limite del lecito, al gioco
politico. Tra le agenzie di stampa straniere le più importanti erano la “France Presse”,
la “Reuters” (inglese), la “TASS” (sovietica) e le americane “United Press” e
“Associated Press”, che tra l’altro erano le più diffuse. Per i servizi dall’estero
l’“Ansa” si serviva della “U.P.”, della “F.P.”, della “Reuters” e dell’“A.P.”, queste
avevano delle telescriventi in Italia e fornivano notiziari, servizi, telefoto e radiofoto
in lingua italiana. L’ultima agenzia ad abbandonare la copertura diretta del mercato
italiano fu proprio l’“Associated Press” nel 1977. Per quanto riguarda il giornalismo
italiano alla fine degli anni cinquanta emergono, in conclusione, tre caratteristiche. La
prima è la marcata subordinazione dei quotidiani di informazione e delle agenzie di
notizie ad interessi politiche ed economici extra-editoriali e, poiché, tali interessi si
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riconoscevano nel potere democristiano, i giornali ne seguivano, con il loro
conformismo, le esigenze più elementari e ne assecondavano le spinte conservatrici.
Insieme con il monopolio radiotelevisivo, i giornali costituirono i muri maestri di un
sistema rigido e chiuso. La seconda caratteristica è quella della scarsa diffusione dei
quotidiani, il cui consumo restava prevalentemente circoscritto ai ceti borghesi. La
terza caratteristica era rappresentata dalla condizione arcaica delle imprese editoriali,
che contrastava, soprattutto a partire dalla metà degli anni cinquanta, con le
trasformazioni e il dinamismo di tanti altri settori imprenditoriali.
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Questa ricerca non vuole essere un approfondimento delle vicende della
rivoluzione cubana ed un’analisi delle cause che permisero a Fidel Castro di
sconfiggere Batista e consolidare il suo regime. Vuole essere, invece, una finestra
dalla quale ci si possa affacciare, immaginando di essere dei cittadini dell’Italia della
fine degli anni cinquanta, per vedere cosa stesse accadendo in quella piccola isola
dall’altra parte del mondo che, in quegl’anni, diventò un simbolo per molti Paesi
sottosviluppati, che videro nel castrismo un modo di intendere lo sviluppo dei popoli
che avevano subito le colonizzazioni, e per molti Paesi del mondo industrializzato
che considerarono Cuba come l’ago della bilancia dell’equilibrio internazionale tra
Est ed Ovest. Vuole essere, inoltre, il racconto di tutte le verità, le sciocchezze, le
curiosità, le interpretazioni, autorevoli o meno, le prese di posizione a favore o
contro, fatte attraverso le osservazioni dei contemporanei della stessa rivoluzione
cubana, che potrebbero rendere più comprensibili certe analisi puramente storiche dei
manuali pubblicati sull’argomento.
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Per tutto ciò che riguarda la stampa italiana alla fine degli anni cinquanta ed all’inizio degli anni
sessanta: Cfr. G. DE LUNA, N. TORCELLAN, P. MURIALDI, La stampa italiana dalla
Resistenza agli anni sessanta, Editori Laterza, Roma 1980, cap. VI, VII, VIII; Cfr P. MURIALDI,
Storia del giornalismo italiano (dalle prime gazzette ai telegiornali), Gutemberg 2000, Torino
1986, cap. VII e VIII.