II
Nel capitolo III viene presentato il modello matematico del sistema multi‐
agente su cui si basa questo lavoro. In particolare, viene messo in risalto
l’algoritmo della negoziazione, e vengono esposti alcuni teoremi necessari a
definire alcune proprietà dell’algoritmo in questione.
Il capitolo IV è completamente dedicato all’analisi del comportamento del
sistema, attraverso l’indice di costo definito nel capitolo III, nel momento in
cui vengono variati i valori dei parametri di uno o più siti.
Nel capitolo V vengono presentati i risultati dei confronti fra le performance
dei vari sistemi ed eseguite le simulazioni. In particolare, è stato messo in
luce, in che modo diverse politiche relative alla scelta dei parametri
possano influire sulle prestazioni dei singoli siti e dell’intero sistema.
Il capitolo VI si apre con la definizione di convergenza nelle due accezioni
usate in questo testo. Vengono, quindi, ricercati i sistemi per cui queste
definizioni sono valide, e definite delle euristiche, per la ricerca di parametri
da assegnare ai siti, che garantiscano una condizione di compromesso fra le
esigenze locali, senza degradare complessivamente il sistema.
Nel capitolo VII è affrontata la problematica della modifica del layout, e
venono presentate le conclusioni di questo lavoro.
Capitolo I
1
Introduzione
Il capitolo presenta la definizione del termine Supply Chain e
mette in luce le problematiche relative a questo tipo di
sistemi. In particolare viene introdotto il fenomeno definito
effetto “Bullwhip”.
1. Definizione di Supply Chain e relative
problematiche
Negli ultimi anni lo scenario economico mondiale ha subito radicali
cambiamenti. Fenomeni quali la globalizzazione e lo sviluppo di nuovi mercati
emergenti, hanno permesso da un lato l’emergere di una competitività
sempre crescente, dall’altro la possibilità di migliorare le performance
aziendali attraverso una politica di delocalizzazione dei sistemi produttivi.
L’attenzione sulla gestione ottimale dei sistemi produttivi è passata,quindi, dal
controllo di produzione a livello locale al controllo della coordinazione di un
intera catena di produzione e distribuzione. Il termine Supply Chain indica,
appunto, un sistema economico composto da vari soggetti che compongono
una catena di distribuzione, con lo scopo di ottimizzare la consegna di
prodotti, servizi ed informazioni dal produttore al cliente finale.
Ad incentivare lo sviluppo di sistemi produttivi basati su SC, e lo studio dei
fenomeni legati a questi sistemi, sono stati diversi aspetti, tra i quali, i più
rilevanti risultano essere:
ξ Core competences
Alcune ricerche hanno mostrato che un numero di aziende ha ottenuto
significanti miglioramenti rispetto alla concorrenza focalizzando la propria
Capitolo I
2
attenzione verso poche competenze definite “Core competences”, e
delegando le competenze “non‐Core” ad altre aziende che le posseggono
come “Core”.
ξ Previsioni a breve termine
La focalizzazione sulle “Core competences” permette di eliminare parte
dei costi fissi che andavano ad incidere direttamente sul bilancio
dell’azienda
ξ I miglioramenti tecnologici richiedono alti investimenti
Negli ultimi anni del 900 le multinazionali hanno speso la maggior parte
delle loro risorse economiche in investimenti per la meccanizzazione e
l’automazione dei propri sistemi produttivi. Tuttavia l’alto tasso di
investimenti in questa direzione, spesso non è risultato proporzionale ad i
benefici introdotti dalle nuove tecnologie. L’elevato numero di processi
automatici sperimentati in varie realtà aziendali necessitava infatti di
tecniche che permettessero di sfruttare in modo ottimale le nuove risorse
a disposizione.
ξ Supply Chain Management come “core competences”
Alcune società, come ad esempio Howlettt‐Packard (HP), hanno
riconosciuto che la Supply Chain Management è una propria “core
Capitolo I
3
competences”. Queste società si sono evolute da società dedite al
“Business‐to‐Business” a società dedite al “Business‐to‐ consumer”.
Ciò che ha contraddistinto queste società dalle altre è stato in primo luogo
la capacità di soddisfare le esigenze di mercato in modo più rapido
rispetto alle altre e di impostare una politica di differenziazione del
prodotto orientata alla soddisfazione del cliente.
ξ Facilità nell’assemblaggio finale
L’elevato tasso di automazione all’interno delle compagnie ha permesso di
produrre beni sempre più standardizzati e quindi più facilmente
interfacciabili con altri prodotti. Sebbene il testing dei prodotti finali sia
sempre necessario, sono sicuramente diminuiti i costi ad essi associati ed
è oggi più facile determinare la causa di un malfunzionamento del sistema
piuttosto che prima.
ξ Maggiore economicità nella distribuzione dei prodotti
La delocalizzazione della produzione permette di individuare quelle aree
strategiche in cui la domanda del bene risulta essere maggiore e di
produrre tale bene proprio in quelle aree geografiche, abbassando i costi
relativi al trasporto.
Capitolo I
4
ξ Information Technology
A partire dalla metà degli anni ottanta sono stati introdotte delle
implementazioni del cosiddetto Enterprise Resource Planning (ERP).
Questo sistema viene usato come mezzo per introdurre un nuovo
paradigma di business, che permetta al meglio la coordinazione dei vari
siti che appartengono alla Supply Chain e che garantisca rapidità ed
affidabilità durante lo scambio di informazioni. Nonostante
l’implementazione di un sistema di questo tipo risulti molto complessa, i
suoi vantaggi sono molti. Tali sistemi infatti, supportano tutti quei
meccanismi di decisione manageriale come ad esempio la gestione delle
scorte, la pianificazione della produzione e le previsioni degli andamenti
futuri dei mercati.
ξ Internet ed il World Wide Web
Il World Wide Web ha permesso a molte compagnie di raggiungere
direttamente i consumatori. Le vendite attraverso la rete sono ormai una
percentuale non marginale delle vendite complessive di una società, e
questo fenomeno assumerà entità sempre maggiori negli anni a venire.
Capitolo I
5
2. L’effetto “Bullwhip”
Uno degli aspetti che ha attratto maggiormente l’attenzione negli ambienti
accademici ed industriali è sicuramente l’effetto “Bullwhip”.
Negli anni cinquanta l’economista Forrester condusse una serie di ricerche che
rivelarono che le variazioni della domanda vengono amplificate da un sito ad
un altro andando dai siti a valle a quelli a monte della catena, cioè dal cliente
al produttore delle materie prime. Dopo varie simulazioni, Forrester identificò
la causa principale di questa amplificazione della variazione nella distorsione
dell’informazione che avviene nel momento in cui l’informazione viene
trasportata da un sito ad un altro. Il termine “effetto Bullwhip” venne coniato
dai manager della Procter and Gamble, la compagnia produttrice dei pannolini
Pampers. I manager, infatti, osservarono che mentre la domanda dei clienti
finali del prodotto era abbastanza costante nel tempo, gli ordini dei pannolini
richiesti dai venditori al dettaglio ai loro grossisti subivano consistenti
fluttuazioni nel tempo. Inoltre, variazioni ancora maggiori vennero
sperimentate dagli ordini che i grossisti inviavano alla P&G.
L’effetto “Bullwhip” è uno dei maggiori problemi per molti fabbricanti,
distributori all’ingrosso, e al dettaglio, poiché l’aumento della variabilità negli
ordini produce i seguenti effetti:
1) richiede un aumento del livello di quantità di beni presenti nel proprio
magazzino in modo da mantenere un livello di servizio che soddisfi i
clienti.
2) Porta ad un aumento dei costi dovuti all’immagazinamento del
maggior numero di unità presenti nei magazzini.
Capitolo I
6
3) Può essere causa di un inefficiente uso delle risorse, sia da un punto di
vista economico, sia da un punto di vista logistico.
Per meglio comprendere l’impatto dell’ effetto “Bullwhip” su un intera
Supply Chain, si consideri il caso di un semplice sistema composto da due
siti: un rivenditore al dettaglio ed un fabbricante. Il rivenditore, osserva
l’andamento della domanda dei propri clienti e ordina delle quantità di
beni al fabbricante. Per determinare quante unità di quel bene ordinare, il
rivenditore deve fare delle previsioni sulla domanda futura dei suoi clienti.
Generalmente, il rivenditore userà i dati relativi alla storia della domanda
e attraverso qualche tecnica farà le proprie previsioni.
Si consideri ora il fabbricante. Questo, osserva la domanda del
rivenditore, ed in base a questa invierà gli ordini a chi gli fornisce le
materie prime. Per determinare la quantità da ordinare, il fabbricante
dovrà prevedere la domanda del rivenditore. In molte Supply Chain, il
fabbricante, non ha accesso diretto alla domanda a cui viene sottoposto il
rivenditore, quindi, deve necessariamente usare gli ordini inviatigli dal
rivenditore per migliorare le sue previsioni. Se gli ordini inviati dal
rivenditore al fabbricante sono molto più variabili rispetto alla domanda a
cui viene sottoposto il rivenditore, allora, i problemi relativi alla variabilità
del livello di beni presenti nel magazzino del fabbricante, saranno
maggiori rispetto ai problemi che sperimenterà il rivenditore.
Capitolo I
7
3. Identificazione delle cause dell’effetto
“Bullwhip”
E’ chiaro che l’effetto “Bullwhip” può portare a significanti aumenti dei costi e
di beni presenti in magazzino attraverso tutti i nodi della Supply Chain. Al fine
di eliminare, o ridurre questo fenomeno, bisogna prima capire le sue cause. In
particolare, sono state identificate 5 cause principali, che sono:
previsione della domanda, tempi di trasporto, ordini in lotti, scarsità dei
rifornimenti e la variazione dei prezzi.
Previsione della domanda
Si consideri nuovamente l’esempio di una Supply Chain composta da due siti,
che usano una qualche forma di previsione sulla domanda per determinare la
quantità di materia prima, o beni da ordinare. Una politica per stabilire il
livello di unità in magazzino all’istante t, è data, ad esempio, dall’equazione:
Dove è il livello di unità del magazzino da stabilire, è una stima della
domanda media, è la varianza dell’errore sulla previsione e è un
parametro scelto per stabilire il livello di servizio che si vuole soddisfare.
Al fine di determinare il livello delle unità da immagazzinare, ogni nodo deve
prevedere sia la media della domanda, sia la varianza di tale domanda. Questa
previsione può essere fatta, mediante diverse tecniche di calcolo, come ad
esempio, la media mobile o l’approssimazione esponenziale. Nella media
Capitolo I
8
mobile, la previsione della domanda è fatta in base alla media su dei campioni
ritardati di p istanti, rispetto al momento in cui la si calcola. La previsione
attraverso l’approssimazione dell’esponenziale, è invece basata sul calcolo
della media della domanda pesata in base ad una funzione esponenziale, da
cui il nome. Entrambe le tecniche, poiché basate sulla statistica, e quindi
sull’incertezza, possono essere causa di una distorsione dell’informazione, che
si propaga per l’intera catena. Queste tecniche vengono, inoltre, usate non in
modo batch, ma in modo ricorsivo, e quindi ad ogni istante viene stabilito un
nuovo livello di unità da immagazzinare.
Tempi di trasporto
Il tempo di trasporto è definito come la differenza tra l’istante di tempo in cui
viene generato l’ordine e l’istante in cui l’ordine viene soddisfatto attraverso
l’avvenuto invio dei beni richiesti. I tempi di trasporto sono un causa
principale dell’ effetto “Bullwhip” per due motivi. Il primo è che il tempo di
trasporto, che in genere comprende anche il tempo di produzione, è un
parametro oggetto di incertezza, il secondo è che tempi di trasporto più
lunghi, spingono il cliente ad ordinare quantitativi più grandi per un numero
minore di volte, di modo che il livello del servizio non debba subire gli effetti
di ritardi.
Capitolo I
9
Ordini a lotti
Un altro aspetto importante delle realtà produttive che risulta essere anche
causa dell’effetto “Bullwhip” è sicuramente il fatto che in alcuni contratti di
fornitura non è prevista la possibilità di scegliere di inviare o ordinare un
quantitativo preciso di un dato materiale o bene. Le quantità di bene che è
possibile ricevere o inviare, sono quantizzate attraverso dei lotti. Questa
tecnica fa si che un fornitore che lavori in un contesto contrattuale di questo
tipo, sperimenti dei periodi in cui la sua produzione è molto alta, altri periodi
in cui la sua produzione è invece molto bassa. Il risultato di questa alternanza
di periodi di diversa produttività, causa un incertezza sul livello di beni da
immagazzinare molto alta.
Scarsità delle materie prime
La quarta causa dell’effetto “Bullwhip” è associata all’esigenza dei singoli nodi
a garantire la continuità del servizio in ambiti in cui regna l’incertezza non solo
sulla domanda del prodotto finito, ma anche sulla scarsità di materie prime.
In un ambito economico in cui una risorsa scarseggia, ogni agente economico
tenderà ad appropriarsi di quella risorsa più che può, in modo da poter
sopperire alle proprie esigenze, anche nel caso in cui la risorsa sia in un
determinato momento non reperibile nelle quantità necessarie.
Capitolo I
10
Variazione dei prezzi
Un ultima causa può essere, infine, identificata con la frequente variazione
dei prezzi attraverso tutta la Supply Chain. Chiaramente, quando un prezzo
relativo ad un bene cambia, cambia anche la domanda relativa a quel bene.
Ad esempio, durante un periodo di promozione, il rivenditore vedrà
aumentare le unità di beni vendute, mentre dopo la promozione, il rivenditore
noterà una diminuzione delle vendite. Questo fenomeno, è osservabile anche
per i nodi intermedi della catena. Tutto ciò causa una distorsione della
domanda ed aumenta la sua variabilità.