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1. INTRODUZIONE
1.1- UN QUADRO D’INSIEME
Nelle banche si sono verificati e sono tuttora in corso rilevanti
processi di cambiamento organizzativo, destinati a consolidarsi e
diffondersi in futuro.
Le banche stanno progressivamente abbandonando i modelli
organizzativi caratterizzati da un’elevata frammentazione e
parcellizzazione delle mansioni, da una marcata specializzazione
funzionale dei ruoli, da un forte accentramento delle decisioni e dalla
centralità della gerarchia nel coordinamento e nel controllo.
Il modello GERARCHICO-FUNZIONALE (fig.1), molto diffuso
anche in altri comparti produttivi, ha accompagnato lo sviluppo delle
banche sino al recente passato ed è tipicamente correlato a logiche
organizzative tendenti a semplificare le mansioni e a ricercare
economie di specializzazione basate sulla divisione funzionale del
lavoro, caratterizzato da processi di informatizzazione scarsamente
integrati. Tale modello, inoltre, si è consolidato grazie ad un ambiente
di mercato poco dinamico. Ne sono derivate strutture decisionali
accentrate, con un ruolo determinante esercitato dalla gerarchia
nell’attività di coordinamento e controllo che ha favorito l’assunzione
di modelli piramidali molto “lunghi”.
Il modello gerarchico-funzionale si mostra inadeguato con l’emergere
di mercati competitivi che impongono comportamenti basati non
soltanto sull’efficienza, ma anche su fattori quali:
9 La qualità e flessibilità
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Fig. 1.1 Il modello gerarchico-funzionale
Direttore
Generale
Segreteria della
Presidenza e DG
Servizio Segr. Generale
Servizio del Personale
Servizio Ispettorato
Vice DG Vice DG Vice DG Vice DG Vice DG
Servizio Estero
Tesoreria e Finanza
Interm.ne Mobiliare
Amm.ne Mutui
Gestione Acquisti
Ufficio Private
Banking
Ragioneria
Studi e pianificazione
Controllo di gestione
Serv. Tecnico
Amm.ne Immobili
Economato
Cassa Centrale
Uff. Sicurezza
Partecipazioni
Sviluppo
Vice DG
Servizio Fidi
Servizio Mutui
Contenzioso
Enti Pubblici
Organizzazione
Analisi Procedure
Incassi e Pagamenti
Telephone Banking
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9 La capacità d’innovazione e di reazione agli stimoli
dell’ambiente
Nel nuovo contesto la banca, oltre che a disporre di assetti efficienti,
deve ricercare la flessibilità del proprio sistema organizzativo e
l’orientamento alle relazioni con la clientela. Il modello della banca
snella, caratterizzato da una piramide aziendale “piatta”,
dall’ampliamento del livello di delega, da un decentramento delle
responsabilità, si contrappone a quello burocratico. Molte banche
hanno abbandonato il tradizionale assetto gerchico-funzionale
adottando assetti organizzativi divisionali e matriciali. L’uso dell’ICT
è l’elemento comune che rende concretamente percorribili i sentieri di
trasformazione organizzativa lungo due dimensioni: quella orizzontale
e quella verticale. I sistemi informativi, infatti, allargano l’ampiezza
del controllo in tutte le aree organizzative, favorendo la
deverticalizzazione della struttura. La maggiore condivisione delle
informazioni (dimensione orizzontale) favorisce un’integrazione
flessibile, rendendo meno necessarie forme di coordinamento.
1.2- NUOVI CANALI DISTRIBUTIVI
Da qualche anno si è affermata la tendenza delle banche a
differenziare i propri sistemi distributivi, adattandoli ai diversi
segmenti di clientela; si è accentuato il ricorso a canali innovativi per
ridurre i costi unitari delle transazioni e per sfruttare gli spazi di
mercato aperti dallo sviluppo tecnologico. È cresciuto il numero di
aziende che operano, in via esclusiva o prevalente, senza il supporto di
una rete di dipendenze sul territorio sfruttando i collegamenti
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Tav. 1.1 CARATTERISTICHE DELLA STRUTTURA
FUNZIONALE
o Alto grado di coordinamento verticale
o Alta specializzazione
o Accentuata struttura gerarchica
o Alto grado di centralizzazione
o Sistema informativo e di regole rigorosamente definiti
o Ambiente stabile
o Unico gruppo di prodotti
o Leadership di costi
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
-facilita le economie di scala
all’interno delle unità funzionali
-permette lo sviluppo di
conoscenze e capacità
approfondite
-è da preferire in presenza di un
solo prodotto o di pochi prodotti
-tempo di risposta lento di fronte
ai cambiamenti ambientali
-può causare un accumulo di
decisioni al vertice e il
sovraccarico della gerarchia
-porta ad uno scarso
coordinamento orizzontale e tra le
unità organizzative
-si traduce in una minore
innovazione
-implica una visione ristretta
degli obiettivi organizzativi
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Tav. 1.2 CARATTERISTICHE DELLA STRUTTURA
DIVISIONALE
o Alto grado di coordinamento orizzontale e verticale
o Grado di divisionalizzazione ( autonomia delle divisioni)
variabile
o Grado di centralizzazione variabile
o Sistema informativo e di regole rigorosamente definiti
o Ambiente dinamico
o Gruppi di prodotti separati
o Strategie di diversificazione
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
-è indicata in caso di rapidi
cambiamenti in un ambiente
instabile
-porta alla soddisfazione del
cliente poiché le responsabilità
sul prodotto e i punti di
contatto sono chiari
-genera un alto grado di
coordinamento tra le funzioni
-permette alle unità di
adattarsi alle differenze di
prodotto, geografiche, di
clientela
-decentralizza il processo
decisionale
-è da preferire in
organizzazioni di grandi
dimensioni
-elimina le economie di scala
nelle unità funzionali
-porta ad uno scarso
coordinamento tra le linee di
prodotto
-elimina l’approfondimento delle
competenze e la specializzazione
tecnica
-rende difficili l’integrazione e la
standardizzazione tra le differenti
linee
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telematici che consentono di effettuare le operazioni tramite lo
sportello “virtuale” sviluppato dalla banca nel proprio sito Internet.
Per lunghi anni lo sportello bancario è stato il punto di contatto
fondamentale tra l’azienda di credito ed il cliente per l’intera gamma
di servizi offerti. Il modello organizzativo predominante nelle reti
territoriali è stato senza dubbio quello denominato
“multiprodotto/multifunzione”.
1.3- IL NUOVO ASSETTO DELLA FILIALE
In presenza di una pluralità di canali distributivi a forte contenuto
elettronico che consentono un dialogo costante tra la banca e il cliente,
il problema principale diviene quello di progettare una configurazione
più aderente alle esigenze del mercato e, quindi, più flessibile.
L’accentramento delle funzioni amministrative facilita il contenimento
dei costi fissi e consente l’impiego più efficiente del personale e della
tecnologia. Le applicazioni informatizzate destinate alla rete
commerciale prevedono un uso intensivo di modalità self-service,
soprattutto per la distribuzione di servizi standardizzati e comuni
attraverso strumenti quali: ATM (sportelli automatici), POS (terminali
ai punti di vendita), telefono, home banking, rete Internet. I vantaggi,
in termini di costo, legati a questa scelta organizzativa diventano
rilevanti nella misura in cui l’automazione è impiegata in via
sostitutiva e non meramente aggiuntiva rispetto al modello di
distribuzione tradizionale. Si possono individuare quattro specifiche
aree di attività: cassa, vendita, servizio alla clientela e back-office che
consentono di distinguere tra attività prettamente esecutive, di
relazione e di interazione, di natura produttiva o distributiva. Nasce,
allora, l’esigenza di ridisegnare gli spazi fisici della dipendenza.
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1.4- BUSINESS PROCESS REENGINEERING
Un nuovo orientamento al ridisegno delle organizzazioni è emerso
negli ultimi anni e si è rapidamente affermato in tutti i settori
economici: è il Business process reengineering (BPR) che consiste nel
concepire l’azienda non tanto in termini di funzioni, divisioni e
prodotti, quanto piuttosto in termini di processi chiave
1
.
Nel settore dei servizi finanziari, in particolare, l’innovazione per
avere impatto deve tradursi in decisi cambiamenti comportamentali, di
competenze e di valori aziendali da parte di una pluralità di persone.
Ciò si rende necessario in quanto i processi produttivi, a partire
dall’interfaccia con la clientela, sono a forte contenuto d’interazione
personale. In questi processi di cambiamento organizzativo il
personale assume una duplice funzione. In primo luogo è parte del
progetto nel senso che è direttamente interessato al risultato finale di
cambiamento. In secondo luogo il suo ruolo è correlato ai processi, dal
momento che il personale è protagonista delle attività che avviano e
realizzano il cambiamento.
Con riferimento ai temi dell’evoluzione delle professionalità in banca,
va anzitutto notato come l’evidenza empirica disponibile sia alquanto
limitata, specialmente per i ruoli decisionali. L’argomento non è stato
finora approfondito dalla letteratura, tuttavia la sua importanza è
destinata a crescere, dato che la competizione tra banche si baserà
sempre più sulla capacità di fornire e intermediare informazioni e
conoscenze, avvalendosi di professionalità adeguate al nuovo
contesto.
1
Un processo è un insieme di attività strutturate e misurate, progettate per produrre un determinato
output che risponde a specifiche esigenze del cliente interno o esterno all’azienda.
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Il principale impatto dell’Information & Communication Technology
(“ICT”) in rapporto all’occupazione è una radicale ristrutturazione
delle mansioni e del mondo del lavoro.
La reingegnerizzazione dei processi presuppone senza dubbio la
definizione del posizionamento sul mercato, comporta la necessità di
impiegare le tecnologie sfruttandone il ruolo “abilitante”, ma implica
altresì la necessità di tener conto delle risorse umane.
Reingegnerizzare, infatti, significa riorganizzare le strutture e, quindi,
rivedere i ruoli professionali.
Il nuovo modello organizzativo comporta conseguenze nelle
responsabilità e nei compiti. La responsabilità, l’iniziativa, la
comunicazione e la cooperazione vanno ad intrecciarsi con le nuove
procedure operative e con i nuovi comportamenti richiesti al
personale. Le novità, inoltre, devono essere comunicate agli
interlocutori abituali, la formazione e l’addestramento assumono
pertanto un ruolo determinante.
1.5- LA SITUAZIONE ITALIANA
Le banche italiane appaiono purtroppo "fuori linea" rispetto non solo
ai concorrenti inglesi, notoriamente più efficienti, ma rispetto alla
media europea, sia per quanto riguarda i costi del personale, sia per
una serie di altri fattori che incidono negativamente sul loro grado di
competitività.
L’introduzione delle applicazioni delle cosiddette tecnologie dell’ICT,
permetterà alla banca di supportare una reale innovazione, fornendo la
possibilità di un progressivo allontanamento del modello d´impresa
della banca dal suo modello storico e tradizionale, verso
configurazioni inedite.
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Il successo sarà fortemente condizionato dal ruolo svolto dal capitale
umano operante all’interno dell’azienda bancaria e dalla sua capacità
di gestire il connubio innovazione-organizzazione.
Il recente Rapporto Annuale sul Sistema Finanziario della Fondazione
Rosselli ha messo in luce gli importanti riflessi dell’innovazione sulle
tattiche e sulle strategie bancarie e sul sistema organizzativo delle
banche stesse
Torna in primo piano la necessità di un sistema basato
sull’innovazione, in primo luogo tecnologica, che prevede
l’introduzione di tecniche e di applicazioni nuove nella distribuzione
dei prodotti finanziari, con un crescente ruolo assegnato alle
cosiddette tecnologie dell’informazione e della comunicazione
all’attività tipica delle banche. Sugli effetti dell’impatto dell’ICT
sull’organizzazione aziendale delle banche, il rapporto presenta uno
studio
2
in cui il quesito di partenza è il seguente: “Technology
follows structure” or “Structure follows technology”? L’interrogativo
è di tutto rilievo se la sua soluzione condiziona la possibilità (o meno)
di originare un nuovo modello d’impresa bancaria, che si allontani dai
tradizionali schemi organizzativi fin qui seguiti. In altre parole, mentre
in passato la tecnologia è stata utilizzata a supporto delle attività e
delle competenze bancarie tradizionali, nel momento in cui
l’introduzione dell’ICT produce innovazioni di prodotto inserite in un
processo dinamico, si deve allora convenire che i modelli tradizionali
vengono profondamente modificati tanto da dover ridisegnare l’intera
struttura organizzativa.
Il momento in cui “si giunge alla necessità di questo intervento, è
quello nel quale vengono realizzati gli interventi di business process
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reengineering ”. In questo caso, non è più la tecnologia a servizio
dell’organizzazione esistente, ma per fare Bpr sarà necessario
ridisegnare la struttura ed i processi intorno alla tecnologia,
riconoscendo alla tecnologia stessa la capacità di determinare il
successo dell’impresa bancaria e di divenire il “driver” delle nuove
scelte strategiche. In pratica, nel momento in cui si attiva un progetto
di Bpr si ammette che “non è più il sistema informativo che deve
assomigliare alla struttura della banca, ma che è quest’ultima che deve
modellarsi sul sistema di gestione della conoscenza e di trattamento
dell’informazione”.
Tuttavia, se l’applicazione del Bpr all’interno delle scelte strategiche
sembrerebbe la soluzione per colmare molti “gap” che attualmente
pesano sul sistema bancario italiano, la realtà insegna anche che gli
interventi di Bpr possono sfociare in autentici fallimenti se non si
tiene conto dei riflessi sul comportamento degli organismi aziendali. Il
fattore umano, infatti, se è una delle variabili fondamentali del
successo di ogni tipo di azienda, è addirittura una componente
insostituibile nel comparto bancario, all’interno del quale l’analisi del
ruolo del capitale umano è una condizione di partenza imprescindibile.
In sostanza, nel determinare il successo (o il mancato successo) degli
interventi di Bpr in campo bancario, gioca un ruolo insostituibile la
componente umana, sia in termini di risorse manageriali capaci di
gestire il connubio innovazione-organizzazione, sia in termini di
risorse professionali e tecniche che devono sapersi mettere al servizio
delle nuove strategie manageriali.
2
Di Umberto Filotto e Paolo Mottura.
15
Inoltre, poiché l’attuale scenario sta delineando un cambiamento
decisivo delle funzioni tecnologiche in banca (che non sono più
strumentali e subordinate, ma componenti determinanti degli indirizzi
strategici, come sopra anticipato), ne deriva che la posizione in seno
alla struttura delle funzioni preposte all’Ict si sta spostando sia in
verticale nella scala gerarchica, sia nel passare da funzione di supporto
a centro di business. L’attualità di queste considerazioni porta con sé
inevitabili conseguenze sul capitale umano operante in banca,
soprattutto per chi è impegnato nel “filone tradizionale” delle
competenze bancarie. La scelta sarà tra accettare l’arretramento in una
posizione di seconda linea oppure dotarsi delle necessarie competenze,
ma in tempi piuttosto brevi. Si torna ad un problema che il sistema
bancario italiano non è ancora stato in grado di risolvere: la qualità del
fattore umano attualmente operante all’interno delle aziende creditizie
continua a costituire un “gap” competitivo che pesa negativamente
sulla nostra industria bancaria
3
. Date queste premesse, agire sulla
forza lavoro è il primo fattore imprescindibile per garantire il successo
di qualsiasi progetto di Bpr, ma si dovrà fare in modo che il capitale
umano, soggettivamente individuato, venga valorizzato sulla base del
suo patrimonio di conoscenza, specifico e mai completamente
trasferibile, che sappia effettivamente creare valore per la propria
azienda bancaria, rispettando nel contempo la funzione di quelle
risorse umane, altrettanto utili, ma allo stesso tempo meno
indispensabili.
3
In un confronto con i concorrenti europei, le banche italiane appaiono chiaramente fuori linea
rispetto non solo alle banche anglosassoni, prime in Europa per efficienza e bassi costi, ma anche
con la media globale europea per il settore retail all’interno del quale il costo è attorno ai 50 mila
dollari, contro i 60 mila per l’Italia.