Introduzione
II
volte a conseguire guadagni di efficienza e ad ampliare la gamma dei servizi
prestati alla clientela.
Una delle strategie più utilizzate in tal senso è rappresentata dalle
operazioni sempre più numerose di fusione e acquisizione.
Le ragioni di tale fenomeno sono da ricercare principalmente nella
convinzione di poter raggiungere livelli di dimensione adeguati allo
sfruttamento delle economie e di scala e di scopo e di poter raggiungere un
livello di profitto minimo grazie all’esercizio di un maggior potere di mercato.
In realtà le fusioni e le acquisizioni non sono l’unico strumento
utilizzato e nell’ambito delle strategie bancarie hanno un ruolo importante
anche i modelli di collaborazione, le alleanze e gli accordi i quali stanno
all’origine della de-integrazione dei processi operativi e dei cosiddetti sistemi a
rete.
Il fenomeno dell’esternalizzazione delle attività si è sviluppato in quasi
tutti i paesi e comparti finanziari con la consapevolezza di poter aumentare
l’efficienza dei processi delegando ad altri intermediari o ad imprese di
servizio attività svolte in passato in modo diretto.
Il presente lavoro ha lo scopo di analizzare questo fenomeno con lo
studio in particolare del network delle Banche di Credito Cooperativo,
organizzazione unica nel panorama italiano che rappresenta la più importante
forma di collaborazione nel sistema finanziario.
Le Banche di Credito Cooperativo essendo banche locali hanno
incontrato delle difficoltà ad allinearsi alle nuove condizioni di competitività
sul piano dei costi e dell’innovazione dettate, invece, dalle banche maggiori.
Introduzione
III
Clientela locale e radicamento nel territorio sono i valori che le Banche
di Credito Cooperativo hanno sfruttato per il mantenimento dell’efficienza e
della loro missione istituzionale. Per tali motivi è stato introdotto il modello
basato sulla cooperazione quale il network finanziario, che permette di
mantenere i valori del credito, di rafforzare l’azione di ogni Banca di Credito
Cooperativo nella rispettiva area territoriale mantenendo però l’autonomia
operativa.
Dopo un capitolo introduttivo che mira a studiare i motivi che hanno
portato al cambiamento del sistema finanziario verranno analizzati i vari
modelli organizzativi ed istituzionali presi in considerazione in questo contesto.
Nel capitolo secondo si passa a studiare uno dei modelli basato sulla
collaborazione: il network. Già ampiamente utilizzato dalle imprese viene
recentemente preso in considerazione dagli intermediari finanziari. Nella realtà
italiana si riscontrano maggiormente network finanziari realizzati da promotori
e consulenti finanziari che si affermano come canale distributivo alternativo a
quello tradizionale.
Il modello del network finanziario delle Banche di Credito Cooperativo
viene, invece, analizzato nel terzo e quarto capitolo. Inizialmente vengono
studiate le caratteristiche e i numeri del mondo del Credito Cooperativo con
uno sguardo anche all’attività internazionale. Nell’ultimo capitolo, infine,
vengono analizzate le motivazioni e l’organizzazione vera e propria del
network.
Ringraziamenti
IV
Ringraziamenti
Particolari ringraziamenti vanno al Dott. Antonio Proto, mio relatore e
alla Dr.ssa Alberta Giulia Santulli, responsabile della comunicazione alla
Biblioteca della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo, per
il materiale che mi ha messo a disposizione.
Ringrazio la mia famiglia per avermi permesso di raggiungere questo
traguardo e per essermi stata vicina non solo durante i cinque anni universitari
ma anche in tutta la mia carriera scolastica.
Uno speciale ringraziamento ad Andrea per non avermi mai fatto
mancare il sostegno in tutti questi anni e per aver condiviso con me dei
bellissimi momenti, nonché per avermi messo a disposizione le sue
competenze informatiche affinché questo lavoro risultasse adeguato.
Ringrazio gli amici della mia compagnia per condividere con me nel
tempo libero tante bellissime esperienze.
Ringraziamenti
V
Un ultimo ringraziamento a tutti gli altri amici, i compagni di università
e le compagne di squadra che nello studio ma soprattutto nel tempo libero mi
sono stati vicini in questi anni.
Il consolidamento del settore finanziario
1
CAPITOLO 1
IL CONSOLIDAMENTO DEL
SETTORE FINANZIARIO
SOMMARIO: 1.1 L’evoluzione dell’ambiente – 1.2 La realizzazione del processo di
consolidamento. – 1.3 I modelli organizzativi e istituzionali.
1.1 L’evoluzione dell’ambiente
Ogni banca opera all’interno di un contesto socio-economico
contraddistinto da una serie di fattori che ne condizionano l’attività.
In questi ultimi anni tali fattori sono mutati velocemente e ciò ha contribuito a
rendere le scelte strategiche adottate dagli intermediari bancari sempre più
cruciali per il loro successo.
In particolare il cambiamento del settore finanziario è stato prevalentemente
avviato dai seguenti fattori:
L’innovazione tecnologica e finanziaria;
La deregolamentazione;
L’introduzione dell’euro;
La globalizzazione;
Il consolidamento del settore finanziario
2
Tali fattori hanno provocato un affievolimento delle barriere all’entrata e hanno
posto le condizioni per l’ingresso nel sistema bancario di imprese provenienti
da altri comparti dell’intermediazione finanziaria.
Conseguenza di ciò è stata la progressiva intensificazione della concorrenza e
della contendibilità del settore finanziario che hanno provocato il pericolo di
erosione delle quote di mercato possedute e hanno spinto le banche a ricorrere
ad un intenso processo di ristrutturazione finalizzato al recupero di efficienza e
redditività1.
Gli intermediari bancari hanno così intrapreso sempre più spesso processi di
crescita e diversificazione attraverso operazioni di mergers and acquisitions
(M&A), considerate iniziative efficaci al conseguimento di tali obiettivi e più
in genere all’aumento della performance.
L’aumento della tendenza alla crescita e alla diversificazione avvenuto negli
ultimi vent’anni nel settore bancario è stato il frutto di numerosi fattori
propulsivi.
Tra le determinanti più significative troviamo l’innovazione tecnologica che
rappresenta un fattore di continuo cambiamento del contesto competitivo.
L’ingresso in nuove aree di business ed in nuovi mercati di riferimento è
sempre più dipendente dal grado di tecnologia fruibile dagli intermediari. La
dilatazione dei mercati geografici in cui questi operano, è infatti, per molti
aspetti, conseguenza dell’intenso processo di sviluppo tecnologico che ha
interessato il settore delle telecomunicazioni e dell’informatica2.
L’incremento della velocità, della qualità e delle tecniche di elaborazione
1. Cfr. Mottura P. (2006).
2. Cfr. Valdani E. (2000).
Il consolidamento del settore finanziario
3
dell’informazione hanno influito in maniera sostanziale sulla qualità e sui costi
delle attività di produzione e distribuzione dei servizi finanziari .
La tecnologia, quindi, da strumento di ottimizzazione dei processi di lavoro è
diventata un fattore competitivo nel mercato dei servizi finanziari.
Sul versante relativo ai processi, l’investimento in nuove tecnologie
informatiche (Information and Comunication Technology) consente il
conseguimento di significativi risparmi di costo, in particolare nelle operazioni
retail relative all’investimento in valori mobiliari e ai servizi di incasso e
pagamento.
I vantaggi sono essenzialmente dovuti al fatto che i costi totali dei processi
automatizzati risultano essere di gran lunga inferiori rispetto all’impiego delle
tecniche labour-intensive anche a causa della conseguente riduzione di
personale preposto a tali processi. È importante rilevare, infatti, l’effetto
sostituzione che la tecnologia può determinare nei confronti di altri fattori nelle
combinazioni produttive e distributive dell’intermediazione bancaria.
A tal proposito ricordiamo due fenomeni3: la sostituzione della tecnologia al
lavoro in varie fasi dei processi produttivi tipici come la rilevazione,
archiviazione, elaborazione e consultazione dei dati; la sostituzione della
tecnologia rispetto ad altri fattori nelle combinazioni caratteristiche di
trasmissioni di dati e delle informazioni sia all’interno dell’intermediario, sia
fra l’intermediario e il mercato con l’effetto di affiancare ai canali distributivi
tradizionali (sportelli), i canali distributivi tecnologici (point of sales, phone
banking, remote banking, internet banking).
3. Cfr. Mottura P. (2006).
Il consolidamento del settore finanziario
4
Tali argomentazioni vengono riportate anche nel Summary Report del Gruppo
dei Dieci4 che evidenzia ulteriori aspetti del cambiamento provocati dal
progresso tecnologico sottolineando che lo sviluppo dell’Infornation and
Comunication Technology ha avuto un forte impatto anche sulla gamma di
servizi finanziari offerti alla clientela.
Lo sviluppo di Internet ha creato nuovi canali distributivi elettronici rendendo
possibile alla banche di ampliare la loro capacità di espansione nei mercati e di
rendere più facile l’offerta di un ampia gamma di servizi e prodotti ad un più
grande numero di clienti.
Le banche stanno ponendo l’attenzione in particolare alla diversificazione dei
canali di distribuzione utilizzando il telefono e le reti, quali Internet, per la
realizzazione di servizi caratterizzati dalla mancanza del contatto con il cliente,
che interagisce a distanza.
Inoltre, anche l’ultimo rapporto della Convenzione Interbancaria per i Problemi
dell’Automazione (CIPA)5 sottolinea come l’innovazione tecnologica sia
risultata cruciale nel favorire il consolidamento bancario. Il notevole
incremento dei costi fissi, dovuto proprio alle nuove tecnologie
dell’informazione, ha spinto le banche a tentare di ripartire questi oneri su una
clientela più numerosa.
Un ulteriore fattore che stimola il processo di cambiamento può essere
individuato nella deregolamentazione dell’attività creditizia.
Alla ridefinizione del quadro regolamentare del sistema bancario europeo sono
da ricordare le due Direttive comunitarie, 77/780/CEE del 1985 e 89/646/CEE
4. Cfr. Gruppo dei Dieci (2001).
5. Cfr. CIPA (2006).
Il consolidamento del settore finanziario
5
del 1992 le quali hanno aperto la via a nuove soluzione strutturali e di
funzionamento del mercato6.
Queste due Direttive hanno ampliato i confini geografici dell’arena competitiva
in cui operano le banche avendo come effetto l’aumento della concorrenza
spaziale tra gli intermediari, soprattutto per l’effetto del venir meno di vincoli
alla libera circolazione delle persone, dei beni, dei servizi e dei capitali,
realizzati con la creazione del mercato unico europeo.
Tali direttive, mediante l’abolizione dei limiti alla crescita interna e esterna
delle banche e la riduzione delle barriere all’entrata e all’uscita, hanno anche
avuto l’effetto di permettere agli intermediari di operare su scala internazionale
ampliando le loro opportunità di diversificazione produttiva.
Il processo di deregolamentazione è stato determinante nel favorire anche
l’affievolimento delle barriere operative che separavano le attività finanziarie.
La possibilità di entrare in nuove aree di business, prima proibite, ha stimolato
il consolidamento tra banche con specializzazioni differenti. Infatti, risulta
frequente che le banche avviino strategie di vendita di strumenti di gestione del
risparmio con contenuto previdenziale, mentre le compagnie di assicurazione
vendano polizze dalle caratteristiche finanziarie7.
Tuttavia il Gruppo dei Dieci sottolinea che il processo di deregolamentazione
ha svolto un ruolo importante nel consolidamento, ma limitazioni di natura
giuridica e regolamentare ancora esistenti (ad esempio politiche concorrenziali
o di limitazione della presenza estera nel capitale delle imprese finanziarie) e
differenze nella regolamentazione fra paesi (esempio in materia di requisiti
prudenziali) continuano ad ostacolare alcuni tipi di concentrazioni soprattutto
6. Le direttive citate sono state abrogate con successive modifiche.
7. Cfr. La Torre M. (2000).
Il consolidamento del settore finanziario
6
quelle che interessano attività transazionali8.
Sul piano culturale, esistono significative differenze sia a livello aziendale, sia
a livello nazionale (lingua, consuetudini) che ostacolano il processo di
concentrazione a livello transazionali.
Strettamente legato al processo di deregolamentazione un altro fattore che ha
avuto un forte impatto sull’evoluzione del mercato bancario europeo è stata
l’introduzione dell’euro.
Si sostiene, infatti, che la moneta unica abbia svolto un ruolo di catalizzatore,
rinforzando la convergenza tra i sistemi bancari dell’Unione Europea.
Il Gruppo dei Dieci, però, sottolinea come lo specifico impatto dell’euro sui
mercati finanziari è complesso da analizzare per due ragioni.
Innanzi tutto perché il settore finanziario europeo aveva già attuato, verso la
fine degli anni Ottanta, alcuni cambiamenti sulla strada dell’armonizzazione
dei vari mercati nazionali verso la creazione di un singolo mercato europeo;
successivamente perchè la relazione tra l’introduzione dell’euro e il processo di
consolidamento può variare tra segmenti del mercato finanziario.
È indiscusso, comunque, che la diffusione dell’euro abbia portato alla
progressiva convergenza dei tassi bancari e determinato un’omogeneizzazione
dei prezzi nelle attività tipiche delle banche.
Se da un lato con l’introduzione dell’euro sono venuti meno alcuni rischi tipici
dell’attività bancaria, primo fra tutti il rischio di cambio, dall’altro se ne sono
affacciati di nuovi, collegati all’esigenza di fidelizzare segmenti di clientela
diverse da quelle tradizionali e di creare occasioni di profitto all’estero.
8. Cfr. Gruppo dei Dieci (2001).