Il contratto di affiliazione commerciale Tomatis Alberto
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crescita della rete può comportare seri problemi organizzativi e dovrà
pianificare attentamente l’apertura dei punti vendita in franchising. Con una
crescita ben cadenzata, lo sviluppo del suo marchio sul territorio comporterà un
migliore posizionamento dei prodotti riguardo alla concorrenza oltre al
rafforzamento del marchio stesso. Un’azienda di recente creazione non potrà
scegliere il franchising come formula di sviluppo poiché le sarà necessario
sviluppare prima, con l’assistenza d’esperti del settore nella stesura del
progetto di sviluppo, il know-how di gestione e di commercializzazione
funzionale all’espansione del marchio.
Il potenziale franchisor, per assicurarsi il successo del suo marchio in
franchising, dovrà contare su un prodotto innovativo rispetto alla concorrenza e
su previsioni positive di crescita del mercato al quale appartengono i suoi
prodotti,oltre ad avere un metodo gestionale ed amministrativo
sufficientemente esperimentato e trasmissibile (il suaccennato know-how). Con
questi elementi, il potenziale franchisor potrà attuare la prima fase del progetto
in franchising attraverso l’elaborazione di un’analisi di fattibilità che consenta
di confermare la validità del progetto stesso e la sua trasmissibilità ai
franchisee. Per effettuare questa analisi si deve ricorre ad una procedura mirata
con la quale identificare i punti basilari che seguono per fornire la giusta
informazione al potenziale franchisor perché lo stesso possa decidere se
sviluppare o no il suo marchio in franchising.
1. Analisi di settore: si rende necessario conoscere i marchi della concorrenza,
unitamente al loro volume d’affari, ed il trend del settore. Con quest’analisi il futuro
franchisor potrà misurare il potenziale sviluppo del marchio nonché la reale
situazione del mercato dove intende espandersi. Bisognerà anche quantificare la
popolazione minima richiesta per ogni punto vendita e il relativo numero di ipotetici
clienti sufficienti a rendere il punto vendita redditizio. Questa informazione servirà
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anche per imporre l’esclusiva territoriale di zona e determinare il numero di punti
vendita che si possono inserire in ogni territorio.
2. Marchio: è uno degli elementi essenziali di tutti i sistemi che si sviluppino
attraverso il franchising, del quale a volte il neo-franchisor dimentica l’importanza
che comporta per il successo della rete. Succede spesso che i neo-franchisor inizino
con un marchio ancora in attesa di registrazione e sul quale non hanno neanche
realizzato una ricerca di similitudine ed identità per poi ritrovarsi con altri marchi
uguali, simili o comunque deboli, sicura causa di seri problemi per la crescita della
rete. Ecco perchè l’azienda deve essere titolare di un marchio registrato a livello
comunitario, in grado di essere trasmesso con una licenza d’uso ai franchisee,
registrazione che è consigliabile fare anche per il dominio internet.
3. Oggetto del franchising: bisogna definire chiaramente il tipo di offerta
commerciale - prodotti o servizi - che si vuole sviluppare. Se si tratta di un
franchising di prodotti, è di somma importanza l’aspetto delle forniture dei medesimi:
l’azienda deve studiare i canali e i modi di fornitura dei prodotti che dovranno
vendere i franchisee, tenendo in debito conto se sono prodotti realizzati dalla
medesima o da terzi. Se si tratta di servizi, l’azienda dovrà definirli esattamente con
le rispettive forme di prestazione. In entrambi i casi, con l’aiuto dell’analisi di settore,
l’azienda dovrà essere consapevole della necessità di adattare l’offerta al mercato del
franchisee per assicurarsi maggiori probabilità di successo.
4. Struttura aziendale: l’azienda deve poter contare su una struttura in grado di
supportare la realizzazione della rete in franchising, struttura che è consigliabile sia
all’interno della propria azienda per quanto riguarda il controllo della rete ed il
rispetto degli obblighi contrattuali con i franchisee. Il potenziale franchisor, che inizi
lo sviluppo della rete senza un dipartimento franchising all’interno dell’azienda,
andrà incontro a tutta una serie di obblighi contrattuali, che vanno dall’assistenza ai
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franchisee all’apertura di nuovi punti vendita ed al controllo della rete, ai quali gli
sarà difficile far fronte. E’, ancora una volta, dall’analisi di fattibilità dell’azienda che
sarà possibile stabilire il grado di capacità della struttura aziendale di far fronte allo
sviluppo della rete in franchising, con l’aiuto della definizione dei servizi di
formazione ed assistenza che dovrà prestare ai franchisee.
5. Profilo franchisee: rappresenta in astratto l’ideale gestore del punto vendita del
marchio in franchising, ritratto professionale e finanziario più preciso possibile del
franchisee giudicato più idoneo per gestire l’attività che l’azienda deve formulare.
E’ utile ricordare che, posto che l’attività sia gestibile e redditizia, ciò non vuol dire
che sia sempre facile trovare il franchisee giusto.
6. Punto Pilota: nel caso in cui l’azienda disponga di punti di vendita diretti, lo studio
dei medesimi servirà per definire al meglio la fattibilità della realizzazione della rete
in franchising.
Nel caso contrario, dovrà creare punti vendita pilota che le consentiranno di testare
come e quando trasmettere il sistema ai franchisee. Tutta l’esperienza ricavata da
questi sarà di vitale importanza per garantire le probabilità di successo del marchio in
franchising.
7. Business Plan: il potenziale franchisor, una volta a completa cognizione
dell’attività in franchising che intende sviluppare e delle zone interessate per aprire
punti vendita, avrà bisogno del business plan che consiste nell’analisi economica e
finanziaria dell’attività stessa.
Tale analisi fornirà informazioni relative alla redditività di un nuovo punto vendita
per il futuro franchisee in ordine alle potenzialità del mercato; questa stessa
informazione servirà all’azienda per verificare se è fattibile lo sviluppo attraverso il
franchising del suo marchio e per adeguarsi all’eventuale crescita della rete.
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Il potenziale franchisor, con tutti questi dati alla mano, potrà decidere a ragion veduta
se è conveniente per lo sviluppo della sua attività creare una rete in franchising. Se
intraprende la via del franchising, dovrà essere consapevole dei vantaggi e svantaggi
che il sistema comporta. Per quanto riguarda i vantaggi, il primo e più noto è nella
possibilità di aprire nuovi canali di distribuzione dei suoi prodotti o servizi con
risorse finanziarie e umane limitate: saranno, infatti, a carico dei franchisee tutti i
problemi relativi all’apertura dei punti vendita dove saranno venduti i suoi prodotti o
servizi. Con questo sistema l’azienda riesce a controllare al meglio la distribuzione
del prodotto o servizio fino all’utente finale, oltre ad avere minori spese di gestione.
Altri vantaggi derivano non solo dagli introiti ricavati dall’uso delle insegne e dalla
vendita ai franchisee, ma dalle royalties e dalla pubblicità, altri ancora dalla
specificità del rapporto di franchising: il franchisor ed il franchisee sono due
personalità giuridiche ed economiche distinte ed indipendenti, ognuno di loro assume
le proprie responsabilità di fronte ai loro dipendenti con la conseguente riduzione dei
rischi di lavoro e rispetto a tutti gli adempimenti di legge.
Peraltro, anche le reti in franchising possono presentare degli svantaggi per il
potenziale franchisor: il primo deriva dal fatto che non sarà lui in prima
persona, ma il franchisee a gestire il punto vendita e quindi il potenziale
franchisor non avrà il controllo totale sull’operato del franchisee. Per ovviare a
ciò nella misura del possibile, nella complessa regolamentazione del rapporto
franchisor / franchisee saranno il contratto di affiliazione e il manuale
operativo della rete a garantire al franchisor quel controllo necessario per far sì
che la rete funzioni con diligenza e senza spiacevoli sorprese. Esiste anche un
altro aspetto svantaggioso per il potenziale franchisor, quello che deriva
dell’inesperienza nella gestione di una rete in franchising, ecco perchè è
consigliabile la presenza di un esperto in materia di franchising di massima
professionalità e fiducia che lo possa affiancare nello creazione e sviluppo
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della rete stessa. I consigli di un esperto possono far risparmiare spese e
problemi al neo franchisor, spese e problemi che graveranno inevitabilmente
nel bilancio finale al posto dei guadagni.
Dopo aver realizzato l’analisi di fattibilità ed aver calcolato tutti i pro e contro,
l’azienda potrà decidere se sviluppare o meno il suo marchio in franchising.
Nel caso decida per lo sviluppo in franchising, dovrà preparare la
documentazione necessaria per poter agire in quella direzione con le garanzie
opportune di una rete solida e competitiva.
Quattro sono i tipi di documentazione necessaria per un progetto in franchising:
1.Materiale informativo:
a) Questionario profilo franchisee: documento con le domande che serviranno ad
individuare se il potenziale franchisee rispecchia il profilo delineato dal franchisor.
b) Dossier: il franchisor dovrà preparare questo dossier da consegnare al franchisee
prima della sottoscrizione del contratto di franchising contenente ogni informazione
relativa ai principali dati relativi al franchisor; i marchi utilizzati con gli estremi della
relativa registrazione o della licenza concessa al franchisor da terzi; gli elementi
caratterizzanti l’attività in franchising; l’elenco dei punti vendita diretti ed in
franchising; un’ipotesi di bilancio previsionale fondata su esperienze di franchisee
analoghi.
c) Brochure: documento utile alla introduzione dell’azienda nella ricerca franchisee.
Serve da carta di presentazione del marchio interessato ad espandersi.
2. Contrattualistica: tutto il sistema del franchising deve basarsi su un contratto di
franchising realizzato assolutamente a misura di quella attività commerciale e
sull’esperienza del franchisor, (mai copiare un altro contratto o scaricarlo da internet).