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all’interno di esso si sono venuti a formare due sistemi museali,
di dubbia denominazione: uno, appunto, Le Terre del
Rinascimento, nodo centrale di questa tesi, l’altro, trattato
parzialmente, Il Sistema Museale della Valdelsa Fiorentina. La
distinzione fra il Valdarno e la Valdelsa risulta essere
fondamentale, poiché hanno sì storie diverse, ma sono
comunque coesi e affini sotto vari aspetti; l’unico capo saldo tra
i due è l’affinità delle tradizioni, e soprattutto la voglia di
emergere accanto, e non alle spalle, delle grandi città d’arte
come Firenze, Pisa e Siena.
Il sistema museale de Le Terre del Rinascimento, come
quello della Valdelsa, non è un vero e proprio sistema museale,
anche se è nato da pochi anni e quindi ha bisogno di ulteriore
tempo per potersi migliorare e rivalutare.
Vero è che il patrimonio presente in queste zone è
veramente ricco e interessante, cosa che, purtroppo, non avevo
ancora constatato prima dello stage e degli approfondimenti
dovuti per questa tesi.
E più che il tempo passava e più mi appassionavo a
questa terra e venivo a conoscenza, sia dei suoi lati positivi, per
fortuna molteplici, sia dei suoi lati negativi. Questi ultimi,
purtroppo numerosi, sono dovuti a varie cause come, la
possibile inefficienza del personale adepto, il disinteresse, la
situazione economica…, che ho trattato ampiamente nel
capitolo 4, dove ho utilizzato un’analisi S.W.O.T. per capire e
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vedere dove potessero esser fatti dei miglioramenti; nel
capitolo 5, invece, ho esaminato, a livello strutturale, i vari siti
web che trattano de Le Terre del Rinascimento.
Ma la parte, che più mi ha interessato e mi ha
entusiasmato, è stata quella relativa agli ultimi tre capitoli. Nel
capitolo 6 sono illustrati, attraverso dei grafici, i risultati
ottenuti dai 260 questionari, che ho creato personalmente e che
ho tenuto nei musei del sistema per circa due mesi, allo scopo di
ottenere il profilo del turista, il prodotto turistico offerto e il
canale informativo del turista stesso; nel capitolo sette ho
cercato di evidenziare i problemi attuali che rallentano lo
sviluppo turistico in questo territorio; nell’ultimo capitolo,
quello dedicato alle prospettive, ho ritenuto utile esporre le idee
per un possibile cambiamento: la creazione di un unico sistema
museale dell’Empolese Valdelsa e la creazione di un Consorzio,
che riunisca pubblici e privati per un’offerta migliore al
visitatore; desidero sottolineare che le idee proposte sono già in
parte nella “mente”del Circondario, ma sono in attesa di essere
valutate seriamente, e di avere gli strumenti giusti per agire.
Queste esperienze si sono ormai concluse, ed io rimango
qui, con la mia tesi in mano, ad attendere di veder realizzato
quello che sto ormai sognando da mesi. Mi auguro che non
rimanga una semplice raccolta di carta straccia, e un giorno,
quando racconterò questa esperienza ai miei figli, nel
raccontarla, dirò loro quanto ci si può innamorare della terra in
cui si vive, e quanto si può provare a fare per darle voce.
1
2. Il Circondario Empolese Valdelsa
“La Repubblica è costituita
dai Comuni, dalle Province, dalle
Città metropolitane, dalle Regioni
e dallo Stato.(..) I Comuni, le
Province, le Città metropolitane e
le Regioni sono enti autonomi con
propri statuti, poteri e funzioni
secondo i princìpi fissati dalla
Costituzione
1
”.
Lungo è stato il cammino per arrivare al decentramento
politico, lunga è stata la strada che le regioni hanno dovuto
percorrere per ottenere l’autonomia rispetto allo Stato, e lungo
sarà il percorso che il Circondario Empolese Valdelsa dovrà
compiere per far crescere la propria autonomia e la propria
identità.
Esso nasce ufficialmente nel 1997, ma già negli anni
precedenti possiamo trovare il seme di ciò che poi diverrà un
grande fiore: infatti, a partire dal dopoguerra, fra i comuni del
Circondario, si crea una forte integrazione, tale da dare inizio,
negli anni 60, a periodiche Assemblee Consultive tra i sindaci
dei dieci municipi, i quali si riunivano per coordinare le
politiche su argomenti comuni. La forte spinta all’integrazione
di questi Enti fu data anche dalla L.R. n°37 del 17 Agosto 1979,
abrogata poi nel 1986, che istituiva le Associazioni
Intercomunali: i comuni di Capraia e Limite, Castelfiorentino,
1
Costituzione Italiana, Titolo V, Art. 114
2
Cerreto Guidi, Certaldo, Empoli, Gambassi Terme, Montaione,
Montelupo Fiorentino, Montespertoli e Vinci erano già uniti in
un qualcosa che profumava di istituzione. Il comune di
Fucecchio, legato molto alla zona del cuoio, ancora non faceva
parte di questa Associazione. Con il passare degli anni, la voglia
di autonomia rispetto alla Provincia e alla Regione si fece ancor
più sentire e, prendendo atto della tradizione economica,
politica, sociale e anche culturale di questi territori, le forze
politiche, coadiuvate dalle forze economiche e dalle
associazioni, cominciarono a fare pressioni sulla Provincia e
sulla Regione affinché fosse creata un’istituzione, tale da
renderli, in primis, autonomi, e tale da creare una realtà politico-
economica che potesse competere con le tre province già
affermate: Firenze, Pisa, Siena.
Nel 1997 il seme si trasforma in un piccolo boccio: è il
Circondario Empolese Valdelsa, che nasce grazie alla Legge
Regionale n° 38 del 29 Maggio 1997 ed è istituito quale
"circoscrizione territoriale omogenea di decentramento
amministrativo nell’ambito della Regione Toscana, nonché per
l’esercizio di funzioni e servizi di ambito sovracomunale".
Esso svolge quindi sul territorio di propria competenza
gran parte delle funzioni provinciali, oltre ai compiti che le
singole Amministrazioni comunali hanno ritenuto opportuno
gestire in ambito circondariale, come quelle derivanti dal
protocollo d'intesa del 1996: la realizzazione di una rete civica
unitaria, l’apertura di Uffici unici per i Rapporti con il Pubblico
a livello di ogni comune, la realizzazione del SIT (Sistema
Informativo Territoriale) per la gestione informatizzata del
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Catasto, del Sistema Bibliotecario e museale, e delle pubbliche
amministrazioni del territorio.
2.1. Il territorio
Questo territorio si presenta vario e articolato per le
ricchezze culturali, per le diverse tradizioni che caratterizzano i
vari comuni e per la storia di ogni singolo comune stesso, ma
allo stesso tempo si presenta omogeneo per la ricchezza del
patrimonio paesaggistico; qui infatti possiamo trovare piccoli
musei di grande valore, un tipo di artigianato artistico che è
diffuso su tutto il territorio, come la lavorazione del vetro e
delle ceramiche, una forte produzione di vino e olio, rinomati in
tutto il mondo, grazie alla ricchezza del suolo e alla cura dei
tipici agricoltori toscani, e, dulcis in fundo, ma non meno
importante, un bellissimo paesaggio agricolo che si sviluppa
dalle zone più basse e pianeggianti del Valdarno, lungo le
morbide colline ed i più marcati rilievi della Valdelsa.
Il Valdarno Inferiore conserva dal Medioevo la tradizione
di luogo di scambio e crocevia per i commerci, nodo centrale tra
le tre province e cerniera tra l’entroterra e la costa, ed è infatti
caratterizzato da un territorio prevalentemente pianeggiante e
urbano nella zona compresa fra Empoli e Montelupo Fiorentino,
in cui si fanno sentire le antiche radici commerciali, e da un
territorio collinare, più “signorile”, come Cerreto Guidi e Vinci,
antichi borghi ben distinti dal commercio, dove ritroviamo
vecchie dimore gentilizie, ristrutturate e divenute bellissimi e
4
Figura 1 Impagliatrice di fiaschi
accoglienti agriturismi, dispersi nel verde, fra zone boschive e
terreni coltivati.
Il territorio della Bassa Valdelsa riflette lo stereotipo
classico del paesaggio toscano per eccellenza, ricca di colli e
colline verdi, di coltivazioni, e di piccoli centri storici a
testimonianza di una cultura esistente da molto tempo: è il
centro del cammino della Francigena, la strada dei pellegrini,
fulcro della cultura e della conoscenza medioevale.
Ma questa zona non offre solo un bel paesaggio, ma
anche la possibilità di assaporare queste terre, di gustare i piatti
saporiti e delicati della cucina toscana, a partire dalla bruschetta,
fino ad arrivare alla cipolla di Certaldo, al tartufo bianco di
Montaione e alla trippa di Castelfiorentino; offre la possibilità
di essere a contatto con la natura, di praticare l’escursionismo e
il trekking, di percorrere itinerari con la bicicletta, per sentirsi
tutt’uno con questi luoghi che tanto benessere sanno offrire a
chiunque trascorra qualche giorno in queste località; offre una
tradizione artigianale risalente al Medioevo, nei settori del vetro
e della ceramica, e una varietà di antichi mestieri artistici come
il bicchieraio,
il fiascaio,
l’impagliatrice
di fiaschi, la
trecciaiola, il
decoratore, le
ricamatrici,…
5
La tradizione lavorativa di questa zona è variata molto nel
corso degli anni, sia nel
settore del vetro, sia in
quello della ceramica: il
vetro, in specifico il
vetro verde, ha avuto un
grande boom di
produzione da fine 800
alla fine del secondo
dopoguerra, ma, trovandosi
fuori costo rispetto al vetro che veniva prodotto nell’est
europeo, ha subito un grave tracollo ed è dalla fine degli anni
70, inizi anni 80, che il vetro a Empoli non viene quasi più
prodotto, eccetto dall’unica vetreria rimasta, una
multinazionale, che lavora tutt’oggi; la ceramica di Montelupo
Fiorentino, mini distretto industriale, ha avuto un enorme
sviluppo negli anni 60-70,
ma è entrata in crisi nel
decennio successivo:
attualmente sono rimaste
piccole fabbriche che
producono ceramica artistica
e oggetti in terracotta,
eccetto una multinazionale
che produce sia ceramica
Figura 2 Una vecchia vetreria
Figura 3 Un ceramista al lavoro
6
artistica che ceramica tecnica.
2
Un altro settore che ha avuto un grande slancio
nell’empolese, è il settore dell’abbigliamento: già dagli inizi del
novecento, ma ancor di più nel secondo dopoguerra, questa
zona riteneva la più alta concentrazione italiana di adepti nelle
confezioni, ma agli inizi degli anni 80, subisce una grave crisi, a
causa della miopia della dirigenza politica e sindacale che
veniva dalla classe operaia, che hanno preferito appoggiarsi
sulle grandi firme esterne, più che lavorare sul marchio interno.
I mestieri come il fiascaio, l’impagliatrice di fiaschi, la
trecciaiola sono ormai un ricordo del passato; esiste ancora
qualche anziana ricamatrice, soprattutto nel comune di Vinci,
che fanno ricami ad altissima manualità, ma anch’esse stanno
lentamente scomparendo, poiché le macchine hanno sostituito la
mano umana.
La risorsa più importante di questo territorio, oltre alla
degustazione, o allo sport, o agli antichi mestieri, è senza
dubbio il patrimonio storico-culturale: la bellezza e l’unicità dei
piccoli borghi, le case natali di uomini illustri come Boccaccio o
Leonardo, le raccolte d’arte e i piccoli musei di grande valenza
storico-artistica, creano un ambiente unico al mondo.
La consapevolezza della ricchezza di questo territorio e di
ciò che esso può offrire al turista, nasce nei vari comuni già
prima dell’istituzione del Circondario, anche se ufficialmente la
2
Le tre foto sono state rilevate dal sito www.cgiltoscana.it, “I volti del
lavoro, anni 50”
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troviamo nel Protocollo d’Intesa del 1996, in cui, fra i vari
obiettivi, si parla proprio di una gestione comune dei beni
culturali; possiamo già affermare che questo obiettivo è stato in
parte raggiunto, e dico in parte perchè non è stato ancora creato
un unico sistema museale, bensì due, uno nella Valdelsa, Il
Sistema Museale della Valdelsa Fiorentina, l’altro nel
Valdarno, Le Terre del Rinascimento, fulcro di analisi della mia
tesi.
2.2. Il Sistema Museale della Valdelsa Fiorentina
Il Sistema Museale della Valdelsa Fiorentina, nato nel
1999, mira a creare un percorso ideale tra i patrimoni artistici
dei comuni di Castelfiorentino, Certaldo, Gambassi Terme,
Montaione e Montespertoli. Questi comuni soddisfano una
varietà di interessi
culturali: in ognuno ha
sede un museo, riguardante
talvolta la produzione del
vetro, talvolta varie opere e
oggetti di arte sacra,
talvolta l’archeologia;
Castelfiorentino dispone di
una Raccolta comunale
d’arte, dedicata a Benozzo
Gozzoli; Certaldo vanta la
Casa Natale del Boccaccio
Figura 4 Benozzo Gozzoli, Tabernacolo
della Visitazione, 1490-1491,
Castelfiorentino, Raccolta Comunale d’Arte
8
Figura 5 Palazzo Pretorio a Certaldo
e la storicità di Palazzo Pretorio; Montaione offre un luogo di
preghiera e meditazione esistente dal lontano Umanesimo, la
Gerusalemme di San Vivaldo, dimora temporanea dei vari
pellegrini che intraprendevano la Via Francigena per arrivare a
Roma.
Purtroppo ho dovuto constatare che in realtà non si tratta
di un vero e proprio sistema museale, anche se questa
espressione non ha una precisa e ufficiale definizione: intendo
per sistema museale l’unione di vari musei che si associano per
offrire un servizio migliore al visitatore, come un unico museo
diffuso sul territorio, nel rispetto di vari criteri di omogeneità:
9
allestimento, biglietto unico, promozione, pubblicazioni,
iniziative, sito web, segnaletica…
Un sistema museale può essere creato anche da musei o
siti culturali che affrontino tematiche diverse fra loro, perciò
l’omogeneità culturale non fa parte dei criteri di un sistema
museale. Nel caso della mia analisi su i due sistemi del
Circondario Empolese Valdelsa, ritengo fondamentale valutare
se la denominazione sia realmente fondata.
Il Sistema Museale della Valdelsa Fiorentina si sta
muovendo a piccoli passi: nell’arco di sei anni sono stati istituiti
due Uffici Turistici, uno a Certaldo, aperto solo da aprile a
dicembre, l’altro a Gambassi Terme, e nel 2001 è stata
pubblicata una guida cartacea dei suddetti comuni; è stato creato
un depliant che descrive brevemente i luoghi da visitare, riporta
gli orari di apertura e gli eventuali recapiti per richiedere
informazioni, oltre a qualche foto illustrativa; l’ultimo passo,
che ad oggi è stato fatto, è la creazione di un sito web del
sistema, a cura del comune di Gambassi Terme.
Oltre ai piccoli progressi fatti per creare una certa
omogeneità fra i beni culturali dell’area, rimangono delle falle
nel rapporto denominazione-istituzione: il visitatore non ha la
possibilità di acquistare un biglietto unico per il circuito
museale, eccezione fatta per le tre sedi culturali del comune di
Certaldo (Casa del Boccaccio, Palazzo Pretorio, Museo d’Arte
Sacra); ogni museo si promuove più con i propri depliant e le
proprie pubblicazioni, che con quello del sistema, anche se nei
bookshops troviamo informazioni relative a tutto il territorio del
Circondario; il sito web, ancora in costruzione, disponibile in
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italiano, inglese e tedesco, ma non tradotto completamente, non
è attendibile per gli orari, anche se offre informazioni sui luoghi
da visitare, su come arrivarvi e a chi rivolgersi per ottenere delle
informazioni: ad oggi gli unici contatti, oltre ai due Uffici
Turistici nei due comuni, sono gli URP e gli uffici cultura dei
singoli municipi, contattabili solo durante l’orario lavorativo.
Ma ciò che si nota a primo impatto è l’assenza di una
continuità d’immagine fra le varie sedi museali: ciascuna ha un
proprio allestimento, propri pannelli, propria segnaletica; non
hanno quindi sviluppato un concetto di immagine coordinata.
L’immagine coordinata è fondamentale per lo sviluppo di
un sistema museale, sia per la propria immagine, sia perchè il
visitatore è coadiuvato nel percorso da fare e sa orientarsi in
ognuno dei luoghi che visita. Essa è un concetto, che serve ad
informare il turista che sta visitando un determinato luogo, e che
questo luogo appartiene ad una catena più vasta di luoghi da
vedere. L’immagine coordinata non è un semplice logo, ma è il
seguire una grafica comune per la segnaletica, sia esterna che
interna, per i pannelli, per l’allestimento in toto, per le guide, le
pubblicazioni e i Cd-Rom, per il sito web,… per tutto ciò che fa
parte di un’istituzione museale.
Creare quindi un sistema museale, quando i musei sono
già esistenti, è un’impresa non da poco, poiché si parla di
riassettare totalmente gli spazi, di rinnovare la cartellonistica
esterna e interna, i pannelli didattici, le pubblicazioni, sia
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depliant che cataloghi, di curare un sito web adeguato e sempre
aggiornato, per facilitare la scoperta di questi luoghi attraverso i
motori di ricerca, di avere un’unica guida e di attuare campagne
promozionali che comprendano tutti i siti del sistema, di creare
quindi una omogeneità visiva e concreta per accogliere il turista
in un modo migliore.
Come ho già detto, il Sistema Museale della Valdelsa Fiorentina è
un neonato e avrà bisogno di altri anni per poter diventare un sistema
museale a pieno regime; ad oggi, purtroppo, non possiamo definirlo così,
anche se sono stati già mossi i primi passi.