4
cui viene metabolizzato dall’organismo umano; vengono poi
analizzate le diverse cause, motivazioni e modalità del consumo di
alcolici; infine vengono prese in considerazione le quantità di alcol
consumate, sia a livello della popolazione generale, sia in rapporto ai
singoli, come strumento per poter comprendere a quale “tipologia” di
bevitore ciascuno corrisponde e quanto, quindi, la presenza alcolica
sia incisiva sulla vita di tutti e di ciascuno.
Il secondo capitolo comincia col percorrere le tappe della storia
naturale dell’alcolismo, come questo si insinua nella vita delle
persone arrivando a modificarla completamente. Vengono, quindi,
presi in considerazione i diversi tipi di problemi alcol-correlati:
- quelli che si riscontrano ed hanno impatto sull’intera società
sotto diversi punti di vista;
- le patologie alcol-correlate che più o meno rapidamente e
gravemente colpiscono ogni parte dell’organismo dell’alcolista;
- tutte le conseguenze che l’alcolismo comporta nelle relazioni
dell’alcolista con i membri della famiglia e con il mondo
esterno ad essa e di ogni membro dello stesso sistema
famiglia nei suoi rapporti inter/extrafamiliari.
Il terzo capitolo propone alcuni tipi di percorsi attraverso i quali
l’alcolista e la sua famiglia possono affrontare l’alcolismo, superare i
problemi che questo ha portato nelle loro vite e rifarsene una di cui
l’alcol non sia più padrone. Si prende innanzitutto in considerazione
quella che è generalmente la difficoltà maggiore in questo percorso
di cambiamento: l’iniziale incapacità ed assenza di volontà
dell’alcolista di concepire la propria vita futura senza alcol e, quindi,
di intraprendere qualsiasi tipo di trattamento. A questo segue
l’individuazione dei due luoghi dove il percorso dell’alcolista può
avere inizio: in regime di ospedalizzazione o direttamente sul
5
territorio; quest’ultimo consiste sempre e comunque nel luogo in cui
il processo di cambiamento dell’alcolista, ovunque sia iniziato, ha
seguito per tutto il resto della sua vita. Viene, qiondi, spiegato il
funzionamento ed il fine dei diversi strumenti che l’alcolista e la sua
famiglia hanno a disposizione in ciascuno di questi due ambienti: i
trattamenti necessari alla cura delle eventuali patologie alcol-
correlate sviluppate dall’alcolista ed al superamento del difficile
momento della disintossicazione; la terapia cognitivo-
comportamentale, volta a modificare il rapporto distorto ed i
comportamenti errati che l’alcolista ha nei confronti dell’alcol; i gruppi
di auto-mutuo aiuto, che prevedono un coinvolgimento diretto di tutta
la famiglia dell’alcolista nel processo di cambiamento dello stile di
vita.
L’ultima parte dell’elaborato, consistente in quarto capitolo e
conclusioni, focalizza l’attenzione su due tipologie dei gruppi di auto-
mutuo aiuto sopra citati: l’Associazione degli Alcolisti Anonimi ed Al-
Anon e quella dei Club degli Alcolisti in Trattamento. Dapprima viene
fatto un confronto tra le due associazioni sulla base di come
ciascuna si definisce, dei rispettivi statuti, regolamenti, concetti che
ne stanno alla base, obiettivi che si pongono e modi che utilizzano
per perseguirli. Successivamente la concentrazione si sposta, dal
funzionamento generale delle due associazioni, al particolare ruolo
che il familiare assume all’interno di ciascuna di queste.
L’approfondimento di quest’ultima parte, caratteristica centrale e fine
ultimo dell’intero scritto, è costituito da considerazioni personali, che
ho elaborato in seguito alla diretta conoscenza del gruppo Al-Anon di
Fano ed un Club degli Alcolisti in Trattamento di Imola.
Un’esperienza portata avanti, complessivamente, per tre mesi,
consistente nel frequentare gli incontri dell’una e dell’altra
associazione, vivendo fianco a fianco con i familiari il loro percorso di
6
crescita nella lotta contro l’alcolismo, mi ha permesso di osservare e
comprendere, meglio di quanto avrei potuto fare leggendo qualsiasi
libro a riguardo, perchè per entrambe è importante che il familiare
dell’alcolista intraprenda un proprio cammino di cambiamento, in
cosa consiste questo “cambiamento”, quali strumenti vengono forniti
alla persona per sostenerla nella sua vita segnata dall’alcolismo,
quali perchè lei stessa possa essere determinante nel recupero
dell’alcolista.
L’intero elaborato è rivolto a tutti coloro che vivono in una situazione
familiare minata dall’alcolismo di uno dei propri cari. La finalità è che
costoro, nella frase “tutti per uno, ognuno per sè”, possano
inizialmente riconoscere la propria situazione presente, ma trovare
poi un modo nuovo in cui guardare al futuro. Nel presente tutti
soffrono per uno stesso problema, l’alcolismo, ma ognuno lo fa in
silenzio, da solo, tenendo per sè e nascondendo dolore e
sofferenza. Tutti questi familiari arrivano ad un gruppo ciascuno col
pensiero di esser lì per uno, il proprio alcolista, per la sua salute, per
il suo bene; eppure lì, se accettano di intraprendere essi stessi un
percorso di cambiamento, arrivano a scoprire che questo è anche
nel proprio interesse ed a comprendere che il lavoro più grande, più
difficile, ma che dà anche i risultati migliori dev’essere fatto da
ognuno su di sè e, soprattutto, per sè.
7
CAPITOLO PRIMO
Alcol: cosa, come, perchè, quanto?
1.1 Cos'è l'alcol?
....Alzate i calici e brindate con me al lieto evento!...
...Posso offrirti una birra?...
...E’ già tutto pronto in tavola, manca solo il vino!...
...Fallo doppio, è stata una giornata pesante!...
...Ammazza la vecchia, forza, tutto giù d’un fiato!...
Affermazioni forse apparentemente senza nulla in comune, che
rievocano immagini, pensieri, ricordi, stati d’animo molto diversi:
dalla quotidianità a momenti unici e importanti, dalla rassegnazione
alla sfida, dal tentativo di avvicinarsi a qualcuno a quello di
estraniarsi da tutto e tutti. Eppure c’è qualcosa che accomuna tutte
queste occasioni, ma cosa?
Il gesto del bere: che si tratti di vino, birra, liquori o superalcolici a cui
ciascuno avrà dato un nome in base alla propria esperienza
personale leggendo le varie affermazioni, tutte queste circostanze
sono caratterizzate dal consumo di alcolici, ossia bevande
contenenti alcol etilico.
L’alcol etilico o etanolo è una sostanza liquida e incolore prodotta
dalla fermentazione di alcuni zuccheri semplici o dalla distillazione di
liquidi fermentati; è l’alcol più diffuso e l’unico adatto al consumo
alimentare, fungendo anche da fonte energetica (apporta
8
all’organismo 7 kilocalorie per grammo).
1
Questo, una volta ingerito,
viene assorbito dallo stomaco (dove ha già inizio il processo di
metabolizzazione) e dall’intestino; seguendo il decorso del sangue,
arriva al fegato, il quale provvede al suo metabolismo attraverso
l’azione in due tappe successive degli enzimi alcol e aldeide
deidrogenasi. L’alcol deidrogenasi trasforma l’etanolo in acetaldeide;
questa sostanza molto tossica viene a sua volta metabolizzata
dal’aldeide deidrogenasi in acetato, il quale viene in seguito
eliminato. Essendo il flusso ematico nel fegato veloce, l’alcol passa
in gran parte inalterato nella circolazione sistemica; per mezzo di
questa e grazie alla sua caratteristica di essere altamente diffusibile
nei liquidi biologici, raggiunge così tutti gli organi e tessuti corporei.
Ad ogni successivo passaggio nel fegato, l’alcol subisce una
ulteriore degradazione, fino ad essere completamente rimosso
dall’organismo.
2
Durante il percorso dell’alcol all’interno
dell’organismo dal momento della sua assunzione a quello
dell’eliminazione, molteplici sono i fattori rilevanti nel determinare
l’effetto della sostanza alcolica ingerita:
• La gradazione alcolica della bevanda. Questa è espressa in
%vol e corrisponde al numero di ml di alcol etilico contenuto in
100 ml; varia in rapporto ai diversi tipi di bevanda alcolica:
birra 3-8, vini 11-15, liquori 15-30, acqueviti 30-70 o più. La
velocità e la completezza dell’assorbimento sono maggiori
quando la concentrazione alcolica della bevanda è tra i 20 ed i
30 gradi, in quanto l’alcol raggiunge una concentrazione
1
Perissi g., Annino I., Prospero E., D’Errico MM., Le monografie di clinicanova. La sindrome da
dipendenza alcolica e i giovani: aspetti epidemioliogici e preventivi (Senigallia, Università
Politecnica delle Marche- cattedra di Igiene- Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina
Preventiva, 2005), p. 6
2
Brignoli O., Cibin M., Bentile N., Vantini I. (a cura di), Alcol e medico di famiglia (Torino,
Centro Scientifico Editore, 1998)
9
ematica più elevata rispetto ad altre con gradazione minore e
viene evitato il rallentamento dello svuotamento gastrico
comportato da quelle a gradazione maggiore. E’ possibile,
applicando la formula: grado alcolico x 0.80 (densità
dell’alcol), calcolare la quantità in grammi di alcol presente in
una bevanda; 12 grammi di alcol corrispondono ad una unità
alcolica, che equivale ad un bicchiere di vino (125 ml), o ad
una lattina di birra (133 ml), o a un bicchierino di superalcolici
(40 ml).
3
• L’età. I bambini (che sono ancora carenti di alcol
deidrogenasi) e gli anziani metabolizzano l’alcol più
lentamente, per cui questo resta più a lungo nel loro
organismo.
• Il sesso. Nelle donne vi è una minor quantità di enzima già
nello stomaco, per cui una maggior quantità di alcol arriva al
fegato e al resto dell’organismo.
• La razza. I popoli orientali, ed in particolare una parte dei
giapponesi, non possiedono l’enzima aldeide deidrogenasi,
ma un tipo diverso che non metabolizza l’acetaldeide in modo
ugualmente efficace. Questo provoca un accumulo di
acetaldeide nell’organismo che provoca una reazione
spiacevole.
4
• Il peso. Una persona magra è meno capace di tollerare l’alcol
rispetto ad una di peso maggiore, poichè la stessa quantità di
3
Perissi et al., Le monografie di clinicanova (Senigallia, Università Politecnica delle Marche-
cattedra di Igiene- Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, 2005), p. 6-7
4
Brignoli et al. (a cura di), Alcol e medico di famiglia (Torino, Centro Scientifico Editore, 1998)
10
alcol si distribuirà in uno stesso volume di sangue.
5
• L’assunzione di cibi. In particolare quelli ad alto contenuto di
carboidrati ritardano l’assorbimento fino a diminuire dei ¾ la
concentrazione di alcol rispetto a quando la bevanda viene
assunta a digiuno. Anche l’entità del pasto influisce sulla
velocità dell’assorbimento alcolico in maniera inversamente
proporzionale.
6
• Il tempo intercorso dall’assunzione. In base a questo sarà
diversa la quantità di alcol non ancora metabolizzata in circolo
per l’organismo che esercita il suo effetto.
• La modalità di assunzione. Se la stessa quantità di alcol viene
assunta in breve tempo, l’organismo non avrà modo di
smaltirlo, quindi verrà assorbita maggiormente e più
velocemente piuttosto che se assunta in un tempo più lungo.
• La tolleranza. Questa è di solito la conseguenza di una
abitudine all’assunzione di alcolici di lunga durata che,
attraverso meccanismi di adattamento cellulare e/o
metabolico, fa sì che l’individuo, per ottenere gli effetti a cui
prima arrivava con meno, debba assumere quantità maggiori
di alcol.
• L’aggiunta di anidride carbonica alla bevanda. L’anidride
carbonica favorisce la digestione e l’assorbimento alcolico a
livello dello stomaco.
5
http://www.comune.firenze.it/servizi_pubblici/giovani/ukbit/alcool.html
6
Andreoli V., Basile A., Alcool e famiglia (Torino, Edizioni gruppo Abele, 1986), p. 16
11
La grande capacità di diffusione dell’etanolo in tutte le cellule
dell’organismo fa sì che tutti sistemi ed apparati corporei ne
subiscano gli effetti.
Caratteristica fondamentale di questa sostanza è il suo potere
psicoattivo, ossia il fatto che altera il funzionamento del Sistema
Nervoso Centrale. L’effetto dell’etanolo sul Sistema Nervoso
Centrale è di tipo sedativo: ciò è semplicemente constatabile quando
si ha a che fare con uno stato di intossicazione acuta, ossia quello
stato di alterazione psico-fisica che compare dopo un eccessiva
assunzione alcolica per cui le persone sono sonnolente, rispondono
poco agli stimoli, non si accorgono di eventuali rischi, si
addormentano, talvolta arrivando al coma; è più difficile forse
considerarne l’effetto sedativo nella fase iniziale dell’assunzione,
quando l’individuo appare eccitato, più loquace, estroverso,
disinibito, con aumentato impulso sessuale, talora aggressivo.
7
Ciò
dipende dal fatto che inizialmente viene sedato il senso critico e
l’autocontrollo, l’inibizione degli impulsi, laddove negli stadi più
avanzati lo sono anche la capacità di giudizio, i processi di pensiero
e la vigilanza. Le alterazioni manifestate dalla persona sono
progressive e proporzionali al tasso alcolico che ha nel
sangue(l’alcolemia esprime questo valore in grammi di alcol etilico
contenuti in un litro di sangue), permettendo di distinguere in linea di
massima alcune fasi
8
:
• Alcolemia 0,3-1,5 fase eccitatoria. La persona appare
disinibita, euforica, eccessivamente loquace e incoerente,
irrequieta, con scarso autocontrollo, ridotta capacità di
giudizio, umore instabile che oscilla dall’allegria alla tristezza,
7
Andreoli, Basile, Alcool e famiglia (Torino, Edizioni gruppo Abele, 1986), p. 19
8
Longo Antonella (materiale didattico a cura di), Alcol e contesti culturali e di gruppo. Le
“regole” sociali! (UOCDP Imola), p. 12-13-14-15
12
fino a diventare irritabile ed aggressiva; attenzione, riflessi e
memoria a breve termine sono alterati.
• Alcolemia 1,5-2,5 fase di incoordinazione. La persona è
impacciata, scoordinata nei movimenti, ha tremori e andatura
barcollante; il linguaggio è incoerente e l’attività psichica è
alterata fino al torpore e alla confusione, così come le
capacità visive e uditive; sono spesso presenti vertigini,
nausea, vomito, tachicardia, respiro affannoso e turbe
vasomotorie.
• Alcolemia 3-5 fase di coma. La persona cade in uno stato
stuporoso
9
; il tono muscolare è flacido, i riflessi indeboliti, la
temperatura corporea, il battito cardiaco e la pressione
arteriosa tendono ad abbassarsi; vi è rischio di collasso,
talvolta mortale (l’evento mortale è soggettivamente variabile
rispetto al tasso alcolemico).
Per quanto riguarda l’apparato cardio-circolatorio, l’ingestione di
etanolo provoca vasodilatazione cutanea ed un aumento del flusso
sanguigno a livello gastrico, con aumentata perdita di calore (che dà
la tipica sensazione di calore) e diminuzione della temperatura
corporea; provoca inoltre aritmie e depressione della contrattilità a
livello cardiaco ed un aumento della pressione sanguigna.
10
Sull’apparato gastroenterico l’assunzione di alcol influisce
conducendo ad aumento della secrezione salivare e gastrica, effetti
riflessi prodotti dal gusto e dall'azione irritante di alte concentrazioni
9
Lo stupor è una sindrome clinica caratterizzata da uno stato di impossibilità di movimento e
mutismo, ma con un relativo conservamento della coscienza di sé; è uno stato di non responsività
da cui la persona può essere svegliata, per brevi periodi di tempo, con stimoli energici ripetuti.
10
http://www.it.wikipedia.org/wiki/Etanolo
13
di etanolo a livello gastrico; ha inoltre un effetto tossico acuto su
pancreas e fegato.
In rapporto all’apparato urinario, l’alcol stimola la diuresi a causa di
una inibizione del rilascio di vasopressina da parte dell’ipofisi
posteriore.