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Analizzeremo infine le opere principali di Verney e Muratori, ma anche di
Pombal che con la sua Relazione breve suscitò scalpore ed una serie di scritti a
favore e contro la Compagnia di Gesù ed in ultimo analizzeremo un carteggio
tra Verney e Muratori, atto a verificare gli stretti rapporti avuti da i due prelati e
l’importanza di tale carteggio, per spiegare le riforme che intanto si
progettavano in tutta Europa.
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CAPITOLO I
POMBAL
I.1. VITA DI POMBAL
Sebastiano Giuseppe di Carvalho e Melo, divenuto marchese di Pombal dal
1770, conte di Oeiras, nacque a Lisbona nel 1699 e vi morì nel 1782. La vita
politica del Portogallo, anche in relazione agli altri stati europei, è stata
dominata dalla sua figura nel periodo che va dal 1750 al 1777. La sua indole di
uomo forte e risoluto è stata paragonata a personaggi come Caterina II di Russia,
Giuseppe II d’Austria e Federico II di Prussia. I contemporanei di Pombal
avevano pareri diversi sulla personalità di questo uomo; c’era chi come Dom
Luis da Cunha, uno dei maggiori diplomatici ed intellettuali politici dell’epoca,
apprezzava la sua pazienza e il suo temperamento speculativo; e c’era chi, come
Antonio Ribeiro dos Santos, uno dei maggiori collaboratori di Pombal nella
sfera della riforma educazionale ed ecclesiastica, lo vedeva come uomo che
voleva “to civilize the nation and sometime to enslave it” .
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Dicevamo che nacque a Lisbona, proveniva da una famiglia modesta i cui
componenti erano ecclesiastici, funzionari di stato e soldati; difatti suo padre
Manuele Carvalho e Melo, servì sia nell’esercito che nella marina. Pombal era
il maggiore di dodici figli, due dei quali, Paolo Mendonça e Xavier Furtado,
collaborarono strettamente con lui nell’amministrazione dello stato. Alla morte
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del padre, la sua famiglia si venne a trovare in grosse difficoltà economiche, non
essendo sufficiente l’aiuto dello zio, un arciprete che aveva molti possedimenti
ad Oeiras, vicino Lisbona , dove Pombal nacque, il marchese fu costretto a
lasciare la sua città ed a passare sette anni ad amministrare la proprietà agricola
della sua famiglia a Gramela, a nord di Lisbona.
In questo periodo, 1723, conobbe Dona Teresa di Noronha che divenne la sua
prima moglie. Quando questa morì, ebbe un secondo matrimonio, nel 1746,
quando era inviato del Portogallo a Vienna, con Maria Daun, figlia del
maresciallo Heinrich Richard Graf von Daun, figura di spicco nella guerra di
successione austriaca e nella guerra dei Sette Anni nella quale fu comandante in
capo delle forze armate della monarchia austriaca.
Da questo matrimonio Pombal ebbe cinque figli ed inoltre ebbe la personale
benedizione della imperatrice d’Austria Maria Teresa. Il suo soggiorno a Vienna
fu importante anche perché conobbe l’ungherese Carlo Mardel, che collaborò
con lui nella ricostruzione di Lisbona dopo il terremoto del 1755 e il conte
Silva Tauroca, che gli diede preziosi consigli sull’amministrazione di stato.
Questo matrimonio fu importantissimo per la vita politica del marchese; infatti
Maria Anna d’Austria, la moglie del re di Portogallo Giovanni V, lo richiamò in
patria nel 1750, anno della sua reggenza al trono, dato che il sovrano era nella
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fase terminale della sua malattia e conferì a Pombal il titolo di Segretario di
Stato.
Quando tornò in patria, Pombal si trovò nel periodo in cui in tutta Europa si
andavano formando nuovi stili e nuovi pensieri, in particolare quelli di
Descartes, Locke e Newton e non poté dunque fare a meno di prestare molta
attenzione ai cambiamenti che erano in atto in Portogallo ed in tutta Europa.
Seguì in particolare personaggi come Ribeiro Sanches, conosciuto quando era
a Vienna; e Mendonça Proença che era associato all’Accademia Reale di Storia
Portoghese come Pombal, il quale raccomandava ai maestri di insegnare ai
giovani non solo il latino, ma anche la matematica, la storia, il diritto pubblico
ed infine Castro Sarmento, che aveva tradotto opere di Newton e Bacon.
L’inizio del potere di Pombal coincise con la salita al trono portoghese di
Giuseppe I.
Questo fu un fatto di vitale importanza, poiché Pombal non era visto di
buon’occhio dal predecessore di Giuseppe I, Giovanni V, di fatti il marchese
riusciva ad evere pochi incarichi ed alquanto modesti, come nel 1745, anno in
cui fu inviato a Londra, affinché i vini del Portogallo fossero esenti da una
nuova tassa decretata dal Parlamento inglese.
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Per questo motivo, Pombal con il suo cinismo tentò di accattivarsi le persone
che erano vicine al monarca, come frà Gaspero Recolletto, che godeva di una
forte stima del monarca e che veniva consultato per tutti gli affari di stato.
Ma il fatto più singolare è che Pombal si mostrò ben disposto verso i Gesuiti,
sempre con l’unico intento di entrare nelle grazie del re, il quale era devoto ai
padri della Compagnia di Gesù. Il padre gesuita più amato dal re, era
Gianbattista Carbone Napoletano e ovviamente anche Pombal cominciò a
venerarlo. Quando il padre si ammalò tutte le persone che circolavano intorno
alla corte andarono a fargli visita, ma Pombal si distinse da tutti: “Fermatasi
delle ore continue davanti alla porta dell’ammalato, e con parole pietose e
dolenti dimandava a tutti quando uscivano dalla camera dello stato del paziente
(...)”.
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Da questi comportamenti i Gesuiti credettero di trovare in lui il più fedele
terziario che avessero in tutto il Portogallo: “Non v’era interesse non vi era
segreto che a lui non venisse confidato”.
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Il padre Francesco Portogallo, figlio del marchese di Valenza, raccomandò
suo padre affinché Pombal trovasse un impiego di rilievo nella corte portoghese.
Il re era ormai vecchio e malato e aveva come unico Segretario di Stato Pietro
di Motta. Una volta il re trovatosi da solo col marchese di Valenza, gli confidò
che non era più capace di reggere il peso della monarchia con l’aiuto di un solo
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segretario; al che Valenza gli suggerì di prendere al suo servizio il marchese di
Pombal; la risposta del re fu chiara e crudele: “(...) egli ha peli nel cuore, e non
vorrei vedere il Regno in scompiglio per la di lui opera”.
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Tutto questo ci fa capire come sia stata importante la salita al trono di
Giuseppe I, che fin dal primo giorno del suo regno consegnò materialmente le
sorti della nazione portoghese al suo ministro. In circa venticinque anni di potere
assoluto, Pombal creò intorno a sé una serie di circostanze per le quali fu
elogiato e allo stesso tempo denigrato.
Nel XVIII secolo, Pombal e i portoghesi divennero famosi per la
persecuzione, repressione ed espulsione dei Gesuiti dal territorio portoghese.
Non possiamo perciò esentarci dallo spiegare come si arrivò a ciò senza fare un
excursus degli avvenimenti successi in quel periodo, sia in Portogallo che nel
resto d’Europa.
Le sorti del Portogallo, fin dai tempi del tardo Medioevo-inizio era moderna,
furono vissute sempre a contatto con due grandi nazioni: la Spagna e la Gran
Bretagna, le quali a loro volta erano state sempre in rapporti, conflittuali.
Il Portogallo ha sempre sofferto le vicinanze dei “cugini” iberici, visto il
tentativo da parte degli spagnoli di sottomissione e le dispute secolari per
l’accaparramento dei territori scoperti o conquistati oltreoceano, dato che i due
paesi iberici sono stati i primi a tentare l’espansione extraterritoriale.
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I.2. RAPPORTI TRA SPAGNA E PORTOGALLO
Difatti Spagna e Portogallo, sono stati sempre sul piede di guerra e nel
periodo che va dalla fine del ‘400 all’inizio del ‘500, con l’inizio delle
espansioni e dei viaggi di scoperte oltreoceano, questa rivalità aumentò
visibilmente. Il Portogallo con i suoi viaggi di esplorazione e conquista al largo
della costa occidentale dell’Africa, si era assicurato da alcuni Papi (Eugenio IV,
Nicola V, Callisto III e Sisto VI) l’ esclusivo diritto di governare i luoghi
scoperti. Allo stesso modo la Spagna si assicurò lo stesso diritto per alcuni paesi
dell’America latina.
Così Papa Alessandro VI decretò tre bolle per la protezione dei luoghi
scoperti. La bolla “Inter Cetera” del 4 maggio 1493, decretava la linea di
demarcazione tra territori spagnoli e portoghesi, a cento miglia ad ovest delle
Azzorre e delle isole di Capo Verde. Tutto quello ad est della linea
“alessandrina” era territorio del Portogallo, ad ovest della Spagna. Tale linea
così tracciata dava in pratica alla Spagna la possibilità di dominio su tutto il
nuovo mondo. Così con il successivo trattato di Tordesillas del 7 giugno del
1494, con l’accordo tra Papa Borgia, Ferdinando il Cattolico di Spagna e
Giovanni II di Portogallo, i lusitani portarono i loro confini a duecentosettanta
miglia ad ovest, cosa che permise loro di colonizzare il Brasile. Ma tali trattati
erano veri solo sulla carta e le linee di demarcazione rappresentavano solo linee
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matematiche, così che le dispute coloniali continuarono per tutto il XVI secolo e
in special modo nel 1580, quando salì al trono portoghese la dinastia spagnola
“filippina” dei sovrani Filippo II (1580-98), Filippo III (1598-1621) e Filippo IV
(1621-40), che unificò Spagna e Portogallo costituendo una monarchia duale.
L’interregno terminò nel 1640 con la salita al trono di Giovanni IV (1640-50)
capostipite della dinastia dei Bragança di Portogallo. Luogo di discordia dei due
stati iberici è stato fin dal 1678, una fascia di territorio al largo della costa
atlantica, tra la parte più a sud del Brasile e lo sbocco del Rio de la Plata:
Colonia do Sacramento.
Tale avanposto fece gola anche alla Gran Bretagna e difatti nel 1702 essa
cominciò ad avere rapporti diplomatici con il Portogallo. Nel 16 maggio di
quell’ anno, Gran Bretagna, Olanda e Austria firmarono un’alleanza per
difendere i diritti dell’ arciduca Carlo al trono spagnolo, per contenere l’
eccessiva influenza francese nel continente. Nel dicembre si completò questa
alleanza con la firma anche del Portogallo, attraverso un trattato commerciale
che porta il nome del diplomatico inglese che lo propose: Methuen (1702-1703).
Da quel momento in poi il Portogallo era a completa dipendenza dell’
Inghilterra. Ancora nel 1738, Re Filippo V di Spagna era impegnato in guerra
contro i britannici; gli attacchi della marina britannica si diressero contro le città
coloniali spagnole in America. Tuttavia la vera ragione degli attacchi era la via
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commerciale delle colonie, ma dato che la Gran Bretagna non poteva, per vie
legali, raggiungere il suo scopo iniziò il contrabbando ed inoltre propose, nel
1739, un patto anglo-portoghese, di instaurare una flotta a Colonia do
Sacramento, a condizioni che le navi inglesi avrebbero dovuto avere libero
accesso ai porti brasiliani, fin quando sarebbe durata la guerra con la Spagna.
Si comprende da questo, quanto siano importanti le dispute sulle conquiste dei
territori e di come scatti facilmente il meccanismo delle alleanze. In Europa
infatti, l’assetto politico-militare sembrava quasi definito ma la pace era
precaria, per la volontà di rivincita dell’Austria sulla Prussia. Il risultato fu
l’isolamento politico-diplomatico della Prussia, con cui si alleò soltanto William
Pitt, Primo Ministro britannico.
Questa voglia di espansione della Prussia portò alla guerra dei Sette Anni
(1757-1763); la guerra si svolse su due fronti: in Europa, la Prussia si trovò di
fronte una coalizione di forze schiaccianti quali Austria, Russia, Francia, Svezia
e Polonia e poi c’era lo scontro per le colonie tra francesi ed inglesi nei territori
di Asia, America e Africa.
La guerra terminò nel 1763 con la firma del trattato di Herbertsburg, che sancì
la vittoria della Prussia sull’Austria, e della firma della pace di Parigi, sempre
nel 1763, tra Francia e Gran Bretagna per le colonie, che sottolineò la superiorità
navale della Gran Bretagna, vittoriosa in quasi tutte le battaglie.