La difficolta' di realizzazione di schemi e metodologie valide per culture ed interessi diversi
hanno ostacolato la formazione di uno standard di certificazione in ambito di sicurezza.
A livello europeo tuttavia si e' affermato lo standard OHSAS (Occupational Health and Safety
Assessment Series) 18001 "Specifiche per i sistemi di gestione di salute e sicurezza"
sviluppato con l'assistenza e la collaborazione di vari Enti di certificazione basato sul BS
8800, che rappresenta una Linea Guida sulla sicurezza.
La struttura della OHSAS 18001 e' compatibile con gli standard di gestione ISO 14001
(Ambiente) e ISO 9001 (Qualita'), e prevede un aggiornamento qualora siano pubblicate
nuove edizioni di queste due norme.
Le norme OHSAS 18001 e 18002 applicano i concetti della Qualita' Totale e la metodologia
ISO 9000/ISO 14000 ai temi della sicurezza, ottenendo un sistema aziendale, un insieme di
procedimenti, mezzi, risorse e attivita' che portano a un effettivo controllo dei rischi e
all'attenzione, da parte di tutti, verso la prevenzione.
Gli obiettivi primari di OHSAS 18001 sono:
Rendere efficiente il controllo dei rischi;
Migliorare continuamente la performance.
Lo scopo e' quello di attuare un efficiente sistema di gestione della sicurezza integrato in
modo dinamico e quindi in un ottica di miglioramento continuo attraverso il monitoraggio
periodico della situazione interna, la rivisitazione dei processi di attuazione del SGS e
l'adeguamento alla realta' interna ed esterna in relazione ai cambiamenti politici, legislativi e
di mercato:
Politica;
Pianificazione:
Identificazione dei pericoli, valutazione e controllo dei rischi;
Prescrizioni legali ed altre; Obiettivi; Programma di gestione e sicurezza salute;
Attuazione e Funzionamento:
Struttura e responsabilita', Formazione, sensibilizzazione e competenze; Consultazione e
comunicazione; Documentazione; Controllo della Documentazione; Controllo operativo;
Preparazione alle emergenze e risposta;
Monitoraggio e Misurazione:
Sorveglianza e monitoraggio della performance; Incidenti, mancati incidenti, non conformita',
azioni correttive e preventive; Registrazioni e gestione delle registrazioni; Audit.
Riesame e Miglioramento;
Occorre ricordare come un'altra importante linea guida ci viene in aiuto per l'implementazione
di OHSAS 18001 e cioe' OHSAS 18002. Essa si prefigge di spiegare i piu' importanti principi
di OHSAS 18001 nonche' descrivere l'intento, i dati d'ingresso, i processi e i dati di uscita di
ogni requisito di OHSAS 18001 in modo piuttosto schematico. Questo per aiutare la
comprensione e l'implementazione della linea guida precedente.
In questa ottica quindi OHSAS 18002 non crea requisiti aggiuntivi e non prescrive l'utilizzo di
approcci obbligatori per implementare OHSAS 18001 ma si presenta come supporto
nell'applicazione di OHSAS 18001.
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1.1.0 SICUREZZA DEL VOLO L’APPROCCIO SISTEMICO ALLA
GESTIONE
Che il trasporto aereo sia un genere di trasporto sicuro e, se confrontato, più sicuro di altri
generi quali la ferrovia o l’automobile, è una convinzione suffragata da dati statistici
consolidati che, negli anni, hanno mostrato peraltro una continua tendenza al miglioramento.
Ciò è rappresentativo del grado di maturità raggiunto dall’industria del trasporto aereo ed è, in
buona parte, dovuto al forte livello di interazione realizzato su base mondiale, unito alla
continua innovazione tecnologica e normativa.
Ciononostante esistono differenze quantitative, in termini di sicurezza, fra le varie regioni del
globo e all’interno della stessa regione fra compagnia e compagnia.
Le differenze sono dovute a fattori organizzativi, culturali ed economici.
La gestione tradizionale della sicurezza (reactive safety), dopo aver contribuito in maniera
significativa al miglioramento dei ratei ( si è passati da 20 incidenti per milione di voli a 1),
ha perso parte della sua efficacia iniziale e, contemporaneamente, il Trasporto aereo è
diventato più complesso per la continua disponibilità di nuove tecnologie e la dinamicità degli
scenari di mercato.
La sicurezza reattiva è quella che si realizza attraverso l’investigazione degli incidenti in un
percorso circolare ed iterativo che si può così sintetizzare: incidente-indagine-
raccomandazione-verifica-correzione-incidente-
Non s’impara più abbastanza dagli incidenti; essi sono statisticamente rari e non sono
rappresentativi del funzionamento del sistema stesso.
Si è giunti, da qualche anno, alla consapevolezza che è necessario disporre di strumenti di
monitoraggio e misurazione atti ad identificare potenziali fenomeni degenerativi.
E’ necessario intervenire ad interrompere la catena delle disfunzioni prima che esse si possano
combinare in maniera tale da predisporre la possibilità di un incidente. Per fare ciò è
necessario controllare efficacemente l’insieme dei processi produttivi.
I metodi del Quality Management applicati al settore aeronautico hanno fornito la base
strumentale necessaria. Il volo va considerato come un macro – processo produttivo sul quale
convergono gli output dei processi aziendali realizzati a monte. La qualità dell’insieme dei
processi determina la qualità del processo volo.
Questo vuol dire che vi è un rapporto diretto fra la qualità dei processi, la qualità complessiva
dell’interazione dei processi, e la sicurezza volo. Realizzare un efficace sistema di
osservazione e correzione dei meccanismi di funzionamento, significa anche favorire la
crescita di un’organizzazione “resistente” all’errore.
In estrema sintesi Sicurezza del volo significa mantenersi distanti dalle aree di rischio e, se del
caso, saperne minimizzare gli effetti.
La struttura Sicurezza di una moderna industria aeronautica non si occupa più solamente della
Sicurezza del Volo ma più in generale della Sicurezza dell’intero Sistema Azienda; con il
duplice scopo di evidenziare che tutta l’organizzazione è tesa alla pianificazione di operazioni
sicure e che la Sicurezza non è un valore da lasciare in mano agli specialisti di “ front line”
ma è patrimonio di tutti.
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La Sicurezza di Sistema ha il compito di monitorare l’insieme del funzionamento aziendale
con il compito di fornire indicazioni di miglioramento e di far scattare i necessari campanelli
di allarme in caso di trend fuori dagli standards prefissati.
Quest’attività si esplica su due filoni principali :
- da un lato si monitorizzano i parametri significativi di ogni singolo volo e si fa “ risk
assessment” e “trend analysis” su una quarantina di “fenomeni” significativi.
(I registratori di volo ci permettono di registrare centinaia di parametri per ogni intervallo di
0,25 secondi);
- dall’altro si “audita” periodicamente l’organizzazione nel suo complesso e si fanno ispezioni
ad hoc su particolari eventi il cui trend non è soddisfacente.
In questo modo si misura in continuazione l’andamento delle operazioni e lo stato di salute
dell’organizzazione.
Periodicamente vengono discusse con i responsabili di linea le azioni correttive.
Gli strumenti utilizzati e la formazione del personale dedicato sono realizzati secondo
standard internazionali. Ciò consente, tra l’altro, il confronto diretto con i principali
concorrenti IATA.
Per gli aspetti normativi va tenuto presente che, anche per l’organizzazione della Sicurezza,
sono state prese a riferimento le norme e gli standard internazionali pur se non ancora recepiti
formalmente nell’ordinamento nazionale.
L’Italia, sino ad un recente passato, ha avuto difficoltà nell’adeguare la legislazione alla realtà
del trasporto aereo. Il Codice della Navigazione è del 1942 ed è senza un regolamento di
attuazione (il precedente risale al 1929). Oltre a ciò vi sono circolari della Direzione Generale
dell’Aviazione Civile che danno disposizioni in materia di esercizio della navigazione aerea
ma non danno indicazioni organizzative e di policy rispetto ad attività specialistiche come la
Sicurezza del Volo.
L’ICAO (International Civil Aviation Organisation) ha stabilito Standards per gli stati
contraenti la Convenzione di Chicago (1944).
Tali standards sono specificati in 18 allegati tecnici alla convenzione. L’Italia, attraverso la
legge 213 del 1983, ha fissato i criteri generali di recepimento degli allegati. Successivamente
sono stati recepiti gli allegati I e XVIII che però non sono specifici per la Sicurezza del Volo.
Relativamente alla materia specifica della Sicurezza :
- l’Allegato tecnico XIII, definisce gli standard per la Sicurezza del Volo reattiva (accident
investigation);
- la normativa comunitaria 94/56/CE recepisce ed integra quanto previsto nell’Allegato XIII,
ed in più prevede la costituzione, in ogni stato della Comunità, di un’Agenzia permanente per
la Sicurezza del Volo.
Va qui ricordato che, relativamente all’intera materia aeronautica, il comportamento della
pubblica amministrazione e dell’industria, è stato improntato al recepimento di fatto degli
standard internazionali anche in presenza di lacune legislative.
A livello europeo, infine, con l’obiettivo di rendere omogeneo il trasporto aereo, è stata
istituita la JAA (Joint Aviation Authority) cui aderiscono i 27 Stati contraenti gli accordi di
Cipro (1990).
La JAA ha promulgato la normativa JAR-OPS1 che regola in toto le attività di esercizio del
volo di linea a partire dal 1/04/98. Tale normativa deve essere ancora tradotta in regolamento
comunitario ma, nel frattempo, è stata recepita mediante Decreto del Ministro dei trasporti nel
suo testo integrale in lingua inglese. La normativa JAA di fatto scavalca e
risolve in buona parte i vuoti presenti nella legislazione.
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1.2.0 Il SISTEMA SICUREZZA IN AMBITO INDUSTRIALE
A seconda della dimensione e della complessità dell'azienda, la realizzazione degli
adempimenti stabiliti dal D.Lgs. 626/94 e successive modifiche, può comportare un'attività di
impegno molto variabile: certamente, però l'approccio deve essere sistematico e graduale,
indipendentemente dalla tipologia aziendale, in modo da favorire il progressivo
coinvolgimento di tutto il personale nella nuova metodologia comportamentale.
Indipendentemente dagli adempimenti formali richiesti dal D.Lgs., la realizzazione in azienda
di un sistema di sicurezza richiede necessariamente il ricorso ad attività non estemporanee e
disorganiche, ma fondate su approccio sistematico che deve coinvolgere tutta l'organizzazione
e che prevede la partecipazione alle attività di tutti i soggetti che dell'organizzazione sono
parte, indipendentemente dal ruolo ricoperto.
La sicurezza, come la qualità, deve divenire un impegno di tutti, non solo nel rispetto dei
comportamenti corretti e sicuri nello svolgimento del lavoro, ma nel creare costantemente le
condizioni più idonee per operare in sicurezza indipendentemente dal lavoro che ci si accinge
a svolgere.
Nell'accezione odierna, ulteriormente rafforzata dall'ultima edizione delle norme della serie
ISO 9000, la qualità si basa sul concetto di prevenzione dei problemi. Analogamente la
sicurezza sul lavoro, nello spirito del D.Lgs. 626, viene intesa come insieme di prassi da
attuare per prevenire il verificarsi di incidenti o l'insorgere di malattie professionali piuttosto
che come misure da applicare a fronte di un incidente.
Queste considerazioni portano a concludere che, indipendentemente dal riferimento
considerato (le norme della serie ISO 9000 o le leggi in materia di sicurezza e salute dei
luoghi di lavoro), la realizzazione del sistema possa essere ottenuta seguendo lo stesso
approccio e con i medesimi mezzi: lo studio delle dinamiche e dei processi aziendali; la
definizione di nuovi modelli comportamentali, la codifica di tali modelli in documenti di
riferimento, manuale e procedure, in modo che tutto il personale aziendale sia portato ad agire
secondo una linea di condotta comune, aziendale e non più personalistica.
1.3.0 QUALITÀ E SICUREZZA: I PUNTI DI CONTATTO
Al di la delle generiche similitudini possibili nell'approccio al problema; esistono indiscutibili
analogie tra quanto previsto per l'adozione di un sistema qualità e un sistema di sicurezza
aziendale. Tali analogie emergono chiaramente, anche a fronte di una superficiale lettura dei
rispettivi riferimenti normativi.
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1.3.1 RAPPRESENTANTE DELLA DIREZIONE E ORGANIZZAZIONE
AZIENDALE :
Sia le norme della serie UNI EN ISO 9000 sia il D.Lgs. 626/94 prevedono che la direzione
aziendale nomini un proprio rappresentante che garantisca il corretto funzionamento del
sistema. In entrambe i casi a tali figure devono essere riconosciuti sufficiente responsabilità
ed autorità per lo svolgimento delle proprie mansioni.
Oltre a questo elemento è previsto che in azienda venga destinato personale, risorse e mezzi
per le attività proprie del sistema. A queste persone dovranno essere assegnati compiti e
responsabilità specifiche, formalizzate in organigrammi e mansionari dedicati.
1.3.2 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI :
Sia il sistema qualità sia il sistema della sicurezza richiedono la produzione e la conservazione
di documenti e dati necessari a codificare le prassi e metodologie aziendali ed a dimostrarne
l'efficace applicazione. Nel caso dei sistemi qualità questi documenti vanno dal manuale e
procedure aziendali, a norme tecniche, verbali di riunione, documenti di carattere contrattuale
ecc. Nel caso della sicurezza tali documenti possono essere manuale e procedure, sebbene non
espressamente richiesti, registro infortuni, pratiche autorizzative, schede di sicurezza di
prodotto ecc.
Questa documentazione deve essere costantemente: valutata onde confermarne la validità ed
applicabilità, aggiornata per rispecchiare le effettive realtà e necessità aziendali; conservata
per potere dare evidenza, a fronte di richieste da parte di Enti e Organismi competenti,
dell'effettiva costante applicazione del sistema.
1.3.3 VERIFICHE ISPETTIVE SUL SISTEMA :
Sia le ISO 9000 sia il D.Lgs. 626 prevedono che il sistema sia periodicamente sottoposto a
revisione: per confermarne la validità; per verificarne l'effettivo stato di applicazione; per
valutare eventuali necessità di adeguamento o modifica. Tali verifiche devono, in entrambe i
casi, essere pianificate e preparate e condotte da personale competente ed adeguatamente
formato. I risultati di tali verifiche devono essere registrati e conservati per eventuali
successive analisi.
1.3.4 FORMAZIONE DEL PERSONALE:
La formazione è un'attività obbligatoriamente prevista da entrambe i sistemi. Diverso è
l'approccio che 626 e ISO 9000 hanno nei confronti dell'argomento: nel caso della sicurezza è
molto dettagliata la serie di argomenti su cui il personale deve essere addestrato, ma non
vengono fornite indicazioni su come l'attività formativa debba essere gestita; nel caso dei
sistemi qualità l'approccio è inverso; non sono fornite indicazioni, se non molto generiche, in
merito ai contenuti della formazione, mentre si ha maggior dettaglio per quanto riguarda lo
svolgimento dell'attività. È infatti richiesta sia una pianificazione dell'addestramento sia la
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registrazione dell'avvenuta esecuzione. A tal proposito riteniamo che, per quanto riguarda la
sicurezza, l'ottimo sia costituito dall'integrazione delle due 'specifiche': programmare l'attività
formativa, sui cui contenuti sono già fornite indicazioni di massima, e registrarne lo
svolgimento, magari con schede intestate ai singoli collaboratori aziendali.
Quelle sin qui esaminate sono le più evidenti similitudini tra i due sistemi, ma approfondendo
l'analisi si può notare che esistono ulteriori punti di contatto tra qualità e sicurezza.
Il primo elemento da considerare può essere quello della definizione di una politica aziendale.
Sia per la sicurezza sia per la qualità, la direzione aziendale deve definire una propria politica
e cioè individuare degli obiettivi da raggiungere definendo, al contempo, i criteri con cui
misurare l'effettivo raggiungimento di tali 'traguardi'; oltre a ciò è necessario che siano
indicate le risorse umane, tecniche, economiche e temporali messe a disposizione per lo
svolgimento delle attività necessarie. Quello della definizione delle politiche è un passo
fondamentale: qualunque imprenditore individua degli obiettivi per la propria azienda, ma
l'attuale sistema imprenditoriale è tale per cui non è più sufficiente definire obiettivi di
carattere economico. Questi si devono inserire in un più ampio contesto di strategie da
perseguire per la crescita globale dell'azienda. Senza obiettivi specifici da raggiungere le
diverse componenti aziendali si muovono in modo disomogeneo, con il rischio di produrre
uno sforzo che non sempre è commisurato ai risultati raggiunti. Da qui la necessità di
individuare degli obiettivi specifici che costituiscano il punto di partenza per la pianificazione
di tutte le attività aziendali. Nel caso della qualità tali obiettivi potranno essere la riduzione
delle rilavorazioni interne o delle lamentele da parte dei clienti, mentre nel caso della
sicurezza poterebbe essere la riduzione del numero di infortuni occorsi in un anno. Sulla base
di tali indicazioni il personale aziendale dovrà muoversi per individuare le cause, effettive o
potenziali, che determinano gli effetti negativi (rilavorazioni o infortuni) indesiderati e le
soluzioni per eliminare tali cause.
Altro elemento di contatto individuabile è quello legato alla pianificazione delle attività ed in
particolar modo la pianificazione dei processi produttivi. Sia per quanto riguarda i sistemi
qualità, sia per la sicurezza i processi aziendali debbono essere studiati, definiti, realizzati e
validati per garantire la soddisfazione del cliente da un lato e la sicurezza del personale
dall'altro. Per quanto riguarda la qualità dovrebbero essere valutate le caratteristiche della
macchina come entità a sé stante e come parte di un complesso più ampio al fine di
individuare quei parametri da controllare utili, se non necessari, a fornire la sufficiente
'confidenza' che il processo produttivo si mantiene entro determinati limiti di controllo.
Analogo è il discorso per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza. In questo caso della
macchina saranno oggetto di analisi la rispondenza ai requisiti legislativi vigenti, le modalità
di funzionamento e manutenzione onde garantire il sicuro utilizzo, le possibili interferenze
con l'ambiente circostante ecc.
Notevoli analogie possono essere riscontrate anche per quanto riguarda il verificarsi di 'non
conformità. Se a tale termine attribuiamo il significato riportato nella UNI EN ISO 8402
(norma che fissa il significato dei termini utilizzati in ambito qualità)e cioè 'non
soddisfacimento dei requisiti specificati vediamo come tale definizione sia applicabile sia ai
sistemi qualità sia sicurezza. Nel primo caso potrà trattarsi del mancato rispetto, ad esempio,
di una dimensione di un pezzo, nel secondo potrà essere il superamento di un valore limite ad
esempio per il rumore. Al di là della gravità dell'effetto del verificarsi della non conformità, si
possono individuare notevoli analogie tra i due sistemi; dovrebbe, infatti, esistere una
procedura o prassi che definisca i metodi di reazione a fronte della non conformità e cioè:
individuare, tra il personale aziendale, i responsabili della valutazione e risoluzione della non
conformità; definire le modalità di risoluzione delle possibili non conformità che possono
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ragionevolmente verificarsi; individuare i responsabili dell'attuazione di misure atte a
prevenire il nuovo verificarsi della non conformità; prevedere le modalità di registrazione e
notifica alle figure o Enti competenti della non conformità verificatasi (nel caso del D.Lgs.
per alcuni tipi di non conformità tali Enti sono già individuati).
Si possono individuare notevoli analogie tra i due sistemi anche in termine di prevenzione: le
norme della serie ISO 9000 prevedono esplicitamente che l'azienda si doti di procedure per
l'attuazione di azioni preventive volte ad eliminare potenziali cause di non conformità.
Analogamente il D.Lgs. 626 spinge fortemente il datore di lavoro verso l'adozione di sistemi
volti a prevenire il verificarsi di possibili incidenti. Tali misure potranno investire l'azienda a
tutti i livelli coinvolgendo i macchinari, i processi produttivi ed il personale.
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