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Le più note associazioni aromatiche circondano l’antica civiltà egi-
zia: nei manoscritti di papiro risalenti al periodo di Khufu intorno
al 2800 a.C., registrano gli usi di molte erbe medicinali. Gommore-
sine e oli aromatici venivano utilizzati per l’imbalsamazione insie-
me a tracce di unguenti come storace liquido ed incenso di olibano.
Gli egizi erano per altro esperti nell’arte cosmetica ed uno dei ri-
medi più conosciuti era il “kyphi” una mistura di 16 ingredienti di-
versi che poteva essere utilizzata come incenso o come profumo,
oppure assunta per via interna come farmaco. Era reputato un rime-
dio antisettico, calmante e antidoto contro i veleni, in grado secon-
do Plutarco, di indurre sonno, dissipare l’ansia e rasserenare i so-
gni.
I TESORI DELL'ORIENTE
Quando gli Ebrei iniziarono il loro esodo dall’Egitto verso Israele,
intorno al 1240 a.C., portarono molte gommoresine ed oli preziosi
insieme alle conoscenze sui loro usi. Nel Libro dell’Esodo Dio tra-
smise a Mosè la formula per preparare un unguento oleoso con mir-
ra, cannella, calamo aromatico, cassia e olio di oliva.
Quest’olio sacro fu usato per consacrare Aronne e i suoi figli al sa-
cerdozio ed infine l’incenso e la mirra furono offerti a Gesù in oc-
casione della sua nascita.
Anche Ippocrate nato in Grecia intorno al 460 a.C. stimato come il
padre della medicina prescriveva fomentazioni e fumigazioni pro-
fumate. Infatti, proprio dalla prassi medica greca deriva il termine
iatralito che significa medico che curava con gli unguenti aromatici.
Una delle preparazioni greche più famose prodotta con mirra,
cannella e cassia era chiamata “megaleion” dal nome del suo crea-
tore.
I Romani, grandi conoscitori della bellezza femminile, riuscirono a
specializzarsi nell’arte della profumeria creando, con l’uso degli oli
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aromatici, 3 tipi di profumi secondo i costituenti di base: “ladysma-
ta” con unguenti solidi, “stymmata” con oli profumati e “diasmata”,
profumi in polvere.
Erano destinati alla cura del corpo e degli ambienti intimi dove
soggiornavano le donne ed erano ottimi per il massaggio dopo il ba-
gno.
IN EUROPA ARRIVANO LE STREGHE: L'ALCHIMIA
Nel Medioevo iniziò una lunga persecuzione da parte della chiesa
nei confronti degli eretici e delle streghe. Queste “fatine dei bo-
schi” erano a conoscenza del potere medicamentoso delle piante e
delle estrazioni di tinture e prodotti fitoterapici che mal si adatta-
vano con la cultura del peccato.
Non tutte le streghe usavano sempre a fin di bene la loro arte e
quindi a causa delle “teste calde” sono state sempre temute e perse-
guitate.
La pratica dell’alchimia, l’ermetica ricerca volta alla trasformazio-
ne del grezzo nel sottile, non era altro che la manifestazione paral-
lela degli stati interiori di trasformazione psichica: “ dissoluzione e
coagulazione”.
Così come la materia aromatica poteva essere distillata per produrre
un essenza pura e potente, allo stesso modo le emozioni umane po-
tevano essere raffinate e concentrate in modo da rivelare la loro più
intima natura.
In seguito, durante il Rinascimento, i materiali aromatici fecero
parte delle farmacopee e l’alchimia lasciò il posto alla chimica-
tecnica dissolvendo l’interesse per la relazione fra materia e spirito.
Per ironia della sorte nel 1928 un chimico francese, Gattefossè,
scoprì il potere cicatrizzante dell’olio essenziale di lavanda in se-
guito ad un’ustione sulla mano ed al suo potere cicatrizzante.
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Nel 1964 il francese Jean Valnet pubblicò il testo
“L’aromethérapie” compiendo ricerche che oggi sono alla base
dell’aromaterapia in tutto il mondo.
La storia del profumo, quindi, si coniuga con quella dell'umanità:
moneta di scambio, protezione contro la malattia, pozione dalle vir-
tù divine, messaggio galante. In ogni epoca il profumo è testimone
di una so-cietà e ci ragguaglia notevolmente sul suo senso del com-
mercio.
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GLI OLI ESSENZIALI
L’Aromaterapia si definisce una tecnica olistica che può agire su
processi fisici, mentali e spirituali attraverso l’uso degli oli essen-
ziali.
Gli oli aromatici possono trovarsi in tutte le parti di una pianta: se-
mi, corteccia, radici foglie, fiori, legno, balsamo e resina. L’ampia
gamma di materiali aromatici ottenuti da fonti naturali, i metodi di
estrazione, il loro impiego si sono sviluppati lentamente nel corso
della storia. Nel corso degli ultimi due secoli gli scienziati hanno
ampliato notevolmente le loro conoscenze sulla chimica degli oli e-
stratti dalle piante. Nel 1904, Cuthbert Hall dimostra il potere an-
tisettico dell’olio di eucalipto, molto più efficace dei suoi costi-
tuenti attivi principali, l’eucaliptolo e il cineolo. Nel 1954, Kellner
e Kobert testano l’attività antisettica degli oli essenziali su ceppi di
batteri e funghi. Negli anni Sessanta, il lavoro divulgativo del me-
dico Jean Valnet ha favorito la rinascita dell'interesse scientifico
per le possibilità farmacologiche dell'aromaterapia, oggi insegnata
anche in alcune università francesi.
Nell’ultimo ventennio, si definirono i dettagli della tecnica
dell’aromatogramma che consente una scelta mirata degli oli es-
senziali. L’aromatogramma è un esame di laboratorio che permette
di studiare la sensibilità di un germe, batterio o micete, all’olio
essenziale di una pianta.
Gli oli essenziali, oltre che per la diversa composizione chimica e le
diverse caratteristiche fisiche, si differenziano da quelli stabili, (o
comunque dai grassi che sono contenuti nei vegetali), perché sono
volatili, cioè che con facilità tendono a passare allo stato gassoso.
In base alla loro maggiore o minore volatilità, vengono classificati
in tre gruppi: i meno volatili, detti "oli di tono base" (calendula,
benzoino, canfora, mirra, incenso, sandalo, pepe nero, rosa), più
rilassanti; gli intermedi o "oli di tono medio" (geranio, camomilla,
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finocchio, timo, rosmarino, melissa, pino, lavanda, issopo, cipresso,
menta); gli oli con alto grado di volatilità, detti "oli di tono supe-
riore" (basilico, bergamotto, salvia, limone, citronella, eucalipto),
più stimolanti.
I valori massimi variano da 1 a 14 e sono considerati toni superiori,
mentre il tono medio varia da 15 a 16 e il tono base da 61 a 100.
E’ stata dimostrata la relazione tra il tasso di evaporazione e gli ef-
fetti sul corpo e sulla mente. Gli oli più leggeri, che evaporano cioè
con molta rapidità, agiscono molto più velocemente rispetto agli al-
tri.
La classe inferiore, con volatilità da 61 a 100, ha azione prevalen-
temente sedativa e agisce in particolar modo sul sistema nervoso.
Nella classe media, (la maggior parte degli essenziali ha una volati-
lità media), compaiono oli che agiscono sulle funzioni organiche e
sul metabolismo
Si ritiene che le essenze ad azione rapida, e cioè gli oli di tono su-
periore, non assicurino una giusta azione antibatterica e germicida
costante nel tempo. Per tale motivo in alcuni di questi oli viene ag-
giunto un fissatore. I fissatori sono sostanze estratte dai resinoidi e
garantiscono l’efficacia nel tempo degli oli essenziali di tono supe-
riore.
Le cellule che immagazzinano le essenze, possono trovarsi in qual-
siasi parte della pianta: nel fiore, nelle foglie, nelle gemme, nei se-
mi, nei frutti ed anche nel legno e nelle radici. Anche se molto di-
luiti, gli oli aromatici svolgono un effetto farmacologico sull'orga-
nismo umano, poiché la loro alta diffusibilità li rende ottimi agenti
di penetrazione. Sono assorbiti con facilità dalla pelle, entrano ra-
pidamente in circolo attraverso i capillari e vengono poi distribuiti
in tutto il corpo, dando luogo a mutamenti chimici e reazioni meta-
boliche.
Due sono le tecniche consentite dalla Legge per estrarre gli oli es-
senziali a scopo terapeutico: il primo è la distillazione in corrente
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di vapor d'acqua, che rappresenta il metodo migliore per ottenere
un prodotto di qualità. La materia vegetale da distillare concede al
vapore le sue sostanze volatili che, dopo la refrigerazione, si sepa-
rano nuovamente e si raccolgono in tante gocce preziose: gli oli es-
senziali.
Il secondo metodo e' la spremitura o pressatura. Questo sistema si
usa per estrarre gli oli essenziali contenuti nella buccia degli a-
grumi; un tempo, questa tecnica era eseguita manualmente: oggi
viene eseguita da macchinari, che estraggono il succo dai frutti e
l'essenza dalle scorze. Nel caso degli oli essenziali, la qualità deve
essere veramente "essenziale".
I vegetali superiori producono sostanze aromatiche ed e' infinito il
numero delle varianti, in rapporto alla specie, al genere, alla tipolo-
gia della pianta, all'altitudine, alla composizione ed all'esposizione
del luogo dove cresce; agli agenti atmosferici, al clima.
Inoltre, bisogna considerare un altro aspetto molto importante: il ci-
clo vitale della pianta. Infatti con il termine "momento balsami-
co", si indica il periodo di maggior concentrazione dei principi odo-
rosi. Questo particolare momento può variare in relazione alle di-
verse parti della pianta, (per esempio, foglie o fiori), oppure anche
a seconda del giorno e dell'ora.
Un produttore di oli essenziali deve, prima di tutto, garantire che
sia la raccolta sia la coltivazione delle piante siano state eseguite
secondo le leggi che la stessa natura impone. Poi, per garantire
qualità ed efficacia del prodotto, deve assicurare la rapidità di lavo-
razione: per questo motivo, in alcuni specifici casi, le essenze ven-
gono estratte sullo stesso campo di raccolta, mediante apposite ap-
parecchiature mobili. Alcuni particolari tipi di essenze non possono
assolutamente essere usate allo stato grezzo, non solo perché male-
odoranti, ma perché, in qualche caso, anche tossiche.