6
Mentre sono molti gli studi sulle trasformazioni sociali che le
migrazioni stanno portando nel mondo e in Italia, poche sono
per ora le indagini che si dedicano in modo sistematico e attento
alle lingue che entrano in contatto con la lingua italiana e alle
implicazioni linguistiche, e quindi socioculturali, che queste
comportano1.
La ricerca qui presentata rientra in un più ampio progetto
portato avanti dal Centro d’Eccellenza della ricerca Osservatorio
permanente dell’italiano diffuso fra stranieri e delle lingue immigrate in Italia
dell’Università per Stranieri di Siena2.
Prato è una città media con meno di 200 mila abitanti,
caratterizzata da un’alta concentrazione di immigrati provenienti
dalla Repubblica Popolare Cinese. In questo lavoro miriamo a
illustrare il nuovo assetto plurilingue del territorio pratese in
conseguenza dei fenomeni migratori. Oltre a misurare il
potenziale plurilinguismo presente nella provincia, dall’analisi dei
dati raccolti vogliamo verificare quale ruolo assume la lingua
cinese in contatto con le altre lingue immigrate e con le varietà
della lingua italiana, come e quanto ciascuna lingua si manifesti
nel territorio pratese e quali siano i rapporti di compresenza,
dominanza e autonomia di ciascuna lingua rispetto alle altre.
1
Partendo dall’ipotesi che la compresenza di lingue e di usi linguistici sia in grado di
definire i rapporti fra le lingue immigrate e le varietà dell’italiano presenti in un determinato
territorio, vogliamo misurare la visibilità di queste lingue nelle loro varie combinazioni
linguistiche – da testi monolingue a testi in cui compare una lingua immigrata e l’italiano di
contatto a quelli in cui sono compresenti più lingue immigrate – e nei generi testuali in cui
si presentano. Legando i dati linguistici a quelli geografici, siamo in grado di individuare il
patrimonio linguistico che un territorio possiede. Il nostro lavoro, quindi, oltre ad essere
ricognitivo assume un carattere interpretativo dei dati raccolti.
2
In particolare Bagna, Barni, Siebetcheu, (2004); Bagna, Barni, (2005); Bagna,
Machetti, Vedovelli, (2003), Machetti, Vedovelli, (2006); Vedovelli, (2005).
7
Il lavoro presentato in queste pagine si suddivide in quattro
capitoli articolati in vari paragrafi. Nel primo vengono riportati i
dati statistici forniti dal sito del Comune di Prato nella sezione
Prato Multietnica e dall’Annuario Statistico sul numero di immigrati
presenti a Prato al 31 dicembre 2005. Inoltre, forniamo una
breve panoramica storica sull’immigrazione straniera a Prato e un
confronto con dati del Dossier Statistico 2006 della Caritas per
illustrare le differenze fra la situazione italiana e pratese. Questo
capitolo è utile per inquadrare il territorio su cui verranno poi
fatte le analisi e per comprendere, sulla base delle dinamiche
demografiche presenti, le implicazioni linguistiche conseguenti.
Nel secondo capitolo si introducono i due modelli di ricerca
adottati, quello denominato Toscane Favelle che crea mappe
geolinguistiche da dati statistici individuando quali e dove sono
localizzate le potenziali lingue sul territorio di Prato, e quello
Esquilino che mira all’analisi della visibilità delle comunità
linguistiche degli stranieri residenti a Prato attraverso la
localizzazione puntuale di segni in lingue diverse dall’italiano o
scritte con un evidente italiano di contatto3.
Nel terzo capitolo vengono individuate e analizzate le
potenziali lingue presenti sul territorio provinciale, diviso in sette
comuni. Dal dato statistico si ricostruisce l’assetto linguistico del
territorio per ciascun comune, creando grafici e tabelle
esplicative.
3
I modelli di rilevazione Toscane favelle e Esquilino sono due dei modelli usati dal
Centro d Eccellenza dell Universit per Stranieri d i Siena per misurare il plurilinguismo
in determinate localit del territorio italiano. Si rimanda ai capitoli successivi per la
spiegazione di queste metodologie di ricerca.
8
Nel quarto capitolo illustriamo le rilevazioni effettuate
secondo il modello Esquilino in alcune vie di Prato,
commentando i risultati sia secondo criteri quantitativi che
qualitativi. Infine, presentiamo mappe geolinguistiche del
territorio di Prato analizzato da cui emergono, in base alle
rilevazioni, le combinazioni linguistiche presenti, le lingue
‘dominanti’ e quelle maggiormente ‘autonome’. In appendice,
forniamo una tabella con tutte le lingue ufficiali e le minoranze
linguistiche presenti parlate nei paesi di origine di ciascuna
nazionalità immigrata nel territorio pratese.
Nella nostra analisi, il significante in determinati casi è assai
più rilevante del mero significato, poiché è indice delle esigenze
di manifestare la propria esistenza e i propri bisogni attraverso la
messa in comunicazione di essi e la ricerca dell’altro con cui
condividere e trasmettere le caratteristiche della propria identità,
del proprio modo di vedere le cose e dell’universo che sta dietro
ad ogni migrante e ad ogni essere umano.
Nel nostro caso, il linguaggio verbale, veicolo e strumento
del pensiero dell’uomo, viene studiato nelle sue varianti di lingue
storico-naturali e delle loro varietà sociolinguistiche, patrimonio
di uomini che, per motivi di povertà, guerre, carestie, disordini
sociali, aspirazioni a una vita differente per se e per i propri cari,
sono costretti a migrare.
9
Capitolo 1. La realtà socioculturale pratese
dell’immigrazione: dati demografici e sociali
1.1. Inquadramento teorico della ricerca
Questa ricerca rientra nella serie di rilevazioni che il Centro
d’Eccellenza della ricerca dell’Università per Stranieri di Siena4
sta compiendo sul territorio italiano e estero usando sia
metodologie tradizionali che tecnologie avanzate al fine di
definire e cartare il nuovo plurilinguismo5 presente in Italia
attraverso metodologie di analisi della presenza, presunta vitalità
e visibilità delle lingue immigrate in Italia. Il rapporto Italiano
2000 (De Mauro/Vedovelli/Barni/Miraglia 2003), un’indagine
sulle motivazioni degli apprendenti di lingua italiana nel mondo,
esprime la necessità di creare un osservatorio permanente sui
mutamenti che caratterizzano lo spazio linguistico italiano, non
solo all’interno dei confini nazionali ma anche all’estero, e sul
contatto che la lingua italiana ha con altre lingue. Mancano delle
ricerche accurate e sistematiche su quali siano le lingue immigrate
oggi in Italia, dove siano maggiormente presenti, come riescano
ad incidere sull’assetto sociolinguistico italiano. L’Osservatorio
ha, quindi, come obiettivo quello di misurare nel tempo e nello
spazio questi mutamenti linguistici, facendo convergere aree
4
Nel 2000 il Ministero dell Universit ha istituito questo centro sul tema Osservatorio
Linguistico Permanente dell’Italiano Diffuso fra Stranieri e delle Lingue Immigrate in
Italia, selezionandolo nei primi ventitrØ Centri d Eccellenza nell area tematica
Tecnologie innovative applicate alle scienze umane.
5
Con nuovo plurilinguismo intendiamo le lingue immigrate sul territorio italiano come
elemento che si va ad aggiungere al plurilinguismo di antico insediamento che ha
caratterizzato l Italia in cui interagiscono, oltre all italiano standard con le sue variet , i
dialetti e le minoranze linguistiche di antico insediamento (Berruto, 1994; Vedovelli,
1994).
10
disciplinari diverse: innanzitutto linguistiche, ma anche
informatiche, geografiche e statistiche. Non si tratta solo di
individuare quali lingue siano presenti nel territorio italiano, ma
anche di descrivere il contatto linguistico fra queste e i legami che
si creano fra i sistemi linguistici in termini quantitativi e
qualitativi, scoprendo le pressioni e i rapporti di forza soggiacenti
all’interazione fra le lingue. Si misura quindi la presenza, la vitalità
e la visibilità delle lingue per
Le lingue immigrate entrate oggi nello spazio linguistico
italiano risultano essere 130 (Vedovelli, Villarini, 2001). Per lingue
immigrate intendiamo «tutte le lingue entrate in Italia negli ultimi
vent’anni, da quando cioè l’Italia è diventata, con ondate sempre
più consistenti ed eterogenee, una delle destinazioni dei flussi
migratori (Caritas 2005), e che hanno come tratto distintivo,
rispetto alle lingue dei migranti, l’insediamento sul territorio dei
gruppi immigrati» (Bagna, 2006). Inoltre, la consistenza della
comunità in un determinato territorio, la capacità e la volontà di
stabilire radici in un luogo, il grado di mantenimento della
propria identità linguistica e culturale sono tutti elementi
fondamentali per definire una lingua immigrata (Bagna, Machetti,
Vedovelli, 2003).
Molte sono ormai le comunità straniere che si possono
definire stanziali nel territorio italiano. La stanzializzazione sul
territorio permette agli immigrati di venire in contatto con
svariati e ampi input linguistici, aiutandoli a migliorare
l’acquisizione della lingua italiana e a cominciare ad essere
competenti in situazioni comunicative diverse, formali e
11
informali, oltre ad essere in grado di riconoscere e gradualmente
utilizzare varietà e registri diversi. Al contempo, cominciano ad
instaurare rapporti sia con altri immigrati che con connazionali,
creando centri di aggregazione e di culto e cominciando a lasciare
segni visibili in lingue nuove agli occhi della comunità autoctona.
Bagna, Machetti e Vedovelli (2003) ricordano anche che gli
immigrati sono spesso portatori di una competenza plurilingue
consapevole, che molto spesso è superiore a quella della
comunità di arrivo. Soprattutto in quest’ultimo caso, l’arrivo degli
stranieri crea un sovrappiù di plurilinguismo nello spazio italiano.
Questo sovrappiù non può che non essere una ricchezza, se
inserito in un contesto di conoscenza adeguato e rispettoso delle
differenze degli uni e degli altri.
1.2. Il territorio: perché Prato?
Abbiamo deciso di avere come oggetto di studio in questa
tesi le lingue immigrate nella città di Prato, poiché questa città è
caratterizzata da un alto numero di immigrati presenti nella
provincia, la cui incidenza sul totale della popolazione supera il
doppio della media nazionale. Prato, inoltre, è la prima città in
Italia per incidenza del numero immigrati sul totale dei residenti
pratesi. Il numero di minori stranieri, indicatore sociale di
stanzialità della comunità immigrata, è alto, così come in alcune
scuole primarie e secondarie la percentuale di stranieri supera
abbondantemente il 30%, una arriva addirittura al 70%. La
12
presenza straniera a Prato è innanzitutto molto estesa e diffusa in
tutte le aree della provincia, come figura dai dati dei vari comuni
della provincia pratese (vedi oltre in questo capitolo), e si può
definire in fase di stanzializzazione per alcune cittadinanze e
ormai stanzializzata e definitiva per altre. Il grande numero di
piccole attività e imprese con titolari e dipendenti stranieri
testimonia una volontà di rimanere nel territorio e un tentativo di
autoaffermarsi6.
Prato è un comune medio (all’incirca 180.000 abitanti) e in
esso sono presenti più di 110 nazionalità di tutti i continenti,
Oceania compresa. Considerando solo il Comune di Prato e non
l’intera provincia, ben 18 nazionalità hanno più di cento residenti
e Cina, Albania, Pakistan e Marocco hanno più di mille
rappresentanti della loro nazione. La Romania si sta avvicinando
a quota mille con una percentuale di crescita numerica costante
negli ultimi anni. I dati dell’intera provincia sono naturalmente
più alti. Da considerare anche il numero di coloro che entrano
regolarmente in Italia e, grazie alla presenza di parenti e amici
facenti parte della numerosa comunità cinese pratese, si
trasferiscono a Prato da altre città.
Le amministrazioni non sono ovviamente rimaste passive
davanti a questa situazione, che non può più definirsi allarmistica
poiché usare questo termine, tra l’altro tanto caro ai giornalisti e
abusato, sarebbe solo un palliativo per non rispondere a
problemi definitivi e ripetuti annualmente. Solo per citare alcuni
6
Da non sottovalutare, però, che mentre molti di questi esercizi nascono e sostituiscono i
negozi di Prato, creando allarmismo nei pratesi (come l’articolo citato nell’introduzione a
questo lavoro), altrettanti chiudono o sono in perdita.
13
interventi, l’Assessorato alla Multiculturalità ha previsto per le
scuole dove il numero di minori stranieri iscritti è più alto un
facilitatore linguistico che insegni italiano ai nuovi arrivati con
corsi e laboratori di prima alfabetizzazione oltre a mediatori
linguistici madrelingua per le varie combinazioni linguistiche di
cui si ha esigenza. Nell’anno scolastico 2006/2007 i facilitatori
linguistici che lavorano in varie scuole di Prato sono 18. Inoltre,
è stato istituito un Centro Ricerche e Servizi per l’immigrazione
che assieme all’Ufficio relazioni con il pubblico ha creato una
Guida pratica per cittadine e cittadini migranti in più lingue, offre corsi
di lingue e consulenza per studenti stranieri, servizi di
interpretariato e mediazione culturale, e cura il progetto Prato
Multietnica. Sono previsti anche corsi di mantenimento della
propria lingua di origine per adulti e, in particolar modo, per
bambini e ragazzi. Il Comune ha anche attivato un interessante
sito web dove è possibile cercare informazioni definendo chi si è.
Esiste, infatti, una sezione in cui si può scegliere “Io sono…
anziano, donna, giovane, disabile, immigrato, in cerca di lavoro,
genitore, imprenditore, turista, studente” e, nel caso di immigrati,
accedere a informazioni sull’accoglienza, contributi e servizi, sul
fare i documenti, su lavoro, formazione, assistenza sanitaria e su
scuola e cultura. La Provincia annualmente redige un testo sulle
comunità immigrate residenti, affrontando diversi aspetti
dell’immigrazione e dell’incidenza che essa ha sul territorio. Il
titolo del Rapporto 2005 - 2006 è “Guardare ma non vedersi”, in cui
si riportano studi e interviste fatte a un totale di 500 fra cittadini
italiani e stranieri residenti a Prato, per comprendere la
14
percezione che gli uni hanno degli altri. Il titolo è stato ispirato
da una delle risposte al questionario in cui il 61% degli intervistati
dichiarava di non considerare alcun extracomunitario fra i suoi
conoscenti. È chiaro che le occasioni di scambio comunicativo
con uno straniero (veloci e casuali se per strada o in un negozio
oppure ripetute nel caso di vicini di casa o di colleghi) sono
numerose e reiterate, eppure, secondo le parole di Buccarelli
(2006: 12-26), «i soggetti intervistati dichiarano la loro pressoché
totale autoreferenzialità etnica relazionale. Con tutta probabilità
molti di loro, in effetti, conoscono un qualche straniero. Solo –
ecco il punto – nella loro attribuzione di senso all’ambiente che li
circonda, non lo considera alla stregua di un conoscente». La
percezione soggettiva della rappresentazione sociale è
caratterizzata non tanto da una mera dimensione psicologica
chiusa, quanto dalla costruzione sociale che ne facciamo in base
al rapporto con gli altri. Come dimostrato dagli studi di
Wittegenstein per la percezione del dolore e dei colori, in base
agli atteggiamenti degli altri stabiliamo se la nostra reazione è
spropositata o adeguata. Attraverso la memoria poi,
sedimentiamo le nostre sensazioni per riviverle in altre situazioni.
La conoscenza è fondamentale, ma lo scambio sedimentato,
profondo, duraturo e ripetuto è la chiave per una socialità che,
arricchita dai nuovi flussi migratori, diventi capitale sociale
(Buccarelli, 2006: 12-26). Dallo studio della provincia emerge una
generale indifferenza fra la comunità autoctona e quella straniera,
una tendenza da parte degli italiani a credere che gli stranieri
siano la causa della crisi economica pratese, ma non che essi
15
siano la causa di disoccupazione o che ‘rubino il lavoro agli
italiani’, la critica da parte degli stranieri si ha verso la gestione
della famiglia e la fretta con cui i pratesi vivono la loro vita.
“TV Prato”, la tv locale si è interessata ai problemi, in
particolar modo informativi, che gli stranieri possono avere, e
ogni domenica trasmette un telegiornale multietnico in lingua
albanese, araba, cinese, italiana e urdu. Il progetto è nato nel 1996
per informare i cinesi e si è poi ampliato per le altre comunità
maggiormente presenti nella provincia fino a raggiungere nel
2003 la lettura delle notizie da parte di un madrelingua per
ognuna delle lingue sopra citate. La Caritas cittadina è un
importante punto di riferimento per molti immigrati: offre centri
di ascolto, è attiva nel sostegno durante la ricerca di lavoro, di
una abitazione per gli immigrati, di un’assistenza sanitaria
adeguata e per l’inserimento degli ex detenuti. Funge da ponte tra
gli immigrati e le istituzioni e il suo ruolo fondamentale è
riconosciuto da molte comunità straniere.
Infine, vogliamo anche citare la scelta dell’AVIS provinciale
di Prato che ha avuto molta risonanza anche nel resto d’Italia
con articoli su giornali e quotidiani nazionali: scrivere manifesti
pubblicitari in lingue quali il cinese, l’arabo, l’albanese, l’inglese e
l’italiano. Nel 2005 questi cartelloni pubblicitari erano visibili in
molte vie della città. Purtroppo al momento della nostra
rilevazione non sono stati più trovati, ma riteniamo comunque
importante sottolineare la scelta di questo ente, il quale presenta
la sua decisione in questi termini: «Il progetto si caratterizza per
la sua portata innovativa nell’ambito delle iniziative rivolte alle
16
comunità migranti della provincia di Prato, poiché permette di
guardare al migrante come ad un soggetto attivo e partecipe nella
comunità locale, renderlo parte di un processo di avvicinamento
e conoscenza rispetto alle tematiche connesse al volontariato,
all’educazione alla salute e alla donazione del sangue. Tutto
questo coinvolge anche la popolazione autoctona che è parte di
questo processo di avvicinamento e reciproca conoscenza e
solidarietà. (…)Riteniamo inoltre che questo progetto rappresenti
un’esperienza innovativa facilmente esportabile in altre realtà»
(sito AVIS Prato, 2007).