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II
Nel corso del secondo capitolo si tenta un’analisi approfondita dell’evoluzione dello
studio delle crisi, da una dimensione economico generale “più allargata”, ad una “più
ristretta”, in una prospettiva “aziendale”; infine se ne tenta una definizione ed una
disamina delle sue possibili cause e classificazioni.
Nel terzo capitolo, si effettua una focalizzazione sulle metodologie di individuazione e
diagnosi di uno stato di crisi aziendali, passando per un’analisi critica delle diverse
metodologie classiche “contabili” e “quantitative” e proponendo l’utilizzo di modelli
predittivi di previsione delle insolvenze e procedendo poi, con una analisi della gestione
di una crisi, esaminando, in particolare, l’impatto della stessa sull’organizzazione e i suoi
possibili “benefici” da sfruttare e capitalizzare in modo adeguato. Nel capitolo si
prosegue, quindi, con la valutazione della gravità della crisi e della sua potenziale
reversibilità, proponendo, inoltre, un’analisi comparativa e valutativa delle possibili
alternative al risanamento, ovvero una eventuale cessione oppure una liquidazione
dell’impresa in crisi. Il capitolo è concluso con la disamina della centralità di tutti i
fattori “invisibili” o “soft” (rapporti con gli stakeholders, comunicazione, cultura
organizzativa, ecc.) nella gestione di situazioni critiche.
Il quarto capitolo è poi dedicato più dettagliatamente al superamento della crisi e parte
proprio con l’individuazione e l’esame dei più probabili interventi urgenti e comunque
propedeutici all’impostazione di un piano di risanamento vero e proprio; il capitolo
prosegue con l’individuazione di uno schema metodologico per la formulazione di un
dettagliato e completo piano di risanamento e con una focalizzazione sul ruolo cruciale
del sistema finanziario per il sostegno al superamento di una crisi d’impresa,
analizzando, in particolare il sistema creditizio bancario “tradizionale” ed eventuali
“canali alternativi”.
A conclusione del capitolo si affronta la delicatissima fase del “ritorno alla normalità”:
il piano di risanamento, infatti, va correttamente applicato e calato nella realtà aziendale
e tutti i segnali di ritorno, gli errori pregressi, le soluzioni adottate devono entrare a far
parte del nuovo patrimonio “intangibile” aziendale che ne delinea, quindi, una sua
nuova configurazione, che si dimostrerà tanto più vincente quanto più interiorizzante
le “lezioni” della crisi e del suo superamento. La crisi, pertanto, da problema gestito su
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III
di un piano “straordinario”, diviene problema da gestire “nel quotidiano”: gli antidoti
principali sono rappresentati, dall’apprendimento organizzativo, da una continua
rivitalizzazione e risintonizzazione dell’impresa rispetto alla dinamicità ambientale, da
un sistema informativo realmente “intelligente”, in grado di accrescere non solo la
quantità, ma anche e soprattutto la diretta utilità delle informazioni ottenute a supporto
del processo decisionale ed, infine, un sistema di governo aziendale rapido, efficace e
soprattutto “etico”, nei termini delineati a conclusione del lavoro.
Per la stesura del seguente lavoro, desidero ringraziare il Chiar.mo prof. Franco Rubino
per i suoi utili insegnamenti nel corso della mia carriera accademica ed, inoltre, per la
sua costante cortesia e disponibilità.
Infine un pensiero doveroso è dovuto ai miei “compagni di avventura” Paolo e
Pasquale, con i quali ho condiviso gli anni più belli della mia vita ed ai quali posso solo
dire : “grazie”.
C a p i t o l o 1
1
Capitolo 1
IMPRESA, AMBIENTE E RISCHIO
Per analizzare una realtà così complessa e dinamica come la crisi di impresa occorre
anzitutto effettuare uno studio di quelle che sono le regolari condizioni di vita e
sopravvivenza delle imprese, in modo da poter esprimere riflessioni e giudizi su
eventuali situazioni naturali di crisi, distinguendole certamente da situazioni patologiche
o di “malattia”.
1.1 - IL SISTEMA AZIENDA
L’azienda è un istituto economico certamente non transitorio, ma destinato a perdurare
nel tempo
1
, che, attraverso atti profondamente interrelati fra di loro che si susseguono
senza soluzione di continuità, rappresentano lo strumento attraverso il quale l’uomo
opera in campo economico.
L’azienda va considerata come un insieme ordinato di fenomeni collegati e coordinati
fra loro, che danno vita ad un vero e proprio sistema volto al conseguimento di un
unico scopo.
Le prime ricerche sul sistema azienda nacquero intorno agli anni ’50 ottenendo poi
diversi approfondimenti soprattutto attraverso la c.d. “teoria generale dei sistemi”.
La generale teoria dei sistemi (System theory)
2
ha riscontrato grandi consensi e trovato
applicazioni in molti campi, perché, consente attraverso l’analisi delle interrelazioni
delle singole componenti elementari, di analizzare e comprendere le leggi
imprescindibili e i principi permanenti che ne regolano la vita, lo sviluppo e l’equilibrio.
1
G. ZAPPA, Le produzioni nell’economia delle imprese, Milano, Giuffrè 1996
2
E.CAVALIERI, Appunti di economia aziendale, Kappa, Roma 1995;F. FONTANA, il sistema
organizzativo aziendale, Franco Angeli, Milano, 1998.
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2
Questa finalità appare quanto mai utile nell’analisi economica del “sistema azienda”
3
,
alla quale compete la definizione d’azienda vista come “una coordinazione economica
in atto nella quale ogni elemento, ossia ogni fenomeno economico, ha la sua ragione
d’essere in corrispondenza agli altri elementi ed allo stesso complesso”
4
.
In generale gli elementi che caratterizzano un sistema, che ne contraddistingue il
funzionamento e che sono facilmente riscontrabili nella realtà d’azienda, sono
indubbiamente
5
:
• La sua articolazione in subsistemi di ordine inferiore (decisionale,
organizzativo, informativo) ed in una molteplicità di parti elementari;
• L’interrelazione delle suddette parti rispetto all’obiettivo comune da
raggiungere;
• Il suo legame con sistemi esterni di ordine anche superiore.
Osservando l’azienda, infatti possiamo notare come essa si configuri come qualcosa di
più della somma dei suoi componenti, come un sistema interconnesso perennemente
turbato
6
, ove i singoli elementi che costituiscono il tutto sono interdipendenti tra loro
e assumono carattere complementare rispetto all’unità degli obiettivi aziendali; la teoria
dei sistemi quindi viene applicata con successo per l’analisi del fenomeno aziendale e
col tempo si è consolidata nella cosiddetta concezione sistemica dell’azienda.
Il sistema azienda rappresenta quindi un mezzo utilizzato dall’uomo per il
raggiungimento di uno specifico obiettivo, il tutto con le caratteristiche di
7
:
3
U. BERTINI, Il sistema d’azienda, schema d’analisi, Pisa, 1997.
4
G. Zappa, Il reddito di impresa, Milano, 1996.
5
S.Sciarelli, Economia e gestione dell’impresa, Cedam, Padova, 1999.
6
A. Amaduzzi, Economia aziendale, Cacucci, Bari, 2000.
7
Economia e gestione dell’impresa, S.Sciarelli, Cedam, Padova, 1999; M. Zito, Fisiologia e
patologia delle crisi d’impresa, Giuffrè, Milano,1999.
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3
1. dinamicità, essendo in contino movimento verso la ricerca di un equilibrio
tendenziale e comunque di condizioni economiche di operatività sempre più
favorevoli;
2. complessità, essendo costituito da una pluralità di variabili intercorrelate e
complementari che si fondono ad unità;
3. apertura, generando una fittissima rete di dipendenze e interrelazioni con
l’ambiente generale e specifico in cui l’impresa stessa si trova ad operare.
Partendo da queste basilari concezioni otteniamo un presupposto utile per
l’avvicinamento allo studio delle crisi d’impresa, evidenziando, comunque, i fattori che
minano l’equilibrio del sistema e gli interventi posti in essere per riequilibrare il tutto.
1.2 - L’AMBIENTE IN CUI OPERA L’AZIENDA
Il riconoscimento dell’azienda quale sistema aperto, come detto genera una fitta rete di
legami e interdipendenze con le singole variabili dell’ambiente generale e specifico in
cui ciascun di essa si trova ad operare.
In passato gli studi economici consideravano l’ambiente quale dato, stabile, prevedibile
e configuravano l’azienda come sistema chiuso, concentrata all’ottimizzazione dei suoi
processi interni; oggi, invece, è certamente più realistico considerare l’azienda come un
sistema aperto che per sopravvivere è chiamato ad intessere una fitta rete di rapporti
con l’ambiente esterno, dal quale attinge input ed al quale rivolge in prevalenza i suoi
output
8
.
L’ambiente rappresenta un insieme di fattori o elementi che sono esterni ai confini
aziendali, ma che esercitano una forte influenza sul sistema azienda in diverso modo
costituendo fonte di minaccia, incertezza e imprevedibilità, ma a volte anche di
inaspettate opportunità di sviluppo.
8
R.L.Daft, Organizzazione aziendale, Apogeo, Milano, 2001.
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4
Proprio quando le minacce si manifestano, l’azienda può trovarsi esposta a situazioni di
crisi a volte così gravi da compromettere le condizioni di sopravvivenza e quindi di
esistenza autonoma e duratura.
È fondamentale quindi, per ciascuna realtà aziendale, riconoscere ed analizzare le
diverse variabili che compongono l’ambiente, le loro esplicite e implicite interrelazioni
per individuare il grado di vulnerabilità aziendale ed eventuali azioni per migliorare la
compatibilità prospettica fra imprese ed ambiente, condizione essenziale per la sua
duratura sopravvivenza.
Le moderne economie sono inoltre caratterizzate da uno spiccato carattere di
dinamicità ambientale, vista l’inconsistenza dei confini fisici fra diversi ambienti
economici, la globalizzazione, lo sviluppo tecnologico e l’accelerazione iperbolica della
velocità dei sistemi di comunicazione e dell’evoluzione dei modelli di consumo; questo
crea un effetto moltiplicatore sulla complessità ambientale, comportando quindi un
quasi naturale necessità per l’azienda di conoscere profondamente le caratteristiche
delle molteplici variabili ambientali
9
.
Le variabili ambientali possono essere classificate in (figura 1):
¾ Variabili generali
Situazione economica generale (tasso di sviluppo economico,
tasso di disoccupazione, inflazione, ecc): è la variabile più
importante da considerare per indirizzare un piano di sviluppo;
Stato delle istituzioni: l’elemento politico-istituzionale, il quadro
normativo in cui un soggetto aziendale è chiamato ad operare,
il livello di tassazione sui redditi, la politica del lavoro, elementi
che possono costituire delle minacce o enormi possibilità di
sviluppo per ogni azienda;
9
S.Sciarelli, Economia e gestione dell’impresa, Cedam, Padova, 1999.
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5
Livello dei servizi e delle infrastrutture: costituisce variabile
fondamentale nella fase genetica dell’impresa e nelle dinamiche
di successivo sviluppo;
Politica del territorio: conoscere in anticipo la sua direzione
rappresenta fattore di successo mentre una politica del
territorio ostile può rappresentare una causa di crisi aziendale;
Situazione demografica (tasso di mortalità, speranza di vita,
ecc): elemento fondamentale per indirizzare l’offerta di
prodotti-servizi;
Livello di istruzione: elemento essenziale per le aziende in fase
di reperimento di personale o manodopera specializzata, sia in
fase di vendita dei prodotti/servizi;
Tutela ambientale: può rappresentare un elemento ostativo per
le imprese che sono chiamate a sopportare maggiori costi, ma
anche può essere opportunità di sviluppo con ritorni non
immediatamente misurabili in termini di immagine aziendale e
approvazione della comunità sociale in cui ogni impresa vive ed
opera.
¾ Variabili tecnologiche
Livello della ricerca scientifica: se alto, costituisce un fattore
che alimenta il processo aziendale e migliora la competitività,
favorendo l’innovazione dei prodotti e dei processi, rendendo
l’impresa meno vulnerabile;
Situazione tecnologica: capacità di saper tradurre le teorie
scientifiche generali ed astratte in applicazioni tecniche di
immediato utilizzo per le aziende;