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L’oceano Tetide ha cessato di esistere nella sua estensione originaria al più
tardi quando il Vicino Oriente, l’Africa e l’India si sono saldati.
È rimasto un mare tra la costa africana settentrionale e un’Europa quasi
identica a quella odierna.
A ovest, due punte ti terra confinanti hanno creato lo stretto di Gibilterra. Il
fondo del Mediterraneo è stato soggetto a continui mutamenti; è stato
inghiottito, compresso e squarciato finchè lo stretto tra il Marocco e la Spagna
non si è provvisoriamente chiuso,dividendo ciò che rimaneva dell’oceano
Tetide dall’Atlantico.
Nel 1985 ,Henri Cosquer, un sub professionista, ha scoperto una grotta situata
a 37 metri di profondità al largo di Marsiglia. Dopo essere entrato, ha notato
che, all’interno,la caverna saliva verso l’alto. La speleologia subacquea è
un’attività rischiosa.
Nello Yucatan, un labirinto di grotte penetra per diversi chilometri
nell’entroterra. Ogni tanto si aprono in cupole,gli unici punti in cui si può
riemergere. Laggiù l’atmosfera è indescrivibile.
Nella maggior parte dei casi, si attraversano corridoi in cui l’unica luce
proviene dalla torcia dell’elmetto, il cui raggio illumina come per magia le
bizzarre sculture nascoste nell’oscurità, vere e proprie cattedrali di calcare.
Si avanza con lievi colpi di pinna,sempre attenti a non restare impigliati da
qualche parte;i pionieri della caverne hanno segnato i percorsi con sagole di
nylon colorate che il visitatore può seguire….ma, per farlo ovviamente
bisogna vederle. L’incubo dello speleologo subacqueo è dunque l’eventualità
che la sua torcia si spenga;a quel punto l’unica cosa da fare è raggiungere una
della cupole vicine ed aspettare che arrivi una squadra di emergenza.
Henri Cosquer ha dato dunque prova di grande coraggio quando ha esplorato
la grotta nel 1985 perché allora non c’era nessuna corda che lo aiutasse ad
orientarsi.
Soltanto sei anni dopo, il flash della sua macchina fotografica ha rivelato le
impronte di alcune mani,tracce di dita e disegni scarabocchiati. Sulle pareti
della roccia qualcuno aveva dipinto cavalli,cervi,stambecchi e qualcosa che
assomigliava ad un pinguino o una foca. Cosquer era incappato nella sala
espositiva di alcuni artisti dell’età della pietra, che avevano lasciato le loro
opere laggiù 20.000 anni prima.
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La conclusione è ovvia. Quando la grotta era abitata, di certo era raggiungibile
a “piedi asciutti”. L’esame della roccia ha indicato che, all’epoca, la costa si
allungava per un’altra decina di chilometri nel mare e che quest’ultimo era più
basso di circa 120 metri rispetto ad oggi.
Evidentemente il livello dell’acqua del Mediterraneo ha subito notevoli
oscillazioni.
Nel 1970 la nave oceanografica Glomar Challenger ha estratto alcune carote
dal Bacino algerino-provenzale per determinare l’entità di quelle variazioni. È
stato così possibile riconoscere strati di sale e gesso dello spessore compreso
tra i 2 e 3 chilometri, chiari indizi che il mare si è abbassato e rialzato in più
occasioni, ma si è anche prosciugato completamene diverse volte.
La spiegazione è racchiusa nel suo isolamento,nella mancanza di grandi
sistemi di correnti che garantiscano una scambio constante di acqua. Il
Mediterraneo riceve nuova acqua solo tramite lo stretto di Gibilterra, un dono
atlantico da cui dipende la sua esistenza. La sua superficie,infatti, evapora a
causa del clima mite e, poiché il sale non fa altrettanto, l’acqua rimasta
diventa più pesante e affonda.
L’Atlantico colma il dislivello ma, se lo stretto di Gibilterra si chiudesse, il
livello del mare scenderebbe sempre di più, l’acqua diventerebbe sempre più
salata e nel giro di 2000 anni resterebbe soltanto un deserto costellato di laghi
di salamoia, da cui isole come la Sardegna o la Corsica si protenderebbero
verso il cielo.
Se prima i fiumi si riversavano dalla terraferma al mare, ora cadono verso il
basso come immense cascate,scavando profondi canyon.
Con l’andare del tempo, le piante più resistenti proliferano e alcuni animali
scendono nella pianura,popolando il fondale del mare scomparso.
Tuttavia non si può certo dire che le condizioni siano favorevoli alla vita, anzi
il prosciugamento si accompagna a una grande moria di specie, perché tutto
ciò che nuotava si ritrova improvvisamente all’asciutto.
Questo scenario ha ispirato un bellissimo romanzo di Wolfgang Jeschke,
scrittore di fantascienza.
Nel suo libro, dato che sotto il fondale marino si trovano enormi riserve di
petrolio, i soldati americani tornano nel Pliocene a bordo di una macchina del
tempo, col compito di pompare verso l’Europa l’oro nero,mediante
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giganteschi oleodotti. Gli arabi hanno la stessa idea e ciò conduce a uno
scontro nucleare preistorico che devia lo sviluppo dell’umanità lungo percorsi
alternativi.
La trovata geniale del romanzo è che ,alla fine, uno dei due avversari fa saltare
in aria lo stretto di Gibilterra rimarginato. L‘acqua dell’Atlantico si riversa nel
bacino prosciugato sottoforma di una cascata di proporzioni inimmaginabili,
riempiendo di nuovo la superficie nel giro di un secolo.
È più o meno quello che è accaduto, realmente, nel corso di milioni di anni,
l’Atlantico ha premuto così tanto contro la diga che essa,alla fine è crollata. Il
Mediterraneo alla fine si riempie, e voi- voilà- vi trovate all’età moderna.
Davanti ai vostri occhi il mare scintillante e familiare.
Vi godete una bella nuotata e mentre riguadagnate la riva lo stretto di
Gibilterra rimpicciolisce impercettibilmente.
È così che funziona,al momento il passaggio dell’Atlantico si restringe pian
piano,si formano depositi che si fondono e deviano l’acqua indispensabile per
il Mediterraneo.
Già ora la quantità di acqua mediterranea che evapora supera quella ceduta
dall’Atlantico e la concentrazione di sale può raggiungere il 38 per mille,un
valore elevato.
Quasi tutti gli indizi fanno pensare che lo stretto si richiuderà. A quel punto si
condenseranno 70milioni di tonnellate di acqua al secondo senza che
l’Atlantico possa intervenire. Il livello del mare scenderà di quasi un metro
all’anno, finché il Mediterraneo non si prosciugherà di nuovo.
Ma non importa potremmo comunque prenotare le nostre vacanze l’anno
prossimo; anzi, di questo passo, potremmo programmare le ferie per altri 2
milioni di anni.
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INTRODUZIONE
Uno sguardo alla stagione turistica 2006
L’Italia nel 2006 con le sue emergenze economiche, un’impegnativa tornata di
elezioni politiche e un PIL che non modifica positivamente i redditi dei suoi
abitanti, vivrà una stagione di sostanziale continuità con quella del 2005,
semmai con una increspatura a crescere.
Quest’anno l’andamento generale del Paese agli occhi degli italiani non
appare brillante;si progetta di lavorare di meno,di fare pausa,di godere di
più:il futuro difficilmente sarà migliore. Meglio pensare al presente e a
godersi della buone vacanze, trovando il modo di fare vacanze eccellenti a
prezzi convenienti.
Gli italiani pensano ad una vacanza solare,dai simpatici ricordi,senza rinunce
e senza diete;pensano a tavole imbandite,alle ferie con gli amici dove i
problemi non ci sono o,se vi sono,sono ovattati;
pensano alle vacanze all’estero, se trovano una compagnia aerea affidabile e
garantita,scegliendo una parentesi di relax e comfort senza stress.
La nebulosa transizione pubblica,l’incessante polemica politica,le
disfunzioni,gli scandali nazionali sia pubblici che privati si può ritenere che
abbiano spinto gli italiani a dire:
- conviene vivere meglio il presente e fare vacanze di qualità superiori;
- è meglio fare due vacanze invece di una per cogliere i piaceri stagionali e
sfruttare al massimo l’intervallo di non lavoro.
La scelta dei 2/3 degli italiani si orienta sulle località più note ed
organizzate,quelle che possono garantire una vacanza rassicurante,generosa di
pulizia e di cibo;per il balneare la sabbia avrà il sopravvento sulla roccia.
Rispetto all’estero vi è una grande ambiguità,determinata dalla percezione
assai divaricante che gli italiani hanno delle vacanze all’estero:
- ci si industria per fare la vacanza straordinaria,di quelle esotiche che
appartengono alle cartoline, ma per molte ragioni non ci si riesce
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(mancano solidi,non c’è l’occasione giusta; c’è il prezzo ma la data è
sbagliata;ecc.);
- si cerca l’estero per risparmiare, visto che molte destinazioni sono
decisamente più economiche di quelle italiane. In questo caso l’estero non
è visto come una gratificazione assoluta, ma come una modalità per
risparmiare.
- Si va all’estero soprattutto per gli “short break” di primavera, là dove porta
la tariffa scontata.
Nel 2006 sarà il modo di presentare i prezzi a determinare scelte e preferenze.
Non il prezzo in sé, ma come verrà proposto perché gli italiani sanno già che
gli aumenti saranno forti; sono consapevoli che le vacanze costeranno di
più,controllano gli aumenti per vedere se sono “simpatici” o “antipatici”,
compatibili e accettabili.
Antipatico perché al telefono, sul listino o sulla rete c’è qualcosa che non
piace, che stona: soggiorno minimo,ora d’arrivo,rilascio
camera,caparra….queste sono le 4 condizioni citate come le più antipatiche.
Antipatico perché pieno di supplementi; antipatico quando è tutto vincolato,
obbligatorio, punitivo.
Con l’arrivo nel turismo della pubblicità comparativa, si tende a punire che
non sa comunicare l’offerta della propria azienda o destinazione turistica.
Aumenta, come già detto, l’interesse e la voglia di uscire dai confini, si vuole
osare; se però l’escalation antioccidentale (Medio Oriente e Turchia)
continuerà questo interesse potrebbe spostarsi sulle destinazioni nazionali.
Non cambia il ciclo (il tempo) delle ferie; le aziende industriali, le grandi città,
le fabbriche chiudono in agosto,c’è una certa rigidità nella concessione delle
ferie fuori dalle date stabilite dall’azienda.
Il modulo di vacanza settimanale appare il più probabile,il preferito dagli
allocentrici e dai giovani adulti senza vincoli. La settimana è considerata
sufficiente per visitare ed esplorare l’Europa, le isole e le riviere mediterranee.
Sono due le settimane necessarie invece per le vacanze nei paesi lontani. Solo
8 italiani su 10 però prenotano una vacanza di due settimane nello stesso
posto.
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Ma nel 2006 c’è una novità annunciata: la vacanza-vacanza, ovvero una
seconda chance da veri viaggiatori, un’opportunità che nel 2006 sarà sfruttata
da almeno un milione di connazionali.
Vacanza-vacanza è un supplemento di viaggio, servizi, piaceri, scoperte
diverse da quelle classiche al mare o in montagna; è un bisogno imperativo
per italiani adulti dinamici, in attività, in coppia o single con un reddito
consolidato.
Entrano in gioco consumi di lusso, i trasporti privati (aerei, elicotteri,
motoryacht,etc.), questi turisti promettono di concentrarsi sulla qualità
piuttosto che sulla quantità,ma tra le dichiarazioni di febbraio e la realtà estiva
le differenze di solito sono enormi.
I voli low cost sono oramai una consuetudine. Il fenomeno low cost dalla metà
degli anni ’90 ad oggi ha trasformato la connotazione del viaggio aereo,
avvicinandolo a quello in treno;oggi per milioni di persone, salire su un aereo
è diventato un modo semplice, veloce ed economico per viaggiare.
Le compagnie aeree low cost sono riuscite a trasmettere di sé un’idea
oggettiva: la convenienza assoluta, non comparabile con i voli di linea.
Le persone che hanno meno di 50anni sono i principali clienti di queste
compagnie; il low cost è una realtà consolidata in tutta Europa, dove 1
passeggero su 5 vola con una compagnia aerea economica.
La diffusione dei voli low cost pare non incontrare barriere e grazie
all’abbondanza delle compagnie e delle rotte proposte, oggi anche prenotare
un volo via internet per una destinazione qualsiasi è diventato semplice, sicuro
e molto economico.
Per chi fa il turista “intorno ai 60anni di età”, però, le condizioni per una
vacanza decente sono quelle tradizionali delle persone che amano i viaggi
tranquilli, sicuri, le date certe, gli orari precisi, i prezzi chiari.
Sulla stessa lunghezza d’onda nel 2006 troviamo:
- i “baby boomers” italiani, nati nel dopoguerra, amanti di destinazioni
collaudate e senza sorprese;
- gli adulti che fanno vacanza con i figli piccoli;i bambini influiscono in
misura determinante nella scelta italiana della vacanza;
- quel 28% di connazionali che ha paura di volare.
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Sulla scelta delle destinazioni incide molto la comunicazione, sia quella dei
media che quella interpersonale; soprattutto conta la raccomandazione di
amici e conoscenti.
Il viaggio è un’irrinunciabile decisione personale; uno studio ha confermato
che il passaparola
funziona meglio “in senso positivo”; è prezioso sia come punto di riferimento
che come fonte di informazione;ha un effetto pervasivo molto forte e se
entusiasma spinge subito ad imitare.
L’asimmetria consiste nel fatto che i buoni suggerimenti di amici e conoscenti
in genere vengono seguiti con totale fiducia, mentre i racconti personali
negativi non hanno l’impatto negativo che dovrebbero avere;gli italiani sono
meno sensibili alle notizie allarmanti.
E’ evidente che le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro (diminuzione
dei contratti a tempo indeterminato, difficoltà dei lavoratori dipendenti di
aumentare il loro stipendio, crescita dei lavori interinali,etc.)stanno
determinando delle modificazioni di fondo nella distribuzione delle risorse
spendibili.
Nel nostro Paese si vanno definendo due macro-gruppi in crescita:
- da un lato, le persone che lavorano molto, stressate dalla cultura calvinista e
dagli obblighi della competizione che hanno redditi alti, ma con sempre meno
tempo libero; mancanza di tempo per viaggi e vacanze a chi potrebbe
permetterselo;
- dall’altro, le persone che lavorano meno, senza garanzie e continuità, hanno
un reddito basso ma più tempo libero a disposizione;mancanza di denaro per
chi ha tempo per viaggiare.
Sta nascendo una nuova “trappola” composta da “chi potrebbe ma non vuole e
chi vorrebbe ma non può”.
Così il turista italiano del secondo tipo impara ad arrangiarsi, a pasticciare tra
offerte e canali promozionali;e se la vacanza principale rimane per la maggior
parte degli italiani quella estiva, aumentano le vacanze secondarie, più brevi e
condensate: short break in montagna, weekend nelle città d’arte o al mare.
Occasioni,sconti e offerte speciali come al supermarket.