3
quella di oggi, ma l’instabilità e la molteplicità di forme familiari cui essa
dava luogo traevano origine, allora, da eventi inevitabili che non
mettevano in discussione il matrimonio come istituzione. Nella società
contemporanea, invece, instabilità e pluralità familiari derivano da scelte
consapevoli dei soggetti coinvolti, a livello individuale o di coppia, che
esprimono in misura crescente un rifiuto o un’indifferenza nei confronti
del matrimonio.
Nel secondo capitolo si analizzano le coordinate fondamentali del tempo
e dello spazio entro cui è inserito il sistema familiare. La dimensione
temporale viene di solito collegata alla successione degli stadi del ciclo di
vita della famiglia, in ciascuno dei quali essa è chiamata ad affrontare
determinati compiti evolutivi e individuare questi stadi significa in
qualche modo proporre il normale ciclo di vita familiare. Se questo
risultava relativamente agevole fino a qualche tempo fa, oggi, al
contrario, si presenta come un compito di una certa complessità, dal
momento che, conseguentemente al divorzio e alle nuove unioni e
all’allungarsi della vita, ci troviamo di fronte a uno spettro più ampio di
possibilità di funzionamento familiare. La dimensione spaziale può
invece essere ricondotta al contesto culturale di appartenenza della
famiglia. In relazione al ciclo di vita familiare, vengono poi analizzate le
dinamiche familiari come contesto privilegiato dello sviluppo. Prima di
dirigere l’attenzione alle relazioni, alle dinamiche e ai processi familiari,
ci si sofferma a descrivere gli aspetti di complessità implicati nello studio
delle famiglie attuali. Si tratta di aspetti riconducibili soprattutto ai
cambiamenti che le famiglie hanno registrato negli ultimi anni, sia in
termini di relazioni intrafamiliari che di struttura, e alla moltiplicazione
dei rapporti sociali che formano la rete entro cui le famiglie assolvono
alle proprie funzioni. Per avere uno sguardo complessivo sulla pedagogia
familiare e per dotare di maggiore sistematicità le conoscenze sulle
dinamiche familiari, si fa solitamente riferimento ai principi e ai metodi
della scienza sistemica: il riferimento è, più precisamente, alla teoria
sistemica e all’approccio evolutivo.
4
Il terzo capitolo analizza le problematiche familiari che nascono dai
momenti di crisi della coppia, che spesso portano alla separazione, prima,
e al divorzio, dopo, e le modalità attraverso cui i membri di una famiglia
affrontano la fine della convivenza di quel gruppo. Vengono esaminate le
cause che portano alla crisi del sistema familiare e le ripercussioni che
possono verificarsi sui restanti membri della famiglia. Ci si sofferma ad
analizzare la relazione di aiuto che nasce all’interno degli interventi di
sostegno i quali, supportano i soggetti nei momenti critici. Si indagano le
problematiche che sorgono all’interno del sistema familiare e che si
differenziano a seconda che si tratti di relazioni di coppia o di relazioni
genitori-figli. Nel primo caso vengono coinvolti solo due individui che
devono imparare a collaborare e a trovare un comune punto d’incontro,
nel secondo caso ossia nelle relazioni genitori-figli, si distinguono le
coppie che hanno figli di età inferiore ai dodici anni e le coppie che
hanno figli adolescenti poiché emerge che l’età dei figli influenza
inevitabilmente l’intero sistema relazionale della famiglia. Sono
presentate le tipologie di intervento tra le quali la terapia familiare che si
rivolge alle famiglie in stato di crisi o di disagio, la mediazione familiare
che si rivolge alle coppie che stanno affrontando un divorzio, la
consulenza familiare che svolge un’azione di prevenzione mirata nei
confronti di coppie o famiglie che attraversano situazioni di bisogno.
La scelta dell’argomento è basata sull’analisi della sua attualità dovuta
all’importanza che si attribuisce alla famiglia il cui compito primario è
quello dell’educazione affettiva, componente inevitabile nella
costruzione dell’identità personale di ogni individuo.
5
CAPITOLO PRIMO
I NUOVI SCENARI FAMILIARI
1. Le trasformazioni familiari
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la famiglia si è trovata
a dovere rispondere alle nuove “sfide” della formazione, affrontando i
numerosi cambiamenti che hanno avuto luogo soprattutto a livello dei
rapporti intergenerazionali.
La sua capacità di trasformazione e di rinnovamento, di fronte alle nuove
sollecitazioni sociali, le hanno consentito di sopravvivere come realtà
provvista di senso per i singoli e per la società, denotando solidità,
flessibilità e forza considerevoli dinanzi agli incessanti sconvolgimenti
culturali, sociali, economici, politici e assiologici
1
. Per comprendere le
nuove funzioni della realtà familiare e per riconoscerle un ruolo
formativo e irrinunciabile in quanto luogo primo della relazionalità e
della socializzazione, è necessario “ricominciare dalla famiglia”
2
, sul
piano educativo e pedagogico. La complessità che caratterizza la famiglia
è principalmente legata all’intersecarsi perenne e diverso di elementi
interni, che riguardano le relazioni tra i suoi componenti, e di elementi
esterni, che riguardano la dimensione sociale. Attorno alla famiglia si è
venuto costruendo un complesso insieme di teorie che sono il risultato
dei mutamenti storici della fisionomia familiare e dei vari studi sulla sua
evoluzione.
L’elemento principale che ha contraddistinto la famiglia nel passaggio
dalla società premoderna alla società moderna è stata la sua progressiva
nuclearizzazione. Le sue trasformazioni da realtà familiare estesa a realtà
nucleare hanno comportato profondi cambiamenti nella struttura
istituzionale e nelle sue funzioni. Sin dall’inizio del secolo scorso le
famiglie occidentali si sono contraddistinte per alcune caratteristiche
1
V. Iori, Fondamenti pedagogici e trasformazioni familiari, La Scuola, Brescia 2001, p.
13.
2
Cfr. V. Iori, Fondamenti pedagogici e trasformazioni familiari, La Scuola, Brescia
2001.
6
specifiche: età del matrimonio relativamente alta, soprattutto per le donne
e differenza di età fra i coniugi relativamente bassa. A questo tipo di
famiglia si contrapponeva, da un lato, un modello di famiglia orientale a
struttura multipla discendente, con una prevalenza di coniugi adolescenti
o tardo-adolescenti e dall’altro un modello di famiglia meridionale in cui
prevalevano famiglie multiple di vario tipo. Analizzando storicamente gli
stili relazionali interni alle famiglie Daniela Calanca nel suo testo mette
in evidenza come si è giunti al riconoscimento di due grandi categorie: la
famiglia patriarcale e la famiglia coniugale intima
3
. La prima si
caratterizza per la presenza di una rigida separazione dei ruoli fra i
membri in base al sesso e all’età e per uno stile relazionale basato
sull’autorità incondizionata del capofamiglia; la seconda, invece presenta
ruoli più flessibili e rapporti personali più simmetrici, con una prevalenza
di relazioni basate sull’affettività e sull’intimità dei vari componenti
4
. I
primi studi pedagogici sulla famiglia risalgono alla fine dell’Ottocento
quando si riteneva che il ruolo del padre fosse quello di formare il figlio
con l’autorità e la ragione, mentre il ruolo della madre era quello di
ottenere gli stessi effetti con il fascino e la tenerezza. La famiglia veniva
infatti paragonata a un governo, nel quale vi sono due partiti: il padre
rappresenta il partito dell’autorità e della conservazione, mentre la madre
rappresenta quello della libertà, pur trattandosi di due partiti-ruoli
complementari
5
. È questo il periodo in cui la maternità comincia ad
acquistare contorni specifici attraverso la sua polarità nei confronti del
paterno: se il padre è colui che giudica, che separa il bene dal male, il
giusto dall’ingiusto, la madre è esattamente il suo opposto, è colei che
tiene i suoi figli tra le braccia e che ama e perdona. Negli anni seguenti
soprattutto a partire dagli anni sessanta del Novecento si sono avute una
serie di trasformazioni che hanno investito le tipologie familiari e che da
questo periodo in poi hanno indotto a parlare del fenomeno della
3
Cfr. D. Calanca, Legami. Relazioni familiari nel Novecento, Bononia University Press,
Bologna 2004.
4
Cfr. D. Calanca, Legami. Relazioni familiari nel Novecento, cit.
5
Cfr. D. Calanca, Legami. Relazioni familiari nel Novecento, cit.
7
radicalizzazione della famille nouvelle
6
, tipico di tutto il mondo
occidentale europeo. Al passaggio dalla dimensione plurinucleare ed
estesa a quella mononucleare, tipica della società industriale, ha fatto
seguito, nella società post-industriale, una frammentazione in nuclei
sempre più piccoli e un aumento di nuove forme familiari legate ai
cambiamenti dei rapporti di genere e alle nuove sollecitazioni della
complessità sociale. Sono questi gli anni in cui cominciano ad aumentare
le “nuove famiglie” (single, famiglie monoparentali, coppie di fatto,
famiglie ricostituite) rendendo quanto mai eterogenea la composizione
dei nuclei e ponendo in luce il divario, nel modo di “essere famiglia”, tra
le nuove generazioni e quelle precedenti
7
. Durante il secolo scorso è
emerso che l’intensità di questi cambiamenti non è stata uguale per tutti i
paesi, infatti. In tutti i Paesi occidentali, e non solo in Italia, i
cambiamenti di costume che riguardano la famiglia sono stati seguiti e
sanzionati da importanti riforme legislative. Ovunque, infatti, il diritto di
famiglia ha subito in pochi anni profonde trasformazioni. Tutt’oggi si sta
affermando la tendenza sempre più diffusa a equiparare la famiglia
naturale e la famiglia legittima e non sono pochi i fautori della “seconda
transizione demografica” tra i quali emergono Van de Kaa e Blangiardo
8
che, teorizzando l’abbandono di un’epoca di altruismo nelle scelte
familiari e riproduttive a favore di una fase di crescente individualismo,
ne identificano i punti qualificanti in quattro passaggi fondamentali:
- dalla cosiddetta “epoca d’oro” del matrimonio all’alba della
convivenza;
- dalla centralità del modello “figli con genitori” al ruolo
dominante della “coppia con figlio”;
- dal ricorso passivo ad uno attivo riguardo alla libertà di decidere
se e quando soddisfare i progetti di maternità;
- da una tipologia di famiglie uniformi e destinate ad accompagnare
lo sviluppo naturale della biografia di un individuo secondo la
6
Ivi.
7
Cfr. V. Iori, Fondamenti pedagogici e trasformazioni familiari, cit.
8
Cfr. G. Rossi, La famiglia in Europa, Carocci, Roma 2003.
8
tradizionale sequenza coppia-genitori e figli-nido vuoto-coniuge
solo, ad una pluralità di forme familiari commisurate alle scelte
organizzative, al contesto socioculturale e agli eventi che
intervengono lungo le diverse fasi di un ciclo di vita individuale
in cui i progetti sono costantemente suscettibili di revisione
9
.
Il cosiddetto “modello monoparentali” di famiglia è particolarmente
diffuso nell’area del Nord Europa, mentre la famiglia caratterizzata dal
nucleo genitori e figli è ancora molto diffusa in altre zone europee.
L’immagine emergente sembra essere quella di un’Europa delle famiglie
ancora fortemente eterogenea, tuttavia è possibile individuare alcune
realtà simili all’interno dei diversi contesti. Una prima contrapposizione
abbastanza evidente emerge nel confronto tra i paesi nordici e i paesi
dell’area mediterranea. Laddove i primi sono contraddistinti da un
numero medio di componenti estremamente ridotto e da una bassa quota
di nuclei familiari con figli, i paesi dell’area mediterranea presentano
caratteristiche opposte, per cui emergono basse percentuali di famiglie
monoparentali, nonché un’elevata incidenza dei nuclei familiari con figli.
La tesi di un divario strutturale che si manifesta in funzione della
posizione geografica sembra essere confermata anche dallo specifico
confronto tra la percentuale di coppie con e senza figli, più numerose le
prime nei contesti dell’area mediterranea, rispetto alle seconde, modello
prevalente nei paesi del Nord Europa e, sebbene in misura minore, nei
paesi dell’area continentale
10
. In Italia la diminuzione delle forme
familiari tradizionali non ha mai messo in crisi la famiglia in quanto tale,
ma il modello di famiglia nucleare moderna in quanto la famiglia rimane
un valore essenziale ed è vista come il principale punto di riferimento
affettivo. La società italiana non si è mai dissolta in una rete di individui
e la famiglia si è mostrata flessibile, modificandosi continuamente per
forma e ampiezza, ma rimanendo il principale punto di riferimento per la
fedeltà e l’amore dei singoli, la forma di associazione per eccellenza. In
ragione di ciò, prende forma quello che è stato definito forse il più grande
9
Cfr. G. Rossi, La famiglia in Europa, cit.
10
Ivi.
9
paradosso della vita familiare italiana: il contrasto, cioè, fra la centralità
della stessa vita familiare come valore principale per gli italiani, da un
lato, e i suoi bassi tassi di riproduzione, dall’altro, che inducono a
sostenere la “morte” della famiglia stessa
11
di cui si è ampiamente
occupato Cooper e che è stato ripreso nel testo di Calanca. È bene
segnalare però che i cambiamenti non riguardano soltanto il diffondersi
di nuove forme di aggregazione, bensì tutte le famiglie, comprese le più
tradizionali. Anche le coppie coniugate con figli sono cioè variamente
strutturate nelle relazioni interne e nelle posizioni rispetto al contesto
sociale. Ci sono coppie fortemente conflittuali che a stento riescono e
gestire le relazioni con un solo figlio ed altre serenamente aperte ad
accogliere anche i figli degli altri. Un dato, questo, che è stato
avvalorato, negli anni Ottanta del Novecento dal fenomeno del “ritorno a
casa”: la famiglia sembrava spezzata e aperta da un ventennio di
stravolgimenti culturali, economici, politici, ma si è velocemente
ricompattata. Sotto questo profilo, si sarebbe sviluppato un processo di
emancipazione nella famiglia italiana contemporanea, ma non dalla
famiglia, all’insegna di nuova contrattualità
12
. Secondo le tesi
maggiormente diffuse a riguardo, i singoli membri della famiglia
avrebbero sviluppato e accentuato una maggiore propensione
all’autonomia e alla libertà individuale. In Italia, quindi, questo processo
di individualizzazione non avrebbe condotto, in generale, a una
disgregazione della famiglia, a un estraniamento dei suoi membri o a un
allontanamento tra genitori e figli. Al contrario, avrebbe avviato un
processo di negoziazione, di reciproca tolleranza, di contrattazione
informale, consentendo a genitori e figli di continuare a vivere sotto lo
stessi tetto, creando, simultaneamente, una sorta di dipendenza reciproca.
L’aumento delle interruzioni di matrimoni assume un’importanza
pedagogica particolare nella coppia con figli, poiché una famiglia, alla
sua dissoluzione, ne origina due: la famiglia con un solo genitore e il
11
Per un approfondimento storico del concetto di “morte della famiglia”, cfr.
D.Calanca, Legami. Relazioni familiari nel Novecento, cit.
12
Ivi.
10
genitore solo. Ulteriori trasformazioni possono condurre anche ad una
terza o quarta famiglia: le coppie in convivenza e le ricostituite in
seconde nozze. È tuttavia evidente che la separazione coniugale è fonte
di nuove convivenze familiari che hanno un carattere più instabile sul
piano della struttura e più complesso nelle relazioni. Il principale
impegno etico e pedagogico nella separazione coniugale riguarda il
dovere morale di esercitare i compiti educativi verso i propri figli e,
pertanto di conservare un rapporto amichevole nei confronti dell’altro
genitore. La convivenza genitoriale è un compito a cui non si può
abdicare poiché, anche nella rottura del legame di coppia, si resta genitori
a vita. Le nuove famiglie contraddistinte da un maggiore incremento
sono conseguenza delle rotture coniugali e di mutamenti valoriali; esse
appartengono prevalentemente a quattro tipologie
13
:
- persone che vivono sole, originate da differenti cause e assai
variegate nei soggetti che le compongono;
- famiglie monoparentali, in grande maggioranza di tipo
matrilineare;
- famiglie ricostituite in seconde nozze, che esigono modalità
relazionali ancora in gran parte da inventare, così come da
inventare è anche la terminologia che le designa;
- conviventi “more uxorio”, più difficili da quantificare nella
consistenza e nelle connotazioni per l’instabilità del fenomeno e
la sua poliedricità; sono temporanee, in attesa di legalizzare la
loro posizione, o permanente decise a rimanere tali
14
.
La coppia e la procreazione, elementi imprescindibili e peculiari nella
famiglia tradizionale, sono divenuti variabili indipendenti, la coppia
coniugale non coincide necessariamente con la coppia genitoriale e le
fratellanze sono indipendenti dalla consanguineità; i genitori biologici
coesistono con i genitori acquisiti in un molteplice avvicendarsi di
situazioni educative diverse. Nelle separazioni, i figli si trovano a perdere
13
V. Iori, Fondamenti pedagogici e trasformazioni familiari, La Scuola, Brescia 2001,
p. 203.
14
Ivi.
11
un genitore, ma, non di rado, anche ad aggiungere un genitore acquisito,
o a dovere periodicamente rapportarsi anche con il nuovo coniuge del
genitore non affidatario. Riguardo ai cambiamenti a cui la famiglia è
soggetta la pedagogia diventa “un’organica e scientificamente fondata
pedagogia della famiglia e per la famiglia”
15
, per cui va riorganizzato
l’intero sistema disciplinare, sia per non restare privi di risposte educative
di fronte alle sue nuove dimensioni, sia come condizione per progettare e
valutare servizi sociali in una prospettiva promozionale. La specificità
pedagogica è innanzitutto identificabile nella dimensione teorica che
chiarisce l’oggetto, nonché nei criteri epistemologici ed ermeneutici di
una lettura dell’educazione familiare di carattere axiologico. L’intervento
specifico sulle famiglie deve invece svilupparsi nella direzione di un
potenziamento delle risorse educative nella famiglia, ossia nel sostegno,
affinché questa esprima e promuova le energie dell’amore e della cura e
sappia trovare da sé stessa, al proprio interno, le soluzioni educative che
nessun servizio esterno, anche il più attento, potrebbe offrire
16
. La
riflessione pedagogica persegue non solo l’interpretazione e la
spiegazione ma anche il miglioramento delle situazioni. La famiglia è
una realtà complessa e in continua trasformazione, contraddistinta da
forti e palesi caratteri educativi. Il contributo pedagogico risulta perciò
decisivo in quanto non si configura come meramente descrittivo, ma
assume una precisa funzione propositiva, fornendo un impulso concreto
ai compiti educativi domestici e all’elaborazione di politiche sociali che
favoriscano la promozione familiare. La pedagogia, in quanto riflessione
teorica sulla o per la pratica educativa
17
è volta, da un lato, a rendere
meno incerta la prospettiva dell’educazione familiare e a modificare
determinate situazioni relazionali interne, promuovendo la crescita
esistenziale dei componenti e, dell’altro, a fornire impulso ad una
contestuale promozione sociale e democratica. Vi è stata in questi ultimi
anni un’intensificazione di esperienze e di ricerche sulla famiglia, in
15
Ivi, p. 36.
16
Ivi.
17
Ivi, p. 39.
12
prevalenza di carattere psico-sociale. La prospettiva che invece è rimasta
più in silenzio, in posizione marginale, è quella pedagogica, cioè proprio
quella area di sapere che da sempre affronta i temi educativi, le questioni
dei modelli, dei fini, dei valori, delle scelte e delle pratiche educative
18
.
Le ragioni di questo esiguo numero di ricerche a carattere pedagogico
sulla famiglia sono varie:
- la complessità delle implicazioni educative chiamate in causa dai
temi della famiglia esige, da parte della pedagogia, un
background di strumenti concettuali e categoriali adeguati, di
specifiche competenze operative;
- la pedagogia del nostro secolo, pur dichiarando la famiglia e la
scuola i due ambiti selettivamente educativi, ha studiato assai più
l’educazione scolastica. Risulta infatti meno complesso
individuare percorsi didattici e tecniche docimologiche in ambito
scolastico, dove la relazione educativa è sempre mediata dalla
trasmissione dei saperi e non ha i caratteri di durata e di necessità
propri della dimensione familiare;
- la componente ideologica ha spesso disincentivato la ricerca
pedagogica sulla famiglia rispetto ad altri temi ritenuti meno
conflittuali o più innovativi;
- un certo complesso di inferiorità epistemologica della pedagogia
ha in generale ostacolato la crescita scientifica della pedagogia
della famiglia.
18
V. Iori, Fondamenti pedagogici e trasformazioni familiari, cit.