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I N T R O D U Z IO N E
Il presente lavoro è dedicato all'analisi letteraria della raccolta di
componimenti poetici Dionysos-Dithyramben (Ditirambi di Dioniso), opera che
rappresenta l'ultimo lavoro dello scrittore e filosofo tedesco Friedrich Wilhelm
Nietzsche (Röcken 1844 – Weimar 1900), che ne ultimò la redazione per la
stampa pochi giorni prima del definitivo tracollo psichico, avvenuto a Torino
all'inizio del gennaio 1889 a seguito di una malattia forse ereditaria che lo aveva
accompagnato per gran parte della sua vita.
Nonostante l'analisi di una raccolta di liriche debba principalmente
rivolgersi all'interpretazione dei testi, sarà impossibile escludere in questa sede
le relazioni che intercorrono tra le poesie in quanto prodotto letterario ed il
sistema filosofico dell'autore, svolgendo quest’ultimo una funzione
determinante nella costituzione della prospettiva ideologica nella quale fu
concepita non solo la raccolta ditirambica, ma la stesso concetto nietzschiano di
poesia. L'opera poetica di Nietzsche rimane infatti il prodotto di un autore che
alla ricerca filosofica ha dedicato la quasi totalità della propria carriera.
Ricerca filosofica ed insieme produzione letteraria: se comunque votata
alla ricerca dei principi essenziali dell'esistenza e del “vero”, l'opera dell’autore,
ed in particolar modo quella del secondo decennio della sua carriera, è opera
letteraria nel senso artistico del termine, avendo egli scelto come tramite di
comunicazione forme tipiche dell'arte e tradizionalmente estranee all'ambito
della filosofia: in un poema in prosa, l'Also sprach Zarathustra, Nietzsche ha
consacrato alcuni degli aspetti più importanti del proprio sistema metafisico; la
quasi totalità dei suoi scritti critici e filosofici consistono in raccolte di aforismi,
genere letterario in cui la comunicazione finisce per compiacersi della forma
d'espressione, sino al punto da esserne influenzata nell'esposizione del
contenuto; gli aforismi in cui alcuni dei più importanti concetti metafisici
vennero esposti per la prima volta consistevano poi in brevi racconti o in prose
profondamente liriche, produzioni dunque totalmente riconducibili alla
scrittura artistica.
Come l'attività filosofica nietzschiana è dunque inscindibile
dall'espressione letteraria, allo stesso modo la poesia rimane in molti tratti
oscura se si esclude una pur minima conoscenza della filosofia dell'autore. Oltre
a ciò, è impossibile ignorare il tormentato rapporto tenuto dall'autore con la
propria attività intellettuale, alla quale risolutamente si era votato come unica
prospettiva di vita possibile, finendo così per renderlo elemento fondamentale
della propria esistenza. Allo stesso modo, in maniera più o meno filtrata, il dato
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biografico trova un immenso spazio nel corso dei suoi scritti, non soltanto in
quelli di stampo artistico ma anche in quelli di natura più critica e filosofica.
In considerazione della prospettiva biografica e filosofica il presente
lavoro tesi si propone l’individuazione dei substrati ideologici posti a base della
redazione dei Dionysos-Dithyramben. Punto centrale sarà ovviamente
l'individuazione delle forme linguistiche e retoriche dei nove testi presi in
esame, nel tentativo di definire le modalità poetiche di cui essi si compongono e
per connotare i caratteri salienti della poesia di Nietzsche, autore che proprio in
una raccolta di liriche ha testimoniato l'ultimo atto della sua ventennale carriera
letteraria.
Il titolo Da Zarathustra a Dioniso: i ditirambi di Friedrich Nietzsche è stato
scelto per sottolineare il valore attribuito dall'autore alla sua ultima opera
letteraria, intesa come trasfigurazione artistica di ciò che nelle sue dissertazioni
filosofiche egli aveva definito come das Dionysische (il dionisiaco), lo spirito vitale
e positivo sottostante alle manifestazioni più irrazionali e terribili dell'Essere. Il
riferimento a Zarathustra è posto per un duplice motivo: da una parte perché,
così come quella di Dioniso, tale figura fu la più grande trasfigurazione
letteraria di se stesso compiuta dall'autore, e come sua incarnazione comparirà
in numerosi passi dei ditirambi; dall'altra per i numerosi legami d'impianto
ideologico e linguistico che intercorrono tra l'Also sprach Zarathustra e i
Dionysos-Dithyramben e che si tenterà di sottolineare esaustivamente nel corso
del saggio.
Il messaggio filosofico consegnatoci da Nietzsche nel corso della sua opera
si trasforma in questa sua finale trasfigurazione poetica in una delle espressioni
più violente delle sue contraddizioni interiori, contraddizioni che segnarono ed
insieme determinarono il messaggio di uno dei più grandi geni letterari espressi
dalla cultura europea.
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C AP I T O L O I
V I T A , A R T E , F I L O S O F I A
I.I La vita alla luce dell’esperienza letteraria
Professore di filologia classica dell'università di Basilea (Svizzera) dal
maggio del 1869, amico del musicista Richard Wagner e come lui
profondamente affascinato dalla filosofia di Arthur Schopenhauer, Friedrich
Nietzsche pubblicò nel 1872 il saggio Die Geburt der Tragödie aus dem Geiste der
Musik (La nascita della tragedia dallo spirito della musica), opera in cui espose un
rivoluzionario criterio di interpretazione della cultura greca classica basato
sull'individuazione di un dualismo spirituale tra un principio denominato das
Dionysische (il dionisiaco) ed uno come das Apollinische (l'apollineo) il cui
interagire avrebbe determinato la base della grandezza culturale ellenica. Difeso
da Wagner e da diversi intellettuali legati al musicista dagli attacchi rivolti dalla
filologia ufficiale alla sua rivoluzionaria tesi, che si opponeva alle
interpretazioni classicista e romantica che intendevano l'antichità greca secondo
la formula winckelmanniana di «nobile semplicità e quieta grandezza»
1
, nel
corso degli anni basilesi Nietzsche si dedicò ad una battaglia culturale
all'insegna del tentativo di rinnovamento della cultura tedesca, il cui frutto
letterario fu la pubblicazione tra il 1873 e il 1876 di quattro scritti critici intitolati
Unzeitgemässe Betrachtungen (Considerazioni inattuali), ognuno dedicato ad un
diverso oggetto del contendere intellettuale dell'epoca.
Sostenitore della concezione estetica wagneriana, che vedeva nell'arte il
mezzo supremo attraverso la cui fruizione l'umanità avrebbe potuto trovare la
propria rigenerazione spirituale, dopo l'inaugurazione nel luglio 1878 del
Festspielhaus di Bayreuth, teatro al quale venne affidato da Wagner il ruolo di
centrale mondiale di divulgazione della propria arte, Nietzsche iniziò a
meditare un distacco dall'ideologia del musicista, a seguito del quale diede due
anni dopo alle stampe il libro Menschliches, Allzumenschliches. Ein Buch für freie
Geister (Umano, troppo umano. Un libro per spiriti liberi), il suo primo lavoro non
saggistico, consistente in una raccolta di più o meno brevi aforismi. Per mezzo
degli aforismi l'autore espose le proprie opinioni riguardo le diverse tematiche
allora d'attualità nell'ambito del dibattito culturale tedesco. A differenza delle
1 Johann Joachim Winckelmann, Pensieri sull'imitazione, a cura di Michele Cometa, Aesthetica
edizioni, Palermo 1992, p. 43.
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sue precedenti posizioni, Nietzsche non considera più l'arte come attività
culturale superiore o come prodotto realizzabile soltanto da una mente geniale,
bensì come produzione umana il cui fine principale sarebbe la creazione di un
universo culturale e ideale in cui l'artista finisce per trovare
un'autolegittimazione esistenziale ed il necessario mantenimento del proprio
ruolo all'interno della società. A causa di tale distacco dal concetto di “genio” ed
alla riduzione dell'arte ad una delle diverse attività culturali si consumò la
frattura tra Nietzsche e Wagner, che attaccò in diverse sedi il pensatore
bandendolo dai propri circoli culturali.
La nascita del pensiero indipendente nietzschiano si accompagna dunque
all'abbandono di quello che per un decennio era stato il proprio ambiente
intellettuale di riferimento. Onde dedicarsi completamente alla propria attività
letteraria e filosofica, Nietzsche risolse di abbandonare l'insegnamento
universitario, scelta che gli consentì di usufruire di una pensione tale da
permettergli di dedicarsi completamente alla stesura delle proprie opere. Tale
decisione fu mutuata anche a seguito dei sempre più manifesti e ricorrenti
disturbi fisici e psichici che lo avrebbero accompagnato per il resto
dell'esistenza e a seguito dei quali il pensatore inizierà a viaggiare per l'Europa,
al fine di trovare luoghi affini per clima alle proprie condizioni di salute.
Il metodo critico posto a base delle nuove speculazioni dell'autore è quello
della critica morale, critica cioè non tanto rivolta all'analisi delle manifestazioni
umane (artistiche, filosofiche, religiose), bensì al tentativo di individuare le
cause psicologiche ad esse preposte. Con lo stesso atteggiamento critico tenuto
nel periodo di soggiorno a Basilea, Nietzsche attacca la cultura e la morale
ufficiale, principalmente il cristianesimo, lo hegelismo, il positivismo ed anche
lo schopenhauerismo ed il wagnerismo, ritenute adesso attività attraverso le
quali l'essere umano finisce per allontanarsi dalla sua parte istintuale, aspetto
considerato all’autore come più naturale essenza dell’umano.
Nietzsche conduce la sua battaglia tramite la pubblicazioni di opere
aforistiche, scelta letteraria che gli permette di esporre le proprie opinioni senza
la necessità di rispettare la sistematicità presente nei libri di taglio saggistico e
particolarmente nelle opere di ispirazione hegeliana, assecondando invece,
tramite la brevità della forma letteraria e l'indipendenza del singolo aforisma
all'interno dell'architettura del libro, la spiccata dote intuitiva da lui manifestata
sin dai suoi primi scritti. Abbandonata come prospettiva ideologica, l’arte viene
dunque recuperata dall’autore come forma di espressione della propria
nascente filosofia.
Dopo aver pubblicato nel 1879 le raccolte di aforismi Vermischte Meinungen
und Sprüche (Opinioni e sentenze diverse), Der Wanderer und sein Schatten (Il
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viandante e la sua ombra) e, nel 1881, Morgenröthe. Gedanken über die moralischen
Vorurtheilen (Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali), Nietzsche dà alle stampe nel
1882 sul numero di agosto della rivista «Internationale Monatsschrift» la sua
prima raccolta di poesie, intitolata Idyllen aus Messina (Idilli da Messina). Il
genere letterario della poesia, che in seguito alla rivoluzione romantica era
divenuta la forma d'arte prediletta per l'espressione dell'io e delle sue
conflittualità con l'esterno, diviene per Nietzsche modo per dar parola alla sua
parte più intima e lirica, senza però prescindere dalle coordinate filosofiche che
proprio in quel periodo l’autore andava delineando.
La massima espressione letteraria nietzschiana di coabitazione tra arte
come espressione dell'io e filosofia come ricerca della verità viene alla luce nello
stesso 1882 con la pubblicazione di Die fröhliche Wissenschaft (La gaia scienza),
una raccolta di quattro libri di aforismi introdotti da una sezione di rime e
poesie brevi dal titolo Scherz, List und Rache. Vorspiel in deutschen Reimen
(Scherzo, malizia e vendetta. Preludio in rime tedesche). Se, come nei precedenti
lavori aforistici, in Die fröhliche Wissenschaft vengono dibattuti vari argomenti di
interesse culturale, è nel tentativo di concepire una conoscenza che non rinunci
alla parte istintuale dell'uomo che l'opera trova il proprio perno ideologico. Da
questa prospettiva l’autore sferra un duplice attacco: contro l'arte, in quanto
attività portatrice di menzogna ideologica, non badando essa alla veridicità del
proprio messaggio ma solo all'intrattenimento estetico; contro la scienza, in
quanto il suo esercizio impoverirebbe la parte vitale dell'uomo, che avvolto
nelle meditazioni teoriche finisce per dimenticare parte dei suoi bisogni
primari, ovvero quelli istintuali. Ciò che Nietzsche auspica nell'opera è la
fondazione di un'attività conoscitiva intesa come unione dei due poli arte e
scienza che permetta alla conoscenza di sgravarsi dell'impoverimento istintuale
che ad essa è troppo spesso connesso. A tale auspicio si riferisce lo stesso titolo
Die fröhliche Wissenschaft, che richiama il gai saber dei troubadours provenzali,
uomini che alla ricerca della conoscenza univano la libera attività poetica. La
stessa forma letteraria dell'opera testimonia la volontà dell’autore di unire
all'indagine filosofica la parte artistica e ludica del pproprio animo, di cui è
espressione la serie di rime poste ad incipit del libro. Negli stessi aforismi
dell'opera trova poi spazio non solo l'attività puramente filosofica, ma anche la
narrazione e la descrizione del paesaggio mediterraneo conosciuto da Nietzsche
durante la sua permanenza in Italia tra il 1881 ed il 1882, oltre che la nota
autobiografica, testimoniata attraverso alcuni brani profondamente intimi nelle
quali è tra l'altro riconoscibile la relazione dell’autore con l'intellettuale russa
Lou Salomè.
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Ciò che però nell'opera è di fondamentale importanza è il fatto che in essa
vengono esposti i primi cardini del nascente sistema metafisico nietzschiano. A
questo fine, l'autore tramuta l'aforisma da esposizione di speculazione critica in
fictio letteraria: un breve racconto è infatti l'aforisma 125, ove l'autore comunica
la morte di Dio, l'evento capitale della storia occidentale rappresentante
l'incapacità degli uomini di credere nei valori che sino ad allora avevano
determinato il funzionamento della loro struttura sociale e del loro orizzonte
ideale; grande invocazione lirica è il penultimo aforisma della raccolta, ove
Nietzsche espone il concetto dell'Ewige Wiederkehr des Gleichen, l'eterno ritorno
dell'uguale ispirato in parte dal Buddismo e dal pensiero del filosofo greco
Eraclito, e concepito dall'autore come uno dei princìpi metafisici cardine del
proprio sistema filosofico, opposto alla visione lineare della storia della
religione ebraica e di quella cristiana.
Se Die fröhliche Wissenschaft è espressione di coabitazione per genere
letterario e per concetti di arte e filosofia, la fusione tra i due aspetti viene
compiuta da Nietzsche nel libro Also sprach Zarathustra. Ein Buch für Alle und
Keinen. (Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno). Composto tra il
1883 ed il 1885, il libro consiste in un poema in prosa, la cui scrittura mutua e da
quella aforistica in un'accezione molto lirica del genere, e dal modello biblico
nella sua tipica scrittura in versetti. Nel poema, il più noto lavoro dell'autore,
vengono narrate le vicende di Zarathustra, personaggio mutuato dal mitico
profeta persiano a cui si fa risalire la fondazione nel VI secolo a. C. della
religione dello zoroastrismo
2
. Dopo aver trascorso dieci anni in solitudine su di
una montagna alla presenza della natura e degli animali, Zarathustra decide di
recarsi nuovamente tra gli uomini per annunciare loro il futuro avvento dello
Übermensch (superuomo, oltreuomo o ultrauomo). Secondo Nietzsche la natura
dell'uomo è stata infiacchita da una secolare errata visione della vita, che invece
di favorirne l'esplicarsi delle funzioni naturali ha finito per creare una gabbia
ideologica e morale che in nome di un'ultraterrena e futura felicità ne ha
svalutato l'esistenza terrestre, l'unica per l'autore realmente esistente. Nei
discorsi di cui fondamentalmente si costituisce l'opera, Zarathustra invita gli
esseri umani a rimanere fedele alla terra, e nel fare ciò a tramontare, ad
assecondare cioè la propria fine come uomo, in quanto solo ciò potrà infine
nascere lo Übermensch, l'essere umano rigenerato che avrà accolto in sé i valori
della natura e della vita terrena.
2 Sullo zoroastrismo cfr. AA.VV., Zarathustra, a cura di Bernfried Schlerath, Wissenschaftliche
Buchgesellschaft, Darmstadt 1970.
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Fedeltà alla terra, eterno ritorno e Übermensch sono i temi principalmente
esposti nell'Also sprach Zarathustra, il cui messaggio è insieme filosofia e filosofia
di vita. Nella costruzione dell'opera l'elemento personale e biografico
dell'autore ha un ruolo di primissimo piano: ad esempio il tramontare è si un
concetto della filosofia della vita nietzschiana, ma è anche una trasposizione
artistica ed immaginifica del sentire di un'epoca, l'epoca di Nietzsche, che si
avverte ormai incapace di credere ai valori che fino ad allora l'avevano
determinata. Il “tramontare” è dunque il simbolo della morte e
dell'annientamento di una cultura e di una generazione sulla via
dell'esaurimento valoriale: in ciò Nietzsche ha in gran parte anticipato
l'esplosione nichilista che all'inizio del XX secolo avrebbe caratterizzato la
cultura e di cui la politica, la filosofia e le stesse forme artistiche sarebbero state
espressione.
Il fondamentale parallelo tra la vita dell'autore e la propria creazione
artistica si riscontra però nel personaggio di Zarathustra, la cui decennale
solitudine condotta sulla montagna esprime di certo quella del Nietzsche uomo,
che vagava in solitudine per l'Europa e i cui rapporti amicali divenivano col
passare del tempo di natura essenzialmente epistolare. La stessa difficoltà da
parte degli uomini a comprendere il messaggio del profeta rappresenta certo la
mancanza di riconoscimenti che sino ad allora Nietzsche aveva avuto della sua
opera. Il messaggio vitalistico contenuto nell'Also sprach Zarathustra resta in
fondo di natura negativa: il destino del tramontare riguarda in primis lo stesso
Zarathustra, il cui atto di discesa tra gli uomini viene definito nel prologo
dell'opera con il motto «– also begann Zarathustra's Untergang»
3
.
Nonostante la mancanza di successo, la solitudine e l'acuirsi della malattia
psichica, l'ultimo quinquennio dell'attività letteraria dell'autore fu il più denso
di produzioni dell'intera carriera.
Nelle successive opere aforistiche Jenseits von Gut und Böse. Vorspiel einer
Philosophie der Zukunft (Al di là del bene e del male. Preludio a una filosofia
dell'avvenire) (1886) e Zur Genealogie der Moral. Eine Streitschrift (Genealogia della
morale. Uno scritto polemico) (1887) Nietzsche continua la sua indagine
sull'origine morale dei fenomeni culturali. Egli individua nella storia
occidentale due opposti principi valoriali: da una parte la Herren-Moral (morale
dei signori), la morale degli aristocratici che all'origine della civiltà imposero i
concetti di buono e cattivo, giusto e sbagliato a seconda di quanto a loro
3 Friedrich Nietzsche, Nietzsche Werke VI/1, a cura di Giorgio Colli e Mazzino Montinari, Walter De
Gruyter, Berlin-New York 1967 sgg., p. 22; Opere di Friedrich Nietzsche, edizione italiana diretta da
Giorgio Colli e Mazzino Montinari, Adelphi edizioni, Milano 1964 sgg., p. 19, trad. it. Mazzino
Montinari: «– così cominciò il tramonto di Zarathustra». Da qui a seguire per le opere di Friedrich
Nietzsche saranno utilizzate le abbreviazioni NW per l'edizione tedesca e ON per quella italiana.
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convenienti fossero ritenute le azioni, determinando dunque una scala valoriale
sottoposta all'affermazione della volontà di dominio degli individui più forti;
dall'altra la Sklaven-Moral (morale degli schiavi), la morale dei deboli e degli
esclusi che, incapaci di affermarsi nella vita, per dare un senso alla propria
impotenza hanno negato i valori aristocratici costituendo una scala valoriale in
negativo, basata cioè sul primato della privazione degli oggetti desiderati.
Figlia del ressentiment dei più deboli, tale ideologia ha finito storicamente
per prevalere sulla morale dei forti. Di essa Nietzsche individua il principio
nella predicazione razionalista di Socrate e nel successivo sistema filosofico di
Platone, allievo di Socrate, che subordinava il valore della realtà a quello del
mondo delle idee, depositario della reale essenza della vita. Di tale ideologia il
cristianesimo ne viene ritenuta la traduzione in termini popolari: esso è dunque
l'ideologia mondiale della svalutazione dei valori dell'esistenza terrena.
È nelle opere di questi ultimi anni, oltre che nei numerosissimi aforismi
mai pubblicati in vita, che Nietzsche completa la definizione della propria
metafisica. Insieme all'Ewige Wiederkehr des Gleichen, alla base viene posto il
Wille zur Macht (Volontà di potenza), la volontà dell'uomo e della natura intera
di espandersi e di dominare continuamente sulla realtà circostante. Tale
concetto è mutuato da quello di volontà di Schopenhauer, concepita allora tutta
in negativo, essendo essa per il filosofo motivo della sofferenza dell'esistenza
umana, cui solo il proprio estinguersi ne avrebbe permesso l'arresto. In
opposizione a ciò Nietzsche rivolge i termini in positivo: tutto è volere, le
filosofie razionaliste e la religione cristiana hanno negato tale dominio solo
perché portatrici di valori che andavano contro l'affermazione della vita e della
natura. Esse sono ideologie decadenti, in quanto offrono in cambio di una vita
non vissuta un falso mondo ultraterreno o perfetto intellettualmente,
indebolendo così la parte più vitale dell'uomo. Riconoscendo la menzogna
posta alla loro base, è secondo Nietzsche possibile necessaria la trasvalutazione
di tali valori mortiferi, il cui decadere permetterà la costituzione di una nuova
scala valoriale capace di affermare il Wille zur Macht come unico valore da
seguire, assecondando così il naturale corso dell'esistenza.
La consapevolezza della creazione di un proprio sistema filosofico,
insieme alla solitudine ed alla malattia psichica sempre più manifesta portarono
Nietzsche negli ultimi anni di attività ad una maniacale esaltazione personale.
Ripubblica tutte le opere precedenti, aggiungendo delle introduzioni in cui
queste vengono vagliate alla luce del sistema metafisico ormai composto e delle
nuove certezze personali. Alla ristampa di Menschliches, Allzumenschliches, il cui
carattere come espresso dal sottotitolo era l'apertura verso una ricerca comune
della verità, vengono posposte dall’autore due poesie dal titolo Unter Freunden,
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onde mettere in risalto l'apertura verso gli altri dell'opera, nonostante l'autore
fosse adesso su posizioni diametralmente opposte e di chiusura, come espresso
tra l'altro dal sottotitolo dell’appena pubblicato Zarathustra, «ein Buch für Alle
und Keinen». Aggiunge dunque un quinto libro di aforismi a Die fröhliche
Wissenschaft, ed inserisce ad appendice dell'opera una nuova raccolta di poesie
dal titolo Lieder des Prinzen Vogelfrei, sempre per evidenziare formalmente il
tema del libro, la concezione di un sapere non distinto dalle modalità dell'arte.
L'ultimo anno della sua carriera è il più fecondo. Nel 1888 pubblica Der
Fall Wagner. Ein Musikanten-Problem (Il caso Wagner. Un problema per amatori di
musica), libello ove l'opera del musicista viene assunta ad espressione artistica
della décadance cristiana, e Götzendämmrung oder Wie man mit dem Hammer
philosophiert (Il crepuscolo degli idoli ovvero come si filosofa col martello), opera
aforistica il cui titolo nasce da una parodia del dramma wagneriano
Götterdämmerung. Redige quindi lo scritto anticristiano Der Antichrist. Fluch auf
das Christenthum (L'anticristo. Maledizione del cristianesimo), l'autobiografia Ecce
Homo. Wie man wird, was man ist (Ecce Homo. Come si diventa ciò che si è) e un
secondo scritto antiwagneriano dal titolo Nietzsche contra Wagner. Aktenstücke
eines Psychologen (Nietzsche contra Wagner. Documenti processuali di uno psicologo).
I Dionysos-Dithyramben saranno ultimati nei primi giorni del gennaio 1889.
Nietzsche ne da l'annuncio a Cosima Wagner, la vedova del musicista, tramite
tre biglietti recanti il timbro postale del 3 gennaio. In uno di questi scrive: «Mi
dicono che un certo divino pagliaccio in questi giorni abbia terminato i
Ditirambi di Dioniso»
4
. Tali messaggi appartengono ai cosiddetti “biglietti della
pazzia”, lettere che tra il 3 ed il 6 gennaio Nietzsche spedì a diversi suoi
conoscenti in cui è ormai evidente l'esplosione della malattia psichica. Jacob
Burckhardt, destinatario di una lettera molto lunga, avvertì Franz Overbeck
delle condizioni del comune amico. Overbeck giunse a Torino l'8 gennaio,
conducendo il giorno seguente l'ormai demente amico in Svizzera.
Ormai inabissato nella follia, Nietzsche passerà i seguenti dieci anni in una
clinica psichiatrica ed infine nella casa della madre e della sorella a Weimar,
dove morì il 25 agosto del 1900.
4 Lettera citata in Giorgio Colli e Mazzino Montinari, Sulla cronologia e composizione dei «Ditirambi
di Dioniso», delle poesie postume e dei frammenti poetici, in ON VI/4, cit., p. 241.