all’apparenza, era il perfetto corollario a quella serata. Mi capitò di rivederlo quasi un
anno dopo al Villaggio Globale, di spalla agli Afterhours con Greg Dulli per
presentare il loro prossimo progetto insieme, che sto ancora aspettando. Questa volta
ero riuscita d agguantare la seconda fila, e ricordo benissimo il boato che accolse il
suo ingresso in scena. Completo elegante, sembrava Nick Cave all’inizio della
carriera coi Bad Seeds, pochi movimenti e la solita calma serafica. Fecero sette brani,
poi fu la volta di Where Did You Sleep That Night e la folla ammutolì, erano
pochissimi quelli che osavano andargli dietro cantando, i più erano totalmente
assoggettati dall’aura di sacralità che quell’uomo riusciva a spandere intorno a sé solo
aprendo la bocca. Avevo visto la band durante il soundcheck e tentai di strappargli
un’intervista, ma invano, anche Federico Guglielmi del Mucchio se ne andò afflitto
senza aver ottenuto nulla, ma a me bastava già aver toccato con mano, anzi, con le
mie orecchie, quel suono.
Durante l’elaborazione di questa tesi ho cercato di avere sempre in mente ben
nitido quel momento, quando dopo la fine di Autopilot Mark attacca con i versi «My
Girl, my girl…», e devo dire che mi è stato molto utile, soprattutto quando, caso non
infrequente, era diffide trovare i giusti collegamenti tra la sua musica e quella di
generazioni e generazioni di artisti che prima di lui hanno parlato degli stessi
sentimenti. Può sembrare strano, ma quella voce mi ha salvato, e non solo in quelle
occasioni.
4
Capitolo 1
Vita e inizio della carriera con gli Screaming Trees
5
6
La sua vita ad Ellensburg
Ellensburg, 130 miglia a sud di Seattle, è la tipica cittadina del Nordovest
americano. Incastonata nella Kittitas Valley, ai piedi delle ‘Alpi americane’, come
vengono con orgoglio chiamate dagli abitanti del luogo le Cascade Mountains, è
immersa nella sonnacchiosa atmosfera tipica degli ex-avamposti di frontiera: due o
tre le strade principali, a Sud il deserto e un fiume, lo Yakima, che attraversa lo stato
di Washington e arriva fino al Southwest Border, è il rifugio perfetto per le famiglie,
mentre la Central Washington University le da quell’aria di vecchia Europa e
quell’apparenza da vera capitale quale era destinata ad essere più di un secolo fa.
Insomma, come titola il sito internet di rappresentanza, ‘big city amenities and small
town charm’, amenità da metropoli e fascino da cittadina di provincia. Ma i dati su
disoccupazione e reddito pro-capite la mettono agli ultimi posti della media dello
stato di Washington, e svelano così risvolti amari, camuffati dal solito perbenismo
imperante nel ‘fascino da cittadina di provincia’.
In questo ambiente fintamente bucolico viene alla luce, il 25 Novembre del 1964,
Mark William Lanegan. Della sua famiglia si sa molto poco, e il perché è quasi subito
evidente: padre e madre di Dublino, con tre figli sulle spalle, lui e un fratello e una
sorella maggiori, non riescono a reggere le inevitabili difficoltà della vita
matrimoniale, così ben presto i litigi diventano all’ordine del giorno. A risentire di
più dell’aria di disgregazione affettiva che aleggia nella casa è il maggiore dei due
fratelli, che entra in contatto con l’eroina; Mark non ne parla volentieri, a suo dire per
i ricordi poco piacevoli che ne conserva, ma molto più probabilmente per il pudore
che quell’affetto gli ispirava, «…era quel tipo di persona che si fa rivedere una volta
l’anno, giusto il tempo necessario per fregarti il televisore. Ecco da che capivi che
era tornato in città».
1
Senza una guida affettiva e morale Mark adotta l’unico rimedio
al dolore che conosce, la dipendenza. A soli dodici anni contrae quella dall’alcool,
2
1
TOM LANHAM, Mark Lanegan Band: Heart of Darkness, «CMJ Magazine», ottobre 2004.
2
Ibidem.
7
mentre quella dalle droghe seguirà di lì a poco tempo, procurandogli i primi guai con
la legge, nello specifico un’accusa di taccheggio da scontare nella prigione di
Ellensburg sempre a dodici anni.
Ma i litigi non sono gli unici suoni che si sentono in casa. A fargli compagnia nelle
giornate amare sono soprattutto i dischi dei suoi genitori: il country di Johnny Cash e
Willie Nelson (che musicalmente parlando rimarranno i suoi punti di riferimento) e il
folk del Kingston Trio, famoso negli anni ’60, servono a lenire il dolore dell’anima e
lo appassionano alla musica, amore che lo spinge a vendere la sua preziosissima
collezione di fumetti in cambio di una serie di LP punk d’importazione, e tutto dopo
aver visto la copertina di ‘Creem’ con su gli Stooges.
3
Per un ragazzo come Mark, che entra ed esce di prigione con una frequenza
preoccupante, e sempre per piccoli furti o ubriachezza, l’adolescenza può diventare
un vero inferno, e anche se la sua media scolastica non è poi così pessima come si
potrebbe immaginare (grazie soprattutto ai suoi risultati nel football e nel baseball),
i suoi coetanei non gliene fanno passare una, ed etichettano lui e il suo nuovo amico
Van Conner con vari e non proprio cordiali epiteti. Rei di non ascoltare la musica che
riempie le orecchie dei loro compagni, i due - assieme al fratello di Van, Gary Lee -
si isolano sempre di più dal resto della fauna scolastica e cominciano a scambiarsi LP
che Mark reperisce nelle sue lunghe trasferte a Seattle; per lo più dischi di punk e
post-punk di gruppi quali Hüsker Dü, Meat Puppets e la wave newyorchese dei Sonic
Youth, distanti anni luce dall’hard rock degli AC/DC, così popolari fra i giovani
nerboruti degli anni ’80.
Amici e musica non riescono a tenerlo lontano dai guai, così a 18 anni viene
arrestato per spaccio di droga e condannato ad un anno di reclusione, patteggiato con
lo stesso periodo ma di riabilitazione. Concluso l’anno disintossicante comincia una
fase ancora più dura: di tornare a casa non se parla proprio, figurarsi poi trovare un
lavoro, senza un diploma e con la sua fedina penale non ha speranze. L’unica
soluzione, se si può chiamarla così, è dormire da amici e conoscenti, oppure
3
KEITH CAMERON, Death Valley Blues, «Mojo Magazine», ottobre 2004.
8
addirittura sulla strada, come un novello e per niente convinto Kerouac, e tentare di
evitare i creditori e il suo passato da pusher.
La fortuna gli appare sotto le sembianze di Van Conner, che non solo non si è
dimenticato di lui, ma è disposto ad ospitarlo, dopo un anno di continuo peregrinare,
sotto il suo stesso tetto. Dopo una prevedibile consultazione i Conner accettano e
Lanegan si trova a 20 anni con una famiglia e una casa nuove di zecca, ma a due
condizioni: che si tenga lontano da guai e provveda da sé alla propria indipendenza
economica. Mark approva, e viene reclutato immediatamente dal capofamiglia che gli
offre un impiego per conto del suo negozio di materiale elettrico, e cioè recuperare gli
elettrodomestici a noleggio non ancora restituiti. Non che sia proprio il lavoro
sognato per la vita, ma è pur sempre un inizio, e sembra di vederlo, mentre bussa alle
porte dei debitori, i quali, dapprima spaventati dal suo aspetto torreggiante e cupo,
quando capiscono chi è non esitano a minacciarlo con quello che hanno sottomano,
siano fucili o cani inferociti. Mark decide che la cosa non può durare ancora per
molto, così anche per salvaguardare la propria salute fisica e mentale in capo a una
decina di giorni decide di licenziarsi, dando inizio ad un’altalena di impieghi a
cadenza per lo più settimanale.
Ed è durante uno di questi che capita qualcosa di fondamentale per la sua intera
esistenza. Assunto come meccanico di veicoli agricoli presso una fattoria, una
mattina il giovane Lanegan si appresta a riparare il trattore per cui è stato chiamato,
quando il suo capo, ignaro della sua presenza, lo mette in moto procurandogli la
frattura di entrambe le gambe. Va a monte così il viaggio che aveva progettato per
Las Vegas, dove avrebbe dovuto cominciare una nuova vita con l’aiuto del cugino.
Ma il meglio deve ancora arrivare: vista ormai la sua impossibilità a muoversi, decide
di prestare la moto che lo avrebbe portato a destinazione a Van per farsi almeno
recapitare il vitto necessario. In uno dei viaggi l’amico distrugge la motocicletta, per
fortuna senza conseguenze serie per lui, e con essa le ultime speranze che Mark
ancora nutriva di lasciare Ellensburg.
9
Esplosive Generation e Screaming Trees
Dopo aver preso il diploma, nell’attesa di trovare la propria strada, i due fratelli
Conner, Van, il minore, e Gary Lee, decidono, un po’ per gioco e un po’ per
combattere la noia e la precarietà delle loro vite, di mettere su un gruppo musicale,
sull’esempio dei loro beniamini. Gli Esplosive Generation, così hanno deciso di
chiamarsi i due, annoverano Van alla chitarra e voce e Gary Lee al basso e
cominciano ad esibirsi in giro per feste di amici e compagni di scuola con un
repertorio che consta per lo più di cover di brani di gruppi famosi; col tempo quello
che sembrava solo un modo per divertirsi e rimediare da bere diventa qualcosa di più
serio quando decidono di completare l’organico con un batterista e un cantante vero e
proprio.
Mark si offre subito per il primo ruolo, ma la sua incapacità è talmente palese che
viene immediatamente sostituito da un loro amico in comune, Mark Pickerel, e
dirottato al microfono. Anche qui l’impresa è tutt’altro che semplice, perché il
giovane Lanegan sembra non avere alcun tipo di esperienza musicale, a meno che
non si considerino tali le incursioni in tenera età nella banda della scuola come ultimo
piatto e ultimo basso tuba…L’inconveniente però viene prontamente risolto da Gary
Lee, che si assume il compito di insegnare al nuovo frontman almeno le melodie
vocali.
La nuova formazione cambia nome adottando quello di un effetto di chitarra molto
usato da uno dei due fondatori, lo ‘screaming tree’, al plurale Screaming Trees; come
la storia della musica pop insegna, a volte le denominazioni sono anche indice di
qualcos’altro, e ‘alberi urlanti’, in un beffardo gioco del destino, diventa metafora dei
rapporti incostanti e a dir poco burrascosi che si instaurano tra i vari componenti del
gruppo, in primis tra i due fratelli.
E’ il 1984 e a soli due mesi dalle prime prove il quartetto di Ellensburg si trova a
produrre in proprio un demo su cassetta, Other Worlds, registrato presso gli studi
10
Velvetone di Sam Albright con la produzione di Steve Fisk, già al lavoro con i Beat
Happening di Calvin Johnson.
L’anno successivo vede la loro prima esibizione dal vivo come Screaming Trees
all’Elmview Center di Ellensburg, un centro per la riabilitazione e l’impiego di
persone con handicap anche gravi. «Avevamo visto in un video i Cramps che
suonavano in un manicomio
4
e pensammo che fosse proprio una gran cosa. Non
essendoci ad Ellensburg un manicomio, pensammo alla cosa che gli somigliava di
più, una casa di cura per ragazzi mentalmente handicappati. Quello all’Elmview
Group di Helena Street ad Ellensburg fu il nostro primo show in assoluto. Suonammo
con calma le nostre canzoni e ai ragazzi piacquero».
5
Dello stesso anno è il primo album, Clairvoyance, che Steve Fisk, di nuovo al loro
fianco come produttore, riesce a far uscire ancora per la Velvetone.
Sarà lo stesso Fisk che con un album già all’attivo riuscirà a contattare la SST e ad
assicurare al gruppo il contratto con una delle più ambite etichette indipendenti
d’America. Lanegan con poche parole riesce a tratteggiare l’eccitazione che
l’avvenimento portava nelle loro vite: «Stavo lavorando, quando mi arrivò la
chiamata di Greg Ginn ( boss della SST, N.d.A.), che diceva di voler produrre i
nostri prossimi dischi. Non potevo credere che fosse lui in persona. Pensavo – chi è
che sta tentando di fregarmi? – Fu grazie a loro che iniziammo ad andare in tour, il
che significò moltissimo per noi, ci diedero una ragione per andarcene da quella
città. Imparammo davvero molto da quanto successe poi»
6
.
La conversazione si svolge al New World Video, uno dei tanti lavori di Mark,
negozio che nel retro ospitava la loro sala prove, e che ancora adesso su una parete ha
un manifesto degli Esplosive Generation.
Il rapporto con la SST si dimostrerà il più prolifico e stimolante, sia artisticamente
che commercialmente, grazie all’assoluta mancanza di pressioni sul lavoro creativo
4
Il video in questione è Human Fly, girato durante un’esibizione dal vivo al Napa State Mental
Hospital nel 1978.
5
GARY LEE CONNER, The seeds are planted: the early story of Screaming Trees,
www.purpleoutside.com.
6
«The Dublin Event Guide», 17 Novembre 2004.
11
vero e proprio, e al costante impegno dal vivo che li porta, nel 1988, a girare il
Midwest addirittura assieme ai Beat Happening; frutto di questa collaborazione è un
EP di 4 brani registrati dal vivo, Screaming Trees/Beat Happening, che viene
pubblicato nello stesso anno dalla Homestead. Faranno uscire per l’etichetta
californiana in tutto tre album: Even If and Especially When del 1987, Invisibile
Lantern del 1988, e Buzz Factory del 1989, più una raccolta del 1991, Anthology:
SST Years 1985-1991, con 21 brani in ordine cronologico scelti da Lanegan fra quelli
composti in ben sette anni di lavoro insieme.
Spesso il loro sogno è vissuto però nella precarietà, ai limiti della povertà, ed è
ancora Mark qui a rievocare quel periodo: «Eravamo disposti a smettere di suonare
in giro giusto il tempo di registrare un album per i 1.000$ che la SST ci stava
offrendo, perché ne avevamo bisogno per tornare a suonare dal vivo»
7
.Questo
inasprisce i rapporti già precari che si vengono delineando all’interno del gruppo,
soprattutto fra i due corpulenti fondatori, e le differenti vedute musicali di ogni
componente. Le ripercussioni più infauste le ha Lanegan che essendo la voce della
band avrà i problemi più sostanziosi: «Quei dischi per la SST erano un caos totale.
Cantavo parti che il chitarrista (Gary Lee, N.d.A.) aveva scritto in un registro più
alto del mio; fuori del palco avevo sempre un gran mal di testa. Lui era totalmente
coinvolto nel lato psichedelico della cosa, io no (…)».
8
Nel frattempo i quattro cominciano a guardarsi intorno e vedono che le possibilità
per gruppi come loro di sfondare sono più che utopie: i Soundgarden, dopo essere
passati per la Sub Pop e la SST firmano con la A&M già nell’89, e ancora, gli Alice
in Chains vengono messi sotto contratto dall’inizio della loro carriera dalla
Columbia, i Sonic Youth, dopo una lunga militanza per la SST dall’88 sono con la
Geffen; quindi, pur essendo ancora formalmente legati alla SST, gli Screaming Trees
decidono di rivolgersi alla Sub Pop, ai loro occhi il perfetto trampolino di lancio nel
mondo del business discografico. Si mettono da subito al lavoro con Jack Endino (ex-
frontman dei seminali Skinyard), poi insoddisfatti dell’andamento delle registrazioni
7
STEVE CHICKS, Mark Lanegan, «Loose Lips Sink Ships», Agosto 2004.
8
Ibidem.
12