“Fiction : il futuro della televisione ?”
Italia, 1997.
La televisione ? Crisi totale, almeno da un anno.
Gli ascolti ? In caduta libera.
I programmi ? Una noia mortale, un’originalità da ospizio mentale.
La fiction ? Forse il salvagente televisivo, forse la speranza di recuperare pian
piano qualche spettatore annoiato.
Primavera 1997.
In tre mesi la televisione italiana ha perso il 5 % degli spettatori, rilevando la
piena insoddisfazione del pubblico nei confronti di un mass - media che sembra
diventato obsoleto proprio per il suo livello di incomunicabilità.
La gente “scappa”: si passa dal 5,2% in meno nel giorno medio fino all’8% nella
prima metà del pomeriggio. In prima serata gli ascolti sono diminuiti di circa un
milione e mezzo di spettatori. E’ una situazione critica, considerata - anche dai
sociologi - una svolta epocale per il consumo culturale degli italiani. E’ la prova
del ridimensionamento dell’attenzione verso uno strumento che, dal 1960,
riempie la nostra vita quotidiana.
Questo abbassamento dell’attenzione nei confronti della televisione è avvenuto
con il passare degli anni e forse si è giunti ad un livello di saturazione: basta
osservare i palinsesti per notare la presenza di programmi se non decennali,
addirittura ventennali per formula, presentatore, offerta. L’abbandono
progressivo della televisione, specie da parte dei giovani, in qualche modo
giustificato dall’interesse crescente verso il cinema (incentivato a raccogliere
nuovo pubblico anche grazie agli interventi statali per l’apertura di nuove sale) è
una conseguenza inevitabile. Mancano gli stimoli, non c’è interesse.
La crisi, oltre che a livello generale, si fa sentire nelle singole reti. Rai 1, la rete
generalista per eccellenza, è diventata il contenitore dell’intrattenimento più
“povero“ e sfruttato della televisione italiana. Si distingue solo per l’assoluta
mancanza di originalità e di desiderio di rinnovamento. Rai 3 raccoglie brandelli
della vecchia televisione, senza alcuna novità di rilievo. Canale 5 ripropone senza
pietà gli stessi varietà inventati agli esordi, con poche variazioni di rilievo nella
sua programmazione. Italia 1 si classifica sempre più come la rete degli
“acquisti”, una carrellata di americanate senza senso per gli italiani. Rete 4
galleggia senza voglia di rilanciarsi, conservando il suo ruolo di rete “femminile”.
L’unica che riesce apparentemente a salvarsi è Rai 2, rete dove Carlo Freccero
cerca di smuovere le acque anche con una politica di forte identificazione dei
programmi.
L’oscillazione del pubblico televisivo è anche conseguenza dell’Auditel, crudele
spada di Damocle sulla testa delle reti, il metro di giudizio che stabilisce la
sopravvivenza o la “morte” dei programmi televisivi.
Per rispondere alle necessità di ascolto si ricorre a soluzioni non troppo
azzardate, che garantiscano una tenuta media, senza “picchi” ma anche senza
tonfi clamorosi. L’appiattimento dell’offerta, dovuto al bisogno di soddisfare le
esigenze dei 60 milioni di italiani (ovviamente con estrazione culturale ancora
molto diversificata) porta all’insoddisfazione generale. Si perde progressivamente
di vista il bersaglio finale, il target, a discapito della qualità dei programmi.
Lo spettatore italiano, oltre ad avvertire il bisogno di vedere storie credibili in
televisione, non ha più molta voglia di essere intrattenuto con programmi che
dovrebbero - in alcuni casi - attrarre con promesse di lauti guadagni o stimolare
l’interesse con storie finte e preconfezionate. L’offerta identica su tutte le reti
non concede alternative ad una programmazione inconsistente. Si attua un
meccanismo di disaffezione.
Un ulteriore elemento di distacco nei confronti dello schermo televisivo è dato
dal videoregistratore e dal desiderio crescente di decidere in autonomia la
programmazione delle serate “casalinghe”.
Il crescente interesse per i film in cassetta porta ad orientare la politica di
acquisto e di produzione delle reti verso i due settori più costosi della
distribuzione televisiva: il film e la fiction, un ulteriore tentativo di ricreare il
legame perduto con lo spettatore
1
.
Settembre 1997.
Dopo la crisi primaverile degli ascolti, è in atto il recupero graduale degli
spettatori. Tanti film, tanta fiction, non sempre di qualità ma capaci di vincere la
battaglia degli ascolti anche quando contrastati da varietà “forti”. La richiesta
crescente di storie porta ad una maggior offerta di fiction (che purtroppo ha il
limite della durata di lavorazione, in media due anni) e di film “cinematografici”.
Addirittura in Italia la presenza dei film negli schermi tv supera per quantità tutti
gli altri Paesi europei
2
. Sono circa 8.000 le ore di programmazione annua di ogni
rete : riuscire a coprirle con prodotti sempre nuovi e freschi è una scommessa
persa in partenza. Solo in Rai sono 6.500 i titoli in archivio andati in onda
parecchie volte e il budget stanziato non permette grandi acquisti : 300 miliardi
all’anno da dividere tra acquisto (130 mld) e produzione di fiction (170 mld)
sono pochi. L’attenzione viene rivolta maggiormente all’informazione e al
varietà, che rendono ugualmente e costano meno
3
.
In Mediaset i titoli in archivio sono 9.000 (puntano molto sul cinema e e sui tv-
movie) mentre Telemontecarlo sfrutta l’enorme magazzino dei titoli di
produzione Cecchi Gori. La spesa annua Mediaset per le pellicole si aggira sui
300 miliardi ma l’emittente privata ha maggior necessità di offrire film sempre
nuovi e di largo richiamo per battere la concorrenza Rai (che ha l’indiscusso
1
Il film in cassetta ha goduto di un forte sostegno da parte di quotidiani e settimanali, che allegano
videocassette con scadenze settimanali.
2
Il ricorso sempre più frequente al film - nell’ordine di 4/5 migliaia l’anno - ha progressivamente svuotato i
magazzini, specie quelli Rai.
3
Costo medio di un prodotto di varietà: 400/600 milioni a puntata (serale)
vantaggio di non avere troppe interruzioni pubblicitarie nelle sue
programmazioni).
Nella battaglia televisiva per la conquista dell’audience, la fiction conserva quasi
inalterato, da una decina d’anni, il suo ruolo egemone. Segno di una forte identità
nazionale, la fiction è l’unica che riesce a raccogliere ancora buoni consensi e
discreti (se non eccellenti) successi di pubblico. E’ forse l’unico “genere”
televisivo che ha saputo coltivare negli anni un suo pubblico specifico,
affezionato e fedele, l’unico prodotto televisivo italiano capace di raccogliere
10/12 milioni di spettatori al pari di Forrest Gump.
Il successo che riscuote, la richiesta che il pubblico esprime nei suoi confronti,
porta a investire sempre più nella produzione di fiction, considerandola il “futuro
della televisione”.
In un’epoca in cui la gente ha bisogno di vedere storie semplici ma vere, italiane,
la fiction non viene considerata esclusivamente un prodotto televisivo, è
qualcosa di molto più complesso. Lo vedremo in seguito, nel capitolo della
conoscenza. La fiction deve diventare la risposta immediata alla crisi televisiva e i
dati di ascolto altro non fanno che confermare questa necessità. E’ sicuramente il
prodotto sul quale oggi puntano tutte le reti televisive, alla ricerca della storia
migliore, del personaggio più credibile, dell’italianità del soggetto.
Si può confidare fiduciosamente nella fiction italiana per realizzare un prodotto
televisivo di qualità ?
Può diventare la fiction il “futuro della televisione”, cioè la scommessa che le reti
italiane devono vincere per raggiungere i livelli qualitativi e quantitativi europei ?
Può lo Stato intervenire per incrementare la produzione considerando la fiction
un valido investimento ?
Capitolo 1
La
Conoscenza
“La fiction riprende la realtà che ci circonda,
e la trasporta su un piano parallelo.
A volte mostra alcuni aspetti nascosti,
a volte mescola più realtà fino a fonderle
in un altro, diverso mondo.”
4
4
Da “Forme, funzioni e generi della fiction televisiva”, a cura di Francesco Casetti e Federica Villa, Nuova
Eri, Rai VQPT, Torino, 1992
1- LE ORIGINI DELLA FICTION ITALIANA
“FICTION : (ingl. invenzione, finzione) termine mutuato dal gergo televisivo
anglosassone indicante un macrogenere che abbraccia sottogeneri più circoscritti
quali il teleromanzo, lo sceneggiato, la serie, il serial. [...] Tutti i programmi di
fiction hanno in comune il fatto di basarsi appunto sull’invenzione narrativa. [...]
Fin dalla nascita della televisione italiana, la fiction ha occupato una posizione
centrale nella programmazione e tuttora costituisce una risorsa decisiva per le
reti. [...] Con l’affermazione delle emittenti private, all’inizio degli anni ’80,
l’importazione di prodotti di fiction (serial e serie) soprattutto dagli Stati Uniti, è
diventata sempre più ingente, rappresentando una soluzione quasi obbligata
all’aumentata richiesta di trasmissioni con cui coprire il gran numero di ore di
programmazione, che altrimenti comporterebbe un impegno finanziario
insostenibile. Da allora, anche la RAI ha ridotto notevolmente la produzione di
fiction in tutte le sue forme e ha fatto sempre più ricorso all’importazione di
prodotti stranieri.”
5
La fiction italiana nasce praticamente con l’avvento della televisione, ereditando
un patrimonio artistico tutto teatrale. I primi prodotti che vengono realizzati
sono infatti trasposizioni “in video” di grandi opere che trovano largo riscontro
di pubblico.
Alla fine degli anni ‘50, sulla Rete Nazionale, erano presenti tre categorie di
programmi che non hanno subito grandi variazioni fino agli anni ‘80 :
ξ il prodotto di varietà/intrattenimento
ξ il prodotto di fiction (comprendente anche i film
cinematografici)
ξ il prodotto d’informazione (telegiornale)
5
Da : ENCICLOPEDIA DELLA TELEVISIONE GARZANTI, a cura di Aldo Grasso, Garzanti Editore spa,
1996
La scarsa offerta di programmi ha permesso al pubblico di affezionarsi
immediatamente alle nuove storie proposte dalla neonata televisione, un
alternativa al cinema.
Con il passare degli anni si sono fatte strada due nuove e consistenti categorie di
programmi : lo sport e il programma dedicato a problematiche sociali, politiche,
sindacali. Lo sport, in particolare, ha saputo catalizzare l’attenzione registrando
ascolti da record. La fiction, pur contrastata da trasmissioni nuove ed
interessanti, ha saputo mantenere negli anni ascolti costanti ed elevati.
Per dare un’idea della presenza di fiction italiana in televisione vengono
catalogati i primi dieci prodotti più visti in varie annate. I dati espressi di seguito,
offerti inizialmente dal Servizio Opinioni e successivamente dall’Auditel,
esprimono i gradimenti del pubblico e rappresentano lo specchio delle tendenze
della popolazione italiana nei confronti delle trasmissioni televisive.
1961
Pos. Titolo Gen. Can. Asc.
1 Studio uno spett. Naz. 13.6
2 L’amico del
giaguaro
spett. Naz. 12.2
3 Canzonissima spett. Naz. 12.2
4 Il cantautore spett. Naz. 12.0
5 Campanile sera spett. Naz. 11.9
6 IX Festival della
canzone
napoletana
spett. Naz. 11.7
7 Barriera invisibile fiction Naz. 11.5
8 Direzione nord fiction Naz. 11.4
9 Graziella fiction Naz. 10.9
10 Quel che passa il
convento
fiction Naz. 10.8
1961 - altri titoli con un buon successo :
ξ Giallo club (tenente Sheridan)
ξ Elettra (sceneggiato)
Fuori classifica, molta prosa con
Pirandello e Shakespeare.
1962
Pos. Titolo Gen. Can. Asc.
1 L’amico del
giaguaro
spett. Naz. 14.7
2 Rinaldo in campo Spett. Naz. 14.6
3 XII Festival
Sanremo
Spett. Naz. 13.2
4 Canzonissima Spett. Naz. 13.1
5 Troppo giovani
per essere
bionde
Spett. Naz. 13.0
6 Alta fedeltà Spett. Naz. 12.7
7 Il signore delle
21
Spett. Naz. 12.5
8 Il cappotto fiction Naz. 12.4
9 Il berretto a
sonagli
fiction Naz. 12.1
10 Una tragedia
americana
fiction Naz. 12.0
1962 - buon pubblico hanno gli sceneggiati
e la prosa della domenica con Pirandello. I
tempi però cambiano : il teatro di Eduardo
De Filippo non raggiunge nemmeno il
livello minimo di rilevabilità dell’ascolto.
ξ Nel 1965 compaiono due telefilm stranieri : “La parola alla difesa” di Hitckock
e “Perry Mason”.
ξ Nel 1967 i “Promessi Sposi” di Bolchi arriva al terzo posto. “Caravaggio”, con
Volontè, arriva a 11.700.000 spettatori e, con 11.600.000, si piazza un telefilm
all’italiana :”Sheridan, squadra omicidi”.
ξ Nel 1968 troviamo “Cristoforo Colombo”, di Cottafavi ; al sesto posto c’è la
”Odissea”
ξ Nel 1969 “I fratelli Karamazov”, di Bolchi, arriva al decimo posto.
ξ Arriviamo agli anni ’70. Assistiamo alla crisi del prodotto televisivo italiano
per eccellenza : lo sceneggiato. Cresce, per contro, lo spazio dedicato alle
problematiche sociali e sindacali.
1971
Pos Titolo Gen. Can. Asc.
1 Canzonissima 71 Spett. Naz. 25.4
2 XXI Festival
Sanremo
Spett. Naz. 24.4
3 Come un uragano fiction Naz. 21.9
4 Rischiatutto Spett. Secon
do
21.4
5 Mai di sabato,
signora Lisistrata
Spett. Naz. 20.7
6 Calcio : Borussia -
Inter
Sport Naz. 20.5
7 Teatro 10 Spett. Naz. 20.1
8 Speciale per noi Spett. Naz. 19.8
9 Un mandarino per
Teo
Spett. Naz. 19.7
9 ...E le stelle stanno
a guardare
fiction Naz. 19.7
10 Nero Wolfe fiction Naz. 18.9
“Il Segno del comando”, con Gravina e
Pagliai, arriva a 14.800.000 spettatori.
Ma ci sono anche “Nero Wolfe” e “I
Racconti di Padre Brown” e non sono i
tradizionali sceneggiati : sono TV -
movies, non si basano sulla continuità
dell’ascolto e sono EPISODI. E’ la
prima risposta italiana al telefilm
d’importazione che continua a
conquistare uno spazio crescente.
Il Secondo canale, per la prima volta,
entra in classifica. E’ da notare anche
l’aumento degli ascolti, dovuto alla
crescente diffusione dell’apparecchio
televisivo.
1972
Pos Titolo Gen. Can. Asc.
1 XXII Festival
Sanremo
Spett. Naz. 26.3
2 Canzonissima 72 Spett. Naz. 23.8
3 Rischiatutto Spett. Sec. 22.0
4 Sai che ti dico ? Spett. Naz. 21.9
5 Teatro 10 Spett. Naz. 21.5
6 Le avventure di
Pinocchio
fiction Naz. 21.3
7 C’è Celentano Spett. Naz. 19.2
8 Sheridan : la
donna di picche
fiction Naz. 19.0
9 Il giudice e il suo
boia
fiction Naz. 18.7
10 Le inchieste del
commissario
Maigret
fiction Naz. 18.5
Sheridan e Maigret : la RAI sta
lavorando sulla SERIE ed è l’inizio di
un cammino nuovo.
C’è molto spettacolo, ma la grande
indimenticabile fiction ritorna con
“Pinocchio”.
Durante gli anni ’70 si assiste ad un lento, ma decisivo, cambiamento della
televisione italiana. Nascono le prime emittenti pirata, segno di una rivoluzione
che muterà lo scenario televisivo italiano nel giro di pochi anni.
Lo sport, con nuove e dedicate trasmissioni e la visione in diretta delle partite
conquista larghi riscontri.
Aumenta il pubblico e l’interesse per i telegiornali. La Seconda Rete raggiunge un
primo stabile successo.
ξ Nel 1976, al primo posto, si piazza “Sandokan”, al quinto posto “Qui squadra
mobile”, uno sceneggiato italiano e, fuori classifica ma con buoni piazzamenti,
alcuni telefilm d’acquisto come “Kojak”. Sulla Seconda Rete, “Gli Esuli” tratto
da Joyce, raccoglie 9.700.000 spettatori, segno che la prosa riesce ancora a
“tenere”.
ξ Nel 1977, al primo posto “Gesù di Nazareth” ; “Ligabue”, di Nocita, arriva a
quota 17.700.000.
ξ 1978 : la prosa come genere non è ancora superata. De Filippo, con “Il Teatro
di Eduardo” raccoglie 15.700.000 spettatori. Uno sceneggiato d’acquisto,
“Radici”, conquista un buon piazzamento con 18.700.000 spettatori.
ξ Nel 1979 nasce la Terza Rete, a carattere prettamente regionale.
ξ Arrivano gli anni ’80. Nasce Canale 5. Con l’avvento delle reti private
aumentano gli acquisti di prodotti stranieri, per poter coprire lo svariato
numero di ore di programmazione televisiva.
1981
Pos Titolo Gen. Can. Asc.
1 XXXI Festival
Sanremo
Spett. Rete 1 22.7
2 Portobello Spett. Rete 2 21.6
3 Scacco Matto Spett. Rete 1 20.9
4 Stasera niente di
nuovo
Spett. Rete 1 20.7
5 Flash Spett. Rete 1 20.3
6 Fantastico 2 Spett. Rete 1 20.0
7 Calcio :
Anderlecht- Juve
Sport Rete 1 18.3
8 Calcio : Italia -
Resto d’Europa
Sport Rete 1 17.5
9 Calcio : Italia -
Real Madrid
Sport Rete 1 17.5
10 Te la do io
l’America
Spett. Rete 1 16.4
Nel 1981 “Happy Days”, “Starsky e Hutc”
al loro esordio, non riescono a superare
“Dallas”, con una media di 14.437.000
spettatori.
Da notare, nei primi dieci posti, la
totale assenza di fiction.
1982
Pos Titolo Gen. Can. Asc.
1 Calcio : Italia -
Germania
Sport raiuno 36.7
2 Calcio : Brasile -
Italia
Sport raiuno 31.0
3 Calcio : Italia -
Polonia
Sport raidue 29.7
4 Marco Polo fiction raiuno 26.1
5 Fantastico 2 Spett. raiuno 25.8
6 XXXII Festival
Sanremo
Spett. raiuno 23.3
7 Fantastico 3 Spett. raiuno 22.2
8 Calcio : Italia -
Argentina
Sport raiuno 21.8
8 Portobello Spett. raidue 21.8
10 Flash Spett. raiuno 21.4
Le televisioni private incalzano. La RAI
deve inventare qualcosa di nuovo :
acquista molti prodotti esteri. Per
esempio, “Sulle strade della California”, o
“Hill Street giorno e notte”, ai quali
risponde Canale 5 con “Magnum P.I.”
ξ Nel 1983 sono in classifica sei partite di calcio su dieci programmi. E’ il segno
di quanto il calcio stia diventano centrale nella vita televisiva italiana. Si
segnalano comunque varie novità, soprattutto sul fronte dello spettacolo :
arriva “Drive In”, “Pronto, Raffaella ?”, “Al Paradise” e Mike Bongiorno
passa a Canale 5. Sul fronte della fiction, invece, niente di nuovo.
ξ Per trovare un nuovo successo di fiction italiana bisogna arrivare al 1987,
dove “La Piovra 3, IV puntata” arriva al sesto posto su Rai Uno. Su Canale 5, il
film “I due Carabinieri” riesce, con 13.945.000 spettatori, a far conquistare per
la prima volta un posto in classifica alla rete privata.
ξ Nel 1989 “La Piovra 4, VI puntata” arriva al terzo posto, mentre “I Promessi
Sposi” di Nocita conquistano ben due posizioni rispettivamente con la prima e
la sesta puntata. “Disperatamente Giulia”, uno dei primi prodotti di fiction di
Canale 5 viene seguito da 8.543.000 spettatori.
ξ Gli anni ’90. Un generale senso di equilibrio tra le reti pubbliche e le reti
private è il segno di una maturità che si va pian piano conquistando. Per
quanto riguarda la classifica, nei primi dieci posti svettano nove partite del
Campionato del Mondo 1990. “La parodia dei Promessi Sposi”, curata dal trio
Marchesini, Solenghi, Lopez arriva a raccogliere 14.212.000 spettatori mentre
“La Piovra 5” arriva a 12.565.000.