Il neuroblastoma
promuove l’induzione dei fattori di crescita HASH-1 e Phox2b che,
nell’ordine, inducono l’espressione di c-ret, la cui attivazione manda
segnali intracellulari nel nucleo per produrre differenziazione neuronale.
HASH-1 e Phox2b regolano anche l’espressione di tirosina idrossilasi (TH)
e dopamina idrossilasi (DBH) che controllano la sintesi della
noradrenalina e, più a valle, l’espressione di una famiglia di recettori per le
tirosin chinasi (trk):
Trk-A, recettore ad alta affinità per NGF
Trk-B, il recettore ad alta affinità per il fattore neurotrofico
derivante dal cervello (BDNF)
Trk-C, il recettore ad alta affinità per il fattore neurotrofico NR-3
Si tratta di recettori per fattori neurotrofici che promuovono il
differenziamento, la crescita e la sopravvivenza dei neuroni sia del SNC
che periferico.
I marker genici espressi sono: HASH-1, un fattore di trascrizione
tessuto specifico, coinvolto nella regolazione genica e nel differenziamento.
Bcl2 è un proto oncogene associato alla sopravvivenza ed individuato nel
ganglio simpatico. N-CAM, noto anche come HNK-1 è una glicoproteina
associata alla migrazione delle cellule dalla cresta neurale. d-HAND è un
altro fattore di trascrizione tessuto specifico, durante lo sviluppo, la sua
espressione è regolata verso il basso nelle cellule cromaffini, mentre
persiste negli altri tessuti. N-myc è un membro della famiglia dei geni myc
che codifica per b-HLD, un fattore di trascrizione che ha un’espressione
spazio-temporale ristretta nel SNC e periferico durante i primi stadi dello
sviluppo. N-myc è espresso in modo uniforme nelle NCSC in migrazione;
alti livelli di espressione di N-myc mantengono un elevato potere
replicativo e bloccano il differenziamento cellulare negli stadi più primitivi
dello sviluppo. Tuttavia durante la progressione dello sviluppo embrionale,
alti valori di myc promuovono il differenziamento neuronale (Mora et al.
2004).
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Il neuroblastoma
Figura 1: Sciluppo del SNS e geni del neuroblastoma
1.2 CLASSIFICAZIONE DEI NEUROBLASTOMI
Una volta i tumori neuroblastici erano definiti “enigmatici” per le loro
inaspettate caratteristiche cliniche come involuzione, regressione
spontanea, maturazione e progressione aggressiva. Oggi invece, sulla base
di nuove ricerche, questi tumori sono definiti eterogenei con proprietà
biologiche individuali strettamente correlate alle loro caratteristiche
cliniche ed istologiche uniche (Shimada et al. 1999).
L’International Neuroblastoma Patology Classification si basa, con
qualche modifica, sulla classificazione di Shimada basata sull’età in cui il
tumore è diagnosticato e che divide i tumori neuroblastici a seconda
dell’abbondanza relativa di stroma e all’avanzamento del differenziamento.
Sulla base di ciò possiamo individuare quattro diverse categorie di tumori:
Neuroblastomi poveri in stroma con neuroblasti indifferenziati, in
fase di differenziamenti o differenziati
Ganglioneuroblastomi ricchi in stroma e con neuroblasti sia
differenziati che non.
Ganglioneuromi stroma dominanti con neuroblasti in maturazione
e cellule gangliari mature
Ganglioneuroblastoma nodulare composto sia da cellule ricche in
stroma, sia povere, sia stroma dominanti e con neuroblasti a
differenziazione variabile.
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Il neuroblastoma
Questa classificazione introduce un indice di mitosi (MKI) come indice
per la prognosi. Possiamo quindi riassumere in un’unica tabella i vari tipi
di tumori neuroblastici, la loro età di scoperta, le loro caratteristiche
istologiche e la conseguente prognosi favorevole o sfavorevole(Shimada et
al.1999).
Classificazione
internazionale del
neuroblastoma
Età
(in anni)
Istologia
Prognosi
Neuroblastoma (
povero in stroma)
< 1,5
Poco differenziato
o differenziato e
MKI basso o
intermedio
Favorevole
1,5 - 5
Differenziato con
MKI basso
Favorevole
< 1,5
Tumore
indifferenziato MKI
basso
Sfavorevole
1,5 - 5
Tumore
indifferenziato o
poco differenziato,
qualunque MKI
Sfavorevole
> 5 Tutti i tumori Sfavorevole
Ganglioneuroblastoma
intermedio (ricco in
stroma)
A tutte le età Tutti i tumori Favorevole
Ganglioneuroma in
maturazione e maturo
(stroma dominante)
A tutte le età Tutti i tumori Favorevole
Ganglioneuroblastoma
nodulare ( sia stroma
ricco, sia povero che
dominante)
A tutte le età Tutti i tumori Sfavorevole
Ogni tumore neuroblastico può poi presentarsi in vari stadi:
Stadio 1 → tumore localizzato, asportazione completa, possibile
presenza di residui microscopici.
Stadio 2A → tumore localizzato, asportazione incompleta, nodi
ipsilaterali negativi.
Stadio 2B → tumore localizzato, asportazione completa, presenza
di nodi ipsilaterali, assenza di nodi controlaterali.
Stadio 3 → resezione incompleta, il tumore ipsilaterale si estende
oltre la linea mediana.
Stadio 4 → ogni tumore primario che coinvolge altri organi.
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Il neuroblastoma
Stadio 4s → localizzazione del tumore limitata a pelle, fegato e
midollo osseo ( limitata a bambini di età inferiore ad 1 anno)
(Weinsteinet al. 2003).
In base a ciò possono essere ancora individuate diverse categorie di
rischio:
Tumori ad alto rischio → include una malattia disseminata con
molte alterazioni geniche compresa l’ amplificazione di N-myc
(corrisponde agli stadi 3 e 4).
Tumori a rischio intermedio → si tratta di tumori molto estesi con
molte alterazioni geniche, compresa l’ amplificazione di N-myc.
Tumori a basso rischio → comprendono bambini con piccoli
tumori che possono essere trattati semplicemente con la chirurgia (
corrispondono agli stadi 1 e 2 A) (Van Noesel et al. 2003).
I tumori in fase 4s costituiscono una varietà di cancro caratteristica
per il fenomeno della regressione spontanea. Questo fenomeno, si ha
quando una neoplasia istologicamente documentata subisce una
regressione, parziale o totale, senza nessun tipo di terapia medica
specifica. Il meccanismo responsabile della regressione spontanea è
l’apoptosi (Tortajada et al. 2005).
1.3 INCIDENZA E FATTORI PREDISPONENTI
I neuroblastomi rappresentano 8-10% di tutti i tumori pediatrici e
l’80% di quelli dei bambini al di sotto dei 5 anni, costituendo il più rilevante
tumore solido in questa fascia di età (Van Noesel et al. 2003). I maschi sono
colpiti più frequentemente rispetto alle femmine con un rapporto 1,2:1 ed i
più colpiti sono i bambini di razza bianca (Schüz et al. 1999).
Per ragioni ancora sconosciute la prognosi nei bambini al di sotto di
1 anno di età al momento della diagnosi, è significativamente migliore
rispetto a quella di bambini più grandi allo stesso stadio clinico, dove è più
probabile la trasformazione in ganglioneuroblastoma (Van Noesel et al.
2003).
6
Il neuroblastoma
L’1-2% dei pazienti presenta nella sua storia famigliare precedenti
casi di questo tumore, che possiede un carattere mendeliano autosomico
dominante con penetranza incompleta.
L’irradiazione fetale è correlata con un maggior rischio di sviluppare
un neuroblastoma, così come l’esposizione occupazionale dei genitori a
radiazioni, idrocarburi volatili, pesticidi-insetticidi, metalli e diossina. In
particolare una esposizione del padre prima del concepimento, può
indurre occasionali mutazioni germinali; queste sostanze sono anche in
grado di passare la barriera placentare.
L’assunzione terapeutica di ormoni sessuali durante la gestazione è
associata ad un maggior rischio di contrarre il neuroblastoma, allo stesso
modo di altri farmaci come diuretici, miorilassanti, ansiolitici, analgesici
ecc.
Anche il consumo di tabacco ed alcool durante la gravidanza è
associto ad un maggiore rischi di neuroblastoma nei bambini. L’uso
frequente di tinte per capelli da parte della madre, è collegato ad un
aumento addirittura tre volte maggiore del previsto nei bambini esposti
intrauterinamente.
La relazione tra parto prematuro e rischio di neuroblastoma è molto
controversa, mentre è stato dimostrato che un alla nascita, un peso
inferiore ai 2,5 Kg incrementa significativamente il rischio di questa
patologia negli stadi più avanzati.
1.4 ALTERAZIONI GENICHE
L’aneuploidia (l’aumento o la perdita di uno o più cromosomi da
parte di un corredo diploide) è una forma di instabilità genetica
frequentemente osservata nei neuroblastomi. Tumori diploidi e triploidi
sono spesso riscontrati in pazienti al di sopra di un anno di età associati ad
anormalità strutturali che coinvolgono perdita di alleli sul braccio corto del
cromosoma 1, amplificazione del gene MYCN con sviluppo di tumori
aggressivi. Tumori triploidi o iperploidi sono spesso riscontrati in pazienti
al di sotto dei 12 mesi o in tumori a basso rischio, con poche o nessuna
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Il neuroblastoma
anormalità nella struttura cromosomica. Tumori pentaploidi sono rari e
riscontrati in pazienti con prognosi favorevole.
Si pensa che questa non corretta segregazione dei cromosomi, sia il
risultato di un amplificazione o ipertrofia dei centrosomi (Van Noesel et al
2003).
1.4.1 DELEZIONE DEL CROMOSOMA 1
Delezini del braccio corto del cromosoma 1 sono state riscontrate
nel 30-80% dei cariotipi di cellule di neuroblastoma, mentre nel 30% è stata
riscontrata la perdita in eterozigosi. La presenza di differenti livelli di
delezione nel neuroblastoma, dimostrati da differenti aspetti clinici,
suggerisce la presenza di differenti geni soppressori associati allo sviluppo
di neuroblastomi localizzati sul cromosoma 1 (Hiyama et al. 2001).
Possiamo avere due tipi di delezione: una interstiziale, dove la
regione sovraespressa (SRO) è collocata a livello 1p36.1-1p36.2, l’altra
terminale, dove SRO è posta a livello 1p36.3 e1p32 (Maris et al. 2001).
Questi tre loci sono ritenuti quindi essere portatori di geni soppressori per
il neuroblastoma; a livello 1p36.3, per esempio, è stato identificato il gene
p73, omologo di p53, la fosfoproteina che è il “check point” nel ciclo
cellulare che monitora i danni al DNA.
Possiamo infine dire che, loci che subiscono delezione terminale portano
ad una prognosi peggiore rispetto a quelli con delezione interstiziale e, più
estesa è la delezione terminale, più alto sarà il potenziale di malignità del
tumore (Hyiama et al. 2001).
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