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sostanziale componente civile. I ribelli avevano sperato di
guadagnare rapidamente il controllo della capitale, Madrid, e di tutte
le altre importanti città spagnole. Siviglia, Pamplona, La Coruña,
Cadice, Jerez de la Frontera, Cordoba, Saragozza e Oviedo caddero
tutte sotto il controllo dei ribelli, conosciuti anche come nazionalisti
o fascisti, ma fallirono a Barcellona e Madrid. A causa di ciò, ne
risultò una protratta guerra civile.
I partecipanti attivi nella guerra coprivano l'intera gamma di
posizioni politiche e ideologiche dell'epoca. Le file nazionaliste
comprendevano i fascisti della Falange, i carlisti e i monarchici
legittimisti, i nazionalisti spagnoli e la maggior parte dei
conservatori. Lo schieramento repubblicano invece era formato dalla
maggioranza dei Liberali, i nazionalisti Baschi e Catalani, i socialisti,
i comunisti Stalinisti e Trotzkyisti, e gli anarchici di varie ideologie.
Guardando alla composizione da un altro punto di vista, i nazionalisti
comprendevano la maggioranza dei cattolici praticanti e del clero (al
di fuori della regione Basca), importanti elementi dell'esercito, e la
gran parte dei proprietari terrieri e degli affaristi. I repubblicani erano
composti dalle classi operaie urbane, dai contadini e da buona parte
del ceto medio istruito, specialmente quelli che non erano
imprenditori.
I capi della ribellione furono i generali Francisco Franco, Emilio
Mola e José Sanjurjo. Sanjurjo fu il leader incontestato della rivolta,
ma rimase ucciso in un incidente aereo il 20 luglio mentre si recava
in Spagna per prendere il controllo delle forze ribelli. Nel frattempo
Franco, il Comandante generale dell'esercito spagnolo fin dal 1933, e
5
già notoriamente filo-fascista, volò dalle Canarie alle colonie
spagnole del Marocco, dove prese il comando. Per i restanti tre anni
di guerra Franco fu il comandante di tutti i nazionalisti ed arrangiò
gli eventi in modo tale che alla fine della guerra non ci sarebbe stata
opposizione al suo governo.
Una delle motivazioni principali sostenute all'epoca dell'iniziale
sollevazione nazionalista fu quella di contrastare l'anticlericalismo
del regime repubblicano e di difendere la Chiesa Cattolica Romana,
che venne censurata per il suo appoggio alla monarchia e che molti,
dalla parte repubblicana, incolpavano dei mali della nazione. Nei
primi giorni di guerra, chiese, conventi e altri edifici religiosi
vennero incendiati, molti preti e suore uccisi senza che le autorità
repubblicane facessero nulla per impedirlo. Gli articoli 24 e 26 della
costituzione della repubblica avevano messo al bando i Gesuiti, il
che aveva profondamente offeso molti dei nazionalisti. Nonostante
queste questioni religiose, i nazionalisti Baschi, che erano
praticamente tutti schierati con la Repubblica, erano, in maggioranza,
cattolici praticanti
1
.
La ribellione venne contrastata dal governo (con le truppe che gli
erano rimaste leali), così come da gruppi socialisti, comunisti, e
anarchici. Le potenze europee, come Regno Unito e Francia, erano
ufficialmente neutrali, ma imposero comunque un embargo sulle
armi alla Spagna e scoraggiarono attivamente la partecipazione
antifascista dei loro cittadini. Sia l'Italia Fascista di Benito Mussolini
1
Nel 2004 Papa Giovanni Paolo II ha approvato la canonizzazione di otto dei martiri della
Guerra Civile Spagnola, uccisi solo perché erano preti o suore.
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che la Germania nazista violarono l'embargo e inviarono truppe (il
Corpo Truppe Volontarie e la Legione Condor) e armi in supporto a
Franco. In aggiunta, ci furono pochi volontari da altre nazioni che
combatterono con i nazionalisti, come ad esempio Eoin O'Duffy
dall'Irlanda.
I repubblicani ricevettero supporto limitato dall'Unione Sovietica,
così come da individuali volontari idealisti di molte nazioni,
collettivamente conosciuti come Brigate Internazionali, anche se di
fatto la partecipazione individuale straniera fu diretta anche ai
contingenti di miliziani, integrandosi con gli spagnoli repubblicani e
anarchici. I volontari italiani formarono la Brigata Garibaldi, gli
statunitensi la Brigata Abraham Lincoln, i canadesi il Battaglione
Mackenzie-Papineau (i "Mac-Paps"). Tra i più famosi partecipanti
stranieri alla lotta contro il fascismo troviamo Ernest Hemingway e
George Orwell, che scrisse le sue esperienze in Omaggio alla
Catalogna. Anche il romanzo di Hemingway Per chi suona la
campana fu ispirato dalle sue esperienze in Spagna. Norman
Bethune sfruttò questa opportunità per sviluppare le sue doti speciali
nella medicina da campo. Come visitatore casuale, Errol Flynn usò
un falso rapporto sulla sua morte al fronte per promuovere i suoi
film. Tra gli oltre 3.000 italiani troviamo Palmiro Togliatti, Pietro
Nenni, Camillo Berneri e Carlo Rosselli che partecipò con la sua
organizzazione antifascista Giustizia e Libertà.
Comunque, anche se i nazionalisti ricevettero apertamente aiuto in
forma di armi e truppe da Germania e Italia, i repubblicani non ne
ricevettero alcuno dalle maggiori potenze mondiali (ovvero Regno
7
Unito, Stati Uniti , e in minor misura la Francia). Molte di queste
potenze stavano ancora praticando una politica di appeasement nei
confronti dei regimi fascisti o videro con disgusto gli elementi sociali
rivoluzionari all'interno delle forze antifasciste o credettero che i
repubblicani fossero comunisti.
La Germania usò la guerra come campo di prova per carri armati e
aerei migliori, che stavano divenendo disponibili all'epoca, come il
nuovissimo caccia Messerschmitt Bf 109 e il bombardiere/trasporto
Junkers Ju 52 i quali vennero entrambi usati nella Guerra Civile
Spagnola. Inoltre, furono impiegati anche i caccia Sovietici Il-15 e
Il-16.
La Guerra Civile Spagnola fu anche un esempio di guerra totale,
dove il bombardamento della città basca di Guernica da parte della
Luftwaffe fece intravedere episodi della seconda guerra mondiale,
come la campagna di bombardamenti dell'Inghilterra da parte dei
nazisti o il bombardamento degli Alleati su Dresda.
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2. L'INTERVENTO STRANIERO IN SPAGNA E LA
SITUAZIONE INTERNAZIONALE
ξ Francia: Il legittimo governo della Repubblica ebbe subito la
simpatia della Francia, il cui governo era allora marcatamente di
sinistra (Fronte Popolare) L'aiuto fornito dai francesi,seppur non
direttamente e in via ufficiale, fu prezioso per la repubblica,
soprattutto nelle fasi iniziali del conflitto. Dalle frontiere aperte
della Francia transitarono armi ed equipaggiamenti, tra cui
parecchi aeroplani che furono una vera manna per la Aviaciòn
Militar, che nel 1936 poteva contare su antiquati apparecchi, tra
cui i caccia Hispano Nieuport Ni-52. Bombardieri e caccia
venduti in via privata dalle industrie nazionali francesi diedero un
pò di ossigeno agli aviatori repubblicani. Moltissimi volontari che
confluirono nelle Brigate Internazionali arriveranno in Spagna
dalla frontiera francese, come pure moltissimi profughi spagnoli
troveranno scampo grazie al rifugio trovato in Francia. Secondo
quanto stabilito in linea di massima dalla comunità internazionale,
la Francia rimase però ufficialmente estranea al conflitto, e
benché importante, il suo aiuto non si rivelò sufficientemente
incisivo per la causa repubblicana.
ξ Messico : Il governo messicano appoggiò decisamente la
repubblica spagnola, provvedendo alla raccolta e all'invio di armi.
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In Messico troveranno rifugio molti profughi dopo la sconfitta
repubblicana.
ξ Unione Sovietica: Dopo un iniziale disimpegno, l’Unione
Sovietica si decise ad appoggiare la Repubblica spagnola, col
preciso obiettivo, in caso di vittoria, di creare un'isola bolscevica
a cavallo fra il Mediterraneo e l'Atlantico. Tuttavia una Spagna
fedele a Mosca era non solo un cambio di politica, che vedeva
l'Unione Sovietica accantonare la teoria del "socialismo in un solo
paese", ma poneva problemi eminentemente pratici: primo fra
tutti la conquista del potere assoluto da parte del partito
comunista spagnolo, a danno delle altre numerose formazioni di
sinistra, anarchici, trotzkyisti, internazionalisti, visti da Stalin
come un pericolo al pari e forse più dei ribelli nazionalisti. Una
volta presa la decisione l'intervento sovietico, anch'esso
mascherato e non ufficiale, si concretizzò nell'invio di istruttori ed
esperti militari, di un discreto numero di piloti, e di una quantità
di materiale bellico seconda solo a quella inviata dall'Italia a
favore dei ribelli. Il materiale bellico sovietico rialzò
temporaneamente le sorti della Repubblica, con i temibili carri
armati T-26, i velocissimi bombardieri Tupolev SB2, i caccia I-15
e I-16.
ξ Italia : Il governo italiano seguiva con moderato interesse le
vicende di politica interna spagnola, e dei fondi segreti erano
stanziati ogni anno per finanziare formazioni di destra, la più
importante delle quali, per vicinanza di ideali, era la Falange di
Miguel Primo de Rivera. Il pronunciamento militare vide
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l'immediato intervento italiano a favore dei ribelli, incominciato
con l'invio di aerei da bombardamento Savoia-Marchetti S.M.81
L'intervento militare italiano fu non ufficiale, e basato su
volontari. In realtà, si trattò di un intervento massiccio in uomini e
mezzi. La sola entità del Corpo truppe Volontarie era pari ad un
grosso Corpo d'armata, costituita da truppe regolari italiane. Dal
punto di vista delle forze aeree l'Italia fornì circa 750 velivoli di
tutti i tipi, lasciandone molti alle nuove forze aeree spagnole al
termine del conflitto. Il contributo degli aerei italiani e dei
numerosissimi equipaggi addestrati, che fecero parte prima della
componente aerea del Tercio e poi dell'Aviazione Legionaria, fu
fondamentale per la supremazia aerea nazionalista. L'Italia
intervenne illegalmente anche con dispiegamenti di forze navali
corsare, che attaccarono navi repubblicane, e arrivarono a
bombardare nottetempo le coste catalane e la città di Barcellona.
Le proteste delle altre potenze indussero tuttavia a interrompere
una vera e propria guerra navale non dichiarata. La guerra civile
spagnola risucchiò risorse ingenti e preziose per l'Italia, è ciò
andò a pesare poi con l'entrata in guerra contro Gran Bretagna e
Francia poco più di un anno dopo la fine delle operazioni in
Spagna.
ξ Germania: l'intervento della Germania nazionalsocialista fu
più limitato nelle cifre, ma decisamente meglio pianificato di
quello italiano, ed estremamente più efficace per gli obiettivi
tedeschi, che fondamentalmente erano quelli di sperimentare i
nuovi armamenti in vista del confronto con le potenze occidentali
11
e con l'URSS. Tristemente celebre, e immortalata dal capolavoro
di Pablo Picasso, è il bombardamento effettuato dai Dornier Do-
17 sulla cittadina basca di Guernica, primo esempio di un attacco
diretto indiscriminatamente contro la popolazione civile. Nel
corso delle operazioni i tedeschi (inquadrati nella Legione
Condor) sperimentarono nuove efficacissime tecniche di attacco
aereo, affinarono il bombardamento in picchiata collaudando i
celebri Junkers Ju-87 che di lì a pochi anni saranno il terrore della
Polonia, della Norvegia, dell'Olanda e della Francia. Le forniture
militari agli spagnoli non mancarono, ma le armi migliori
rimasero sempre sotto diretto controllo tedesco.
ξ Portogallo: Il regime dittatoriale del presidente Salazàr
manifestò subito le proprie simpatie per i ribelli spagnoli, e non
pochi furono gli aiuti in uomini, mezzi e finanziamenti giunti dal
Portogallo a favore della causa nazionalista.
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3. LA GUERRA:1936-1939
Nei primi giorni di guerra, oltre 50.000 persone si trovarono nella
parte "sbagliata" delle linee e vennero giustiziate o assassinate.
Nelle cosiddette paseos ("passeggiate"), le vittime venivano prese
dai loro rifugi o prigioni, da gente armata, per essere fucilati fuori
dalla città. La guerra fornì anche un pretesto per molti
regolamenti di conti dovuti a odi tra vicini. Probabilmente il caso
più famoso tra questi fu quello del poeta e drammaturgo Federico
García Lorca. Il numero di vittime fu probabilmente comparabile
su entrambi i lati delle linee.
Tutte le speranze di una rapida fine della guerra cessarono il 21
luglio, il quinto giorno di guerra, quando i nazionalisti catturarono
la principale base navale spagnola di Ferrol nella Spagna nord-
occidentale. Questo incoraggiò le nazioni fasciste d'Europa ad
aiutare Franco, che aveva già contattato i governi di Germania e
Italia il giorno prima. Il 26 luglio queste due nazioni diedero il
loro appoggio ai nazionalisti.
L'aiuto dell'Asse ripagò Franco da subito. Le sue forze
nazionaliste ottennero un'altra grande vittoria il 27 settembre,
quando la città di Toledo venne catturata. (Una guarnigione
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nazionalista comandata dal colonnello Moscardò aveva tenuto
l'Alcazar, nel centro della città, fin dall'inizio della ribellione).
Due giorni dopo, Franco si proclamò Generalísimo e Caudillo
("capo") mentre unificava i vari elementi falangisti e realisti della
causa nazionalista in un unico movimento. In ottobre, i
nazionalisti lanciarono una grossa offensiva verso Madrid, ma la
crescente resistenza da parte del governo e l'arrivo di "volontari"
dall'Unione Sovietica fermò l'avanzata l'8 novembre. Nel
frattempo, il governo si spostò da Madrid a Valencia, fuori dalla
zona di combattimento, il 6 novembre.
Il 18 novembre, Germania e Italia riconobbero ufficialmente il
regime di Franco, e il 23 dicembre, l'Italia inviò dei "volontari"
(non richiesti da Franco, ma inviati per iniziativa del governo
fascista) a combattere per i nazionalisti.
Nel maggio 1937, il governo si mosse per riconquistare Segovia,
costringendo Franco a togliere truppe dal fronte di Madrid per
fermarne l'avanzata. Mola, il secondo in comando di Franco,
rimase ucciso in un incidente aereo il 3 giugno, e ai primi di
luglio, il governo lanciò una forte controffensiva nell'area di
Madrid, che i nazionalisti respinsero con qualche difficoltà.
Dopodiché, Franco riprese l'iniziativa, invadendo l'Aragona in
agosto e prendendo le città di Santander e Gijón. Il 28 agosto, il
Vaticano riconobbe il governo di Franco su pressione di
Mussolini, e alla fine di novembre, con i nazionalisti che
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premevano su Valencia, il governo si spostò di nuovo, a
Barcellona.
Le due parti si scontrarono sul possesso della città di Teruel per
tutto gennaio e febbraio del 1938 , con i nazionalisti che infine ne
presero il controllo definitivo il 22 febbraio. Il 14 aprile, i
nazionalisti arrivarono al Mar Mediterraneo tagliando in due la
parte di Spagna controllata dai repubblicani. Il governo cercò di
tratare la pace in maggio, ma Franco richiese la resa
incondizionata, e la guerra continuò a infuriare.
Il governo allora pose tutte le sue risorse in una campagna per
riconnettere le due parti di territorio, nella Battaglia dell'Ebro, che
iniziò il 24 luglio e durò fino al 26 novembre. Il fallimento di
questa determinò lo sviluppo finale della guerra. Otto giorni
prima dell'anno nuovo, Franco reagì lanciando una forza
massiccia nell'invasione della Catalogna.
I nazionalisti conquistarono la Catalogna, con una campagna
turbinosa, durante i primi due mesi del 1939. Tarragona cadde il
14 gennaio, Barcellona il 26 gennaio e Girona il 5 febbraio.
Cinque giorni dopo la caduta di Girona, l'ultima resistenza in
Catalogna fu spezzata.
Il 27 febbraio, i governi di Regno Unito e Francia riconobbero
con riluttanza il regime franchista.
Solo Madrid e pochi altri capisaldi rimasero nelle mani delle
forze governative. Il 28 marzo, con l'aiuto di forze pro-franchiste
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all'interno della città (la "quinta colonna" che il generale Mola
menzionò in un messaggio di propaganda del 1936), Madrid
cadde nelle mani dei nazionalisti. Il giorno seguente, Valencia,
che aveva resistito sotto i cannoni dei nazionalisti per quasi due
anni, si arrese anch'essa. La vittoria venne proclamata il 1° aprile,
quando l'ultima delle forze repubblicane si arrese.