2
Si ha in questa fase la cosiddetta “metafisica dell’artista”
2
: l’arte è
in grado di spiegare l’essenza del mondo e della vita. “Soltanto con
l’occhio dell’arte il pensatore riesce a vedere nel cuore del mondo. Ma
è essenzialmente l’arte tragica, la tragedia antica che ha questa capacità
di compenetrazione”
3
. Nel testo La nascita della tragedia dallo spirito
della musica, ovvero grecità e pessimismo (pubblicato nel 1871),
Nietzsche scopre nella tragedia greca la compresenza e il contrasto tra
apollineo e dionisiaco. Apollo è il dio della luce, della misura e della
forma, Dioniso è invece il dio della notte, dell’ebbrezza e del caotico.
“Come l’apollineo tende a produrre immagini definite, forme
armoniose e stabili che rassicurino, l’impulso dionisiaco, non è solo la
sensibilità al caos dell’esistenza, ma è anche spinta a immergersi in
questo caos”
4
. Nell’antica tragedia greca si ha una perfetta sintesi dei
due impulsi. Sarà poi Socrate a decretare la fine della tragedia antica
introducendo una visione razionale del mondo dove caos, irrazionale e
tragico non avranno più senso. L’obiettivo di Nietzsche, in questo
primo periodo del suo filosofare, è dunque quello relativo al ritorno alla
2
Ho seguito per questa e altre denominazioni G. Vattimo, Introduzione a Nietzsche, op. cit.
3
E. Fink, La filosofia di Nietzsche, 1960, trad. a cura di P. R. Traverso, Marsilio, Padova 1973,
pag. 19
3
cultura tragica attraverso il recupero dell’elemento dionisiaco rimosso
dal socratismo. Con Umano, troppo umano
5
, inizia invece quello che
Vattimo definisce il “periodo illuministico” di Nietzsche. In questa
fase, il filosofo ha ormai abbandonato il suo progetto di una possibile
rinascita della cultura tragica. Anche l’arte perde il suo carattere di
centralità: ora essa viene considerata da Nietzsche solo una fase
superata dell’umanità adatta alle epoche in cui la civiltà era più violenta
e passionale. Oggi che l’uomo è più maturo, il ruolo dominante spetta
invece alla scienza. Tuttavia, neanche la scienza può condurci oltre
l’apparenza, alla cosa in sé. Il suo ruolo è essenzialmente critico:
Nietzsche intende cioè servirsi della scienza per dimostrare che tutto il
nostro mondo morale poggia su “errori”. Il compito della scienza non è
dunque quello di darci un sapere obiettivo; essa deve solo consentire un
ripercorrimento critico della storia dell’umanità che è sempre storia di
errori. Con Così parlò Zarathustra
6
, inizia la terza fase che Vattimo
definisce “filosofia dell’Eterno ritorno”. E’ il periodo costruttivo del
pensiero di Nietzsche; terminata la ricostruzione critica degli errori
4
G. Vattimo, Introduzione a Nietzsche, op. cit. , pag. 15
5
F. Nietzsche, Umano, troppo umano, 1878, trad. , a cura di S. Giometta, Adelphi, Milano
6
F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra”, 1883-85, trad. a cura di M. Montanari, Adelphi, Milano
4
morali e metafisici, ora egli ci presenta le sue teorie fondamentali:
Eterno Ritorno, Superuomo e Volontà di Potenza.
Pur accettando questa suddivisione, ai fini del presente lavoro
incentrato sulla questione etica, ho tralasciato la prima fase, quella
relativa alla “metafisica dell’artista”. Nella prima parte, ho analizzato i
testi del periodo “illuministico” di Nietzsche: Umano, troppo umano
7
che esce nel 1878, Umano, troppo umano, volume secondo
8
del 1879-
80, Aurora
9
pubblicata nel 1881 e La Gaia Scienza
10
uscito nel 1882.
Come abbiamo visto precedentemente, nella cosiddetta “fase
illuministica”, Nietzsche non crede seriamente nel progresso, nella
ragione e nell’oggettività del sapere scientifico, egli cerca solo
un’alleanza con la scienza contro la metafisica. In Umano, troppo
umano, Nietzsche utilizza un metodo da lui definito “storico e
psicologico”che gli consente di operare una ricostruzione del processo
che ha portato alla nascita e allo sviluppo della morale, della religione e
7
F. Nietzsche, Umano, troppo umano, op. cit
8
F. Nietzsche, Umano, troppo umano, volume secondo, 1886 (il volume è diviso in due parti che
costituiscono la continuazione di Umano, troppo umano: si tratta di Opinioni e sentenze diverse
che esce nel 1879 e Il Viandante e la sua ombra pubblicato nel 1880. Nel 1886 Nietzsche riunisce le
tre opere in due volumi che portano il titolo di Umano, troppo umano. Le Opinioni e il Viandante
costituiscono appunto il secondo volume). trad. a cura di S. Giometta, Adelphi , Milano
9
F. Nietzsche, Aurora, 1881, trad. a cura di F. Masini , Adelphi, Milano
10
F. Nietzsche, La Gaia Scienza, 1882, trad. a cura di F. Masini , Adelphi, Milano
5
della metafisica. Ricostruendo la storia dei sentimenti morali, Nietzsche
scopre che tutto il mondo dell'Etica è costruito su errori. Il primo e più
fondamentale errore è il credere che possano esistere azioni morali;
secondo Nietzsche, l'uomo agisce spinto dall'istinto di conservazione e
dall'intenzione di evitare il dolore e di procurarsi il piacere. L'opera di
smascheramento dell'Etica e della Religione ha lo scopo di aiutare gli
uomini a liberarsi dalle catene morali, a prendere congedo dagli errori
metafisici portando così a compimento quel processo che Nietzsche
chiama coi nomi di "Autosoppressione della morale" e "Morte di Dio".
Ma se in Umano, troppo umano dominava l’osservazione storica e
critica, in Aurora e ancor di più nel testo La Gaia Scienza, Nietzsche si
sbarazza a poco a poco del rigore scientifico e dello scetticismo
iniziale: la “scienza” di Nietzsche diviene ora scienza gaia e dionisiaca,
volta all’accettazione dell’innocenza del divenire. Anche lo spirito
libero si allontana sempre più dall’immagine del freddo critico, del
grande scettico: egli è ora l’uomo che gioca con la scienza, lo
sperimentatore. Lo spirito libero ha anche preso coscienza di essere
stato il creatore dei valori che credeva “eterni” e “trascendenti”. Grazie
a questa scoperta, ora egli può liberarsi degli “errori” metafisici e
6
costruire nuovi valori. Nella seconda parte, vengono analizzate le opere
di Nietzsche degli anni 1886 e 1887: si tratta di Al di là del bene e del
male
11
e di Genealogia della morale
12
scritte dopo Così parlò
Zarathustra
13,
opera in cui Nietzsche aveva cercato di elaborare una
filosofia costruttiva. Caratteristica della seconda parte è l’impostazione
genealogica anziché critico-distruttiva.
Nietzsche opera una ricostruzione genealogica della morale che gli
permette di risalire all’origine nascosta dei comportamenti etici. La
morale tradizionale gli si rivela così come uno strumento di dominio
con cui i più deboli hanno soggiogato i più forti e i più sani instillando
in loro sensi di colpa e inducendoli a vergognarsi dei loro sani istinti
vitali. Per colpa della morale, l'uomo ha imparato a diffidare delle
proprie pulsioni, a reprimerle, a soffocarle dentro di sé. Ma impedendo
lo sbocco all'esterno dei suoi istinti, l'uomo ottiene solo che questi
irrompano violentemente nel suo mondo interiore, facendone un
animale malato che rivolge contro di sé il suo bisogno di far male, che
11
F. Nietzsche, Al di là del bene e del male, 1886, trad. a cura di F. Masini , Adelphi, Milano
12
F. Nietzsche, Genealogia della morale, 1887, trad. a cura di F. Masini, Adelphi, Milano
13
F. Nietzsche Così parlò Zarathustra”, op. cit.
7
fa "[. . . ] a brani se stesso. ”
14
Nella terza parte vengono invece affrontati i grandi temi della
filosofia di Nietzsche: il
Nichilismo, la Volontà di Potenza, il
Superuomo e l‘Eterno Ritorno analizzati attraverso la lettura dei
seguenti testi: Crepuscolo degli idoli
15
del 1889, Così parlò
Zarathustra
16
del 1883-85 e i frammenti di La Volontà di Potenza
17
ordinati dopo la morte di Nietzsche da P. Gast e da E. Foster-Nietzsche
(sorella del filosofo). Questi libri hanno in comune il fatto di
rappresentare, a mio avviso, la parte costruttiva della filosofia di
Nietzsche. In queste opere, infatti, Nietzsche va oltre la critica e la
distruzione dei valori tradizionali e ci presenta le sue principali teorie
filosofiche: il Nichilismo, la Volontà di Potenza, il Superuomo e
l’Eterno Ritorno. Il Nichilismo è la mancanza di senso, la terribile
sensazione di vuoto, il sentimento dell'inutilità della vita umana che
avverte l'uomo nel momento in cui vengono a cadere i valori
tradizionali che lo avevano ingannato ma che avevano anche dato un
14
F. Nietzsche, Genealogia della morale, op. cit. , af. 16, pag. 74
15
F. Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, 1889, trad. a cura di F. Masini , Adelphi, Milano
16
F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, op. cit.
17
F: Nietzsche, La Volontà di Potenza, frammenti postumi ordinati da P. Gast e E. Foster-Nietzsche,
1906, trad. a cura di M. Ferraris e P. Kobau , Bompiani, Milano
8
significato e uno scopo alla sua esistenza. La Volontà di Potenza è
l'essenza della vita in tutte le sue forme, è energia creatrice in opera nel
mondo. Il Superuomo è colui che, consapevole della Volontà di
Potenza, in un lontano e imprecisato futuro, potrà attingere a
quest’energia per creare nuovi valori.
La tesi attorno a cui il presente lavoro è stato scritto, è che
Nietzsche critica Morale e Religione ma non propone un'etica
alternativa. Il metodo psicologico e critico utilizzato da Nietzsche per
smascherare le credenze tradizionali, non sembra condurre a nuovi e
più veri principi da contrapporre a quelli falsi. La filosofia storica
consente solo di ricostruire il divenire di Metafisica, Religione e Morale
eliminandone il carattere di assolutezza e di oggettività senza però
arrivare a scoprire un nuovo fondamento. Con la sua critica dei valori
tradizionali, Nietzsche crea quindi uno spazio teorico vuoto che non
vuole riempire con un altro sistema etico. Ma questo spazio è
veramente vuoto? O è possibile intravedere nel pensiero e nelle opere di
Nietzsche le linee guida di una nuova etica intesa come possibilità per
l’uomo di crearsi nuovi valori e di attribuire un senso e un significato a
se stesso e alla sua esistenza?