Analisi delle opportunità offerte da un Business Innovation Centre (BIC)
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Nonostante tale affermazione e l’attualità dei servizi offerti dai BIC a sostegno del mondo
imprenditoriale, la realtà dei Business Innovation Centres sembra essere tuttavia ancora
inesplorata ed a molti sconosciuta.
La sua natura, generalmente sospesa tra società privata ed ente no profit, rende in molti casi
difficile cogliere pienamente le sue caratteristiche ed il suo ruolo nella realtà locale. Poiché
una forte caratteristica di tali centri è l’offerta di spazi e locali alle nuove imprese, spesso si
crede ad esempio che le sue attività si limitino ad una sorta di affitto e di fornitura di servizi,
negando invece l’importanza di tali centri per l’animazione di tutta la realtà economica locale.
In assenza di una vera raccolta di studi bibliografici su tali centri, informazioni sull’esistenza
ed operato dei BIC si possono desumere dalle documentazioni dei singoli centri, dalle
discussioni tra i diversi rappresentanti del mondo economico ed imprenditoriale riportate sugli
organi di informazione locali, dai documenti e comunicati delle Direzioni dell’Unione
Europea interessate, dalle attività dell’associazione europea dei BIC, dalle informazioni
diffuse da altri soggetti sulla rete Internet, etc.
Allo scopo di far conoscere la realtà descritta dai Business Innovation Centres, in questo
lavoro sono state raccolte le informazioni ritenute più importanti sui BIC esistenti a livello
comunitario, sono stati analizzati in dettaglio i servizi da essi offerti a sostegno delle imprese
locali ed è stato studiato un caso reale di Business Innovation Centre operativo in Italia.
Nei primi cinque capitoli viene effettuata una descrizione generale del fenomeno dei Business
Innovation Centres, della loro presenza in Italia e negli altri Paesi europei, nonché
dell’affermazione dei loro princìpi anche al di fuori dei confini comunitari; nel capitolo
secondo viene analizzata anche l’importanza rivestita dall’associazione EBN per il
coordinamento dei singoli BIC presenti in Europa.
Nel capitolo sesto sono esaminate nel dettaglio le attività ed i servizi predisposti dai BIC per
le imprese locali.
Nel capitolo settimo viene illustrato il caso imprenditoriale del BIC Alto Adige di Bolzano,
presso il quale è stato possibile analizzare da vicino le iniziative proposte da un Business
Innovation Centre.
Nell’ottavo ed ultimo capitolo sono infine descritte le fasi di progettazione di una banca dati
informatica per le imprese, strumento promosso dal BIC Alto Adige nel campo della gestione
delle informazioni e la cui realizzazione è stata seguita di persona.
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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Capitolo 1
I BUSINESS INNOVATION CENTRES
1.1. Definizione di Business Innovation Centre (B.I.C.)
I Business (and) Innovation Centre, più noti con la loro abbreviazione B.I.C., sono centri di
innovazione imprenditoriale mirati a promuovere lo sviluppo economico delle regioni di
appartenenza. Iniziative da loro promosse per il raggiungimento di tale obiettivio sono ad
esempio favorire la nascita di nuove società, potenziare il settore delle piccole e medie
imprese (PMI), curare la cooperazione tra i diversi soggetti economici e la promozione
dell’innovazione.
Il concetto di tale tipologia di organismo, generalmente no profit ma con la
partecipazione di soggetti privati del mondo imprenditoriale, è stato concepito
nel 1984 dalla Direzione Generale delle Politiche Economiche dell’Unione
Europea (DG XVI).
Scopo di tale iniziativa era quello di aiutare le aree economicamente depresse e
quelle in cui andava favorita una riconversione industriale. In seguito, accanto a
tale orientamento, la figura del B.I.C. si è imposta come struttura indispensabile
di sostegno per il mondo imprenditoriale di qualsiasi regione e di qualsiasi
tipologia di mercato.
La Direzione Generale XVI definì il Business Innovation Centre nel seguente modo:
"A B.I.C. is a local or regional partnership structure which provides SMEs
with a full range of services, on favourable terms, focusing on innovation
for industry or services to industry. It identifies, selects and supports
budding entrepreneurs and their project, or existing SMEs. The B.I.C.
reflects a broad-ranging consensus and mobilises local potential within the
framework of a global approach. It allocates public and private resources
to initiatives which contribute, through their innovative nature and
economic relevance, to wealth and job creation and to activity
diversification. It also promotes SME access to the international market
and to cooperation."
1
1
Fonte: EBN - European Business Innovation Centres Network.
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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Attraverso tale definizione si possono cogliere già alcune caratteristiche rilevanti dei Business
Innovation Centres:
™ il B.I.C. è una struttura profondamente legata alla realtà locale o regionale;
™ i soggetti principalmente coinvolti sono le piccole e medie imprese (PMI);
™ tali centri individuano, orientano e gestiscono risorse umane, fisiche e finanziarie,
siano esse pubbliche che private;
™ obiettivo della sua azione è lo sviluppo economico della realtà locale;
™ attività importanti sono la ricerca e la divulgazione dell’innovazione, l’offerta di
assistenza e servizi alle imprese, la promozione della cooperazione e dei mercati
internazionali.
Una precisa descrizione di alcuni aspetti, che sono stati voluti evidenziare dagli stessi
organismi europei, confermano la volontà di conferire ai BIC un preciso compito nel
panorama imprenditoriale di tutti i Paesi aderenti all’Unione Europea.
La natura di tali centri, la particolare offerta di servizi ed la focalizzazione su una determinata
categoria di imprese (le PMI) sono alcuni elementi che diversificano i BIC da altre tipologie
di enti a sostegno del mondo imprenditoriale.
I Business Innovation Centre non sono ad esempio riconducibili a soggetti quali centri
tecnologici, società di consulenza, locatori di immobili, associazioni industriali o
commerciali, società commerciali od amministrazioni pubbliche, mentre essi possono
ritrovarsi nell’assetto societario di un BIC.
Destinatari delle iniziative non sono le grandi imprese, ad esempio il comparto industriale, ma
le aziende di piccole-medie dimensioni.
L’azione dei BIC non si limita ad un numero ristretto di imprese assistite, ma è rivolta allo
sviluppo dell’intera realtà economica ed imprenditoriale locale.
I princìpi che regolano le attività di ogni Business Innovation Centre sono stati decisi perciò
in ambito comunitario, in modo da creare una rete europea di centri a sostegno sì delle realtà
locali, ma collegati a livello internazionale ed operanti secondo le stesse direttive.
Nel novembre 1984 la stessa Commissione delle Comunità Europee ha incoraggiato anche la
costituzione di un’associazione che coordini le attività dei BIC presenti in Europa: si tratta
della Rete Europea dei Centri di Innovazione Imprenditoriale (EBN).
L’importanza di tale rete per il mondo dei Business Innovation Centre verrà analizzata nel
capitolo 2 di questo studio.
Le Direzioni Generali DGXVI e DGXXIII dell’Unione Europea coordinano le politiche di
intervento comunitario attraverso i BIC riconosciuti.
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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L’Unione Europea sostiene inoltre direttamente la crescità e l’affermazione dei Business
Innovation Centres in Europa; essa può infatti
- cofinanziare la progettazione e l’organizzazione di nuovi centri;
- sostenere finanziariamente o mediante assistenza tecnica la costruzione e lo sviluppo dei
nuovi BIC;
- elargire contributi per l’esercizio ed il mantenimento delle strutture, per i programmi di
formazione ed altro.
Proprio per il fatto di essere stati promossi dalla Comunità Europea, i Business Innovation
Centres sono presenti solo nella realtà economica-imprenditoriale europea.
È possibile riscontrare tuttavia, che centri di aiuto imprenditoriale di tipo analogo sono
presenti anche in Paesi extraeuropei
1
.
Tale situazione è avvalorata anche dal fatto che proprio realtà economiche extraeuropee sono
state di esempio per la promozione dei BIC e degli incubatori in Europa.
Negli Stati Uniti, ad esempio, già nel 1953 venne costituita un’istituzione federale per
l’erogazione di servizi e per la promozione dello sviluppo nelle piccole imprese (la Small
Business Administration-SBA), caratterizzata da attività molto simili a quelle dei futuri BIC
europei. Essa incentivò inoltre la creazione di incubatori d’impresa e di centri di formazione e
consulenza per le imprese presso le università ed i centri di ricerca locali
2
.
Altro concreto esempio per gli organismi comunitari fu la realizzazione, alla fine degli anni
‘70 in Inghilterra, di numerosi incubatori di imprese da parte del gruppo pubblico British
Steel Corporation Industry. Essi si rivelarono fin da subito efficaci strumenti di incentivazione
per la creazione di nuove imprese nelle zone di crisi industriale.
L’affermazione di tali modelli negli Stati Uniti e nella più vicina Inghilterra spinsero così
anche l’Unione Europea verso l’adozione di simili forme di sostegno imprenditoriale, dando il
via nel 1984 alla costituzione dei Centri Europei d’Impresa e d’Innovazione (CEII),
affermatisi anche con la denominazione inglese di Business and Innovation Centres (BIC).
1
Cfr. capitolo 5.Centri di natura analoga nel mondo.
2
Paci Andrea, Nuove imprese e nuovi imprenditori – L’esperienza dei Business and Innovation Centres
nell’Unione Europea, Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Firenze, CEDAM, Padova, 1996,
pag.135-137.
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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1.2. Caratteristiche strutturali ed organizzative di un BIC
Sebbene la loro realizzazione sia stata decisa a livello comunitario, i Business and Innovation
Centres possono operare sotto diverse forme giuridiche, come si può riscontrare nella
situazione attuale: società per azioni, società consortili per azioni, società a responsabilità
limitata, società in nome collettivo, consorzi od altro.
Generalmente sono società no profit, tuttavia vi sono anche casi in cui società di profitto
collaborano con le istituzioni pubbliche e private sotto i princìpi dei BIC, per il sostegno del
mondo imprenditoriale locale.
Esaminando il panorama dei BIC italiani (ne sono stati identificati 44
1
), ed in particolare le
caratteristiche di 30 di essi di cui si avevano adeguate informazioni (Fig. 1.2.), è possibile
dedurre che generalmente tali centri sono registrati come società per azioni (50 %) o società a
responsabilità limitata (24 %).
Figura 1.1. – Natura giuridica generale dei BIC in Italia
S.p.a.
50%
S.c.r.l.
13%
S.r.l.
24%
S.c.p.A.
13%
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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Figura 1.2. – Natura giuridica dei BIC presenti in Italia
1
BIC Srl Scrl SpA ScpA
Bic Veneto x
Eurobic Dolomiti x
B.I.C. Friuli-Venezia Giulia x
B.I.C. LIGURIA x
BIC Varese x
AgenziaLumetel x
BIC La Fucina - Milano x
Centro Tecnofin Servizi Rovereto x
BIC Alto Adige-Südtirol x
BIC Bicocca x
BIC Srl Scrl SpA ScpA
- continua-
CISI MOLISE x
Eurobic Abruzzo e Molise x
EuroBIC Piceno Aprutino x
Bic Lazio x
CII PISTOIA x
C.I.S.I. Puglia (Taranto-Casarano Lecce) x
INNOVABIC Messina x
BIC Sicilia x
BIC Caserta x
Bic Calabria x
EUROIMPRESE LEGNANO x
BIC Piemonte x
EC-BIC Piemonte x
BIC MARCHE x
BIC LIVORNO-PIOMBINO x
EUROBIC ToscanaSud x
CISI CAMPANIA x
BIC Campania Sud x
BIC PUGLIA Sprind x
BIC Sardegna x
BIC EMILIA ROMAGNA non nota
EuroBIC Marche non nota
BIC Toscana non nota
Bic UMBRIA (Terni-Foligno) non nota
CEII Systema BIC Basilicata non nota
Centro di Innovazione Imprenditoriale TECNOPOLIS non nota
BIC VALLE D’AOSTA non nota
Centro Sviluppo Eurobic VAL D’AOSTA non nota
BIC TRENTO non nota
BIC Lombardia (Milano-Lovere) non nota
BIC OMEGA non nota
CISI Abruzzo non nota
BIC Lazio non nota
CEII-BIC Gela non nota
1
I dati sono stati desunti da documentazioni presenti nella rete Internet, da contatti e prospetti informativi, in
riferimento alla situazione presente nel mese di dicembre 1998.
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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La costituzione dei Business Innovation Centres sotto forma di società di capitali si è
prevalentemente affermata in tutte le realtà internazionali, poiché in tale modo si facilita la
partecipazione dei principali soggetti del mondo economico ed imprenditoriale locale alle
attività dei BIC e la progettazione di programmi di loro reale interesse.
In generale un Business Innovation Centre è frutto di un’associazione collaborativa tra
soggetti pubblici e privati della realtà locale, interessati a finanziare questo progetto:
imprese, Camere di Commercio, amministrazioni locali, associazioni
imprenditoriali industriali e professionali, cooperative,
istituzioni finanziarie, centri di ricerca, università, centri di
formazione ed accademie, etc.
Figura 1.3. – I promotori e fondatori dei Business Innovation Centres
La partecipazione di questi attori locali, appartenenti a settori e realtà diverse (economia,
formazione, ricerca, ...), è molto importante per il successo dell’azione dei B.I.C.: essa
dipende infatti in modo critico dall’adesione di tali soggetti alle iniziative proposte ed anche
dal modo in cui essi interagiscono poi tra loro.
Business
Innovation
Centre
Università e
accademie
Centri di
ricerca
Camere di
Commercio
Scuole superiori,
professionali e di
formazione
Associazioni
industriali e
imprenditoriali
Imprenditoria
locale
Banche e
società
finanziarie
Parchi
scientifici
tecnologici
Istituzioni e
amministrazioni
pubbliche
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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I Business Innovation Centre sono di norma organizzazioni di piccole dimensioni, guidati da
un pool di professionisti, manager ed esperti aziendali.
Due principali funzioni sono riconducibili a tali centri:
- centro sviluppo servizi alle imprese
- incubatore di imprese
Le attività dei BIC si concentrano nel sostenere e promuovere lo sviluppo delle imprese locali,
attraverso l’organizzazione di manifestazioni, corsi di formazione, consulenza, mediazione,
collaborazioni, servizi ed altro per l’intero mondo imprenditoriale o per i soggetti che
singolarmente lo richiedono.
Caratteristica forte di questi centri, ed elemento che maggiormente li contraddistingue da altre
istituzioni, è la loro dotazione di edifici incubatori di imprese.
In questi casi, accanto a strutture dedicate a servizi ed iniziative per tutte le imprese
interessate, possono trovare anche ospitalità un certo numero di imprese, le quali possono
fissare presso il BIC la propria sede, con i propri uffici e laboratori.
Negli edifici BIC si possono quindi ritrovare strutture diverse, adibite a l’una od altra
funzione: uffici, laboratori, aree comuni, sale di riunione ed incontro, centri di calcolo ed
informatici, sale per esposizioni, aule di formazione, biblioteche, centri di teleservizio ...
Ad esempio, il BIC Friuli-Venezia Giulia è dotato di 2 edifici incubatori a Trieste e Gorizia,
rispettivamente di 8.500 e 4.400 mq, nei quali sono ospitate rispettivamente 21 e 12 imprese.
Generalmente centro servizi ed incubatore sono nello stesso edificio o nelle strette vicinanze,
specialmente nel caso di centri di piccole dimensioni.
In altri casi vi può essere una sede principale, dove risiedono la direzione, l’amministrazione
ed il team di consulenti, ed altri centri satellite dislocati in provincia e dotati di incubatori per
le imprese. In questo modo si ottiene una copertura maggiore del territorio, in termini di
offerta di servizi e locali per le imprese.
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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Figura 1.4. – Esempio: la rete di centri ed incubatori del BIC Lazio S.p.A.
1
Figura 1.5. – Esempio: il BIC Liguria ha sede a Genova e numerosi uffici in regione ed a Nizza (Francia)
1
Nella maggioranza dei Business Innovation Centres operanti in Europa si riscontra la
presenza di edifici incubatori di imprese, con i relativi servizi di assistenza diretta alle
imprese.
1
Sito Internet del BIC Lazio S.p.A.: http://www.biclazio.it/lazio/incubatori/frameincubatori.html.
1
Sito Internet del BIC Liguria: http://www.bic.liguria.it/
Presidio territoriale
Presidio territoriale
Presidio territoriale
Presidio territoriale
Presidio territoriale
Incubatore
Incubatore
Sede operativa
Centro operativo
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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In base ai dati raccolti sulle attività dei BIC presenti in Italia
2
è stato riscontrato che:
- il 68 % dei BIC è dotato di edifici incubatori di imprese;
- essi ospitano in media 22 imprese per incubatore;
- generalmente ogni BIC ha 1–2 edifici separati e dislocati nel territorio di
competenza.
Prendendo ad esame la struttura tipica di un Business Innovation Centre, ovvero dotato di
centro servizi e di incubatore, è possibile riscontrare la presenza di un team di piccole
dimensioni, formato da manager consulenti ed esperti in campo imprenditoriale e tecnologico.
Generalmente, affianco al direttore/amministratore del BIC cui compete l’amministrazione e
la direzione generale della società, è possibile trovare un direttore dell’incubatore di imprese,
al quale viene affidata la gestione di tale struttura, l’attività di formazione e di consulenza e le
relazioni con l’esterno.
In molte situazioni, però, le 2 figure direttive non sono distinte, specialmente nei casi in cui
gli incubatori si trovino presso la stessa sede della direzione.
Per assicurare da parte del team BIC una buona competenza ed affidabilità delle iniziative a
sostegno delle imprese, spesso si ritrovano nell’organizzazione le figure di responsabili di
prodotto, di processo o di funzione, consulenti ed esperti specializzati negli specifici campi di
attività dell’impresa.
Figura 1.6. – Struttura organizzativa tipica di un Business Innovation Centre
1
2
L’analisi dettagliata relativa alla situazione presente nel dicembre 1998 è contenuta nel paragrafo 3.5. I BIC
dotati di incubatori di imprese.
1
Paci Andrea, Nuove imprese e nuovi imprenditori – L’esperienza dei Business and Innovation Centres
nell’Unione Europea, Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Firenze, CEDAM, Padova, 1996,
pag.146.
Responsabile di
prodotto
Responsabile di
processo
Responsabile di
funzione
Segreteria Amministrazione e finanza
Attività formativa e di consulenza Relazioni con l'esterno, marketing e comunicazione
INCUBATORE
DIREZIONE
Consiglio di Amministrazione
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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1.3. Compiti ed attività di un BIC
La promozione della realizzazione di centri d’innovazione imprenditoriale è un passo quasi
obbligato in molte realtà locali, dove il rapido sviluppo delle PMI richiede la presenza di
questi “nuovi” soggetti.
I Business Innovation Centre sono strutture volute dal mondo economico locale, mirate ad
assistere, coordinare ed animare gli imprenditori, a mettere in contatto le istituzioni pubbliche
con quelle private, a diffondere l’innovazione ed i risultati del progresso scientifico e
tecnologico.
I B.I.C. hanno il compito primario di individuare ed orientare le risorse presenti nella propria
realtà territoriale: selezionare i progetti imprenditoriali, creare nuove imprese e mercati,
formare il management locale, diffondere le informazioni provenienti dalle reti e dai mercati
europei, coordinare i programmi e gli aiuti provenienti dalle istituzioni pubbliche, offrire
servizi alle imprese, facilitare la cooperazione tra di esse...
Attività importante prestata dai BIC è la consulenza ed assistenza alle nuove imprese.
Generalmente essi dispongono di edifici denominati “incubatori”, in cui possono essere
ospitate le imprese per i primi anni di attività. Notevoli sono i vantaggi per le aziende e per gli
imprenditori:
- essi possono lavorare in un ambiente stimolante, caratterizzato da un’attenzione
particolare alle relazioni imprenditoriali ed alla diffusione dell’innovazione;
- non occorre investire grandi capitali per l’acquisto di strutture e strumentazioni, ma è
possibile usufruire delle strutture e dei servizi offerti dai BIC attraverso canoni di
locazione e di utilizzo;
- i titolari lavorano affianco ad altri imprenditori, potenziali portatori di esperienza e di
collaborazione;
- gli imprenditori sono seguiti da esperti e consulenti, aiutati così nella fase più difficile per
la gestione dell’attività.
Tali centri si propongono quindi come punti di riferimento per gli aspiranti imprenditori, ma
anche per quelli desiderosi di sviluppare nuovi progetti o di introdurre nella propria impresa
elementi di innovazione o nuove tecnologie.
Le imprese seguite sono prevalentemente caratterizzate da un forte tasso di innovazione,
radicate nella realtà locale ma aperte ai mercati internazionali. Per tale motivo si propongono
come modelli per l’intera realtà imprenditoriale locale, incentivando il suo sviluppo ed
innovazione.
I BIC incentivano la realizzazione di reti di imprese, con l’obiettivo di sfruttare
quell’importante fattore di sviluppo economico che è la cooperazione imprenditoriale.
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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Essi promuovono la cooperazione internazionale, grazie alla propria adesione a reti di centri
di natura analoga in tutto il mondo ed alla partecipazione ai programmi indetti dall’Unione
Europea.
In conclusione, i Business Innovation Centres devono porsi come perni dell’economia locale,
a stimolo e coordinamento di essa, per far sì che le potenzialità presenti sul territorio vengano
sfruttate, che lo sviluppo del mondo imprenditoriale si rafforzi e che nuovi mercati si aprano
alle imprese.
Le iniziative ed i servizi principali proposti dai Business Innovation Centres alle imprese,
quali strumenti per una politica generale di sostegno al mondo imprenditoriale di tutte le
realtà locali, verranno analizzati nel dettaglio al capitolo 6 di questo studio.
Un esempio concreto di attività promosse da un BIC italiano si potrà trovare al capitolo 7, nel
quale verrà descritto il caso imprenditoriale del BIC Alto Adige di Bolzano.
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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1.4. Princìpi che deve soddisfare un Business Innovation Centre
Nel mondo imprenditoriale internazionale vi sono numerosi soggetti che dedicano le loro
attività nel fornire servizi alle imprese: centri tecnologici, incubatori di imprese, centri di aiuto
imprenditoriale, Business Innovation Centres, agenzie regionali di sviluppo, parchi industriali,
centri per la creazione ed insediamento di imprese, etc.
Il concetto di Business Innovation Centre si è diffuso a partire dalla metà degli anni 80, su
impulso della Comunità Europea, per attuare una politica specifica: sostenere l’economia ed il
mondo imprenditoriale delle regioni in crisi di sviluppo o di riconversione industriale. I BIC
vengono istituiti sì per aiutare la nascita e lo sviluppo di nuove imprese, ma soprattutto col
fine ultimo di favorire l’economia ed imprenditorialità locale.
Molti centri di innovazione limitano infatti la loro azione alle imprese che si rivolgono
direttamente a loro, ed a quelle che vengono ospitate presso le proprie strutture.
I Business Innovation Centre devono invece rispettare i seguenti princìpi:
a) interesse e sostegno da parte del mondo economico locale, pubblico e privato;
b) animazione e promozione imprenditoriale nella realtà locale, aperta a tutte le
imprese;
c) offerta di servizi e presenza di edifici incubatori di imprese;
d) un approccio globale ed integrato, costituito dall’offerta di servizi che vanno dalla
creazione d’impresa al suo accompagnamento in nuovi mercati;
e) costituito da un team di piccole dimensioni ma caratterizzato da professionalità e
competenza dei suoi collaboratori;
f) creazione di una rete imprenditoriale locale, aperta però ad interagire a livello di
una rete nazionale, a sua volta inserita all’interno di una rete comunitaria.
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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1.5. I BIC e le piccole medie imprese
1. Definizione di PMI
L’azione prioritaria dei B.I.C. è rivolta principalmente alle piccole e medie imprese, soggetti
economici che prevalentemente caratterizzano i mercati locali di ogni Paese.
Particolari progetti, aiuti finanziari e strumenti sono stati e saranno quindi anche in futuro
predisposti dall’Unione Europea a sostegno di esse.
Per tali motivi è allora importante definire correttamente ed univocamente quali soggetti
economici possano essere chiamati “piccole e medie imprese”.
Una definizione comune di PMI, da adottare per tutte le iniziative promosse nell’ambito
dell’Unione Europea, è stata proposta dalla Commissione delle Comunità Europee in data 3
aprile 1996 ed è entrata in vigore il 1 gennaio 1998. In tale occasione sono stati definiti i
parametri validi per l’ammissibilità delle PMI alle diverse forme di intervento promosse dai
seguenti soggetti:
- Unione Europea;
- gli Stati membri della UE;
- la Banca Europea per gli Investimenti (BEI);
- il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI);
- i Business Innovation Centres (BIC).
I parametri di ammissibilità, per tener conto dei cambiamenti nel tempo, sono soggetti a
revisione ogni 4 anni, a partire dal 1 gennaio 1998.
Viene riportato un estratto dell’allegato alla Raccomandazione della Commissione, pubblicata
in GUCE n.L. 107 del 30 aprile 1996, in cui si definisce anche la piccola impresa e la
microimpresa.
Articolo 1
1. Le PICCOLE E MEDIE IMPRESE, in appresso denominate «PMI», sono definite
come imprese:
* aventi meno di 250 dipendenti, e
* aventi:
o un fatturato annuo non superiore a 40 milioni di ECU,
o un totale di bilancio annuo non superiore a 27 milioni di ECU,
* e in possesso del requisito di indipendenza definito al paragrafo 3.
2. Ove sia necessario distinguere tra una piccola e una media impresa, la
«piccola impresa» è definita come una impresa:
* avente meno di 50 dipendenti, e
* avente:
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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o un fatturato non superiore a 7 milioni di ECU,
o un totale di bilancio non superiore a 5 milioni di ECU,
* e in possesso del requisito di indipendenza definito al paragrafo 3.
3. Sono considerate imprese indipendenti quelle il cui capitale o i cui
diritti di voto non sono detenuti per il 25% o più da una sola impresa,
oppure, congiuntamente, da più imprese non conformi alle definizioni di PMI
o di piccola impresa, secondo il caso. Questa soglia può essere superata
nelle due fattispecie seguenti:
* se l’impresa è detenuta da società di investimenti pubblici, società
di capitali di rischio o investitori istituzionali, a condizione che
questi non esercitino alcun controllo, individuale o congiunto,
sull’impresa;
* se il capitale è disperso in modo tale che sia impossibile determinare
da chi è detenuto e se l’impresa dichiara di poter legittimamente
presumere che non è detenuto per il 25% o più da una sola impresa,
oppure, congiuntamente, da più imprese non conformi alle definizioni
di PMI o di piccola impresa, secondo il caso.
4. Per il calcolo delle soglie di cui ai paragrafi 1 e 2, occorre sommare i
dati dell’impresa destinataria e di tutte le imprese di cui detiene,
direttamente o indirettamente, il 25% o più del capitale o dei diritti di
voto.
5. Qualora fosse necessario distinguere fra microimprese e altri tipi di
PMI, le microimprese sono quelle che occupano meno di 10 dipendenti.
6. Quando un’impresa, alla data di chiusura del bilancio, supera, verso
l’alto o verso il basso, le soglie del numero di dipendenti o i massimali
finanziari specificati, perde o acquista la qualifica di «PMI», «media
impresa», «piccola impresa» o «microimpresa» soltanto se detta circostanza
si ripete durante due esercizi consecutivi.
7. Il numero delle persone occupate corrisponde al numero di unità-
lavorative-anno (ULA), cioè al numero di dipendenti occupati a tempo pieno
durante un anno, mentre i lavoratori a tempo parziale e quelli stagionali
rappresentano frazioni di ULA. L’anno da prendere in considerazione è
quello dell’ultimo esercizio contabile approvato.
8. Le soglie per il fatturato e per il totale di bilancio sono quelle
dell’ultimo esercizio contabile approvato di dodici mesi. Nel caso di
un’impresa di recente costituzione, la cui contabilità non è stata ancora
approvata, le soglie da applicare sono soggette a una stima secondo buona
fede eseguita nel corso dell’esercizio.
Articolo 2
La Commissione modifica i massimali fissati per il fatturato e il totale di
bilancio ove necessario e, di norma, ogni quattro anni a partire
dall’adozione della presente raccomandazione, per tener conto
dell’andamento dell’economia reale della Comunità.
Capitolo 1 – I Business Innovation Centres
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Articolo 3
1. La Commissione si impegna a prendere le misure necessarie affinché la
definizione delle piccole e medie imprese, di cui all’articolo 1, si
applichi a tutti i programmi da essa gestiti, in cui siano menzionati i
termini «PMI», «media impresa», «piccola impresa» o «microimpresa».[...]
L’assistenza dei B.I.C. ed il supporto dell’Unione Europea vengono offerti principalmente
alle piccole e medie imprese, a società indipendenti, ovvero non a società controllate o filiali
di grandi società.
2. Perché focus sulle PMI
a) La situazione generale negli Stati europei
Fonte: V Report Annuale dell’Osservatorio Europeo per le PMI, commissionato dalla
Direzione Generale XXIII della Commissione delle Comunità Europee, Brussels,
1997.
È stata analizzata la situazione economica–imprenditoriale presente nel 1996 in 19 Stati
europei (15 membri UE più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).
Le imprese presenti nel 1996 erano pari a 19 milioni; la maggioranza di esse (99,8%)
appartengono alla categoria delle piccole e medie imprese, con in prevalenza meno di 10
persone impiegate.
Figura 1.7. – N° di imprese del settore non primario nel 1996, suddivise in base alla dimensione aziendale
Dimensione aziendale N° di imprese %
(n° lavoratori) (milioni)
0-9 17,695 92,9
10-49 1,150 6,0
50-249 0,170 0,9
TOT. PMI 19,015 99,8
> 250 0,040 0,2
TOTALE 19,055 100,0
Fonte: EIM Small Business Research and Consultancy – Eurostat, Fifth Annual Report of The European Observatory for SMEs,
Brussels/Luxembourg