5
dati. Data la peculiarità di questi testi, ricchi di abbreviazioni e di varie forme
‘strane’ di digitazione, per la redazione della concordanza non è stato
utilizzato un software specifico, ma si è proceduto alla lemmatizzazione e alla
categorizzazione manuale immettendo i dati in un database appositamente
costruito.
I risultati della ricerca sono presentati nel quarto capitolo. L’analisi
linguistica evidenzia che gli sms sembrano seguire ‘regole’ peculiari, con
numerose deviazioni dall’italiano standard, norme non scritte ma condivise dal
popolo dal pollice veloce. L’esigenza di brevità, dovuta al numero ridotto di
caratteri a disposizione, induce ad un ampio uso di abbreviazioni: accanto a
forme quasi codificate, si rileva la tendenza costante all’omissione delle
vocali. La rapidità della digitazione determina una strutturazione in itinere e
non revisionata, con numerose discordanze di genere e numero, omissioni e
usi impropri di accenti, fenomeni di ipo e ipersegmentazione. Molti sono i
tratti tipici del parlato, come l’uso e l’abuso del “che” polivalente, la
sovraestensione dell’indicativo sul congiuntivo, il frequente ricorso a fatismi.
Non mancano forestierismi, soprattutto anglicismi, e espressioni dialettali. I
vari disfemismi e le espressioni scatologiche rilevate sembrano un indice dello
stretto rapporto confidenziale esistente tra emittente e destinatario.
Concludono il lavoro cinque Appendici:
1. il corpus analizzato, trascritto fedelmente;
2. il lessico di frequenza, cioè la lista dei lemmi in ordine alfabetico con le
forme di ciascun lemma e le rispettive frequenze;
3. la lista dei lemmi in ordine di rango, cioè per frequenza decrescente;
4. la lista dei lemmi raggruppati per categoria grammaticale;
5. il quadro riassuntivo per categoria grammaticale.
7
1.1. La telefonia mobile
La telefonia mobile fu inventata nel 1947 per scopi prevalentemente
militari. I primi telefoni cellulari nacquero nel 1979 e vennero messi in
commercio tre anni più tardi; nessuno, probabilmente, all’epoca poteva
minimamente immaginare il successo che quel mezzo di comunicazione
avrebbe avuto nel volgere di appena un trentennio.
Non a caso, ancora quindici anni fa, il cellulare “sembrava un gadget di
alto costo e scarsa utilità, un tipico bene di consumo vistoso per le élites”
1
.
L’accelerata evoluzione del fenomeno della telefonia mobile è avvenuta a
partire dalla metà degli anni Novanta con l’avvento del sistema GSM (Global
System for Mobile Communications)
2
e, nel nostro paese, con la progressiva
liberalizzazione del mercato.
Oggi si può tranquillamente affermare che il telefono mobile è divenuto
un mezzo di comunicazione di massa, uno status symbol appendice
indispensabile di ogni teen-ager, un oggetto-soggetto che “fa parte della nostra
vita al punto che siamo arrivati a considerarlo una protesi naturale inglobata
nel nostro corpo”. Descrivere oggi il telefono mobile significa “raccontare noi
stessi, cyborg del Duemila
3
”.
Sempre più leggero e miniaturizzato, lontano anni luce dalla preistorica
valigetta portatile di circa sedici chili da installare in automobile, questo
“oggetto vagabondo”
4
porta con sé la nostra dimensione relazionale. Al suo
interno ci sono “infinite tracce del nostro modo di vivere, della nostra storia e
delle nostre attitudini […] i segni del nostro pensiero”
5
.
1
Colombo 2001: 9.
2
L’acronimo GSM deriva dal nome del gruppo francese che ha iniziato lo sviluppo del servizio, la
Groupe Spécial Mobile (in http://it.wikipedia.org).
3
Colombo 2001: 9.
4
Colombo 2001: 11.
5
Colombo 2001: 27.
8
Il cellulare ha introdotto anche un nuovo modo di condividere lo spazio
da parte dei due interlocutori nell’ambito della relazione telefonica: nel caso
della telefonia fissa lo spazio di conversazione è paragonabile ad una sorta di
“bolla che esce dalla cornetta dei due attori della telefonata e li avvolge,
progressivamente, fino a costruire una sorta di mondo parallelo, di cui sono gli
unici abitanti, naturalmente passeggeri […] e dove valgono tutte le regole del
faccia a faccia”
6
. Il cellulare, invece, cambia radicalmente la scena: la bolla
esiste già e l’altro vi è già dentro, a disposizione. Sottoponendo il telefonino
ad un esame in ottica sociologica, si vede come sia uno strumento
comunicativo perfettamente in linea con due elementi caratterizzanti della
società post-industriale: da un lato è un oggetto dinamico, un “telefono a
spasso che, permettendo di comunicare anche in movimento, consente di
abbattere il legame con quella stanzialità che il telefono classico
presupponeva”
7
e dall’altro, essendo quasi sempre personale, è un simbolo
inequivocabile del processo di individualizzazione sociale.
È inevitabile sostenere che il successo sociale di questo medium sia
dovuto in larga parte alle sue funzioni supplementari, tra le quali spicca il
servizio di SMS (Short Message Service) ovvero la possibilità di inviare e
ricevere brevi messaggi alfanumerici da un telefono cellulare ad un altro
attraverso un elementare software di editing.
Nati nel 1992 come sistema di comunicazione di servizio per gli
operatori di telefonia mobile − il primo sms fu inviato nel dicembre 1992 da
un personal computer ad un cellulare GSM sulla rete Vodafone nel Regno
Unito −, gli sms
8
hanno trovato ampio e rapido consenso tra gli utenti di
telefonia mobile, fino a raggiungere un volume di traffico mondiale annuo di
circa 500 miliardi
9
.
6
Colombo 2001: 30.
7
Fortunati 1995: 125.
8
Utilizziamo la sigla sms nel significato corrente di “messaggio breve”.
9
In http://it.wikipedia.org.
9
Successivamente, le compagnie di telefonia mobile hanno offerto anche
la possibilità di usufruire di un nuovo tipo di servizio, identificato con
l’acronimo MMS (Multimedia Messaging Service), che consente di inviare e
ricevere oltre a brevi testi anche immagini, video e audio. Infine, i modelli di
cellulare tecnologicamente più avanzati hanno funzioni sempre più somiglianti
a quelle di un personal computer, compresa la possibilità di connettersi a
internet. L’ultimo ritrovato tecnologico è il Blue Sign Translator, dispositivo
in grado di tradurre istantaneamente un messaggio in LIS (Linguaggio Italiano
dei Segni), grazie ad un personaggio virtuale che appare sullo schermo del
destinatario riproducendo il messaggio nei gesti del linguaggio segnico
10
.
1.2. Caratteristiche degli sms
Come spesso accade quando una tecnologia diventa ‘popolare’ e viene
utilizzata da milioni di utenti, il servizio SMS, offerto inizialmente dagli
operatori telefonici come mezzo per brevi comunicazioni di servizio, è andato
molto al di là dell’ambito in cui era nato, prendendo una propria strada e
trasformandosi in un fenomeno di massa dalle notevoli implicazioni di
costume, culturali, ed anche economiche.
Gli short messages hanno una dimensione virtuale fissa pari a 140 byte,
questo si traduce nella possibilità di usare solo 160 caratteri alfanumerici a 7
bit. Proprio la forzata ristrettezza dello spazio virtuale a disposizione è una
delle caratteristiche fondamentali di questo mezzo di comunicazione, che
richiede uno stile linguistico specifico, fatto di concisione, e che ha dato luogo
a abbreviazioni e neoconiazioni, a parole scritte con caratteri alfanumerici e
all’impiego di strutture sintattiche molto simili a quelle usate nel parlato.
10
In www.disabili.com.
10
Se la telefonia mobile ha trasformato l’idea di spazio nell’ambito della
relazione telefonica, è altrettanto evidente che il servizio di SMS ha
definitivamente mutato l’assetto temporale della comunicazione telefonica,
poiché non si colloca né nella simultaneità né nel perfetto differimento. Il
messaggino è il mezzo di comunicazione scritta che gli utenti abituali
considerano in genere come più rapido tenendo conto che, “se il cellulare
ricevente è acceso e non vi sono disguidi tecnici, un sms è recapitato più o
meno in sei secondi creando così l’illusione di condivisione temporale tra
emittente e ricevente, comparabile a quella della chat o di un instant
message”
11
.
Quello che si instaura per mezzo degli sms è un dialogo prototipico,
caratterizzato “dalla distanza nello spazio fisico e dalla mancanza di accesso
percettivo reciproco fra le persone che scrivono”
12
, economico sia in termini di
denaro che soprattutto dal punto di vista dell’impegno e del coinvolgimento
fisico, mentale ed emotivo, limitato alla progettazione di 160 caratteri.
Scrivere un messaggio permette di mantenere una distanza di sicurezza
dall’interlocutore, compromettendosi solo parzialmente.
11
Cosenza 2004: 125.
12
Cosenza 2004: 121.
11
1.3. Usi e abusi degli sms
L’sms è un mezzo potenzialmente utilizzabile valido per ogni tipo di
comunicazione; in genere però è usato soprattutto per trattare tematiche
informali, quasi sempre a sfondo prettamente privato. Una regola che sembra
essere implicita nel medium stesso è quella relativa alla simmetricità: sembra
palese che, nel caso degli script da cellulare, la maggioranza dei destinatari
risponda al mittente utilizzando il medesimo mezzo.
Nella maggior parte dei casi, gli sms vengono utilizzati per la
comunicazione uno ad uno, con un destinatario precisamente individuato, ma,
a testimonianza della portata di massa che ha assunto il fenomeno, è possibile
rintracciare nel recente passato usi ‘istituzionali’ degli sms come mezzo di
comunicazione broadcasting: nel 2005 la Protezione Civile ha scelto i
messaggi verso cellulari come mezzo per informare la popolazione nel periodo
della morte del Papa Giovani Paolo II e nello stesso anno la medesima scelta è
stata operata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per invitare i cittadini
ad una maggiore affluenza alle urne in occasione di una tornata elettorale
nazionale. Molti uffici comunali, inoltre, stanno varando nuove iniziative volte
a stabilire un sistema informativo continuo e puntuale verso i propri cittadini
attraverso l’invio tramite sms delle principali notizie utili relative all’ambito
locale
13
.
Gli sms sono inoltre strumento di interazione con il pubblico per altri
media, come televisione e radio. Molte trasmissioni televisive, soprattutto i
reality show, invitano ad esprimere il proprio voto attraverso l’invio di un sms,
così come molte altre raccolgono, sempre attraverso lo stesso mezzo, pareri e
commenti sugli argomenti trattati in studio.
13
“ Il Comune di Noverate (Como) ha deciso di inviare comunicazioni ed informazioni di pubblica
utilità ai propri cittadini tramite sms” (Del Corno-Mansi 2002: 74).
12
Altri due settori in cui è impiegato questo mezzo di comunicazione sono
la ricezione su richiesta di news tematiche e l’invio di sms di solidarietà
14
, il
cui costo, generalmente pari a un euro, viene donato all’associazione
organizzatrice della raccolta fondi. Si moltiplicano inoltre in internet i siti che
offrono raccolte di sms pronti all’uso per ogni occasione.
Vi sono inoltre impieghi degli sms per finalità quantomeno originali e
bizzarre: ad esempio la Chiesa evangelica di Hannover il 3 maggio 2001 ha
celebrato la prima messa via SMS riassumendo il servizio divino in sette brevi
messaggi inviati ai fedeli
15
.
La pratica scritta degli sms sembra dar torto alla teoria di Mc Luhan
secondo cui le tecnologie della comunicazione dell’era elettronica avrebbero
portato a un’irreversibile età dell’oralità, “parola parlata”
16
, e ad un
superamento definitivo della scrittura. La messaggistica, al contrario, sembra
lasciar intravedere una nuova primavera della lingua scritta, una sorta di nuova
“letteratura diffusa”
17
improntata all’originalità ed alla brevità, che vede come
autori protagonisti soprattutto giovani e giovanissimi. Secondo il semiologo
Paolo Fabbri “il giovane uomo tecnologico ha ritrovato il gusto di scrivere
[…]; una piccola vittoria di Gutenberg contro la convinzione che la televisione
avrebbe sepolto per sempre la comunicazione scritta”
18
. Forse gli sms daranno
nuovo vigore della lingua scritta; vi sono diverse iniziative volte a promuovere
l’originalità dei testi sui display: in Gran Bretagna, ad esempio, alcuni
universitari si sono cimentati nel riassumere in centosessanta caratteri i classici
della letteratura, e vari enti pubblici, quotidiani o associazioni culturali hanno
14
La prima raccolta di beneficenza via SMS fu lanciata da Vodafone Omnitel, a favore della
campagna antiaids nell’Africa subsahariana.
15
Del Corno-Mansi 2002: 73-88.
16
McLuhan 1967: 91-98.
17
Colombo 2001: 48.
18
Beneducci 2000, in www.apogeonline.com.
13
promosso numerosi concorsi e pubblicazioni di poesia, rigorosamente scritta
in “lingua dei messaggini”
19
.
La sms mania presenta sicuramente dei risvolti negativi, che si possono
sintetizzare in tre punti essenziali:
1) da un lato, l’aspetto prettamente fisico-medico, tipico della “generazione
del pollice”, che riguarda i problemi alle articolazioni delle dita dovuti alla
velocità e alla frequenza di scrittura;
2) dall’altro, il pericolo di un eccessivo ed irreversibile impoverimento della
lingua scritta;
3) infine, il rischio socio-psicologico che “l’uso forsennato degli sms, a lungo
termine, possa togliere alle persone il piacere e la capacità di affrontare una
discussione faccia a faccia”
20
.
19
In www.club.it/autori/libri.
20
In www.repubblica.it.
15
2.1. Il modello elementare della comunicazione
La comunicazione tramite sms, pur veicolata da testi scritti, presenta
alcuni aspetti tipici dell’interazione orale e si colloca perciò a metà strada fra
oralità e scrittura. Prima di passare in rassegna le principali caratteristiche di
scritto e parlato, al fine di comprendere quali di queste siano riprodotte
all’interno della digitazione dei messaggini, ci sembra utile richiamare il
modello della comunicazione.
Gli ingegneri statunitensi Claude Shannon e Warren Weaver propongono
alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso uno schema che presenta i sei
elementi essenziali di ogni comunicazione: mittente, destinatario, codice,
messaggio, canale, contesto. Questo modello, che viene definito come lo
schema elementare della comunicazione, è ripreso successivamente dal
linguista e semiologo russo Roman Jakobson, il quale, sulla base di questi sei
elementi, individua le sei principali funzioni di ogni processo comunicativo:
ξ funzione emotiva: comunica lo stato del mittente, le sue intenzioni, il suo
atteggiamento;
ξ funzione conativa: “comunica l’influenza che si vuole esercitare sul
destinatario, la direzione che il testo dà ai comportamenti ed ai pensieri
del ricevente”
1
;
ξ funzione referenziale: descrive il contesto extralinguistico;
ξ funzione metalinguistica: “rimanda al codice; con essa l’atto
comunicativo chiede di soffermarsi sulla forma”
2
;
ξ funzione fatica: si riferisce al canale verificandone l’attivazione ed il
funzionamento;
1
Gensini 1999: 159.
2
Gensini 1999: 159.
16
ξ funzione poetica: indica una particolare costruzione che tende a
valorizzare il messaggio attraverso l’utilizzo di particolari espedienti
linguistici enfatizzanti.
2.2. Oralità e scrittura
Dal punto di vista storico, la lingua parlata è nata prima di quella scritta
e, per lungo tempo, mittente e destinatario sono corrisposti automaticamente a
parlante ed ascoltatore e le uniche forme di comunicazione “scritta” sono state
le primitive rappresentazioni grafiche (incisioni, dipinti…), ben lontane dal
poter essere definite un codice di scrittura.
La lingua scritta si è sviluppata successivamente, per una serie di
necessità scaturite da cambiamenti socio-culturali, “dall’incontro di due
sistemi semiotici indipendenti: la lingua da una parte e la rappresentazione
visiva dall’altra. La scrittura comincia quando le immagini vengono
interpretate come lingua [...]. Dallo stato di disegni, rappresentanti classi di
oggetti, le rappresentazioni pittoriche diventano caratteri, rappresentanti
parole. Le forme in sé non dovevano cambiare; ciò che cambiò fu il modo in
cui vennero intese. Una volta che il simbolo visivo è diventato un carattere, si
sviluppato un sistema di scrittura e le forme tendono a diventare regolari e
semplificate”
3
.
La nascita della scrittura sembra essere legata ad una serie di necessità
comunicative sorte in seguito ad un cambiamento socio-culturale: con il
passaggio dalle comunità nomadi a quelle stanziali, da istituzioni culturali più
semplici ad altre più complesse, “la lingua doveva essere ridotta ad una forma
3
Halliday 1992: 37-39.
17
in cui essa potesse esistere piuttosto che semplicemente accadere”
4
. La
scrittura quindi, nata come risposta al bisogno di disporre di testi a cui poter
fare riferimento in maniera semplice e continuativa, è stata a lungo considerata
come una forma di comunicazione più evoluta e “superiore” rispetto
all’oralità. Alla presunta superiorità della scrittura è facile obiettare
osservando che qualunque espressione può prendere la forma sia di suono sia
di scrittura, che tutto ciò che viene detto può essere anche scritto, e che la
scrittura è semplicemente un’alternativa al parlato.
Tra le due modalità di comunicazione esistono differenze fondamentali:
innanzitutto esse utilizzano due canali differenti, quello grafico-visivo per il
testo scritto e quello fonico-acustico per i testi orali; inoltre, molto importante
è il tempo della produzione e della ricezione dei testi, differito nel caso dello
scritto e simultaneo invece nel caso dell’oralità.
Questo implica che nel faccia a faccia i due interlocutori sono
compresenti, e perciò emittente e ricevente possono scambiarsi i ruoli e c’è
l’opportunità, grazie ad un feedback immediato, di operare opportune
rettifiche di forma o di contenuto. La scrittura, prodotta per lo più in assenza
del ricevente e destinata ad essere letta in un altro luogo ed in un altro tempo,
comporta la fissità dei ruoli e, soprattutto, esige una pianificazione per evitare
possibili fraintendimenti e specificare “eventuali riferimenti al contesto di
enunciazione, non condiviso”
5
.
Vi sono, inoltre, vari aspetti della lingua parlata
6
che non hanno un
corrispettivo nella lingua scritta, come le caratteristiche prosodiche e gli
aspetti paralinguistici. I tratti relativi a queste due categorie sono infatti
difficilmente conciliabili con la rappresentazione delle parole, per questo
4
Halliday 1992: 77.
5
Gensini 1999: 181.
6
Cfr. Bazzanella 1994 e 2002.
18
compaiono solo in alcuni particolari tipi di testo come le didascalie dei copioni
teatrali e le annotazioni accanto ai pentagrammi musicali.
Notevoli sono le differenze a livello sintattico: i testi scritti si presentano
come maggiormente elaborati, con una precisa struttura ordinata, progettata a
priori e corretta di continuo; i periodi sono generalmente lunghi e complessi,
contengono subordinate e connettivi; c’è particolare attenzione per la scelta
del lessico e per il rispetto dei modi e dei tempi verbali. I testi orali sono meno
strutturati, ripetitivi; le frasi sono per lo più brevi, incomplete, costruite con un
lessico spesso generico e ricco di espressioni deittiche.
Un’altra importante differenza tra lingua scritta e lingua parlata riguarda
la densità di informazioni presente nei testi: in genere lo scritto “presenta una
maggiore proporzione di voci lessicali sul totale delle parole usate”
7
, ovvero
ha una maggiore densità lessicale, e perciò è più informativo.
2.3. Un medium a tratti misti
La pratica degli sms ha modificato il codice utilizzato in origine nelle
comunicazioni con il medium freddo telefono
8
; con essa, infatti, si passa dalla
conversazione, che privilegiava l’oralità e l’udito, alla messaggistica, che
implica l’utilizzo della scrittura e della vista.
Il modello di questo “uso improprio del telefono”
9
è quello tipico del
dialogo verbale; nonostante l’uso del canale visivo-scritto, gli SMS presentano
notevoli analogie con le forme dell’italiano parlato e sono digitati per essere
letti come se fossero detti. Più che di una rivincita di Theut su Thamos, si può
più verosimilmente parlare di una sorta di compromesso a tratti misti tra la
7
Halliday 1992: 114.
8
Cfr. Mc Luhan 1967.
9
Del Corno-Mansi 2002.
19
tradizione scritta tipica degli antenati degli sms (lettere, e-mail) e
l’innovazione della tecnologia.
Proprio in quanto riprende alcuni tratti tipici dell’interazione faccia a
faccia, la comunicazione tramite gli sms presuppone un ipotetico contesto
condiviso e modifica le coordinate spazio-temporali di quella che dovrebbe
essere una comunicazione scritta ed a distanza, simulando caratteristiche
tipiche del face to face come la compresenza e la sincronia.
La rapidità degli scambi “botta e risposta” via sms è un altro elemento
che avvicina i messaggi scritti all’interattività istantanea peculiare dei dialoghi
orali, sebbene negli sms manchi la possibilità di intervenire
contemporaneamente sovrapponendosi o interrompendo l’interlocutore.
Tutto ciò non deve però far pensare che trasmettere lo stesso contenuto a
voce o tramite sms sia la medesima cosa; sebbene nella digitazione si possano
utilizzare espedienti linguistici e grafici per far sembrare quanto più possibile
orale il testo, restano dei tratti esclusivi del parlato che non è possibile
riprodurre sul display.
Allo stesso modo, esistono delle peculiarità delle produzioni scritte a
cui l’sms non si può sottrarre: come ogni testo, sia pur scritto velocemente,
quello degli sms consente la revisione e la correzione, operazioni impossibili
nel caso della parola detta; inoltre “la forma scritta è ovvia garanzia di stabilità
e permanenza, rispetto alla spontaneità e volatilità della parola detta”
10
.
10
Del Corno-Mansi 2002: 43.