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alla morte e canonizzazione di Francesco, si definiscono i due luoghi più rappresentativi del
Francescanesimo: il Sacro Convento, o tomba del Santo, in mano ai Conventuali, e la
Porziuncola o S. Maria degli Angeli, sede ufficiale dell’Ordine e degli Osservanti.
I Conventuali, a partire da lì, costruiscono un sistema tipologico indipendente, che affonda
le proprie origini nelle grange umbre, in particolare, e nelle costruzioni benedettine, in
generale. Sono organismi unitari con una loro logica e struttura, che concepiscono chiesa e
convento annesso come un unico sistema, usando il chiostro come cellula aggregativa, quasi
un modulo espansivo.
La ricerca di questa logica costruttiva, di questo sistema unitario è, in ultima analisi,
l’oggetto della presente tesi, attraverso la riscoperta del più grande e più vecchio complesso
francescano conventuale di Palermo, il San Francesco d’Assisi. Il suo raffronto con alcuni
noti esempi italiani vuole portare alla luce la maniera francescana “conventuale” di edificare.
Si vuole anche sottolineare come la chiesa e il convento palermitani siano due immagini di
una stessa fotografia e come la lettura dell’una, nascondendo l’immagine dell’altra,
porterebbe una visione storico-architettonica incompleta. Nella storiografia esaminata, le
immagini e le notizie riferite al convento sono scarse e subalterne a quelle della basilica,
oltremodo studiata e concepita come un edificio autonomo; a tal punto, da oscurare persino
l’esistenza del convento adiacente.
La presente tesi, nei limiti propri della ricerca e delle possibilità attuative, si muove in
direzione di questa annessione e integrazione. Restituire, attraverso il disegno e la
rappresentazione, questo rapporto originario e più volte in espansione, significa introdurre
nella città di Palermo e nella sua analisi storica una nuova iconografia del complesso
monumentale di San Francesco d’Assisi.
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PARTE PRIMA
Il movimento francescano conventuale
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CONTESTO STORICO-SOCIALE IN ITALIA
Il periodo in cui nascono gli ordini mendicanti è caratterizzato da una crisi sociale causata
dai notevoli cambiamenti che avvengono nei periodi precedenti. Lo sfaldamento dell’impero
romano d’occidente, la creazione delle singole unità comunali che acquistano una
indipendenza ed un potere sempre maggiore, l’aumento del potere temporale della chiesa e
il successivo intervento di Federico danno una forte scossa al sistema sociale precedente
mettendolo in crisi ponendo le basi per il nuovo che alla fine del 1300 esploderà nel
Rinascimento. Questa crisi è molto forte proprio negli anni in cui gli ordini mendicanti
cominciano a predicare, mostrandosi come quasi la naturale risposta alle numerose
insicurezze sociali che andavano manifestandosi.
Questi cambiamenti furono accelerati soprattutto dai flussi che dall’Europa confluivano in
Terrasanta a causa delle crociate. Queste persone non tornavano esclusivamente con
bagagli pieni di dolore e morte, ma anche con novità tecniche che apprendevano nei luoghi
che “visitavano”. Gli scambi culturali furono una delle poche conseguenze positive di eventi
bellici che duravano decenni insanguinando l’Europa, la quale ebbe comunque l’occasione di
apprendere molto e di crescere tecnicamente, culturalmente, socialmente. Sicuramente
l’agricoltura ne beneficiò tantissimo, in quanto poté migliorare tecniche e strumenti per la
coltivazione aumentando la produzione. Nonostante ciò, però, la città ritorna ad essere un
centro di richiamo per le popolazioni contadine, in quanto vi si accentrava il potere e quindi
una maggiore ricchezza economica. Inoltre, poiché proprio dentro le mura della città si
accentrava il potere e solo le mura davano una qualche garanzia di protezione, le campagne
intorno alla città venivano meno protette, rendendo insicure le popolazioni che vi abitavano.
Altro motivo di abbandono della campagna era sicuramente il sistema venatorio che in molti
casi gravava in maniera particolare sugli agricoltori. Alcuni comuni, per esempio
obbligavano i contadini a vendere la propria merce all’interno delle città a prezzi irrisori.
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Le innovazioni che vengono maggiormente sfruttate sono quelle avvenute nel campo
dell’artigianato; il motivo sta nel fatto che la classe emergente è proprio quella mercantile
che necessita di oggetti di lusso sempre migliori e più belli. Il campo edile è forse quello
meno interessato da grossi cambiamenti, in quanto gli strumenti e le tecniche rimangono
per lo più quelli usati da sempre.
A questi mutamenti sociali si pongono anche mutamenti politici che vedono in primo piano
le vicissitudini fra Papato e Impero. Si ha infatti una alternanza che vede primeggiare prima
l’una, poi l’altra parte favorendo il non controllo del territorio e quindi il decentramento
politico e l’eresia. I Comuni ne approfittano per aumentare il proprio potere e sfuggono
continuamente alle mani dell’Imperatore: note sono le discese di Federico II in Italia e le
numerose volte che conquista Milano. Dall’altra parte si ha un aumento della dissolutezza
del clero in maniera esponenziale, tanto è vero che veniva considerato eccezionale essere al
di fuori del giro di corruzione che coinvolgeva i vescovi. Il clero tendeva anch’esso a sfuggire
al controllo papale e accumulava ricchezze a discapito della popolazione o degli stessi preti.
Vendere le cariche ecclesiastiche era una pratica comune ad esempio. Da qui un
allontanamento progressivo delle popolazioni dalla religione che perde credibilità a causa dei
suoi stessi ministranti, fino alla creazione dei complessi universitari caratterizzati da un
sistema laico. Nascono quindi sempre più frequentemente movimenti che tendono a
recuperare il vero significato della religione e che però molto spesso decadono in
comportamenti non ortodossi e quindi eretici. Non è quindi un caso se questi movimenti
prendono come riferimento per la loro predicazione l’origine “povera” dei primi cristiani,
indicandoli come esempio
1
.
Fra i movimenti che si ribellano all’immoralità raggiunta dal clero era ovvio che prima o poi
ne emergesse qualcuno che più degli altri sapevano coinvolgere le masse. Si aspettavano
soltanto quelle personalità forti in grado di fare breccia negli animi delle persone e di tenere
testa al potere, politico e religioso. San Francesco e San Domenico fondano due ordini che
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derivano direttamente da quei movimenti precedenti, San Francesco, in particolare,
chiamando i frati “Minori” vuole subito dire con quale atteggiamento devono affrontare la
predicazione. L’ordine viene ufficializzato nel 1210 con il definitivo riconoscimento nel 1223.
E’ negli stessi anni che viene fondato l’ordine dei Predicatori da San Domenico, i quali prima
accetteranno le regole adattate degli Agostiniani, successivamente, dopo la morte del santo,
anche loro accetteranno le regole francescane e rinunceranno a tutti i loro privilegi da
Canonici, dando così vita al secondo ordine dei mendicanti. Le Clarisse e le Domenicane,
poco più tardi, saranno i loro corrispettivi al femminile. I frati Minori furono l’esempio verso
il quale si volsero i nuovi movimenti religiosi, restando però il più grande fra tutti, per
dimensione e potere che successivamente accumulò
2
.
9
Note:
1
Bonelli R. (a cura di), Francesco d’Assisi. Chiese e conventi, Electa, Milano 1982,
pag. 17.
2
Op. cit. pag 18.
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I FRANCESCANI INVADONO L’ITALIA
San Francesco comincia a predicare intorno al 1205-1207. Per il Santo predicare voleva dire
andare in giro per il mondo e portare la parola di Dio ovunque non fosse conosciuta. Questo
carattere itinerante dell’Ordine fa sì che i fraticelli partano verso ogni regione d’Italia,
d’Europa e del mondo, in maniera tale che la loro presenza si distribuisca nell’arco di un
ventennio in tutto il territorio italiano e in gran parte delle zone europee, arrivando fino in
Germania, e in alcune zone nord-africane, toccando anche la Terrasanta. Partivano a coppie
di due non seguendo un piano ben preciso; a volte, infatti, arrivavano in territori dei quali
non conoscevano nemmeno la lingua e qui presi per pazzi a causa del loro abbigliamento, o
addirittura per eretici
1
. La loro strategia insediativa esce dai canoni del monachesimo
tradizionale: nascono itineranti, viaggiatori senza meta, non obbligati alla stabilità. Sono
pellegrini apostolici, testimoni della fede che vivono e predicano il “vivere secondo il modello
del santo vangelo”
2
. I frati sono ovunque, in ogni eremo, città, borgo o castello. Vanno per il
mondo; non è previsto che si stanzino in un contesto; i loro primi insediamenti non sono
ancora propriamente conventi ma loca, piccole dimore che si trovano ovunque nel mondo.
La parola locus per il linguaggio francescano presenta una pluralità di significati perché può
esprimere realtà diverse tra loro in base al contesto in cui si trovano: locus è andare tra i
lebbrosi, è mendicare, predicare. Il locus è ovunque ci sia un gruppo di frati. Convinzione di
Francesco era anche che la fede andasse praticata pacificamente senza contesa o violenza;
evangelizzare per persuasione e non con la forza.
L’influenza delle crociate e degli eventi circostanti ha inciso notevolmente sulle esperienze
dei frati in terra straniera; infatti pare che le missioni dei francescani dalla morte di
Francesco in poi coincidessero in qualche modo con quelle dei crociati tanto da diventare
complementari. Il compito principale era “portare” (predicare) la parola di Dio” in quelle
terre, difenderne i principi e farla conoscere agli infedeli con lo scopo di convertirli. Un
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compito che con le crociate diviene “missione” e i frati il braccio del Papa e della Cristianità.
Si creano dunque la basi, per esempio, per quel “missionarismo francescano”, baluardo
della stratificazione e maturazione della presenza “fissa” in Terra d’Oriente che costituirà
con il tempo quel rapporto particolare tra Ordine e Terrasanta che dura ancora oggi.
In Italia la distribuzione degli insediamenti francescani avviene in maniera radicale ma non
del tutto uniforme. A causa del particolare momento politico nel Sud Italia, con il regno di
Federico II, i Francescani trovano notevoli difficoltà nell’insediarsi in queste regioni.
Divengono infatti uno strumento di controllo del territorio da parte della Chiesa, mentre da
parte di Federico subiscono vendette e persecuzioni.
La loro peculiarità di essere itineranti rende comunque difficile una lettura organica dei loro
spostamenti e dei loro primi insediamenti; inoltre la prima regula non permetteva loro
l’acquisto di qualunque tipo di bene né tanto meno il possesso di immobili, ed è quindi
impresa ardua ritrovare fonti o resti dei primissimi insediamenti, soprattutto quelli degli anni
più lontani dalla morte del Santo, anni in cui Francesco aveva un controllo totale dei frati e
poteva quindi fare si che le sue direttive fossero rispettate. Infatti i primi insediamenti non
sono altro che vecchie abitazioni dismesse o strutture diroccate che con l’andare del tempo
si sono perdute. Successivamente i frati cominciano ad interpretare più liberamente la
regola, soprattutto dopo la morte del Santo, quando l’Ordine comincia a diventare un
fenomeno non solo religioso ma anche politico. Si sente quindi l’esigenza di residenze stabili
atte al controllo del territorio. Una testimonianza tangibile di questo passaggio è
sicuramente la bolla pontificia del 1240 emanata da Gregorio IX che prevede le nuove
edificazioni di conventi francescani all’interno delle mura, perdendo in parte quel carattere
evangelico delle prime “missioni” francescane. In generale si possono considerare due fasi
insediative: la prima avviene quando il Santo è ancora in vita e nel primo decennio dopo la
sua morte. In questo periodo
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nascono i primi insediamenti, caratterizzati da una certa
casualità sia nella scelta dei luoghi che del tipo d strutture da essi utilizzate; in questa fase
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si ha soltanto la necessità di rispettare il più possibile gli insegnamenti di Francesco,
scegliendo luoghi vicini alle città ma al di fuori delle mura. Nella seconda fase si manifesta la
volontà di creare un vero “sistema” insediativi razionalizzando quello esistente. Vengono
così adottate norme per la scelta dei luoghi per potere meglio controllare non solo il
territorio ma anche l’Ordine stesso, diventato ormai troppo importante e vasto per obbedire
alle sole regole evangeliche. Tutto ciò in molti casi provoca l’abbandono delle vecchie sedi
per le nuove, più consone alle nuove esigenze. Il concetto di loca è ormai andato perduto.
Alla fine del XIV secolo il territorio italiano è occupato da una rete razionale e
istituzionalizzata di insediamenti, con una struttura ben precisa formata da tre diversi tipi
organizzazione, che si differenziano l’uno dall’altro a seconda della scala territoriale alla
quale si guardano. La prima cellula del sistema nazionale è il singolo insediamento, che si
inserisce nel territorio rapportandosi non solo con la città, ma anche con gli altri ordini
mendicanti: ogni ordine mendicante, infatti, occupava un posto regolato da precise regole
geometriche come quelle ricordate da Enrico Guidoni, che pongono a distanze ben precise
un convento di un ordine rispetto ad un altro e rispetto al centro cittadino; a Palermo per
esempio, si ha la cosiddetta “croce” che ha come vertici i luoghi e quindi i conventi degli
ordini mendicanti. L’intersezione dei due bracci della croce è il centro cittadino. Anche fra i
vari conventi dell’ordine stesso vi erano regole insediative ben precise; per esempio ogni
convento non doveva essere costruito a meno di un giorno di viaggio dall’altro; questa
regola voleva dare delle ben precise giurisdizioni ai conventi, ma anche mantenerli a
distanze tali da potere permettere loro di comunicare.
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Fig. 1 Gli insediamenti francescani in Europa dal 1210 fino al 1340.