6
liquidità, alla loro scadenza nonché alla valutazione prospettica degli impegni
futuri.
Gli investimenti patrimoniali ai quali si vincolano le attività finanziarie devono
possedere tre caratteristiche fondamentali che sono redditività, liquidità e
sicurezza.
La redditività è la capacità di un investimento patrimoniale di produrre adeguati
flussi reddituali. Tale requisito assume particolare rilevanza nel ramo vita, dove
il conseguimento di tali redditi si impone in quanto, in sede di determinazione
delle tariffe di premio, viene utilizzato un tasso d’interesse definito in funzione
dei presunti redditi degli investimenti effettuati con i fondi derivanti dai processi
assicurativi di assunzione. Si consideri inoltre che il conseguimento di
soddisfacenti risultati economici sugli investimenti porta al consolidamento
dell’economia dell’impresa di assicurazione e si riflette sul grado di fiducia
riscosso da questa sul mercato.
La liquidità è riferibile alla capacità di un investimento di essere liquidato in
breve tempo e secondo modalità di convenienza economica. Questo aspetto è
importante per tutte le imprese di assicurazione che devono essere in ogni
momento in grado di far fronte alle obbligazioni assunte, ma si fa particolarmente
sentire nelle assicurazioni ramo danni, in quanto le fluttuazioni che possono
prodursi nella frequenza e nell’entità dei sinistri sono tali da determinare notevoli
squilibri tra le entrate derivanti dall’incasso dei premi e le uscite necessarie a
fronteggiare i risarcimenti dei sinistri.
La sicurezza è la capacità di un investimento patrimoniale di conservare
7
immutato il proprio valore economico nel tempo. Questo requisito è di
fondamentale importanza dovendo gli investimenti patrimoniali rappresentare
una garanzia per gli investitori.
1
Gli obiettivi che le compagnie vogliono
raggiungere grazie agli investimenti possono essere compromessi dalla presenza
di rischi intrinseci negli investimenti stessi o collegati all’ambiente. Tra i primi
rientra il rischio di insolvenza dell’emittente titoli azionari ed obbligazionari; tra i
secondi troviamo il rischio di svalutazione monetaria. Nell’intento di attenuare le
conseguenze negative che possono derivare da tali eventi, le nostre imprese
possono:
a) scegliere nell’ambito di date classi d’investimento, quelli che si presentano
con caratteristiche tali da farli ritenere più sicuri in dati aspetti (per es. preferendo
titoli emessi da imprese con soddisfacenti condizioni economiche);
b) convogliare i mezzi verso investimenti di tipo differente e con rischi differenti,
attuando una conveniente diversificazione;
c) diversificare date classi di investimenti per mercati nei quali sono attuati o per
aree geografiche, allo scopo di avere investimenti idonei a reagire, in senso
opposto, al verificarsi di alcuni rischi.
2. La regolamentazione degli investimenti
Allo scopo di limitare l’eccessiva contrazione dei rischi della gestione
patrimoniale, il legislatore pone un tetto all’investimento di talune classi di
attività. Tali limiti assumono come parametro di riferimento le riserve tecniche,
1
Si veda a questo proposito la regolamentazione sugli investimenti imposta dai decreti 174 e 175 del
1995.
8
sono quindi rapportati alla dimensione delle passività e non, come in campo
bancario, al livello di patrimonializzazione dell’impresa. Per entrambi i rami
assicurativi c’è l’obbligo di copertura delle riserve tecniche mediante appositi
investimenti, che presentino le caratteristiche sopra enunciate coerenti con le
peculiarità del passivo. Per es. le compagnie che esercitano il ramo vita possono
effettuare investimenti più rischiosi e meno liquidi rispetto alle compagnie che
esercitano il ramo danni.
La disciplina generale degli investimenti è contenuta nei D. Lgs. N° 174 e 175
del 1995, successivamente integrati e modificati da circolari ISVAP. La
copertura per tipo e quantità deve essere documentata attraverso un apposito
registro da conservarsi presso la compagnia e di essa si deve dare espressa
menzione in nota integrativa.
I vincoli sono di due tipi: di ordine generale e particolari. I primi rispondono al
principio di esclusività dell’oggetto sociale della compagnia di assicurazione:
essi disciplinano categorie di investimento, per es. le partecipazioni azionarie in
imprese che svolgono attività diverse da quelle consentite alle imprese di
assicurazione, per le quali il limite di separatezza è definito in termini generici,
facendo riferimento a partecipazioni che comportano il controllo. I secondi si
applicano alle sole attività a copertura delle riserve tecniche. Vengono
identificate quattro macrocategorie di attività: investimenti, crediti, altri attivi,
depositi. All’interno di ognuna sono individuate delle macroclassi di attività, per
le quali si prevedono limiti massimi complessivi e, nell’ambito di ognuna di esse,
vengono fissati alcuni limiti individuali, singoli o cumulativi, per classi di attività
9
considerate particolarmente rischiose o poco liquide.
2
L’impostazione dei decreti di riferimento considera particolarmente il rischio di
credito mediante limiti ai prestiti, ai titoli non quotati, ai titoli emessi da società
private nonché al rischio di cambio. Non vengono considerate, invece, alcune
componenti del rischio di mercato quali il rischio di tasso d’interesse e quello di
liquidità; quest’ultimo può essere particolarmente avvertito per es. con
riferimento agli immobili destinati all’edilizia popolare e per alcune tipologie di
obbligazioni non quotate. Non sono inoltre previsti stretti collegamenti tra poste
attive e passive, rimessi alla libera scelta dell’impresa.
3. Tipologie di investimento
Nelle economie assicuratrici si distingue fra due tipi di investimenti: reali e
creditizi. I primi sono rappresentati da investimenti immobiliari e mobiliari cui si
aggiungono mutui attivi e talvolta anche investimenti aziendali; i secondi
comprendono i mutui o prestiti.
3
Nelle imprese di assicurazione, gli investimenti più consistenti sono quelli in
titoli pubblici. Essi permettono di conseguire correnti di redditi in larga misura
note a priori, offrono la possibilità di un loro pronto e conveniente smobilizzo,
sono esenti dal rischio di credito e quindi non presentano problemi di mancato
rimborso alla scadenza. Sono invece soggetti, al pari degli altri investimenti, ai
rischi di prezzo e al rischio di diminuzione del potere d’acquisto della moneta nei
confronti del quale si deve effettuare un’accurata valutazione prospettica della
2
Si veda a questo proposito la tabella n.° 1
3
Si veda a questo proposito la tabella n.° 2
10
componente inflazionistica.
Gli investimenti in obbligazioni sono la quota più significativa per il loro profilo
rischio, liquidità, redditività corrente che è ottimo. Per garantirsi contro i rischi
che possono derivare dalle fluttuazioni dei corsi, le compagnie di assicurazione
tendono a diversificare le obbligazioni variando la durata, la negoziabilità,
l’emittente o la valuta. Se l’emittente dell’obbligazione è un’impresa privata, le
compagnie sono particolarmente attente al rendimento del titolo e ne possiedono
una quantità estremamente limitata. Un particolare tipo di obbligazioni sono le
convertibili, le quali permettono al possessore la conversione in azioni della
società emittente o di una diversa dall’emittente. I loro corsi sono quindi
strettamente legati alle quotazioni azionarie nelle quali possono essere convertite.
Per questo motivo e per via dei limiti di legge, esse sono scarsamente utilizzate
nelle assicurazioni.
Le aziende che investono in azioni corrono rischi legati agli andamenti del
mercato e d’impresa, riguardanti sia i redditi conseguibili sia le variazioni di
valore del capitale. Per questo motivo le compagnie di assicurazione vi ricorrono
solo allo scopo di creare partecipazioni di maggioranza o di controllo in altre
imprese di assicurazione per una più ampia diffusione e diversificazione dei
prodotti sul territorio e per la formazione dei gruppi assicurativi.
Gli investimenti in immobili portano all’impiego durevole di dati volumi di
risparmio allo scopo di salvaguardare il valore reale dell’impiego, trarre un
conveniente reddito periodico ed un
valore differenziale positivo nel momento in cui verranno liquidati. Ci sono però
11
degli svantaggi: prima di tutto il ridotto grado di liquidità, poi l’imposizione
fiscale e i costi di manutenzione. Per questi motivi il patrimonio immobiliare
delle compagnie di assicurazione non viene facilmente rinnovato; è consistente
soprattutto nelle imprese di più antica costituzione ed un suo eventuale rinnovo
risente fortemente del substrato preesistente. Molto praticati erano gli
investimenti in terreni e fabbricati. I primi venivano attuati a motivo della
possibilità da essi offerta di conservare ed accrescere il loro valore reale nel
tempo; i secondi sono tipici investimenti da rivalutazione ma l’elevata tassazione
che li colpisce elimina in parte la loro convenienza.
Limitatamente al ramo vita, gli assicurati possono ottenere prestiti su polizza. La
concessione è subordinata al raggiungimento di un dato valore della riserva
matematica relativa a tali polizze. Gli investimenti in prestiti su polizze sono tra i
più sicuri che possono essere attuati dalle imprese di assicurazione a motivo della
particolare garanzia da cui sono assistiti. In generale sono di modeste dimensioni
perché per la loro amministrazione richiedono il sostenimento di costi
sproporzionati rispetto ai frutti che permettono di realizzare.
Le compagnie effettuano anche prestiti ipotecari, attuando investimenti garantiti
da ipoteca su immobili. Tali operazioni solitamente sono di grandi dimensioni
perché questo consente di ridurre i costi. Va però effettuata un’attenta analisi
delle caratteristiche dei beni immobili dati a garanzia per evitare rischi connessi
ad una lenta e difficile vendita.