La Sicurezza degli Approvvigionamenti Energetici con Particolare Riferimento al Settore del Gas
un’analisi geopolitica della questione, cercando di studiare il comportamento dei
due paesi e tracciarne un profilo internazionale.
Dopo aver messo in luce il background della situazione, il nostro interesse volge
all’elaborazione di uno scenario alternativo allo status quo. In particolare,
riteniamo che la soluzione più adeguata alla crisi sia la diversificazione dei
fornitori. Considerato che i metanodotti sono statici e non offrono alcuno switch
tra fornitori, l’unica tecnologia che permette di de-regionalizzare il mercato e i
fornitori è il Gas Naturale Liquefatto (GNL). Ma per usufruire di codesto sistema
servono massicci investimenti e accordi di lunga durata con i produttori. Infatti,
occorre investire in aree dove assicurare un ritorno degli investimenti e in cui il
rischio non sia troppo elevato. Nello specifico, abbiamo individuato un area
abbondante di riserve di gas naturale e già tecnologicamente matura nell’industria
GNL: il Golfo Arabico. Il lavoro verterà sull’analisi del sistema energetico della
regione, evidenziando i benefici che potrebbero derivare dall’investire nel Golfo
Persico.
Ma per investire nel GNL occorre prendere provvedimenti anche a livello
nazionale, come la costruzione dei rigasificatori e il potenziamento della rete di
trasmissione nazionale. Tuttavia, è ormai questione di cronaca l’accesa
opposizione dei comitati locali alla realizzazione di impianti di rigasificazione.
Per questo motivo cercheremo brevemente di delineare quali interventi saranno
necessari per superare gli ostacoli e procedere verso la diversificazione.
Qualora l’Italia riuscisse a superare molti di questi ostacoli potrebbe ottenere un
surplus di gas che gli consentirebbe di diventare un hub del gas con molteplici
benefici a livello economico e politico.
2
CAPITOLO PRIMO
Nel giugno 2005 la russa Gazprom annunciò al governo ucraino di voler adeguare
a partire dal 1 gennaio 2006 i prezzi di fornitura del gas agli standard europei; in
cifre, avrebbe significato passare dagli attuali 50 dollari per mille m³ ai 230 del
mercato. Si rumoreggia che dietro questa decisione ci sia la volontà di Mosca di
chiudere una partita iniziata nel 1993, quando l’Ucraina cominciò a effettuare
“spillamenti irregolari” di gas che negli anni avrebbero creato perdite per
Gazprom quantificate in vari milioni di dollari. Tuttavia, sembra che la questione
non sia mai stata affrontata seriamente negli anni in cui Kiev era governata da
esponenti filo-russi (Leonid Kravchuk,1991-1994; e Leonid Kuchma, 1994-2005).
Ma con le elezioni del 2004 e la Rivoluzione Arancione avviene un cambio di
orientamento nelle file governative in quanto il candidato filo-occidentale, Vicktor
Yushenko, ha la meglio sul delfino di Kuchma, Viktor Yanukovych. Per Mosca la
vittoria di Yushenko potrebbe tradursi nella perdita di controllo di uno stato ex-
allineato dalla posizione geografica strategica, poiché è la porta d’accesso ai
mercati energetici europei.
Figura 1.1: Mappa dei gasdotti che attraversano l’Ucraina.
La Sicurezza degli Approvvigionamenti Energetici con Particolare Riferimento al Settore del Gas
Non avendo più alcuna influenza sulla nuova amministrazione ucraina, sembra
che Mosca abbia optato per una linea dura, soprattutto in campo energetico. Come
vedremo più avanti, la stessa cosa è successa ad altri paesi ex-satelliti usciti dal
vecchio sistema di “allineamento sovietico”.
Per tutta l’estate e gli inizi di autunno, tra Russia ed Ucraina si susseguono
numerosi incontri al fine di trovare un accordo, ma il risultato è l’inasprimento
della situazione con le due parti ancorate su posizioni sempre più divergenti.
Mentre il governo ucraino cerca di negoziare un prezzo inferiore a quello di
mercato, Gazprom continua a non voler concedere sconti e proroghe. La
situazione sembra migliorare verso il mese di novembre quando Gazprom apre le
trattative concedendo una proroga di adeguamento di tre mesi, in cui l’Ucraina
potrà continuare a pagare gli ordinari 50$. Durante le trattative però Yushenko fa
sapere che "considera quel prezzo inammissibile per una semplice ragione: è una
pretesa economicamente infondata. Sottolineo che quel prezzo è virtuale. Fino ad
oggi l'Ucraina non ha ricevuto spiegazioni economicamente fondate per quelle
tariffe. Quel prezzo non è utilizzabile come base delle trattative"
1
.
Con il passare dei giorni la crisi assume sempre più un carattere politico in cui le
parti non intendono cedere, arrivando al congelamento delle trattative il 31
dicembre 2005, quando i media battono la notizia del mancato accordo tra il
presidente ucraino e la dirigenza Gazprom. L’indomani Gazprom chiude il gas
verso l’Ucraina sostenendo che il blocco delle forniture non avrebbe intaccato le
esportazioni verso l’Europa, poiché dei cinque gasdotti che attraversano il
territorio ucraino, solo i due dedicati al rifornimento del paese subiranno
l’interruzione. Contrariamente a quanto sostenuto da Alexey Miller, a.d. di
Gazprom, in tutta Europa si verifica una riduzione della pressione nelle condotte,
con tagli medi del 29%: in Italia del 24%, Francia 25/30%, Ungheria 25%,
Polonia 38% e Austria, Romania, Slovacchia e Croazia 30%
2
. L’origine degli
ammanchi è stato imputato agli spillamenti dell’Ucraina, la quale avrebbe
sottratto illegalmente quantitativi di gas dalle tre condotte che sboccano in
Europa.
Considerando la gravità della situazione la Commissione Europea palesa le
proprie preoccupazioni effettuando pressioni sulle le parti affinché trovino un
1
“Niente accordo Russia-Ucraina e Mosca taglia il gas a Kiev”. In La Repubblica. (01/01/06).
4
Capitolo I
accordo congiunto per stabilizzare il flusso del gas. Ma Russia ed Ucraina per
diversi giorni continuano a rimpallarsi la responsabilità della crisi accusandosi
reciprocamente.
Grazie alla mediazione di Commissione Europea e Stati Uniti, il 4 gennaio viene
stilato un accordo secondo cui la neocostituita RosOukrEnergo
3
, sarà incaricata di
importare in Ucraina una miscela di gas russo-turkmeno-kazako al prezzo di 95
dollari per mille m³. Inoltre, viene aumentato il corrispettivo della tariffa di
transito che passerà dall’1,09 dollari all’1,6 per mille m³.
Sostanzialmente, nei suoi vari aspetti energetici e politici, la crisi ha sollevato la
questione della sicurezza degli approvvigionamenti, mettendo in risalto la forte
dipendenza dalla Russia del sistema metanifero italiano e europeo, che importano
rispettivamente il 32,3% e il 25%
4
del proprio fabbisogno. Soprattutto, ha
mostrato quanto una poca diversificazione dei fornitori possa risultare
controproducente nei casi in cui si verifichino emergenze.
Ciò che ci interessa in questo capitolo è valutare l’impatto della crisi in Italia,
cercando di mettere in evidenza i problemi responsabili dell’intensificarsi
dell’emergenza.
Struttura del sistema di approvvigionamento attuale
L’attuale sistema di approvvigionamento metanifero italiano si compone di
quattro metanodotti principali ed un solo rigasificatore. Le quattro grandi direttrici
terrestri importano gas naturale da Algeria, Russia, Libia e Norvegia-Olanda, e si
chiamano rispettivamente Transmed, Tag (Trans Austria Gasleitung),
GreenStream e Tenp (Trans Europa Naturgas Pipeline).
2
“Allarme gas, oggi in Italia -24% poi l'Europa torna alla normalità”. In La Repubblica. (02/01/06).
3
La RosOukrEnergo è una società costituita ad hoc in cui partecipano la russa Gazprom e l’ucraina Naftogaz. Il compito
della RosOukrEnergo è quello di acquistare gas russo a 230 dollari e miscelarlo con quello meno caro delle repubbliche
centro asiatiche. Tale manovra permette all’Ucraina di importare gas a 95 dollari per mille m³.
4
Sebbene l’emergenza sia stata assorbita in modi diversi dai paesi membri, a livello comunitario sono emerse delle criticità
che dovranno essere risolte per assicurare un rifornimento stabile e sicuro. Questi aspetti sono stati raccolti nel Libro Verde
sulla “Strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva e sicura”, uscito nel mese di marzo del 2006, in cui
l’Unione Europea promuove misure necessarie a tutelare il sistema di approvvigionamento energetico comunitario. Nello
specifico il Libro propone di risolvere la questione degli approvvigionamenti istituendo un Osservatorio europeo
sull’approvvigionamento energetico, che identifichi anticipatamente possibili interruzioni e problemi relativi alle
infrastrutture; promuovendo una politica estera comune, capace di dialogare “ad una sola voce” con i fornitori; migliorando
la sicurezza delle reti di trasmissione intra-europee; diversificando il mix energetico; controllando la domanda con
interventi di efficienza energetica; infine, sostenendo la ricerca, per nuove tecnologie energetiche più efficienti e
competitive.
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La Sicurezza degli Approvvigionamenti Energetici con Particolare Riferimento al Settore del Gas
Il Transmed trasporta gas naturale dal giacimento algerino Hassi R'Mel fino a
Mazzara del Vallo in Sicilia, proseguendo lungo la dorsale nazionale fino a
Minerbio in Valle Padana: è lungo complessivamente 2.220 km, di cui 370 in
Tunisia (diametro dei tubi 1.200 mm), 380 sottomarini (diametro 650 mm) e
1.470 in Italia (diametro 1.200 mm). Il giacimento algerino di Hassi R'Mel è una
delle più grandi riserve di gas naturale del mondo: scoperta nel 1955, possiede
riserve accertate per circa 2.000 miliardi di m³ di gas naturale recuperabili.
Figura 1.2: Schema del sistema di approvvigionamento italiano.
L’accordo definitivo di fornitura tra Eni, Sonatrach e governo tunisino venne
stipulato nel 1977 stabilendo una flusso di 12,5 miliardi di m³/anno per 25 anni.
Generalmente, per Transmed, gestito dalla Transmediterranean Pipeline Company
Ltd (50% Eni), ci si riferisce solo alla parte sottomarina (profonda circa 600m) tra
Tunisia e Sicilia. Il completamento di questa sezione avvenne nel 1983 ma negli
GALSI
TRANSMED
TAG
IGI
GREENSTREAM
TENP
LEGENDA
Gasdotti esistenti
Gasdotti proposti
Rigasificatori esistenti
Panigaglia
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Capitolo I
anni successivi fu affiancata da altre condotte parallele per permettere
l’incremento di ulteriori 7 miliardi di m³ annui previsti nell’accordo del 1991. Nel
settembre 2005, Eni e Sonatrach hanno stipulato un ulteriore contratto
5
impegnandosi a incrementare di 3,2 miliardi di m³ la capacità di trasporto annua
verso l’Italia a partire dal 2008 e di ulteriori 3,3 miliardi di m³/anno a partire dal
2012. Attualmente al capacità complessiva del metanodotto è di circa 25 miliardi
di m³/anno.
Un altro grande gasdotto è il Trans Austria Gasleitung (Tag) che collega l’Italia
rsa
, inaugurato nel settembre 2004, che connette
rigasificatore di Panigaglia è l’unico
con i giacimenti siberiani di gas, attraversando lo snodo austriaco di Baumgarten
per poi arrivare al confine italiano situato sul Tarvisio. Il completamento della
condotta avvenne nel 1974, anno in cui fu costituita la Trans Austria Gasleitung
GmbH (società con residenza a Vienna controllata per l’89% da Eni) incaricata di
gestire l’importazione di gas russo attraverso il territorio austriaco fino al confine
italiano. La capacità attuale del metanodotto è di circa 23 miliardi di m³/anno.
Il Trans Europa Naturgas Pipeline (Tenp), invece, è un metanodotto che attrave
il territorio svizzero per giungere al confine italiano sito sul Passo Gries.
Fondamentalmente, il Tenp serve per collegare l’Italia al Transitgas, una pipeline
proveniente dall’Olanda che attraversa la Germania dalla località di Bocholtz alla
località di Wallbach, in Svizzera. Al momento, sono in fase di realizzazione dei
lavori per il collegamento del Transitgas con i giacimenti di gas norvegesi, opera
che si prevede venga completata nell’arco di pochi anni. La capacità del Tenp si
aggira sui 16 miliardi di m³/ anno.
L’ultimo gasdotto è il Greenstream
la località di Gela, in Sicilia, con Mellitah, sulla costa libica. Posato alla
profondità massima di 1.130 metri può trasportare a regime 8 miliardi di m³/anno
(di cui 4 miliardi in quota Eni). Sulla rete nazionale di gasdotti è stata posata una
condotta di raccordo da Gela a Enna, del diametro di 36 pollici e della lunghezza
di 67 chilometri, che consente di convogliare il gas trasportato dal Greenstream
nel gasdotto Mazara del Vallo-Minerbio.
Per quanto riguarda invece il GNL, il
presente in Italia. Costruito nel 1971 e gestito dalla GNL Italia S.p.A.
(interamente in mano a SnamReteGas S.p.A.) occupa un’area di 45.000 m² ed è
costituito da due serbatoi di stoccaggio di 50.000 m³ ciascuno, da impianti di
5
Viene costituita la Transmed S.p.A incaricata della della commercializzazione della capacità di trasporto addizionale di
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