- Introduzione -
pag.ii
All'interno di questo quadro, si colloca
l'importante aspetto dell'introduzione delle tecnologie
informatiche nel settore creditizio, fenomeno che può
dirsi senza dubbio abbastanza datato per quanto
concerne quelle che sono le sue manifestazioni
prodromiche ma che, al contrario, diviene di estrema
attualità ai nostri giorni, a causa della sempre
maggiore efficienza ed efficacia aziendale nonchè
della rapidità di decisione necessarie per sopravvivere
in mercati finanziari caratterizzati da alta
concorrenzialità, estrema turbolenza e da movimenti di
capitali, a livello mondiale, di tale portata da rendere
difficile, se non impossibile, il loro controllo anche
da parte delle stesse Autorità Monetarie dei singoli
Paesi.
Se l'information technology ha fatto ingresso nel
mondo bancario per le stesse strade già percorse in
altre tipologie di impresa, quindi consentendo quella
automazione d'ufficio e quella informatizzazione di
base che era ritenuta fondamentale per minimizzare i
costi operativi degli istituti di credito, in realtà si
prefigge oggi nuovi obiettivi, di portata
eminentemente strategico-competitiva. Lo sfruttamento
ottimale delle tecnologie informatiche, soprattutto per
quanto concerne lo sviluppo della telematica, è di
- Introduzione -
pag.iii
fatto indispensabile per conquistare o mantenere ogni
posizione competitiva ritenuta valida dal management,
sia essa di leadership, per i grandi colossi bancari, o
rappresenti invece un target di nicchia, per i piccoli
istituti di credito.
Se l'importanza dell'information technology è oggi
unanimemente riconosciuta da tutti gli operatori
finanziari, non si può sottacere che la sua
introduzione ha arrecato ulteriore complessità alla già
difficile gestione bancaria, soprattutto con riferimento
al controllo dei sempre maggiori investimenti
necessari per attuare progetti di information
technology di ampia portata che, spesso, possono
passare inosservati agli occhi del pubblico, in quanto
non si tramutano sempre in nuovi servizi per la
clientela, ma che innovano profondamente l'operare
della banca nei mercati nazionali ed internazionali,
nell'interbancario, nei propri rapporti con la Banca
Centrale.
Solo per citare alcuni esempi, basta pensare agli
investimenti nei settori della sicurezza degli strumenti
di pagamento, oppure finalizzati a creare nuovi sistemi
di comunicazione tra banche e con l'Autorità di
Vigilanza, o ancora consistenti nell'adesione a
progetti volti a fissare degli standard tecnologici
- Introduzione -
pag.iv
comuni all'intero sistema creditizio - e questo sia a
livello nazionale che comunitario - soprattutto al fine
di creare un vero e proprio sistema bancario unico,
che porti il cliente di ogni banca ad essere in effetti
cliente dell'intera realtà creditizia.
A rendere ancor più complessa la problematica
contribuisce, poi, il fatto che tali progetti di
investimento quasi mai possono considerarsi volontari,
cioè perseguibili o meno per libera scelta del top
management, ma sono nella stragrande maggioranza dei
casi indotti dal mercato, quindi da realizzare
necessariamente se non si vuole perdere competitività,
oppure addirittura imposti dalla Banca Centrale o dal
legislatore, in adeguamento alle sempre più stringenti
regolamentazioni cui è sottoposto il mercato
finanziario.
Pertanto, il controllo dei costi dell'information
technology assume una rilevanza primaria nel
panorama delle problematiche cui i management
bancari devono dare risposta. Le esigenze di tenere
sotto stretto controllo gli oneri crescenti connessi agli
investimenti informatici e di conseguire la massima
efficienza possibile minimizzando, anche grazie
all'informatica, gli ingenti costi operativi, così
gravosi nei conti economici delle banche, implicano
- Introduzione -
pag.v
che venga prestata una più incisiva attenzione verso le
variabili di costo connesse all'information technology,
nella consapevolezza che non si può prescindere da un
loro attento monitoraggio se si vuole ottenere il
successo in mercati finanziari sempre più competitivi.
Ciò premesso, al fine di delineare l'ambito del
presente lavoro possiamo dire, innanzitutto, che,
nell'affrontare le problematiche più importanti
dell'ana-lisi e della rilevazione degli oneri
dell'information technology negli istituti di credito,
faremo, come è ovvio, particolare riferimento alla
realtà del nostro Paese, pur tenendo ben presente
l'esperienza delle altre banche europee e soprattutto di
quelle statunitensi che hanno affrontato già da molti
anni i problemi connessi alle conseguenze economico-
finanziarie, organizzative e concorrenziali degli
investimenti informatici. In effetti, soltanto oggi le
nostre aziende di credito iniziano a manifestare la
giusta sensibilità sulla tematica che andremo a trattare
ed ancora molto rari sono i casi in cui esse abbiano
già implementato un sistema di rilevazione dei costi
dell'information technology, al fine di realizzare su di
essi un controllo incisivo.
Infine, ricordiamo che le metodologie più raffinate
e moderne di rilevazione dei costi informatici, mutuate
- Introduzione -
pag.vi
anch'esse dall'esperienza statunitense, sono incentrate
nella stragrande maggioranza dei casi su tecniche
molto complesse, per la cui applicazione al rilevatore
non bastano le nozioni di base dell'economia aziendale
ed, in particolare, della contabilità dei costi, che
devono infatti essere integrate da una profonda
conoscenza dei sistemi informativi in uso, delle
procedure informatiche esistenti e degli utenti di esse
e, addirittura, delle risorse di information technology
utilizzate in ogni attività svolta.
In funzione di ciò, la maggiore preoccupazione del
presente lavoro, soprattutto per quanto concerne le
problematiche di rilevazione dei costi, è stata quella
di trovare il giusto equilibrio tra due esigenze, in
parte in contrasto: l'una, costituita dalla realizzazione
di una trattazione il più possibile approfondita e
precisa e, quindi, necessariamente intrisa di
tecnicismi tipici della materia informatica; l'altra,
concernente la struttura-zione di una metodologia di
rilevazione che, comunque, fosse saldamente centrata
sui principi generali della contabilità analitica e che,
dunque, non lasciasse prevalere le nozioni
informatiche su quelle economiche. Il che equivale a
dire, in sostanza, che si è cercato di applicare le
nozioni dell'economia aziendale alla realtà, così ostica
- Introduzione -
pag.vii
per gli aziendalisti, dell'information technology degli
istituti di credito.
Capitolo primo
Concetto, evoluzione e ruolo dell'information technology negli istituti
di credito
SOMMARIO : 1.1 Il sistema informativo negli studi di economia
aziendale e nella sua evoluzione – 1.2 Gli strumenti e il concetto di
information technology – 1.3 L'information technology negli istituti di
credito – 1.4 L'information technology e gli obiettivi di cost-leadership
e di market leadership
1.1 Il sistema informativo negli studi di economia aziendale e nella sua
evoluzione
Gli studi di economia aziendale volti a mettere in
risalto la centralità del fattore informazione nelle
aziende moderne sono sostanzialmente recenti, in
quanto si ricollegano alla concezione sistemica
dell'azienda, frutto di elaborazioni dottrinali che
hanno visto la luce nella prima metà del nostro
secolo
1
. Da quel momento, tale ampia tematica è stata
oggetto delle attenzioni di una vasta letteratura,
1
AMADUZZI A., Il sistema aziendale e i suoi sottosistemi, in Rivista Italiana di Ragioneria ed
Economia Aziendale, gennaio 1972, pag.3.
- I costi dell'information technology negli istituti di credito -
pag.2
inizialmente di origine anglosassone
2
, ma
successivamente anche italiana
3
.
Se è vero che la teoria generale dei sistemi è nata
al di fuori del campo degli studi aziendalistici
4
,
indubbiamente in questo ambito ha apportato un
contributo decisivo, in quanto ben poche realtà
possono vantare una identificazione col concetto di
sistema più precisa di quella aziendale, composta da
una molteplicità di fattori finalizzati tutti
all'ottenimento ed al mantenimento di un equilibrio
economico-finanziario a valere nel tempo ed
organizzati in una pluralità di sottosistemi
5
.
2
Cfr. HALL A.D., A methodology for system engineering, Van Nostrand, 1962, pag.60;
SCHROEDERBACK H., Management system, Wiley, 1971; TILLES S., The manager's job. A system
approach, in Harward Business Review, gennaio 1963, pag.74 e ss..
3
I requisiti essenziali di un sistema sono la molteplicità degli elementi e dei loro attributi; la
stretta interdipendenza che li lega; l'elemento finalistico; l'innata capacità di autoequilibrio e di
autoregolazione e la sostanziale dinamicità, grazie alle proprie capacità di adeguamento ma anche di
retroazione e di apprendimento; l'articolazione in sottosistemi; infine, l'apertura verso l'esterno, con
cui è in continuo rapporto reciproco. Si veda, per tutti, BERTINI U., L'azienda come sistema
cibernetico, in Studi di Ragioneria, Organizzazione e Tecnica economica - Scritti in memoria del
prof. A. Riparbelli, Cursi, 1975.
4
I primi contributi sono infatti stati apportati alle scienze biologiche da VON BERTALANFFY
L., General system theory : a new approach to unity of science, in Human Biology , dicembre
1951.
5
Per quanto attiene alla classificazione dei sottosistemi, si veda BANDETTINI A., Lineamenti
di organizzazione aziendale, Cedam, 1978, pag.32, il quale è a favore di una settorizzazione per
centri di responsabilità; FERRERO G., Impresa e management, Giuffrè, 1980, pag.137, il quale,
all'interno del sistema aziendale, identifica i tre sottosistemi delle aree operazionali caratteristiche,
delle aree operazionali integrative e delle aree di controllo e informazione; CEPPATELLI M.G., I
sistemi informativi aziendali, Cedam, 1992, pag.12, che centra l'attenzione sulle tre sfere aziendali
dell'organizzazione, gestione e informazione, rielaborando quelli che sono i tre momenti
(segue)
- I costi dell'information technology negli istituti di credito -
pag.3
E' in questo quadro che il sistema informativo
svolge un ruolo determinante, supportando sia
l'organizzazione specie per quanto attiene al
sottosistema delle decisioni, sia la gestione con
riferimento soprattutto al sottosistema operativo
6
.
Più in particolare, il sistema informativo è "un
insieme di persone, apparecchiature, procedure
aziendali il cui compito è quello di produrre le
informazioni che servono per operare nell'impresa e
gestirla"
7
.
Questo approccio presuppone, evidentemente,
l'identificazione del sistema informativo con un
processo al servizio dell'intera azienda e di tutte le
sue componenti; in altri casi, invece, viene
privilegiata l'attenzione verso il contributo apportato
dal sistema informativo al sottosistema delle
decisioni
8
.
dell'amministrazione aziendale, organizzazione, gestione e rilevazione, che si ritrovano in ZAPPA G.,
Le produzioni nell'economia delle imprese, tomo I, Giuffrè, 1957, pag.93.
6
Sulle varie problematiche connesse alla strutturazione del sottosistema operativo e di quello
delle decisioni si rimanda alle opere di AIROLDI G., I sistemi operativi, Giuffrè, 1979; SCIARELLI S.,
Il processo decisorio nell'impresa, Cedam, 1967.
7
Cfr. DE MARCO M., L'organizzazione dei sistemi informativi aziendali, Il Mulino, 1992,
pag.28. Una definizione molto simile la si ritrova in CEPPATELLI M.G., I sistemi informativi, op.cit.,
pag.43, la quale identifica, inoltre, i requisiti di un sistema informativo in "validità,elasticità e
convenienza".
8
Tra gli altri, citiamo RUGIADINI A, I sistemi informativi d'impresa, Giuffrè, 1970, pag.93 e
ss., per il quale un sistema informativo è l' "insieme dei flussi informativi, prodotti con varie
(segue)
- I costi dell'information technology negli istituti di credito -
pag.4
In merito a quest'ultimo aspetto, è infatti
innegabile che, se l'esperienza e l'intuito non possono
non essere considerati fondamentali nell'attività
decisionale, oggi essi non sono più sufficienti ad
assicurare l'ottimizzazione delle scelte aziendali in un
contesto sempre più mutevole e caratterizzato da
incertezza e complessità crescenti. Per questo,
l'informazione assurge a fattore sicuramente
strategico.
La realizzazione del sistema informativo
all'interno di una azienda potrà, però, dirsi effettiva
solo se risulteranno evidenti i suoi più importanti
requisiti, quelli della intersettorialità e
dell'integralità, senza i quali non possiamo neppur
dire che l'azienda produce informazioni, ma al più
tenta di utilizzare dati a supporto della propria
attività senza alcun costrutto, mancando la visione
d'insieme che lega le varie componenti del sistema al
tutto
9
.
metodologie, destinati a supportare il sistema delle decisioni di azienda e a soddisfare le esigenze
di informazione per le decisioni esterne". Definizioni sostanzialmente analoghe si ritrovano in
BRACCHI G., MOTTA G., Sistema informativo e imprese, Angeli, 1992, pag.23; PEZZOLI S.,
Un'analisi delle relazioni tra sistema informativo e organizzazione aziendale, Cedam, 1983,
pag.21.
9
La distinzione tra dati, oggettivi e di uso operativo, e informazioni, di natura soggettiva e
utilizzo direzionale, derivanti dall'elaborazione dei dati, è ben nota in dottrina. Vedi, senza pretese
di esaustività, CEPPATELLI M.G., I sistemi informativi, op.cit., pag.23; DE MARCO M.,
(segue)
- I costi dell'information technology negli istituti di credito -
pag.5
Affinchè ciò non avvenga, e dunque al fine di
strutturare un sistema informativo che possieda tutti i
requisiti tipici, è necessario adottare un approccio di
ulteriore specificazione di sottosistemi che vengano
incontro alle necessità presenti in azienda
10
, specie
con riferimento al più importante dei sistemi
supportati, cioè quello delle decisioni
11
.
Il sistema informativo fin qui concettualmente
delineato prescinde, evidentemente, da qualsivoglia
tipo di strumentazione a supporto della propria
operatività. Esso non abbisogna di sofisticati
L'organizzazione, op.cit., pag.18; MAGGIOLINI P., Costi e benefici di un sistema informativo, Etas
Libri, 1981, pag.7 e ss.; PEZZOLI S., Un'analisi, op.cit., pag.19 e ss.. Sebbene le differenze tra i due
concetti siano chiare, nella pratica la distinzione può spesso diventare molto complessa, per cui
viene ad assumere il massimo rilievo la valutazione soggettiva dell'interprete.
10
Anche in questo caso molte sono le strade percorribili. La più frequente vede la
settorizzazione in funzione delle varie aree funzionali d'azienda, ma non mancano altre ipotesi, tra
le quali segnaliamo quella proposta da BERTINI U., Il sistema d'azienda. Schema di analisi, Opera
Universitaria Pisa, 1977, pag.110 e ss., che fa riferimento ai contenuti di maggiore o minore rilievo
delle varie funzioni aziendali.
11
Tale soluzione sembra quella preferita dagli autori di origine anglosassone. Inevitabile
appare il riferimento ad ANTHONY R.N., Planning and control systems : a framework for analysis,
Boston Harvard University, 1965, che identifica nell'informazione un importantissimo strumento di
ausilio alle decisioni strategiche, direzionali e operative; a SIMON H.A., The new science of
management decision, Prentice Hall, 1977, fautore della distinzione tra decisioni programmate,
supportate dai flussi informativi forniti da ricerca operativa e simulazioni, e decisioni non
programmate, per le quali è necessario fare ricorso a tecniche euristiche; al modello elaborato da
FORRESTER J., Industrial dynamics, The MIT Press, 1961; a GORRY G.A., SCOTT MORTON M.S., A
framework for Management Information Systems, in Sloan Management Review vol.13 n°1 del
1971, i quali teorizzano l'esistenza di decisioni strutturate, semistrutturate e non strutturate che
abbisognano di flussi informativi in misura rispettivamente crescente.
- I costi dell'information technology negli istituti di credito -
pag.6
strumenti per adempiere teoricamente al proprio
compito.
Del resto, i primi sistemi informativi furono
fondati su procedure manuali, ma fu chiaro fin dagli
anni '50 che la sempre maggiore mole di dati che il
fluire della gestione produceva e il crescente
fabbisogno informativo di cui tutti i livelli aziendali
avevano necessità rendevano palesemente inadeguato il
tradizionale modo di procedere; d'altro canto, gli
strumenti automatizzati raggiungevano un grado di
affidabilità tale da permettere la loro graduale
introduzione in azienda a supporto dell'uomo
12
.
E' peraltro noto che, nel tempo, la crescente
complessità delle problematiche aziendali e la
notevole burocratizzazione dell'attività hanno
sensibilmente accresciuto la necessità di informazioni
tempestive ed affidabili per la direzione e di
procedure automatizzate per snellire il lavoro
operativo d'ufficio. Tutto ciò non fa che confermare la
diffusione a tutti i livelli aziendali dell'uso e
dell'utilità del sistema informativo, che non rimane
pertanto circoscritta alla sola funzione decisionale.
12
Sulle fasi dello sviluppo di un sistema informativo automatizzato in azienda, si veda
BERTINI U., Il sistema d'azienda, op.cit., pag.120.