2l’eventuale svalutazione della valuta locale la corona ceca – CZK per favorire le esportazioni. Con
l’ingresso di investitori stranieri le banche si trovarono di fronte alla difficoltà di gestire i
finanziamenti erogati per lo sviluppo del paese; tipici i casi di frodi bancarie che portarono al
fallimento della terza banca di diritto ceco. La banca centrale ceca – Ceska Narodni Banka – CNB,
era, per il momento inadatta a fronteggiare tali crisi che potevano portare a episodi di contagio e
crisi sistemiche. Solo grazie all’ingresso di istituti bancari stranieri e al rinnovamento ed
adeguamento della normativa centrale, la situazione si è stabilizzata. L’odierna Repubblica Ceca è
pronta a recepire la normativa emanata da Basilea II, nonostante le banche del paese siano ancora in
una fase di arretratezza riguardo tale tema; si può parlare più di formalità che di sostanzialità.
E’ nel 1901 che viene fondata la Centralbank der deutschen sparkassen, la banca di riferimento per
le casse di risparmio ceche, che inizia a svolgere da istituto di riferimento centrale per le banche di
diritto ceco. La situazione mutò nel 1919 quando venne istituita una commissione bancaria sotto il
controllo del ministero delle finanze. Nel 1926 venne fondata la banca nazionale di Cecoslovacchia,
con funzioni di banca centrale autonoma. Il dominio sovietico riportò l’istituto centrale sotto il
controllo statale in modo diretto, e, solamente, con la caduta del muro di Berlino rinacque un
istituto autonomo che si promuovesse a garante del sistema. Dopo la scissione con la slovacchia si
giunse alla creazione della CNB apparato creditizio centrale in toto autonomo. Dopo un periodo di
transizione iniziale, a seguito della fine del dominio sovietico, era evidente la necessità di un forte
processo di rinnovamento da parte della CNB, questo, sarebbe dovuto partire sia dalle lacune legate
alle esperienze passate, che dai recenti, e numerosi, casi di crisi bancarie. Alla luce di tali episodi, il
principio ispiratore del nuovo corso è quello di creare ‘un settore bancario stabile e credibile, che è
una delle condizioni base per il corretto funzionamento dell’economia’
1
. Una tale stabilità non può
però essere garantita unicamente dalle forze di mercato; si rende, a questo punto, necessaria la
presenza di un’insieme di regolamentazioni, sia nella forma di leggi che di provvedimenti (banking
regulation). Uno dei ruoli principali della banca centrale, allora, consiste nella supervisione
dell’aderenza dei comportamenti bancari a queste indicazioni; in particolare, nel caso ceco, si vuole
migliorare la ‘…soundness delle operazioni e gli sviluppi propositivi del sistema bancario
nazionale…’; ciò si traduce, nella pratica, in un lavoro continuo dedicato allo sviluppo della
soundness stessa, della disciplina di mercato e della competitività bancaria; congiuntamente alla
prevenzione delle crisi sistemiche; all’aumento del livello di confidenza del pubblico nel sistema
bancario e alla tutela dei piccoli clienti dell’apparato intermediario. Rimane pacifico che, tra gli
intenti, non vi è quello di sostituirsi alle funzioni svolte dal mercato, quali quelle legate alla
prevenzione di fallimenti bancari imputabili ad una errata gestione, unicamente di responsabilità del
management dell’istituto di credito. Gli organi della banca, in tal senso preposti, sono quindi
responsabili del corretto funzionamento dei meccanismi interni di controllo e della gestione del
rischio: se accadesse qualcosa di inaspettato sarebbe la banca a dover essere pronta a farvi fronte.
L’obiettivo, è, invece, di mantenere un elevato livello di controllo sulla corretta applicazione
dell’apparato normativo da parte delle banche presenti nel sistema; se l’autorità dovesse riscontrare
delle mancanze, comunque, dovrebbe, senza indugio, applicare le eventuali misure di rimedio. In
particolar modo, le istituzioni operanti all’interno della Repubblica Ceca, sono tenute al rispetto
dell’Act No. 21/1992 Coll. on Banks, ed emendamenti. Secondo tale atto, è la CNB stessa ad
emanare i regolamenti, nella forma di provvedimenti e decreti, contenti i termini e le condizioni per
l’ingresso nel settore bancario, insieme alle regole prudenziali riguardanti le specifiche aree d’affari
del comparto bancario. Al fine di evidenziare lo stato di salute del settore bancario e della
situazione generale dell’economia, la banca centrale, pubblica, annualmente, un report e una ricerca
sullo stato della supervisione bancaria da cui si evincono sia l’andamento della situazione
macroeconomica del paese, l’andamento del settore degli intermediari, e la situazione, i
cambiamenti e il livello di controllo riguardo la supervisione stessa.
1
Cfr. ‘www.cnb.cz’.
3Struttura organizzativa della supervisione della CNB.
La supervisione della banca centrale consiste in:
x Garantire le licenze bancarie
x Emanare i regolamenti definenti le regole prudenziali per le banche
x Monitorare l’attività di banche e branches di banche straniere
x Eseguire le ispezioni nelle banche
x Garantire il primo consenso alle operazioni in accordo all’Act on Banks
x Imporre le misure di rimedio e le penali per le carenze trovate nell’attività delle banche
x Decidere in merito all’imposizione di misure conservative e la revoca della licenza bancaria
La CNB deve quindi agire in modo da prevenire ogni azione che possa colpire l’interesse dei clienti
delle banche e minacciare la stabilità del sistema bancario nel suo complesso. La supervisione
bancaria della CNB si divide in due metodi basilari:
x Sorveglianza off-site
x Esami on-site
La CNB deve svolgere attività supervisiva su:
x L’attività delle banche, branches di banche straniere e ogni gruppo consolidato che contiene
una banca con domicilio registrato nella Repubblica Ceca
x L’attività di entità diverse dalle banche che hanno licenza in forza di speciali atti
legislativi
x La sicurezza, l’armonia e l’efficienza delle operazioni del sistema dei pagamenti
La supervisione deve includere:
x La concessione delle licenze e il permesso dello svolgimento dell’attività in forza di
specifici atti legislativi
x La supervisione all’aderenza alle condizioni stipulate nelle licenze e nei permessi
x L’ispezione all’aderenza alle leggi, ai decreti e ai provvedimenti emanati dalla CNB
x L’imposizione di misure di rimedio e di penali ove vengano individuate violazioni
Bank Board
ZdenČk TĤma OldĜĜch DƟdek LudƟk Niedermayer Pavel ŠtČpánek
Governor Vice-Governor Vice-Governor Chief Executive Director
Pavel Racocha Michaela Erbenová Jan Frait
Chief Executive Director Chief Executive Director Chief Executive Director
530
Banking Regulation and Supervision Department
Leoš Pýtr
Executive Director
VƟra Mašindova
Deputy Executive Director
537-Licensing and Enforcement Div
Petr JiĜiþek - Director
531–Banking Methodology Division
Pavel Vacek - Director
533-Off-site Banking Superv Div 1
Karel Gabrhel - Director
535-On-site Banking Superv Div 1
Jaromir Louda - Director
536-On-site Banking Superv Div 2
Robert DžmuráĖ - Director
534-Off-site Banking Superv Div 2
Silvie Goldscheiderová - Director
532-Banking Analyses Division
Jarmila Musilová - Director
Vladimir Krejþa
Deputy Executive Director
4Alle banche viene richiesto di aderire alle seguenti definizioni:
- una esposizione del 10 per cento o più del capitale viene definita larga;
- il limite per una grande esposizione a un prenditore non bancario del settore privato è il 25 per
cento del capitale della banca.
Vi deve essere la certezza che le banche abbiano in funzione adeguati controlli interni rispetto alla
natura e alla scala dei loro affari. Il supervisore deve richiedere e verificare periodicamente le
politiche le pratiche e le procedure delle banche, controllando che:
- il processo di concessione del prestito sia armonioso e ben documentato
- vi sia il mantenimento di un appropriata amministrazione e misurazione del credito, e un processo
di monitoraggio e di reporting relativo alla sua esistenza
- sia assicurato un adeguato controllo con riguardo al rischio di credito
Riassumendo brevemente il modello verso cui la CNB tende:
1. Un sistema di supervisione efficace dovrebbe prevedere sia sorveglianza off che on site.
2. La supervisione dovrebbe prevedere un contatto regolare con il management bancario e una
chiara interpretazione della situazione delle operazioni del management.
3. Si dovrebbe avere un prudenziale report dei rendimenti statistici delle banche sia on a solo
basis che nei casi consolidati.
4. Supervisione significa analisi indipendente.
5. Elemento essenziale è la capacità di compiere supervisione su base consolidata.
6. La supervisione deve permettere di evidenziare i risultati finanziari della banca, che deve
evidenziarli periodicamente.
A partire dal 1996 la banca centrale ceca ha iniziato un processo di ammodernamento continuo,
nell’ottica di diminuire la rischiosità e avvicinarsi ai successivi sviluppi della normativa emanata
dal comitato di Basilea. Lo svolgimento dell’attività supervisiva da parte della CNB, comporta la
definizione delle aree di competenza che le sono affidate e dei poteri di cui viene dotata. Nell’Act
No. 21/1992 e nell’Act No. 6/1993 ed emendamenti, vengono evidenziati, in modo preliminare, sia
il ruolo che gli strumenti e le risorse a disposizione dell’istituzione centrale, al fine di prevenire,
punire e reprimere eventuali comportamenti illeciti. La CNB dispone dei poteri di un’autorità
amministrativa, e deve amministrate indipendentemente e con la dovuta diligenza le risorse che le
vengono fornite dallo stato. L’obiettivo primario è il mantenimento della stabilità dei prezzi e il
supporto delle politiche economiche del governo che perseguono la crescita economica all’interno
di un’economia di mercato aperta. Tra le attività tipiche spicca la già citata competenza in tema di
supervisione che si estende al controllo del sistema dei pagamenti. E’ importante evidenziare che la
CNB mantiene una capacità di advisory vis-à-vis con il governo su tali temi. La banca centrale è
l’organo che definisce :
x I provvedimenti in tema di regole prudenziali per le banche e le branches di banche straniere
x I decreti sul medesimo tema per gli altri partecipanti al mercato monetario e i termini e le
condizioni in cui devono essere effettuate le transazioni nel mercato stesso
A fini prudenziali la CNB deve mantenere aperti conti con le banche e accettare i loro depositi. Essa
può richiedere alle banche di mantenere parte dei loro fondi in tali conti, le cosiddette riserve
minime richieste. Queste non possono superare il 30% delle passività totali della banca al netto di
quelle detenute da altre banche. La banca centrale è quindi autorizzata ad operare nel sistema di
pagamento interbancario ed è essa che definisce:
1. Il metodo di esecuzione dei pagamenti tra banche e il clearing
2. il metodo di utilizzo degli strumenti di pagamento dalle banche nel sistema dei pagamenti
L’istituto centrale deve coordinare lo sviluppo del sistema informativo bancario, potendo definirne
le regole. Per raggiungere i suoi obiettivi, la CNB, può domandare le informazioni e i documenti
necessari alle entità operanti nel settore bancario. La banca centrale ha il potere di imporre misure
conservative sulle banche operanti nella nazione, nel caso queste arrechino pericolo alla stabilità del
sistema. Tali misure possono giungere fino alla revoca della licenza. Le banche sono obbligate a
svolgere le proprie attività in modo prudente, in un modo che non vada contro gli interessi dei
5depositanti e abbia effetti sulla loro sicurezza e la loro capacità di svolgimento delle operazioni
tipiche. Per tale motivo viene a loro richiesto il rispetto dei termini e delle condizioni definite nelle
licenze e nella normativa, inclusa quella emanata dalla banca centrale. Se la CNB, nello
svolgimento della supervisione bancaria, riscontrasse che le banche non rispettassero le
regolamentazioni, avrebbe il potere di:
x richiedere alla banca di rimediare alla situazione entro un congruo periodo
x richiedere che le persone del mangement e del supervisory board siano sostituite
x restringere o proibire l’esecuzione di alcune delle attività elencate nella licenza
x ordinare un audit straordinario a spese della banca
x imporre una multa fino a CZK 50,000,000
x ridurre il capitale della banca per coprire le perdite dopo l’utilizzo delle riserve e degli altri
fondi, nel caso in cui la perdita superi il 20% del capitale della banca
x imporre misure conservative
x revocare la licenza
Il consenso della CNB è necessario in una serie di casi, in cui devono essere eseguite particolari
transazioni od operazioni:
x nel caso in cui una persona proponga di acquistare o di incrementare la propria posizione in
una banca in modo tale da raggiungere od eccedere il 10%, 20%, 33% o il 50 % del capitale
o dei diritti di voto
x al fine di concludere un accordo sulla vendita della banca o di una sua parte
x al fine di fondersi con un'altra banca
x per una risoluzione del General Meeting di chiudere la banca o cessare ogni attività per cui
la licenza sia richiesta
x al fine di ridurre il capitale della banca
x al fine di selezionare l’auditor della banca
La normativa emanata dalla banca centrale Ceca, in tema di gestione dei rischi, è relativamente
recente; necessita, pertanto, di ulteriori adeguamenti e sviluppi che la portino a raggiungere il
medesimo livello dei regolamenti emanati nelle banche dei paesi occidentali. Nell’insieme,
l’apparato legislativo riguardante i rischi bancari, raggiunge un livello di complessità soddisfacente,
si può, infatti, affermare che i funzionari centrali abbiano ben chiara la direzione verso cui tendere e
i modelli a cui ispirarsi. Un esame approfondito, evidenzia però varie lacune strutturali dovute alla
mancanza di esperienza, in un campo in cui la memoria storica gioca un ruolo fondamentale, che
viene ad oggi sopperita da un ottimo approccio tecnico, forse troppo esasperato. Tale normativa,
basata sulle raccomandazioni del comitato di Basilea, della BIS e delle direttive UE, si presenta
forse troppo moderna per un paese ex-comunista. Nella sostanza il salto per il recupero del gap è
stato, probabilmente, troppo elevato, un periodo di transizione maggiore, che permettesse all’intero
sistema di adeguarsi, sarebbe stato sicuramente auspicabile. Lo schema normativo si presenta in
ogni caso organico, anche se più formale che sostanziale; i report presentati annualmente
evidenziano solo la situazione attuale, senza evidenziare i legami con la situazione precedente, e
quindi la possibilità di osservare gli sviluppi intercorsi nei vari anni; i provvedimenti e i decreti
riguardano le seguenti aree:
x Adeguatezza di capitale
x Esposizione creditizia
x Supervisione bancaria
x Regole per la gestione della liquidità
x Classificazione dei crediti per livello di rischio
x Restrizione su certi tipi di investimento e prestiti
6La normativa, rintracciabile direttamente sul sito della CNB
2
, è forse un po’ troppo dispersiva,
manca nella sostanza un unico codice che definisca l’intero quadro legislativo. Ne è la riprova la
difficoltà nella gestione delle crisi bancarie, situazioni per le quali manca ancora un efficace
sistema di controllo. La licenza bancaria viene richiesta alla CNB, che a sua volte deve richiedere il
parere del Ministero delle Finanze. Nel caso la banca richiedente fosse straniera, deve essere
ascoltato anche il parere dell’autorità del paese d’origine nel caso si trattasse di entità europee.
Questo è quello che avviene nella sostanza anche con le entità di altri paesi. Secondo la normativa è
da considerarsi banca ogni entità legale che:
1. accetta depositi dal pubblico.
2. eroga credito.
3. a cui è stata garantita una licenza bancaria.
A queste si aggiungono le tipiche attività che una banca moderna può oggi svolgere. Ricordiamo
che il capitale sociale minimo richiesto per svolgere attività bancaria è pari a 500 milioni di CZK.
Le banche sono tenute all’obbligo di fornire tutte le informazioni richieste dalle autorità della
Repubblica Ceca, anche senza l’accordo dei loro clienti, in materia di dazi doganali e di tasse.
Ottima risulta perciò essere la normativa antiriciclaggio, forse retaggio di epoche passate. Ne e’ un
esempio la richiesta di prestare attenzione ai collaterali ottenuti a garanzia di un credito, il cui
valore deve essere in accordo con la legge e in particolar modo nel caso in cui esso abbia natura
tossica, narcotica, radioattiva o psicotropica: cioè con sostanze che possono avere natura criminale.
Ricordiamo che la licenza non può essere concessa se in violazione di trattati internazionali.
Un’importante ramo della supervisione compete alla valutazione indipendente delle politiche
bancarie, delle pratiche e delle procedure per garantire un prestito o compiere un investimento e la
loro gestione. La banca non deve limitarsi ad una valutazione, deve elaborare adeguate politiche,
pratiche e procedure che permettano di valutare la qualità dell’attivo e l’adeguatezza dei
provvedimenti in caso di perdita su prestiti e sulle riserve. Le leggi e i regolamenti devono stabilire
chiaramente quali tipi e quantitativi di acquisizioni e investimenti necessitino dell’approvazione
della supervisione. Anche la gestione del sistema informativo deve permettere al management di
identificare le concentrazioni all’interno di un portafoglio; per tale motivo i supervisori devono
definire limiti prudenziali per ridurre l’esposizione bancaria del singolo cliente o di un gruppo di
clienti connessi tra loro. Per evitare abusi, da parte di coloro che compiono prestiti in connessione,
la banca deve verificare che gli affidati ottengano denaro solo una volta e non più volte sul
medesimo affidamento, insieme a controlli continui per mitigare il rischio. Tali controlli dovrebbero
stabilire un contatto regolare tra il management della banca e la CNB in modo da agevolare la
comprensione delle operazioni della banca stessa. Infatti il supervisore deve essere conscio dei passi
intrapresi a livello interno per dotarsi dei meccanismi di controllo al fine di tenere sotto controllo i
rischi della banca. La banca dovrebbe sviluppare un sistema per portare a termine le transazioni
assicurandosi che gli aspetti soggettivi nel processo decisionale che non contribuiscono alla qualità
del processo siano limitati. La banca dovrebbe assicurarsi di disporre delle informazioni sufficienti
riguardanti la controparte, anche per i prestiti sindacati. La banca dovrebbe assicurarsi riguardo
l’ammontare e la complessità di ogni transazione. In particolare all’interno di ogni transazione
andrebbero verificati:
x credibilità della controparte
x motivo della transazione
x fonte dei pagamenti
x qualità ed adeguatezza della sicurezza
x stato degli affari nel settore economico delle parti contrattuali
x le condizioni proposte per portare a termine la transazione
Nella gestione del rischio di credito, la banca dovrebbe usare tecniche e strumenti che limitino il
rischio, nel caso in cui tali tecniche e strumenti non possano rimpiazzare la valutazione della
2
www.cnb.cz
7credibilità della controparte contrattuale. Entrando più nello specifico, la Repubblica Ceca, dispone
di un Deposit Insurance Fund per assicurare un minimo impatto ad ogni operazione, ridurre il
rischio delle azioni delle banche e agire da funzione compensatrice per i depositanti. La funzione
del fondo è alquanto semplice, ripagare coloro che hanno i propri fondi depositati presso una banca
giunta a fallimento. Il quantitativo corrisposto è pari al 90% del depositato fino a 25,000 EUR per
depositante. La banca dovrebbe avere un sistema di misurazione e controllo del rischio di credito
che corrisponda al raggio d’attività della banca e che identifichi tutte le fonti importanti di rischio di
credito e valuti l’impatto sui ricavi e i costi della banca e il valore delle attività e delle passività che
fornisca una figura non distorta del livello del rischio di credito assunto. Il sistema di misura e di
monitoraggio del rischio di credito, deve, in particolare:
1. in tempo, accuratamente, e comprensivamente, registrare tutte le transazioni così che tutte le
esposizioni di rischio di credito siano identificate;
2. valutare tutte le importanti fonti di rischio di credito;
3. utilizzare il sistema di effettuare un monitoraggio dei casi di esposizione della banca a
gruppi economicamente connessi;
4. misurare il rischio di credito in modo sommario per tutte le business units della banca e
comparare la magnitudo di questi rischi con i limiti approvati con la frequenza appropriata
alla natura del rischio sostenuto.
Il sistema di misurazione e monitoraggio del rischio di credito risultante da tale operazioni deve
assicurare, in particolare:
1. il monitoraggio della posizione finanziaria ed economica delle parti contrattuale con
riguardo al tipo di transazione conclusa con le parti contrattuali.
2. il monitoraggio del raggiungimento dei termini e delle condizioni rilevanti del contratto.
3. il monitoraggio della valutazione dei titoli.
4. il monitoraggio di argomenti topici che richiedono immediate misure correttive.
5. il monitoraggio dell’adeguatezza del quantitativo di tolleranze e provvedimenti.
La banca deve garantire anche che:
1. impiegati dei dipartimenti responsabili per la gestione del rischio di credito e i membri
competenti del senior management della banca comprendano le assunzioni su cui il sistema
di misura e monitoraggio del rischio di credito della banca è basato.
2. gli assunti, sui quali il sistema si basa, siano sufficientemente documentati.
La banca deve stabilire e rientrare in un insieme di limiti per la gestione del rischio di credito
congiuntamente ad un insieme di procedure per l’utilizzazione dei limiti che assicurino che il livello
di rischio di credito stipulato dal board of directors venga rispettato. Per tale motivo la banca deve,
in particolare:
1. assicurarsi che il limite di rischio di credito sia utilizzato in modo da assicurare che il livello
totale del credito di rischio della banca sia accettabile;
2. assicurarsi che l’insieme dei limiti sia in accordo con le procedure utilizzate per la
misurazione e il monitoraggio del rischio di credito e tenga in conto di tutti gli altri rischi
della banca;
3. assicurarsi dell’apropriatezza dell’insieme dei limiti data la sua ampiezza, i metodi del
management, la tipologia della natura, l’adeguatezza patrimoniale. In base a questi fattori
devono essere stipulati i limiti individuali;
4. nel definire i limiti, si dovrebbe tenere conto della posizione dalla struttura totale dell’attivo
e del passivo.
La banca dovrebbe inoltre:
1. assicurarsi che il limite definito dal dipartimento o dai dipartimenti responsabili per la
gestione del rischio siano aggiornati regolarmente in accordo alla strategia globale della
banca;
2. assicurarsi che l’insieme di limiti si definito dal dipartimento e dai dipartimenti per la
gestione del rischio, in accordo alla strategia globale;
83. vengano stabilite procedure appropriate per ogni limite in casi di eccessi, inclusi flussi di
informazione.
La banca dovrebbe compiere analisi del portafoglio crediti, incluse le stime e i suoi trends futuri, e
dovrebbe tenere conto di tali analisi nel verificare l’obiettività delle procedure e i limiti della
gestione del rischio di credito.
La banca dovrebbe assicurare:
1. analisi regolari del portafoglio crediti
2. una verifica graduale della validità degli assunti che formano la base dell’analisi
3. una regolare sottomissione dei risultati dell’analisi del portafoglio crediti ai membri del
senior management della banca responsabile per la gestione del rischio.
Nello svolgere la propria attività, alla banca, è richiesto il rispetto di regole prudenziali, finalizzate a
limitare i rischi dell’attività bancaria, così da assicurare che i depositi non siano messi in pericolo e
che il settore bancario non sia destabilizzato. Il primo insieme di regole fu creato in connessione
agli standard internazionali nel 1992, in tema di adeguatezza patrimoniale, liquidità, grosse
esposizioni bancarie e restrizione sulle posizione in cambi. Osservando gli sviluppi a partire dal
1996, il primo passo fu di definire in modo più rigoroso il calcolo dei pesi da assegnare agli affidati
inadempienti. Si procede ad una prima definizione di esposizione creditizia, giungendo poi a
definire le regole in tema di rischio di credito e di liquidità. Nascono le prime forme di
cooperazione con le altre autorità e la comprensione della necessità dell’audit. Nel 1997 vengono
emanate delle modificazioni all’impianto originale del 1992, in particolare vengono ridefinite le
categorie in cui classificare i crediti e i pesi che a loro devono essere assegnati. Durante il 1998
viene preparato un provvedimento teso a emanare nuove regole, approvato nel 1999. Tale
normativa riforma, in primo luogo, la suddivisione delle attività bancarie tra portafoglio di trading e
bancario. Viene definita la struttura del capitale e la struttura delle attività. Il provvedimento
comprende un nuovo metodo di calcolo dell’esposizione creditizia e nuovi limiti per la posizione in
cambi. Si inizia a parlare di supervisione consolidata, al fine di armonizzarsi con il resto
dell’Europa. Viene finalmente recepito il principio del comitato di Basilea relativo al mantenimento
del livello di adeguatezza patrimoniale sopra l’8%. Infine si procede a preparare la riforma dell’Act
on Banks. Gli anni successivi, fino ad oggi, hanno visto la CNB concentrarsi sulle proposte
formulate dal comitato di Basilea. Un primo processo ha avuto l’obiettivo di studiare la normativa e
adeguarsi ad essa; un secondo passo ha portato alla nascita del piano a medio termine da realizzarsi
tra il 2005-2010, che ha come finalità il raggiungimento degli standard previsti nel NAC, e quindi la
possibilità di colmare finalmente il grosso gap con le nazioni occidentali. Le regole prudenziali
odierne si ispirano ai principi e alle raccomandazioni del comitato di Basilea, della BIS e alle
direttive UE. Le regole basi sono definite direttamente nell’Act on banks, come ad esempio; avere
un adeguato sistema di supervisione, mantenere una elevata solvibilità, limitare le partecipazioni in
altre entità, proibizioni di avere contatti preferenziali con persone che hanno relazioni speciali con
la banca, mantenere separate le operazioni di prestito da quelle di investimento. Queste regole
possono essere suddivise in queste aree:
x adeguatezza patrimoniale
x esposizione creditizia
x regole di gestione della liquidità
x classificazione dei crediti esigibili per livello di rischio
x restrizioni relative a certi tipi di investimento e prestito
I supervisori bancari dovrebbero definire un livello minimo di adeguatezza patrimoniale che rifletta
i rischi affrontati dalla banca, definendo i componenti di capitale, mantenendo in mente la capacità
di assorbire le perdite. Una parte essenziale della supervisione consiste nella capacità di valutare le
politiche, le pratiche e le procedure bancarie relative alla concessione di un prestito o nella scelta di
un investimento e la loro gestione. Per banche attive internazionalmente, tali richieste non devono
essere inferiori a quelle stabilite dall’accordo di Basilea. Deve essere presente un sistema
informativo capace di gestire ed identificare le concentrazioni nel portafoglio. E’ importante che
9venga identificata la scala e la natura delle attività, inclusa la capacità di conoscere il cliente, per
aumentare il livello di eticità e professionalità. Parte della normativa riguardante l’adeguatezza
patrimoniale, e le altre regole prudenziali ‘on a solo basis’ e su base consolidata, è stata emanata
dalla CNB attraverso il provvedimento n. 2 del 3 luglio 2002. Altri riferimenti su tale tema sono
rintracciabili all’interno del corposo insieme di atti, provvedimenti e regolamenti prodotti
dall’istituzione centrale nel corso del tempo. Attraverso tale normativa, vengono, finalmente,
definiti, sia il limite di adeguatezza patrimoniale di una banca che il limite di esposizione creditizia
ed infine il limite relativo all’esposizione in valuta. Fino all’89 le decisioni in merito all’erogazione
di un finanziamento venivano prese, nella maggior parte dei casi, a livello qualitativo da parte dei
funzionari politici a livello centrale, senza che questi considerassero i suggerimenti dell’istituzione
finanziaria centrale; nella sostanza venivano privilegiate persone vicine ai funzionari; mancava
quindi un vero e proprio sistema di supervisione. La banca ora, invece, deve classificare tutti gli
strumenti registrati nel suo bilancio, negli altri suoi documenti, nel proprio portafoglio di trading o
nel suo portafoglio bancario in accordo con le strategie approvate dal CdA della banca e in accordo
alla normativa. La banca deve, inoltre, registrare tutti gli strumenti in accordo alle procedure
internazionali standard. Il motivo di tale obbligo risiede in leggi e regolamenti che richiedono di
mantenere un livello adeguato di ratio del capitale, che rifletta quantomeno il profilo di rischio della
banca, in particolare del rischio di credito e di mercato; si deve quindi dare enfasi a quelle
componenti che permettono di assorbire le perdite. Le leggi e i regolamenti per tale motivo
permettono all’autorità supervisiva di adottare misure nel caso in cui i livelli di capitale scendano
sotto la ratio prevista. Si comprende quindi la necessità di controlli continui da parte dell’autorità
che verifichi la rispondenza delle banche ai requisiti previsti e proprio per facilitare tale compito
alla banca viene imposto di dotarsi di sistemi di controllo interno che valutino momento per
momento la situazione in merito all’adeguatezza di capitale. Come previsto originariamente
dall’accordo sul capitale, il coefficiente di adeguatezza patrimoniale prevede un livello minimo di
riserve pari all’8% rispetto al capitale sociale. Uno studio condotto nel corso del 2000 ha messo in
evidenza il rispetto di tale coefficiente:
Equity capital
(in CZK billions)
Capital adequacy
(in %)
31 December 1999 82.0 13.6
31 March 2000 84.7 14.1
30 June 2000 85.4 16.6
30 September 2000 84.8 16.8
Adeguatezza patrimoniale nel corso del 2000.
I supervisori devono essere sicuri che le politiche e le pratiche contabili consentano loro di avere
una visione veritiera e corretta delle condizioni finanziarie della banca; e che i libri sociali
evidenzino tale situazione. Un’adeguata supervisione deve permettere di poter intervenire in tempo
con misure correttive nel caso di violazioni. L’esposizione netta di un portafoglio bancario in
relazione a una persona o ad un gruppo di persone, non deve eccedere il 25% del capitale della
banca ridotto attraverso il Tier 3. Nel caso di persone con cui la banca abbia una relazione speciale
come un gruppo di persone ad essa connessa; o come un gruppo di persone nei confronti delle quali
la banca abbia una holding qualificata; o ancora un una persona giuridica nei confronti dei quali la
banca abbia una holding qualificata l’esposizione netta di un portafoglio bancario non deve
eccedere il 20% del capitale di una banca ridotto ancora una volta detraendo il Tier 3. L’esposizione
del portafoglio bancario in relazione a persone o gruppi dove l’esposizione netta è il 10% o più del
capitale ridotta attraverso l’utilizzo del Tier 3, non deve però superare l’800% del capitale delle
banche ancora una volta ridotto attraverso l’utilizzo del Tier 3. Nel caso in cui l’esposizione sia
relativa a governi centrali della zona A, banche centrali della zona A, governi centrali delle zone B,
a condizione che i claims rilevanti siano denominati e accumulati in valuta nazionale e il debito
10
statale non sia ristrutturato, le banche centrali delle zone B nei medesimi casi, la Comunità Europea;
tale esposizione non deve essere soggetta ai limiti dell’esposizione netta di un portafoglio bancario.
La banca è obbligata a rispettare diversi limiti, tra questi la possibilità di non eccedere il 15% della
posizione in valuta, mentre la posizione totale non deve eccedere il 20% del capitale delle banche.
Già nel 2001, seguendo le indicazioni del provvedimento No. 3 del Giugno 1999 della CNB
sull’adeguatezza del capitale delle banche incluso il rischio di mercato e quello di credito, è stata
fondata l’Agenzia di Consolidamento ceca, erede della Konsolidaþnì banka Praha, istituzione
finanziaria statale, i cui impegni sono garantiti dallo stato. In tema di adeguatezza di capitale e di
consolidamento possono essere applicate le seguenti procedure:
1. ai crediti dall’agenzia devono essere assegnati dei pesi pari a 0.
2. i crediti dell’agenzia non sono soggetti ai limiti sull’esposizione creditizia netta secondo i
provvedimenti sull’adeguatezza del capitale e sul consolidamento.
Gli strumenti utilizzati per la gestione dei rischi vengono scelti fra i differenti modelli a classi di
rating, ogni banca deve pertanto classificare le differente imprese affidate secondo il modello
proposto dalla CNB, e, a tale classificazione, affiancare quella in uso all’interno della banca. La
banca dovrebbe evidenziare le somme da ricevere, quindi i crediti, suddivisi per categorie:
x standard
x watch
x substandards
x doubtful
x loss
Divisi in crediti dalle banche e crediti dai clienti, ed inoltre le somme del portafoglio crediti. Tale
operazione dovrebbe essere compiuta anche nei confronti dei debitori individuali. Sotto controllo
dovrebbe essere tenuto il totale dei crediti ristrutturati durante il periodo, a livello lordo ed infine il
quantitativo di strumenti derivati utilizzati per copertura e per operazioni di speculazione. La banca
dovrebbe fornire informazione circa la propria gestione del rischio, in particolar modo circa le
variazioni intervenute nel corso dell’esercizio. Per quanto riguarda i crediti da ricevere, la banca
dovrebbe valutare ogni diminuzione occorsa in bilancio, se la valutazione viene effettuata a livello
di portafoglio non dovrebbe essere fatta anche singolarmente. Nel caso di valutazioni substandard,
doubtful e loss, queste vengono valutate come crediti non-performing. I crediti standard sono quelli
per i quali non vi è ragione di temere la piena riscossione; i crediti watch sono quelli che
probabilmente saranno ripagati in pieno, i substandard sono quelli che probabilmente non saranno
ripagati in pieno, ma vi è un’alta probabilità che saranno ripagati in parte, i doubtful non saranno
interamente ripagati, ma potranno essere forse ripagati in parte, ed, infine i loss, che non saranno
ripagati in pieno. Nell’assegnare una classe devono essere considerate le condizioni economiche e
finanziare del debitore, ogni accadimento avvenuto nel corso della vita del contratto; ritardo nei
pagamenti, non pagamento degli interessi; ogni ristrutturazione del credito, fattori esterni politici e
legali etc... Nel caso in cui il credito possa essere classificato in più categorie, questo deve essere
posto nella categoria più rischiosa. Anche nel caso in cui un debitore abbia più debiti verso la
medesima banca, questa deve classificarli nella categoria del peggiore tra questi. I prestiti devono
essere classificati in base alla scadenza, un rifinanziamento del debito non cambia la categoria in cui
è inserito. Il supervisore richiede che la valutazione, la classificazione e i provvedimenti per grandi
crediti siano condotti su una base individuale. Le banche devono rispettare tali definizioni:
x 10 per cento o più del capitale della banca è definita una grande esposizione.
x 25 per cento è il limite per una grande esposizione individuale per un prenditore privato non
bancario o un insieme di prenditori di fondi.
Una banca che abbia intenzione di utilizzare i propri modelli per calcolare l’adeguatezza
patrimoniale deve seguire le indicazioni degli articoli 62 e 69 comunicando tale intenzione alla
CNB. Prima di tutto deve comunicare l’intenzione di adottare un modello proprietario:
1. La richiesta deve essere fatte in ceco.
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2. Deve identificare espressamente il quantitativo di capitale che la banca intende utilizzare
per usare il proprio modello.
3. Nel caso venga utilizzato il modello della casa madre, tale modello deve essere verificato
dall’apposita autorità di supervisione.
4. La richiesta deve comprendere il nome del responsabile e di che area lo è.
Il materiale necessario per lo sviluppo del modello deve essere espressamente indicato:
1. Se i documenti non fossero necessari la CNB può richiedere quelli mancanti.
2. Il materiale deve essere redatto in ceco e includere una lista di tutto il materiale disponibile.
3. I testi possono essere cartacei o in formato elettronico.
4. I valori devono essere espressi in CZK o euro.
Nel caso di attività economiche, di posizione dei rischi bancari e degli strumenti la banca deve:
1. Indicare una visuale completa delle attività in relazione al portafoglio di trading, i suoi
obiettivi, le strategie e i cambiamenti più significativi avvenuti negli ultimi 24 mesi.
2. Evidenziare la eventuale presenza di strumenti non ‘plain vanilla’.
3. Evidenziare i risultati ottenuti con i modelli VaR.
Di sicura importanza è l’evidenza di tutta la struttura organizzativa necessaria alla creazione di un
modello proprietario:
1. Le regole organizzative aggiornate e lo schema organizzativo devono essere comunicate alla
CNB.
2. Deve risultare evidente la suddivisione delle responsabilità tra le differenti aree.
3. Elenco delle persone in posizioni rilevanti.
4. Tutte le altre regole interne a natura rilevante.
Il flusso informativo deve:
1. Fornire informazione riguardo alla persone che operano nella preparazione dei reports.
2. Fornire esempi di reports rilevanti.
3. Evidenziare tutte le altre regole rilevanti per la banca.
La valutazione dei modelli dipenda da :
1. Una equazione per calcolare il valore degli strumenti.
2. Le informazioni circa le basi metodologiche utilizzate.
3. Le fonti da cui sono ricavati i valori dei parametri.
4. L’opinione della banca circa i meriti e i pitfalls del modello.
Fattori di rischio e aggregazioni delle posizioni di rischio:
1. Vi deve essere una lista dei fattori di rischio coinvolti nel modello.
2. Si deve fornire una lista delle procedure utilizzate in caso di crisi con spiegazione dei
modelli matematici utilizzati.
3. E’ necessario comunicare le operazioni nei casi di mancanza di dati.
4. Si deve fornire evidenza dei rischi che il modello non riesce a evidenziare completamente.
Modelli stocastici:
1. Si deve descrivere la struttura base del modello.
2. I parametri stimati.
3. Le stime usate.
4. Le procedure usate per aggregare il rischio individuale.
5. Le procedure in caso di mancanza di dati.
6. Procedure utilizzate per gli strumenti OTC.
7. Le procedure usate nel lungo periodo.
8. Le procedure in caso di utilizzo remoto.
9. Le considerazioni della banca riguardante il modello stocastico.
Operazioni di back-testing:
1. Procedure base per calcolare i cambiamenti nel valore corretto.
2. Cambiamenti giornalieri del fair value.
3. Determinazione del periodo di misurazione del VaR.
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4. Valore giornaliero del VaR calcolato nel periodo.
5. Studio di casi in cui il VaR non ha calcolato correttamente la posizione.
6. I risultati del back-testing per posizioni minori.
Sistema informativo
La documentazione deve contenere le seguenti informazioni:
1. Una lista di software usati per compiere le operazioni.
2. Una descrizione del flusso di dati quando le transazioni e le posizioni sono registrate e una
verifica dell’interfaccia utilizzata
Valutazione del modello e aggregazione dei rischi:
1. Una lista dei sistemi informativi.
2. Una descrizione del flusso di dati che evidenzi i cambiamenti nella posizione.
3. Una spiegazione della relazione tra strumenti e modelli.
Modelli stocastici
1. Una descrizione del modello usato per reperire le fonti.
2. Una lista di fonti di dati.
3. Una spiegazione tra i modelli e i vari strumenti.
Risultati dei calcoli
1. Un data flow chart che calcoli il VaR
2. Una descrizione delle procedure nelle quali è usato il VaR
3. La determinazione del quantitativo patrimoniale ai fini di adeguatezza patrimoniale.
Informazioni generali
1. Una visione globale dei dati, delle valutazioni, dei modelli.
2. Un’opinione da parte della banca in merito sui meriti e le carenze del sistema informativo
utilizzato.
Audit interno
1. Il materiale deve includere il numero, la durata e l’ampiezza dell’audit check nelle aree di
maggiore rischiosità.
2. Report completi da tutti gli audit interni
3. Il piano aggiornato della sezione audit riguardante la gestione dei rischi.
4. Una lista di persone addette agli audit più rilevanti.
Subito dopo la sua nascita, la CNB, non ha evidenziato nell’immediato un elevato livello di
operatività nel settore supervisivo. Le problematiche in altri settori, quale quello di gestione delle
politiche fiscali e monetarie, avevano il sopravvento. Questa mancanza di operatività e di controlli
continui, ha comportato l’aumento del livello di rischio del settore bancario, e,
contemporaneamente, una grossa opportunità per quei soggetti capaci di utilizzare le lacune degli
istituti di credito a proprio favore. La situazione è rapidamente cambiata. Da interviste condotte sul
management di alcune delle principali banche ceche, è risultato che la CNB, con cadenza pressoché
annuale, invia ormai i propri funzionari negli uffici degli istituti di credito, al fine di verificare la
loro situazione e di svolgere attività di vigilanza prudenziale. Conscia delle proprie lacune,
l’istituzione centrale, ha deciso di inviare all’estero numerosi funzionari a scopo formativo; ed ha
contemporaneamente deciso la formazione di un apparato di polizia finanziaria, fino ad ora
mancante. Come tutte le imprese delle Repubblica Ceca che fanno parte di gruppi, alle banche è
richiesto di pubblicare ogni anno un report, contenente il bilancio e il report dell’auditor esterno.
Dal 2002, alle banche è richiesto di avere il proprio sistema interno di risk management sotto audit.
Oltre a questo, la CNB, ha stabilito che ogni banca debba fornire un resoconto quadrimestrale sulle
attività e sui risultati. In merito all’adeguatezza patrimoniale, se il capital ratio scende sotto i due
terzi del livello minimo, l’8%, l’istituto centrale può richiedere di riportarlo ad una livello
sufficiente, di limitare l’acquisizione di certi tipi di attività, di ridurre i tassi di interesse attivi, o di
cessare talune attività. La licenza deve essere revocata se il ratio scende sotto un terzo. Nei casi di
outsourcing, quando cioè le attività della banca vengono supportate da altre entità esterne; la
responsabilità della banca permane, dovendo questa garantire il rispetto delle regolamentazioni
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legali e la tutela dai rischi che l’attività genera. La CNB stessa ritiene fondamentale che la banca
garantisca un continuo supporto alle obbligazioni relative agli affari bancari a livello prudenziale
per tutto il periodo dell’outsourcing. Infatti stipulato il contratto di outsourcing la banca deve
verificare il rispetto di:
x Aderenza ai regolamenti
x Gestione del rischio
x Sicurezza del sistema informativo, dei trasferimenti dei dati e del loro processo
x Beneficio generale per la banca dell’outsourcing
L’utilizzo dell’outsourcing da parte della banca deve essere valutato sotto altri molteplici aspetti, tra
cui:
x L’outsourcing non genererà in incremento dei rischi per la banca
x Un incremento nei rischi bancari sarà coperto dai fondi della banca o dalla crescita prevista,
i benefici totali generati dall’outsourcing supereranno l’incremento nei rischi.
Quando viene valutato l’appropriato livello di risk management, la CNB deve verificare se la banca:
x Ha verificato e continua a verificare tutte le attività necessarie al corretto management e
tutti i rischi associati con l’attività in outsourcing;
x Controlla, aggiorna, testa i piani di contingenza, seguendo ogni cambiamento nelle
condizioni tecniche e operative;
x Utilizza un appropriato sistema di per la corretta valutazione della attività in outsourcing,
provabile da un’entità professionale indipendente.
La CRC (registro centrale dei crediti), è un sistema informatizzato che riunisce le informazioni
riguardo agli impegni creditizi dei partecipanti, siano essi individui che persone giuridiche, e facilità
l’efficiente scambio di informazioni tra i partecipanti alla CRC stessa. Quindi le informazioni
vengono raccolte su banche, branches di banche straniere, così come entità in grado di svolgere
attività bancaria in forza di specifici atti. Ai partecipanti viene richiesto un aggiornamento su base
mensile; ma proprio per questo ogni partecipante ha accesso immediato e diretto al sistema
informativo al pari della CNB e della CRC stessa. La nascita di una istituzione di questo tipo deriva
dalla necessità di diminuire gli elevati rischi legati agli affidamenti e la decisione di compiere
un’operazione similare a quella avvenuta negli altri paesi EU, che ha sensibilmente diminuito gli
elevati rischi sugli affidamenti. Il sistema è stato sviluppato in cooperazione con la associazione
bancaria ceca, tenendo conto dei singoli commenti bancari; nel rispetto dei requisiti più stringenti di
sicurezza nell’area dati e attraverso l’utilizzo degli strumenti più attuali. I soggetti obbligati
all’iscrizione sono clienti attuali e potenziali i cui impegni incorporano il rischio di credito,
qualunque ne sia il valore. I claims legati a:
x Persone giuridiche, escluse le banche e le branches di banche straniere
x Imprenditori individuali
Sono soggetti a registrazione. Il database CRC contiene dati per l’identificazione dei clienti, dati per
l’identificazione dei claim, valore dei claim, altre variabili legate ai claim. Esso viene aggiornato su
base mensile. I partecipanti hanno accesso all’ammontare totale dei crediti dei clienti e a tutte le
altre informazioni presenti nel database. In esso vi è tutta l’informazione attuale e quella storica.
Essendo connessi al sistema i partecipanti possono fare ricerche giornaliere sui nuovi o preesistenti
clienti. Viene reso disponibile anche un report mensile sugli impegni di tutti i propri clienti. Il
processo di concessione delle informazioni viene regolato dall’atto n. 21/1992, mentre regole
dettagliate sull’accesso alle informazioni dal decreto n. 164/2002. Tale decreto definisce le
condizioni per l’accesso alle informazioni presenti nel database creato dalla CNB. Nello specifico i
partecipanti alla CRC sono autorizzati a chiedere informazioni solo in diretta connessione ad uno
specifico caso ad esempio:
x In connessione ad un decisore garante di un credito o di ogni altro servizio che porta
all’aumento del credito del partecipante alla CRC:
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x In connessione ad un credito preesistente da parte del partecipante alla CRC nei confronti
del debitore.
La CRC quindi contiene informazioni coperte da segreto bancario, la cui erogazione a terzi non
costituisce reato se partecipanti anch’essi alla CRC; in tal caso le informazioni dovranno essere
trattate come proprie. La particolarità risiede nel fatto che ogni cliente ha il diritto di avere un
estratto dal registro. Devono pertanto essere individuate anche le persone che hanno la possibilità di
accedere al sistema e comunicate alla CNB. In sostanza la CRC riunisce le informazioni in merito
agli affidamenti creditizi delle persone giuridiche e degli imprenditori individuali. Tali soggetti
sono liberi di conoscere le informazioni disponibili su di loro nel database CRC, attraverso
l’utilizzo di un apposito modulo. Una richiesta di informazioni deve contenere l’identificazione
della persona e l’entità oggetto della richiesta e deve specificare il periodo di tempo oggetto della
richiesta. Il richiedente deve provare la ragionevolezza della richiesta. Ogni dato deve essere
inequivocabilmente riconoscibile tramite il suo numero, la sua designazione e descrizione verbale. I
dati possono essere divisi in:
x Comuni
x Clienti
x Crediti
Ogni banca dovrebbe fornire ogni dato necessario al sistema informativo, considerando le filiali e le
unità organizzative estere; nel caso debba definirsi un obiettivo, questo è da ricercarsi tra gli schemi
metodologici. L’unità di misura dovrebbe essere sempre la CZK. Nel compiere la richiesta la banca
dovrebbe considerare tutti gli elementi in una logica coerente. La non osservanza della coerenza
della richiesta può essere motivo di rifiuto della domanda. Per quanto riguarda le informazioni
fornite dalle banche, queste devono essere up to date, obiettivamente corrette, esatte e complete
Tale operazione ha un costo basato su tariffe pubblicate dalla CNB. Naturalmente l’operatore deve
informare il partecipante alla CRC dei cambiamenti eventualmente intercorsi nel periodo in esame.
La CNB è responsabile dei dati che vengono comunicati. Il test del sistema è avvenuto nel Maggio
2002 e nel Novembre 2002 il sistema è entrato in funzione. Fino ad ora il sistema si è presentato
fortemente utile, potendosi lanciare cinque richieste contemporanee da parte della banca desiderosa
di informazioni. L’odierno sistema bancario ceco, ha risentito fortemente delle influenze straniere
che si sono susseguite sul territorio. Prima il dominio austriaco, poi quello sovietico e infine
l’ingresso nella UE, hanno sicuramente modificato nel corso del tempo la struttura del mercato, da
sempre caratterizzato da una forte presenza di banche estere. Lo sviluppo di banche di proprietà e
sotto il diretto controllo ceco è stato, da sempre, sentito come necessario allo sviluppo delle attività
tipiche. Tale convinzione è, negli ultimi anni, profondamente cambiata; essendosi resi conto che il
grosso divario strutturale e regolamentare sarebbe potuto cambiare unicamente con un processo di
privatizzazione del sistema, che avrebbe visto, nuovamente, l’ingresso di capitali esteri nel apparato
intermediario. Tale scelta ha permesso, però, di evitare la crisi del sistema e di modernizzare
rapidamente il comparto, oggigiorno non più arretrato ma proteso all’adeguamento alle direttive
internazionali.L’analisi della struttura del sistema seguirà una logica temporale, partendo dal 1996
per arrivare ai giorni nostri. Questo permetterà di evidenziare le variazioni intercorse in questi anni,
sottolineando le modificazioni avvenute. Nel ’96 il settore era caratterizzato da sostanziali
differenza. Da un lato vi erano le grandi banche che erano caratterizzate risultati positivi, dall’altro
le banche di piccole dimensioni con problemi da risolvere radicalmente. Le banche straniere e le
loro branches avevano stimolato la competizione, focalizzando l’attenzione sul rispetto delle regole
prudenziali. La struttura era fortemente influenzata dalla situazione precedente e dal programma di
consolidamento per le piccole banche. La decisione di non concedere ulteriori licenze aveva influito
sul numero di banche nel periodo, mantenendolo stabile. Il problema principale fu la soluzione del
caso delle piccole banche, che portò alla revoca della licenza di 6 banche e all’imposizione di
misure conservative ad altre, che portarono comunque alla fine dell’attività in alcuni casi. La
struttura del capitale non variò sensibilmente nell’anno, ad eccezione che per le banche di piccola
dimensione. L’elevata percentuale di partecipazione statale era destinata a decrescere rapidamente a
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seguito dell’inizio delle privatizzazioni. Il capitale estero era proveniente principalmente dall’area
UE. L’aumento delle attività bancarie portò ad un graduale aumento sia nelle attività che nel
capitale. Le banche di grosse dimensioni rappresentavano circa il 70% delle attività del settore e il
50% del capitale sociale. Il secondo gruppo per importanza erano le banche straniere, grazie
all’innovatività dei loro prodotti. Le banche di dimensioni ridotte erano a capitale principalmente
ceco e rappresentavano un serio problema per la stabilità del settore. La situazione economica
influenzò notevolmente l’anno successivo. Al 31 dicembre 1997, operavano 50 banche nella
nazione. Le banche delle differenti tipologie non sperimentarono significativi cambiamenti, quelle
di piccole dimensioni furono sostenute da un piano di recupero della CNB, mentre quelle estere
videro aumentare la loro importanza. Vi fu un ulteriore aumento nelle attività, principalmente nelle
banche di grosse dimensioni, invece le banche di piccole dimensioni e quelle straniere segnarono il
significativo aumento nel capitale iniziale. Nel 1997 ebbe inizio il processo di privatizzazione delle
grandi banche, la quota di partecipazione statale decrebbe di 10,7 punti al 20,3%. Nel ’98 le banche
si ridussero a 45, anche a seguito di acquisizioni e fusioni. Le banche di grandi dimensioni
gestivano il 66% dell’attivo totale del settore bancario. L’importanza delle banche estere aumentò
considerevolmente, ora gestivano il 15,6% dell’attivo del settore. La riduzione del numero di
banche e l’aumentò delle attività aveva comportato un aumento della dimensione media. Molte
licenze a banche a capitale ceco furono revocate. Il ’99 vide un serio sviluppo nei prodotti offerti
globalmente dal settore. Le licenze diminuirono a 42. Dall’inizio della rivoluzione di velluto
numerose banche avevano dovute terminare la propria attività bancaria a causa dei rischi assunti,
altre erano state oggetto di fusioni ed acquisizioni. Si ebbe, nell’anno, la continuazione del processo
di privatizzazione. Il livello di concentrazione crebbe significativamente nell’anno, portando alla
diminuzione delle banche di piccole dimensioni e all’aumento di quelle di medie. La competizione
ebbe un notevole stimolo, che portò ad un miglioramento dell’efficienza del sistema. Nel 2000 le
licenze bancarie erano 40. Il numero maggiore apparteneva alla classe di banche di medie
dimensioni. E’ in questo anno che i capitali stranieri diventano i dominanti sul mercato,
raggiungendo il 54,5% del capitale sociale del totale del settore bancario. L’aumento della
concentrazione e della competitività permise una maggiore razionalizzazione del settore e l’ingresso
di nuovi prodotti, dando stimolo allo sviluppo delle attività bancarie. Nel 2001 le licenze bancarie
erano 38, la maggior parte sotto il controllo straniero. Il gruppo con più peso nel sistema rimaneva
quello delle banche di grosse dimensioni. Il peso dei capitali esteri crebbe per tutto l’anno,
arrivando alla quota del 70% del capitale sociale totale. Il processo di concentrazione vide
protagoniste anche le banche di grosse dimensioni. Il totale degli attivi bancari continuò nella sua
crescita, sospinto dai continui incrementi nella competitività. Alla fine del 2002 le banche attive
erano 37. Il gruppo più significante era ancora rappresentato dalle banche di maggiori dimensioni,
le quattro ‘grandi’. La supervisione iniziò a ricoprire un ruolo fondamentale a causa dell’aumento
dei servizi finanziari offerti e quindi dell’aumento dei rischi ad essi sottesi. Nell’anno venne
completato il processo di privatizzazione del comparto. Si ebbe un ulteriore incremento del capitale
sociale in mano estera che raggiunse l’81,9%. Si ebbe una elevata crescita nell’adozione delle
nuove tecnologie, essendo pronti i clienti a cambiare le proprie abitudini nel relazionarsi con le
banche. Nel 2003 le banche erano 35. L’anno si contraddistinse per lo sviluppo di sistemi di
pagamento innovativi per la nazione quali le carte di credito. Il livello di concentrazione divenne
estremamente elevato, le prime quattro banche amministravano il 65% del capitale sociale del
settore e il 62,1% dell’attivo. Nel 2004 il numero di banche rimase invariato. Il totale dell’attivo del
comparto crebbe ancora. Nei campi restanti il settore conobbe finalmente un periodo di
stabilizzazione, vi fu unicamente un ulteriore sviluppo nel settore delle carte di credito. Al 31
dicembre 2005 il settore bancario ceco consisteva di 36 banche. Il gruppo delle quattro maggiori
banche era ancora quello che gestiva la maggior parte dell’attivo. Esse sono di proprietà straniera e
sono state completamente privatizzate. Il processo di formazione dei gruppi finanziari è in continuo
sviluppo nel paese. Essendo entrata la Repubblica Ceca nella UE, ciò rende più semplice l’apertura
di filiali da parte di banche estere, che hanno in gran numero manifestato la volontà di entrare nel