1. Gli anni giovanili ed il primo periodo veneziano; i Ricercari et arie
francesi a quattro voci (1595)
L'atto di battesimo di Francesco Sponga è conservato nel registro dei bat-
tezzati della chiesa di S. Giorgio e S. Eufemia di Rovigno d'Istria (oggi Rovini,
Jugoslavia) (1):
1561 odi 23 novembrio
Io pre Bernardo batizi uno figiolo de ser Gabriel Sponzulin .... el
qual ha nome Francesco et Dominico. Conpari ser Biasio Sponza et Lou-
rel de Ursara; comare donna Femia mujer de ser Tofolo Sponza et Cathe-
rina figiola de frattel Pavan.
La località natale del musicista offriva, nella seconda metà del Cinquecento,
condizioni di vita abbastanza buone, sopratutto se confrontate con quelle di al-
tre città e paesi posti sul litorale istriano: il clima salubre impediva il diffon-
dersi di epidemie di malaria, che mietevano annualmente centinaia di vittime
in località vicine (2); la sua posizione insulare (3) ed il sistema difensivo (che
venne ulteriormente rinforzato nel 1563) la mettevano relativamente al sicuro
dalle scorrerie compiute dai banditi Uscocchi (4). La popolazione del borgo
era, per quei tempi, abbastanza numerosa: secondo un censimento effettuato
nel 1599 (5), essa ammontava a circa 2700 persone.
La dedizione di Rovigno a Venezia venne decisa nel 1283, seguendo l'e-
sempio di altre località del litorale istriano (6). La sua forma di governo fu, da
allora sino all'inizio della dominazione austriaca, molto simile a quella di altre
cittadine site in territorio veneziano. A capo del Municipio vi era il Podestà,
scelto dal governo della Serenissima tra le fila della sua nobiltà (7). A1 Consi-
glio dei Cittadini erano invece demandate le decisioni intorno alle questioni
correnti (8); l'accesso al Consiglio era riservato esclusivamente ad alcune fa-
miglie, che si tramandavano tale diritto di padre in figlio.
Per la risoluzione di alcune questioni particolarmente importanti, ven-
nero elette dal Consiglio apposite commissioni, il cui operato fu poi presentato
al governo veneziano da speciali ambascerie. Nel 1580 una di queste commis-
sioni dovette dirimere una disputa sorta intorno alla suddivisione del territorio
di Rovigno: di essa fece parte anche "Gabriel Sponza", probabilmente il padre
del compositore (9). Potrebbero essere parenti del musicista anche Zusto (Giu-
sto) e Antonio Sponza, eletti in occasione di un'altra ambasciata approntata nel
1586 (10).
Per quanto riguarda l'amministrazione ecclesiastica, ricordiamo che Rovi-
1
gno faceva parte della diocesi parentina (11). In particolare, il vescovo di Pa-
renzo esercitava alcuni importanti diritti sulla chiesa principale di Rovigno, la
collegiata di S. Giorgio e S. Eufemia; il capitolo collegiale curato, ivi esistente
e formato da un preposito e cinque canonici, era dotato di ricche ed ambite
rendite (12).
Tra i canonici di questa chiesa figurò, dal 1592 almeno e probabilmente
sino alla morte, lo stesso Francesco Sponga. E' molto probabile che egli abbia
ottenuto questo beneficio per insinuazione vescovile (com'era pratica comune
(13)), date le sue buone relazioni con alcuni vescovi di Parenzo, documentate
da testimonianze posteriori (14); il canonicato non comportava, comunque, la
presenza fisica della Sponga in Rovigno. Già nel 1592, infatti, egli ordinò un
sostituto; altri documenti posteriori sembrano confermare che il musicista non
risiedette più, quantomeno stabilmente, nella località istriana (15). La latitanza
dei canonici era, del resto, uno dei problemi che maggiormente affliggevano la
collegiata: il consiglio dei cittadini "...ripetutamente invocò dal veneto Senato
provvedimenti all'uopo, accusando i canonici forestieri e sempre assenti, quai
parassiti, che divoravano le decime..." (16).
Secondo una testimonianza, molto più tarda, dello stesso Sponga (17), pare
che la famiglia di cui egli faceva parte fosse molto numerosa: abbiamo notizie
sicure di due sorelle e di un fratello (18), mentre più incerta è l'identificazione
di alcuni omonimi citati in vari documenti (19). 1 rapporti del musicista con il
suo paese natale e l'importanza della sua famiglia nell'ambiente locale sono
confermati da un documento, con il quale egli ordina la vendita di alcuni beni
immobili di sua proprietà, siti in Rovigno (20).
Tutte queste relazioni, esistenti tra lo Sponga o la sua famiglia, e le varie
cariche civili ed ecclesiastiche del borgo istriano, vennero poi ampiamente
messe a profitto dallo Sponga stesso nel corso della sua carriera musicale,
come potremo constatare in seguito.
Non conosciamo la data esatta del trasferimento dello Sponga a Venezia; i
primi dati certi sulla sua presenza nella città lagunare ci vengono forniti dai
documenti notarili, già citati, datati 1592 e 1593 (21).
Ma altri indizi utili per ricostruire il primo periodo del suo soggiorno vene-
ziano sono contenuti nel frontespizio e nella dedica della sua prima pubblica-
zione, intitolata Ricercari, et arie francesi a quattro voci, edita in Venezia da
Giacomo Vincenti nel 1595 (RISM U 114): nel frontespizio egli è definito di-
scepolo di Andrea Gabrieli. Da ciò si può dedurre che lo Sponga dovette risie-
2
dere in Venezia già nel settimo od ottavo decennio del Cinquecento; il grande
compositore veneziano mori infatti nel 1585 (22). La dedica della raccolta ci
indica invece il nome del primo protettore e mecenate dello Sponga, l'avvocato
veneziano Lodovico Usper; nella lettera dedicatoria, il musicista afferma che
dalla dolce aura de suoi moltiplicati favori felicemente s'è nodrita, cresciuta
& allevata la tenerella pianta del mio debile ingegno. Alcuni documenti (23)
dimostrano inoltre che lo Sponga conosceva l'Usper sicuramente fin dal 1592,
abbastanza intimamente da ottenerne in prestito una rilevante somma di dena-
ro. L'importanza del ruolo svolto dall'Usper durante gli anni di apprendistato
del musicista è testimoniata pure del fatto che, diversi anni più tardi, il compo-
sitore aggiunse, o perfino sostituì, il nome del protettore al propria nome di
battesimo, e ciò anche nei frontespizi delle raccolte di proprie composizioni
(24). Ancor oggi, i comuni lessici musicali riportano le vicende biografiche
dello Sponga sotto la voce "Usper, Francesco" (25).
Lodovico Usper era stimato quale Avvocato eccellentissimo nella Venezia
tardocinquecentesca (26). I1 suo palazzo, sito in S. Beneto e prospiciente il
Canal Grande, doveva essere veramente fastoso, arredato di numerosi quadri,
arazzi e sculture (27), nonché di un Clavicimbano con li suoi piedi, e fornito di
un'ampia biblioteca (28). Nel 1570, l'Usper venne ammesso a far parte, quale
confratello, della Scuola Grande di S. Giovanni Evangelista in Venezia (29).
Questo avvenimento fu molto importante per lo svolgersi delle successive vi-
cende bibliografiche dello Sponga: con ogni probabilità, fu grazie all'appoggio
dell'avvocato veneziano che il musicista poté ottenere, come vedremo, l'incari-
co di organista presso quella confraternita. L'Usper vi acquisì infatti notevole
importanza ed influenza, venendo eletto più volte membro di un organismo
che ne controllava la gestione economica (30), e concorrendo inoltre, in tre oc-
casioni, all'elezione del Guardian Grande, massima autorità della Scuola (31).
La prima citazione del nome di Francesco Sponga nei registri della Scuola
di S. Giovanni Evangelista è in una annotazione datata 23 agosto 1596 (32).
Da questo momento si possono seguire, nei documenti della Scuola, le varie
tappe della sua carriera all'interno della confraternita: egli vi tenne la carica di
organista dal 1596 al 1607, quindi venne eletto cappellano (cioè sacerdote) nel
1607; nel 1624 fu eletto Capo della Scuola (cioè capo dei sacerdoti che vi offi-
ciavano), mantenendo tale carica fino alla morte, avvenuta nel 1641.
Le notizie tratte dagli atti della Scuola formeranno il corpo principale della
nostra trattazione, mentre altre testimonianze riguardanti lo Sponga, prove-
3
nienti dalle raccolte contenenti sue composizioni, o da altre fonti, verranno in-
serite seguendo, per quanto possibile, l'ordine cronologico.
2. L'attività dello Sponga quale organista della Scuola Grande di S.
Giovanni Evangelista (1595-1607)
La Scuola Grande di S. Giovanni Evangelista venne fondata nel 1261; era
quindi una delle più antiche Scuole veneziane (33). Dal 22 ottobre 1340, grazie
alla concessione in affitto, da parte della famiglia patrizia Badoer, di alcuni lo-
cali siti nei pressi della chiesa di S. Giovanni Evangelista (della quale la stessa
famiglia era giuspatrona), la Scuola trasferì qui la sua sede; sede che venne poi
magnificamente ingrandita e restaurata a più riprese, fino a raggiungere l'a-
spetto attuale (34).
Già nel Quattrocento vi sono tracce di una certa attività musicale in questa
confraternita (35); sembra però che il periodo di maggior splendore da questo
punto di vista fu proprio quello caratterizzato dalla presenza dello Sponga
(36).
Le festività celebrate con maggiore solennità dalla Scuola, e che pertanto ri-
chiedevano la presenza di cantori e strumentisti, erano quelle dedicate al santo
patrono (27 dicembre) e alla s. Croce (3 maggio). La Scuola possedeva infatti
(e tuttora possiede) una reliquia della Croce, donatale nel 1369; essa veniva
esposta e portata in processione, assieme ad altre reliquie, in occasione delle
solennità più importanti. Inoltre, com'era consuetudine dì altre Scuole venezia-
ne (37), in occasione delle prime domeniche di mese avevano luogo festività
particolarmente fastose; ma questa usanza conobbe, come vedremo, periodi di
maggior o minor favore. Altre festività minori, durante le quali era richiesta la
presenza di cantori e strumentisti, sono indicate in appositi calendari redatti
dalla Scuola, in occasione delle assunzioni di gruppi (compagnie) di musicisti
(38).
Nel periodo di tempo durante il quale lo Sponga ebbe l'incarico di organi-
sta, lo stato e la consistenza degli organici musicali non è ben chiaro, essendo
andati dispersi i registri relativi ai pagamenti effettuati dalla Scuola negli anni
1590 - 1605 (39). Poco tempo prima dell'assunzione della Sponga, venne deci-
sa peraltro una drastica limitazione degli organici, licenziando i cantori e stru-
mentisti, ma permettendone tuttavia l'utilizzazione straordinaria in occasione
delle festività più importanti (40).
Lo Sponga venne eletto organista della Scuola Grande di S. Giovanni Evan-
gelista il 6 settembre 1596 (41): pare che il recente rinnovamento dell'organo
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(42) e la rinuncia del precedente organista Nicolò Rampazetto (43) abbiano
persuaso la Scuola della necessità di un nuovo organista. Fu lo Sponga stesso,
con una supplica rivolta agli ufficiali della confraternita, ad offrire i suoi servi-
gi alla Scuola. In essa, egli elenca le festività alle quali dovrà partecipare: oltre
a suonare il nuovo organo della chiesa annessa tutte le feste sì alle messe gran-
de come alli vespari, egli farà trasportare il proprio organo (verosimilmente,
un organo portativo) nella sala della Scuola tutte le prime domeniche di mese
e, naturalmente, in occasione delle solennità dedicate alla s. Croce ad a s. Gio-
vanni Evangelista. In cambio di queste prestazioni, e con l'aggiunta di un'esi-
gua quota d'affitto, egli chiede che gli venga concessa in affitto una delle case
di proprietà della Scuola, situata in Contrà di S. Stin (nelle immediate vicinan-
ze della scuola stessa). E' interessante notare il fatto che l'assunzione dello
Sponga non venne preceduta da regolare bando e conseguente votazione, come
avvenne, per esempio, nel caso del suo successore (44); è probabile che l'ap-
poggio del protettore del musicista, Lodovico Usper, sia stato determinante in
questa occasione.
Le maggiori autorità della Scuola furono dapprima molto soddisfatte delle
prestazioni musicali dello Sponga: insieme ad un gruppo di cantori e sonadori
deli lironi egli esegui alcuni concerti definiti bellissimi in occasione di una
prima domenica di mese (45).
La soddisfazione del Guardian Grande e degli altri ufficiali della Scuola
non durò a lungo: pochi mesi dopo aver espresso i lusinghieri giudizi appena
citati, la Scuola decise il licenziamento dello Sponga. La ragione di questo
passo è indicata nella puoca servitù come della poca obedienza et poco rispeto
che à portato il Reverendo messer pre Francesco Spongha nostro organista in
chiesa (46).
Egli, quindi, indirizzò una supplica alla Scuola, dalla quale si pub meglio
comprendere il motivo del suo licenziamento: per troppo Amor et gielosia nel
vedermi anteponer certi altri nel servitio ch'io era aparechiato et solito di fare
per questa veneranda Scuola dissi inavertentemente alcuna parola et siami te-
stimonio Iddio che non l'ò detta con fine di offender il Magnifico Guardian....
La Scuola accolse benevolmente questa supplica, e stabili che lo Sponga po-
tesse riprendere il suo incarico (47). Le condizioni poste dalla confraternita per
la sua riassunzione (...con obligo che debba pagar tutti li affitti scorsi...) non
furono evidentemente accolte senza qualche riluttanza dal musicista, se egli,
con una nuova supplica di pochi mesi posteriore, richiese il completo abbona-
5
mento dell'affitto dell'abitazione concessagli dalla Scuola (48). Anche in que-
sto documento, come nella precedente supplica presentata in occasione della
sua assunzione, lo Sponga cita con precisione le occasioni nelle quali sono ri-
chieste le sue prestazioni musicali (49).
I documenti della confraternita non riportano, nei sette anni successivi, altre
notizie riguardanti l'operato dello Sponga (50); con la sua nomina a cappellano
(1607), si apri per il musicista un nuovo periodo di attività presso il sodalizio
veneziano (51).
3. Organista della chiesa di S. Salvatore; il Primo libro de madrigali a
cinque voci (1604) e madrigali contenuti in raccolte collettive
Si può plausibilmente datare intorno all'anno 1605 l'inizio dell'incarico di
Francesco Sponga quale organista presso 1a chiesa veneziana di S. Salvatore.
Lo Sponga stesso, nella dedica della sua opera Salmi vespertini (52), pubblica-
ta nel 1627, afferma di avervi operato per il corso di vintidue anni (53).
La chiesa di S. Salvatore era annessa al convento omonimo, appartenente
alla congregazione dei canonici regolari di Ss. Salvatore, la cui cura particola-
re per lo studio e le attività musicali è già stata notata (54).
La carenza di documentazione relativa ci impedisce di poter approfondire
lo studio di questo importante aspetto delle attività musicali dello Sponga (55).
Si può tuttavia riferire al periodo nel quale lo Sponga tenne questo incarico
la testimonianza del diplomatico francese Jean Baptiste Du Val; quest'ultimo,
durante il suo soggiorno veneziano (1607-1610), tenne un diario, nel quale vi è
la descrizione di un concerto vocale strumentale, eseguito in S. Salvatore du-
rante la festa per S. Teodoro del 1607 (9 novembre) (56):
...il s'y fit un concert des meilleurs musiciens qu'ils eussent, tant de
voix que d'instruments, principalement de six petits jeux d'orgues, oultre
celuy de l'eglise qui est fort bon, et de trombones ou sacqueboutes, hault-
bois, violles, viollons, luths, cornets a bouquins, fleustes douces et fla-
geolets.
La produzione madrigalistica tuttora esistente di Francesco Sponga venne
pubblicata nel ristretto periodo di tempo che va dal 1604 al 1607.
Nel 1604 venne edito infatti Il primo libro de madrigali a cinque voci, V e-
nezia, Ricciardo Amadino (RISM U II5), a cui fecero seguito due madrigali
isolati (57) contenuti in due raccolte antologiche oltremontane, curate da allie-
vi o estimatori dei Gabrieli, alla cui cerchia apparteneva pure lo Sponga.
Abbiamo già visto come lo Sponga avesse ottenuto, fin dagli ultimi decenni
del Cinquecento, un beneficio ecclesiastico in Rovigno, sua città natale, appar-
6
tenente alla diocesi di Parenzo (58). Occorre ricordare anche che un compo-
nente della famiglia nobile veneziana Lippomano (59), Giovanni, fu, dal 1598
al 1609 circa (60), vescovo di Parenzo. Si spiega probabilmente in tal modo la
dedica della raccolta Il primo libro de madrigali a cinque voci, sopracitata, a
Piero Lipomano del Clarissimo Signor Giovan Francesco; lo Sponga dediche-
rà un'altra sua raccolta, la Messa e Salmi, al successore di Giovanni Lippoma-
no sul seggio vescovile di Parenzo, Leonardo Tritonio (61).
I1 dedicatario de Il primo de madrigali, Piero Lippomano, nacque nel 1582
e morì nel 1634, mentre il padre Zuan (Giovan) Francesco nacque nel 1550 e
mori nel 1608; le loro vicende biografiche, per quanto abbiamo potuto appura-
re, si svolsero nei modi consueti alla nobiltà veneziana di allora, divisa tra le
cariche pubbliche e la cura della proprietà fondiaria (62).
Tra i madrigali dello Sponga, nella raccolta citata, sono inserite due com-
posizioni di altri autori, Gabriele Fattorini e Bartolomeo il Conte (63). I dati
biografici del primo non offrono elementi che possano indicare eventuali rap-
porti con il musicista istriano (64); si può plausibilmente identificare il secon-
do con un cantore omonimo, operante in S. Marco pochi anni addietro (65).
L'identificazione è assai probabile, tenendo anche presente i rapporti, assai
stretti, intercorsi tra lo Sponga e alcuni cantori marciani (66).
4. Cappellano della Scuola Grande di S. Giovanni Evangelista
(1607-1624)
I1 20 gennaio 1607 lo Sponga venne eletto cappellano della Scuola Grande
di S. Giovanni Evangelista (67).
La nuova mansione alla quale il musicista fu chiamato era di carattere pret-
tamente ecclesiastico: i cappellani, di solito in numero di cinque o sei (68), of-
ficiavano a turno nella Scuola e nella chiesa annessa, e partecipavano alle fre-
quenti processioni. Essi venivano inoltre regolarmente stipendiati dalla Scuola,
e veniva loro concessa un'abitazione (69).
Il salario dello Sponga consistette inizialmente di 40 ducati annui (70); ma,
con una nuova supplica, egli ottenne un cospicuo aumento (71). Anche in que-
sto documento non mancano interessanti accenni alle sue attività: egli infatti
sostiene che, per attendere con maggiore assiduità alla nuova mansione di cap-
pellano, aveva dovuto tralasciare tutti quelli utili, che havevo come Organista,
et qui, et altrove.
Evidentemente, egli aveva percepito un compenso (forse sotto forma di re-
galia) anche nel periodo nel quale era stato organista della Scuola; l'accenno ad
7
altre attività quale organista potrebbe riferirsi al suo impiego in S. Salvatore
(del quale s'è fatto cenno), e ad altre probabili saltuarie partecipazioni ad ese-
cuzioni musicali in chiese e conventi veneziani.
Poco tempo dopo l'elezione dello Sponga a cappellano, la Scuola provvide
ad eleggere un nuovo organista (72); il 5 febbraio 1607 venne infatti eletto
Giacomo Rondenin, definito arlievo [allievo] del Gabrielli [cioé, evidente-
mente, di Giovanni Gabrieli], a tutt'oggi noto solo grazie a questo documento
(73); egli ebbe come unico concorrente Zuane (Giovanni) Picchi, noto ancor
oggi come compositore di musiche per strumenti a tastiera (74). Pare che il
Rondendin non abbia svolto il suo compito con sufficiente assiduità: gli venne
infatti ufficialmente intimato dalla Scuola di partecipare alle consuete esecu-
zioni musicali in occasione delle prime domeniche di mese (75). Rinunciò
quindi al suo incarico il 4 aprile 1609 (76); la Scuola indisse allora un nuovo
concorso (77). Candidati furono Zuan [Giovanni] Battista Rizzon del Viollin,
forse identificabile con Giovanni Battista Riccio (78) e Gabriele Sponza, nipo-
te di Francesco (79): è evidente che quest'ultimo tentò di introdurre il parente,
del quale tratteremo più ampiamente nelle prossime pagine (80).
Finora si credeva che il Rizzon fosse stato eletto organista; ma sembra che
al bando al quale egli prese parte non seguisse alcuna votazione da parte della
Scuola (81). Pochi mesi dopo, venne infatti bandito un nuovo concorso (82),
del quale non si conosce l'esito; i citati registri di pagamenti riportano però al-
cune annotazioni relative ad un non meglio identificabile organista (83). Suc-
cessivamente, furono organisti della Scuola e della chiesa annessa Michele
Stella, frate residente nel vicino convento dei Frari (84), attivo dal 1613 al
1621, e Antonio Misserini, attivo dal 1623 al 1625 (85), personalità sconosciu-
te ai comuni lessici musicali.
Nel 1610 vennero assunti alcuni cantori, e nell'occasione venne anche stila-
ta una nuova lista di solennità nelle quali dovevano operare (86). Le ricevute
relative a questo periodo testimoniano in effetti la presenza di una nuova com-
pagnia di cantori (87): di essa facevano parte alcuni cantori la cui presenza
nella cappella marciana è ben documentata, quali Agostino Fasuol, Piero Peri-
ni e Zuane (Giovanni) Arzignan, dei quali si è già parlato (88), Benedetto di
Pappi (89), Francesco Rossi (90). Nel 1615 vennero invece imposte alcune re-
strizioni alle spese per cantori e strumentisti (91); probabilmente in conseguen-
za di ciò, non vi sono ricevute di cantori per tutto il periodo 1616 - 1623 (92).
Nel periodo di cui stiamo trattando, continuò ad agire la compagnia di stru-
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