La radio alla sfida della digitalizzazione
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Il quinto capitolo offre un quadro complessivo della situazione del sistema radiofonico
italiano. Vengono presentate le diverse emittenti nazionali coinvolte nel processo di
digitalizzazione e il punto di vista economico in cui si trovano a operare.
Il sesto capitolo mira a descrivere l’ambito generale del cambiamento in atto. La radio è
presentata come medium di massa nel contesto della convergenza digitale e vengono fatte delle
considerazioni sullo stato degli ascoltatori. Infine viene descritto lo scenario futuro della
transizione dal sistema analogico e l’influenza delle reti nel contesto sociale.
Il testo termina con una breve conclusione, con tre appendici informative sulle emittenti
radiofoniche e su alcuni sistemi di comunicazione nel mondo, con l’indice delle tabelle e delle
figure presenti e con l’indicazione delle fonti utilizzate.
Un ringraziamento particolare per le indicazioni fornite per la realizzazione di questo lavoro
di ricerca va, oltre al relatore professor Peppino Ortoleva, a Roberto Borghi, del mensile Prima
comunicazione, a Davide Moro, di Rai Way, a Eugenio La Teana, responsabile ricerca e
sviluppo di RTL 102.5 e ad Antonella Valente, di Radio Italia solo musica italiana.
La radio alla sfida della digitalizzazione
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INTRODUZIONE
Il fenomeno della digitalizzazione dei sistemi tecnologici investe ogni forma del sistema dei
media, modificando in molti aspetti il settore delle comunicazioni. Utenti e operatori del settore
si trovano di fronte a nuove possibilità tecniche, che consentono un diverso sfruttamento delle
risorse: immagini, suoni e informazioni possono essere ora veicolate su un unico canale.
In questo periodo molto particolare di transizione, ogni mezzo cerca di trovare una propria
forma, inserendosi nel nuovo contesto. La convergenza porta a fenomeni di compresenza dei
mezzi su diverse piattaforme di utilizzo e ogni nuovo sistema è in realtà in grado di gestire
praticamente ogni risorsa.
Importanti tendenze sembrano assumere una posizione dominante nel quadro complessivo: gli
apparecchi portatili e multimediali, altamente personalizzabili, sono una delle frontiere dello
sviluppo tecnologico. I sistemi di intrattenimento e quelli di informazione sembrano guidare il
mercato verso soluzioni precise, fatte di apparecchiature in grado di connettersi a diverse reti. È
così possibile utilizzare ogni risorsa sia in tempo reale che in un secondo momento,
conservandole in memorie sempre più estese.
La radio, coinvolta nel processo di riorganizzazione globale del sistema, si trova però in una
posizione complicata e un po’ confusa. A causa dell’incertezza sulle tecnologie indicate per la
conversione e per le particolarità del sistema radiofonico nazionale, il mezzo fatica ora a trovare
una sua specifica forma.
Varie possibilità di ascolto dei programmi radiofonici si stanno diffondendo, ma il mercato e
le associazioni delle emittenti non si sono ancora orientate verso una precisa direzione di
sviluppo. Attualmente il sistema radiofonico sta cercando soluzioni differenti, in un’ottica
multiforme e di presenza su diverse piattaforme impiegate per altri scopi principali.
1. Sistemi digitali per la radio
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1. SISTEMI DIGITALI PER LA RADIO.
Il fenomeno di cambiamento che sta interessando il sistema dei media è quello noto della
digitalizzazione. La radio, mezzo che ha sempre cercato di aggiornarsi e di cambiare alcune sue
peculiarità per restare “al passo con i tempi”, è ovviamente anch’essa interessata alla transizione
dall’analogico al digitale. Ogni aspetto della radiofonia deve cambiare, dal punto di vista tecnico,
con la necessità di mantenere alcuni aspetti che la hanno resa importante. Il mezzo cambia ma
non deve snaturasi: lo scopo è una transizione che dia più integrazione ed efficienza al sistema,
mantenendo immediatezza di ricezione e portabilità. Per questo il mezzo di comunicazione di
massa è alla ricerca della sua forma per affrontare il fenomeno tecnico e sociale della
digitalizzazione.
Nella radiofonia sono presenti molteplici aspetti che rendono possibile la trasmissione del
messaggio, dalla produzione alla ricezione del segnale. Per quanto riguarda la produzione, le
emittenti radiofoniche
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hanno da tempo provveduto a digitalizzare i propri sistemi, con
l’introduzione di apparecchiature di registrazione e montaggio computerizzato. In questo
capitolo considereremo in particolar modo i nuovi sistemi broadcast di trasmissione e ricezione
del sistema radiofonico, punti cruciali perché vanno a interessare direttamente i fruitori del
servizio, cioè gli ascoltatori. Sono sistemi che applicano una vera e propria conversione.
Contrariamente ai segnali analogici, come quello FM, i segnali digitali vengono trasmessi
sotto forma di unità di informazione a sistema binario. I dati trasmessi sono così rappresentati da
un’ininterrotta serie di 0 e 1. La digitalizzazione di un sistema di comunicazione complesso
richiede che tutte le sue componenti lavorino in maniera coordinata e soprattutto che operino con
lo stesso codice. Per questo il sistema deve stabilire dei parametri comuni di funzionamento. I
terminali destinati alla ricezione digitale saranno così già implementati delle tecnologie e dei
software necessari. Nascono così degli standard tecnologici che descrivono tutti gli aspetti
tecnici del sistema e che ne garantiscono la funzionalità. Spesso gli standard sono stabiliti da enti
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Ci riferiamo, in primo luogo, alle grandi emittenti nazionali e a quelle con maggior capacità di investimento. Molte
emittenti locali continuano a operare con produzioni analogiche, non per questo senza ottimi risultati.
1. Sistemi digitali per la radio
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politici o economici sovrastanti le popolazioni e che tengono conto di molteplici aspetti, non solo
tecnici o commerciali. Altre volte gli standard sono concepiti dai produttori dei sistemi che
mirano a diffondere la propria tecnologia per imporsi sul mercato. In ogni caso la
digitalizzazione cambierà anche le dinamiche di questa compresenza di standard, creando
piattaforme in grado utilizzare indifferentemente diversi sistemi.
Al momento attuale la radiofonia presenta alcune alternative tecniche, studiate a partire dalla
metà degli anni ottanta. Alcuni sistemi sono stati progettati pensando a una sostituzione globale
del sistema analogico, come il DAB, altre inglobano i canali radiofonici in un ventaglio più
ampio di servizi offerti, come il DVB-H, e sono stati studiati principalmente con altri scopi. È la
convergenza digitale delle varie risorse nel sistema dei media che crea queste diverse possibilità.
I vari sistemi sono in una posizione alternativa tra loro, non c’è guerra commerciale, anche
perché la transizione alla radiofonia digitale è in una fase di attesa e sono ancora molti i dubbi su
come si svilupperà. Anche il mercato è in attesa di nuovi sviluppi per chiarire quale sistema
prenderà piede tra le molte alternative valide. La radio digitale però esiste già: alcuni sistemi
sono in sperimentazione, altri sono operativi con alcune difficoltà, ma la tecnologia funziona e in
futuro si punterà in questa direzione.
Molte caratteristiche tecniche sono comuni ai vari sistemi, come i principali vantaggi offerti:
miglioramento della qualità, forme di multimedialità grazie all’utilizzo di display e di
connessioni con altre apparecchiature, aumento del numero di programmi trasmissibili su una
porzione dello spettro elettromagnetico e una migliore interazione con l’ascoltatore grazie a
feedback più semplici e puntuali.
1.1 Il DAB: cos’è e come funziona.
Il DAB
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è una tecnologia standard completa, sviluppata in Europa, per la trasmissione in
tecnica digitale dei segnali radiofonici. Il sistema è stato disegnato per la sua applicazione con
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Acronimo di Digital Audio Broadcasting.
1. Sistemi digitali per la radio
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ricevitori mobili, portatili e fissi e permette di trasmettere informazioni multimediali oltre
all’audio radiofonico. Il sistema digitale riguarda tutti i tipi di diffusione del segnale, dalla
trasmissione satellitare alla distribuzione via cavo, tuttavia una delle più interessanti applicazioni
è il DAB-T (DAB terrestre), ovvero via etere, studiato per sostituire l'attuale diffusione analogica
delle emittenti in modulazione di frequenza.
1.1.1 CARATTERISTICHE TECNICHE DEL DAB E DELL'AUDIO DIGITALE.
Il sistema DAB ha origine europea ed è basato sullo standard ETS 300401. Sviluppato dal
progetto Eureka-147
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con finanziamento della Comunità Europea, fu completato nel 1987
ponendo le basi per questa importante rivoluzione tecnologica. Dalla fine degli anni ottanta il
DAB è in via di sperimentazione ed è stato accettato dall’ETSI
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nel 1995.
L’Italia ha sottoscritto gli accordi internazionali che prevedono l’avvio e lo sviluppo del
servizio di diffusione audio digitale. Tali accordi sono stati firmati a Wiesbaden nel 1995 e a
Maastricht nel 2002
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. Attualmente la normativa di riferimento per il nostro paese è la legge
Gasparri
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, approvata il 3 maggio 2004, che si basa sul piano di assegnazione delle frequenze per
la radiodiffusione sonora in tecnica digitale del luglio 2002
7
. Inoltre, per promuovere lo sviluppo
di questa tecnologia, è nato nel corso degli ultimi anni il World Dab Forum
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, un’organizzazione
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Eureka-147 è un consorzio mondiale (composto in larga parte da paesi europei, ne fanno parte anche paesi extra-
europei come il Canada), al quale partecipano emittenti, gestori di reti, produttori di elettronica di consumo e istituti
di ricerca. Per approfondimenti sui membri del progetto Eureka si veda http://www.worlddab.org/eureka.aspx
4
Acronimo di European Telecommunications Standards Institute.
5
Con questi accordi il CEPT (European Conference of Postal and Telecommunications Administrations) ha stabilito
le frequenze di riferimento per il sistema DAB-T, incentivando la sua sperimentazione nei paesi dell’Unione.
6
La legge prevede il riassetto del sistema radiotelevisivo, la creazione del SIC (sistema integrato delle
comunicazioni) e nuove disposizioni in tema di concentrazioni, monopoli e proprietà.
7
Il piano è stato approvato dal Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, su proposta del
commissario relatore Mario Lari. Prevede 20 blocchi di frequenze DAB e fino a un massimo di 344 reti a copertura
locale. Per approfondimenti sul quadro legislativo italiano si veda http://www.parlamento.it e Giacalone (2003: 45-
60).
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L’organizzazione ha sede a Londra e punta ad armonizzare lo scenario internazionale e a stimolare l’interesse
verso il DAB. Per approfondimenti si veda http://www.worlddab.org
1. Sistemi digitali per la radio
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non governativa che conta, fra i suoi membri, emittenti pubbliche e private di oltre trentacinque
paesi.
La tecnologia del digital audio broadcasting permette di introdurre molti canali nello spettro
elettromagnetico e, attraverso il multiplexing, di avere un gran numero di programmi per ogni
singolo canale
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, a seconda della qualità desiderata. Normalmente essa è simile a quella della
musica registrata su Compact Disc, rappresentata in digitale da un flusso di dati pari a 1408
Kbit/s, necessari per un segnale a 16 bit e campionato a 48 Khz. Ogni canale DAB, o blocco di
frequenza, utilizza una larghezza di banda di 1,536 Mhz, in grado di trasportare un flusso di dati
di circa 1500 Kbit/s. Partendo da queste premesse, si giunge alla conclusione che per poter avere
la stessa qualità audio di un CD, un’emittente dovrebbe trasmettere un singolo programma su un
singolo canale. In alternativa, per trasportare più programmi con un singolo canale è necessario
ridurre le informazioni trasportate. Per mantenere una qualità paragonabile al CD, si eliminano le
informazioni che l’udito umano non può percepire, mantenendo un segnale adatto alle
radiodiffusioni e non distinguibile dall’originale da un ascoltatore medio
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.
Tecnicamente la trasmissione del segnale del digital audio broadcasting si basa su tre concetti
illustrati dal progetto Eureka-147:
• La compressione e la codifica audio Musicam®
• La codifica della trasmissione e il multiplexing
• La modulazione COFDM
Il procedimento, reso standard dalle normative comunitarie precedentemente illustrate, si basa
quindi su due principi: la compressione e codifica del segnale alla fonte e la modulazione e
codifica del canale di trasmissione. Il singolo segnale audio alla fonte, nello studio radiofonico,
viene dapprima convertito in un segnale digitale.
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Il sistema analogico prevede un singolo programma per ogni singolo canale identificato da una frequenza FM
compresa tra 87,5 e 108 Mhz. Ciò determina il problema della limitatezza delle frequenze.
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Un altro metodo per diminuire la quantità di informazioni trasmesse è quello di ridurre il campionamento o la
risoluzione del suono a discapito della qualità dell’audio.