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Introduzione
Questo lavoro si ripropone di studiare il posizionamento di Ferrarelle
attraverso la comunicazione pubblicitaria. Perché una tesi sul posizionamento e
perché Ferrarelle? La risposta al primo quesito sta, da una parte, nell'interesse
verso i temi di marketing e in particolare verso la comunicazione pubblicitaria,
e dall'altra nella curiosità verso un tema, il posizionamento che, a detta anche
dei più autorevoli operatori del settore, ha molteplici implicazioni che
richiedono competenze psico-sociali. Che cosa significa posizionare un
prodotto nella mente del consumatore - mi chiedevo - e come è possibile
effettuare questa operazione? La ragione della scelta del prodotto, invece, sta
nel legame affettivo che in un certo senso mi lega a Ferrarelle perché la
considero la più dissetante non solo tra le acque minerali ma anche tra le bibite,
perché è una presenza costante nella mia famiglia da prima ancora che io
nascessi e perché alcuni spot dei primi anni ottanta, quelli con lo slogan
"Liscia, gassata o…Ferrarelle" per intenderci, sono rimasti impressi in modo
indelebile nella mia mente.
Il lavoro è stato diviso in tre parti. La prima parte, SEGMENTAZIONE,
POSIZIONAMENTO E MARKETING-MIX, facendo riferimento alla
letteratura di marketing italiana e straniera, si occupa non soltanto del
posizionamento ma anche della segmentazione e del marketing-mix, essendo
questi due argomenti strettamente connessi al posizionamento in quanto
indispensabili per la sua attuazione. Il primo capitolo, dopo aver delineato le
definizioni di segmentazione proposte dai vari autori esaminati in letteratura,
descrive le variabili rispetto alle quali è possibile ripartire i consumatori, le
diverse strategie di scelta del target e i limiti e i vantaggi della segmentazione.
Il secondo capitolo si occupa in maniera specifica del posizionamento
definendone il concetto e descrivendo la mappa percettiva che rappresenta lo
strumento principe del posizionamento. Il capitolo continua con l'analisi delle
varie fasi del processo di posizionamento e delle diverse strategie attuabili. Il
terzo capitolo analizza in modo dettagliato le quattro leve del marketing-mix,
prodotto, prezzo, distribuzione e comunicazione, strumenti a disposizione
dell'azienda per raggiungere i suoi scopi di marketing e di posizionamento.
Attenzione particolare viene data alla pubblicità perché considerata l'arte di
presentare un bene in modo così attraente e coinvolgente da attribuire ad esso
una "posizione" inconfondibile nella mente del consumatore (cfr. par. 3.7.).
Alla fine del capitolo vengono descritte le diverse fasi del ciclo di vita del
prodotto e i necessari aggiustamenti delle variabili del marketing-mix.
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La seconda parte IL PRODOTTO: L'ACQUA MINERALE FERRARELLE,
costituita solamente dal capitolo quattro, si occupa rapidamente delle acque
minerali in generale, facendo riferimento alla poca letteratura presente
sull'argomento, e dell'acqua Ferrarelle in particolare, grazie ai preziosi dati
fornitici dall'Italaquae che illustrano le origini e le caratteristiche dell'acqua
Ferrarelle, alcuni elementi del marketing-mix e la mappa percettiva dell'anno
passato.
La terza ed ultima parte, RAPPORTO DI RICERCA, descrive la ricerca
empirica, applicata agli spot, svolta per verificare la coincidenza tra
posizionamento voluto dall'azienda e posizionamento effettivamente
comunicato. Il capitolo cinque, in particolare, riguarda l'analisi testuale
effettuata attraverso il programma DiscAn, per quanto riguarda l'analisi della
dinamica discorsiva, e con il programma Spad-T per l'analisi delle
corrispondenze lessicali. Dopo aver illustrato brevemente i due programmi
vengono descritti, analizzati e interpretati i dati fornitici dai due tipi di analisi.
Il capitolo sei si occupa, invece, di una modalità di analisi di tipo qualitativo,
l'analisi semiotica, effettuata su sei dei 27 spot analizzati. Alla fine dell'intero
lavoro vengono tirate le conclusioni che evidenziano la coincidenza tra tutti i
posizionamenti voluti dall'azienda, dal 1971 ad oggi, e i posizionamenti
effettivamente comunicati attraverso gli spot pubblicitari.
Rivolgo i più vivi ringraziamenti al Prof. Giovanni Losito che ha seguito
con generosa premura tutte le fasi della realizzazione di questo lavoro e a
Camillo Pandolfi dell'Italaquae per la disponibilità nell'inviarmi tutto il
materiale necessario.
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PARTE PRIMA
POSIZIONAMENTO,
SEGMENTAZIONE E
MARKETING-MIX
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Premessa
Quando un'impresa decide di mettersi sul mercato e produrre un determinato
bene deve considerare molti fattori nuovi rispetto al passato. Non siamo più,
infatti, nel periodo della famosa Ford T, solo nera e solo di quel modello, che
doveva andare, e che andava, bene a tutti.
Nei nostri giorni il rapporto tra domanda e offerta, quindi, non è più
immediato; non vi è più un solo bene per ogni bisogno, ma ve ne sono
molteplici e differenziati, e vi sono anche bisogni non percepiti in passato.
Quindi, la prima cosa che le imprese fanno è capire cosa i consumatori
vogliono. Quando, però, parliamo di consumatori non facciamo riferimento a
tutti i consumatori in generale, ma ad una particolare fascia detta, appunto,
"mercato obiettivo". Le imprese, cioè, analizzano il mercato, lo segmentano e
scelgono il segmento (o i segmenti) che offre le maggiori opportunità di
marketing (targeting).
Una volta definito il mercato obiettivo, si cerca di adattare ad esso non solo
il prodotto, ma anche gli altri elementi del marketing-mix.
Oltre a creare un prodotto rispondente alle esigenze della clientela prescelta,
le aziende cercano di differenziarlo, il più possibile, da quelli dei concorrenti in
modo da crearne un'immagine nitida nella mente del consumatore, affinché
esso diventi fedele proprio a quel prodotto e non ad un altro. Questo processo
viene definito "posizionamento del prodotto".
Altre volte, prima viene creato il prodotto e poi si cerca la fascia di
consumatori più ricettivi all'acquisto. In ogni caso è sempre in base alle
caratteristiche del target che vengono definiti gli altri elementi del marketing-
mix.
Le scelte di posizionamento e segmentazione, per essere efficaci, devono
essere adottate congiuntamente ed essere interamente sviluppate,
indipendentemente dal fatto che come punto di partenza si scelga il
posizionamento o la segmentazione.
SEGMENTAZIONE
TARGET
POSIZIONAMENTO
MARKETING-MIX
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1. LA SEGMENTAZIONE
1.1. Introduzione
I consumatori che costituiscono il mercato non sono tutti uguali ma
differiscono tra loro per tanti aspetti: vi sono i giovani, gli adulti e gli anziani,
gli operai, gli studenti, i professionisti e i disoccupati, i ricchi e i poveri, gli
uomini e le donne, e mille altre svariate categorie.
Quando un'impresa decide di operare in un dato mercato deve avere la
consapevolezza che non può servire tutti gli acquirenti che di quel mercato
fanno parte. Quindi le imprese, invece di mirare ad essere competitive
ovunque, dovrebbero cercare di individuare i segmenti di mercato più
interessanti e prepararsi ad operare in modo efficace esclusivamente nei
confronti di questi ultimi. Questo significa rivolgersi ad essi con offerte,
prodotti e servizi creati appositamente allo scopo di conquistarli. Per dirla
come i pubblicitari, non bisogna tirare una rosa di colpi validi per tutti i
segmenti ma un colpo netto e preciso ad un segmento obiettivo; da qui il
termine target, ossia bersaglio.
1.2. Definizione
Secondo Herbert F. Holtje (1984) "la segmentazione consiste nella
suddivisione del mercato in gruppi di consumatori che manifestano esigenze
omogenee all'interno ma che sono eterogenei tra loro" (p. 19).
Cozzi e Ferrero (1996) affermano che "per segmentazione del mercato
s'intende, in linea generale, la scomposizione del mercato di sbocco in parti,
ciascuna delle quali, quanto ad aspettative da specificare, presenti al suo
interno un sufficiente grado di omogeneità e, al tempo stesso, sia
sufficientemente diversa dalle altre" (p. 258).
Secondo Malcolm Mc Donald e Ian Dunbar (1997) "la segmentazione del
mercato consiste nel suddividere i clienti in gruppi o segmenti caratterizzati da
bisogni omogenei. Ogni segmento potrà poi essere affrontato con uno specifico
mix di marketing… (essa) si regola sui bisogni del cliente e non su quelli
dell'azienda e richiede una revisione periodica" (p. 26).
Lo scopo della segmentazione, quindi, è la soddisfazione dei bisogni del
cliente e il conseguimento del vantaggio competitivo per l'azienda.
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Le imprese cercano, in questo modo, un equilibrio tra la necessità di ridurre
i costi di produzione, presentando prodotti standardizzati, e l'esigenza di singoli
compratori che vorrebbero prodotti studiati su misura.
Luigi Guatri (1977) dice che "l'idea posta alla base della segmentazione è
…l'adattamento delle caratteristiche di un prodotto ad un certo gruppo di
possibili consumatori (i cosiddetti consumatori bersaglio)" (p. 91).
Mc Donald e Dunbar affermano, inoltre, che la segmentazione è un pilastro
della pianificazione di marketing e, per questo, deve riflettere un orientamento
al mercato e non al prodotto.
Secondo Vanni Codeluppi (1989) "attualmente la segmentazione è uno dei
più importanti strumenti a disposizione per semplificare, comprendere e
controllare la crescente complessità dei fenomeni e dei comportamenti di
consumo" (p. 50).
Questa procedura non è, però, un fenomeno recente. Già nel 1956 Wendell
Smith nell'articolo "Product Differentiation and Market Segmentation as
Alternative Strategies Product" la esamina molto attentamente.
C'è da dire, tra l'altro, che negli ultimi anni questo fenomeno è aumentato
sempre più a causa dell'aumento della popolazione, del crescente
individualismo e della proliferazione delle marche. La segmentazione, infatti, è
più diffusa nei mercati ben sviluppati e maturi e nei periodi di maggiore
prosperità economica. Nei momenti di stasi è, invece, necessario ridurre la
segmentazione (controsegmentare) per mantenere ad un livello
economicamente significativo i volumi di vendita del prodotto.
1.3. Variabili di segmentazione
Il primo passo da fare nella segmentazione è individuare le variabili rispetto
alle quali si possono ripartire i consumatori. Quelle più diffuse sono le variabili
demografiche e socioeconomiche, le variabili geografiche, i media habits, le
variabili di personalità, gli stili di vita, la benefit segmentation e le variabili di
comportamento d'acquisto e consumo.
Enrico Valdani (1984), facendo riferimento all'aspetto più tecnico del
processo, raggruppa e riconduce i diversi approcci sviluppati dalla letteratura in
due principali criteri di ricerca: il criterio della correlazione e quello della
strumentalità del prodotto.
Il criterio della correlazione cerca le correlazioni esistenti tra il
consumo/fruizione di un certo bene/servizio e le variabili descrittive
dell'individuo, sia socio-demografiche che psicografiche. Esso studia, quindi, le
caratteristiche dell'individuo che rimangono costanti rispetto ad una specifica
situazione di consumo, ma non si pone il problema delle cause del
comportamento. I risultati dell'approccio della correlazione trovano
applicazione nelle decisioni sulle strategie di comunicazione e, quindi, nella
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scelta dei canali di comunicazione e dei media più adatti, essendo possibile
descrivere, almeno in termini approssimativi, il profilo dell'audience.
Quello che Valdani chiama criterio della strumentalità del prodotto ha,
invece, come obiettivo quello di individuare gruppi e segmenti in funzione
delle ragioni e delle cause che regolano il comportamento d'acquisto/consumo.
Le caratteristiche dell'individuo studiate in questo caso non sono costanti bensì
mutabili in quanto legate ai prodotti. I risultati di questo tipo di ricerche sono
applicabili alle strategie di posizionamento del prodotto/marca.
Spesso l'individuazione di variabili di segmentazione nuove, che
considerano aspetti del comportamento del consumatore significativi e
trascurati dai concorrenti, permette all'azienda di soddisfare i bisogni dei
consumatori in maniera assolutamente unica rispetto alla concorrenza.
Il mercato può essere segmentato anche usando più variabili
contemporaneamente. Questo aumenta la precisione della suddivisione ma
riduce il numero dei consumatori di ogni segmento e, quindi, la potenzialità
d'acquisto del segmento stesso.
1.3.1. Variabili demografiche e socioeconomiche
Le variabili demografiche e socio economiche sono utilizzate nell'ambito
dell'approccio della correlazione. Queste variabili forniscono un profilo
statistico e della popolazione.
Questo tipo di segmentazione è molto diffusa poiché è considerata oggettiva
e attendibile in quanto esiste una notevole facilità di misurazione,
comprensibilità e reperibilità delle variabili; inoltre esiste anche il vantaggio
della prevedibilità circa i mutamenti futuri. La segmentazione demografica e
socioeconomica fornisce anche utili indicazioni circa la scelta dei canali di
comunicazione più adeguati a raggiungere l'obiettivo voluto.
CRITERIO DELLA CORRELAZIONE
Orientamento teorico:
micro-economia
Non studia le cause del comportamento
Studia le caratteristiche costanti
dell'individuo
Si applica alle strategie di comunicazione
Tecnica di ricerca:
regressione multipla
CRITERIO DELLA
STRUMENTALITA' DEL PRODOTTO
Orientamento teorico:
comportamentismo
Studia le cause del comportamento
Studia le caratteristiche individuali
legate al prodotto e quindi mutabili
Si applica alle strategie di
posizionamento
Tecnica di ricerca:
scaling - cluster - nessuna
Tab.1 Criterio della correlazione e criterio della strumentalità del prodotto
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Vediamo quali sono le variabili più usate in questo approccio.
Età: questo è un fattore non fondamentale ma interessante. E' importante
sapere, per esempio, che oggi il mercato dei cittadini più anziani sta
crescendo e non vede soddisfatti un gran numero di desideri ed esigenze. E',
quindi, utile per chi vuole affermarsi sul mercato.
Sesso: il sesso determina ruoli diversi all'interno della famiglia e della
società e di conseguenza comportamenti diversi che non possono, però,
essere generalizzati al di là della situazione specifica.
Ciclo di vita della famiglia: la famiglia rimane sempre l'unità centrale per
l'analisi dei consumi.
Cultura: i fattori culturali sono rilevanti soprattutto per le aziende
multinazionali che esportano i loro prodotti e la loro immagine attraverso la
pubblicità. Le differenze culturali possono influenzare l'accettazione del
prodotto e la comprensione e il gradimento delle campagne pubblicitarie.
Reddito: è necessario tenersi aggiornati sui cambiamenti nella
determinazione delle fasce di reddito e nella composizione stessa dei vari
strati sociali. Questo è un fattore da tener presente da chi produce od eroga
prodotti e servizi costosi.
Classe sociale: le classi sociali sono insiemi di individui che dovrebbero
avere in comune valori, interessi e, soprattutto, sistemi di preferenze che
influenzano di riflesso i comportamenti d'acquisto. Questa è, però, una
variabile oggi poco usata.
Più di recente, in ogni caso, nei confronti della segmentazione basata su
queste variabili sono state mosse molte critiche perché si dice che esse abbiano
una scarsa capacità discriminativa rispetto agli effettivi comportamenti di
scelta dei prodotti e delle marche.
1.3.2. Variabili geografiche
Anche le variabili geografiche sono utilizzate nell'ambito dell'approccio
della correalazione. Quelle più importanti sono:
- la densità di popolazione
- l'ampiezza de centro abitato
- città /campagna
- il quartiere
- il clima
- la regione
In Italia si usa, in genere, segmentare in quattro aree: Nord-Ovest, Nord-Est,
Centro, Sud e isole.
Il riferimento all'area geografica è importante quando si utilizzano i media
locali come canali di comunicazione.