5
La storia è un concetto ancora in elaborazione nelle comunità delle
Antille. Uno dei compiti dello scrittore è proprio quello di recuperare
il passato di queste comunità. Purtroppo si tratta di un lavoro ancora
oggi alquanto impegnativo, poiché lo scrittore post-coloniale deve
riportare alla luce una memoria cancellata dalla colonizzazione e dalla
schiavitù. É la memoria dell’Africa, delle origini nella terra madre al
di là dell’oceano Atlantico e la memoria della schiavitù, della
sofferenza e dell’umiliazione. É il ricordo dell’arrivo in una nuova
terra, del lavoro, della tortura e della violenza subita, fino ad arrivare
alla liberazione degli schiavi, all’alienazione dalla madre-patria (la
Francia), al senso di frustrazione e al mancato senso di appartenenza
ad una comunità. L’intellettuale ha quindi un ruolo fondamentale nella
costruzione di un’identità ancora in gestazione.
La letteratura antillese risente, inoltre, della realtà geografica e politica
delle Antille. Ogni singola isola dell’arcipelago possiede una propria
specificità, ma tutte hanno in comune alcuni aspetti della natura
caraibica, come la vegetazione lussureggiante e il clima, e soprattutto
il carattere dell’insularità. Si tratta quindi di un quadro assolutamente
differente da quello che troviamo nella letteratura della Francia ed è
pertanto anche per questo motivo che si è tentato di scindere la
letteratura caraibica da quella francese.
Bisogna poi considerare anche la complessa situazione politica che ha
molto influenzato gli scrittori caraibici con manifestazioni
indipendentistiche.
L’insieme di questi elementi ha portato alla formazione di una
condizione socio-culturale estremamente divergente da quella francese
e lo si può notare nelle arti figurative, nella musica, nelle religioni, nel
folklore, e anche nella lingua.
6
Nei Caraibi francofoni la lingua ufficiale è il francese, ma la lingua
che meglio rispecchia la quotidianità è il creolo. La prima è la lingua
appresa, quella utilizzata per fini economici ed amministrativi, mentre
la seconda è la lingua materna, naturale, della vita quotidiana.
Possiamo quindi affermare che la letteratura antillese risente
dell’influsso di questi aspetti storici, geografici, politici e culturali.
Nell’arcipelago delle Antille, la Martinica è l’isola più nota in ambito
letterario, per il forte contributo dato dagli scrittori che vi sono nati o
che vi hanno soggiornato. Potremmo infatti citare: Saint-John Perse,
Patrick Chamoiseau, Raphaël Confiant, e soprattutto Aimé Césaire ed
Édouard Glissant.
Aimé Césaire (nato a Basse-Pointe in Martinica nel 1913), poeta e
uomo politico, è l’ideatore del concetto di Négritude, termine apparso
per la prima volta nel 1935 nelle pagine della rivista « L’étudiant
noir ». Attraverso quest’idea, ripresa in seguito anche da Léopold
Sédar Senghor (1906 Joal, Senegal – 2001), poeta e capo dello Stato
del Senegal, Aimé Césaire intendeva dichiarare il rifiuto
dell’assimilazione culturale alla Francia, il rigetto di una certa
immagine del nero, incapace e passivo, contro i pregiudizi dell’uomo
bianco. Con tale concetto Césaire intendeva inoltre promuovere
l’Africa e il suo patrimonio culturale, svalutati dall’ideologia
colonialista. Négritude è un termine utilizzato per esaltare l’orgoglio
dell’“essere nero”, dell’appartenere alla razza nera.
Come giustamente ha rilevato Carla Fratta:
la connotazione negativa che accompagnava l’aggettivo
nègre diventa infatti connotazione positiva nel neologismo
7
di Césaire négritude, che riscuote largo consenso in tutto il
mondo di colore.
2
Questa ideologia ha contribuito alla definizione dell’identità antillana,
ma è apparsa un po’ riduttiva, in quanto ha portato ad un’estrema
valorizzazione dell’identità nera bloccando la comunicazione con le
altre “razze” e quindi si è mostrata essa stessa razzista.
Carla Fratta ha infatti sottolineato che il problema identitario antillano
è stato spostato “da una visione mitizzata della Francia […] a quella
di un’Africa monolitica e altrettanto mitica.”
3
A partire dagli anni sessanta, tale
concetto fu superato da altri neologismi
ideati da un altro scrittore martinicano:
Édouard Glissant.
Dopo aver aderito alle tesi di Aimé
Césaire, a quel tempo (1940) suo
insegnante di filosofia, Édouard
Glissant arricchisce la lingua francese
creando due neologismi: antillanité e
créolisation.
Con l’antillanité, Glissant allarga l’idea di identità antillana composta
non soltanto da neri, ma anche da bianchi e da indiani dell’India.
L’antillanità, così come la definisce nel saggio Le Discours antillais
(1981)
4
, va al di là dell’appartenenza ad una “razza” e propone invece
l’appartenenza all’arcipelago delle Antille, ricercando così una
comune specificità culturale legata al territorio e al passato.
2
M. P. De Angelis, C. Fiallega, C. Fratta, I Caraibi: la cultura contemporanea, Roma, Carocci,
“Le Bussole”, 2003, p. 19.
3
Ibid., p. 19-20.
4
É. Glissant, Le Discours antillais, Paris, Éditions du Seuil, 1981 (esiste anche una nuova edizione:
É. Glissant, Le Discours antillais, Paris, Gallimard, 1997).
8
Come afferma Cilas Kemedjio, l’antillanité deriva dagli apporti
dell’Europa e dell’Africa che insieme hanno dato origine a “la
mosaïque de la culture antillaise.”
5
.
L’antillanité
6
d’Édouard Glissant è una sorta di corrente letteraria, un
accordo politico, mentre il concetto risiede nella créolisation, termine
antropologico che egli valorizza e associa al fenomeno identitario che
percepisce come mescolamento identitario.
La parola créolisation deriva da “langue créole”. Le lingue creole
sono forme di espressione che si sono formate durante la tratta degli
schiavi nel corso del diciassettesimo secolo (e di cui parleremo più
avanti).
Glissant ha arricchito la lingua francese con questo neologismo che
secondo una sua definizione è:
[…] la mise en contact de plusieurs cultures ou au moins de
plusieurs éléments de cultures distinctes, dans un endroit du
monde, avec pour résultante une donnée nouvelle,
totalement imprévisible par rapport à la somme ou à la
simple synthèse de ces éléments.
7
5
C. Kemedjio, De la Négritude à la Créolité : Édouard Glissant, Maryse Condé et la malédiction
de la théorie, Hamburg, LIT (Littératures des Peuples Noirs/African Peoples Literatures,
tome/volume 1), 1999, p. 268.
6
Sempre ne Le Discours antillais (op. cit., p. 182), Glissant afferma che, dopo la négritude, “la
deuxième réaction (contre la déperdition de la culture populaire) […] conçoit pour toute la Caraïbe
la convergence des réenracinements dans notre lieu vrai. C’est ce que j’ai appelé la théorie de
l’antillanité.”. Aggiunge poi una nota in cui fa sapere che “c’était à une conférence de Daniel
Guérin, prononcée devant les étudiants de l’Association générale des étudiants martiniquais, en
1957 ou 1958. Daniel Guérin, qui venait d’appeler à une Fédération des Antilles dans son ouvrage
les Antilles décolonisées, s’étonna pourtant de ce néologisme qui supposait plus qu’un « accord »
politique entre pays antillais.”.
7
É. Glissant, Traité du Tout-Monde, Paris, Gallimard, 1997, p.37 (citazione tratta da E. Pessini,
Créolisation: naissance et parcours d’une idée, in C. Biondi, E. Pessini, Rêver le monde. Écrire le
monde. Théorie et narrations d’Édouard Glissant, Bologna, Clueb, 2004, p.15).
9
Édouard Glissant ha successivamente pubblicato altri saggi di
notevole importanza per una più chiara definizione di identità
antillana.
Attraverso saggi, poesie, romanzi, opere teatrali e varie altre
pubblicazioni, questo scrittore martinicano si è totalmente dedicato
alla sua cultura e alla sua terra natale.
Édouard Glissant è uno dei più grandi scrittori contemporanei per il
suo essere moderno, attuale, nel pensiero e nello stile.
È uno scrittore ibrido poiché unisce poesia e romanzo, insieme ad altri
generi letterari. Leggendo i suoi saggi, si rimane colpiti da un aspetto
ermetico legato alla forma poetica dei suoi argomenti.
È un grande pensatore, portavoce di un popolo ossessionato dall’esilio,
dalla schiavitù, dallo stato servile e dai pregiudizi, privo di una storia e
di una chiara identità.
Ha svolto questo ruolo di portavoce con un’abbondante produzione
letteraria che spazia in ogni ambito della letteratura.
Da questo suo perseverante lavoro vorremmo estrarre e dare un
maggiore risalto ad un’opera che, come afferma Elena Pessini, “è il
cuore della sua produzione romanzesca, il testo al quale bisogna
sempre tornare e fare riferimento per sbrogliare l’intricata matassa
delle storie con le quali […] lo scrittore francofono disegna la saga del
popolo martinicano nella sua terra e nel mondo”
8
: Le Quatrième
Siècle.
9
8
É. Glissant, Le Quatrième Siècle, (1964), nouvelle édition, Paris, Gallimard, 1997 (tr. it. di Elena
Pessini, Il quarto secolo, Roma, Edizioni lavoro, 2003, “Introduzione”, p. VII).
9
É. Glissant, Le Quatrième Siècle, Paris, Éditions du Seuil, 1964, d’ora in avanti citato in Le
Quatrième siècle, Paris, Éditions Gallimard, 1997.
10
Capitolo I
Biografia e produzione letteraria di
Édouard Glissant
Je peux changer en échangeant avec
l’Autre, sans me perdre pourtant, ni
me dénaturer.
Édouard Glissant
Édouard Glissant
10
è conosciuto
nel mondo francofono come uno
dei più illustri scrittori e pensatori
del periodo post-coloniale.
Nato in Martinica il 21 settembre
1928 a Bezaudin, un’altura del
comune di Sainte-Marie, nel nord
dell’isola, Glissant cresce in una
famiglia di cinque figli e in
contatto con la realtà coloniale,
essendo suo padre amministratore
d’Habitation
11
.
10
Per la biografia, la produzione letteraria e le foto abbiamo fatto riferimento al sito Internet
www.edouardglissant.com (sito ufficiale).
11
É. Glissant, Le Quatrième Siècle, op. cit., p.81 ; il termine Habitation è stato tradotto in italiano
da Elena Pessini col termine Piantagione in É. Glissant, Il quarto secolo, op. cit., p. 68.
11
Il luogo di nascita è sempre presente nel suo pensiero e nelle sue opere.
Scrive, infatti, in Introduction à une poétique du divers, una raccolta
di quattro conferenze e due interviste,:
[…] dans une île comme la Martinique, qui est le pays où je
suis né, ou sur le continent américain, je suis frappé par
l’ouverture de ce paysage. Je dis que c’est un paysage
« irrué » - c’est un mot que j’ai fabriqué bien
évidemment-, il y a là de l’irruption et de la ruade, de
l’éruption aussi, peut-être beaucoup de réel et beaucoup
d’irréel.
12
Frequenta la scuola
primaria a Lamentin, un
comune nel centro
dell’isola. Qui impara la
lingua francese con
l’obbligo di non parlare il
creolo. Trascorre quindi la
sua infanzia in un’atmosfera di autorità e rigore.
Nel 1938, a soli dieci anni, riceve una borsa di
studio ed Édouard, ottimo allievo, entra
nell'importante Lycée Shoelcher di Fort-de-
France, sede di prefettura. Dal 1939 al 1945
assistiamo quindi alla sua crescita intellettuale e
al formarsi di primi contrasti con la disciplina coloniale.
Nel 1940 Aimé Césaire diventa il suo insegnante di filosofia,
influenzando il pensiero di Édouard con il surrealismo e le prime idee
sul concetto di négritude.
12
É. Glissant, Introduction à une poétique du divers (1995), Paris, Gallimard, 1996, p. 11.
12
Insieme ad alcuni suoi amici crea un gruppo chiamato Franc-Jeu
impegnato nella letteratura e nella vita politica, mostrando il desiderio
di liberazione delle colonie. Pubblica anche alcuni saggi e poesie nella
rivista del gruppo.
Nel 1946 incontra il poeta haitiano René Depestre grazie al quale
arricchisce la sua conoscenza sulla situazione politica di altre isole dei
Caraibi come Haiti, che già nel 1804 aveva proclamato la sua
indipendenza dalla Francia, dando vita alla prima repubblica nera.
Per proseguire gli studi, lascia la sua isola per
la capitale francese. Nel 1946, a diciotto anni,
è a Parigi, dove la vita è completamente
diversa. Qui dovrà affrontare difficoltà
economiche e affettive, fin quando non
incontrerà un altro studioso antillano, Frantz
Fanon (1925-1961).
Fanon era psichiatra e teorico della
decolonizzazione ed è noto per il complesso
13
di lattificazione, secondo cui l’uomo nero, ossessionato dall’esilio, dal
senso di frustrazione e di alienazione, sentendosi incapace ed inferiore
a causa dei valori trasmessi dal colono bianco, padrone e membro di
una razza superiore, nega se stesso e prende come modello l’uomo
bianco. Il nero crede di poter diventare anch’egli valido e autorevole
acquisendo i caratteri dell’uomo bianco francese (complesso nominato
francité).
A Parigi Édouard Glissant compie gli studi di filosofia alla Sorbona
ed etnologici al Musée de l’Homme. Ottiene la laurea in Filosofia nel
1951 e l’anno successivo il diplôme d’études supérieures en
ethnologie.
Da questo momento in poi, Glissant si dedica alla vita letteraria con
grande assiduità, collaborando alla rivista dell’amico Maurice Nadeau,
« Les Lettres nouvelles », dove pubblica alcuni articoli di critica
letteraria; s’interessa inoltre al mondo politico, in particolar modo alla
lotta anticolonialista, scrivendo per la rivista « Présence Africaine ».
Nel frattempo pubblica due raccolte di poesie, la prima nel 1953 con il
titolo Un champ d’îles, e la seconda nel 1955, La Terre inquiète.
14
Del 1956 è la pubblicazione del suo primo saggio Soleil de la
conscience. Si orizzonta anche verso il poema epico, raccontando la
storia delle Antille in Les Indes: poème de l’une et de l’autre terre
(1956).
Sempre nel 1956 Glissant partecipa al Congresso internazionale degli
scrittori ed artisti neri come rappresentante della Martinica alla
Sorbona di Parigi e nel 1959 a Roma.
Il suo forte impegno viene
riconosciuto con il Prix Renaudot
conferito al primo romanzo La
Lézarde, pubblicato nel 1958, con
il quale lo scrittore darà avvio alla
“saga” del popolo martinicano,
ripercorrendo le tracce del suo
passato in questo e in altri romanzi,
con uno stile del tutto nuovo che rifiuta l’estetica del romanzo storico
realista e la linearità, utilizzando anche un linguaggio poetico. Queste
caratteristiche del suo modo di scrivere lo avvicinano al filone del
Nouveau Roman, ma il suo stile ha un significato particolare in
relazione alla storia del suo paese (di cui parleremo più avanti).
A Roma, nel corso della seconda sessione del Congresso degli
scrittori ed artisti neri (marzo 1959), Glissant conosce lo scrittore
della Guadalupa Albert Béville, che utilizzava lo pseudonimo di Paul
Niger. Con lui, Cosnay Marie-Joseph e Marcel Manville, Glissant
fonda il Front Antillo-guyanais (Front des Antillais et Guyanais pour
l’autonomie) con lo scopo di ottenere la liberazione delle Antille e
della Guiana francesi e la loro decolonizzazione.
15
In seguito, però, il Front è sciolto per volontà
del Generale De Gaulle con l’accusa di
attentato alla sicurezza dello Stato (1961).
Questa decisione è stata presa dopo la firma
messa dagli appartenenti a questo gruppo, tra
cui anche Glissant, nel « Manifeste des 121 »
(1960), che conteneva la Déclaration sur le
droit à l’insoumission dans la guerre d’Algérie (Dichiarazione sul
diritto alla disobbedienza nella guerra d’Algeria). Glissant è inoltre
espulso dalla Guadalupa e costretto a restare in Francia, senza poter
quindi ritornare nelle Antille.
Le lotte politiche non gli impediscono in ogni modo di continuare a
scrivere e pubblica altre due raccolte di poesie, Le Sel Noir (1960) e
Le sang rivé (1961), e un’opera di teatro, Monsieur Toussaint (1961),
che sarà messa in scena nel 1977 al Théâtre de la Cité di Parigi dalla
compagnia del Théâtre noir.
Il suo secondo romanzo, Le Quatrième siècle, è pubblicato nel 1964
ed è dedicato alla memoria del suo amico Albert Béville che morì due
anni prima in un incidente aereo durante il suo rientro clandestino
nella sua Guadalupa.
Le Quatrième Siècle ha ricevuto il Prix international Charles Veillon,
premio fondato a Losanna per distinguere ogni anno il miglior
romanzo di lingua francese.
Il romanzo è stato accolto dalla critica in maniera favorevole, ma ha
suscitato un certo interesse per la complessità della costruzione che
richiede una grande attenzione da parte del lettore.
È soprattutto in quest’opera che l’autore tenta di ricreare la storia e il
paesaggio della Martinica che hanno formato la personalità del suo
16
popolo. Sceglie così di continuare un percorso già iniziato nel primo
romanzo, dove erano già stati presentati alcuni dei personaggi che
ritroveremo ne Le Quatrième Siècle.
Édouard Glissant ritorna poi in Martinica dove insegna filosofia al
liceo di Fort-de-France e dove, nel 1967, fonda l’Institut Martiniquais
d’Études (IME), un istituto privato che ha come principale scopo
quello di offrire ai giovani antillani un insegnamento promotore del
patrimonio culturale, della storia e della geografia delle Antille contro
l’acculturazione francese. Dal 1971 al 1973 dirige la rivista da lui
concepita « Acoma », con cui continua la sua riflessione sulla società
antillana.
La sua produzione letteraria diventa intanto sempre più copiosa e si
amplia senza un progetto a priori. La sua poetica si costruisce e si
modifica di volta in volta senza uno schema prestabilito.
Nel 1969 esce il suo secondo saggio, L’Intention poétique, e il suo
soggiorno in Martinica prosegue con la pubblicazione di un terzo
romanzo, Malemort (1975) e di una raccolta di poesie, Boises: histoire
naturelle d’une aridité (1979).
Nel 1980 ritorna a Parigi ed è qui che presenta molte altre opere che
aumenteranno la sua fama, come il romanzo La Case du Commandeur
(1981), in cui ritornano molti dei personaggi dei romanzi precedenti, e
uno dei saggi più rilevanti, Le Discours antillais (1981).
A partire dal 1982 Édouard Glissant si fa
carico di un nuovo impegno: diventa il
direttore della rivista « Le Courrier de
l’Unesco ». È un ruolo assai impegnativo
poiché la rivista si occupa di questioni di
17
gran peso come i dibattiti etnografici o politici, la globalizzazione, lo
sviluppo, la scienza.
Nonostante il lavoro all’UNESCO, Glissant continua a scrivere e nel
1985 pubblica Pays rêvé, pays réel, altra raccolta di poesie, e nel 1987
il romanzo Mahagony.
Glissant deciderà poi di abbandonare l’incarico di direttore della
rivista dell’UNESCO per trasferirsi negli Stati Uniti (1988).
A Baton Rouge, in Luisiana, ha infatti ricevuto un posto come
Distinguished Professor alla Louisiana State University, dove, tra
l’altro, è direttore di un Centro di studi francesi e francofoni.
Questa sarà per lui l’occasione per conoscere il paese di un altro noto
scrittore, William Faulkner (1897-1962), che ha raccontato un passato
simile a quello delle Antille, cioè il passato della realtà creola della
Luisiana, in quel Sud degli Stati Uniti dove maggiormente si insediò il
sistema della schiavitù degli Africani. Scrive così un saggio in onore
di questo scrittore americano col titolo Faulkner, Mississippi (1996).
Nel corso degli anni Novanta, il suo lavoro è reso noto ad un pubblico
sempre più vasto e Glissant è spesso chiamato in molte università per
convegni, colloqui internazionali, conferenze, interviste sul suo
pensiero e sulle sue opere.
Dal 1993 è presidente onorario del
Parlamento Internazionale degli
Scrittori ed offre il suo aiuto agli
scrittori perseguitati per ragioni
politiche.
Sempre negli anni Novanta,
Glissant è stato autore di altre numerose opere importanti. Tra i saggi
ricordiamo Poétique de la Relation (1990), Introduction à une
18
poétique du divers (1995) et Traité du Tout-monde (1997). Poi
ricordiamo anche la pubblicazione di una raccolta di poesie, Fastes
(1991) e di due romanzi, Tout-monde (1993) e Sartorius: le roman des
Batoutos (1999).
Nella Poétique de la Relation, lo scrittore mostra la sua visione del
mondo come una rete di relazioni tra popoli e culture, introducendo
così anche il discorso di mondialité e mondialisation. Mentre la
mondialisation è un processo negativo poiché implica la
standardizzazione e l’uniformazione, la mondialité è la possibilità di
vivere in un mondo che presenta molteplici differenze ma che è al
tempo stesso unico.
Ciò vuol dire che la relazione di cui parla Glissant presuppone
l’apertura verso l’Altro, verso la diversità, e verso il mondo senza
alcun timore per questo di perdere se stessi, visto che
il n’est pas nécessaire de se renier pour s’ouvrir à l’autre.
13
Introduction à une poétique du divers è invece una raccolta di quattro
conferenze e due interviste con cui tenta di aprirsi ad un pubblico più
vasto rendendo il suo linguaggio più facile alla comprensione.
Riceve la laurea honoris causa in parecchie università, come la York
University di Toronto. Ricordiamo inoltre il conferimento ad Édouard
Glissant della laurea honoris causa in Lingue e Letterature Straniere
all’Università di Bologna il 21 giugno 2004.
13
É. Glissant, Traité du Tout-monde, Poétique IV, Paris, Gallimard, 1997, p. 154 (citazione tratta
da J. Chévrier (sous la direction de), Poétiques d’Édouard Glissant, Paris, Presses de l’Université
de Paris Sorbonne, 1999, p. 9).