8
Gli argomenti focus sono riassumibili nel modo seguente:
Da BASILEA II si chiede alle Banche di introdurre metodi e processi
codificati per determinare l’adeguatezza patrimoniale della Banca,
valutando in termini probabilistici il Rischio di Credito ed il Rischio
Operativo: quest’ultimo è ancora non del tutto identificato, carente nella
definizione e, quindi, nella misurabilità. Rilevanza avranno le informazioni
statistiche che le Banche dovranno iniziare a costruire e mantenere.
Da IAS si chiede alle Banche di redigere bilanci rappresentativi della
situazione “vera”, con nuove regole per la iscrizione a Bilancio degli
strumenti finanziari valorizzati al “fair value” (valore corrente)
4
, secondo
nuove classificazioni delle Attività e Passività e secondo nuove modalità di
redazione della Nota Integrativa.
Da tale esigenza nasce la predisposizione dei Principi Contabili
Internazionali (IAS) riconosciuti a livello mondiale come documenti dotati
di un livello sempre maggiore di maturità e di autorevolezza per la
preparazione del bilancio di molte multinazionali. In aggiunta, i bilanci
preparati conformemente agli IAS sono accettati da molti mercati borsistici
di diversi Paesi.
4
Valore equo o “fair value” è il valore a cui un’attività/ una passività può essere scambiata/estinta tra
parti informate, indipendenti e liberamente consenzienti all’operazione di scambio. Si veda:
Amministrazione & Finanza n.15/16 2003.
9
CAPITOLO 1
PRESENTAZIONE STORIA ED EVOLUZIONE DEI PRINCIPI
CONTABILI IAS, QUADRO NORMATIVO, PROGETTI ATTUALI.
1. Presentazione
Il processo di armonizzazione normativa che sta alla base della
creazione di un’area economica europea omogenea e la crescente esigenza
di trasparenza in materia di redazione dei bilanci hanno portato
all’attenzione di tutti gli operatori il tema dei Principi Contabili
Internazionali.
Il 29 Settembre 2003 la Commissione Europea ha formalizzato un
regolamento (1725/2003 pubblicato nella G.U. UE 261 del 13/10/03) che
approva gli IAS e le relative interpretazioni (SIC) confermando la loro
applicazione dal 2005 per i bilanci consolidati delle società quotate nei
mercati regolamentati europei.
Il legislatore Italiano non solo ha accolto il regolamento ma ne ha
esteso la portata consentendo l’adozione degli IAS anche alle aziende che
secondo il regolamento non sarebbero tenute ad adottarli.
Il principio di fondo che guida queste novità normative è quello della
convergenza e della trasparenza dell’informativa finanziaria a livello
internazionale, affinché i bilanci non siano solo rappresentazioni veritiere e
correte della situazione economica di un’impresa a una certa data, ma
diventino strumenti di informativa utili a tutti gli operatori per prendere
decisioni economiche.
Si tratta di cambiamenti estremamente importanti ed è facile
prevedere che gli IAS diverranno sempre più principi contabili di comune
10
utilizzo da parte delle imprese e gruppi italiani, con il coinvolgimento di
molti operatori di mercato e non.
Ciò costringerà a tutti coloro che si occupano di bilanci e di
informativa finanziaria in genere a un rapido e radicale aggiornamento
tecnico-professionale
5
.
Inoltre tali principi contabili sostituiranno i principi contabili
nazionali dei vari paesi e verrebbero riconosciuti dai “regolator” di tutte le
borse valori del mondo. In tal modo si raggiungerebbe il risultato di rendere
comparabili i bilanci di imprese appartenenti ai più Paesi del Mondo,
facilitando il processo di sviluppo dei mercati finanziari.
1.1 Storia dei principi contabili ed evoluzione
L’evoluzione dei mercati finanziari dalla fine del secondo conflitto
mondiale e lo stesso intensificarsi dei traffici fece emergere l’esigenza di
una sempre maggiore armonizzazione dei principi che sovrintendono le
predisposizione dei bilanci societari, e ciò al fine di poter confrontare i
bilanci di società appartenenti a paesi diversi, oltre che giudicare
l’affidabilità delle imprese alle quali fornire beni o servizi o, comunque,
dare credito.
Si colloca in questo quadro l’iniziativa degli istituti delle professioni
contabili del Regno Unito, degli Stati Uniti e del Canada alla fine degli
anni ’60, dovuta soprattutto ad Henry (poi Sir Henry) Benson, già
Presidente dell’Institute of Chartered Accountants of England and Wales
6
.
Ma fin dall’inizio questi contatti portarono alla convinzione che
fosse necessario allargare la partecipazione all’iniziativa.
5
Come afferma il Dott. Quattrocecere Mariano collaboratore di Banksiel ( società di implementazione
aziendale) fonte:www.banksiel.com.
6
Tomasin G. II articolo: “L’armonizzazione dei principi contabili a livello internazionale” da Studio
Tomasin commercialisti fonte: www.portaleaziende.it.
11
Per questo, in occasione del Congresso mondiale delle professioni
contabili a Sidney nel 1972 fu proposta la costituzione di un organismo che
avrebbe avuto per scopo appunto l’armonizzazione delle norme tecniche
per la redazione dei bilanci societari. Nacque così, nei mesi seguenti,
l’IASC – International Accounting Standards Committee, che ebbe sede,
sin dall’inizio, a Londra.
Purtroppo l’Italia non aderì subito all’iniziativa (il Consiglio
Nazionale dei Dottori Commercialisti vi entrò solo nel 1978): anche per
questo l’Italia – unico fra i paesi del G-7 - non figura fra i membri
permanenti del Board ed è priva di un suo rappresentate fin dal 1995.
L’IASC era allora un’organizzazione creata dagli istituti delle
professionali contabili, anche se ebbe sempre la coscienza di rappresentare
un servizio a favore del mondo degli affari.
Al suo esordio questo organismo assunse un’impostazione
anglosassone, quella cioè di evitare dichiarazioni (e documenti) di principio
– quasi che i concetti basilari della contabilità e dei bilanci fossero a tutti
noti, e per tutti pacifici e non occorresse pertanto enunciarli – e di dedicarsi
alla soluzione di problemi ritenuti di particolare importanza nello specifico
momento. Precedentemente alla formazione dello IASC vi erano spesso
differenze di forma tra i principi contabili pubblicati dalla maggior parte
dei Paese. Lo IASC prende conoscenza delle bozze o dei principi contabili
già emanati su ogni argomento e alla luce di tale conoscenza produce un
Principio contabile internazionale affinché sia accettato a livello mondiale.
Una delle finalità dello IASC è armonizzare, quanto più possibile, i diversi
principi e le politiche contabili dei diversi Paesi.
Ciò spiega l’ordine dei primi documenti (standards), che dopo un
piuttosto generico accenno alla “pubblicità (o trasparenza) delle politiche
contabili” (IAS 1) affrontavano “la contabilizzazione delle rimanenze”
(IAS 2), “i bilanci consolidati” (IAS 3), “la contabilizzazione degli
12
ammortamenti” (IAS 4), “le informazioni che i bilanci devono fornire”
(IAS 5), “i trattamenti contabili delle variazioni dei prezzi” (IAS 6) e così
via
7
.
Va tenuto presente che varie organizzazioni internazionali, in
considerazione dell’attività che si proponevano, si posero il problema della
codificazione di principi di bilancio. Si pensi alla Banca Mondiale ed al
Fondo Monetario Internazionale che avevano un obiettivo interesse a
comprendere l’affidabilità delle imprese e strutture che erano chiamate a
finanziare. Un più attento esame li portò a respingere l’ipotesi di statuire
“propri” principi contabili (che, se attuata, avrebbe contribuito ad
accrescere la babele di linguaggi contabili) ed a cercare invece di affiancare
e sostenere l’attività dell’IASC. In concreto queste entità entrarono con i
loro rappresentanti nel “Consultative Group” e contribuirono così alla
preparazione dei documenti dell’IASC.
Determinante nella storia dell’IASC è stata la costituzione
dell’IOSCO (l’organismo mondiale che raggruppa tutte le agenzie dei vari
Stati per la regolamentazione dei mercati finanziari, come la SEC
statunitense, la COB francese e la nostra CONSOB); era infatti naturale che
l’IASC diventasse il riferimento, a livello mondiale della nuova struttura.
Ciò ha peraltro comportato una sorta di cambiamento di natura da parte
dell’IASC, nel senso che essa cessò di essere una struttura interna
(ancorché altamente qualificata) delle professioni contabili, per essere
invece, ed a tutti gli effetti, un organismo con una missione pubblica di alto
spessore e riconoscimento.
Varie e notevoli furono le conseguenze di questo cambiamento di
ruolo. Innanzitutto si sentì la necessità di eliminare, o comunque ridurre
drasticamente il numero dei trattamenti alternativi, per rendere
effettivamente analizzabili e confrontabili i bilanci (donde il nome di
7
Ci si riferisce ai primi documenti, in seguito il contenuto degli stessi fu oggetto di sostanziali mutamenti.
13
“comparability” del progetto così instaurato e che portò ad una drastica
riduzione dei trattamenti alternativi).
Si pose poi mano alla stesura di un “quadro concettuale” (conceptual
framework) per la preparazione e la presentazione dei bilanci, ponendo così
riparo – a mio avviso – ad una lacuna metodologica.
Il Conceptual Framework non venne considerato come un nuovo
IAS, ma bensì come un documento quadro volto a dare maggiore
consapevolezza delle finalità dei bilanci (e quindi ai principi che ne
disciplinano la formazione), ancorché esso sia privo di un diretto contenuto
normativo (e ciò spiega perché non porti una data di entrata in vigore.
Interessante in questo documento è l’individuazione dei destinatari
dell’informazione contabile (stakeholders), fra i quali importanza
preminente hanno gli investitori attuali o potenziali. Significativo in
proposito il fatto che i principi contabili internazionali si riferiscono
essenzialmente alle imprese le cui azioni sono quotate in borsa.
A proposito dei principi dell’IASC, va notato che le politiche
contabili, quei criteri fondamentali che devono presiedere alla
predisposizione dei bilanci, va ricordata, oltre alla prudenza
8
, la preminenza
della sostanza sulla forma e la rilevanza (relativa) (materialità).
La preminenza della sostanza sulla forma potrebbe sollevare
problemi di natura tributaria ai paesi, soprattutto dell’Europa continentale,
per i quali è tradizionalmente applicata la regola della “dipendenza”
(Abhaengigkeit, nella terminologia tedesca) del bilancio fiscale
(l’imponibile) dal bilancio civilistico.
Il problema, già affiorato a proposito del cosiddetto ammortamento
anticipato, si presenterà nei confronti della locazione finanziaria (leasing).
Vale la pena di ricordare che la fortuna avuta nel nostro ed in altri
paesi di questo strumento è dovuta più che alla garanzia per il finanziatore
8
Vale la pena di fare qui presente che la prudenza può essere spesso in contrasto con il criterio del “fair
value” (valore equo) che dovrebbe presiedere la valutazione degli strumenti finanziari.
14
(sostanzialmente ottenibile anche mediante la riserva di proprietà del bene)
dal fatto che le rate che il locatario deve pagare sono qualificate come
“canoni” (e come tali detraibili ai fini fiscali) ancorché rappresentino, in
parte significativa, il progressivo pagamento del prezzo del bene oggetto
del contratto.
In coerenza con il principio in esame, l’IASC (IAS 17) impone il
cosiddetto “metodo finanziario” cioè la contabilizzazione del valore del
bene, del relativo ammortamento e degli interessi impliciti.
Ma in questo caso verrebbe meno il vantaggio fiscale e quindi
l’appeal di questo strumento. Né potrebbe in proposito essere opposta la
teoria secondo la quale la pregiudizialità del bilancio civilistico sul reddito
fiscale non opera quando si tratta di ricorso ad una agevolazione fiscale di
tipo sovvenzionale (Inanspruchname subventioneller
Steuervergunstingungen). La soluzione non può che consistere nella netta
separazione del reddito civilistico dall’imponibile fiscale (doppio binario),
ma ciò solleverà delicati problemi di altra natura.
Quanto alla rilevanza relativa (materiality), è l’esigenza che i bilanci
forniscano tutte le informazioni e vengano evitati errori atti a influenzare
valutazioni e decisioni.
Si tratta di un criterio tradizionale della prassi anglosassone, che
parte dalla considerazione che l’apparente precisione dei bilanci (che
indicano valori precisi fino al centesimo) è illusoria.
L’importante è che il bilancio dia nel suo insieme, e tenuto conto
delle dimensioni dell’impresa, un quadro fedele (true and fair view).
In concreto una differenza di qualche decina di migliaia di euro (che
porterebbe a giudizi distorti in un bilancio di un milione di euro) non
comporta mutamenti di decisioni in un bilancio dell’ordine di centinaia di
milioni.
15
Riprendendo la storia dell’IASC, va ricordata la sofferta vicenda
degli strumenti finanziari (sostanzialmente i cosiddetti derivati). La
comunità internazionale degli affari chiedeva documenti su questi
argomenti, divenuti interessanti in conseguenza di scandali scoppiati in più
parti del mondo.
La pubblicazione dell’IAS 32 (Strumenti finanziari: informazione e
presentazione) è del 1995 , ma solo nel 1998 verrà pubblicato il secondo (e
complementare) documento, l’IAS 39 (Strumenti Finanziari:
Riconoscimento e determinazione). Ma la delicatezza della materia impose
una “limited revision” del documento già nel 2000.
Va notato che il processo di armonizzazione dei principi contabili a
livello internazionale ha subito negli ultimi dieci anni una notevole
accelerazione.
Nel 1995 l’IASC si impegnò con l’IOSCO a completare i “core
standards” entro il 1999; a sua volta l’IOSCO si impegnò a rivedere i
documenti per proporli nel caso di offerte cross-border. La Commissione
Europea sostenne il progetto e concluse che tali documenti dovranno essere
seguiti dalle multinazionali europee.
I core standards (quelli cioè sino all’IAS 39) vengono completati nel
1998.
Nel frattempo la rilevanza che l’IASC è venuta assumendo nel
quadro dell’economia mondiale ne ha suggerito adeguamenti. Il Board
dell’IASC approva (nel 1999) una ristrutturazione in un organismo di 14
membri (dei quali 12 a tempo pieno) sotto un consiglio indipendente di
trustees.
Il Comitato di Basilea espresse l’appoggio per gli IASC e in genere
per gli sforzi per armonizzare gli standards di bilancio a livello
internazionale. L’IOSCO raccomandò ai suoi membri di consentire l’uso
degli IAS nelle offerte e nelle quotazioni in paesi diversi.
16
Sempre nel 2000 si attuò la riforma dell’IASC. Paul Volcker è
chiamato a presiedere il Board of trustee.
Nel 2001 l’IASC divenne una fondazione, con il compito di vigilare
l’IASB, destinata a continuare l’attività dell’IASC.
Nel 2002 la Commissione europea emanò un Regolamento che
prevede l’adozione, dal 2005, degli IAS per i bilanci consolidati delle
società quotate. Venne creato l’EFRAG (European Financial Reporting
Advisory Group) con il compito di assistere la Commissione Europea circa
l’accettabilità dei singoli documenti in Europa, ed inoltre di emettere
commenti ai documenti preparati dall’IASB
9
.
1.2 Principali novità
1.2.1 Bilancio
Accuratezza nella redazione del bilancio consolidato, conforme a
regole contabili standard ed omogenee, per fornire agli investitori elementi
sufficienti a valutare le loro scelte d’investimento: uso estensivo del “fair
value” o del “costo ammortizzato” per la valutazione di Attività e Passività.
Iscrizione a conto economico o patrimonio delle variazioni di valore
degli strumenti finanziari valutati al costo ammortizzato aumento del grado
di dettaglio delle reportistica.
9
Tomasin G. II articolo: “L’armonizzazione dei principi contabili a livello internazionale” da Studio
Tomasin commercialisti fonte: www.portaleaziende.it.
17
1.2.2 Crediti
Nuove modalità di informativa e contabilizzazione dei crediti:
rilevazione iniziale, valutazione dei crediti deteriorati, svalutazione per
perdite sui crediti, rilevazione degli interessi, etc.
1.2.3 Derivati
Iscrizione “sopra la linea” delle poste di rischio relative agli
strumenti finanziari derivati.
1.2.4 Coperture
Regole più rigorose per la contabilizzazione e l’esposizione in
bilancio degli strumenti di copertura.
1.3 Ias di maggiore impatto
art. 1 Presentazione del bilancio;
art. 7 Rendiconto Finanziario;
art. 14 Informativa di settore;
art. 22 Aggregazioni di imprese;
art. 24 Informativa di bilancio sulle operazioni con controparti correlate;
art. 27 Bilancio consolidato e contabilizzazione delle partecipazioni in
controllate;
art. 30 Informazioni richieste nel bilancio delle Banche e degli Istituti
finanziari;
18
art. 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio e informazioni
integrative;
art. 34 Bilanci intermedi;
art. 36 Riduzione durevole di valore delle attività;
art. 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione.
1.4 Altri ias
art. 2 Rimanenze;
art. 8 Utile (perdita) d’esercizio, errori determinanti e cambiamenti di
principi contabili;
art. 10 Fatti intervenuti dopo la data del bilancio;
art. 11 Commesse a lungo termine;
art. 12 Imposte sul reddito;
art. 15 Informazioni relative agli effetti delle variazioni dei prezzi ;
art. 16 Immobili impianti e macchinari;
art. 17 Leasing;
art. 18 Ricavi;
art. 19 Benefici per i dipendenti;
art. 20 Contabilizzazione contributi pubblici e illustrazione dell’assistenza
pubblica;
art. 21 Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere;
art. 23 Oneri finanziari;
art. 26 Fondi di previdenza;
art. 28 Contabilizzazione delle partecipazioni in collegate;
art. 29 Informazioni contabili in economie iperinflazionate;
art. 31 Informazioni contabili relative alle partecipazioni in joint venture;
art. 33 Utile per azione;