4
utenti hanno trasformato, in un certo qual modo, le modalità
tradizionali dello scambio comunicativo. Ma la nostra prassi
comunicativa è davvero cambiata? Ci troviamo di fronte ad un
processo di mutamento linguistico?
1.2. La situazione degli studi.
L’e-mail è un tipo di comunicazione che rientra nel più
ampio campo di studi della comunicazione mediata dal computer
(dall’ingl.: Computer Mediated Communication: CMC)
2
ed è un
ambito di ricerca relativamente nuovo. Dal 1980 in poi si è assistito
ad un incremento degli studi che hanno avuto lo scopo di
individuare le caratteristiche della CMC e i suoi effetti nel rapporto
tra gli individui. Perciò è stata esplorata prima dal punto di vista
sociale e psico-sociale, e più tardi dal punto di vista linguistico e
socio-linguistico. Essendo una particolare forma scritta di
conversazione (Violi 1999: 319), gli studiosi hanno messo a
confronto l’e-mail sia con la lingua orale (la conversazione) sia con
la lingua scritta (la lettera). Se si considerano i risultati delle varie
2
Cfr. McElhearn (1996): Abstract.
5
ricerche si può affermare che gli studiosi sono d’accordo nel
considerare l’e-mail come un tipo di testo ibrido che ha alcune
caratteristiche dello scritto, alcune dell’orale e altre proprie del
mezzo.
Il testo e-mail ripropone dunque il rapporto tra oralità e
scrittura. Con il suo ingresso all’interno della variabilità diamesica,
il continuum tra scritto e parlato già individuato nella
comunicazione tradizionale
3
viene ulteriormente ampliato e in un
certo senso complicato. Infatti la collocazione dell’e-mail
all’interno di questo continuum sembra essere particolarmente
problematica, soprattutto se si considerano i concetti di parlato e
scritto che la tradizione ci ha tramandato (cfr. Murray 1988: 351).
Dal punto di vista linguistico l’e-mail rappresenta un nuovo tipo di
testo (Günther/Wyss 1996: 62) che difficilmente può essere
collocato stabilmente all’interno della tipologia testuale finora
3
Gli studi che hanno messo a confronto la lingua parlata e la lingua scritta sono arrivati alla
conclusione che è impossibile distinguere nettamente tra oralità e scrittura, in quanto “ci sono
tanti diversi tipi di scrittura e di parlato, molti dei quali mostrano alcune caratteristiche tipiche
dell’altro medium” (Halliday 1992: 65). Si è perciò preferito rappresentare lo scritto e l’orale
come gli estremi di un continuum formato da gradini intermedi (Bazzanella 1994: 30) nel quale
si collocano diverse forme di testualità mista (lettere, telefonata, conferenza etc.) che possono
tendere ora verso l’uno ora verso l’altro estremo.
6
conosciuta
4
. Bertocchi (1999: 70) afferma che “non si può parlare
di un tipo di testo «lettera elettronica», ma di una molteplicità di
lettere e messaggi elettronici, che hanno in comune un formato
esterno e il canale, ma si differenziano poi per tipo di interlocutori,
di scopi, di oggetti”.
Secondo molti studiosi si è rivelato particolarmente
innovativo lo studio di Koch/Oesterreicher (1990), i quali
propongono di analizzare i testi secondo una prospettiva più ampia.
I due studiosi mettono in evidenza l’ambivalenza insita nei concetti
tradizionali di parlato e scritto: da una parte si intende il mezzo (das
Medium) usato per l’espressione linguistica, dall’altra invece la
concezione (die Konzeption) alla quale i due termini rimandano.
Mentre sul piano diamesico parlato e scritto dicotomici, per cui un
testo è eseguito o attraverso il canale fonico-uditivo o attraverso
quello grafico-visivo, sul piano concettuale questa dicotomia non è
altrettanto valida, perché un testo può essere scritto (medial
schriftlich) ma può allo stesso tempo essere concettualmente vicino
al parlato (konzeptionell mündlich) o viceversa (medial
4
Cfr. Lavinio (1990): p. 37.
7
mündlich/konzeptionell schriftlich)
5
. Per risolvere questa doppia
accezione di scritto e parlato, Koch e Oesterreicher (1990) hanno
chiamato i due poli rispettivamente lingua della vicinanza (Sprache
der Nähe) e lingua della distanza (Sprache der Distanz), tra i quali
si deve inserire il continuum. Per vicinanza o distanza non si
intende solo quella fisica, ama anche quella stabilita dalla situazione
comunicativa in base a parametri come il grado di formalità, di
confidenza, di emozionalità, di dialogicità e di spontaneità tra i
partecipanti. Rispetto al quadro teorico precedente, fondato
sostanzialmente sulla rigida dicotomia di scritto e parlato, questo
approccio risulta molto innovativo e si è rivelato particolarmente
utile nell’analisi degli aspetti della comunicazione digitale (Haase et
al. 1997). Anche Murray (1988) ha notato che “it is often the
relationship between addressor and addresse […] that affects the
language of the interaction”
6
.
Oltre a ciò bisogna tenere conto che la velocità degli scambi
comunicativi (Violi 1999: 325) e le caratteristiche tecniche del
5
Per esempio una lettera ad un amico è scritta graficamente ma concettualmente è vicina
all’oralità perché considerata informale, oppure una relazione è concettualmente orale ma
graficamente è scritta (cfr. Haase et al. 1997).
6
Murray (1988): p. 355.
8
mezzo (Bertocchi 1999: 73) cambiano la struttura del testo, lo stile
e il modo di interagire dei partecipanti.
Si può dire perciò che l’e-mail gode di una certa mobilità
all’interno del continuum e questa oscillazione tra vicinanza e
distanza comunicativa la rende ora più vicina alla lettera, ora più
vicina ad un dialogo faccia a faccia (Violi/Koppock 1999: 326).
1.3. Scopo della tesi.
Nel presente lavoro verrà analizzato l’uso dell’e-mail
all’interno della mailing-list, un nuovo tipo di comunicazione
7
a
“ricezione minimamente differita che permette di stabilire delle
discussioni in tempo quasi reale”
8
.
In base alla dicotomia vicinanza/distanza comunicativa e
tenendo sempre presenti le differenze tra scritto/parlato
9
verranno
messe in evidenza alcune delle caratteristiche dell’e-mail che, nella
letteratura della CMC, sono state considerate come i segni di una
7
Secondo Sobrero (2000: 8) il “movimento di espansione-adattamento” della lingua sui canali
elettronici, oltre ad aver inciso profondamente sulla strutturazione di quelli già conosciuti, ha
apportato dei tipi di testo completamente nuovi.
8
Bazzanella (1994): p. 15 nota 23.
9
Per la differenza scritto-parlato verranno presi in considerazione i lavori di Ong (1982),
Lavinio (1988), Halliday (1992) e Bazzanella (1994).
9
konzeptionelle Mündlichkeit (oralità concettuale). In particolare si
focalizzerà l’attenzione sull’aspetto formale dell’e-mail in modo da
mostrare con esempi concreti in quale misura il nuovo mezzo di
comunicazione ha apportato delle innovazioni nell’uso della lingua
scritta, in particolare di quella tedesca e italiana.
A tale scopo sono stati presi in considerazione, oltre ai testi
cartacei, alcuni documenti in formato elettronico (riviste e ricerche
pubblicate sul web da esperti linguisti e professori universitari) che
hanno analizzato la CMC asincrona.
1.4. Il corpus.
Il corpus consiste di 70 e-mail che sono state registrate nella
mailing-list DEU-ITA nell’arco di due mesi.
10
1.5. La mailing-list.
“Una mailing-list, o una lista di discussione, è un metodo
asincrono di comunicare elettronico con molte persone nello stesso
tempo” (Vizmuller-Zocco 2000: 210). Per poter partecipare ad una
mailing-list è necessario iscriversi
10
. Una volta che si diventa
membri della mailing-list si entra a far parte di una piccola
comunità
11
alla quale partecipano tantissime persone che
condividono interessi comuni (Baracco 2002: 257):
1)
Meine Interessen sind vieeel Kultur (Museen, Theater … etc.), Musik und
natürlich Architektur. Also wenn jemand hier ähnliche Interessen hat und
gerne schreibt und viel lacht. Dann ist man hier richtig. [3]
Nel caso specifico della mailing-list DEU-ITA, si tratta di un
forum che mette in contatto coloro che vogliono imparare o
migliorare la propria competenza della lingua italiana o tedesca,
obiettivo che gli utenti manifestano nei loro messaggi:
10
Una volta che l’utente ha individuato la lista di discussione alla quale vuole partecipare, deve
semplicemente spedire un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica della lista per poterne
diventare membro ufficiale.
11
McElhearn (1996: 6 di 49) definisce le mailing-list come “comunicative organs for small
speech communities”.
11
2)
[...] Da ich schon seit Jahren nach Italien reise und dort einige Bekannte
habe, ist es an der Zeit die Sprache richtig zu lernen. [6]
3)
[...] Spero di approfondire le mie conoscenze grazie al forum. [22]
4)
[...] Jetzt –nachdem ich wieder nach Deutschland zurückgekehrt bin-
fühle ich ein starkes Bedürfnis wieder einzusteigen, um mein Italienisch
nicht ganz zu verlernen. [7]
Ogni messaggio indirizzato alla mailing-list viene ricevuto
come posta elettronica da tutti gli iscritti alla lista (Vizmuller-Zocco
2000: 210), che nel forum DEU-ITA sono all’incirca 330, come si
apprende da questo messaggio:
5)
[...] Deine Frage können dir ca. 330 Leute beantworten. So viele sind
nämlich in der Liste DEU-ITA eingeschrieben. [40]
12
Tuttavia la partecipazione alla mailing-list può anche limitarsi alla
sola lettura dei messaggi inviati alla lista dagli altri iscritti. Questa è
una particolarità che differenzia lo scambio e-mail uno-a-molti da
quello personale uno-a-uno
12
: gli utenti della mailing-list non sono
tenuti a partecipare attivamente alle discussioni, ma hanno la
possibilità di rimanere scrutatori passivi. Questo atteggiamento è
chiamato “lurking”
13
(dall’ingl. to lurk: rimanere nascosto) e da ciò
che ho potuto osservare personalmente, è tipico di coloro che hanno
bisogno di prendere un po’ di confidenza col nuovo gruppo prima
di introdursi in qualche discussione.
Questo conferma ciò che ha constatato McElhearn (1996:
3.4) secondo il quale nella maggior parte delle mailing-list è
consuetudine che solo una piccola percentuale degli iscritti partecipi
attivamente al forum, mentre gli altri sono partecipanti secondari
14
.
Da un punto di vista sociolinguistico, contrariamente a quelli che
considerano le relazioni on-line come superficiali, impersonali e
12
Cfr. Bertocchi (1999): p.71 (Tabella 1).
13
McElhearn (1996: 2) fa notare che il lurking è particolarmente utile per la ricerca linguistica
perché permette di raccogliere i dati nel totale anonimato, evitando in questo modo la
compromissione della spontaneità delle interazioni e dei rapporti fra gli utenti.
14
Cfr. Bazzanella (1994): p. 66.
13
ostili
15
, si può affermare che in questa mailing-list regna
un’atmosfera rilassata, dove il tono delle discussioni è generalmente
molto amichevole. Il “flaming”, che viene spesso citato come tipico
dei newsgroups (Lenk 1996: 6; McElhearn: 3.2), rappresenta in
questa mailing-list più l’eccezione che la regola. Al contrario
Capussotti (1997) nel suo studio
16
ha notato che le “flamewars”
(Capussotti 1997: 67) sono numerose e che i partecipanti usano
spesso un linguaggio provocatorio e maleducato soprattutto con le
donne, se l’argomento riguarda la politica e se l’investimento
emotivo è molto alto. L’autrice arriva alla conclusione che “gli
accesi litigi e le incongruenze [...] sono forse in parte riconducibili
al senso di insicurezza che ancora caratterizza l’esperienza di chi
comunica mediante computer” (Capussotti 1997: 73) e sono
alimentati dalla mancanza dei tratti paralinguistici e del linguaggio
non verbale. In ogni caso nel mondo di Internet vige la democrazia
ed è accessibile a tutti coloro che vogliono parteciparvi e che
possiedono un computer collegato alla rete.
15
Cfr. Parks (1996): pp. 1-3 di 16.
16
L’autrice analizza i messaggi scambiati all’interno della conferenza elettronica Cyber-Punk
tra l’aprile 1994 e l’aprile 1995 e tra settembre e novembre 1996. I partecipanti sono
soprattutto giovani e studenti universitari di sesso maschile.