4
Introduzione e inquadramento al tema generale
mantenuto nei secoli, grazie anche ad una natura di estrema bellezza, fino a rappresentare meta
turistica e di svago per la classe agiata napoletana.
La decadenza culturale, turistica, paesaggistica di bagnoli ha avuto origine agli inizi del XIX sec e a
quell'epoca per dare un impulso soprattutto lavorativo alla già popolatissima città di Napoli,
individuò nel territorio di Bagnoli la possibilità di collocare i primi stabilimenti industriali che
hanno poi condotto alla ben nota area Italsider.
Questo ha avuto un influsso negativo purtroppo sul quartiere di Bagnoli, ne ha deturpato il
paesaggio, l'ha offuscata con i suoi fumi, ne ha arrestato la crescita culturale e turistica. Bagnoli
oggi conserva l'impianto urbanistico di cardo e decumano, ha una pianta regolare a scacchiera, con
edifici bassi pur avendo subito uno sfrenato abusivismo nell'ultimo secolo dovuto appunto alla
presenza dell'area industriale.
Le caratteristiche intrinseche del luogo dovete alla presenza del mare, allo sfondo del Vesuvio, al
paesaggio, alla storia raccontata attraverso i suoi scavi archeologici la rendono un'area da restituire
alla sua originaria valenza di meta turistica, un'area da riqualificare e valorizzare, da pubblicizzare
anche ai suoi stessi abitanti, che ne hanno subito il decadimento poiché questo può contribuire alla
crescita di informazioni sulla propria storia locale ed essere uno stimolo per maggiore impegno alla
conservazione e alla valorizzazione del patrimonio.
"Depositaria fortunata di quattro efficacissime sorgenti idrotermali, di un clima saluberrimo e
d'una lunghissima spiaggia con bagni minero-marini, essa attira durante i quattro mesi estivi,
migliaia di famiglie napoletane e numerosi infermi da quasi tutte le province dei Regno".
Così descriveva Bagnoli, all'inizio dei nostro secolo Wiadimiro Frenkel.
In effetti sono notevoli le testimonianze fino a quel periodo dei ruolo giocato da questa incantevole
località flegrea frequentatissima, fino a quando non venne impiantata ILVA, poi ITALSIDER, che
ha trasformato Bagnoli, in un teatro agglomerato di case color ruggine, dovuto l'attività dei vapori
di scarico, soffocandone ogni attività turistica e termale.
Anticamente Bagnoli, che occupa quella fascia costiera fra le colline di Posillipo e Pozzuoli oltre
alle funzioni termali doveva assolvere molto probabilmente a quelle annesse al porto emporio di
Pozzuoli.
La sua denominazione deriva da Balneolis (piccoli bagni) e quindi la caratteristica di questo luogo è
da ritenere proprio quest'ultima, ed è stata tale fino alla fine dell'800 inizi '900, quando cioè
inopportune ed errate scelte ne hanno alterato l'aspetto rendendola, da ridente località turistica, a
oppresso e soffocante quartiere-ghetto.
Della riqualificazione dell'area industriale parla ormai da qualche decennio, è effettivamente in
corso d'opera un progetto che porterà alla realizzazione di un parco e di centri culturali ed
espositivi.
Il nostro progetto si colloca invece in un'area filtro tra il quartiere urbano e il parco, con la
localizzazione di nuove funzioni e la realizzazione di nuovi percorsi.
5
L’evoluzione dell’insediamento nell’area Flegrea e il contesto di Bagnoli
1. L’evoluzione dell’insediamento nell’area Flegrea e il contesto di
Bagnoli:
1.1. Le fasi della territorializzazione
• Età greco – romana;
• Età antica – alto medioevo;
• Età angioina – aragonese;
• Età borbonica – pre industriale.
ETA’ GRECO - ROMANA
Le prime notizie di insediamenti umani risalgono al periodo greco romano.
Le notizie intorno alla presenza di insediamenti greci nella regione sono tutto sommato scarse,
frammentarie e spesso inattendibili. Invero, la carenza di prove o di indizi documentari non esclude
di per sé tale ipotesi. Ciò che con certezza si può affermare è che le popolazioni greche
conoscevano bene i luoghi del golfo di Napoli. Ciò non solo perché molti toponimi derivano dai
nomi greci che furono dati alle località, ma anche perché, se è vero che i collegamenti di Cuma con
Neapolis sono stati prevalentemente marittimi, pare ormai certo che anche un collegamento
terrestre tra Cuma, Puteoli e Neapolis - per quanto molto sommario, con piste a tracciato naturale, e
sussidiario a quello marittimo - esisteva già almeno nel V secolo a.C. Le strade da Napoli verso
l’area flegrea si sviluppavano scavalcando i colli del Vomero e di Posillipo per giungere a Pozzuoli
6
L’evoluzione dell’insediamento nell’area Flegrea e il contesto di Bagnoli
e Cuma. Numerose, altre diramazioni sul versante nord tra Agnano e Pianura formavano invece il
reticolo della viabilità secondaria. In epoca romana si assiste a un processo di valorizzazione dei
centri flegrei dovuto alla ricchezza delle fonti idro-termali, che raggiunse l'apice al tempo di
Augusto e fece dei Campi Flegrei il luogo preferito dall’aristocrazia romana.
Posillipo fu in particolare il luogo privilegiato dell'espansione extraurbana con l'insediamento di
molte ville. Resti di queste sono tuttora visibili sulle pendici del promontorio, altri sono sommersi
nel mare a causa del bradisismo Particolarmente rinomata la villa PausiIypon, collegata a Coroglio
per mezzo della grotta di Seiano.
L’amenità del paesaggio, l'abbondanza delle sorgenti termali, il fascino della cultura ellenica, resero
questi luoghi tra i più lussuosi e celebri del mondo romano.
A quest’epoca risale la realizzazione di grandi infrastrutture, ad esempio la cripta neapolitana,
l’acquedotto Claudio e la pavimentazione della strada principale Puteoli Neapolis per colles
(attualmente è possibile identificarne una parte all’interno del perimetro della Mostra d'Oltremare).
Con la installazione di impianti militari a Miseno, crebbero le esigenze di potenziare i collegamenti
con Napoli. Particolarmente ricca di reperti archeologia è la zona di Posillipo. L’amenità del
paesaggio, l'abbondanza delle sorgenti termali, il fascino della cultura ellenica, resero questi luoghi
tra i più lussuosi e celebri del mondo romano.
ETA’ ANTICA – ALTO MEDIOEVO
Dal VII al X secolo, con l’intensificarsi delle minacce di incursioni Barbariche, le zone extraurbane
si avviarono progressivamente allo spopolamento e Napoli si chiuse in se stessa determinando un
graduale abbandono della zona occidentale.
7
L’evoluzione dell’insediamento nell’area Flegrea e il contesto di Bagnoli
In questo periodo Napoli perse valore sul palcoscenico italiano a causa dell’eccessivo ed esclusivo
sviluppo della città tralasciando le zone limitrofe che in passato avevano fatto da cavia per la
crescita del capoluogo.
Posillipo fu in particolare il luogo privilegiato dell'espansione extraurbana cm l'insediamento di
molte ville. Resti di queste sono tuttora visibili sulle pendici del promontorio, altri sono sommersi
nel mare a causa del bradisismo.
Particolarmente rinomata la villa PausiIypon, collegata a Coroglio per mezzo della grotta di Seiano.
ETA’ ANGIOINA – ARAGONESE
Con i Normanni, e poi con gli Angioini e gli Aragonesi, riprende l'apertura della città verso
occidente e, quando nel sec. XIV l'espansione avrà raggiunto la collina di Posillipo, vi saranno le
condizioni per lo sviluppo nella piana di Fuorigrotta e di Bagnoli.
In epoca vicereale si sviluppa una intensa attività: Don Pedro di Toledo realizza la torre difensiva di
Nisida nel 1544 e costruisce una nuova strada che, dalla grotta di Pozzuoli, porta a Bagnoli.
Nel 1571 è la volta della strada litoranea fino a Pozzuoli.
Nel 1619 viene realizzato il Lazzaretto del Chiuppino a Nisida, a seguito della peste che
imperversava nel Mediterraneo.
Nel 1666 Don Pedro d’Aragona provvede a riattivare i vecchi bagni termali.
Nel 1700 la zona è ancora malsana. Il regime delle acque di superficie creava fenomeni di
impaludamento che diventavano più gravi in concomitanza delle fusi negative del bradisismo.
Nella piana si raccoglievano le acque dei costoni ma anche quelle che provenivano da nord, dai
Camaldoli, da Soccavo e da Pianura. Il corso di queste acque piovane, raggiunta la parte più bassa
8
L’evoluzione dell’insediamento nell’area Flegrea e il contesto di Bagnoli
del territorio, tendeva a ristagnare o si disperdeva formando le cupe, che in periodo di magra
diventavano percorsi stradali. Rimane traccia di uno dei canali nel quartiere di Bagnoli, cupa
Capano, mentre un'altra cupa sfociava a mare, presso l’ex-Montecatini, dopo aver attraversato l’area
industriale.
Questo tuttavia non impediva la co1tivazione, come si rileva dalla mappa del Duca di Noja, dove la
maggior parte della pianura era coperta da seminativo arborato, mentre la fascia più vicina alla
spiaggia presentava un seminativo nudo o con pochi alberi. La struttura del seminativo arborato era
quella tipica della pianura campana con tre piani vegetativi: pioppi e noci, ciliegi e legumi e patate.
Prevalevano i latifondi controllati dagli ordini religiosi. I Gesuiti in particolare erano interessati alla
macerazione del lino e dalla canapa che si praticava nel lago di Agnano.
L'attività termale era intanto decaduta.
ETA’ BORBONICA – PRE INDUSTRIALE
All’inizio dell’ottocento nella piana di Bagnoli si procede a parziali opere di bonifica, per colmata e
regimentazione delle acque, che proseguiranno fino al 1828.
Nel 1812 hanno inizio i lavori della strada di Posillipo progettata dai francesi; tra il 1820 e il 1830
se ne completa il tratto che scende a Bagnoli per Coroglio. Fu nel corso di questi lavori che si
rinvenne la grotta di Seiano.
Ai tempi della cosiddetta "rinascita Ferdinandea”, dopo il 1830, si assiste a un rinnovato interesse
per l’area di Bagnoli. Si riscoprono le sorgenti termali e si erigono stabilimenti balneari nei pressi
dell'attuale piazza Bagnoli. A Nisida si realizza un nuovo porto sul versante nord.
9
L’evoluzione dell’insediamento nell’area Flegrea e il contesto di Bagnoli
Si istituiscono un penitenziario e un lazzaretto adibito alla sosta di navi e passeggeri sospetti e si
ipotizza di istituire un porto franco. Nel 1875 il Comune di Napoli affida alla società belga
Tramway la concessione "per la costruzione ed esercizio di strade ferrate a trazione di cavalli nel
perimetro urbano". Quasi contemporaneamente alla rete tranviaria era stata decisa la realizzazione
della ferrovia Cumana tra Montesanto e Torregaveta. I lavori ebbero inizio nel 1885 e nel 1889 era
stato completato il tratto Napoli - terme Patania.
Il completamento delle infrastrutture ferroviarie segmenta il territorio in tre parti: Bagnoli,
Coroglio-Cavalleggeri e Fuorigrotta, in ognuna delle quali lo sviluppo edilizio assumerà
caratteristiche diverse. Bagnoli perde il carattere di dintorno per diventare periferia della città.
Parte dei criteri del progetto di Lamont Young, che proponeva un sistema integrato di trasporti su
ferro, una laguna e un sistema di edilizia a destinazione prevalentemente turistica, almeno per il
collegamento con le risorse termali e balneari possono ritrovarsi nel meno ambizioso progetto del
quartiere di Bagnoli iniziato nel 1886 a mezzo di lottizzazione promossa dal conte Giusso sul
latifondo di sua proprietà. Il destino industriale dell'area si delinea nella metà dell’ottocento, quando
è vivo l'interesse per il termalismo e la balneazione; ma proprio allora il golfo da Pozzuoli a
Castellammare è scelto come luogo privilegiato dall’industria.