Introduzione
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Si sono ottenuti miglioramenti significativi in termini di reiezione ai disturbi, di
fluttuazione di velocità al minimo e di consumo di combustibile rispetto ai regolatori
standard PID o LQ, adottati tradizionalmente nell'industria automobilistica.
1.1 Struttura della tesi
Nel capitolo 2 (Sistemi “Torque-Based”) è presentata la nuova struttura di
controllo motore entrata in uso in questi ultimi anni: novità che ha costretto un
ripensamento delle tecniche di controllo del minimo.
Nel capitolo 3 (Descrizione del modello del minimo) è descritto il modello
utilizzato per la sintesi del controllore. In 3.1 è mostrato il modello fisico, in 3.2
viene analizzato l’aspetto ibrido ed infine in 3.3 si ottiene un modello semplificato
lineare multifrequenza di tipo “torque based” da utilizzare nella sintesi del controllo.
Nel capitolo 4 (Sintesi del controllo) è descritta la struttura di controllo adottata,
costituita da due regolatori SISO. Per entrambi i regolatori è esposta la tecnica di
sintesi utilizzata, con particolare attenzione al primo regolatore di tipo deadbeat.
Segue infine un’attenta analisi di robustezza della stabilità per la corretta scelta dei
parametri di entrambi i regolatori.
Nel capitolo 5 (Implementazione software e simulazioni) è descritta
l’implementazione dell’algoritmo e l’integrazione con il resto del sistema all’interno
della centralina di controllo motore. Vengono affrontati i problemi dovuti alla
all’aritmetica finita e le opportune tecniche utilizzate nel campo dell’elaborazione
numerica dei segnali. In particolare l’utilizzo di strutture a celle (Second Order
Sections) per l’implementazione di funzioni di trasferimento razionali fratte.
Vengono inoltre esposti gli algoritmi anti-windup utilizzati per entrambi i
regolatori. Segue infine una fase di simulazione in ambiente Matlab – Simulink per
la verifica dei risultati.
Nel capitolo 6 (Risultati sperimentali) sono riportate le descrizioni di tutte le
prove effettuate per la validazione dell’algoritmo di controllo ed i corrispondenti
grafici delle variabili di interesse.
L’analisi dei dati acquisiti durante le prove è risultata di particolare importanza
durante la fase di sviluppo per poter apportare ulteriori miglioramenti funzionali e
ottimizzazioni.
Introduzione
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1.2 Ambiente di sviluppo
L’algoritmo di controllo è stato sviluppato interamente in ambiente Matlab®
(prodotto da Mathworks). In particolare sono stati utilizzati i seguenti toolbox:
Control System Toolbox, Optimization Toolbox, per la tecniche di sintesi adottate e
Signal Processing Toolbox per l’implementazione di esse.
Le simulazioni sono state effettuate con l’ausilio di Simulink® e Stateflow®,
costruendo modelli che seguono regole dettate dalla generazione automatica del
codice. Infatti lo stesso modello Simulink utilizzato per le simulazioni durante la
fase di sviluppo, è stato trattato dal toolbox Target Link® (prodotto da DSpace) per
generare in modo automatico codice sorgente C. Nella Figura 1-1 è mostrato il
pannello principale di questo ambiente.
Figura 1-1 Target-Link Main Dialog
L’ambiente Target Link permette inoltre di poter simulare i modelli in più
modalità, in particolare:
• Model in the Loop: Simulazione in Floating-Point (coincidente con le
simulazioni standard Simulink).
Introduzione
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• Software in the loop: Simulazione in Fixed-Point, viene simulato
direttamente il codice generato in linguaggio C.
Grazie a questa caratteristica è stato possibile verificare direttamente in fase di
sviluppo la corretta implementazione in aritmetica finita, attività che nel passato, o in
assenza di Target-Link, veniva effettuata nella fase di validazione sperimentale.
1.3 Ambiente di validazione sperimentale
L’algoritmo di controllo realizzato è stato inserito direttamente all’interno della
centralina di sviluppo mostrata in Figura 1-2, per poter essere testato sulle vetture a
disposizione. In particolare la maggior parte delle prove è stata effettuata sulla
vettura Volkswagen Polo 1.4 mostrata in Figura 1-3 fornita direttamente dal
produttore.
La vettura e la centralina sono allestite con strumenti di calibrazione e
acquisizioni dati forniti da ETAS. Un personal computer portatile è utilizzato per
modificare i parametri durante le prove.
Tutte le prove sono state effettuate in collaborazione di collaudatori esperti
dell’azienda Magneti Marelli, sottoponendo l’algoritmo alle prove ritenute più
critiche dai clienti.
Figura 1-2 Centralina di sviluppo Magneti Marelli
Introduzione
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Figura 1-3 Volkswagen Polo 1.4
1.4 Post elaborazione dati
I dati sperimentali raccolti durante le prove sono stati acquisiti tramite il software
INCA® prodotto da ETAS ed importati in ambiente Matlab® tramite un tool di
“data Import” da me sviluppato:
• LoadMDF (MDF Measured Data Format Reader),
raggiungibile al seguente percorso web:
http://www.gambelli.org/matlab/loadmdf.
Una volta importati, i dati, sono stati analizzati tramite un ulteriore tool grafico,
anch’esso da me sviluppato:
• Hplot (Signal Data Visualization & Processing Tool for Matlab),
raggiungibile al seguente percorso web:
http://www.gambelli.org/matlab/hplot/index.html.
Hplot è stato inoltre utilizzato per generare tutti i grafici presenti nella sezione
Risultati sperimentali.
Sistemi “Torque-Based”
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2 Sistemi “Torque-Based”
Un sistema Torque-Based, ossia basato sulla coppia, è il modo più naturale di
caratterizzare le prestazioni di un motore, dato che la coppia dell'albero è l'uscita
principale del motore.
Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento della complessità dei sistemi di
controllo motore dovuto all’aumento di contenuti software . Tale aumento è dovuto
essenzialmente a due motivi: alla richiesta di nuove funzionalità e al fatto che
l’elettronica ha assolto funzioni in passato svolte da componenti meccanici.
L’approccio Torque-Based ha dato la possibilità di inserire un maggior numero di
contenuti funzionali per il controllo motore ed ha reso necessario riorganizzare anche
la struttura di controllo del minimo.
Questo approccio consiste essenzialmente nell’esprimere tutti i requisiti del
controllo in termini di coppia. Questo oltre a creare una struttura gerarchica del
controllo consente di astrarsi dalle caratteristiche fisiche del motore oggetto di studio
e di poter considerare, al livello più elevato della gerarchia, il motore come un’entità
virtuale.
Normalmente le richieste di coppia provengono dall’utente, che richiede una
coppia alle ruote del veicolo per accelerare, rallentare o stabilizzare la velocità del
veicolo. Per ottenere la quantità desiderata di coppia alle ruote, il pilota può anche
agire selezionando un rapporto corretto della trasmissione tramite il cambio, nel caso
di cambio manuale. Nel caso di una cambio automatico il rapporto corretto della
trasmissione è (o può essere) scelto automaticamente.
Nel caso di cambio automatico, il sistema che gestisce la trasmissione chiede al
“motore virtuale” una determinata coppia durante la commutazione del rapporto per
cui assume una priorità più alta rispetto alla richiesta dell’utente. Così, una
trasmissione automatica può essere vista come altro utente della coppia del motore.
La richiesta di una determinata quantità di coppia non sempre però è l’obiettivo di
controllo di un motore. Per esempio, quando il veicolo è fermo ed il motore sta
funzionando, si chiede implicitamente una velocità del motore costante, cioè la
minima velocità possibile, ogni volta che il pedale del gas è rilasciato. Questo è
proprio il caso di controllo del minimo.
Sistemi “Torque-Based”
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Ad ogni modo la velocità del motore è l'effetto della coppia applicata all’albero
motore, per cui un controllore di giri del motore può fornire comunque come
comando un segnale di coppia per realizzare la funzionalità di controllo di velocità
motore.
In altri casi, il driver può chiedere al sistema di inseguire una data velocità del
veicolo come nel caso della presenza di cruise control, anche in questo caso il
dispositivo di controllo velocità veicolo può dare una richiesta di coppia.
Altri utenti particolari che possono fare una richiesta di coppia sono il controllo
della trazione del veicolo (richieste di ASR/MSR) ed il controllo di stabilità del
veicolo (ESP o VDC).
L’ASR (Acceleration Slip Regulation) ha l'obiettivo di garantire la trazione
ottimale in termini di aderenza, insieme a l’ABS (Antilock Braking System) fa in
modo che le ruote non slittino durante le accelerazioni.
L’ESP (Electronic Stability Program) ha l'obiettivo di garantire la stabilità della
traiettoria, regolando la potenza del motore e frenando le singole ruote,
eventualmente con differente intensità. Tale dispositivo, è efficace nel correggere
eventuali situazioni di sovrasterzo o sottosterzo, evitando lo sbandamento del
veicolo.
Entrambi questi sistemi fanno richieste al sistema frenante ed al motore per
realizzare i loro obiettivi. Durante gli interventi del controllo della trazione o di
stabilità il sistema di controllo del motore viene escluso assumendo così un ruolo
secondario.
In un sistema classico, non Torque-Based, ogni funzionalità di controllo gestisce
direttamente gli attuatori, ed il meccanismo di priorità non è definito in modo
strutturato, ma ogni funzionalità ha le necessità di conoscere lo stato delle altre per
poter o meno intervenire. Per cui la complessità di questi sistemi risulta alquanto
elevata e soprattutto non strutturata.
Nella Figura 2-1 è schematizzato un esempio di struttura non Torque-Based, come
si può osservare ogni funzionalità è interconnessa con le altre ed ogni volta che una
nuova funzionalità è aggiunta, aumentano le interconnessioni e di conseguenza la
complessità.