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I capitolo
I diversi tipi d’attore partito.
La distinzione dei partiti in differenti “tipi” si basa sull’utilizzo di vari criteri d’analisi da cui sono
dipese varie forme di classificazione.
Consideriamo ad esempio l’approccio funzionalista che imposta la classificazione dei partiti in
relazione ai loro obiettivi principali e alla loro raison d’être. Sigmund Neumann, esponente di tale
corrente, distingue tra tre tipi di partito:
- I partiti di rappresentanza individuale che articolano le domande di particolari gruppi sociali.
- I partiti d’integrazione sociale che dispongono di un’organizzazione ben sviluppata e garantiscono
un’ampia gamma di servizi ai propri membri, in cambio di contributi finanziari e azioni di
volontariato durante il periodo elettorale.
- I partiti d’integrazione totale che perseguono obiettivi più ambiziosi, quali la realizzazione di
radicali piani di riforme. Questi ultimi sono caratterizzati, inoltre, dall’abitudine a pretendere dai
propri membri totale impegno e obbedienza alla volontà del partito.
Di diverso tipo è invece l’approccio teorico che distingue i partiti sulla base della struttura
organizzativa, ovvero tra partiti caratterizzati da una struttura organizzativa snella e quelli
caratterizzati da una struttura ampia ed articolata dalle importanti infrastrutture e dalla complessa
rete di relazioni. Il che rinvia lo studioso alle tesi di Maurice Duverger
1
che classifica i partiti tra:
- partiti quadro, guidati da individui dallo status socioeconomico molto elevato.
- partiti di massa, caratterizzati da una struttura organizzativa estremamente ampia ed articolata.
Ma prima di procedere in tale disamina, è d’obbligo ricordare come all’origine delle democrazie
parlamentari i partiti fossero organizzazioni di notabili che assumevano prevalentemente la forma di
comitati elettorali mobilitati per la protezione di singoli interessi
2
. I partiti dei notabili si attivavano
soprattutto nella fase della campagna elettorale al fine di eleggere i propri candidati, Come
osservato da Duverger, questo tipo di partito aveva unità di base il comitato - struttura composta da
una dozzina di persone scelte sulla base dello status sociale – e trovava il suo fondamento nella
rappresentanza individuale e nella cura degli interessi di gruppi di elettori. Esso era inoltre, un
partito peculiare delle società con campo politico limitato e con basso grado di partecipazione
politica.
1
M.Duverger,Le partis politique, Colin Péaris, Parigi,1951.
2
Col termine notabile si definiscono quegli individui che godono di un’ampia considerazione sociale e che, in forza
delle proprie capacità economiche, sono in grado di dirigere ed amministrare un gruppo.
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Di fatto, la sua nascita è storicamente coincisa con la nascita della sfera pubblica. In altri termini,
con il momento in cui gli individui/sudditi iniziarono a rivendicare un ruolo attivo di controllo delle
decisioni che li riguardavano. Seppur noto, ricordiamo che ciò fu il risultato di processi storici che
videro, nel corso del Settecento, l’affermazione del principio di opinione pubblica e di propaganda
politica. Radicali mutamenti politici che, nei decenni precedenti la rivoluzione francese,
prepararono altrettanto grandi e radicali mutamenti sociali in Paesi come l’Inghilterra e la Francia
che poi, a cascata, si riversarono sul proscenio europeo. I dibattiti politici e l’eco
dell’emancipazione sociale collegata agli eventi rivoluzionari spinsero migliaia di individui a
combattere per nuovi ideali quali la libertà di stampa, l’emancipazione degli schiavi, la libertà di
religione, la riforma elettorale e così via. Ma tali richieste del corpo sociale – soprattutto quelle più
riformatori - rimasero inascoltati dai partiti del tempo fino all’emergere di un nuovo movimento: il
movimento socialista.
La politica organizzata
Con l’estendersi della democrazia inevitabilmente anche le strutture di partito hanno subito delle
modificazioni. In particolare essi hanno via, via assistito ad una professionalizzazione della politica,
alla creazione di una stabile struttura di partito, e all’assunzione di una stabile funzione sociale. Tali
modifiche strutturali che hanno posto le basi alla nascita del partito di massa.
Partito di notabili Partito di massa
Personale di partito Notabili, dotati di risorse
autonome
Politici di professione, che
vivono di politica
Risorsa dei politici Deferenza Delega
Attività del partito Saltuaria(prevalentemente in
campagna elettorale).
Permanente
Struttura organizzativa Comitati elettorali Apparato burocratico con
associazioni di massa
Funzione Eleggere un candidato Integrare i membri nella
società e nello stato
Base sociale Borghesia Lavoratori
Situazione in cui si sviluppa Competizione elettorale
ristretta
Suffragio elettorale
allargato
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3
D. Della Porta, I partiti politici,Il Mulino, Bologna, 2001.
5
Se l’estensione dei diritti politici ai non notabili conduce alla professionalizzazione della politica, è
ovvia conseguenza che da ciò nasca una classe di individui che fanno della politica la propria
professione.
Max Weber
4
separa coloro che vivono di politica da coloro che vivono per la politica, poiché i
primi ambiscono a far sì che la politica diventi un mezzo d’introito duraturo, mentre i secondi fanno
politica per il puro gusto di esercitare il potere. Come possiamo notare dalla tabella sopra, struttura
tipica del partito di massa è la sezione intesa come, «un organismo aperto a tutti, che fa propaganda
per avere il maggior numero possibile d’iscritti. Invece di un piccolo gruppo di notabili, si cerca di
riunire una massa di persone; non si chiede loro se sono conosciute, influenti, in vista.
Evidentemente si preferisce avere persone conosciute, in vista; ma si mira soprattutto al numero»
5
.
Tale partito è inoltre centralizzato, la sua organizzazione estremamente formale (se ne entra a far
parte con una scheda d’adesione, si paga una quota, si elegge un direttivo, ecc.); e le sue cariche
attribuite sulla base di una reale divisione del lavoro. Inoltre, in situazioni di repressione, il partito
di massa assume come struttura di base la cellula che si presenta, «in primo luogo come gruppo più
piccolo della sezione; l’optimum è una trentina di membri […]. La cellula è un tentativo di
raggruppare le persone non più su base territoriale, ma su base professionale[…].Il vantaggio di
questo sistema è di permettere un inquadramento molto più coinvolgente e duraturo. Gli interessi di
quartiere sono molto deboli, mentre gli interessi comuni alle persone di una stessa fabbrica sono
estremamente importanti»
6
.
La cellula è dunque la struttura di base dei partiti operai e non è esportabile in partiti con basi
sociali differenti; viceversa, i partiti di sezione hanno esteso questo modello tipico dei partiti
socialisti anche ad altre forme partitiche.
La nascita del partito di massa ha inevitabilmente comportato dei cambiamenti nella natura delle
funzioni proprie dell’attore-partito, che alla semplice funzione rappresentativa, ha aggiunto una più
articolata e complessa funzione d’integrazione sociale sulla base di comuni elementi identificazione
dei suoi membri.
In sintesi ecco le maggiori novità del partito di massa.
1. L’inquadramento delle masse per mezzo di apparati guidati da politici posti nei principali ruoli di
direzione;
2. l’associazione di massa da contrapporre alla cooptazione nei comitati locali e alle discussioni dei
notabili;
4
M.Weber, La scienza come professione. La politica come professione,Mondadori, Milano, 2006.
5
M. Duverger,op.cit.
6
ID.,op.cit.
6
3. una direzione politica unitaria, eletta da un congresso, cui poi dovevano sottostare tutti i gruppi di
partito che prese il posto della fittizia “libera rappresentanza”;
4. Alle elezioni di tutti gli organi, stabilite per statuto ed effettivamente condotte secondo i principi
democratici, la formazione della volontà politica attraverso numerosi canali d’informazione, che
tenevano conto anche delle informazioni divergenti .
Caratteristiche e funzioni del partito di massa
L’azione di socializzazione del partito di massa si realizzò attraverso l’intricata rete associativa e
l’ideologia, divenuta ben presto l’elemento guida dell’identità dei membri e delle scelte strategiche
e tattiche del partito. I politici dovettero, infine, apprendere l’arte oratoria, condizione loro imposta
dall’affermarsi della libertà di pensiero e di stampa che rese essenziale al loro successo la capacità
di comunicare alle masse. In altri termini, l’avanzare della democrazia comportò, «la capacità di
persuasione per mezzo d’idee generali, non volta ad assicurare la lealtà ad una persona, ma a
convertire ad un’idea, ad un’interpretazione ideologica di come stanno le cose nel mondo della
politica, e anche non soltanto di quello»
7
.
Inoltre, tale partito si trovò ad affrontare due nuove e importanti sfide:
- l’educazione di masse che altrimenti avrebbero votato per i soli membri conosciuti, vale a
dire le autorità sociali tradizionali, i membri dei comitati dei vecchi partiti;
- il reperimento di finanziamenti adeguati alla presentazione dei candidati alle elezioni.
Problema inesistente nei partiti borghesi che disponevano di finanziamenti propri.
Per risolvere la questione del finanziamento, i partiti di massa adottarono la decisione di chiedere ai
loro membri una piccola ma regolare quota associativa.
Ma quando discutiamo di partiti di massa è ineliminabile procedere ad una distinzione al loro
interno da operare sulla base di criteri differenti, ovvero:
- il pluralismo, criterio ispiratore – di concerto alla forte identità nazionale e all’appartenenza
ad uno specifico gruppo nazionale - del Partito Basco;
- la natura proto-egemonica, esemplata dai partiti leninisti o ancora dai partiti ultranazionalisti
di stampo fascista o neofascista. Questi furono/sono, infatti, caratterizzati da una struttura
organizzativa ben articolata, fortemente gerarchica e disciplinata, da criteri d’ammissione al
partito molto selettivi e da un intenso indottrinamento dei militanti. Inoltre, essi ruotarono/
ruotano attorno alla personalità di leader carismatici e ad una forte e radicata ideologia.
Appartengono a questa categoria anche i partiti fondamentalisti su base religiosa diretti ad
7
A.Pizzorno, Le radici della politica assoluta ed altri saggi, Feltrinelli, Milano, 1993.
7
una riorganizzazione della società sulla base dei dogmi religiosi, con una struttura
organizzativa gerarchica e attorniata da numerose organizzazioni ancillari;
- l’etnia, elemento fondante di partiti di solito privi dell’articolata e complessa struttura
organizzativa; e con un programma politico rivolto all’affermazione degli interessi di uno
specifico gruppo etnico o di una coalizione di gruppi. Nondimeno, contrariamente ai partiti
nazionalisti, tali strutture partitiche non mirano alla secessione dallo stato ma, al contrario,
sono ben lieti di avvalersi delle strutture statali per la realizzazione dei propri obiettivi. Ciò
che rende unici tali partiti, come spiega Horowitz, è la ricerca del solo consenso del gruppo
etnico di riferimento. Alcuni esempi concreti possono essere il Partito per la libertà degli
Inkhata in Sud Africa, o il Partito Sikh della regione del Punjab.
- il voto elettorale, criterio fondante di partiti differenziati al loro interno in partiti pigliatutto,
partiti programmatico e partiti personalistico. Del partito pigliatutto, Otto Kirchheimer ha
dichiarato tra le principali caratteristiche: la drastica riduzione del bagaglio ideologico del
partito; il rafforzamento dei gruppi dirigenti di vertice, le cui azioni ed omissioni sono ora
considerate dal punto di vista del loro contributo all’efficienza dell’intero sistema sociale,
piuttosto che dell’identificazione con gli obiettivi della loro organizzazione particolare; la
diminuzione del ruolo del singolo membro del partito, ruolo considerato come una reliquia
storica, che può oscurare la nuova immagine del partito pigliatutto; la minore accentuazione
del riferimento ad una specifica classe sociale o ad una clientela confessionale per reclutare
invece elettori tra la popolazione in genere; l’accesso a diversi gruppi di interesse (1966).
Esempi concreti di tali partiti sono il Partito Democratico statunitense, Il Partito Laburista
sotto Tony Blair, il Partito Popolare spagnolo o ancora il Partito Socialista Spagnolo
(PSOE). Il partito programmatico, come il partito pigliatutto, è invece caratterizzato da un
apparato organizzativo snello, ma simile al modello di partito di massa sotto almeno tre
aspetti: una articolata agenda programmatica ed ideologica, il raggiungimento del controllo
del potere o di un ruolo nel nuovo governo, una base sociale meglio definita. Esempi
concreti possono essere considerati l’ungherese FiDeSz, o ancora il Partito Democratico di
Vaclav Klaus. Infine, il partito personalistico, detto anche da Piero Ignazi il non-partito,
caratterizzato da una poco strutturata e temporanea organizzazione finalizzata al momento
elettorale e centrata intorno al ruolo carismatico del leader. L’appeal di questo partito non
deriva dal programma o dall’ideologia che lo permea, bensì dalla capacità del leader di
ottenere consensi; e a tal fine non di rado il partito si avvale di reti clientelari. Esempi
concreti possono essere considerati Forza Italia, il Partito del Congresso d’Indira Gandhi o il
Partito del popolo Pakistano che Benazhir Bhutto ha ereditato dal padre. Ma rientrano in